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La corsa del fuoco
from LEGGINSIEME
Quel pomeriggio Dara raccoglieva ghiande sotto la quercia più grande del bosco, quando l’albero improvvisamente si mise a parlare.
– Ehi piccola Dara, stai rubando tutte le mie ghiande!
La bambina si spaventò così tanto a quella voce, che cadde a sedere per terra. Le ghiande raccolte le sfuggirono di mano e si sparpagliarono dappertutto.
La piccola strillò: – Ahhh! Scusami, albero, io non sapevo che… Poi una risata piovve dall’alto della quercia e Dara trovò il coraggio di alzare lo sguardo verso la chioma della pianta. Lassù, fra i rami, c’era una macchia bianca: era la veste di un uomo.
– Druido Terios, mi hai spaventata! Credevo che fosse stata la quercia a parlare.
Terios il druido, un serio sacerdote del popolo dei Celti, ricominciò a ridere di gusto. – No, bambina mia, gli alberi non parlano, ma questa quercia forse potrebbe anche farlo: è un albero sacro. Tutto questo bosco è sacro...
Dara guardò perplessa in terra. – Anche le ghiande sono sacre?
Terios il druido rise ancora una volta, poi scese a terra. – Certo, anche le ghiande. In tutto ciò che vive, uomini, piante, animali c’è una scintilla di vita. Per questo ogni essere vivente è sacro! E gli alberi sono le piante più sacre di tutti, perché stanno tra la terra e il cielo, fra noi e il mondo degli dèi. Non è una meraviglia questo bosco sacro?
La bambina riconobbe che il bosco era un posto bellissimo. Poi, sacre o no, si rimise a raccogliere le ghiande. Erano per i maiali della sua famiglia. Ma Terios il druido quel giorno non pareva volerla lasciare lavorare in pace. – Ascolta, Dara – disse a un tratto, – torna con me al villaggio: fra poco ci sarà la corsa del fuoco. Non te la vorrai perdere?!
La piccola aveva solo otto anni, ma di corse nel fuoco se ne ricordava già almeno tre. Era uno spettacolo incredibile e non voleva certo mancare. Così mise le ghiande raccolte in un panno quadrato che, una volta unite le quattro punte, diventò un comodo sacchetto. Con quello in spalla, Dara trotterellò dietro al druido verso il villaggio.
Qui c’era grande agitazione: tutti gli allevatori spingevano le loro mandrie verso un’ampia radura priva di alberi, dove erano state allestite due cataste di legna. Quando tutti furono pronti, Terios accese i falò e le mandrie furono spinte dagli uomini a passarci in mezzo. Le mucche e i buoi, spaventati dal fuoco, trottavano muggendo in mezzo al fumo.
La gente del villaggio assisteva alla scena assiepata ai margini della radura. In prima fila, Dara guardava affascinata quello straordinario spettacolo.
– Il fuoco purifica le nostre bestie, – disse il vecchio sacerdote. Poi si allontanò.
La processione delle mandrie attraverso i falò durò quasi un’ora perché quella di Terios era una tribù ricca. Poi, quando gli animali furono terminati, toccò agli uomini. Sui falò, quando la legna non fu altro che brace, cominciarono a saltare i ragazzi e anche le ragazze, mentre gli altri membri della tribù danzavano attorno in cerchio. Il rito serviva a invocare un abbondante raccolto, un anno fortunato, ma anche dimostrare l’abilità e il coraggio di ragazzi e ragazze. Dara guardava quei giovani senza paura e non vedeva l’ora di diventare grande abbastanza da poter anche lei saltare sul fuoco. Era sicura che i suoi sarebbero stati i salti più alti e più lunghi.
COMPRENDO le parole
➜ Scrivi le parole del testo che hanno un significato simile a quelle tra parentesi.
● Con quello in spalla, Dara (sgambettò) dietro al druido verso il villaggio.
● La gente del villaggio assisteva alla scena (accalcata) ai margini della radura.
● La (sfilata) delle mandrie attraverso i falò durò quasi un’ora perché quella di Terios era una tribù ricca.
● Il (cerimonia) serviva a invocare un abbondante raccolto.
Comprendo
le parole sortita: uscita. latinizzare: adattare alla civiltà e cultura latine. bifronte: che ha due facce.