2 minute read

La passione per i dinosauri

Giacomo ha cinque anni, due sorelle, e desidera tanto un fratellino. Un giorno i genitori gli dicono che avrà un fratellino, che si chiamerà Giovanni e che sarà speciale. Per Giacomo speciale significa “supereroe”. Dopo che è nato, scopre che il fratellino è davvero speciale e che ha la sindrome di Down. Qualche anno dopo racconta la loro storia.

Ed eccolo qui. Nella nuova culla. Dalla coperta uscivano la testolina, in alto, e un piede, in basso – e fin qui ogni cosa era al suo posto – ma quella testolina e quel piede raccontavano una storia che avrei compreso un poco alla volta. Ero accanto a lui con il ghepardo che gli avevo comprato.

– Da dove arriva? – chiesi a mio padre, sussurrando. – In che senso da dove arriva? – Non è di questo pianeta. È evidente.

– Te l’avevamo detto, – disse lui, stringendomi la spalla con una mano così calda e ferma che con quella mano sulla spalla, giuro, sarei stato capace di andare ovunque nel mondo, affrontare qualunque cosa. – L’avevamo detto che era speciale. Iniziai a pedinarlo. Ero stramaledettamente affascinato dal mio fratello speciale e tentavo di capire in che cosa consistesse davvero la faccenda.

Gio’ intanto cresceva. A modo suo. Con i tempi suoi. E migliorava in un sacco di cose, tipo ad esempio afferrare gli oggetti. Fin lì persino stringere in mano il ciuccio o il biberon era un problema. Ma quando all’improvviso capì come funzionava ’sta cosa del pollice opponibile, insomma, che poteva essere usato per afferrare, ecco, allora qualsiasi oggetto divenne afferrabile, e quindi lanciabile.

Fra tutte le cose gettabili, la sua preferenza andava ai pupazzi –il ghepardo era diventato un ghepardo volante – ma di pupazzi in casa ne avevamo una decina, e visto che tra prenderne uno e lanciarlo Giovanni impiegava quanto?, dieci secondi?, una decina di pupazzi lo tenevano occupato per un paio di minuti. E non è che ci fossero poi molte altre cose che potevamo dargli da lanciare. Così, una sera, mentre mescolavo il formaggio nel purè di patate, dissi: – Abbiamo bisogno di altri pupazzi.

Ho fatto il conto che per tenerlo impegnato mezz’ora ne servono centottanta.

Chiara disse: – Se gliene regaliamo uno a testa ogni compleanno e ogni Natale fanno dieci all’anno. Per quando sarà maggiorenne avremo finito.

Papà stava portando il cucchiaio alla bocca e si congelò con la mano a mezz’aria. – Non è una cattiva idea… adatt. da Giacomo Mazzariol, Mio fratello rincorre i dinosauri, Einaudi

– Regalargli pupazzi fin quando comincerà a farsi la barba? – No. Procurarne altri.

– Come?

– All’asilo abbiamo quintali di pupazzi vecchi, dentro dei sacchi.

– Grandioso! – esclamai. – Sommergiamolo di pupazzi!

E così avvenne. Qualche giorno dopo, papà scese dall’auto, aprì il bagagliaio e spalancando le braccia come per ricevere un applauso, indicò i sacchi, quasi si aspettasse di vedere i pupazzi saltare fuori uno alla volta.

Li portammo dentro e li accatastammo in cantina, vicino alle scatole di pannolini. C’era di tutto. Elefanti e conigli, mostriciattoli informi e delfini. Ma soprattutto: c’erano i dinosauri. I primi dinosauri. Adesso non c’è nulla, dalla profondità degli oceani a quella dello Spazio, che per Gio’ valga quanto un dinosauro. Ma quelli erano i primi, ed è probabile che la passione sia cominciata lì. Io ero triste perché il mio ghepardo era ormai confuso nel mucchio, ma me ne feci una ragione.

Scopro

➜ Tieni conto delle frasi evidenziate nel testo e indica con una la risposta corretta.

● Da che cosa puoi capire lo stato d’animo dei personaggi? Dalle loro riflessioni e dalle loro domande. Dalla manifestazione fisica delle loro emozioni.

➜ Associa ai personaggi gli stati d’animo che provano: colora i cartellini con i colori corrispondenti. Attenzione agli intrusi.

Giacomo allegria vergogna papà Chiara stupore soddisfazione sicurezza affetto preoccupazione perplessità

Scopro

➜ Sottolinea nel testo con due colori diversi le parole che ti fanno capire le emozioni e le riflessioni della mamma e delle bambine.

This article is from: