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Il piacere di leggere... un TESTO NARRATIVO Yanka l’orsa

Ricordo l’orsa che mi ha cresciuto. La mia madre adottiva, Mamochka, dice che avevo due anni quando mi trovò fuori dalla grotta dell’orsa. Dice che me ne stavo in piedi nella neve, con le guance rosa e calde e il più grande dei sorrisi. Le andai subito incontro, sollevai le braccia e le posai la testa su una spalla e mi addormentai. Mamochka cercò nella grotta degli indizi su chi potessero essere i miei genitori, ma dentro c’era una vecchia orsa in letargo. Non volendo disturbarla, si allontanò in punta di piedi e mi portò a casa sua ai margini della Foresta di Neve. Da allora mi chiamano Yanka l’orsa. Non per il luogo in cui mi hanno trovata, ma perché sono grande e forte, più forte di tutti. Sono un centinaio le persone che abitano qui, nel villaggio sul margine meridionale della foresta. E in questo momento sono assiepate nella piazza, alle prese con la festa di domani. Da più di sei mesi il villaggio è intrappolato nel freddo implacabile dell’inverno. Ma domani segna l’inizio del Grande Disgelo. Le persone mi chiamano per farsi aiutare mentre attraverso la piazza. Alla fine raggiungo il centro della piazza, dove il mio migliore amico Sasha sta impilando la legna per il falò. Sorrido e saluto con la mano.

– Ehi, Yanka. – Sasha ricambia il mio sorriso da sotto il suo grande cappello di pelliccia. – Lo portiamo insieme? – Sasha solleva un’estremità di un lungo albero tagliato.

– Ce la faccio. – Mi carico il tronco sulla spalla e i piedi mi affondano nella neve. Sasha mi raggiunge. – Facciamo a chi arriva prima a casa mia?

Entrare nella Foresta di Neve è come varcare la soglia di un altro mondo. A volte nella foresta mi sento così vicina al mio passato che riesco a udirlo nel vento. Sasha continua a parlare, ma non riesco a concentrarmi. Mi sento all’erta, come se la foresta stesse cercando di dirmi qualcosa.

– Yanka?

– Scusa. Che c’è?

– Stavi di nuovo ascoltando gli alberi? – Sasha sorride. – Non ti hanno ancora detto chi sei?

Sasha corre via ed entra nel suo giardino sul retro. – Ci vediamo domani. Io raggiungo il nostro giardino e indugio sotto i pini ai suoi margini, per restare ancora un po’ vicino alla foresta. Un lampo rosa su un ramo innevato attira il mio sguardo. È un ciuffolotto paffuto.

– Yanka! – Mi si blocca il fiato in gola. Il ciuffolotto ha appena detto il mio nome!

– Yanka! – mi chiama di nuovo l’uccello. – Yanka l’orsa! Torna nella foresta! adatt. da Sophie Anderson, La ragazza degli orsi, Salani

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