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Si fare!può

La storia dell’Umanità può essere letta come storia dell’energia.

Il ruolo dell’energia fossile oggi è garantito da una industria petrolifera estremamente sofisticata ed efficiente, in grado produrre combustibili a costi molto bassi. Pensiamoci un attimo: un litro di benzina, tolte le accise, costa meno di un litro di CocaCola. Come è possibile? Eppure è così!

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Per più di un secolo il carbone ed il petrolio hanno battuto sul prezzo e sulla praticità d’uso ogni forma di energia rinnovabile, a parte la fonte idroelettrica per sua natura limitata. Fino a ieri. Negli ultimi 12 anni, il costo dell’energia fotovoltaica, ammortamenti inclusi, è sceso di 10 volte e risulta competitivo perfino rispetto all’eolico: oggi un MegaWatt-ora fotovoltaico arriva a costare meno di 35 euro, tre volte meno del carbone e quasi cinque volte meno del nucleare.

Ma le buone notizie non sono finite: nel corso dei prossimi anni il costo dell’energia fotovoltaica diminuirà anche di 3 volte rispetto ad oggi.

È mai possibile? Siamo sicuri che non si tratti di una illusione?

L’energia solare che raggiunge il nostro pianeta in ogni istante è circa 10.000 volte maggiore della produzione energetica globale di origine fossile, pari a circa 17 TeraWatt. Essa viene poi riemessa nello spazio, esattamente nella stessa quantità. Guai a noi se non fosse così: Il pianeta si riscalderebbe, come di fatto avviene con l’effetto serra.

Quanta superficie servirebbe per sostituire completamente l’energia fossile con quella solare? Un semplice calcolo mostra come circa 36 GigaWatt di potenza media, che costituiscono il consumo italiano, potrebbero essere raccolti con 600 km2 di superficie dedicata al fotovoltaico.

È tanto? È poco? L’ISTAT ci fornisce ad esempio la superfice delle aree industriali dismesse: 9.000 km2, pari a circa la superficie dell’Umbria, una superficie quindici volte più grande di quella che servirebbe per una transizione solare del 100%!

La Francia ha appena approvato una legge che obbliga tutti i parcheggi che hanno più di 80 posti auto di coprire entro il 2028 almeno al 50% della superfice con pannelli solari: si calcola che questa misura produrrà entro il 2028 l’8% della potenza elettrica francese, qualcosa come 10 impianti nucleari. Numeri analoghi valgono per l’Italia dove anzi c’è addirittura più sole. La superficie richiesta dalla transizione verso il solare quindi esiste ed è compatibile con l’ambiente.

L’ultimo report di IEA - Agenzia Internazionale per l’Energia - mostra con chiarezza come le principali economie di tutto il mondo stiano intensificando gli sforzi per espandere la produzione di tecnologie energetiche pulite, rafforzare la sicurezza energetica e competere nella nuova economia energetica, creando nei prossimi anni nuovi mercati per centinaia di miliardi di dollari e milioni di nuovi posti di lavoro.

Un’opportunità unica che anche l’industria italiana sta cogliendo. Con iniziative come la Fabbrica del Sole di Catania, l’impianto di pannelli fotovoltaici più grande d’Europa realizzato da ENEL Green Power, in società con Sharp e STMicroelectronics, che sfrutta una nuova tecnologia a film sottile e multigiunzione made in Italy, ottenendo una capacità produttiva di 3 GW. Una fabbrica che ENEL sta esportando negli Stati Uniti, dove grazie agli incentivi dell’Anti Inflation Act verrà realizzato un impianto di pannelli che punta ad una capacità produttiva di 6 GW.

Un’altra promettente iniziativa riguarda l’accumulo efficiente dell’energia rinnovabile. Anche in questo caso la buona notizia viene dall’Italia.

È di pochi giorni fa l’annuncio di ENI Next circa l’aumento di capitale di 40 miliardi di euro di Energy Dome, l’innovativa startup che ha sviluppato una soluzione per l’accumulo energetico al 75% di resa, con costi dimezzati rispetto alle batterie al litio che dominano oggi il mercato. Dopo 6 mesi di funzionamento di un prototipo industriale da 2.5 MegaWatt-ora ad Ottana in Sardegna, questa tecnologia completamente scalabile è pronta ad entrare in un mercato in rapidissima espansione, con impianti di accumulo fino a 250 MegaWatt-ora.

Il futuro energetico sostenibile si sta disvelando davanti a noi passo dopo passo. Uno sforzo titanico, non solo necessario ma anche redditizio: è solo grazie all’industria e alla spinta dell’economia che sarà possibile gestire una transizione energetica conveniente e sostenibile.

Proiettiamoci ora per un momento verso un mondo in cui l’energia sia veramente abbondante e a prezzi sempre più bassi. È facile intuire l’esistenza di una catena virtuosa in cui sarà possibile fare cose che oggi sono troppo costose, come produrre idrogeno per il trasporto e per l’industria, dissalare l’acqua di mare per irrigare le coste del Nord Africa e, infine, iniziare quanto prima a tirare giù la CO2 dall’aria, attività oggi anch’essa troppo costosa ma assolutamente necessaria se non vogliamo condannarci a secoli di disordine climatico.

Tutto questo sganciandoci dalle pesantissime dipendenze geopolitiche che hanno sempre caratterizzato il mercato dell’ energia. Transizione energetica, quindi, non solo per la sostenibilità ma anche per la libertà e la democrazia.

Troppo bello per essere vero?

No. E per dirla con Gene Wilder, grazie a scienza, tecnologia e industria, “Si può fare!”.

Roberto Battiston

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