Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo dei mesi di novembre e dicembre 2020

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editoria L'AUTORE DEL LIBRO, EDITO DA «CURCU GENOVESE» È IL GIORNALISTA MAURIZIO PANIZZA

Dai fatti di cronaca uno spaccato di vita del Trentino tra il 1850 e il 1950

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n libro di storie, ma anche un libro di Storia. A firma di Maurizio Panizza è uscita una nuova pubblicazione che grazie alla raccolta di una trentina di fatti di cronaca ricostruiti ci offre uno spaccato di vita del Trentino tra il 1850 e il 1950. “TRENTINO DA RACCONTARE, cronache di fatti e personaggi da una terra di confine” è la ricostruzione di un secolo fatto anche di grandi cambiamenti per il nostro territorio. È un vero e proprio ponte tra il vecchio e il nuovo Trentino. “Si tratta di storie di vita, di avventura, di guerra, di amori e di emigrazione – si legge nella premessa del libro - storie a volte oscure, oppure tragiche, unite dal gusto della scoperta di un Trentino di ieri e di oggi. Un Trentino a volte dimenticato, a volte difficile da comprendere, ma sempre un Trentino a cui voler bene”. Sono storie che prima di diventare un libro sono stati racconti avvincenti, protagonisti di un programma radiofonico di Rai Radio Uno regionale. Con la regia di Flavio Pedrotti e Andrea Franzoi voce narrante, il programma “Incontri ravvicinati di un certo tipo” ha appassionato gli ascoltatori per due stagioni. Non c'è un filo conduttore tra i racconti, se non la voglia di scoprire dell'autore: “Sono partito da fatti di cronaca, inchieste giornalistiche – come spiega Maurizio Panizza – ed ho approfondito per cercare di capire il contorno della storia. Trovati gli spunti per lo più nei giornali d'epoca poi proseguo con le ricerche, consultando biblioteche e archivi di tribunali, oppure intervistando le persone che possono aver a che fare con le vicende narrate. Come nel caso della storia della Solidarietà tradita. Siamo nel 1905 e proprio come

11/12 - 2020

Si tratta di storie di vita, di avventura, di guerra, di amori e di emigrazione, storie a volte oscure, oppure tragiche, unite dal gusto della scoperta di un Trentino di ieri e di oggi. Un Trentino a volte dimenticato, a volte difficile da comprendere, ma sempre un Trentino a cui voler bene succede oggi, lo spirito di aiuto e solidarietà di questa terra emerge prepotentemente. La Calabria è colpita da un forte terremoto ed il Trentino, allora Tirolo, interviene immediatamente per portare aiuto. Arrivati sul posto viene costruito un villaggio di venti palazzine per i pescatori Cetraro che hanno perso tutto. Sono case a

due piani in cemento armato, più una scuola e una Chiesa, che però non vengono mai consegnate ai destinatari. Qualche anno dopo l'amministrazione comunale le vende ai benestanti del paese. Scoperta la vicenda sono tornato, assieme ad una troupe della RAI, a Cetraro a vedere cosa rimane oggi: le palazzine ci sono ancora.”

Storia ma anche attualità, quindi? Sì. Anche perché cinque di queste storie sono più vicine a noi. Sono vicende originali e curiose di personaggi attuali che ben rappresentano una società trentina in evoluzione, portatrice ancora oggi di valori preziosi come il coraggio, la tenacia, l’autonomia, la solidarietà. C'è la storia ad esempio di immigrazione di una giovane senegalese che qui è riuscita a realizzarsi.” Se c'è l'immigrazione di oggi, in parallelo c'è l'emigrazione storica trentina? C'è perché oltretutto la storia che ho ricostruito è un po' la storia della mia famiglia ed è, se vogliamo, molto simile alle storie di immigrazione di oggi perchè si parla di carrette del mare. Il fratello di mia nonna, Isidoro Adami, partì per l'Uruguay nel 1927 a bordo della Principessa Mafalda, in quella che sarà l'ultima traversata transoceanica della nave che, dopo un viaggio travagliato, si ferma definitivamente e si inabissa al largo del Brasile. Morirono secondo le stime ufficiali 450 persone. Isidoro si salvò e dopo più di un mese raccontò per lettera quella notte alla sorella rimasta in Italia: mia nonna. Si definirebbe uno storico? No, per niente. Non voglio usurpare titoli che non sono miei. Io sono un giornalista che si occupa di storia da un po' di anni. Mi piace raccontare la storia. Anche perché io non solo parto dalla cronaca, uso anche lo stile della scrittura giornalistica: vivace, concisa. È uno stile narrativo piuttosto agile. E per meglio raccontare e far immergere il lettore nelle atmosfere dei periodi narrati il libro è ricco di immagini d'epoca, ce ne sono più di 60. Michela Grazzi


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