LA GUERRA E LA CHIESA, LE ARMI E PREGHIERE: COME IL MOLISE VISSE LA II GUERRA MONDIALE

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Capitolo primo pensavo affatto di doverne essere il successore nel governo di coteste illustri diocesi; non immaginavo, guardando da lungi i monti robusti, i boschi folti e le verdi pendici della vostra regione che questo sarebbe stato il campo del mio lavoro apostolico, e nemmeno lontanamente supponevo, visitando la bella Cattedrale isernina, che su quella Cattedra episcopale mi sarei assiso un giorno, per benedire una parte del mio gregge. Mirabili disegni della Provvidenza di DIO. […] Sono lieto che la Provvidenza, avendomi confidato il formidabile peso dell’episcopato, mi mandi fra Voi, nella generosa terra del Molise unita per tradizioni storiche, per affinità di carattere, per glorie religiose al forte e gentile Abruzzo, di cui sono figlio”25.

A succedere a Carinci, nelle sedi di Isernia e Venafro fu, il 5 agosto 1948, Mons. Giovanni Lucato, il cosiddetto “Vescovo ricostruttore”, il quale arrivò proprio nella fase di ricostruzione del Paese che cercava di rialzarsi dopo le grandi distruzioni della guerra.

1.3 Primi approcci con la guerra I molisani, da sempre una popolazione rurale, laboriosa, risparmiatrice, sana moralmente e demograficamente, come viene descritte spesso, forse abusando, anche nelle relazioni del Questore provinciale, nel periodo tra le due guerre, non abbracciarono mai completamente gli ideali sovversivi o antifascisti, anche se bisogna segnalare, com’è giusto che sia, episodi particolari negli uni e negli altri schieramenti. Il Duce, l’esercito, il Fascismo, negli anni precedenti il secondo conflitto mondiale, erano visti dai molisani come delle autorità da rispettare ma che in cambio potevano garantire protezione, sicurezza e un certo grado di sostentamento, soprattutto alle famiglie numerose e bisognose di cui, purtroppo, il Molise era stracolmo. In questi anni persino la Chiesa esprimeva rispetto per la dittatura fascista. Prima della Seconda Guerra Mondiale, alcuni Vescovi incitarono il proprio popolo al pieno rispetto del Duce e di tutto l’esercito italiano. In una lettera della Legione territoriale dei Carabinieri Reali di Bari, del 13 settembre 1938, e inviata alla Regia Prefettura di Campobasso si legge: “Dal 7 all’II corrente ha avuto luogo in Venafro il congresso eucaristico organizzato dal vescovo di quella diocesi. Alla cerimonia di chiusura hanno preso parte circa dodicimila persone. Il vescovo di Nola, nel salutare i ADIS, Inventario Sommario Venafro, b. 8 f. 56, Lettere pastorali del Vescovo Carinci, 1940; 1942.

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