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Conclusioni
Conclusioni
A distanza di quasi settant’anni dagli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale, che segnarono profondamente e, per certi aspetti anche mortalmente, il territorio molisano, oggi possiamo dire che il Molise ebbe un ruolo centrale in quei combattimenti. A quanti pensavano, infatti, al Molise, piccola regione del centro sud Italia, come ad un territorio distaccato e lontano dagli avvenimenti che caratterizzarono, purtroppo negativamente, gli anni 40, bisogna chiaramente smentire. Il Molise fu un protagonista presente a 360 gradi nelle lotte che segnarono il mondo intero, in una guerra fratricida e tra poveri nella quale i capi che dirigevano i propri eserciti erano guidati da una follia dettata solo dalla brama del possesso e della conquista. Una conquista che purtroppo, nella maggior parte dei casi, mancò. L’unico elemento sociale a trarre vantaggio dalla Seconda Guerra Mondiale fu la Chiesa. La Chiesa che per anni divenne l’unico punto di riferimento per una società brancolante nel buio più nero. Il Clero, per tutti gli anni della guerra e per i successivi della ricostruzione, aiutò intere comunità erigendosi a guida spirituale, sociale e politica, rafforzando così il proprio ruolo, divenendo un vero e proprio leader. I sacerdoti scesero dai pulpiti delle Chiese per entrare nelle piazze e guidare interi paesi. Un paese, come fu per l’Italia, sconfitto ed in ginocchio con una Chiesa forte e vittoriosa. La Chiesa riuscì, infatti, incredibilmente, ad essere presente a tutto tondo: nel campo religioso e morale, assistenziale e caritativo, sociale, culturale e scolastico fino a quello economico e politico. Il prete rappresentò l’elemento centrale in tutte le attività, soprattutto in quelle di soccorso alle quali si dedicò sempre con determinazione. Le intere strutture religiose rappresentarono l’unico punto di riferimento e di sostegno più sicuro per le popolazioni bisognose ed abbandonate a se stesse. Durante tutti gli anni della Seconda Guerra Mondiale, i Vescovi incitarono i loro preti a scendere in mezzo ai fedeli, assistendo, sia spiritualmente che materialmente tutta la povera gente sofferente a causa della guerra. In realtà, gli aspetti di dovere, obbedienza e rassegnazione, da parte della Chiesa nei confronti della situazione bellica, non ci furono mai. L’intero Clero, forte del suo ruolo sociale più che religioso, tenne testa alle
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Istituzioni e all’intera realtà guerresca. Difatti, anche durante la ricostruzione, la Chiesa non abbandonò mai il suo ruolo sociale certa di far crescere ancor di più il proprio prestigio e il potere politico che aveva ormai acquisito. La Chiesa fu quasi una supplente dello Stato con il ruolo di mediazione fra le parti in guerra per la tregua delle armi. E se in questo gioco di predominio dell’ordine ecclesiastico sui fedeli, la pace fu considerata un dono del cielo da parte della Chiesa mentre la guerra fu condannata in quanto castigo divino, è lecito domandarsi: come i cattolici, quindi, vissero ed interpretarono la guerra? Quali furono i loro comportamenti religiosi? La fede aiutò veramente a superare le atrocità di quel periodo? La guerra in effetti non si limitò a produrre effetti sconvolgenti sul piano politico-sociale dei paesi interessati ma concretizzò anche una crisi di fede verso Dio con una forte spinta religiosa. La religione, nel suo più ampio significato, divenne un rifugio e una protezione dalla morte, dal dolore, dalle sofferenze facendo aumentare a dismisura la presenza dei fedeli in chiesa. Si costatò così una sollecita considerazione della pace attraverso la preghiera, le esortazioni e gli atti vescovili. La morale cristiana e la convivenza civile viaggiarono a lungo insieme grazie agli esempi infiniti di una reiterata e prolungata azione protettiva da parte di Vescovi, preti, suore, laici cattolici e religiosi nei confronti delle intere popolazioni bisognose. La Chiesa molisana, impegnata socialmente, economicamente, istituzionalmente e anche politicamente, divenne, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, il pilastro fondamentale per sostenere quelle comunità che si ritrovarono in breve tempo senza una guida e senza più speranze nel futuro. La Chiesa riuscì così nel suo scopo, non palesemente espresso ma abbastanza chiaro, di diventare una grande potenza al pari, e forse ancor di più, degli altri Stati. E il tempo dà ragione a questa tesi essendo oggi lo Stato Vaticano uno dei più potenti al mondo.