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2.2 La cavalleria

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2.1 La fanteria

2.1 La fanteria

BALBO BERTONE di Sambuy, Callisto, nobile e cavaliere

(1802 – Torino, 10 febbraio 1865) Fu il settimo figlio del conte Carlo Gabriele (1765-1828), barone dell’impero francese e maggior generale, e fratello di Emilio (1790-1872), presidente della Reale Accademia di agricoltura, di Vittorio Amedeo (1792-1846), maggior generale e inviato a Vienna nel 1825, e di Manfredo (1807-1874), che venne inviato nel 1850 a Dresda per combinare il matrimonio fra Ferdinando di Savoia-Genova e la principessa Elisabeth di Sassonia. Il cavaliere Callisto fu, inoltre, zio di Ernesto (1837-1909) figlio di Vittorio Amedeo, senatore del regno d’Italia, presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti, maestro di cerimonie onorario912 e sindaco di Torino dal 1883 al 1886913 . Callisto sposò Carolina Vittoria Massel di Caresana dalla quale ebbe sette figli914 . Fu tenente nei Dragoni del Genevese915 . Nel 1834 fu fra i secondi scudieri del re 916 e dal 1836 al 1842 fu capitano nel Genova Cavalleria917. Nel 1843 venne promosso maggiore del Novara Cavalleria e nel 1844 fu fra i primi scudieri e gentiluomini di camera del duca di Genova918 . Nel 1849 venne promosso colonnello del Savoia Cavalleria. Fu Gran Cordone dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro919 .

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BIGLIANI di Cantoira, Giovanni Giuseppe, conte

(Chieri, 23 giugno 1794 – Torino, S. Massimo, 7 aprile 1856) Fu il primogenito del conte Carlo (1767-1856). Si sposò con Gabriella Pelletta di Cossombrato dalla quale non ebbe figli. Anche i due fratelli minori Ippolito (1804 -?) ed Epimaco (1809-1871) furono nell’arma della cavalleria920 . Nel 1815 fu sottotenente nei Dragoni del Re e successivamente tenente nel 1818921 .

912 A. Manno, op. cit., vol. A-B, p. 154. 913 <https://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/9c71ca4b60345894c125785d00597bf7/a74d377323ca086a41 25646f0058959a?OpenDocument>. 914 A. Manno, op. cit., vol. A-B, p. 155. 915 Luigi Cibrario, Storie di Chieri, vol. II, Torino, Alliana, 1827, p. 448. 916 Calendario pe’ regii Stati, 1834, p. 203. 917 Calendario pe’ regii Stati, 1836, p. 331; ivi, 1842, p. 340. 918 Calendario pe’ regii Stati, 1844, p. 183. 919 A. Manno, op. cit., vol. A-B, p. 155. 920 A. Manno, op. cit., vol. A-B, p. 300. 921 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 80.

Nel 1833 fu maggiore di Aosta Cavalleria e cinque anni dopo tenente colonnello del Genova Cavalleria. Dal 1843 fu colonnello del Piemonte Reale con il quale iniziò la campagna del 1848. Durante proprio questa campagna, il Bigliani fu chiamato a comandare, in qualità di maggior generale di cavalleria, la Brigata Acqui. Infatti, dopo l’evidente incapacità da parte del cavalier Pietro Falletti di Villafalletto nella battaglia di Santa Lucia (6 maggio), il 16 dello stesso mese al Bigliani venne offerto il comando della suddetta brigata922 . Fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro923 .

BONGIOVANNI Angelo, di Castelborgo, nobile e cavaliere

(Torino, S. Filippo, 8 maggio 1802 – 8 ottobre 1862) Fu il primogenito di Luigi Ludovico (?-1834), tenente generale, comandante della divisione di Nizza (sino al 1831) e, poi, governatore di Genova. Iniziò la carriera militare nel 1815 come cadetto d’artiglieria. Nel 1819 fu sottotenente nello Stato Maggiore Generale e tenente nel 1820. Prese, tuttavia, parte ai moti del ’21 sostenendo i costituzionali e dunque fu allontanato per un breve periodo dalle armi. Cinque anni dopo venne reintegrato e promosso capitano venendo inquadrato nei Cavalleggeri di Piemonte nel 1831924. Sempre nel 1831 fu fra gli ufficiali addetti, con il grado di capitano sotto aiutante, dello Stato Maggiore della divisione di Nizza comandata dal padre 925. Quando al padre venne assegnata la divisione di Genova, anche il giovane Angelo lo seguì quale ufficiale aggregato con il grado di capitano aggregato del reggimento di Nizza Cavalleria926. Nel 1835 fu capitano di Savoia Cavalleria e dei secondi scudieri del principe Eugenio di Savoia Carignano927. Nel 1837 venne promosso maggiore in Novara Cavalleria ove vi rimase sino al 1846 quando venne promosso colonnello del reggimento di Aosta Cavalleria928. Nel 1844 fu primo scudiere del principe Eugenio di Savoia-Carignano929 . Nella campagna del 1848 gli venne affidato il comando, in qualità di maggior generale , della divisione di cavalleria di riserva e nel 1849 della 2ª brigata di cavalleria.

922 V. Bortolotti, op. cit., p. 43; Cfr. FALLETTI di Villafalletto, Pietro Antonio in Fanteria p. 74; La Brigata Acqui venne affidata l’11 maggio al marchese Francesco Magliano di Santa Maria (1795-1862), già maggiore del Genova Cavalleria nel 1832, tenente colonnello in Nizza Cavalleria nel 1837 e colonnello di Savoia Cavalleria dal 1842 sino al 1848 essendo promosso anch’egli maggior generale di brigata. Cfr. V. Bortolotti, op. cit., p. 43. 923 Calendario pe’ regii Stati, 1839, p. 131. 924 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 88. 925 Calendario pe’ regii Stati, 1831, p. 302. 926 Calendario pe’ regii Stati, 1832, p. 316. 927 Calendario pe’ regii Stati, 1835, p. 208. 928 Da segnalare che nel dizionario dell’Armata sarda v’è la data di promozione effettiva a maggiore, cioè il 1836. 929 Calendario pe’ regii Stati, 1844, p. 355.

Nel 1849 fu aiutante di campo del principe Eugenio e nel 1855 comandante della Brigata Acqui. Due anni dopo gli fu affidato il comando della divisione militare di Savoia e nel 1859 quella di Milano. Fu tenente generale e Gran Maestro della Casa del principe Eugenio di Carignano930 . Fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro931 .

BRACORENS de Savoiroux, Charles-Marie, conte

(Chambéry, 19 marzo 1811 -?) Fu il terzogenito del conte Claude-Humbert e si sposò con Antonietta Solaroli dalla quale ebbe cinque figli932 . Sino al 1839 tenente in 2ª nel Piemonte Reale, nel 1840 venne promosso tenente in 1ª nel Genova Cavalleria. Sei anni dopo divenne capitano partecipando alla campagna del 1848 con tale ruolo. Nel 1849 venne promosso maggiore del Savoia Cavalleria. Fu colonnello dei Cavalleggeri di Alessandria dopo il 1850 933 , e maggior generale nel 1859934 .

Fu luogotenente generale, aiutante di campo del re Vittorio Emanuele II ed optò per la nazionalità italiana quando fu sottoscritta la cessione del ducato di Savoia e la contea di Nizza alla Francia nel 1860935 .

Fu Grande Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia ed ebbe la Legion d’Onore936 .

930 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 88. 931 Calendario pe’ regii Stati, 1848, p. 149. 932 A. de Foras, op. cit., vol. I, p. 276. 933 Annuaire ecclésiastique des duchés de Savoie et d'Aoste, et des autres lieux qui forment la province ecclésiastique de l'archevêché de Chambéry, Annecy, Aimé Burdet, s.d., p. 123; sebbene il testo sia indicato per il 1847 sono quasi certo che sia stato compilato successivamente in quanto, nel testo, si possono trovare investiture di cavalierato post 1850. È probabile che, in questo caso, il conte de Savoiroux sia stato decorato Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia nel 1847 ma che, risultando colonnello nei Cavalleggeri di Alessandria, la compilazione sia dopo il 1850 in quanto questo reggimento fu costituito il 3 gennaio 1850. Sulla costituzione dei Cavalleggeri di Alessandria cfr. <http://www.museocavalleria.it/Scuola%20e%20Reggimenti/Linea/ Alessandria.htm>. 934 Académie Florimontane d’Annecy, in Revue savoisienne: journal publié par l'Association florimontane d'Annecy: histoire, sciences, arts, industrie, littérature, Annecy, Imprimerie Abry, 1922, p. 77. 935 A. de Foras, op. cit., vol. I, p. 276. 936 Ibidem.

BUSSETTI di Bersano, Boniforte, nobile e cavaliere

(Tortona, 20 dicembre 1786 – Bersano, 27 giugno 1861) Fu il figlio di Antonio, tenente colonnello nel reggimento provinciale di cavalleria di Tortona937 .

Si sposò con Maria Vittoria Bolleris di Demonte dalla quale ebbe due figli, di cui il primo ed unico maschio, deceduto in età infantile938 . Il cavalier Boniforte si arruolò nella Grande Armée dove fu nel corpo ufficiale dei corazzieri e, con la restaurazione dei Savoia, tenente nei Dragoni della Regina939 . Fu maggiore del Piemonte Reale sino al 1834. L’anno seguente, infatti, venne promosso tenente colonnello del medesimo reggimento e vi rimase sino al 1837 940. Fu promosso colonnello ma non ebbe il comando del Piemonte Reale, gli venne infatti affidato il com pito di comandare, nella divisione di Alessandria, Voghera e provincia 941 . Nel 1846 venne promosso maggior generale di cavalleria942 . Nella campagna del 1848 gli fu affidata la 1ª brigata della 2ª divisione di riserva agli ordini del generale Bonifacio Visconti d’Ornavasso943. Il Bussetti si trovò in prima linea quando, durante gli scontri che impegnarono il II corpo d’armata fra Sona e Sommacampagna, gli venne ordinato dal divisionario Visconti di portarsi presso la località Ponti e di farne distruggere il ponte lì vicino il quale collegava le due sponde divise dal Mincio944. Quando, a notte inoltrata, il generale si accorse che gli austriaci si stavano muovendo verso la sua direzione e avevano l’intenzione di ricostruire il ponte, si preoccupò di inviare immediatamente il 4° battaglione di riservisti del 16° Savona nei press i di Salionze. Qui si ingaggiò subito battaglia e il De Sonnaz, a causa delle difficoltà che le reclute lombarde presentavano, nella mattinata successiva mandò in aiuto il 1° battaglione del 13° e tutto il 14° Pinerolo. Purtroppo ciò non servì a molto, infatti gli austriaci, con la loro artiglieria composta anche di reparti armati di razzi, costrinse i piemontesi a fuggire così da permettere ai genieri di ricostruire il ponte e di attraversare il Mincio945 .

937 A. Manno, op. cit., vol. A-B, p. 473. 938 Ibidem. 939 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 88. 940 È da precisare che i Calendari generali registrano per gli anni 1831-1835 il nome di Bonifacio e non quello di Boniforte, introdotto nel 1836. Facendo una ricerca nel Manno ho potuto constatare che il suddetto Boniforte non ebbe né fratelli con il nome di Bonifacio e né si chiamava in questo modo per secondo nome, che, per inciso, è Pietro. Pertanto si è ritenuto corretto normalizzare in Boniforte. 941 Calendario pe’ regii Stati, 1839, 271. 942 Calendario pe’ regii Stati, 1846, p. 332. 943 V. Bortolotti, op. cit., p. 253; cfr. VISCONTI d’Ornavasso, Bonifacio in Cavalleria p. 156. 944 Ivi, pp. 280; 282. 945 F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte op. cit., vol. III, pp. 576-577; il Bortolotti scrive che il Bussetti ebbe con sé il 3° reggimento di riserva. Il Pinelli, trattando dello scontro nei pressi di Salionze, afferma che il 128

Nella campagna del 1849 fu al comando della Brigata Cuneo e partecipò con essa alla battaglia di Mortara (21-22 marzo) dove rimase ferito nel braccio destro da un colpo di lancia il 21 marzo946 . Fu consigliere non residente per Tortona dell’Associazione agraria947 . Fu maggior generale comandante la Guardia Nazionale di Genova948 . Fu Grande Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, cavaliere della Legion d’Onore949 e insignito dell’Ordine Militare di Savoia950 .

CACHERANO di Bricherasio, Felice, nobile e cavaliere

(Torino, 13 dicembre 1764 - 1839) Figlio di Teodoro (?-1780) e nipote di Giovanni Battista, l’eroe dell’Assietta (1747), il cavaliere Felice fu zio di Teodoro e Marco Aurelio951 .

Si sposò con Sofia Perrone di S. Martino, sorella di Ettore (1789-1849) il comandante della 3ª divisione nella campagna del 1849 che trovò la morte a seguito delle ferite subìte nella battaglia di Novara (22-23 marzo 1849)952 . Da Sofia il cavaliere Felice ebbe due figli fra cui il primogenito, Luigi (1828 -1871) ottenne il titolo comitale953 .

Sottotenente e Maggiore nel 1818, nel 1821 venne promosso colonnello e comandò la carica di cavalleria che si abbatté sui manifestati richiedenti la Costituzione954. Egli fu, sino al 1831, in Piemonte Reale sempre in qualità di colonnello mentre dal 1832 ottenne la promozione a maggior generale e poi quella di tenente generale; fu, inoltre, ispettore della regia scuola d’equitazione della Venaria Reale sino al 1833955 . Fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro956 .

generale mandò il 4° battaglione del 16° Savona. Entrambi dicono il vero, infatti i reggimenti di riserva, stando alla tabella elaborata dal Brancaccio, erano costituiti da tutti i 4° battaglioni di riserva di ciascun reggimento di linea. In questo caso il 3° reggimento provvisorio era costituito dai quarti battaglioni del 9° e 10° La Regina e del 16° Savona. Cfr. N. Brancaccio, op. cit., p. 261. 946 V. Bortolotti, op. cit., p. 426. 947 Calendario pe’ regii Stati, 1849, p. 564. 948 A. Manno, op. cit., vol. A-B, p. 473. 949 Ibidem. 950 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 88. 951 Cfr. CACHERANO di Bricherasio, Teodoro in Fanteria p. 51. 952 A. Manno, op. cit., vol. XXIII, pp. 330-331. 953 Ivi, vol. III, p. 79. 954 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 114. 955 Calendario pe’ regii Stati, 1832 p. 344; Calendario pe’ regii Stati, 1833 p. 345; da precisare che il dizionario dell’Armata sarda lo segnala quale maggior generale la scuola d’equitazione nel 1831 e tenete generale nel 1832. 956 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 78.

CACHERANO di Bricherasio, Marco Aurelio, nobile e cavaliere

(1785 – Torino, Annunziata, 30 gennaio 1868) Fu fratello minore del cavaliere Teodoro, ufficiale di fanteria, e nipote di Felice. Si sposò con Luisa dei Conti Lanza dalla quale ebbe cinque figli. Fu tenente comandante del 4e Garde d’Honneur nel 1813 e nel 1814, con la Restaurazione, fu dapprima tenente nei Carabinieri Reali e poi nei Cavalleggeri del Re. Nel 1817 venne promosso capitano e a Novara (8 aprile 1821) si schierò con i lealisti venendo trasferito nei Dragoni del Genevese dove diventò maggiore nel 1827957 . Nel 1833 organizzò e comandò come luogotenente colonnello i cavalleggeri di Sardegna sino al 1835958. Nel 1836 fu ispettore nella scuola d’equitazione959 e nel 1841 fu maggior generale960 . Fu comandante di Piacenza nel 1848, dove ne organizzò i Cavalleggeri961, sebbene non ci sia dato sapere se ricoprì tale incarico prima o dopo l’inizio della campagna giacché nell’estate dello stesso anno ne fu al comando il fratello Teodoro. Il 28 dicembre 1849 venne collocato a riposo962 . Fu cavaliere onorario dell’Ordine di Malta963 e cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro964 .

CALLERI di Sala, Francesco, nobile e cavaliere

(1792 – Carrù, 14 novembre 1875) Appartenne ad una famiglia comitale di recente investitura in quanto la contea di Sala venne acquistata dal giureconsulto Giovanni Tomaso (?-1788) nel 1783965 . Fu il secondogenito di Giovanni Giorgio (1754-1838), militare nell’esercito napoleonico prima e piemontese poi, giurò a Carlo Felice a seguito dei moti del 1821966 . Sposò Lucia Massara Previde dalla quale ebbe cinque figli967 .

957 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 114. 958 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 78; da segnalare che nel dizionario dell’Armata sarda è registrato l’anno effettivo di promozione a tenente colonnello, cioè nel 1832. 959 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 114. 960 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 77; V. Ilari (et alii), op. cit., p. 114. 961 Ibidem. 962 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 77. 963 Ibidem. 964 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 114. 965 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 155. 966 Ibidem. 967 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 114.

Con l’annessione del Piemonte alla Francia, il Calleri si arruolò nella Guardia d’Onore del principe Camillo Borghese (1775-1832), marito di Paolina Bonaparte (1780-1825) e governatore del Piemonte. Prese parte alle campagne del 1812, ’13 e ’14 fra le file dei Dragoni dell’esercito napoleonico. Con il ritorno di Vittorio Emanuele I a Torino, ricevette il grado di luogotenente nei Dragoni della Regina. Nel 1818 venne promosso capitano968 . Sino al 1831 fu maggiore nei Dragoni di Piemonte e dall’anno successivo tenente colonnello in Novara Cavalleria sino al 1834 quando venne promosso colonnello in Genova Cavalleria, ruolo che ricoprì sino al 1841. Nel 1842 ottenne la promozione a maggior generale della 2ª brigata di cavalleria969 . Nella campagna del 1848 comandò la 1ª brigata di riserva di cavalleria970, composta dai reggimenti Genova e Savoia, sino al 16 maggio quando venne sostituito dal cavalier Vittorio Gazzelli di Rossana971 . Nel maggio del 1848 fu al comando della divisione militare di Torino972 . Nel 1849 venne promosso tenente generale e fu collocato a riposo973 .

CALLERI di Sala, Giuseppe Antonio, nobile e cavaliere

(Carrù, 1786 – 31 luglio 1842) Sposò Delfina Clotilde Bouttal dalla quale ebbe un figlio974. Fu il fratello del ben più famoso Francesco975 .

Giuseppe intraprese la carriera sotto l’impero francese arruolandosi come tenente negli Chasseur à cheval e partecipando alle campagne di Spagna (1808 -1809) e Russia (1812)976 . Con la Restaurazione dei Savoia si arruolò nella cavalleria ottenendo nel 1814 il grado di luogotenente977 e nel 1818 capitano nei Dragoni della Regina978. Sino al 1831 fu maggiore del Piemonte Reale dopodiché, l’anno seguente, fu tenente colonnello del Savoia Cavalleria.

968 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 156. 969 Calendario pe’ regii Stati, 1842, p. 316. 970 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 156; V. Ilari (et alii), op. cit., p. 118. 971 V. Bortolotti, op. cit., p. 46, in realtà il Bortolotti non specifica che quella brigata comandata dal Calleri sia la 1ª ma si è dedotto incrociando l’informazione con quella data dal Manno; cfr. GAZZELLI di Rossana, Vittorio in Cavalleria p. 139. 972 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 118. 973 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 156; V. Ilari (et alii), op. cit., p. 118. 974 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 156. 975 Cfr. CALLERI di Sala, Francesco in Cavalleria p. 130. 976 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 156; V. Ilari (et alii), op. cit., p. 118. 977 A. Manno, op. cit., vol. III, p. 155. 978 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 118.

Nel 1834 avanzò di grado divenendo colonnello del Genova Cavalleria sino al 1840979. Si spense con il grado di maggior generale di cavalleria980 .

CANERA di Salasco, Alessandro, nobile e cavaliere

(Torino, S. Filippo, 16 maggio 1801 – Torino, S. Carlo, 8 gennaio 1885) Fratello minore del più ben noto Carlo Felice981, il cavalier Alessandro fu il capostipite della linea secondogenita della famiglia. Si sposò con Maria Paoletti del Melle, già vedova, da cui ebbe sei figli fra cui Vittorio Emanuele (1842-1917) colonnello di Stato Maggiore e tenente generale della riserva982 . Nel 1835 fu cavaliere di compagnia dei duchi di Savoia e di Genova983 . Sino al 1836 fu capitano aggregato in Novara Cavalleria quando, l’anno seguente, venne promosso maggiore aggregato sino al 1845. Nel 1841 fu dei primi scudieri e gentiluomo di camera del duca di Savoia984 .

Nel 1846 venne promosso colonnello di cavalleria e fu comandante in 2ª della Regia Scuola Militare d’Equitazione985. Nel 1848 gli venne assegnato il reggimento di Nizza Cavalleria. Fu maggior generale, aiutante di campo del re Vittorio Emanuele II e prefetto di palazzo986 .

CEPPI di Bairolo, Giacinto Giuseppe, nobile e cavaliere

(Torino, S. Dalmazzo, 28 aprile987 1802 – 26 maggio 1865) Fu l’ottavo figlio di Giuseppe Felice (1761-?) e fratello maggiore di Angelo (1803-1849). Quest’ultimo, comandante di divisione dei carabinieri con il grado di maggiore988, fu una delle numerose vittime durante i tumulti di Genova del marzo 1849. Il Pinelli ci narra i suoi

ultimi istanti di vita: una volta che la città venne occupata dai sovversivi, Angelo Ceppi si aggirò in borghese fra le vie cittadine ma, riconosciuto da alcuni, fu costretto a baciare i cadaveri dei soldati piemontesi morti durante gli scontri, compreso quello di Casimiro

979 Il Manno riporta la data precisa di promozione, cioè il 17 luglio 1833 sebbene l’autore menzioni il Nizza Cavalleria e non il Genova Cavalleria, come invece registrato nei Calendari generali. Cfr. A. Manno, op. cit., vol. III, p. 156. 980 Ibidem. 981 Cfr. CANERA di Salasco, Carlo Felice in Fanteria p. 53. 982 A. Manno, op. cit., vol. IV, p. 270. 983 Calendario pe’ regii Stati, 1835, p. 705. 984 Calendario pe’ regii Stati, 1841, p. 164. 985 Calendario pe’ regii Stati, 1846, p. 409. 986 A. Manno, op. cit., vol. IV, p. 270. 987 Il Manno utilizza la data del calendario rivoluzionario francese, cioè l’8 fiorile. Per uniformità si è tradotta nella data corrispondente del calendario gregoriano. 988 Calendario pe’ regii Stati, 1849, p. 315.

Morozzo della Rocca989; una volta che il Ceppi riuscì a divincolarsi tentò di raggiunger e la chiesa di San Giovanni per cercare asilo e sperando che i genovesi non avrebbero violato un luogo sacro. Purtroppo questi vi entrarono, lo trovarono e ne fecero scempio trascinandolo, ormai morto, fra le vie cittadine990. Il Manno sottolinea il fatto che fu «barbaramente ucciso dai ribelli»991 .

Il cavaliere Giacinto, invece, frequentò l’Accademia Militare di Torino dal 1816 al 1818 e venne inquadrato nei Dragoni della Regina. Capitano di Aosta Cavalleria sino al 1843, fu promosso maggiore l’anno seguente. Venne collocato a riposo il 3 luglio 1848992 .

COLLOMB d’Arcine, Louis-Marie, nobile e cavaliere

(2 luglio 1789 – 19 maggio 1789) Si sposò con Joséphine de Livron dalla quale ebbe tre figlie993 . Fu il sesto figlio del conte Joseph-Marie, membro del Senato di Savoia e della Camera dei Conti. Ebbe come fratelli maggiori degni di nota il conte Jean -François-Emmanuel (17841865) il quale si arruolò nell’esercito napoleonico combattendo a Wagram (5-6 luglio 1809) e a Borodino (7 settembre 1812) dove rimase ferito e, con la restaurazione di Luigi XVIII di Borbone, colonnello del 2° reggimento della Guardia Reale. Fu maresciallo di campo e combatté in Algeria; ricusò di servire Luigi Filippo d’Orléans e rigettò anche l’offerta da parte di Carlo Alberto di nominarlo comandante di Genova. L’altro fratello, il conte JosephMarie (1781-1884), fu sottoprefetto durante il regno di Luigi XVIII994. Ebbe, inoltre, un altro fratello, Jean-François. Il cavaliere Louis fu sottotenente nel 1816 e nel 1821 capitano dei Cavalleggeri di Piemonte. Nel 1831 fu promosso maggiore dei Dragoni di Piemonte, sebbene non risulti nei Calendari generali, e nel 1832 sempre maggiore del neo costituto reggimento di Novara Cavalleria. Nel 1837 venne promosso tenente colonnello in Savoia Cavalleria e vi rimase sino al 1839 quando, l’anno seguente, ottenne la promozione a colonnello di Genova Cavalleria sino al 1848995 . Nel 1848 venne promosso maggior generale di cavalleria e si ritirò a vita p rivata996 .

989 Cfr. MOROZZO della Rocca, Casimiro in Fanteria p. 98. 990 F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte op. cit., vol. III, p. 943. 991 A. Manno, op. cit., vol. VI, p. 376. 992 Ibidem. 993 A. de Foras, op. cit., vol. II, p. 119. 994 Ivi, p. 118. 995 Il de Foras registra che la promozione a tenente colonnello in Savoia Cavalleria fu del 1836 e quella a colonnello in Genova Cavalleria nel 1839. Cfr. A. de Foras, op. cit., vol. II, p. 119. 996 A. de Foras, op. cit., vol. II, p. 119.

Fu cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro997 .

COLLOMB d’Arcine, Jean-François, nobile e cavaliere

(1° febbraio 1791 – Ginevra, 22 aprile 1874) Si sposò con Eugénie de Planchamp de Cluses dalla quale non ebbe figli998 . Settimo figlio del conte Joseph-Marie, anch’egli come i fratelli Jean-François-Emmanuel e Louis-Marie partecipò alle campagne napoleoniche precisamente a quella del Reno del 1813 che segnò un’importante vittoria dei coalizzati antifrancesi999. Con la fine dell’esperienza napoleonica ritornò nel regno di Sardegna ove riprese il suo servizio nei Cavalleggeri di Piemonte1000. Capitano di Nizza Cavalleria sino al 1838, l’anno seguente venne promosso maggiore in Genova Cavalleria ove rimase sino al 1848. Prese parte alla campagna del 1848, dove il 16 maggio fu promosso colonnello del Savoia Cavalleria, e viene menzionato dal Bortolotti in un aneddoto circa una devastante carica nei pressi di Sommacampagna che il Collomb guidò annientando la formazione a quadrato imperiale e facendo circa 400 prigionieri 1001 . Per questa azione venne decorato con la medaglia d’argento al valore militare e fu ricevuto da re Carlo Alberto. Richiese, tuttavia, la possibilità di ritirarsi a vita privata il 9 settembre dunque non partecipando alla successiva del 18491002 .

Fu cavaliere di Croce dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro per l’azione di Sommacampagna1003 .

CROTTI di Costigliole, Giuseppe Angelo, nobile e cavaliere

(Saluzzo, 8 maggio 1774 – Torino, S. Filippo, 4 novembre 1861) Fu fratello maggiore del cavaliere Pietro (?-1848) dei primi scudieri della duchessa del Chiablese e governatore di Sassari1004 . Nel 1792 fu sottotenente, e poi tenente, nel reggimento Piemonte con quale partecipò alla campagne del 1792-1796. A seguito della pace fra il regno di Sardegna e i francesi, il Crotti si mise al servizio austriaco dapprima nei Dragoni del Württemberg e poi in quelli di

997 Ibidem. 998 Ibidem. 999 Ibidem. 1000 Ibidem. 1001 V. Bortolotti, op. cit., p. 288; A. de Foras, op. cit., vol. II, p. 119. 1002 Ibidem. 1003 Ibidem. 1004 A. Manno, op. cit., vol. VIII, p. 430.

Hohenlohe con i quali prese parte alla campagna del 1799-1800. Si dimise nel 1804 a causa di un decreto napoleonico ma venne reintegrato due anni dopo proprio nell’esercito francese dove combatté a Wagram (5-6 luglio 1809) e partecipò alle campagne di Spagna, Portogallo, Russia e in Italia dove, in qualità di caposquadra d’ordinanza di cavalleria, combatté con l’esercito italico del viceré Eugène de Beauharnais (1781-1824) al Mincio (8 febbraio 1814). Con la Restaurazione divenne capitano dei Dragoni del Re e maggiore nel 1815. Nel 1821 fu tenente colonnello effettivo dei Dragoni del Re con i quali fece una carica a Novara (8 aprile) contro i ribelli. Successivamente tenente colonnello nei Dragoni del Genevese e colonnello in seconda del medesimo reggimento nel 18231005 . Colonnello nei Cavalleggeri di Savoia sino al 1831, fu aiutante di campo del re e tenente generale nel 18371006. Nel 1842 fu capitano, con il grado di luogotenente generale, delle Guardie del Corpo del Re1007 . Fu comandante della divisione di Genova nel 18371008e Capo di Stato Maggiore di Nizza1009 . Venne collocato a riposo nel 18481010 . Fu Gran Cordone dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Cordone dell’Ordine Militare di Savoia, Legion d’Onore napoleonica, Corona Ferrea italica, Croce di Ferro per l’Austria1011 e cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata nel 18541012. Venne decorato con la medaglia mauriziana per il merito di dieci lustri1013 .

DE PELLY, Claude-Marie1014, nobile e cavaliere

(Designy o Chilly, 11 aprile 1793 – 1869) Fu il primogenito del nobile Claude-François (1753-1826), durante le campagne rivoluzionarie fu capitano nell’esercito piemontese e alla Restaurazione luogotenente colonnello1015 .

1005 V. Ilari (et alii), op. cit., pp. 169-170. 1006 A. Manno, op. cit., vol. VIII, p. 429; il dizionario dell’Armata sarda, invece, sostiene che egli fu aiutante di campo del re nel 1831. 1007 Calendari pe’ regii Stati, 1842, p. 319; il dizionario dell’Armata sarda lo registra dal 1841. 1008 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 170. 1009 Calendario pe’ regii Stati, 1831, p. 302. 1010 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 170. 1011 Ivi, p. 169. 1012 A. Manno, op. cit., vol. VIII, p. 429. 1013 Calendari pe’ regii Stati, 1848, p. 140. 1014 Il de Foras precisa che spesso venne annotato con il nome di Charles-Maurice cfr. A. de Foras, op. cit. vol. IV, p. 371; da notare, infatti, che nella Revue savoisienne è registrato proprio come Charles-Maurice cfr. Académie Florimonatane d’Annecy, Jules Philippe (a cura di), in Revue savoisienne: journal publié par l'Association florimontane d'Annecy: histoire, sciences, arts, industrie, littérature, 38° anno, Annecy, Imprimerie Abry, 1897, p. 273. 1015 A. de Foras, op. cit., vol. IV, p. 371.

Claude-Marie prese parte alle campagne del 1813-1814-1815 nell’esercito francese1016 e nel 1815 venne inquadrato sottotenente in Savoia Cavalleria e fu nominato capitano nei Cavalleggeri di Savoia nel 1819. Nel 1831 maggiore nel medesimo reggimento e nel 1835 venne spostato nell’Aosta Cavalleria come luogotenente colonnello. Dal 1839 al 1842 fu luogotenente colonnello comandante, con il grado di colonnello, dei Cavalleggeri di Sardegna. Il 14 marzo 1841 fu posto in aspettativa e si ritirò dalla vita militare il 6 di cembre 18481017 .

Fu celibe. Fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro nel 18381018 .

D’HUMILLY de Chevilly, François-Jêrome, nobile e cavalie

(12 gennaio 1787 – Humilly, 1842) Settimo figlio del nobile Gaspard-François (1737-1810), già generale in ritiro, il cavalier François-Jêrome era fratello di Clément-François (1780-1818), già cadetto nel reggimento del Genevese, sottotenente nei carabinieri piemontesi del Regno d’Italia e nel 20° battagione di linea francese; venne decorato con la Legion d’Onore1019 . François-Jêrome fu, nel 1834, maggiore in Nizza Cavalleria, nel 1841 ottenne la promozione a luogotenente colonnello in Savoia Cavalleria dove vi rimase sino al 1843. Venne promosso colonnello.

Insieme ad Otto Karl Wagner, tedesco del Meclemburgo, fu fra i fondatori della Regia Scuola Militare di Equitazione della Venaria Reale1020 . Fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine Militare di Savoia1021 .

FRICHIGNONO di Castellengo, Federico, nobile e cavaliere

(Torino, S. Francesco, 20 dicembre 1809 – 12 dicembre 1881) Fu il secondogenito di Vittorio Amedeo (1773-1816) già dottore in legge e comandante della milizia di Torino. Iniziò a frequentare l’Accademia Militare di Torino dal 1821 al 18281022 . Tenente in 1ª nel Piemonte Reale sino al 1843, l’anno seguente venne promosso capitano nel

1016 Académie Florimonatane d’Annecy, Jules Philippe (a cura di), op. cit., p. 273. 1017 A. de Foras, op. cit., vol. IV, p. 371; da precisare che il de Foras riporta le date di promozione effettive: luogotenente colonnello dell’Aosta Cavalleria nel 1834 e colonnello dei Cavalleggeri di Sardegna nel 1838. 1018 Ibidem. 1019 Ivi, vol. III, p. 210. 1020 Ibidem; Rivista di Cavalleria, Roma, Tipografia della Casa Editrice Italiana, 1902, p. 68 1021 A. de Foras, op. cit., vol. III, p. 210. 1022 A. Manno, op. cit., vol. XI, p. 462.

medesimo reggimento. Nel 1849 divenne maggiore1023. Fu amico del re Vittorio Emanuele II e direttore delle Regie Scuderie con il titolo di Grande Scudiere dal 1857 e fu riconfermato pure dal nuovo sovrano Umberto I continuando la sua attività di innovatore1024. Dal 1871 al 1872 fu ministro della Real Casa1025 . Fu Gran Cordone dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1026 .

GABRIELLI di Montevecchio, Rodolfo, conte

(Fano, 13 marzo 1802 – Balaklava, 121027 ottobre 1855) Fu l’ottavo figlio di Antonio e della piemontese Barbara Richelmy di Boyl. Nel 1816 entrò nell’Accademia Militare di Torino e nel 1818 fu sottotenente nei Cavalleggeri di Piemonte. Fece carriera nel medesimo reggimento raggiungendo il grado di tenente nel 1827 e quel lo di capitano aiutante maggiore nel 1831. Nel 1840 venne inviato, probabilmente a causa della riforma voluta dal Villamarina per trasformare la cavalleria leggera in cavalleria medio pesante, in alcuni Paesi tedeschi per studiarne l’ottima preparazione. In questi soggiorni ebbe modo di accrescere notevolmente la sua abilità di cavallerizzo1028. Nel 1844 venne promosso maggiore nel Piemonte Reale. Prese parte alla campagna del 1848 e a quella del 1849 in cui venne promosso colonnello del Piemonte Reale e fu assegnato alla 2ª divisione Bes1029. Quando quest’ultimo si dispose per difendere la Sforzesca, e quindi Vigevano, mandò in avanguardia a Borgo San Siro il Montevecchio con alcuni reparti di fanteria, una sezione d’artiglieria e due plotoni del 1° squadrone del Piemonte Reale e vi arrivò per le 05:30 del mattino. Qualche ora dopo l’avanguardia austriaca, ben più numerosa di quella piemontese, giunse innanzi a quella sabauda e si diede inizio ad un vivace scontro in cui il Montevecchio guidò una grande carica di cavalleria sul nemico; i piemontesi iniziarono dunque a ritirarsi verso la Sforzesca, come era a loro stato prescritto, ma alcuni ussari nemici iniziarono ad inseguirli catturandone qualcuno. Gli imperiali, tuttavia, una volta giunti a San Vittore, videro i reparti del 17° e del

1023 Il Manno afferma che la nomina fu del 25 novembre 1848. Cfr. A. Manno, op. cit., vol. XI, p. 462. 1024 Ibidem; <http://tradizioneattacchi.eu/le-scuderie.html>. 1025 Carlo Fiorentino, Firenze capitale e la corte di Vittorio Emanuele II, Firenze, Annali di storia di Firenze, 2015-2016, p. 51. 1026 A. Manno, op. cit., vol. XI, p. 462. 1027 La data di morte è discussa, il Bortolotti, infatti, afferma che il 16 agosto venne ferito alla Cernaia e che morì il 18 ottobre mentre il D’Ayala afferma che egli morì il 12. Cfr. V. Bortolotti, op. cit., p. 365 nota 2 e M. D’Ayala, op. cit., p. 154. 1028 M. D’Ayala op. cit., pp. 152-153; da precisare che l’autore riporta che il Gabrielli intraprese la carriera militare in Nizza Cavalleria. Ciò è impossibile poiché dalla Restaurazione sino al 1831 Nizza Cavalleria non esisteva, essa, infatti, sostituì i Cavalleggeri di Piemonte per R.d. del 3 gennaio 1832. Cfr. N. Brancaccio, op. cit., pp. 285-286. 1029 Cfr. BES, Michele Antonio in Fanteria p. 39.

23° e dunque ivi si fermarono. In questo fatto d’arme il Montevecchio venne ferito alla guancia sinistra da un colpo di fucile1030. Prese parte anche alla successiva battaglia di Novara (22-23 marzo)1031 . All’indomani della guerra di Crimea (1853-1856) il Montevecchio ricevette il comando della 4ª brigata e partecipò alla battaglia della Cernaia (16 agosto 1855) in qualità di maggior generale, promozione ottenuta qualche giorno prima. Durante una carica di cavalleria il suo cavallo venne colpito e, cadendo al suolo, subito trovandone un altro riprese immediatamente l’azione. Venne ferito al polmone sinistro e fu trasportato all’ospedale militare di Balaklava.

In suo onore la cavallerizza della fortezza di Alessandria fu rinominata “Cavallerizza Montevecchio”1032 .

Ricevette la medaglia al valor militare e la Croce Mauriziana personalmente dal re Carlo Alberto1033. Il 28 settembre 1855 fu decorato con la croce di Commendatore dell’Ordine Militare di Savoia1034 .

GABUTTI di Bestagno, Giovanni Battista, nobile e cavaliere

(Asti, 1766 – ?1035) Della famiglia dei Gabutti, questi avevano un palazzo ad Asti dove soggiornò, il 22 maggio 1815, papa Pio VII (1742-1823). Si sposò con Luisa Cacherano di Bricherasio, sorella minore di Teodoro e Marco Aurelio1036 , dalla quale ebbe quattro figli, fra cui Stanislao (1821-1856) ufficiale nella brigata Acqui e Casimiro (1822-1886) anch’egli nella medesima brigata come ufficiale e tenente generale nel 1871. Scrisse di tattica militare.

Il cavaliere Giovanni Battista fece carriera nella cavalleria, fu capitano nei cavalleggeri di Piemonte e, sino al 1832 fu maggiore in Nizza cavalleria. Dal 1833 al 1834 fu luogotenente colonnello del battaglione dei cacciatori franchi. Fu comandante di Novi Ligure.

1030 V. Bortolotti, op. cit., p. 365-366; 443; F. A. Pinelli, op. cit., vol. III, pp. 832-833; sulla carica di cavalleria cfr. P. Pieri, Storia militare del Risorgimento op. cit., p. 292. 1031 F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte op. cit., vol. III, p. 891. 1032 M. D’Ayala, op. cit., p. 155. 1033 Ivi, p. 153. 1034 Ivi, p. 154. 1035 Il Manno segnala come data di morte il 1832: in effetti pare impossibile giacché lo stesso Manno afferma che il Gabutti sia stato luogotenente colonnello dei cacciatori fra nchi senza indicarne la data e i Calendari generali del regno lo registrano con lo stesso grado e nello stesso battaglione dal 1833 al 1834. 1036 Cfr. CACHERANO di Bricherasio, Teodoro in Fanteria p. 21 e CACHERANO di Bricherasio, Marco Aurelio in Cavalleria p. 129.

Fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1037 .

GAZZELLI di Rossana, Alfonso, nobile e cavaliere

(Torino, SS. Martiri, 3 luglio 1815 – Torino, S. Dalmazzo, 21 febbraio 1872) Fu il quintogenito del conte Paolino (1782-1844) e dunque nipote di Camillo e Vittorio1038 . Si sposò con Carolina dei conti Gloria dalla quale ebbe una figlia1039 . Fino al 1840 tenente nel Piemonte Reale, venne promosso capitano in Novara Cavalleria l’anno seguente1040. Nel 1849 divenne maggiore di Nizza Cavalleria con la quale partecipò ai combattimenti di Mortara (21-22 marzo). Quando ormai lo scontro era quasi terminato e i piemontesi si stavano ritirando, la colonna di Alessandro La Marmora (1799 -1855), formata da un battaglione Cuneo e due de La Regina, venne sorpresa dagli austriaci del colonnello Ludwig August von Benedek (1804-1881) mentre si stava dirigendo nella strada che portava a Vercelli. Nel corso delle trattative fra ufficiali piemontesi ed imperiali, nella coda della colonna si crearono disordini con alcune unità austriache ma il maggiore Gazzelli, con il 2° e il 3° squadrone di Nizza, insieme al 21° lombardo, riuscì a trovare una via di fuga così da permettere al La Marmora, insieme a pochi altri, di liberarsi dal giogo austriaco e marciare verso Castel d’Agogna ove si erano ritirati il duca di Savoia e il Durando1041 . Egli fu colonnello nel 1856 e due anni dopo venne posto a riposo. Ebbe una medaglia d’argento al valore1042 . Fu Gran Croce di 2ª classe di San Giorgio di Lucca nel 18441043 .

GAZZELLI di Rossana, Camillo, nobile e cavaliere

(Torino, SS. Martiri, 12 gennaio 1786 – 26 agosto 1864) Quintogenito del conte Luigi (1754-1831), già comandante la cittadella di Torino e gran tesoriere della Sacra Religione nel 18221044, il cavaliere Camillo fu dapprima ufficiale dei carabinieri1045, poi maggiore dei Dragoni di Piemonte sino al 1831. Nel 1832, infatti, venne promosso tenente colonnello in Genova Cavalleria e nel 1835 colonnello di Novara

1037 A. Manno, op. cit., vol. XII, p. 16. 1038 Cfr. GAZZELLI di Rossana, Vittorio in Cavalleria p. 139. 1039 A. Manno, op. cit., vol. XIII, p. 262. 1040 Calendario pe’ regii Stati, 1840, p. 329; ivi, 1841, p. 328. 1041 V. Bortolotti, op. cit., pp. 376-377. 1042 A. Manno, op cit., vol. XIII, p. 262. 1043 Calendario pe’ regii Stati, 1844, p. 355. 1044 A. Manno, op. cit., vol. XIII, p. 260. 1045 Ibidem.

Cavalleria sino al 18371046. Nel 1836 fu colonnello nello Stato Maggiore nella divisione di Genova1047 . Nel 1840 fu nominato maggior generale delle armi in Sardegna1048 e comandante la brigata di Sardegna e facente le veci di governatore della Sardegna e del castello di Cagliari1049. Nel 1843 fu luogotenente aggregato della Guardia del Corpo del Re1050 . Fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro nel 18361051 .

GAZZELLI di Rossana, Vittorio, nobile e cavaliere

(Torino, SS. Martiri, 10 febbraio 1792 – Torino, S. Giovanni, 20 maggio 1873) Settimo figlio del conte Luigi, come il fratello maggiore Camillo anche Vittorio si arruolò nell’esercito napoleonico, precisamente come sottotenente nel 4e Garde d’Honneur dell’imperatore Napoleone nel 1813 dove si distinse a Lipsia (16-19 ottobre)1052. Con la Restaurazione, divenne sottotenente in Piemonte Reale (1814), capitano sino al 1831 e maggiore del medesimo reggimento sino al 1836. Dal 1837 al 1842 fu tenente colonnello in Novara Cavalleria e, dal 1843 al 1848 colonnello nel medesimo reggimento1053 . Nel corso della campagna del 1848, il 16 maggio, ottenne la promozione a maggior generale comandante i reggimenti di Savoia e Genova Cavalleria sostituendo il cavaliere Francesco Calleri di Sala1054 .

Il Bortolotti, nella sua opera, narra che nel momento in cui i piemontesi stavano iniziando a ritirarsi da Volta (27 luglio), per non essere riusciti a riconquistare il villaggio, sopraggiunsero i rinforzi inviati dal Bava da Goito, cioè il 17° Acqui e la brigata di cavalleria guidata dal Gazzelli. Questo provvido arrivo fece in modo che i reparti in ritirata non poterono essere più di tanto disturbati e decimati sia dagli ussari sia dall’artiglieria austriaca. Infatti, la cavalleria riuscì, con alcune cariche, a coprire l’ordinata ritirata del Broglia e del De Sonnaz1055 .

Nel 1851 venne collocato a riposo.

1046 Il dizionario dell’Armata sarda ci offre le date precise di promozione: tenente colonnello in Genova cavalleria nel 1831 e colonnello in Novara nel 1835. 1047 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 252. 1048 A. Manno, op. cit., vol. XIII, p. 260. 1049 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 252. 1050 Ibidem. 1051 A. Manno, op. cit., vol. XIII, p. 260. 1052 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 252; A. Manno, op. cit., vol. III, p. 260. 1053 Il dizionario dell’Armata sarda segnala quale anno di promozione a colonnello il 1842. 1054 V. Bortolotti, op. cit., p. 46; A. Manno, op. cit., vol. XIII, p. 261; cfr. CALLERI di Sala, Francesco in Cavalleria p. 130. 1055 V. Bortolotti, op. cit., p. 316.

Fu Gran Maestro della Casa del duca di Genova nel 1860, ebbe la medaglia d’argento e fu Gran Cordone dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1056 .

GERBAIS de Sonnaz de Châtillon, Maurice, conte

(Torino, 26 novembre 1816 – Torino, 21 maggio 1892) Fu il primogenito del conte Joseph-Marie (1784-1863), già paggio del principe Carlo Emanuele di Savoia-Carignano, barone dell’Impero francese, scudiere del principe Camillo Borghese, ufficiale in Savoia Cavalleria, dei nobili accompagnatori del principe Carlo Alberto a Firenze, dei suoi primi scudieri, Grande di Corte, gentiluomo di came ra nel 1831, Grande di Corona nel 1843 e Collare dell’Ordine della Santissima Annunziata sei anni dopo1057 . Sposò Louise Le Sénéchal de Kercado de Molac dalla quale ebbe cinque figli1058 . Il futuro conte Maurice nel 1827 fu primo paggio del principe di Carignano e frequentò l’Accademia Militare di Torino. Nel 1835 uscì dall’Accademia come tenente nel Novara Cavalleria dove, sette anni dopo fu promosso capitano1059 . Nella campagna del 1848 si distinse soprattutto a Custoza (23-25 luglio) quando, con il duca di Genova in seria difficoltà per penuria di uomini e per il sopraggiungere di contingenti imperiali, il De Sonnaz riuscì dapprima a mettere in rotta, con due squa droni di Novara, alcuni reparti austriaci così da riuscire a coprire la ritirata dei pezzi d’artiglieria piemontesi 1060. Il 3 ottobre 1848 venne promosso maggiore del medesimo reggimento. Combatté anche a Novara (22-23 marzo 1849) e, a guerra terminata, fu fra coloro che seguirono Alfonso La Marmora (1804-1878) per reprimere i moti a Genova dopo la pace con l’Austria1061 .

Nel 1850 si occupò di organizzare i Cavalleggeri del Monferrato dei quali nel 1851 ne divenne tenente colonnello e nel 1855 colonnello comandante.

Prese parte alla II guerra d’indipendenza al comando della brigata di cavalleria leggera composta dal Novara e Aosta Cavalleria e dai Cavalleggeri del Monferrato nel I corpo d’armata del generale Achille Baraguey d’Hilliers (1795-1878). Partecipò alla battaglia di Montebello (20 maggio 1859) dove venne decorato sia dai francesi sia dai piemontesi per

1056 A. Manno, op. cit., vol. XIII, p. 261; V. Ilari (et alii), op. cit., p. 252. 1057 A. de Foras, op. cit., vol. III, p. 103; V. Ilari (et alii), op. cit., p. 256. 1058 A. de Foras, op. cit., vol. III, p. 103. 1059 Piero Crociani, Maurizio Gerbaix De Sonnaz in Dizionario biografico degli italiani, vol. 53, Treccani, Roma, 2000, ad vocem. 1060 V. Bortolotti, op. cit., p. 298. 1061 P. Crociani, Maurizio Gerbaix De Sonnaz, op. cit.

aver caricato a più riprese le unità del feldmaresciallo Franz von Stadion (1799 -1868) e aver così permesso alla fanteria di respingere definitivamente gli austriaci nella battaglia. In questa occasione si procurò delle lievi ferite e fu promosso maggior generale di cavalleria. Nel 1860, quando avvenne l’annessione della Savoia e di Nizza alla Francia, benché Napoleone III richiese più volte l’inserimento del De Sonnaz nell’esercito francese, quest’ultimo decise di restare a servizio dei Savoia. Al momento dell’inizio delle ostilità con l’esercito di Pio IX, il De Sonnaz era al comando della 1ª divisione con la quale conquistò Perugia e si diresse verso Ancona per il rendez vous con il resto dell’esercito sabaudo. Qui venne promosso luogotenente generale per meriti bellici. Prese parte anche alla seguente campagna contro il regno delle Due Sicilie dove riuscì a vincere l’esercito napoletano a Formia (4 novembre). Rimasto in disparte nell’assedio di Gaeta (5 novembre 1860-13 febbraio 1861), dovette fronteggiare gli ultimi colpi di coda dell’ormai disperso esercito napoletano. In politica sin dal 1860, con l’unificazione d’Italia venne eletto nell’VIII legislatura nel collegio di Perugia. Iniziò per lui un periodo di stabilità, venne incaricato di comandare le divisioni di Genova e Modena poi e venne nominato ispettore della divisione di cavalleria nel 1866. Ormai, però, i tempi erano maturi per la rinnovata ostilità contro l’Austria e questo veterano delle campagne di Carlo Alberto e di quelle del 1859-1860 venne assegnato alla divisione di cavalleria del III corpo d’armata di Enrico Morozzo della Rocca. A Custoza (24 giugno 1866) non venne impegnato nel vivo della battaglia poiché ordinatogli dal Morozzo di restare a Villafranca e così riuscì a coprire la ritirata italiana. La sua carriera militare era giunta ormai al vertice: venne creato generale d’armata e gli fu assegnato il 7° corpo dei riserva. Ebbe ancora qualche mansione nel comando delle divisioni di Messina e Palermo. Fu aiutante di campo onorario dapprima di Vittorio Emanuele e poi di Umberto I1062 . Fu Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore nel 1859, Grande Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia nel 1861, Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro nel 1867 e, Gran Cordone dell’Ordine della Corona d’Italia nel 18681063 .

1062 Tutte le informazioni dalla II guerra d’indipendenza sino alla sua morte sono tratte da P. Crociani, Maurizio Gerbaix De Sonnaz, op. cit. 1063 <https://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/592f3a2113f3300fc125785d005993dd/1884a13067ca506341 25646f005c216e?OpenDocument>.

GIANASSO di Pamparato, Leopoldo, nobile e cavaliere

(Torino, S. Giovanni, 30 aprile 1797 – Torino, 19 gennaio 1851) Fu il quattordicesimo figlio del conte Carlo Romano (1739-1817), maresciallo d’alloggio delle Guardie del Corpo, primo maggiordomo nel 1796, Grande di Corte e Grande Maestro delle Cerimonie nel 1814. Il primogenito di Carlo, il conte Alessandro (1768-1850), fu dei primi gentiluomini di Camera, Grande di Corte nonché ufficiale di cavalleria1064 . Il cavalier Leopoldo sposò Carola Bianchis di Pomaretto, sorella minore del cavaliere Luigi Giuseppe tenente generale di fanteria, dalla quale ebbe quattro figli1065 . Maggiore di Savoia Cavalleria nel 18351066, venne promosso tenente colonnello di Nizza Cavalleria nel 1842 e, infine, colonnello di Aosta Cavalleria nel 1845 ove vi rimase sino al 1846.

Fu, con il grado di colonnello di fanteria, sottotenente onorario della Guardia del Corpo del

Re1067 . Nel 1844 fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1068 .

LOVERA DI MARIA, Carlo Camillo, nobile e cavaliere

(Torino, 7 febbraio 1795 – Torino, 22 aprile 1862) Fu quartogenito di Filippo Luigi (1758-1818) e fratello maggiore del cavaliere Alessandro, maggior generale di fanteria1069, e di Federico (1796-1871). Nel 1837 fu maggiore di Nizza Cavalleria e, dal 1842, dei Cavalleggeri di Sardegna. L’anno seguente venne promosso luogotenente colonnello, con dignità di colonnello, del medesimo reggimento. Poiché comandante dei Cavalleggeri di Sardegna e dunque di stanza nell’isola, egli non prese parte alle campagne del 1848 e del 1849. Fu tenente generale dei Carabinieri Reali1070 . Nel 1844 fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1071 e fu, inoltre, gran Cordone dell’Ordine Militare di Savoia1072 .

1064 A. Manno, op. cit., vol. XIII, pp. 340; 342. 1065 Ivi, p. 344; ivi, vol. A-B, p. 278; cfr. BIANCHIS di Pomaretto, Luigi Giuseppe in Fanteria p. 41. 1066 Il Manno riporta la data precisa di promozione, cioè l’8 novembre 1834. 1067 Calendario pe’ regii Stati, 1848, p. 358. 1068 Calnedario pe’ regii Stati, 1844, p. 160. 1069 Cfr. LOVERA DI MARIA Alessandro in Fanteria p. 90. 1070 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 296. 1071 Calendario pe’ regii Stati, 1844, p. 161. 1072 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 296.

MAFFEI di Boglio, Ferdinando, conte

(Torino, S. Filippo, 20 giugno 1802 – Torino, 12 maggio 1856) Fu il terzogenito del conte Carlo Giuseppe (1772-1854), già generale d’armata e senatore del regno. Sposò Rita Pes di Villamarina del Campo, figlia di Bartolomeo nonché, questi, fratello minore del segretario di guerra e marina il marchese Emanuele Pes di Villamarina. Dal matrimonio nacquero quattro figli di cui Carlo Alberto (1834-1897), gentiluomo di corte della regina Maria Adelaide, segretario del conte Camillo Benso di Cavour e detentore di vari incarichi per conto del regno presso alcuni Paesi esteri, e Annibale (1837 -1902), gentiluomo di corte della principessa di Piemonte e ciambellano del viceré d’Egitto1073 . Il conte Ferdinando fu in Accademia Militare dal 1816 al 1819 e venne inquadrato nei Cavalleggeri del Re1074. Nel 1834 fu fra i secondi scudieri del re1075. Capitano in Genova Cavalleria sino al 1840, l’anno successivo venne promosso maggiore in Novara Cavalleria. Nel 1843 entrò a far parte della corte del duca di Savoia come primo scudiero e gentiluomo di camera1076 .

Prese parte, dunque, alla campagna del 1848 come maggiore di Novara Caval leria. Il Bortolotti narra che il 20 aprile, in una delle numerose ricognizioni, il conte Maffei e il suo distaccamento di cavalieri venne attaccato dagli austriaci i quali, tuttavia, vennero prontamente respinti e anzi tre cavalieri e due cavalli vennero tratti prigionieri1077. Il 14 giugno, quando si deliberò la ritirata dei piemontesi a causa del mancato segnale convenuto da Villafranca che avrebbe permesso di iniziare l’assedio di Verona, una colonna di Novara Cavalleria e Piemonte Reale stava avanzando su un viottolo piuttosto stretto con alcuni pezzi d’artiglieria e un gran numero di equipaggiamenti fra viveri e munizioni: facile preda per il nemico. Ad un certo punto un reparto di ulani austriaci, cavalleria leggera armata di lancia, attaccò alcuni carri generando il panico fra i soldati di scorta, ma il colonnello Maffei, che ottenne la promozione il 15 maggio1078, saldo e freddo nel pericolo, si scagliò sui cavalieri nemici i quali, benché numericamente in vantaggio, si diedero alla fuga, riuscendo a ferire un ufficiale e mettendo in rotta quelli che si erano scagliati sul conte per salvare il loro

1073 A. Manno, op. cit. vol. XVII, pp. 14-16. 1074 Ivi, p. 15. 1075 Calendario pe’ regii Stati, 1834, p. 203. 1076 Calendario pe’ regii Stati, 1843, p. 178. 1077 V. Bortolotti, op. cit., pp. 77-78; si ritiene doveroso segnalare che l’autore sostiene che il conte fosse maggiore in Genova Cavalleria. In realtà si reputa ciò una svista proprio del Bortolotti il quale, infatti, nelle pagine successive lo menziona quale membro del Novara Cavalleria. Cfr. Ivi, p. 288. 1078 A. Manno, op. cit., vol. XVII, p. 15.

superiore1079. Il conte fu gravemente ferito e per il valore dimostrato, ottenne da Carlo Alberto la medaglia d’oro1080 . Il 24 aprile venne promosso maggior generale e, successivamente, ispettore dell’esercito. Fu aiutante di campo del re Vittorio Emanuele II1081 .

MORELLI di Popolo, Tommaso, conte

(Casale Monferrato, 19 dicembre 1814 – Voghera, 21 maggio 1859) Fu l’ottavo figlio di Luigi (1766-1826); frequentò l’Accademia Militare di Torino dal 1823 al 1833 e fu inquadrato in Aosta Cavalleria come sottotenente1082. Sino al 1843 luogotenente in 2ª in Piemonte Reale, l’anno successivo venne promosso tenente in 1ª in Genova Cavalleria ove vi rimase sino al 1848. Partecipò sia alla prima campagna contro l’Austria, dove ricevette la medaglia d’argento per i fatti di Sommacampagna e sia alla campagna del 1849 quale maggiore dello squadrone di Guide a cavallo. Prese, poi, parte alla campagna del 1859 alla testa, in qualità di luogote nente colonnello, dei Cavalleggeri del Monferrato con i quali attaccò gli austriaci a Montebello (20 maggio) dove guidò per ben tre volte la cavalleria alla carica benché, in una di queste, fosse stato trafitto da una baionetta. Venne poi trasferito a Voghera dove spirò poco dopo. L’imperatore dei francesi Napoleone III lodò il coraggio del militare il quale ottenne, postuma, la sua seconda medaglia d’argento al valore militare. Fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro nel 18571083 .

MORRA di Lavriano, Bonaventura, conte

(Torino, S. Filippo, 14 luglio 1785 – 5 gennaio 1840) Fu il fratello di Giuseppe1084 e Bernardino. Sposò in prime nozze Polissena Asinari di San Marzano, sorella del più noto Filippo Antonio (1767-1828), dalla quale ebbe due figli e in seconde nozze Edvige Leprotti di Fontanetto1085 .

1079 Sull’episodio cfr. V. Bortolotti, op. cit., p. 233 e F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte op. cit., vol. III, p. 486. 1080 F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte op. cit., vol. III, p. 487. 1081 A. Manno, op. cit., vol. XVII, p. 15. 1082 Ivi, vol. XX, p. 416; da sottolineare che l’autore non menziona il grado ma a tutti i cadetti fuoriusciti dall’Accademia veniva loro assegnato il grado di sottotenente e ciò viene confermato anche dai Calendari generali. 1083 A. Manno, op. cit., vol. XX, p. 416; Le Pays: journal des volontés de la France, in Bulletin étranger - bulletin official de la guerre – Italie, Parigi, 3-05-1859, Parigi, s.i.t., 1859. 1084 Cfr. MORRA di Lavriano, Giuseppe in Fanteria p. 101. 1085 A. Manno, op. cit., vol. XX, p. 467.

Sino al 1831 maggiore del Piemonte Reale, nel 1832 tenente colonnello e nel 1835 colonnello1086 sino al 1840, anno della sua morte. Nel 1830 acquistò una proprietà a Montà ma dovette subire le rimostranze del marc hese Tancredi Falletti di Barolo, il quale gliene contestava l’acquisizione. Bonaventura, tuttavia, riuscì a farsi riconoscere conte della Montà da Carlo Alberto nel 18351087 . Fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1088 .

NAZARI di Calabiana, Filippo, nobile e cavaliere

(1804 - Torino, S. Dalmazzo, 12 dicembre 1880) Fu figlio di Maurizio (1737-1806) e fratello di Vittorio1089 e Luigi, il prelato autore della cosiddetta “Crisi Calabiana”. Sposò Sofia Toesca di Castellazzo1090 . Luogotenente in 2ª in Novara Cavalleria, nel 1838 venne promosso luogotenente in 1ª e aiutante maggiore. Nel 1844 venne promosso capitano sempre in Novara Cavalleria con la quale partecipò alla campagna del 1848. Nel 1849 venne promosso maggiore in Genova Cavalleria. Fu tenente colonnello a riposo1091 .

NEGRI di Sanfront, Alessandro, nobile e cavaliere

(Ponzone, 11 febbraio 1804 – Chiavari, 25 febbraio 1884) Fu il primogenito di Michele1092 e sposò la nobildonna Maria Fieschi dalla quale ebbe una figlia1093 . Frequentò l’Accademia Militare dal 1816 al 1823 dalla quale uscì come sottotenente dei Cacciatori della Regina per poi essere assegnato nei Cavalleggeri di Piemonte1094. Percorse tutto il cursus honorum da sottoufficiale fino a diventare capitano del Savoia Cavalleria nel

1086 Il Manno riporta la data precisa di promozione, cioè il 3 novembre 1834. Per uniformità ci si è attenuti ai Calendari generali. 1087 A. Manno, op. cit., vol. XX, p. 467. 1088 Calendari pe’ regii Stati, 1833, p. 174. 1089 A. Manno, op. cit., vol. XXI, p. 39; cfr. NAZARI di Calabiana, Vittorio in Fanteria p. 102. 1090 A. Manno, op. cit., vol. XXI, p. 39. 1091 Ibidem. 1092 Cfr. NEGRI Michele Antonio, di Sanfront in Fanteria p. 103. 1093 A. Manno, op. cit., vol. XXI, p. 53. 1094<https://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/2de3ff09bb1b6a2ec125785d0059b162/780a5f0497d7fb4d41 25646f005dd260?OpenDocument>; < http://www.carabinieri.it/arma/curiosita/non-tutti-sanno-che/n/negridi-sanfront-alessandro>.

1838 e maggiore del Novara Cavalleria nel 1847. Nel 1840 fu fra i secondi scudieri di Carlo Alberto e nel 1846 divenne primo scudiero e gentiluomo di camera del re1095 . Allo scoppio delle ostilità contro l’Impero nel 1848, egli venne trasferito nei Carabinieri Reali e si distinse nella battaglia di Pastrengo (30 aprile). Infatti, durante l’attacco alle colline occupate dagli austriaci, il re, insieme ad una scorta di carabinieri, si stava dirigendo verso i suoi uomini per rinvigorirli ma, posizionatosi vicino al fuoco nemico, alcuni jäger tirolesi vollero approfittarne e, sparando verso l’avanguardia regia, riuscirono a metterla in fuga. Il re sguainò la spada e accennò a caricare contro il nemico quando il Sanfront, guidando i suoi tre squadroni di carabinieri, caricò i cacciatori nemici mettendoli in rotta. Questa azione di valore e sangue freddo gli valse la medaglia d’argento al valore militare1096 . Terminata la campagna, venne promosso colonnello nel novembre dello stesso anno. A seguito dell’armistizio Salasco e alla previsione imminente della ripresa delle ostilità, il Sanfront venne incaricato di organizzare due reggimenti dei Cavalleggeri lombardi composti da fuoriusciti fra lombardi e altri volontari dei ducati da inquadrare nell’esercito piemontese1097. Prese, dunque, parte alla campagne del 1849 al comando dei cavalleggeri lombardi e fu colui che informò il generale della 1ª divisione Giovanni Durando (1804 -1869) dell’abbandono delle posizioni da parte della divisione di Gerolamo Ramorino (17921849)1098 . Terminata la guerra, nel 1853 fu nominato aiutante di campo del re Vittorio Emanuele II e ispettore generale delle Regie Scuderie nonché socio dell’Accademia agraria di Torino. Contemporaneamente si dedicò anche all’amministrazione locale di alcuni paesi e fu membro di alcune società cittadine1099 .

Allo scoppio della II guerra d’indipendenza fu promosso maggior generale e nel 1862 tenente generale sino al 1865 quando venne collocato a riposo1100. Nel 1876 venne nominato senatore del regno d’Italia. Fu Grande Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e Grande Ufficiale della Legion d’Onore1101 .

1095 <https://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/2de3ff09bb1b6a2ec125785d0059b162/780a5f0497d7fb4d41 25646f005dd260?OpenDocument>. 1096 F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte op. cit., vol. III, pp. 313-314; <http://www.carabinieri.it/arma/curiosita/non-tutti-sanno-che/n/negri-di-sanfront-alessandro>. 1097 F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte op. cit., vol. III, p. 780. 1098 Ivi, p. 844. 1099 <https://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/2de3ff09bb1b6a2ec125785d0059b162/780a5f0497d7fb4d41 25646f005dd260?OpenDocument>. 1100 <https://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/2de3ff09bb1b6a2ec125785d0059b162/780a5f0497d7fb4d41 25646f005dd260?OpenDocument>. 1101 <https://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/2de3ff09bb1b6a2ec125785d0059b162/780a5f0497d7fb4d41 25646f005dd260?OpenDocument>.

NICOLIS di Robilant, Carlo Gabriele, nobile e cavaliere

(Torino, S. Maria, 23 ottobre 1799 – Torino, S. Filippo, 19 agosto 1871) Figlio del conte Giovanni Battista (1762-1821), già segretario di Guerra e Marina, e fratello di Maurizio1102, il cavaliere Carlo fu il capostipite della linea secondogenita della famiglia. Sposò la vedova Rosa Radicati di Robella dalla quale ebbe due figli. Fu fra coloro che accompagnarono Carlo Alberto in Spagna (1823) aiutando i francesi a combattere i costituzionali spagnoli1103. Nel 1826 fu fra i primi scudieri del principe Carlo Alberto di Carignano e tre anni dopo decurione di Torino1104 e nel 1832 divenne gentiluomo di camera1105 .

Sino al 1840 fu luogotenente in sovrannumero in Genova Cavalleria e dal 1841 colonnello, sempre in sovrannumero. Nel 1845 venne trasferito quale colonnello comandante nel Nizza Cavalleria e vi rimase sino al 1847 quando divenne maggior generale. Nella campagna del 1848 comandò la brigata di cavalleria composta dal Nizza e dal Piemonte Reale1106 e combatté a Custoza (23-25 luglio), essendogli stato affidato il fianco sinistro presso Quaderni, dove riuscì ad occupare Rosegaferro in direzione di Custoza il

231107 . Nel 1853 venne collocato a riposo1108 . Fu cavaliere dell’Ordine di San Luigi di Francia, di San Ferdinando di Spagna 1109 e Commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1110 .

OLIVIERI di Vernier, Angelo Maurizio, nobile e cavaliere

(Torino, S. Giovanni, 2 agosto 1788 – Nizza, 1852) Fu terzogenito del conte Paolo (?-1797) e si sposò con Gabriella Cocconito di Montiglio dalla quale ebbe due figlie. Nel 1807 fu volontario italico e nel 1814 tenente nel Piemonte Reale. Nella battaglia di Novara (8 aprile 1821) si schierò con i lealisti e nel 1824 venne promoss o tenente colonnello1111. Tenente colonnello, dunque, dei Dragoni di Piemonte sino al 1831, venne

1102 Cfr. NICOLIS di Robilant, Maurizio in Fanteria p. 104. 1103 A. Manno, op. cit., vol. XXI, p. 78. 1104 <https://www.camillocavour.com/archivio/persone/robilant-carlo-gabriele-nicolis-di/>. 1105 Calendario pe’ regii Stati, 1832, p. 180. 1106 V. Bortolotti, op. cit., p. 46. 1107 Ivi, pp. 285; 288. 1108 A. Manno, op. cit., vol. XXI, p. 78. 1109 Calendario pe’ regii Stati, 1836, p. 331. 1110 A. Manno, op. cit., vol. XXI, p. 78. 1111 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 360.

promosso l’anno seguente colonnello del Piemonte Reale1112 dove vi rimase sino al 1834 quando, il 3 novembre, venne promosso maggior generale comandante la prima brigata di cavalleria1113 nonché luogotenente nelle Guardie del Corpo del Re1114. Sostituito, nel 1842, da suo fratello Deodato nel comando della 1ª brigata di cavalleria, egli venne promosso comandante la divisione di cavalleria 1115 . Nel 1844 venne promosso luogotenente generale1116. Fu governatore della divisione militare di Savoia1117 . Sul finire della campagna del 1848 venne inviato dal re, insieme a al marchese Montezemolo e a Gaetano Strigelli, a Milano in qualità di regio commissario. I contrasti con il Comitato di Pubblica Sicurezza appena formatosi, presieduto dai milanesi Manfredo Fanti, Pietro Maestri e Francesco Restelli, fu spesso evidente1118 . Una volta che Carlo Alberto decise di fare rotta verso Milano per scongiurare la nascita di una repubblica, l’Olivieri, ivi trovandosi, si adoperò per contattare Giuseppe Garibaldi onde richiedere il suo aiuto1119 .

Il 4 agosto i cittadini iniziarono ad avanzare richieste a gran voce di innalzare le barricate e affrontare gli austriaci ma proprio Olivieri, preoccupato che si ve nisse a creare disordine, li dissuase. Nel pomeriggio inoltrato, tuttavia, quando ci si rese conto che i piemontesi erano stati sconfitti dagli imperiali, il Comitato iniziò a chiamare alle armi la popolazione e nella sera del 4 venne formata una guardia nazionale. La mattina seguente lo stesso Olivieri incitò i cittadini a difendere la città, ma già la sera precedente il re aveva preso contatti con lo Stato Maggiore austriaco che gli aveva assicurato una tranquilla ritirata da Milano verso il Piemonte. Lo stesso Olivieri, che fino a poco prima aveva incitato i milanesi alla guerra, dovette adeguarsi alla decisione reale1120. Questo avvenimento sottolinea bene lo stato di confusione in cui versava non solo la città di Milano ma anche lo Stato Maggiore piemontese.

1112 Nel dizionario dell’Armata sarda non risulta la nomina a tenente colonnello nel 1824 bensì a quella di colonnello. 1113 Sulla data esatta Cfr. A. Manno, op. cit., vol. XXI, p. 50; sul comando della brigata di cavalleria Cfr. Calendario pe’ regii Stati, 1836, p. 308. 1114 Calendario pe’ regii Stati, 1839, p. 299. 1115 Calendario pe’ regii Stati, 1842, p. 317. 1116 Calendario pe’ regii Stati, 1844, p. 326. 1117 Calendario pe’ regii Stati, 1848, p. 145. 1118 V. Bortolotti, op. cit., p. 329. 1119 P. Pieri, Storia militare del Risorgimento op. cit., pp. 332-333; sulla controversia di tale ordine il Pieri tiene fede ad un’opera di cinquant’anni successiva agli eventi Cfr. Jessie White Mario, Garibaldi e i suoi tempi, Milano, s.i.t., 1887, p. 212. Come già anticipato, tuttavia, lo stesso Pieri riporta altre due opere di anni ben successivi e di autori autorevoli che non trovano riscontro di tale ordine Cfr. Filiberto Sardegna, Garibaldi in Lombardia 1848, Milano, Garzanti, 1944, p. 103 e Leopoldo Giampaolo – Mario Bertolone, La prima campagna di Garibaldi in Italia, Varese, Musei civici, 1950. 1120 P. Pieri, Storia militare del Risorgimento op. cit., pp. 332-335.

Una volta che l’esercito regio poté mettersi in marcia verso il Ticino, il generale Olivieri venne posto al comando di tutti i contingenti lombardi che intendevano seguire i piemontesi per poi riprendere, come da promessa del re, la guerra1121 . Il Pinelli ritiene l’Olivieri, fra i pochi membri dello Stato Maggiore, uomo meritevole poiché uomo di esperienza nelle guerre napoleoniche e, sebbene non fosse abituato a guidare una grande concentrazione di soldati, diede prova di grande abilità1122 . Nel 1849 fu comandante della divisione di Nizza1123 . Dal 30 dicembre 1842 fu Commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1124 e fu milite dell’Ordine Militare di Savoia1125 .

OLIVIERI di Vernier, Deodato, nobile e cavaliere

(Torino, S. Giovanni, 8 novembre 1793 – Pinerolo, 18 gennaio 1852) Fu fratello minore del conte Prospero1126 e di Angelo. Si sposò con Teresa Rosalia Luchinat dalla quale ebbe un figlio, Carlo (1826-1883) e anch’egli partecipò alle campagne del 1848 e del 1849 come il padre e lo zio1127 . Iniziò la carriera militare sotto le armi francesi dove fu sottotenente nel 6e chevaux légèrelancièrs e combatté nella campagna di Russia, Germania e Francia (1812 -1814). Con la Restaurazione fu tenente nei Cavalleggeri di Piemonte, capitano nel 18181128 e, sino al 1831, maggiore nei Cavalleggeri di Savoia per poi essere promosso luogotenente colonnello in Aosta Cavalleria l’anno seguente. Nel 1835 divenne colonnello del Savoia Cavalleria sino al 1842 quando venne promosso maggior generale comandante la 1ª brigata di cavalleria1129 . Nella campagna del 1848 fu al comando della 1ª brigata formata da Nizza ed Aosta Cavalleria 1130 . L’Olivieri partecipò al secondo consiglio di guerra della campagna (10 giugno) insieme al Broglia e al De Sonnaz. Tutti e tre furono d’accordo nell’attaccare la fortezza di Verona sebbene prima urgesse eliminare le forze nemiche a Rivoli così poi da

1121 Ivi, p. 338. 1122 F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte op. cit., vol. III, p. 54. 1123 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 360. 1124 Calendario pe’ regii Stati, 1843, p. 334. 1125 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 360. 1126 Cfr. OLIVIERI di Vernier, Prospero in Fanteria p. 105. 1127 A. Manno, op. cit., vol. XXI, p. 51. 1128 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 360. 1129 Il dizionario dell’Armata sarda ci offre la data effettiva di promozione a colonnello, cioè il 1834, e quella di maggior generale della 1ª brigata di cavalleria, cioè il 1841. 1130 V. Bortolotti, op. cit., p. 46.

attaccare la fortezza. Si decise di attaccare da Villafranca verso il fiume Adige costruendovi dei ponti ed inseguendo gli austriaci1131 . Nel corso della campagna venne promosso luogotenente generale comandante di divisione di cavalleria1132 . Il 22 settembre 1848 fu Commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1133 .

PES di Villamarina del Campo, Bernardino, conte

(Cagliari, 15 dicembre 1810 – Torino, 1891) Il conte Bernardino era il figlio del conte Bartolomeo (1782-1840) dei marchesi di Villamarina, già Grande di Corte e di Corona, nonché nipote del più famoso Emanuele, il noto segretario di Guerra e Marina durante il regno di Carlo Alberto1134 . Bernardino si sposò con Carolina Castelnuovo di Torrazzo delle Lanze1135 . Entrò in Accademia Militare nel 1822 e ne uscì cadetto sei anni dopo. Intanto intraprese anche alcune funzioni a corte e nel 1823 fu paggio d’onore di Carlo Felice. Entrò nel Piemonte Reale come sottotenente nel 1829 e due anni dopo ne fu luogotenente in seconda.

Nel 1834 fu nominato da suo zio Emanuele aiutante nel dicastero della Guerra e nel mentre

continuò la sua carriera sotto le armi come capitano negli anni ’30 e ’40. Nel dicembre 1848 ne divenne maggiore e con tale grado partecipò alla campagna d el 1849 ove si distinse principalmente ai combattimenti alla Sforzesca ed a Novara ricevendo, pertanto, la medaglia d’argento al valor militare1136. Sia il Bortolotti che il Pinelli si soffermano sul suo lodevole comportamento alla battaglia della Sforzesca (21 marzo 1849): mentre, infatti, sia il Mollard che il Cialdini stavano combattendo contro il reggimento Hohenlohe, il comandante austriaco Ludwig von Wohlgemuth (1789-1851) si stava muovendo con dei pezzi di artiglieria e con alcuni reparti di fanteria e cavalleria verso San Siro. Egli venne ostacolato dalle numerose cariche di cavalleria condotte proprio dal Villamarina il quale, muovendosi in territorio impervio ed angusto, riuscì comunque a tener testa agli ussari imperiali1137 . Terminata la guerra, nel 1851 venne promosso tenente colonnello dei Cavalleggeri di Saluzzo e, due anni dopo, vice governatore dei Principi. Continuò, dunque, la sua carriera

1131 Ivi, pp. 228-229. 1132 Calendario pe’ regii Stati, 1849, p. 150; F. A. Pinelli, op. cit., vol. III, p. 536. 1133 Calendario pe’ regii Stati, 1849, p. 150. 1134 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 386. 1135 A. Lo Faso di Serradifalco, op. cit., p. 118. 1136 Ibidem. 1137 V. Bortolotti, op. cit., p. 368; F. A. Pinelli, Storia militare del Piemonte op. cit., vol. III, pp. 840-841.

militare ancora nella cavalleria dove ottenne la promozione a colonnello nel 1856 sempre nello stesso reggimento finché, nel 1859, fu trasmesso nel 9° La Regina sempre con il grado di colonnello. Nello stesso anno ne divenne maggior generale e combatté a Palestro (30 maggio 1859) in cui i due reggimenti della sua brigata ottennero una medaglia d’argento ed una d’oro. Comandò, poi, la 1ª divisione, e successivamente la 4ª, del Corpo d’Armata d’Emilia nel 1860. Nel medesimo anno venne poi promosso tenente generale. Partecipò, poi, alla campagna del Mezzogiorno nel 18611138 . Fu cavaliere dell’Ordine di San Giorgio di Lucca, Croce dell’Ordine dell’Aquila Rossa dei 3ª classe di Prussia, Grande Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e Grande Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia1139 .

POCHETTINI di Serravalle, Carlo, nobile e cavaliere

(6 settembre 1781 – Torino, Annunziata, 18 dicembre 1847) Fu il terzogenito del conte Giovanni Battista (1739-1810), già senatore di Savoia, intendente della Real Casa con titolo di maggiordomo nel 1784, generale delle finanze e presidente in seconda dei Regi Archivi 1140 . Il fratello maggiore di Carlo, Giuseppe (1778-1846) fu gentiluomo di Camera nonché sindaco di Torino nel 18281141 . Il cavalier Carlo fu Guardia d’Onore di Napoleone e, con la Restaurazione, divenne capitano dei Cavalleggeri del Re e primo scudiere del principe di Carignano Carlo Alberto. Allo scoppio dei moti del 1821, egli rimase fedele a Carlo Felice e a Novara, coadiuvato con gli ussari austriaci, caricò i costituzionali1142. Colonnello dei Cavalleggeri di Novara nel 1831, dal 1832 lo fu del Novara Cavalleria. Nel 1834 fu anche nelle Guardie del Corpo del Re con il grado di tenente e l’anno successivo venne promosso maggior generale1143. Sempre nel 1835 fu primo scudiere e conservatore generale dell’appannaggio e del patrimonio della corte del principe Eugenio di Savoia-Carignano1144 . Nel 1838 fu fra gli aiutanti di campo del re e nel 1843 gli venne affidato il comando della fortezza di Ventimiglia1145 .

1138 A. Lo Faso di Serradifalco, op. cit., p. 118. 1139 Ibidem. 1140 A. Manno, op. cit., vol. XXIV, p. 577. 1141 Ivi, p. 578. 1142 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 398. 1143 A. Manno, op. cit., vol. XXIV, p. 578. 1144 Calendario pe’ regii Stati, 1835, p. 208. 1145 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 398.

Fu cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia, dei SS. Maurizio e Lazzaro ed ebbe la Corona Ferrea d’Austria1146 .

PRATI di Rovagnasco, Carlo ed Ignazio, nobili

(Alessandria, 6 ottobre 1780 – 1848) Quartogenito del marchese Gian Andrea (?-1795), Carlo fu tenente colonnello dei Dragoni del Genevese sino al 1831 quando, nel 1832, fu colonnello del Genova Cavalleria sino al 1833. Venne promosso maggior generale1147 . Il fratello minore Ignazio (?-?) fu sino al 1831 maggiore dei Cavalleggeri di Piemonte per poi essere promosso nel 1832 tenente colonnello del Piemonte Cavalleria sino al 1833. Dal 1834 fu ispettore, con il grado di colonnello, della Regia Scuola di Equitazione della Venaria Reale1148. Fu maggior generale1149 .

RASINI di Mortigliengo e delle Vernea, Gabriele Carlo, conte

(Pinerolo, S. Donato, 21 gennaio 1792 – Torino, S. Maria, 4 gennaio 1859) Fu il primogenito del conte Pietro Antonio (1753-1830) nonché fratello di Enrico e Vittorio1150 . Si sposò con Tersilia Luisa Ferrero Ponziglione di Borgo d’Ale dalla quale ebbe due figli1151 . Inaugurò la carriera militare offrendosi volontario nell’armata napoleonica negli Chasseur à cheval nella campagna di Russia, Germania e Francia (1812-1814). Con il ritorno di Vittorio Emanuele I in patria, venne inquadrato come sottotenente nell’esercito piemontese e nel 1818 fu tenente nei regi Carabinieri1152 . Fu maggiore di Genova Cavalleria dal 1832 al 1833 dopodiché, nel 1834, venne promosso tenente colonnello in Savoia Cavalleria. Nel 1837 venne promosso colonnello in Novara Cavalleria ove vi rimase sino al 1842 quando venne promosso maggior generale in aspettativa1153 .

1146 A. Manno, op. cit., vol. XXIV, p. 578. 1147 Ivi, p. 745. 1148 Calendario pe’ regii Stati, 1834, p. 465. 1149 A. Manno, op. cit., vol. XXIV, p. 745. 1150 Cfr. RASINI Enrico e RASINI Vittorio in Fanteria p. 113. 1151 A. Manno, op. cit., vol. XXV, p. 78. 1152 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 419. 1153 Nel dizionario dell’Armata sarda risulta la promozione a colonnello nel 1836 e maggior generale nel 1842. 153

Nel 1848 divenne, con il grado di maggior generale, luogotenente onorario delle Guardie del Corpo del Re1154. Fu “bacchetta nera”1155 . Venne pensionato nel 18491156 .

TAFFINI d’Acceglio, Cesare, nobile e cavaliere

(Torino, 1788 – Cuneo, 16 marzo 1846) Secondogenito del marchese Camillo, Cesare fu il fratello minore del ben più noto Michele Camillo (1786-1872), ex militare napoleonico e lealista a Novara di Carlo Felice. Fu primo ufficiale della polizia nella Segreteria Interna nel 1830 e cinque anni dopo tenente generale1157. Egli, inoltre, fu membro della corte marziale che nel 1849 condannò a morte il generale Gerolamo Ramorino (1792-1849)1158 . Il cavaliere Cesare restò celibe.

Intraprese la carriera delle armi nell’esercito francese e con il ritorno dei Savoia in Piemonte fu inquadrato come tenente nei Dragoni della Regina e capitano nel 1818. A causa delle sue idee liberali, e dunque sovversive, venne allontanato dall’esercito 1159 . Venne, tuttavia, richiamato e nel 1832 fu maggiore di Nizza Cavalleria sino al 1834, quando divenne tenente colonnello del medesimo reggimento. Dal 1837 al 1844 fu colonnello sempre del Nizza 1160 . Nel 1845 passò alla fanteria comandando, in qualità di maggior generale, la Brigata Piemonte. Nel 1834 fu cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1161 .

VALFRÉ di Bonzo, Giacinto, conte

(Bra, 27 febbraio 1807 – Torino, S. Filippo, 28 novembre 1882) Fu il primogenito del conte Giovanni Battista (1765-1838) e fratello maggiore del ben noto Leopoldo (1808-1887), segretario generale del ministero della guerra, tenente generale, comandante dell’artiglieria in Crimea e nell’assedio di Gaeta1162 .

1154 Calendario pe’ regii Stati, 1848, p. 358. 1155 Riguardo la figura del “bacchetta nera” cfr. P. Gentile, Alla corte di re Carlo Alberto. op. cit., p. 104. 1156 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 419. 1157 A. Manno, op. cit., vol. XXX, pp. 8-9. 1158 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 487. 1159 Ibidem. 1160 Nel dizionario dell’Armata sarda vi sono le date effettive delle promozioni, 1833 tenente colonnello e tre anni dopo come colonnello. Ci si è attenuti ai Calendari generali. 1161 Calendario pe’ regii Stati, 1835, p. 180. 1162 A. Manno, op. cit., vol. XXXI, p. 60.

Si sposò con Erminia Camilla del Carretto di Torre Bormida dalla quale ebbe dodici figli, fra cui Giovanni Andrea (1842-1904), maggior generale e nel reggimento di Lanceri di Aosta, e Teodoro (1853-1922), Nunzio Apostolico a Vienna durante la I guerra mondiale e cardinale nel 19191163 .

Il conte Giacinto fu il nonno dell’omonimo nipote, nato nel 1899, che combatté della Grande Guerra cadendo, con gli alpini, il 16 settembre 19181164 . Frequentò l’Accademia Militare dal 1818 al 1825 e venne inquadrato nei Dragoni del Genevese1165. Sino al 1840 fu luogotenente in 1ª in prima in Novara Cavalleria quando, l’anno seguente, fu sempre luogotenente in 1ª ma con il grado di capitano e nel 1843 capitano effettivo. Nel 1849 venne promosso tenente colonnello del Genova Cavalleria. Nel 1853 venne promosso colonnello e sei anni dopo maggior generale. Nel 1862 tenente generale, fu comandante la Scuola militare di cavalleria e venne collocato a riposo nel 18661166 . Fu Grande Ufficiale dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1167 .

VIALET de Montbel, Charles, nobile

(Chambéry, 9 ottobre 1798 – Chambéry, 27 maggio 1865) Fu il figlio di Noël-Jean-Claude (1754-1827) e si sposò con Carolina di Montibello di Olivastro dalla quale ebbe due figli1168 . Con il ritorno dei Savoia nei territori della terraferma fu sottotenente sovrannumerario nel Piemonte Reale1169. Nel 1830 divenne capitano nel medesimo reggimento1170 e nel 1841 maggiore in Savoia Cavalleria sino al 1848, quando divenne colonnello1171. Nel 1849 gli fu affidato il comando della provincia della Savoia e l’anno successivo venne posto a riposo.

1163 Ivi, p. 63, 1164 <https://www.grandeguerra.unito.it/items/show/182>. 1165 A. Manno, op. cit., vol. XXXI, p. 61. 1166 Ibidem. 1167 Ibidem. 1168 A. de Foras, op. cit., vol. V, p. 590. 1169 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 512. 1170 A. de Foras, op. cit., vol. V, p. 590. 1171 Académie Florimonatane d’Annecy, Jules Philippe (a cura di), in Revue savoisienne: journal publié par l'Association florimontane d'Annecy: histoire, sciences, arts, industrie, littérature, 38° anno, Annecy, Imprimerie Abry, 1897, p. 275. Da precisare che nell’opera è precisata la data effettiva di promozione a maggiore, cioè il 1840.

VISCONTI d’Ornavasso, Bonifacio, barone

(Milano, 19 ottobre 1788 – 1877) Iniziò la carriera militare come volontario nella Guardia Reale Italiana dell’esercito del regno d’Italia nel luglio del 18051172. Prese parte alle campagne napoleoniche del 1805 in Italia, del 1809 in Austria, dal 1811 al 1813 in Spagna ed infine nuovamente a quella italiana al servizio del generale Carlo Zucchi (1777-1863)1173. Alla Restaurazione, entrò nell’esercito piemontese come tenente nei Dragoni della Regina1174 e ne divenne capitano nel 1815. Allo scoppio dei moti del 1821, nonostante fosse schierato con l’armata reale, si allontanò da Novara e dunque fu posto in aspettativa 1175. L’anno seguente, tuttavia, venne posto nei Dragoni del Genevese e nel 1823 venne promosso maggiore in aspettativa. La sua promozione a maggiore in servizio attivo giunse nel 1826 sempre nel medesimo reggimento. Nel 1830 fu collocato nel Piemonte Reale come tenente colonnello 1176. Nel 1831 venne promosso colonnello nell’Aosta Cavalleria e nel 1836 divenne maggior generale1177. Nello stesso anno fu anche posto alla guida della 3ª brigata di cavalleria. Durante la campagna di Lombardia, nel giugno, venne posto al comando della 2ª divisione di riserva formata anche da reclute lombarde1178. Egli non venne coinvolto direttamente ai fatti di Custoza (23-25 luglio), ma essendo a capo della 2ª di riserva, si trovava al lato sinistro del Mincio con le sue truppe, a detta del Bortolotti, «sprovviste di tutto»1179. Da qui, durante gli scontri fra Sona e Sommacampagna che coinvolsero il II corpo del De Sonnaz, inviò alcuni battaglioni, seppur insufficienti, a difendere, da un probabile attacco austriaco, i passi strategici del fiume. Le truppe piemontesi si attestarono a Monzambano, Colà e Ponti, dove venne inviato il generale Bussetti. Al mattino del 24 iniziarono i primi combattimenti fra le truppe austriache e quelle del Visconti, queste ultime furono poste in svantaggio e lo stesso Visconti dovette ordinarne la ritirata verso Castiglione dello Stiviere. Il De Sonnaz, da Peschiera, tentò invano di inviare alcuni reparti in aiuto del Visconti ma spess o le truppe di soccorso o si persero od eseguirono tardi gli ordini così da non prestare il rinforzo utile e

1172 V. Bortolotti, op. cit., p. 46; V. Ilari (et alii), op. cit., p. 518. 1173 V. Bortolotti, op. cit., p. 46; V. Ilari (et alii), op. cit., p. 518. 1174 Ivi, p. 518; da notare che il Bortolotti afferma che il Visconti si congedò dall’esercito italico con il grado di capitano ed entrò, con il medesimo grado, nell’esercito di Vittorio Emanuele. Cfr. V. Bortolotti, op. cit., p. 46. 1175 V. Bortolotti, op. cit., p. 46; V. Ilari (et alii), op. cit., p. 518. Da precisare che la sua militanza nell’armata di Carlo Felice è soltanto precisata dal Bortolotti e non dal Dizionario biografico dell’armata sarda. 1176 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 518. 1177 Ibidem; da precisare che nel Dizionario biografico dell’armata sarda viene segnalato che la sua promozione a colonnello nell’Aosta Cavalleria avvenne nel 1832 mentre nei Calendari generali risulta il 1831. Ci si è attenuti, per uniformità, a questi ultimi. 1178 V. Bortolotti, op. cit., pp. 46; 253. 1179 Ivi, p. 265.

necessario alla divisione di riserva. Le truppe del Visconti, insieme ad altre unità di soccorso che precedentemente l’avevano raggiunta, si ritirarono e si diressero dapprima a Monzambano e poi a Volta1180 . Nel 1849 venne posto a riposo con il grado di tenente generale. Ebbe la Corona Ferrea nel 1814, fu membro dell’Ordine Militare di Savoia e Gran Cordone dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro1181 .

1180 Ivi, pp. 280-284; cfr. BUSSETTI di Bersano, Boniforte in Cavalleria p. 128. 1181 V. Ilari (et alii), op. cit., p. 518.

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