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1.4 L’organizzazione dell’esercito
Da quest’altro istogramma (grafico 3) si può notare come la componente borghese dal 1838, e per una decade, sia decisamente minoritaria. I colonnelli, infatti, sono perlopiù di origine nobile finché, nel 1849, avviene un drastico cambiamento. Molti borghesi che fecero carriera nella precedente campagna riuscirono ad ottenere tale prestigioso grado ponendo in netta minoranza la componente aristocratica.
In conclusione, di fronte a questi dati, non si ritiene che si possa sostenere che l’esercito di Carlo Alberto fosse un esercito “aristocratico” ma si può invece affermare con tutta sicurezza che fosse un esercito guidato e comandato da aristocratici. In effetti, gli esponenti della borghesia che si trovarono al comando di una brigata furono davvero pochi: il famosissimo Eusebio Bava nella Piemonte, Charles Bataillard nell’Aosta, Carlo Giovanni Fossati nell’Acqui e Jean-François Mollard nella Savoia. Da notare che, oltre alla Brigata Guardie, l’unità aristocratica per eccellenza, un’altra brigata che fu sempre appannaggio della nobiltà fu senza dubbio la Brigata Savoia che, al suo comando, trovò soltanto elementi nobiliari eccezion fatta per il 1849, la quale fu guidata dal già ricordato Mollard120 . È bene precisare, però, che nel 1849, per quanto riguarda i maggiori generali, non è stata compresa la divisione lombarda con i suoi cinque reggimenti poiché priva di maggiori generali e dotata soltanto di colonnelli.
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In questo paragrafo si tenterà, a scanso di velleità esaustive, di presentare sommariamente la costituzione dell’esercito piemontese dal 1815 al 1848, la composizione organica della fanteria e della cavalleria e i compiti dello Stato Maggiore. Com’era costituito l’esercito? Quali erano i suoi organici? Partendo dai vertici, nei primi anni della Restaurazione la Casa Militare era costituita dal 1° aiutante da campo, figura che il Villamarina definisce meramente onorifica121, e dai vari ufficiali aiutanti di campo e le Guardie del Corpo122. La Regia Segreteria di Guerra, e poi anche di Marina, venne dunque
120 Su Charles Bataillard e Carlo Giovanni Fossati cfr. V. Ilari (et alii), op. cit., pp. (rispettivamente) 56; 230. Sul Mollard cfr. Fanteria p. 95. 121 B. Montale, op. cit., p. 20 122 N. Brancaccio, op. cit., pp. 14-20.
riorganizzata in cinque divisioni più due uffici: il Gabinetto, la 1ª divisione di fanteria, la 2ª di artiglieria, la 3ª di leve, la 4ª di cavalleria, la 5ª personale e infine l’Ufficio particolare matricole123. Lo Stato Maggiore Generale, invenzione di matrice napoleonica124, venne così composto: un capitano generale nella persona del duca del Genevese, l’ispettore generale dell’Armata, che fu Giuseppe Thaon di Revel (1756-1820), e tre Stati Maggiori, uno per ogni arma. Con la riforma del 1815 si delineò la gerarchia dell’ufficialità superiore: al vertice il capitano generale, poi il maresciallo, funzione prettamente onorifica e retaggio dell’antico regime, il generale comandante in capo solamente in caso di guerra, i governatori, i generali d’armata, i luogotenenti generali, i maggior generali, l’ispettore generale, l’ispettore generale delle fanteria, quello della cavalleria e quello delle leve125 . Quali erano, dunque, i compiti dello Stato Maggiore in tempo di pace? Innanzitutto fu preoccupazione del re, una volta rientrato nei domini della terraferma, stilare una Formazione, statuti e doveri del Corpo di Stato Maggiore Generale e della topografia reale in cui si delineavano i compiti e le attività connesse ai componenti dello Stato Maggiore Generale. A capo del servizio dello Stato Maggiore v’era un quartiermastro curante che tutto fosse ben funzionante. Si dovevano eseguire periodicamente ricognizi oni nel territorio per conoscerne lo stato e la conformazione, preparare progetti di difesa del regno ed istruire i futuri ufficiali che sarebbero andati ad assistere i futuri generali. La topografia reale era molto importante ed inizialmente vi operavano sei topografi, sei assistenti e sei postulanti tutti divisi in brigate. In effetti questa sezione doveva fornire quelle informazioni utili a preparare l’ufficialità superiore a stabilire un piano di difesa in caso di attacco e, nel 1814, il rischio di nuovi disordini era decisamente presente. Nel 1816 venne dato a questo corpo un nuovo ordinamento che, oltre a modificarne in parte gli organici, assegnava più compiti che non nel ’14. Lo Stato Maggiore avrebbe dovuto preoccuparsi della manutenzione delle strade militari e nel caso fosse stato necessario della loro realizzazione, dell’approvvigionamento delle truppe in caso di guerra, delle marce e degli alloggiamenti in caso di campagna bellica. Inoltre aveva il compito di realizzare una fitta rete di spie e di guide per la conoscenza dei movimenti del nemico126. Insomma, tutti elementi che potevano servire per vincere una guerra.
123 Stefano Ales, L’armata sarda della Restaurazione 1814-1831, Roma, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1987, p. 23. 124 A. Barbero, op. cit., p. 66. 125 N. Brancaccio, op. cit., pp. 22-23. Per una più esaustiva visione della gerarchia dello Stato Maggiore Generale cfr. N. Brancaccio, op. cit., pp. 22-23 poiché qui ci si sofferma sui gradi e cariche, come quella dell’ispettorato, più significative all’interno dell’esercito. 126 Ivi, pp. 27-29.
Nel 1822 la segreteria di Guerra e Marina venne organizzata convogliando in un’unica divisione, la 1ª, le tre sezioni di fanteria, ca valleria ed artiglieria. Con la salita al trono di Carlo Alberto ci furono altri dei mutamenti. La segreteria di Guerra e Marina venne riorganizzata nel 1841 quando la sezione fanteria e cavalleria venne fusa nella cosiddetta “armi diverse” e alla stessa segreteria del Villamarina venne affidata la soprintendenza della polizia, precedentemente appannaggio dell’Interno127 . Nel corso del regno, Carlo Alberto decise di riorganizzare lo Stato Maggiore. Il capitano generale, precedentemente ruolo ricoperto dal Paulucci, venne soppresso per essere unito alla persona del re, il quartiermastro divenne capo dello Stato Maggiore del re e, di conseguenza, a capo degli Stati Maggiori delle divisioni in caso di guerra v’erano alti ufficiali con compiti analoghi al quartier mastro generale. Veniva aggiunto anche un capitano del corpo di guide che aveva il compito di riportare tutte le informazioni utili agli Stati Maggiori generali e particolari in caso di guerra. Il compito principale dei membri dello Stato Maggiore restò comunque quello topografico e geodetico128 . Nel 1847 ci fu un’ulteriore modificazione degli effettivi del corpo giungendo, in tempo di pace, a constare di 36 ufficiali addetti129 . L’esercito, all’indomani della campagna di Lombardia del 1848, era così suddiviso: un comandante in capo nella persona del re, due generali di corpo d’armata, quattro divisioni, due per ogni corpo d’armata, due brigate di fanteria, una o due compagnie di bersaglieri, un reggimento di cavalleria più una di riserva e due batterie d’artiglieria più una di riserva per divisione130 .
Con la riforma del 4 maggio 1839 la fanteria era così suddivisa: una brigata era composta da due reggimenti, i due reggimenti erano composti rispettivamente da quattro battaglioni di cui il quarto di deposito (i granatieri Guardie da cinque battaglioni di cui uno di deposito e i cacciatori Guardie da tre battaglioni attivi ed uno di deposito). I primi due battaglioni erano composti rispettivamente da una compagnia di granatieri e tre di fucilieri. Il terzo battaglione da quattro compagnie di cacciatori ed il quarto battaglione da quattro compagnie di fucilieri131 .
127 Ivi, p. 229. Le funzioni di polizia vennero rimesse alla segreteria dell’Interno l’8 ottobre 1847 con Regie Patenti. Cfr. N. Brancaccio, op. cit., p. 230; sulla vicenda cfr. anche B. Montale, op. cit., pp. 222; 258-259. 128 Ivi, pp. 234; 236-237. 129 Ivi, p. 237. 130 Ivi, p. 244. 131 Ivi, pp. 259-260.