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A QUATTROCENTO «FIGLI D'ITALIA>> VENUTI DAGLI STATI UNITI D'AMERICA*
So che il popolo o per lo meno la maggior parte di esso, ha e vivissima simpatia' per noi; e voi, che eletto Stati Uniti a vostra nuova patria, avete un preciso compito: essere leali e fc· dcii cittadini della grande Repubblica.
11 pensiero del Governo fascista a questo proposito è sempre stato chiaro e preciso. Questo nòn significa però che dobbiate dimentica re la vostra italiana; anzi dovete essere orgogliosi della stirpe rpillenaria alla qua le appartenete. (Il utl11to di S. E il rctpo dr/ Co vemo ba provora/o lllld eniiiSÙtstira dimostrazione).
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27 '1:' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DE! MINISTRI**
Su proposta del rapo del ministro dell'Interno, il Comiglìo ba approvato: · ·
Uno schema di provvedimento con il quale, ·in attestt della riforma completa dei tributi loc,di, Ji prorogano fino al 1(J gennaio 1931 le disposizioni del regio decreto legge 1'() novembre 1928,- numero· 2484, sul regime tramitorio delle sovraimposre fmJdiarie . Con lo s/eJJo proVvediment o, si como/ida, per l'anno 1930, una somma di sessttn/a milioni s/anZÙ1/ a ·,e/lo stato di previsione della spesa del ministero delle Finanze per l'esercizio finanziario 1929-'3 0. lA quota è da ripartirsi a fttvore delle provincie per la compartecipazione al provento delta tassa di bollo sugli scambi, a norma d ell'articolo 19 del regio decreto legge 20 ollohre 1925, mmtero 1944.
Uno schema di provt-•edimeJI/o legislativo con quale si conferisco no al comune di Ro11igo, sino al 31 dicembre 1929, poteri straordinari per il rìÒrdinrtmen/o degli uffici e servizi e la dispensa del personale. ( +}
* A Roma, a villa Torlonia, la mattina del 24 settembre 1929, MussoJini riceve quattrocento «Figli d'Italia )l, venuti dagli Stati Uniti d'America ed ospi ti della capita.le reduci da un pellegrinl188iO compiuto attravèrso il nost ro paese. Dopo aver passato in rassegna. la comitiva, il Presidente del Consiglio. pronuncia le parole qui r iportate. {Da Il Po fJolo d'ltnlia, N 229, 25 settembre 1929, XVI}. .
•• Tenutasi il 27 settembre 1929 (ore 10·13). (Da 11 Popolo d'Italia, N . 232, 28 settembre 1929, XVI).
273' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI •
In principio di seduta, il_ Consiglio dei miniJtri, m propo11a del capo_ del Governo, ministro dell'lntt>Yno, ha approvato unO schema di regio decreto col quale si modificano le vigenti dùposizioni cm1umenti gli esami per il conferimento della pa1ente di abilitazio1ze aJ/e funzioni di segretario comunale. Le modificazioni consùtono, principalmente, nell'indlllione ttel programma degli nami per i segl'elari conirinali della legislazione corporaliM, con particolare riguardo al regime delle A ssocùzioni profnsionali, alla -disciplina rapporti collettif,i del lavoro, ed alla Carta del L:tvoro, tenuto conto che tale legislazione ha a!JII1Jto, ad opera del regime, Ultd imporhmza fo ndamenhrle ambe nei rigmu·di della vita . comunale, ( +)
104' RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO ••
Erano preJellli llitii i m embri del Gran· Comiglio. S. E. il primo minislro, Duce del ha e!posto i capisaldi della riforma del Grt1n Conriglio e dell'ordinamento del Partito .***
NeiSuno ha preso ltt parola.
Al METROPOLITANI****
Vi siete presentati cd avete sfilato in modo superbo. Di ciò altamente vi elogio. Voi avete il privilegio di cost ituire una divisione speciale della Polizia italiana, destinata a lla capitale. Voi sapete 'l'e la popolazione di
• Tcnutasi il 30 scttmJbre 1929 (orc' I 0- 13). (Da Il Popolo d'li<Jiia, N. 2}4, l ottobre XVJ). · un A Roma, all'ippodromo di villa Glori, il 18 ottobre 1929, alle 10.30, in O<casione del qullrto annuale della foodnione del corpo della Polizia metropo· litana, Mussolini passa in rivista il corpo stesso. Terminata la rivista, il Presi.· dente del Consiglio consegna le ricompense al valore ad alcuni meuopoUtani. Indi pronuncia le parole qui riport.a.te. (Da Il PopQ/o rl'l1Jùr, N. 250, 19 ottobrt" 1929, XVI)
"'* Tenutasi a palazzo Chigi il 30 settembre 1929 (ore 22-22.-n). (Da _I/ PoJ•olo d'Itltlia, · N. H4, f ottobre 1929, xvn.
..-. (v. DotJJmn;tario) .
Roma vi guarda con·calda simpatia. Siatene degni e ricprdate ogni momento che anche dal vostro contegno, dal modo con cui quotidiana. mente adempite ai vostri doveri, si giudica e si giudicherà. l'Italia ed il fascismo. (Le parole del Duce sono state acco/Je da un'imponente di· mostrazione di profondo omaggio, con acclamazioni ed «a/alà!», e la dim ostrazione si è rinnovata ancora più intensamente quando S. E.- il capo del Governo, accompagnato dall'o u. Arpinati, ha lasciato "l'ippodromo). PER
L'ACCADEMIA D'ITALIA*
Non vi sorprenda, ·eccellenze e signori, se io comi ncio col ricordare ag li ita liani che l'Accademia d'Italia è nata il 7 gennaio dell'anno 19 26, con u n decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, convertito in legge il 25 marzo successivo. Sono dunque passati quasi quattro a.nni da allora a questo 28 ottobre delJ'anno VII, nel quale l'Accademia entra ufficialmente nella scena del mondo; inizia ìl primo ciclo della sua storia, sì mette senz'altro al lavoro.
Taluno può pensare che il periodo di elaborazione sia stato sovcrchiamente lungo. Ma per fare le Accademie, e soprattutto per fare un'Accademia degna di Roma, dell'Italia e del fascismo, occorreva un certo e piuttosto lungo periodo di preparazione spirituale, politica, amministrativa. O ccorreva ancora ripristinare la raffaellesca Farnesina, incomp!J.rabile sede! Non si è perduto del tempo, lo si è scrupolosamente imp iegato. A questa .opera d'elaborazione si è dedicato con sapienza Che chiamerò paterna, con acuto intelletto, con assidua diligenza il vostro presidente, il quale; non da ogg i può e dev'essere onorato come u n benemerito dell a cultura italiana. ·
Quattro anni fa si chiese e oggi Si ripete: Perché un' altra Accademia?
L'interrogativo es ige una risposta. Nessuna delle Accademie attualmente esistenti in Italia' compie le funzioni assegnate all'Accademia d'rta:I ia. ,O sono Accademie limitate nd1o spazio, o ristrette nella materia. Talurie . di esse sono celebri, e quasi tutte, anche l e minori, sono rispettabili, ma nessuna·ha il carattere d'universalità dell'Accademia d'Italia. Questa nasce dopo due avvenimenti destinati a operare formidabilmente nella· vita e nello spirito di un ·popolo: la guerra vittoriosa e la rivoluzione f ascista. Nasce, mentre sembra esasperarsi nel macchi nismo o nella sete di ricchezza, il ritmo deJia civiltà conte mporanea; nasce quasi a sfida contro lo scetticismo di coloro i quali da molti, sia pure gravi, sintomi prevedono un'eclissi dello spirito che sembra ormai rivolto soltanto a conquiste di ordine materiale.
* A Roma, in Campidoglio, nella sala degli Orui e Cw:iazi, il 27 ottobre . 1929, verso le 10.30, Mussolini insedia la reale Accademia d'Italia. In tale occasione, dopO le orazioni del principe francesco Boncompagni Ludovi si e del senatore Tommaso Tittoni, presidente dell'Accademia, H del Consiglio pronuncia il discorso qui ri portato. (Da H Popolo N. 258, 29 ottobre 1929, XVI).
Questo carattere dell'Accademia d'Italia appare, sotto al tri aspetti, evident e. Non è l'Accademia d'Italia una vetrina di celebrità arrivate e non più disputa?ili ; non vuole essere e non sarà una specie di giubilazione degli uomini insignì o un riconoscimento più o meno tardivo dei loro . meriti; non sarà soltanto questo. Voi vedete tra gli accademici delle quattro categorie uomini di origini, di temperamenti, di scuole diverSe; uomini rappresentativi di un dato momento sono al lato di uomini rappresentativi di un momento successivo, o attuale, o futuro. l'Accadem ia è necessariamente eclettica, perché non può essere monocorde. ·
Nell'Accademia passa cosl la vita dello spirito, la quale è continua, e. complessa, e unitaria: dalla musica alla matematica, dalla filosofia all'architettura, dall'archeologia al futurismo. Nell'Accademia è l'Italia con tutte le tradizioni del suo passato, le certezze del suo presente, le anticipazioni del suo avvenire.
L'importanza di un' Accademia nella vita di un popolo può essere immensa, specialmente se essa convogli tutte le criergie, le scopra, le disciplini, le elevi a dignità. Si può immaginare l'Accadem ia come il faro della gloria che addita la via e il porto ai naviganti negli oceani inquieti e Seducenti dello spirito. La sorte di questi naviganti è varia: ta· Iuno naufraga alle prime tempeste ; qualche altro finisce neiJe secche della mediocrità e del mestiere; i più dot3.ti e i 'più tenaci - il genio è anche metodo e pazi enza - talvolta approdano mentre il crepuscolo già scende sulla loro vita; e qualche altro è colpito dal destino alla vigilia del trionfo. Vi è, infine, chi tocca la mèta, nell'età giOvanile e virile, ma questo fortunato immortale non può a lungo sostare! Egli ha il dovere di levare le ancore e di spiegare le vele per altrl itinerari e per nuove conquiste.
Eccellenze ! Signore! Signori !
Sono fiero di aver fondato l'Accademia d'Italia, Sono certo che essa sarà all'altezza del suo compito nei secoli ·e nei millenni della nostra storia. Sono lieto di inaugurare ufficialmente l'Accademia d'Italia nel simbolo dd Littorio e nel augusto del re. (Il Jisco,.so di S. E. Mus. so/inì, sovenle inlerrolto àa applauJì, è JlaJo in fine coronalo da un'enlusiaslica manifestazione, che è dura/ti qualche m inuto).