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della Confrderazione

dell'ind111tria1 che erano stati chù1mati per esporre al Gran Consiglio il loro p11nto di viJta in merito . ,ti/a 1it11azio11e sindacale.

Dopo la relazione Rouoni1 h{tnno parlato infatti i due rappres entanti del/" Confederazion_e dc/l'induJJria. Alla discu11ione che è seguita, hanno paruàpato il comm. Rocca, il comm. Samanelli, J'on. Pinzi, Maurizid Maraviglia e il commirn.rio De Stefani.

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Infine1 il Presidente del Consiglio ha riassumo la disau;ione e ha pre;enltlto a/J'approvazione del Gran Comiglio la uguente dichia raz ione redai/a da Edmondo Rossoni:

« Il Gran Consiglio del fa1cùmo- com/ala con 10d~ùfazione il cre.1cente comolidamento delle corpo-razioni fasciste, che danno alle caJegorie, organizzate .un grande senw di re.spomabilirà, lreano• nuove dùcipline produllive ne//'inrereue .sup remo della produzìone e della nazione e allontanano le maJJe lhe lavorano dalle ideologie antiecon omiche e di.strul/ive del marxi!mo. Ii Gran Comiglio app rova in modo partfrolare la recente co.itiruzione degli uffici tecnici delle corporazioni per" la previdenza, il lOllocamento, l'auiJtenza medico-legale, l'i.slruzione profesJionale, il controllo de/l1emigrazione e, mentre invila le amminislrazioni pubbliche fascisìe a .sopprimere organi e funzioni improprie per una imufficente assistenza operaia e a so.sJenere gli uffici tecnici delle ct>rporazioni, riliene neceIJario di coordinare e 11nìfìcare gl i organiJmi governativi che trallanf> la politica nazionale del lavoro col fine preci.so di secondare l'opera delle corpor(IZioni.

« Il Gran Consiglio dispone, infine, che le Federazioni dei fasci e dei .sindacali collaborino e si valorizzino ai vkenda1 aJlraverso la loro Jpecifica e ben distinta azione nel campo economico e' politico, re.stando fermamenle .stabilihl la disciplina dei sindacati e delle Federazioni provincfali agli organi della Confederazione delle cor'porazioni re.spo nsabili della sua azione e delle sue direllif!e d àvanti al G~an Consiglio del fasci.smo

« Il Gran Consiglio prende a/I(} delle dichiarazioni degli on. Olivelli, e Benni circa la po.ssibilità e l'utilità di Jlabilire un con/alto perman ente fra ,o"rporazioni fasciste e Confederazione generale de!J' induslria ».

I.A dichiarazione è staia approvata alt'unfJnimiJà.

D opo 1111 intervallo di un'ora, alle ore 22 è stata ripresa la seduta e 1i. è iniziaJa la dùcuuione Jopra il comma:« Situazione dei fasci all:e.sle ro ».

Il comm. Bastùmini ha fatto una vasta relazion~, pt11Jando in rassegna 111110 il jaJCismo europeo ed americ'ano, ugnalando il numero dei fas,i, la loro a11ivi1à ·numerirtt, ltt lo-ro funzione nazionale I le condizi oni ambientali nelle quali vivono I si npaJtdono. La relazione è jurata circa un'ora e mezza.

MARCIA SU ROMA AL VIAGGIO NEGLl ABRUZZI 337

Dapo di lui ht1 preJa la parola S. E. il princip e d on Gela1io Cttetani, regio ambauiatore d'Italia negli Stati Uniti, it quale era 1talo appòs;td· m1ntt invitdkJ dal Presidente del Gr"n Coniiglio per riferire 1utla Jifua• zione del fasrismo in America vista iall'ouervalorìo de/i'ambaJCÌala. S. E. Caelani, che rono1ce perfettamerite l'ambiente degli Stati Uniti per avervi dimora/o per circa quattordici anni, ha /11meggia10 la situazione sòtto vari e moltepNci asp etti, apportando 1111 grande iontrib11to, di conoscenza e dì chiarezza ai membri del Gran Comiglia. ·

28' RIUNIONE

DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO•

.A..JJ!inizio della tedt1la, 111 pro posta di Michele Bianchi, il Gran Consig/;a app rovò il ug11en1e ordine del giorno per atclamazio11e:

« Il Gran Comiglfo, preJa cognizi one del t elegramma di S E il generalissimo Diaz, -rie1prim e al Duca della Vittoria r ardenre devozione del fascismo ilaliano ».

Si è ripres11, quindi, la dùcnuione sopra i fasci aJl'eJ/eret.

Il prof, 0 /lavio Dinale, di ritorno da una miuione e1pletata nell'America del S11d1 ha brevemente ed efficacemente e;po;t~ la situazione dei fasci nelle rep11b~liche latina. Dopo· di che è staia letta una dichiarazione riauuntiva sulle direttive del fascismo- all'eslero. Sopra di q11e1te hanno ancora lungamente parlato I' on, Muss olini, il CQmm. Bastianini e il principe Caelani, ambaJCititore d'Jtalia a Washington. Ba1t ianh1i ha data ampi ,-agg11_"agli, che il Gran Comiglio ha accolto con vivo com piacimenJo, Egli ha det10 che i fa.sc i all'estero no,n _ Jono né furon o mai comiderati come ;ezioni del Pa-rtito, ma Joltanto associazioni J ; perIone che, couJ;videndò /J; spirit o- e la dottrina · fa.rcisltt, valorizzano l'azùme del Governo fascista e ipiegano la portata d ei iuoi atti, dimoJtrando la fal;ità di certe notizie che t roppo speJJo vengono difftne a/l'estera per creare la sfiducia verJO il Governo fascilla e nuocere in tale maniera agli i ntere.Hi de/I' Italia e alla sua rinascita, che ogni giorno di p_ùì si manifesta reale e comistente. I fasci ali'es/ero. nurr banno, dunque, neuuna azione di partito da ;volgere, né Jono organi ufficio1i del Governo fmcÌJlttj sono soltanto auociazioni di cittadini che hanno fiducia - nel Governo f a1ci1ta e favoriscono lo Jviluppo economico, commerciale, induJt riale e intellettuale dell'Italia al/'esler() . Come tali eu endo stati considerati; i fa.rri non hanno incontrato ostacoli da parte ·dei G Overni

• Tenutasi a p alazzo Venezii. il 27 luglio 1923 (ore 17-20?). (Da li Popolo d'I1a/ù1, N. 179, 18 luglio 1923, X)

Jll'anieri, che ne ammiranò lt1 compa!tezza e la ;erenit?t, mentre ht111110 /rovaio avverJari tulli coloro Che, /1er partito, preso, ;ono contro d fa· u i11110 it11lidno' e che con la l oro azione n11occiono, quanto pùì p o110110 al 1101/ro pae.se.

I nfine /,1 dichiarazione è stata ,,pprova/a in qfleJti ·termini a/1,1 1manimi1à:

« Il Gran Comiglio del faHÌJm o, udita la relazione Bastianini, dalia quale risulta che ben 298 fasci sono JOrti in tutte le contrade del m ond o dc,vunque esistono nuclei di italiani devoti alla Patria, dichiard q uanto segue:

« I - I fascisti al/1e1tero debbonn euere 01sequentiJsi11Ji alle leggi e con111et11dini del paese che li ospità e d ebbono tenersi auo/11/ame n/e estranei 11lle vicende della po!iJica fo ct1le.

« 2. - I faJcfrti alt1e1Jero debbono adattare la forma della l oro orga: nizuzione e. la l oro pratica attivillr alle condizioni del paeie nel quale vivono.

« 3 . - I fauisti atl'esJero n on debbono coJtituire elementi di divisione, bensì di unione, coordinazione delle colonie italiane e debbonQ dare Jem pre esem pio altiJJimo di probitd per1onale e di diuiplina nazional e.

« 4 . - I faJCiJti al/iestero debbono evitare q11a/Jiasi allo o gesto o parola che possa menomare il prestigio delle. rappresentanze diplomatiche o comolari del Governo italiano, ma debbono, agevolarne diJciplù,atamente il compito.

« 5. - I fasciJti ail'e;tero debbono, Jopratt11tto, svolgere una attività di ordine ;pirituale e morale diretta a fare conoscere l'antica e la nuova Italia in tulle le .r11e manijeJtazioni di vita.

« 6. - Là dove per ;pedali situazioni di ambient e la costit11zio 11e e l'aJtività dei f a1ci poteJJe delerminare nocumènlo direi/o o indireJto agli interessi generali della 11nio11e, la Giunta e.remtiva n aminerà la situttzi one per gli opporttmi provvediment i .

« 7. - Il Gran Con.riglio d el fa1 ciJmo rivolge il suo pemiero frat erno ai dieci milioni di italiani che vivonO' all'estet'o e li assicura che i loro interiui e il loro destino stanno partirolarmenJe a more aJ Partito Nazionale Fa1cùta ».

L'ing. Gaetano Postiglùme ha, quindi, svolto la sua relazione m l quarto comma de/l'ordine d el giorno: <C Coo perativismo ja.JcÌIJa >> .

Egli, dopo avefe auennato aII'origine e allo svi!nppo d el ;indac11to italiano delle cooperative1 presenta tm q uadro eJatlo delle forze di etti dispone il movimento (ooperativistico faJCÌJla in Italia. A J11t11oggi 1o no iscritti al Jindacat o: 1846 cooperative, con 348.2 70 soci, con rm capitale IOIJourilJo di 42 750.000 lire Nel 1922 si è a vuto un m ovimento d i aJtivitJ di circa 650 miiioni Vi Jono, in oltre, 42 Federazioni provinciali

DALLA MARCIA SU ROMA AL VIAGGIO NEGLI ABRUZZ I 339

costituite e 20 in via di costit11zio11e. RiferiS(e anche ampiamente 'sul/' !JtituJo n4Zionale di credil o per la cooperazione e sui crileri che Jegue il Jindacat o per la cooperazione di lavoro e per q11ella agricola, L 1orat ore rilevt1, inoltre, la importanza che ha e plfò avere la cooperazione mi rifleJsi della politica inJerna e di quella esJera e in particolare per la assistenza. ai 1101/ri emigrali. TralJa dei rapporti che debbòno intercedere tra Partito, cooperazione e sindacati. P.er raggiungere 11n armonico svil11ppo della · compleJJa attività fasciJta.

Alla dis c11s~ione, che è 1eg11itd~ hanno parlecipato il Presidente del Consiglio, Edmondo Rossoni, il comm. Marinelli, S. E. Fed erzoni, il comm. Ma.uimo Rocca, l'.011, Girmta, il comm. Maraviglia, S. E. De Stefani ed è stato approvato "questo ordine del giorno:

« Il Gran Consiglio del fascism o, in seguito alla relazione Po11igli one e dopo 11n largo Esam e del problem1t coope,·dtivo in llalit1, riconoue che la cooperazione può rappresentare un contrib1Jto alla ricostmzio-ne dell'eco- . nomia nazionale, alla selezione d elle cap acità e dei valori morali, un mezzo · di pacifica penetrazione e di t11tela delle classi lavoratrici a/J' e;tero e ritiene indìspensttbìle che la cooperazione non debba per nulla peJare sul bilancio dello Staio o servil'e al part1.Jsitimz.o dì enti p olitici e debba sempre più induslrializzarsì, in modo da ottenere dalla libera concor· renza le ragioni del J110 trionfo- e della sua funzione sociale. A ppro·va la direttiva che il 1indacato italiano cooperativo ha da temp o seguito per rìàmdurre la rooperazione nei s11oi veri limiti e sul terreno n azionale ».

Viene, quindi, diS(t1sso l'ultimo comma de/l'ordine d el giorno sui gruppi di competenztJ. · .

L'argomento viene i·volto da Mauimo R orca, i l q11altt fa una dettagliata relazione sull'crganizzazione attuale e· 111110 sviluppo d ei grnppi d~ competenza, sui loro rapport'i col Partito e coi sindacali e col Governo, JUila loro opera per untt; p olitica t ecnfra organica nazionale e 111/ lo ro significalo storico rivoluzionario n el p reparare attrave r10 i consigli tecnici i mezzi affinché i dirigenti d ell'econ omia privala possano contribuire efficacemenJe ·a g o vernare la co sa pubblica.

Dalla relazion e è risultato che, finora, sona costiluili i seguenti gruppi provinciali di competenza: 11 per le Pubbliche amministrazioni, 14 per la Finanza pubblica, 16 gimidico-legali, 8 per /e -Op ere pubh/iche, 12 per i trasporli e le co municazioni, 14 per le ind111lrie con J1Jddivisione in sot1ogr11ppi, 12 per il Commercio1 22 per J!Agritoltura, 19 per l 1l str1Jzione, 4 per le Belle Artf, 8 per J-'Edilizia, 10 per· /a Sanità e l'I gie ne pubblica, 2 per l e Colonie, 7 per i p orti e la navigazione, comprna la pesca, e 8 per le mi"iere, rompre1i i Jott ogruppi rhimici. In totale 178 gruppi pro-vinciali, divisi in 46 provincie e 3 capoluoghi di circondario1 compresi i n 17 regioni1 con 37 segrèlari tecnici provinciali.

OPERA OMNIA DI BENITO MllSSOLINJ

La relazione è stata 1eg11ita ed affolte1ta col 'mauim o intereise dai Gran Contiglio e il President e d el Comiglio, alla fine, ha manifestato a Mauimo Rocca e ai moi co/laboratMi il suo fervid o volo d i plau10 per il lavoro compi11to.

E seg11ita tl!M breve di!cussione, nella qNale è 1/ato rico11 oui11ro che è dovere del Partito· e d elle corporazioni di aiutare /' organizZttzione e il disciplinamenJo dei gmppi di competenza pres10 if segretaria/o centrale

A cond1nione1 è J/ato approvalo ;J seguente ordine del giorno : li dott. Mai zotti di Cesena è quindi chiama/O' a spiegare di nanzi al Gran Comiglio la frmzione e l'attività d ei comitati delle opere, che sono sorte dapprima in Romagna e vanno costituendosi in diverse dttà d'lr dlia.

« /{ Gran Comig/i() fasct!Ja, constatato che i gruppi provindali e nazionali di competenza co1titui.uo110, oramai, una importante racco lta di studiosi e di tecnici al ;ervizio d el Governo fascista, fdcco/Ja format a.ri con .fed e dùinteresJata a uopo di 1111 lavo ro silenzioso e fuond o, che g;à d;ede fiI11ltali nolevoli di Collaborttz;one col Governo mttlgrttdo gli uarsi mezzi di cui il nuovQ orgttnismo disponeva; ritenuto che i gruppi di co ~npetenza rappresentano imieme alla Milizia e al sindacalhmQ- naz;onale 1111a d elle originalità della rivo/11zione fascÌJlta neceJJarie al/Q svilupp() delle f11111re sue creazioni, compresa quella di ,ma nuova classe dirigenJe; invita formalmente i fiduciari d el Partito e le corpornion; ad aiutare /'organizzazione e le funzioni dei gyuppi di compe1enza, confermando che eui d ebbono dfrciplinarsi P.er q11anto riguarda il loro compito di studio e di informazione alle dipendenze del ugretariato nnio11ale dei gruppi in R.Pma; invia un voto di plauw a Massimo Rocca e a 111/li i suoi collaboratori per la feconda attività fino ra spiegata per il bene del Partito e della nazione)).

Il relatore spiega come guesti comitati, nei quali sono rappreienlate t11t1e le categorie, abbiano lo J(opo di proTnuovere l'unione di tulfe-le classi, per raggiungere un bene ' rom,me, indipendentem ente da qualsiasi aiuto fina ,rziario dello Stato.

I CO"!;itati, laddove .sono sorti, Jono dfretti dalla forza politica dei fascio /orale ed essi, in pratica, si riwlflo no in uno stìm.olo alla. partecipazione del capitale privato, al finanziam ento· di opere di pubblica utilità. A Cesena, dove è sorto il primo comitato delle opere, f1mziona già regolarmente uno sta.bi/imenio per la lavorazione dei" tabacchi, un con-· sonio per le ind111trie agricole- e una società per l'indzmria edilizia.

Il do/I, M11zzotti dà min!Jle informazioni sul funzionament o 'di delfi organismi e il Gran CÒnsiglio esprime il parere che quesle iniziative d ebbono essere focoraggiate, Jenza per altro prendere alcuna derisione i n proposito.

Il Pre1idenle del Comiglio richiama quindi l'atlenzione dei preunJi

111/l'aJtivÙJi giornalistica del ParJiJa e il Gran Consiglio approt1a a/J'unanimiJà .il seguente ordine del gi(),no: t: Il Gran Consiglio del fascisma, consideralo che ii Partito nan deve disperdere 'ma tn oreggiare le sue energie, ordina che coi 1,o .rellembre n on ci .rù,, .rettimanale o quotidian(), che un sofo organo del Partito per provincia,

E pure approvato all'unanimità quest'altro ordine del giorno:

« li Gran Comiglio del fascismo incita formalmente la Giunta esecutiva a procedere con rapidità e ine,orabilità dovunque 1i manife1tino atti di indisciplina o dinidi di persqne, poiché non poSio no rié debb ono euere turbati il Partito Nazionale Pascùta, da cui è uscito il Governo; e meno ancora il Governo, che si è a.Js11nto la 1/orica, enorme re1pon1abilità di condurre 111/le vie della grandeZ.za della nazione» .

E Co1ì, eMurita la trattazione dei commi po1ti a/l'ordine del giorno, /'a.r1emblea decide che la nuova 1euione venga convocala nel mese di ottobre per deliberare mlle cerimonie celebrative d ella rivoluzione, che dovranno euere grandiose e Jevere e che durerannq tre gio rni.

AL .POPOLO ABRUZZESE*

Legionari ! Gente di Abruzzo!

Sono venuto qui per porre la vostra regione all'ordine del giorno della nazione. Fra tutte le regioni" d'Italia, l'Abruzzo è l'avanguard ia", perché in dieci mesi di Governo è l a regione che mi ha chiesto di meno e ch e ha lavorato di più. Una volta io ho chiama to l'Abruzzo il cuore vivo e pulsante della Patria. Rinnovo oggi, al cospetto di questa moltitudine, al cospetto dell'Adriatico, che è ancora abbastanza amaro se non più amarissimo, questa mia dichiarazione, che risponde ad una semplice e documentata verità. Pongo all'ordine del giorno del fascismo tutto il fascisrrio abruzzese e tutte le su e magnifich e legioni, poiché, se in qualche scarsa località d'Italia piccole e trascurabili questioni personali aoguStiano la nostra vita, qui , invece, fervida è la passione, altissima la fede, infrangibile la vostra anima.

Poco fa uno dei vostri produttori mi diceva che se il fascismO avesse preso il potere due anni 'prima, saremmo in anticipo di due anni nella nostra rinascita e nella nostra redenzione morale ed economica. C'è, ve- ramente, in ogni provincia d'Italia, un impeto ed un fremito di vita nuova ed io ho l'impress ione. visibi1le e plast ica di tutto jl popolo .che marcia in battaglioni serrati, ora ch e tutte le utopie asiatiche sono ~tate stroncate per sempre.

• La sera del 20 agosto 1923, Mussolini era partito in treno alla volta degli Abruzzi. Il 21 ag:osto, ·alle 8, arriva a Castellammare adriatico, dove passa in rivista. reparti dell'Esercito e della .M.V.S.N. visita la mostra campionaria abruz. zese. Poi , dalla t_erraz:za del Kursul, pronuncia il discorso qui riportato. . (Da Il Popolo d'Italia, N, 200, 22 .agosto J92 3, X). ,.

Da11'Abruzzo mi sono venuti al Governo due collaboratori, che io apprezzo ·moltissimo, che sono devoti, fedeli e preziosi colJaboratori della grande causa.. Siate fedeli, o camicie. nere, ·a questa nostra rivolo· zionc. Ditemi: se fosse necessario ricominciare, ricomincereste? (Tulli gli astamì gridano a pùì ripre se: «Sì! Sì!»).

Se sarà necessario marciare verso altre mète, marcerete? (Tult i gli aJJanti rù p ondo no con tm gran g rido : «Sì!»).

Ebbene, _s.epariamoci con questo giuramento. Se sarà necessario, im· peg neremo a ltre· battaglie e strapperemo hdte le vitto ri e ! (Grida f reneJiche di « Vi va M11sso lini.1 » salutano la fi ne del d i~rorso).

AL POPOLO DI PESCARA*

Cittadini di Pescara!

Da oggi avrò il gradito ricordo di avere potuto comunicare con il vostro animo profondo e devofo alla Patria.

Stamane, visitando la mostra, ho avuto la rivelazione visiva del vostro potente sforzo di costruttori e di produttori. Io ho d etto e ripeto che siete benemeriti della nazione. Lo siet~ stati in guerra; molti abruzzesi sono stati con me nelle triàcee e posso attestare il fermo valore dei loro solid i pctti. (Appla11si fra gorosi ed tmahimÌ).

Siamo rutti devoti all'Italia; questa è la fede che ci riscalda Jo spirito; dal più alto al più umile og nuno deve compiere il suo preciso dove.re. Se noi riwciremo, e noi riusciremo, perché io lo voglio e voi lo ver lete, a fondere tu~e le nostre energ ie e ad esaltare la nostra fede e a credere, a fe rmamente credere nei radiosi destini d'Italia, non c'è da temere il ritorno offensivo del nemico. (Appiansi unanimi).

Vorceì che certi pallidi politicastri i quali perdono il loro tempo in lunghe e prolisse disquisizioni sulla forza e sul consenso, p:irtecipassero a queste nostre fresche cd impetuos~ adunate di popolo per con vincersi che, oltre alla forza, il Governo fascista ha il consenso della parte mi· gliore del popo lo italiano. Ed è per questo che noi del Governo fasc ista dichiariamo che saremo inflessibili ed inesorabili contro tutti coloro che volessero éievocare l'Italia di ieri: la piccola Italia che non può essere 1a n~stra grande Italia. queHa che siamo noi. quella che noi vogliamo. Cosl non è il Partito: è qualche cosa di più. :P. una milizia, è un a religione, è una passione che infiamma tutti i giovani generosi italiani e coi giovani gli adolescenti ed i vecchi che non si sentono tali e che hanno raccolta la face viva riaccesa dai morti delJa grande guerra. I morti·d ella g rande guerra ci hanno detto che bisogna vincere 1a pace e Si deve vincere con il lavoro, con la disciplina e con 1a concordia. E d 'esempio quotidiano di lavoro e di disciplina cred iàmo debbano essere soprattutto ed in prima line~ i fascisti che hanno l'onore e l'orgoglio di partecipare a questo grande Partito, che, volere o p.o, ha salvato la Patria. (A pplausi prolttngatr).

• Il pomeriggio del 21 agosto 1923, :Mussolini si porta a Pescara, « accolto da una maniltstazione impooente ». Visitato il « Circo lo ternino», dal balcone dello stesso, pronuncia il discorso qui r iportato. (Da Il Popolo d'lt11/ù1, N. 200, 22 ag osto 1923, X).

Io serberò profondo nel cuore il ricordo d i questa ospitale e fraterna accoglienza.

Gridiamo insieme: Viva. il re! Viva l'Italia! Viva il fascismo! (lt i,;. plh:e grido è ripetuto con entruiasm~ daJla ft;/ld).

AL POPOLO DI SULMONA*

·Io vi ringrazio dal più profondo del éu.ore delle fervide e ospitali accoglienze. Intendo salutare e ringraz iare in voi rutto il generoso popolo dell' Abruzzo, che ieri ho messo all'ordine del giorno della nazione. ( ç,andi appl,usr).

• A Pescara, il pomeriggio del 21 agosto 1923, terminato il discorso al popolo, Mussolini si era recato a visitare la casa di Gabriele d'Annunzio. « N ella casa, il duce viene ricevuto dalla vecchia governante del Poeta, e da due nipoti, e da un nipote di lui. Grande folla reverente sta nei pressi dell'edi.6do. Il Presidente visita minutamente e con reverenza la casa e scrive n ell'album queste parole: "Con sen10 di tl"epida v enerazi one. MUSSOLINI". Intanto la folla odi a via acclama e chiede con insistenza di vedere il duce, che, affàcdat05i ad una finestra della casa, dice: " V dda il nouro re verente pe111iero a Gabriele d' l'fo· mmzio, /'eroi.o roldaro, ;J fermiuimo i taliano, il magni/i.o poeta. Per Gabriel e d'A.11n11nzio, eia, eia, , eia, alafà!", li popolo ripete a gran voce l'eco gioiosa ». Alla sera, era rientrato a Castellammare adriati~o, dove aveva partecipato a manifestazioni in suo onore. Il 22 agosto, alle 7, lascia Castellammare e si p0rta alla Sagra della Maiella. Sul registro del Club alpino» di Chieti, affidato al custode rhe t presso la Sagra della Maiella, .scrive queste parole: « Benito Mrm olini, ai piedi della Maie/1.i madre, ctm ammirazione i n finita per l'Abruzzo e,oiro ». Poi raggiunge Roccaraso. Nel pomeriggio, visita Sulmona, dove, nelfa. ca"sa dei baroni Sardi, « rireve le notabilità cittadine, mentre nei dintorni si · accalca J"intera cittadinanza, che applaude freneticamente reclamando a gran voce per vedere il duce, che, qua ndo appare, è salutato d.a un'ovazione che dura qualche minuto». Cessati gli applausi, il Presi dente del Consiglio p ronuncia il discorso qui riportato. (Da Il Popo.fo d'!ti1lia, Nn. 200, 201, 22, 23 agosto 1923, X).

Ieri, alla mostra dì Castdlamntare, passarono sotto j miei occhi le m irabili opere della vostra arte, della vostra industria, della. agricoltura, ed ebbi la prova delle superbe vostre qualità. ·( Appl~uSI).

In questa troppo rapida g ita attraverso i bei vostri paesi, ho avuto la viva soddisfazione di vedere che tutto il popolo, senza distinzione di classe, mi è venuto incontro. fo credo che più che yenire verso d i me, esso abbia voluto venire verso jJ Governo nazionale ed in me abbia voluto salutare il Governo nazionale fascista, che è fermamente deciso di portare al sommo della perfezione morale e materiale il popolo italiano.

! n altri tempi Sulmona passava per un centro sovversivo. Oggi la sento guarita da questa infeziorie, come ne è guarita tutta l'Italia. ( CaloroJi evviva). Ebbene, vi assicuro che l'Italia non. sarà più colpita da questo morbo, che ci f ece tanto soffrire. (Ovazi()ni i11Je1crivibi/J).

Ch i garant isce che l'Italia non perderà più i contatti con le opere d ella. sua redenzione ? (Urla form;Jabili della f olla che pende dalla b()aa del Duce: «Noi! No;/»).

Avete detto « noi( ». Voi dunque Jo garantite, voi che siete tutti fascisti, a nche se non portate la camicia nera. (Infiniti appld111i ed .« alalà! » per Mtusolim).

Parto da questa terra di Abruzzo col cuore gonfio di commozione per quello che ho veduto. Dico a voi fascisti: ricordate quali sono le nostre idealità, che io raggiungerò con tutta 1a fed e di un figlio del popolo, che vuole 1a devazione del popolo. Spero che ritornerò sulle strade d 'Abruzzo, ma in ogni modo il ricordo di questi giorni resterà incance llabile nel mio cuore.

A chi Roma? (E il popolo fremen te rispondt: «A. N oi .I >>).

A chi l'Italia? (E a1Tcora la folla unanime grida: « A Noi .I»).

A chl iJ Gove rno fas cista.? ( E p er la t erza v.olta la f olla ripete fo rte: « A Noi!»).

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