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SULLA CHIUSURA DELLE SCUOLE ITALIANE
E DI UN AMBULATORIO IN . ALBANIA*
Il regio ministro degli Affari Esteri non ha ancora preso a lcun provvedimento circa le scuole italiane in Albania, ma si propone di adottare per il prossimo anno scolastico h1tie quelle misure ch e sararlno suggerite dalle circostanze.
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Le regie scuole di Scutari e di Durazzo, chiuse all'iniz io della guerra ewopea, non furono riaperte per assoluta mancanza di alunni. Le scuole di Vlllona, che contavano l'anno scorso una quind icina di alunni, furono ·riaperte anche quest'anno, Non contavano complessivamente che venti alunn i, ripartiti in quattro classi, cui sono addetti q uattro insegnanti. Esse costano al l'erario circa duecentomi la li re a ll'anno; e, se si tien conto dell'ambulatorio a nnesso alla scuola, ben duece ntosessantamila lire circa, cioè tredicimila l ire per scolaro.
Il regio ministero si propone di istituire col prossimo anno scolastico un corso unico misto.
Quanto agli ambulatori, presentemente funzio~ano in Albania tre ambulatori medici italiani: uno a SC'.1tari, il quale grava sul bilancio della Guerra e degli Esteri per ci rca quattromilacinquecento lire al mese; uno a Valona, annesso a lle regie scuole, che grava mensilmente sul bilancio del ministero degli Esteri per circa lire cinquemila ed il terzo a Durazzo, che rappresenta u na spesà mensile di circa cinquemila lite
Ora, se per il passato i nostri a mbulatori in Albania potevano rappresentare, oltre che un'opera di uma nità, un mezzo p er accattivarsi la benevolenza della popolazione e sottrarla ad influenze a noi ostili, occorre riconoscere che essi h anno in gran parte fallito al loro scopo, ed ora vengono co~siderati Ioèaimente come un puro e semplice strumento d i propaganda, dando luogo a ostilità per p arte dei medici·e della popo· fazione.
• Dichiarazioni fatte alla Camera dei deputati, nella tornata del 19 mag gio J923 (or(" l~-19), in rispost a all' interrogazione del deputato Adolfo Negretti aJ ministro d~li Affari Esteri « p er sapere se sia vero che si vogliono chiudere le scuole italiane e l'ambulatorio in Albania, ed in caso affermativo, q uali siano le ragioni che avrebbero d eterminato un tale provvedimento esiziale al nostro prestigio nell'altra sporula dell'Adriatico, che pur tanti sacrifici è costala. al nostro paese, ed in contrasto con il programma di recente annunciato dal ministro di volere dovunque valo rizzare il nome, il valore e la civiltà italiana». (Dag li .11.tJi d el ParlamenJo iraliarto Camera d ei d epuJaJi, Seuione cii. L eghlatu,.a cii. Diwmfrmi. V ol11me X, pagg. 91 79-9 180).
Per tali motivi, tenuto conto dell'opera svolta dai predetti ambu· latori, il regio ministero degli Esteri ha preso accordi con l'Associazione per il soccorso ai missionari italiani perché asswna a sua carico l'ambulatorio di.Scutari a partire dal 1° gennaio; ha deciso di sopprimere l'ambulatorio di Valona a partire dalla stessa data, visto che, dell'elemento locale, nessuno se ne serviva, e che i pochi italiani che vi cicorrevano per medicinali antimala rici durante la stagione estiva potranno trovare quanto loro occOrre presso la direzione della scuola; non ha preso · ancora alcuna decisione p er l'ambulatorio di Durazzo - che, a differenza degli altri due, ha dato sinora ottimi risultati - riservandosi di provvedere in conformità alle proposte che verran no formulate da l _regio ministro a Durazzo.
Tali provvedimenti, oltre a rispondeie alle attuali n~cessità .di rigide economie, sono ben lung i dal ledere o diminuire il nostro prestigio.
Le scuole e gli ambulatori in Albania, cosl come erano ordinati, non sarebbero stati più che un inutile dispendio di denaro e di energie da potersi meglio impiegare in altro campo, e avrebbero avuto l'effetto di alimentare sospetti e renderci invisi_ al popolo albanese, col quale· invece intend iamo mantenere e sviluppare rapporti di leale amicizia.
E, se è comprensibile che Je p ersone danneggiate nei loro interessi privati si lagnino per la cessazione dei lauti emolumenti goduti, non è giustificabile che esse cerchino d~ salvaguardare i propri interessi erigend osi a difensori del prestigio nazionale, al quale vigilal'lo assiduamente il Governo del re e la regia rappresentanza in Albania. (Appro va.. ziom).
PRESENTAZIONE. DI UN DECRETO REALE•
Mi onore di p resentare alla Camera il decreto reale che autorizza il ritiro del disegno di legge concernente i provvedimenti p er il Pio .Istituto· di Santo Spirito e Ospedali riuniti in Roma.
« NOI TENIAMO ROMA E LA TERREMO »**
Udinesi!
:E. con un senso di profonda commozione che io sono tornato sta· sera, attraverso le vie dell"aria, alla vostra ca ra e nobile città, Posso dire
_. Parole pronunciate alla Camera d ei deputati, nella tornata del 19 ma.g• gio 1923 (Dagli Aui del PtU1'1men10 it~ùzno Cammz dei deputati, S11si on , dt. UgiJlallmt rii. Diuuuioni, Vol11me X, pag. 9184).
.t• Il 23 maggio 1923, alle 16, Mussolini parte jn aereo alla volta di Campoformido. Alle 20.30, atterra al campo di av~azione di Campoformido e Prosegue con orgoglio, e permettetemi di dirlo, che ormai voi avete ben compreso e ben vivete della vita del fascismo con quella simpatia che l'erosione del tempo e delle intemperie non varrà a distruggere.
Voi ricordate che il grido che riassume la fede, la speranza e la grandezza della razza fu gridato qui: Roma! E tutti voi e le generazioni nostre capirono il bisogno della marcia sulla capitale.
Ora noi teniamo Roma e la terremo. (Applausi deliranti).
La terremo- contro gli avversari più pericolosi; la terremo impon endo la più ferrea disciplina ai nostri stessi gregari; la terremo imponendo a noi stessi questa disciplina .
Udinesi !
Solo col lavoro e col rispetto d elle gerarchie noi realizzeremo il sogno che fermenta nei nostri cuori: la grandezza della P atria.
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE*
Mi onoro ·di presentare alla Camera i seguenti disegni dì legge : conversione in l~gge del regio decreto· legge 3 l gennaio 1922, numero 157," col quale è stata data piena ed intera esecuzione all'accordo preliminare concluso a Roma il 26 di cembre 1921 fra il Regno d ' Italia e la Repubblica federale dei sovieti di Russia; conversione in legge del ·reg io decreto 1eg&e 31 gennaio 1922, numero 158, col quale è stata data piena ed intera esecuzione all'accòrdo preliminare concluso a Roma il 26 d icembre 1921 frà il Regno d'Italia ela Repubblica socialista dei sovieti di Ucraina.
subito in automobile per Udine, dove, dal balcone del palazzo della prefettura, pronuncia il discorso quj riportato. (Da Il Popolo d 'llalia, N. 123, 24 maggio 1923, X, e dal Giornale di Udin e, politico-quotidiano del mattino, N 122, 24 maggio 1923, s,o).
• La mattina del 24 maggio 1923, Mussol ini aveva la.sciato Udine per portarsi in automobile a Redipuglia, dove, nel cimitero, aveva presenziato Ja cerimonia indetta per la celebrazione dell'anniversario 4ella vittoria. Poi, 5j era r«ato in automobile 511! monte San MiC:hele, « dove è stato accolto da vivi applausi da parte dei quattromila mutilati recatìvisi in automobile con le loro bandiere. ( +) Consumato il rancio dei mutilati, è partito per Gorizia. dove, appena giunto, ha passato in rivista le legioni fasciste del Tagliamento e ha poi proseguito pel campo di aviazione. Salutato entusiasticamente dai presenti, è ripa.rtito in aero. plano alle ore l!I per Rom3 ». Verso le 20, era atterrato all'aerodromo di Centocelle, Il pome-riggio del 26 maggio, alla Carnera dei deputati, pronuncia le parole qui riportate. (Da Il Popolo d' lJt1Jia, N. 124, 25 maggio 1923, X, e dagli Atti d el Parlamento italiflno, Camera dei d,putali. Snsion, rii. Legirlatura eil. Diu11nitmi. Volum e X, pag, 9392)