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PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE*

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DOPO

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Ho l'onore di presentare alla Camera i seg uenti disegni di legge: approvazione della convenzione dog anale commerciale italo canad ese, firm ata a Londra il 14 genn aio 192-3; ratifica ddle convenzioni adott ate a Ginevra nella terza sessione della conferenza internazionale del lavoro; approvazione di due convenzioni firmate a Saint-Germain en Laye il 10 settembre 1919 fra l'Ital ia ed altri Stati, e reiatìve :

1.- alla revisione degli atti di Berlino del 26 febbraio 1885 e di Bruxelles del 2 lug lio 1890 ;

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2. - ad una convenzione ci rca il regime d elle bevande alcooliche ·in Africa ; emenda.mellto a ll'a rticolo 6 d el Patto d ella Società delle nazion i adottato dalla seconda assemblea di quella Società nella seduta 15 ottobre 192 l.

SULLA TUTELA DEGLI ITALIANI A INNSBRUCK **

Per ciò che riguarda il passato, si suppone che l'interrog azione si riferisca agli incidenti occorsi, diversi mesi fa, ad Jnnsbruck e Stei!)ach, per i quali H Go.verno italiano intervenne subito protestando energicamente presso j1 Governo di Vienna, il quale si affrettò a fare per iscritto le proprie scuse, e promettere di. ag ire presso l'autorità giud iziaria perché i colpevoli venissero ad essa deferiti. Per i fa tti di Innsbruck, il proced imento si è chiuso con la cond anna d ei colpevoli; per quello d i Steinach, il processo già fissato per la settimana scorsa è stato rimandato a causa della malattia di uno degli imputati.

Perc~é la riparazione avesse un effetto tangibile localmente, si ot -

• Parole pronunciate alla Camera d ei deputati, nella torn:a.ta del 16 maggio 1923. (Dagli Alli del Parlam ento ilalia110 , Camera dei dep11tati, S en ione dt. LegiJ/,ztura çif, Dimmio ni, Vol ume X , p agg 9 038-9039).

_. Dichiarazioni fatte alla Camera dd deoputati, nella tornata del 18 m agg io 1923 (ore 1~-19.1 1) , in r isposta all'i nterrogazione del deputa to G iovanni Braschi al ministro d egU Affari Esteri <tper sa~re come abbìa tutelato fi nora e come stia. tutelando la ·Vita e la dignità d egli itali ani a Innsbruck e nelle altre città tedesche di confine», (Dagli A lfi d el Parlamento italiano Came ra d ei d ep11t4ti, Seui ont çi,, legiJlaJura çit Dimmioni Volume X, pag. 9139) ,

· tenne inoltre che il capitano provinciale di lnnsbruck si recasse di persona ed in forma ufficiale al regio Consolato d' Italia e rinnovasse formalmente per suo conto al rappresentante italiano le scuse per l' ac• caduto e le assicurazioni che i dolorosi avvenimenti. non si sarebbero ripetuti.

Di fatto, nessun nuovo incidente si è verificato in se~uito.

SULL'AGGRESSIONE DI UN ITALI ANO A INNSBRUCK *

Il signor Marini, g ià capitano del regio Esercito, trovandosi ad fnnsbruck per ragioni esclusivamente d i commercio, fu colà vittima d i una aggressione 1a sera del 10 marzo 1920, mentre rincasava in compa· g nia di due suoi conoscenti sig nori Corsi e De Andreis.

Colpito gravemente coll'impugnatura di un bastone all'occhio destro, e trasportato all'ospedale oftalmico, egl i dovette dopo alcune settimanl", subire l'estrazione dell'occhio.

Il fatto rimase per lungo tempo ignorato perché il Marini, quando fu ricoverato all'ospedale, insistette p resso amici e sariitari perché non fosse data pubblicità all'accaduto; ragione per cui mancò qualsiasi de· nuncia tanto alle autorità austr iache che alle truppe italiane di occupazione allora trovantisi ad lnnsbruck, e i medici si astennero d ar fa r rapporto alla polizia l ocale. Fu solo dopo alcuni mesi, cioè quando il Marini si accorse delle gravi conseguè nze della f erita, che si indusse a parlarne e a c~iedere una riparazione.

Conseguentemente il regio console, insediatosi nel frattempo ad Innshruck, appena in data 15 luglio fu in grado di informare il ministero deg li Affari Esteri dell'aggressione avvenuta il 10 marzo.

Questo ministero non mancò di fa re invitare subito il Governo austriaco a disporre un'istruttoria che accertasse le responsabilità e ideo· tifi.casse i colpevoli, e inoltre chiese che fosse pagata al Marini una congrua inde nnità.

• Dichiarazioni fatte alla Camer a dei deputati, nella tornata del 18 maggfo 1923, in risposta all'interrogazione del deputato Giovanni Braschi ai ministri d eg li Affari Esteri e del Tesoro (sottosegretariato per l'Assistenza militare e Pensioni di guerra) « per sapere quale azione abbiano svolto e quale forma di soddisfazione e indennità intendano far concedere all'ex capitano Giovanni Battista Marini di Forll che nel marzo 1920 veniva aggredito e ferito per le vie di Ionsbruck cosl gravemente da essere rimasto per sempre inValido e incapace a lavoro p roficuo». (Dagli lilli d el ParlamenJo italiRII<> Comertt dei d epul41i. Seuione rit. Leghlatura rit. Disrutsion;. Volume X , pagg. 9 140·9 14 1).

, Intanto le indagini disposte dalla legazione di Vienna e dal consolato di Innsbruck, davano risultati contrari al Marini. Il fatto che costui, appena ferito, aveva pregato che si evitasse ogni pubblicità, messo in relazione a qualche altra circostanza di carattere delica~o, aveva fatto sorgere in lnnsbruck la voce che l'aggressione fosse dovuta a ragioni private.

In data 3 agosto il capo delJa cessata missione italiana in lnnsbruck, invitato a fornire informazioni, scriveva che l'aggressione del Marini era sempre rima.sta avvolta nel mistero. Anche pochi g iorni prima, ess~ndosi presentato alla missione in occasione del suo rimpatrio ed interrogato sulle probabili causali dell'aggressione, il Marini aveva risposto d i non saperne dar ragione. Il capo della missione militare aggiungeva che mai a lui era g iunta la voce che l'aggressione avesse. avuto movente

Le indagirù iniziate dalla polizia austriaca tre mesi dopo l'accaduto restarono infruttuose. Il tribunale di Innsbruck chiuse l'istrutt~ria con dichiarazione di non 1uogo a procedere; il ministro federale degli Esteri si dichiarò dolente di non poter accogliere 1a richiesta di indeilnità. Dopo tali precedenti non sembra il caso di insistere nuovamente presso il Governo di Vienna per fare Ìlccordare al Marini un indennizzo.

Anche ammesso che l'aggress ione fosse stata determinata da brutale malvagità, ed anzi da odio politico,- si tratterebbe sempre di un reato comune che dà diritto di risarcimento ai danni contro i colpevoli, ma non contro lo Stato.

L'infruttuosità delle . ricerche della polizia neanche può attribuirsi a neglige nza od inerzia della stessa, quando si pensi che l'aggressione avvenne nell'oscurità della notte e di essa venne sporta denunzia tre mesi dopo.

,-·unico elemento certo di .colpa, e quindi di responsibilità, sarebbe a carico del sanitario che prestò le prime cure al ferito, e che per legge avrebbe avuto il dovere di denunciare il reato, malgrado la contraria volontl della parte ·lesa. Ma qui si deve osservare che il medico non era un funzionario, non rivestiva una pubblica autorità; quindi non si saprebbe come far risalire allo Stato la responsabilità sua persona le.

L'onorevole Braschi interroga anche il ministero del Tesoro (sottoseg retariato per l'Assistenza militare e le pensioni di guerra).

In proposito va os~ervato che poiché il Marini, al momento dell'aggressione, non era più ufficiale in servizio effettivo e si trovava ad Innsbruck come un privato commerciante, il doloroso incident e capi· tatogli esula dalla competenza del sottosegretariato predetto.

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