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FORZA E CONSENSO

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Certo liberalismo italiano, che si ritiene unico depositario degli autentici, immortali principi, rassomiglia straordinariamente al sociali• smo mezzo defunto, poiché anche esso, come quest' ultimo, crede di passedere « scientificamente » una verità indiscutibile, buona per tutti i tempi, luoghi e situazioni. Qui è l'assurdo. Il liberalismo non è l'ultima parola, non rappresenta la definitiva formula, in tema dì arte di governo. Non c'è in quest'arte difficile e delicata, che lavora la più refrattaria delle materie e in istato di ffiovimento, poiché lavora sui vivi e non sui morti; non c'è nell'arte politica l'unità aristotelica del tempo, del luogo, dell'azione. Gli uom ini sono stati più o meno fortunatamente governati, in miJle modi diversi. Il liberalismo è il portato e il metodo del XIX secolo, che non è stupido, come opina D audet, poiché non ci sono secoli stupidi o secoli intelligenti, ma ci sono intelligenza e stupidità alternata, in maggiori o minori proporzioni, in ogni secolo. Non è detto che il liberalismo, metodo dì governo, buono per il secolo XIX, per un secolo, cioè, dominato da due fenomeni essenziali come lo sviluppo del capitalismo e l'affermarsi del sentimento di nazionalità, debba necessariamente essere adatto al secolo XX, che si annuncia già con caratteri assai diversi da quelli che individuarono il secolo precedente. Il fatto val~ più del libroj l'esperienza più della. dottrina. Ora le p iù g randi esperienze del dopoguerra, quelle che sono in istato di - movimento sotto i nostri occhi, segnano la sconfitta del l iberalismo, 1n· Russia e in Italia si è dimostrato che si può governare al d ifuori, al disopra e contro tutta la ideologia liberale. Il comunismo e il fascismo sono al di fuori del liberalismo.

Ma insomma, in 1 che cosa consiste questo liberalismo per il qual e più o meno obliquamente si infiammano oggi tutti i nemici del fa scismo? Liberalismo significa suffragio universale e generi affini? Significa tenere aperta in perITlanenza la- Camera, perché offra l'indecente spettacolo che aveva sollevato Ja nausea generale? Significa in nome della libertà lasciare ai pochi la libertà di uccidere la libertà di tutti? Signifiça fare largo a coloro che dichiarano la loro ostilità allo Stato e lavorano attivamente per d emolirl9 ? n questo il liberalismo? Ebbene, se questo è il liberal ismo, esso è un a teoria e una pratica di abbiezione e di rovina. La libertà non è un fine; è un mez:ro.'Come mezzo deve essere controllato e dominato. Qui cade il discorso d ella «forza».

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I signo~i liberali sono pregat i di dirmi se mai nella storia vi fu governO che si basasse esclusivamente sul consensÒ dei popoli e rinun- ciasse a qualsiasi impiego della. forza. Un governo siffatto non c'è mai stato, n on ci sarà mai. Il consenso è mutevole come le formazion i d ella sabbia in riva a l mare. Non ci può essere sempre. Né mai può essere totale. Nessun governo è mai esistito che abbia reso felici tutti i suoi governati. Qualunque soluzione vi accada dì dare a q ualsiasi problema, voi - e foste anche partecipi della saggezza div ina! - creerete i nevitabilmente una categoria di malcontenti. Se finora non c'è arrivata la geometria, 1a politica meno ancora è riuscita a quadrare il circolo. P osto come assiomatico che ciualsiasi provvedimento di governo crea dei malcontenti, come eviterete che questo malcontento dilaghi e costituisca un pericolo per la solidità d eJlo Stato? Lo eviterete colla forza Coll'accantona re il massimo di forza. Coll'impiegare questa for2a, inesorabilmente, quando si renda necessario. T ogliete a u_n Governo qua lsiasi la forza .:_ e si intende forza fisica, forza armafa - e Ja. , sciategli soltanto i. suoi immortali principi, e . quel Goverllo sarà alla mercè del p rimo g ruppo organizzato e d eciso ad abbatterlo. Ora il fa. scisma getta al macero queste teorie antivitali. Quando un gruppo o un partito è al potere, esso ha l'obbligo di fortificarvisi e di d ifendersi contro tutti. La verità palese oramai agli occhi dì chiunque non li abbia bendati dal dogmatismo, è che g li uomini sono fors e stanchi di libertà, Ne hanno fatto un'orgia. La libertà non è oggi più la vergine casta e severa per la quale combatterono e morirono le g enerazioni della prima met~ del secolo scorso. Per le giovinezze intrepide, inquiete ed aspre ch e s i affacciano al crepuscolo mattinale dc-Ila nuova storia ci sono altre parole ch e esercitano un fascino molto maggiore, e sono : o rdine, gerarchia, disciplina. Questo povero liberal ismo ita liano, che va gemendo e battag liando per u na p iù g rande libertà , è singolarmente in ritardo C completamente al di fuori di ogni comprensione e possib il ità. Si p arla d i semi che ritroveranno la .primavera. Facezie ! Certi semi mu oiono sotto la coltre invernale. Il fas cismo, che non ha temuto di chiamarsi reazion ario quando. molti dei l iberali odierni erano proni d avanti alla bestia trionfante, non ha oggi ritegno alcuno di di ch ia rai-si ill iberale e antiliberale. Il fascismo non cade vittima di certi trucchi dozzinali.

Si sappia dunque, una volta per tutte, che il fas cismo non conosce idoli, non adora feticci: è già passato e, se sarà necessario, t ornerà ancora tranquillamente a · passare sul corpo più o meno decomposto d ella Dea libertà. ·

Da G erÌlrthh,, marzo 1923, II

30" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTIU *

Dopo aver rife;-ito sul colloq11io avuJo a Milano col minisJro degli Affari E1teri belga faspàr, il Presidente illustra al Consiglio i recenti avvenimenti d i poliJica es/era e lo 1/a/o delle trattative commerdali in cor10 con altri StaJi.

La ,commissione paritetica prevista dagli accordi di Santa Margherita, riunitasi Come è noto ad Abbazia il 1° marzo scorso, iniziò i propri lavori con gli accordi per lo sgombero di Susak, avvenuto il successivo giorno 3. 'È bene rilevare a questo proposito ch e la delegazione italiana i.n seno alla commissione ha voluto esprimere la propria gratitudine al comando e alle truppe italiane per il contegno cortese e cavalleresco tenuto dur3.:1te l'intera occupazione di Susak. La commissione concretò quindi una sistcmàzione provvisoria del transito e del traffico t ra Fiume e Susak, portata all a validità dj due mesi per l'eventualità di una proroga dei lavori della commissione stessa.

Fu pure organizzato il traffico di frontiera fra Castua e i territori limitrofi. Grca le operazioni avvenute, la delegazione S. H. S. ha espresso subito una propria riserva nel senso chc, con lo sgombero di Susak, essa non riteneva compiuta l'evacuazione prevista dalla convenzione di Sant~ Mar,gherita, essendo il Delta e il Porto Sauro rimasti occupati daUe t ruppe italiane. Contro questa tesi, la delegazione italiana obiettò avere l'Italia soddisfatto alla · lettera la dispOsizione d ella con· venzione di Santa Margherita che parla puram~nte e semplicemente dello sgombero di Susak. n sperabile che la buona volontà, che ambo le parti h anno intenzione di mettere nelle imminenti trattative ~i Losanna, possa .portare con sollecitudine alla conclusione della ·pace in Oriente, ciò che corrisponde al più vivo desiderio ed all'interesse del Governo italiano.

• Mussolini aveva trascorso la giornata mibnese dd 111 aprile 1923 (domenica) con b famig li a. Il 2 aprile, nelle prime ore del pomeriggio, si era portato a Crescenzago, per porre la prima pietra della Casa del Fasdo. Dopo un breve discorso del prof Marini, comandante la centuria locale della M.V.S.N., qualcuno aveva prc-gato Mussolini. di parlare, ma egli, « agitando la ozzuola che g li do. veva servite per gettare la calce sulla prima pietra della Casa», aveva esclamato: « Io non /'1uio diuorsi; iQ lt1t1Q rQ » Rientrato a Milano, verso le 16, nel con• servatorio Giutef!pe Verdi, aveva assistito ad un concerto organizzato dai gruppi «Bali lla» . Alle 20.15, aveva raggiunto la stazione. Nella sald;ta reale, « dopo aver salutato i presenti », si era soffermato « a conversare brevemente col fratello comm. Arnaldo. Quindi rivolto al sindaco», gli aveva manifestato « la sua ·soddisfazione per le proficue giornate milanesi » e gli aveva chiesto « notizie del bilancio comunale». II sen. Mangiagalli aveva risposto: « Noi voi;liamo chiudere in avanzo e non solo in pareggio!». Al che, Mussolini aVeva aggiunto: « St1rebbe un lapoldVoro. Si deve fare!». « Prendiamo insegnamento da voi, Eccelleru:a », aveva ribattuto il sindaco. « Per lo Staio la lOJa I un pD' più diffiNle, ma si fmJ ttn•hr- que,10! », aveva detto ancora Mussolini. Poi aveva cambiato argomento ( 418). Alle 20,30, era partito in treno alla volta di Roma. li 3 apri le, alle 9.10, era arrivato nella capitale dove, il pomesiggio dei 7 aprile 1923 (ore 15-20.30), presiede la riunione del Consiglio dei ministri della qua1e ! qui riportato il resoconto, (Da Il Popofo d'Italia, Nn. 79, 80, 84, 3, 4, 8 aprile 1923, X).

A parte q uesta riserva, la commissione ha proseguito nei propri lavori e la delegazione italiana ha ' presentato un progetto per un conso rzio del porto di F iwne fra i tre Stati interessati. Tale progetto, in linea genecale attribuisce al porto di Fiume il carattere di porto internazionale, lasciando la. possibilità di speciali privilegi e di speciali garanzie a ciascuno degli Stati contraenti, per un più libero svolgimento del traffico che Ji riguarda Su tale progetto, la delegazione S.H.S ha espresso le proprie riserve presentando dal canto proprio uno schema di progetto, secondo il quale verrebbero avulsi dal porto di Fiume il bacino ·Sauro e il Delta, da assegnarsi in gestione esclusiva alla Iugoslavia. La delegazione italiana· ha formalmente dich iarato di non poter accedere ad una qu~lsiasi pattuizione, la quale, rompendo !"unità del porto di Fiume, danneggerebbe irrimediabilmente Je sorti del nuovo Stato; e , in rela· zione alle obiezioni .fatte dalla delegazione S. H. S. al progetto ita7 liano ha presentato un nuovo progetto in cui delle obiezioni stesse si tiene conto del miglior modo. Però nella discussione successiva i punti di vista deJle due delegazioni non hanno potuto coincidere. Le sedute furono sospese il 24 marzo per essere riprese prossimamente.

In sègu ito alle controproposte fatte dal Governo di Angora, il Governo inglese ha convocato una riunione interalleata a Londra per esaminare quali modifiche di redazione e di sostanza fosse possibile apportare al progetto di trattato di pace presentato ai turchi il 30 gennaio u. s.

I rappresentanti allea ti hanno in tale riunione stabilito di invitare j turchi a riprendere al più presto possìbiJe a Losanna le discussioni sulla linea ·comWle di condotta da seguire in t ali discussioni. Nel testo d ella nota di risposta invi ata al Governo d i Angora, che è stato pubblicato, gli Alleati: ~anno creduto opportuno inserire talune osservazioni e riserve su alcuni punti dì particolare rilievo, come p er esempio circa lo stralcio delle clausole economiche, richieste dai turchi ed a cui gli Alleati nòn possono accedere, circa qualche parte del la dichiarazione giudiziaria e circa le richieste turche relative a modificazioni sostanziali delie stipulazioni territoriali già convenute, quale quella di Castelrosso il cui ritorno alla Turchia non potrebbe essere consentito.

Il signor Skrzinski - dfre l'on. · Muuo/ini - è venuto a Milano per esprimermi la gratitudine della Polonia per l'atteggiamento benevolo dell' Italia nella sistemazione dei confini polacchi, avvenuta recentemente. A titolo personale, io ho accennato alla util ità di una maggiore· estensione d elle autonomie concesse alle popolazioni della Galizia orientale. Ho profittato dell'occasione per esaminare col ministro degli Affari Esteri alcune questioni concrete che interessano più direttamente. la nostra economia in tema di petrolio e di carbone. Ho dovuto con· statare con compiacimento le dispòsizioni amichevol i che animano il Governo polacco ed ho riportato l'impressione che q ua lora imprese serie italiane avessero intenzione di svolgere la loro attività in Polonia, esse troverebbero colà. la migliore accoglienza.

Del resto, i rappresentanti dì alcune importanti ditte itali ane si trova no g ià attualmente a Varsavia ,per trattare, ed i fatti spero potranno a breve scadenza confermare le buone disposizioni dimostratemi dal ministro deg li Affari Esteri di Po lonia .

Nelle conve rsazioni che ho avute a Milano col cancelliere austriaco - conlìnua il Presidente - è stato constatato da una parte e dall'altra il rec.iproco desiderio ed interesse di sempre p iù migliorare le relazioni che esistono tra i due paesi.

Il cancelliere ha ringraziato vivamente i1 Governo ita liano dell'azione di risanamento spiegata a favore dell'Austria ed ha chiesto il nostro appoggio per la favon;vole soluzione di tutti i problemi che possono contribuire alla ricostruzione economica della Repubblica. Ho d ato favorevoli affidamenti cd in conseguenza ho fatto affrettare le trat· tative già avviate per un accordo commerciale ed ho fatto p rendere in esame numerose questioni che da tem~ si t rascinano insolute. Si confida che rimosse le ultime difficoltà il trattato di commercio potrà essere firmato a giorni. In esso sa ranno inserite le clausole d i convenzione di Portorose firm ate e non ratifica te d alle p arti. Il cancelliere ha chiesto che le p iccole proprie tà austriach e in Italia e l ' istituto storico austriaco in Roma siano restituiti analogamente a quanto è stato fatto per la Germania. Nel dichiararmi favorevole ho dal canto mio ricordato la situazione deJle proprietà italiane in Austria ed ott_enuto dal Cancelliere in questa ed in altre qu~stioni soddisfacenti assicurazioni.

Per le convenzioni firmate alla conferenza di Roma, alcune d elle quali hanno una notevole importanza per l'Italia, il cancelliere ha promesso di procedere senz'altro alla ratifica di esse.

Le trattative con l'Austria si vanno svolgendo con spi rito della magg iore buona volontà dalle due part i per giungere . in breve ad un accordo ch e assicuri regolari e giovevo]i rapporti tra i due p aesi, anche d opo la prossima scadenza d el t er~ ine durante il quale le relazioni economiche ti-a i due Stati sono regolate dal trattato di Saint Germain. Se qualche difficoltà ancora si incontra, ciò dipende in primo luogo dal fatto che nOn s i t ratta ,di stipule e patti i quali possono r estlre n elJa ·loro applicazione e nei loro effetti circoscritti agli scambi tra i due Stati limitrofi, ma sono destinati ad avere ripercussione anche nei nostri rapporti con gli altri Stati che godono per le loro importazioni in Italia del trattamento della nazione più favorita.

Questo fatto, indipendentemente dalle condizioni di favore n elle quali s i svolgono ·in Austria alcune importanti industrie concorrenti delle nostre, ci costringe a molta prudenza nell'aderire alle larghe richieste austriache, tanto più che per ragioni finan ziarie e per altre cause, l'Austr ia non è in grado a sua volta di assecondare, con quella larghezza che sarebbe per noi necessaria, le nostre domande.

Le due belegazioni si sono· tuttavia già messe d'accordo suila massima parte de!Je questioni che hanno fatto oggetto di reciproche domande e restano ora da risolvere alcune questioni di controversia l e quali, se pur presentano ilpiù grande interesse per l'una e per }' altra parte, si con.fida potranno essere appianate con soddisfazione di una parte e dell'altea.

Speciale cura è stata posta dalle due Delegazioni nello studio delle questioni attinenti al traffico attraverso il porto di Trieste e alla regolamentazione del traffico di fronti era per la tutela degli interessi. d elle popolazioni delle zone prossime al confine tea i due Stati. Su questa materia l'a-ccordo può dirsi già completo.

Le trattative con la Iugoslavia, le quali devono condurre a regolare tutte le questioni economiche e finanz iarie ancora pendenti fra i due Stati, si sono svolte 6no ad ora sul trattato d i commercio, il quale, salvo per quanto concerne l e proposte italiane sulla materia d elle tariffe, si può dire già completamente concordato tta l e due Delegazioni.

Per le altre materie a llo studio, d e!Je quali solo una piccola part e ha potuto essere discussa contemporaneamente alle negoziazioni sul trattato di commercio, la Delegazione iugoslava attende in questo momento istruzionj ulteriori da Belgrado.

Oltre aUe trattative commerciali di cui sopra ne sono in corso altre per un trattato con 1a Spagna e prossimamente si inizieranno trattative per accordi commerciali col Siam, con la Finlandia, con l'Estonia , con la Lituania, con la Lettonia, con 1' Albania. ( Dopo breve discussione, alla quale partecipano parecchi miniJJri, il Co-niiglio approva le dichiarazioni del Presidente sulla politica ester'1).

Dopo di che H Co-miglio /rana ampiamente della queJJione della ceJJÙJne di alcune linee ferr ovùtrie all'industria privata, questione che nei giornl scorsi ha suscital o un c<rlo clamore nella stampa d'opposi-

2iane Alla dùcu u ioue partecipa an che il commiIJario 1traordinario per l e Ferro vie, on. Torre, invitato e1preuamente dal Pre; idente.

"Il Consiglio namin~ non ;o/o tutti i p'unti della que;tione parti~ colare, ma anche quelli del problema generale. A conclu1ione è approvata ad unanimità la 1eguente mozione pre1entata dal Pre;idente :

« Il Consiglio dei ministri riafferma il suo postulato prog_rammatico di Governo circa la cessione delle ferrovie all'industria ·privab, ricorda che lo schema generale di convenzione fu approvato ad u na nimità dal Consiglio dei ministri e quindi approfondito per inca rico del Consiglio dei ministri competenti e cioè quello dei lavori pubblici e quello delle Fina nze; e poiché le cessioni di taluni gruppi non so no ancora definitive, decide di riesaminare quei punti del loro capitolato che sono oggetto di controversia e di coordinarle al pi.ino generale di cessione di hllta la rete».

Infine il Consiglio dà incarico al ,ni,ristro delle Fimmz e di riferire al pùì pre1lo ml/a gestione amminist rati va delle Fe rro vie dello Staio*·

« CARROCCIO » E « LEONESSA » **

Direte alle camicle nere dell~ vostre legioni il mio plauso; manifesterete loro la mia più alta simpatia. So che durante questi giorni sono state magnifiche . per spirito di disci plina e di sacrificio. Manten<'tcle in piena efficenza morale e materiale, pronte in ogni m omento a rispondere al mio appello per i pross imi, inesorabili" svilupp i d ella nostra rivoluzione.

• Nella 31' riunione, tenutasi il IO aprile 1923 {ore J'.i -19.30), il Consiglio dei ministri esaminerà la relazione del ministro Giovanni G iuriati « sul riordinamento delle pensioni privilegiate di gueua », affronteri « il problema del carovita», e delibererà « importanti provvedimenti finanzi ari » , (Da Il Po· polo d'Italia, N. 86, 11 aprile 1923, X},

-'* La st'ra del 10 aprile 1923, Mussolini era partito io t reno alla volta di Milano per inaugurare, assieme al sovrano, la quarta fiera campionaria. L' ll aprile, alle 8.40, era arrivato a Milano. Il 12 aprile, aveva inaugurato Ja fiera e ~rtecipato a manifestszioni in onore del re. li 14 aprile, verso le 21, prima di passare in rivisla le legioni· dell.t M.V.S.N. Carràuio e .' LtOJJt1f4 schierate t ra il Grand h!Jul e gli archi di Porta Nuova, chiama a rapporto i comandanti dell e legioni e rivolge ·toro le parole qui. riportate. (Da Il Pop ol o d' I1alù1, N n. 86, 87, 88, 90, 11, 12, 13, 15 aprile 1923, X).

Al CALABRESI *

Il Preridente ha rispo1to "ringrazùmdo per la manifestazione. lo so - ha 1oggiun10 - che la Calabri a ha 'dei diritti, perché ha compiuto brilJantemente il suo do:vere. Questi diritti saranno accolti. Ma non è possibile promettere, Quando il mio Governo promette è sicuro di mantenere. Del resto. anche senza , avere visitato la vostra terra, io conosco perfettamente i vostri bisogni. Essi tradotti in cifre significa no centinaia di milioni. Per il momento non ci sono. Sono molto l ieto che l'aJtro g iorno siano ·stati còncessi sessan tacinque milioni per gli impianti elett rici della Sila, coi quali sa rà possibile di portare l'elettricità in tutte le vostre città e villaggi. Quando l e casse dell'Erario sa ranno più dotate, allora sa rà gi usto c h e , prima di pensare a lle a ltre region i,· si p e nsi a quelle che furono per tmppo ]ungo tempo di. m enticate. lo non voglio nutr irvi di illusio n i. Solo posso dirvi che 1a Calabria o ccupa un posto grandissimo nelle mie p reoccu pazioni e nel mio spirito. (Grandi applausi ed accletmazioni hanno accolto que· Jte parole del Duce).

32• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI **

/ 11 principfo di Jeduta, il Pre1idente e1po,11e la sit11azio11e i nterna con particolare menzione alla questione dei membri d el Governo ùcrilli al Pttrtito Popolare o Tenutasi i l 19 aprile 1923 (ore 1).20) (Da 1/ Popolo d'Italia, N 94, 20 apri le 192 3, X)

• Il 1~ aprile 1923, alle 6.10, Mussolini era partito in treno alla volta di Forlì, dove era arrivato a lle l l.30~ Reso oma&gio alla tomba del padre, si era recato in municipio. « In una saletta r accolta, si svolge una rapida e commo-venlissi ma cerimonia: Mussolini inaugura il gaglia rdetto nero del Fascio di Forll. La madre d i un caduto bacia il drap po nero e lo offre al Presidente, che, a su a volta, lo bacia. Quindi, accennando al gagliardetto e consegnandolo ::i.Jl'alfiere, dice: "(!Pesto bisogna difendl!r!o an"he rol langue, se neces1a,fo; e deve e11ere Onoralo t on il la vort.> e la d iuip/in<1 per la grttndez:u della no1tra adorabile Pat ria!" ». Nd pomerÌ gg.io, aveva visitato Predappio. Ve rso le 17, èra partito in a utomobile alla volta di Bologna. Alle 23, aveva preso il treno per Roma. Il 16 aprile, alle 9 .50, e ra arrivato n ella capitale. Il 17 aprile, aveva ricevuto i membri del Governo iscritti al Partito Popolare (432). Il pomeriggio del 18 aprile, nel salone delfa Vittoria di palazzo Chigi, ric{"Ve una rappresentanza di calabresi. li rommendator Michele Bianchi « porta, a n ome di tutta la Calabria, il saluto e l'attestazione della profonda devozione e della èompleta fiducia nel Governo fascis ta e nel suo capo Benito Mussolini». Il P residente del Consiglio risponde con le pa role q ui riportat e. (Da Il Popolo d' IMlia, N n . 90, 91, 93, 15, 1~, 19 aprile 1923, X).

Su propoJta del Pre1idenle del Comigli<>, il C~miglio appro va ,mo J(hroza di decreto l ègge wn (UÌ il 21 aprile, giorno (Otnmemoratiflo della fondazione di R oma, de;Jinato alla (e/ebrazione del lavoro, è (Omiderato feJtivo, eueJto (he per gli 11/jki giudiziari E soppreua di fatto la festa del primo maggio e tutte le pa1t11hioni intervenute fra industriali ed operai per la giornata di vaca11zd di tale giorno do vranno essere applicate pel 21 aprile e non per il primo maggio.

Ino/Jre, su propo1ta del Presidente, il Comiglio procede alla d eJÌ· g11111.io11e di ui nuovi senatori, i wi nomi e le mi aJtività hanno rapporto col 1ignificato ro_mano ed adriatico della Jolennilà del 21 aprile.

D opo di che il PreJidente propone che, allo 1eopo di facilitare la realizzazione del voto del Congrèsso dei mt1tih1ti, Jen11lo a Z ara, in mi f11 d eciso un grande pellegrinaggio di t11Jti i m11tilati d ' Italia sul CarJo per il 24 maggio p. 11 ., si conceda per q11ell'ouasione i l ribasso del se1Janle1cinq11e per cento JtJ Juui i treni e su t ulle le classi per i m 111;Je11i che prenderanno parie a/ pellegrinaggit1 Il Con1ig lio approva. ( +)

Su pr'opo!la del Presidehte del Comiglio1 ministro degli Interni, il Consìglio n omina a pre/ello del Regno, per particolari benemerenze. il comm. B ertini, att11ale questore di R om"a, che res/erà per ora a disp01izione.

Su propo;ta de/ Pre;idente del Con1iglio, miniJtro degli Int erni, si approva quindi uno schema di decreto con mi si stabilisce che entro due meJi d alla pubblicazione del decre/() le amminiJt razioni dell e Ferrovie, dei comuni, e delle istituzioni pubbliche di beneficenzn dovrmmo procedere alla revisione delle tabelle e dei regolt1menli organici del personale ( +).

· Su proposta d e!lo Jtesso Prnidente del Comiglio, ministro dell'/n. terno, il Comig/i() app rova numerosi allri provvedìmellli rig11ardanti l'amminislrazio11e civile e la Pubblirn Sicurezza, il principale dei quali è un decreto co n cui si dà f acoltà al ministro d el/!Jnterno di provvedere co n uniro decreto allo .JCiog limenlo de lle amministrazioni delle istituz ioni p11bbliche di beneficenza in ,mo steuo comune. ( +)

L'ORIFIAMMA DEL NASTRO AZZURRO*

Sarò breve come è odio stile fascista. Il Nastro Azzurro è la nuova potente aristocrazia della nuova Italia, una aristoàazia che è sorta da un travaglio che potrebbe essere definito H più duro che mai sia stato

• A Ro·ma, in Campidogl io, nell'aul a massima di palazzo Senatoriale, il pomeriggio del 21 apri le 19H, Mussolini consegna l' orifiamma all'Istituto nazionale del nastro azzurro. Jn tale occasione, il Presidente del Consiglio pro- compiuto. Sono òei v.alorosi soldati, che hanno compiuto gesta ammirevoli. Vorrei richiamare la vostra meditazior:e sul prodigio di questa vecchia e sempre giova ne razza italiana, di questa potente rinnovazione. Dove sono le putride canaglie che ·durante la vigilia della guerra ci . sputavano addosso dicendo che il ·popolo non si sarebbe b attuto? In quale antro si è cacciata la loro vergogna? 11 popolo italiano procede in una falange sola e si batte proseguendo di un sol passo. lo vorrei leggere nel bianco degli occhi dei miei commilitoni di trincea: certo vi leggerei non solo un sentimento di orgoglio, ma anche una grande nostalgia. Chi ha vissuto la trincea ne sente l'orgoglio e vi ritorna col pensiero Lo avete visto nello sfilamento di sta~ane. Era il popolo fn armi, lavoratori, contadini, un esercito, garanzia della rivoluzione fascista. Il loro passaggio vuol dire che chiunque si opporrà a questo duro·travaglio del popolo itali ano sarà travolto e schiacciato. Abb iamo una grande e gloriosa eredità da conservare: quella che ci hanno b · sciato i nostri cinquecentomila morti e quella della gioventù fascista caduta perché l'Italia avesse il diritto di non vergognars i di aver v into la guerra. Per queste sacre eredità, per questa responsabilità non si torna, non si tornerà indietro; ma si andrà avanti, verso la mèta dell'Itali a imperiale, che è il sogno della nostra anima.

11• RlUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*

Erdno presenti il Presidente del ç omiglio, il ministro delle Finanze, il mi11islro delle Colonie, il ministro Guardtrsigi!li, il commiJJario della Marina MercanJi/e, il sottosegretario atlt1 Presidenza, il soJlougretttrio t1ft'Interno, il direJlore generale della P . S., l'alto commissario delle Ferro vie dello Stato, il tomandante g enerale della Milizia, il segretario generale del miniJJera de/l'Interno, il capo d ell'Ufficio stampa, il segretario generale delle corporazioni sindacali, il Jegretari()" generale dei gruppi di' competenza, , il PreJidente dei Jùzdacati italiani delle cooperaJive, il segretario politico d el Part ito, i due t omandanti generali in prima della Milizia, il Pre1idente del Gruppo parlamentare, iJ segretario amministrativo e /'on . Farinacci in qualità di membro d ella com"1iJsione per la riforma elettorale.

nuncia il discorso rjui riportato.' '(Da TJ Giorna{t d'I1i:rlia, N. 96, 24 aprile 1923, XXlll).

• Tenutasi al Viminate, il 24 apri le 1923 (ore 22. 24). (Da li Popolo d'!Ja/ia, N. 98, 25 aprile 1? 23, X),

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