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27' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*

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DOPO

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Il ministro delle Finanze riferisce al Consiglio il riJUIÙto della -revisione compiuta ml bilancio del minisJro dell'lnlerno per l'esercizio finanziario 1923-'24 e concordata con i dfrettori generali di q11ell'amminisfr(IZÌ011e. ( +) li PresiJe,r/e del Comiglio, e ministro dell'Interno aggiunge che la cifra di queste economie, per ciò che riguarda i min/Jteri d " lui direttmnente dipendenti, potrà eISere a11menta/d, ( +)

Su proposta del Presidenle del Comig!io-, il Comiglio- approva uno schema di decre/() con ali è conceu~ l'assegno 1lratJ1'dindrio annuo a vi/a di lire quattromila indipendentemente ddlta pensione privilegiata di guer,'" concessa al marito Pani Lorenzo, ad Elena Ca/vina. maritattJ Pani, di T hieri (Sauari)

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Questa donna, con sublime patrioJJismo, lottando contro gli impulsi del 1t10 sacrosanto affetto materno-, donò alla patria 111/li i 1t1oi dieci figli maschi che aveva allevalo nel m ito delt'ltalia e l i incitò ad accorrere s11l campo dell'onore anche quando non ne avevano- il dovere.

T1111i e dieci si comportarono ,valorosamente in g11erra1 dt1e di essi caddero gloriosamente ed altri d11e rimasero grandi mutilati di gt1erra ,

Con questo eccezionale provvedimento il Consiglio ha voluto dimostrare in modo tangibile l'ammirazione e la riconoscenza dello Stato verso i meriti singolari di q11e1ta fimi/e madre che flive in Condizioni di bisogno e c~e è l'esù~pio fu lgido de l patrioJJismo e del 1acrificio· d elle d onne d 1 Italia,

Il Presidente del Comiglio ha presentato al/1afoprOJJazion e uno tchem(l di nuovo reg olamento legislativo per la profilassi della sifilide e delle malattie 11eneree. ( +)

Con altri schemi di decreti, presentati dallo stesso Presidente del Consig/iQ1 ministro dell'lnJerno, so_nQ state este1e alle n11ove province la· legge_ mila P. S, e t111ta la legislazione sulle istituzioni pubbliche di benefcenza. ( +)

Su proposta dello steuo· minisJro del/1/nterno, il Consiglio dei ministri delibera ad unanimità di nominare a comigliere di StaJ o i! CQmm. Michele Bianchi, segretario generale aJ ministero dell'Interno, in soslitt1zione del def11nto comigliere comm. Carbonelli. lnqltre il Consiglio nomin~ a presidente di sezione del Consiglio di Stato il gr. 11/f. M ario B onino in Jostituzi&ne del defunto gr. uff. PieJro Scamuzzi ( +).

• Tenutasi il 1 '.5 marzo 19H ( ore· 1)·20.30). (Da Il Pupo/o d'Italid, Nn. 64, 6'.5, )6, 17 mano 1923, X).

10" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO•

Sollo la pre1idenza del Pre1idente del Comiglio, si è adunato il Gran Cqnsiglio fascista, presenti i ministri Giuriati e Federzoni; i sotfoieg~efari A cerbo, Fi11zi, Ciano, De Vecrhi, Rocco; il gen. De Bono, Michele Bianchi, Sansanelli, T emzzi, Starace, Giuvanni M arinelli, Bastianini, Massimo Rocca, Bolzon, Italo Balbo, Edmondo Rou oni, Calza. Bini, Portiglione, Maurizio Maraviglia, l'on~ Dudan, Giovanni Prezùni, Agostino S,arpa, Amedeo Mazzo,Jti, Italo Bresciani e !'o n . Giunta.

La 1ed11ta 1i è iniziata colla discussione del comma rig11ttrdante i gr11ppi di competenza, 1ui quali ha parlai(} MaJJim(} R occa

1'.fas.simo Rocca riferiJCe 'ml/a formazi one e Jtd!o 1vilNppo dei gmppi di ,ompete.nza che sono ormai fiorenti a T orino (pu bblica am ministrazione, finanza, scuola, comunicazioni),· a Geno va (ferrovia) ; a Milano (edilizia, comunicazioni, igiene, ragioneria e .ommercio); a Trieste ( comunicazioni, finanza, banche ed as1ict1razioni1 industria edilizia, metallurgica, navale, afberghiera, chimica, mineraria, grafica, del legno, de/l'abbigliamento); a Pavia (Holastico1 agricolo),' a S~ena (1miversitario).

Altri gruppi si stanno costituendo a Verona, a Venezùt, a Firenze, a Napoli, in Sicilia.

A Roma i gruppi di competenza laziali hanno 1111 post(} speciale nei gmppi nr:1:zio,1ali, in quflnlo pùì fttcilmente pos.sono f ornire il primo . nucleo; a tal 11opo sono già stati costituiti e fu nzionano con fervore e capacità i gmppi per l_a pubblfra amministrazione, per la finanza, p er l'ttgricoltllfa.. Il primo è Ila/o · elevato a gruppo nazionale per la bella relazione prese11lata circa le:J riforma della burocrazia e che il dott. Preziosi rauegna oggi al Gran Consiglio as.sieine alla relazione sul problema di Roma.

Circa l'opera dei gruppi locali e nazionali, il Rocc1 ricorda la campagna pel riassello del bilancia condoua dal gmppo nazionale per la finanza prima della marcitt su Roma e che ha costituii" la migliore gloria ant idemagogica del fascismo.

I gruppi di Milano htt,mo compiuto un'opera importante nella sistemazione delle cose rom,mali, dopo le recenti elezioni. E fra i p~oblemì maggiori affidati allo st11dio dei g ruppi o d a eJii studiati spontanea- mellte, 1Nmno compresi quelli della irri'gazione de/Ja valle _ del M ag ra, ·de/l' ;nduslria wlfifera .sicilù:na, delle tram vie Jorine1i, del riaJJe/lC/ delle lram vie nell'Alta Italia, de/11istr11zione pubblica, oltre a quelli men• :.ionati pù2 sopr/1. Concludendo, il Rocça1 prima di illustrare /<1 relazioni s11/l'istr11zione e d opo aver accennato ai pro blemi in co n o di studio, domanda che ai gruppi sia riconosciuto il lavoro compiuto e si dia loro il mezzo di continuarlo, d'accqrd o, ed i_n aiuto modest o ma f econdo, con ;J Governo faJCista e con le iniziative ( .rqmtdre di co1truzione, squadre agricole, enti di co/Jura) che convergono alla rinascita matefial e e morale d el Paese.

• Tenutasi nella sede della direzione del P.N.F., sita in piazza Colonna, il 16 mano 1923 (ore 16?-20?). (Da Il P<>polo d'lJafìa, N. 6}, 17 marzo 1923, X).

Sulltt relazione Rocca, p/endono la parola l'o,i. ;1. cerbo, l'ofl, De Bono e l'on. D e Vecchi.

A chùuura della disc11J1io11e il Pre1idente on. Mussolini propone il seguente ordine dei giorno che v iene approval o alJ'u nanimità:

« Il Gran Consiglio approva ·la relazione sull'opera dei gruppi di competenza fatta da Massimo Rocca, nonché la relazione sul g ruppo d i competenza della scuola nelle sue linee essenziali; ne decide la pubbl icazione e la massima diffusione nel Paese ed invita tutti i fascisti, che sono competenti in materia scolastica ad approfondire il problema in modo che al prossimo Gran Consiglio possa essere approv.i.ta. e diventare programma di Governo ».

L'on. Acerbo, sottosegretario alla Presid enza, ha fallo rilevare che le conclusioni delle ,·elttZioni e dei voJi dei vari gruppi di compe!enza stanne> già Jrovando riJpondenza nell'azione legishttiva del Govern o in Jema di pieni poteri. Così è per i problemi della pubblica iJJruzio ne, così per la politica dei lavo-ri p'ubblici, cosi per quan/q ha aJlinenza al ,on/rollo dello Staio nei bilanci d ei comuni e delle provi1uie.

Per quanto rigt1àfda l e. nuove p rovincie, g radualme111e. vi 1i stanno applicando l e l eggi del R egno. E di i eri l'estensione delle disposizioni per la pubblica bene/frenza, e della legge 1111/a Pubblica Sicurezza. RelaJìvamenle infine alla prege vole relazùme presentata d dl Gruppo laziale JNI prob~ema della riforma. b11rocra1ica, /'on . Acerbo ha auicuratò che il G overno, terrà nel massim o conJo, i voti espreni, specie per la n ece1silà del coordinamento della riforma in tutti i rami della pubblica ammin istrazione.

Sul problema della siJtemaz ione di R oma riferùce il do/lor Giovanni Prezio1i.

La ciJJà capila/e - dice il Prezio1i - cenlro polili co della Nazione e sede deg li organi cenlrali dello S tato deve avere uno speciale .ordina- · m ento amminiJtrativo in armonia a/Id funzione 1/atale che compie; e l o

·Staio concorre alle Jpese della àllà 'perché essa adempie a u n pubblico servizio. In Thtlia né Governo né Parlam~nl e hanno mai affrontai() il problema di Ro~a nella sua complessità e um esatla visione di t11Jte le q11es1ionì relative. ! d11nque necessaria 11na nuova legge che ci 'auguriamo sia l'ultima ne/J'inlereue dello Stato e del municipio. Si propone quindi che mantenendo /'1111i1à de/l'a1111a/e JerritOfio municipale di Roma per ragioni storiche,. economiche e-d amministrative, la si divida in due gran4i zone: Città e Juburbio, e agro romano. lA rillà sarà ripartita in rioni, a cui saranm> preposti uffici per decemrare IIIIJi quei urvizi, che sono suuettibili di utile decenl ramento.

L'amministrazione di qunto territorio sarà affi4ata ad 1111 alto funzionario (prefello dell'Urbe o go-vernatore di Roma), che atl1'à alla sua dipendenza il segretttrio generale per gli affari municipali, una direzione di polizia per tu/li i servizi afferenti . l'ordine p11bbiic0'1 ,ma direzione tec'!ica d ella dttà, una direzione dil/'assistenut e beneficenza pubblica, 1md direzione per l'annona e ,ma direzione dell'agro romano, che provvederà a tu/ti i servizi di ogni genere a-fferenti alla zo na rurale, r;ra dispersi fra vari uffici.

Vi sarà un Consiglio urba11()',, comp_osto di ventiq11aJJro membri el~tti d11e per cia;cuno dei rioni, di dieci designati dalle organizzazioni profeuionali e sindacali;. di venti uelti tra i componenti nomin~ti con decrete dai ministro dell'Interno. Ne setranno membri anche i l capo delJ'ammi!1hlrazio11e ed i capirervizJ. Il Comiglio eleggerà ,m proprio 11fficiO di pre1idenza ed approver,ì la parte del bilancio relativo alla città.

Nei riguardi finanzùtri, conciliati i debiti, Jo Staio concorrerà in modo permanente ( Jpeu per alcuni servizi e quota parie per altri) e temporaneo ( n11ove opere pubbliche che verranno stabilite a seconda,. de/14 nrces1ità tenendo conto soprattulto d elle condizioni del bilancio deJ/o Stato) Il b;/ancio sarà 11nico, ma do vranno eJJere distinte neJ 11UJdo pùì rigoro10 le entrate e le ·spese relative alla città e aJl'Agro·; sttrà mantenuto il bilancio di compet enza finanziaria, ma reso più sem~ plice ed acceuibile a t111ti.

Il fauf1mo , che ha per suo Jimbolo J'imegna del/a giustizia e della forza romana, provvederà alla capitale dello Stato italiano ed il Governo fauista preparerà per la nuova Italia una n11ova Roma imperiale..

S11/Ja relazione Preziosi prendono Ja parola /'on. Acerbo, Mauimo Rocca, Calza -Bini, Federzoni, /'on. Rocco, Mauri.zio M araviglùt.

- li Pre1idente on. Mussolini riasmme quindi la dfrmuio ne che si chiude colla votazio ne del seguenle ordine del giorno:

« Il Gran Consiglio del Fascismo, corisiderato che la coscienza munidflale di Roma deve coincidere colla coscienza nazionale, approva in linea di massima il progetto di riordinamento della capitale ·prescn- tato dal gruppo di competenza; invita il gruppo stesso a inviare copia del progetto a tutti i componenti H Gran Consiglio per un più approfond ito esame e di comunicare integralmente ai giornali il progetto in parola per richiamare su di essi l'attenzione del pubblico riservandosi di deliberare in merito nelle successive sessioni». ·

JJ Pre;ideme d el Comiglio, proseguendo nella disc1111ione d ell'ordine del gio rn o, accenna ad alcune iniziaJive che sono sorte localmente all'inf11ori dei gruppi di com petenza : quali j Fasci di costruzione ed i comitati delle opere sorti rispettivamente nella Liguria, per opera di Agostino Scarpa, ed a Cesena, per opera di Amedeo Mazzotti. ·

Il Presidente fa rilevare che si tratta di iniziative intereJJantissime che ou orre coordinatYe: egli ha già incaricato il Mazzotti e lo Scarpa di mettersi· d'accordo con Ferraguti, in iziatore delle squad re agricole; hl.tti questi dovranno intenders i però· con Rossoni e coi g ruppi di competenza per applicare Je iniziative, se meritevoli, anche in altre regioni.

Poiché le q11es/;oni sono allo st11dio1 si delibera d ì rimand are la t rai· /azione al prouimo Gran Comig/;o, nel quale sar'mmo coo rdi11ate tulle l e iniziaJù1e eh<! rig11ardano la ricostruzione economica àe/ paese.

Viene poi approvata la nom ina dei seguenti comminari pòlitici: on. Gi11seppe BoJtai, commiJJario politico a disposizione; Anto n ello Ca· pri110, commiJJario politico per la Sardegna; on. Paolucci Rtljfaele, com· m issario politico per gli Abruzzi e M oUse/ avv. Gemraro Ville/li, com· miuario politico per la Sicilia. Nella prossima 1essione d el Gran Con· siglio 1arà nominato rm commissdfio politico per l'Umbria.

Il Presidente, on. M11nolini1 incarica Michele Bianchi, Massimo Rocca, Maurizio Maraviglia, N icola Sansanelli, Giuseppe Bastianini, Ro· berto Farinacci e Cesa re Rossi di compilare sollecitame nte, per modo che possa essere distribuito ai componenti il Gran Consig lio non più tard i del 15 aprile; il progetto di riforma dell'attuale sistema eletto· rale propugnato dal Consig lio fascista. Il progetto in parola sarà discusso nella sessione del Gran Consiglio d el mese di maggio.

Il Presid ente, prima di ( hiudere i lavo ri, ha ric_ordato che sono p assati ~soJo quattro anni dal giorno in cui in piazza ~an Sepolcro, a ~ilano, si radunarono poche decine di persone, che fondaro no i Fasci. Molto cammino si è percorso da allora e certo vale la pena d i. ricor· da re questo periodo, che è _ stato vissuto dai presenti non come attori ma come protagonisti di questa che g ià' appare un'ammirevole vicenda.

Invita i/ Gran Consiglio a cbittdere i lavori d ella sessi one di marzo (On /'approvazion'l del seguente ordine del giornc,:

« ll Gran Consig lio invita i F~sci a celebrare il quarto anniversario della data di fondazione dei Fasci ed a rinnova re in tale _ acca- sione il loro impegno solenne di dedizione àlla g rande causa ed ali.i Patria».

L'ordine det g;ornt1 viene approvate> alla unanimità. E ,011 àò sono chiusi ì lavori d i . questa seuione. 1

LE NUOVE DIRETTIVE ECONOMICHE *.

Tra segni di vivissima attenzione, nuo vamente s,tl11tatt1 da appla11si1 ha preso la parold il Prnidente del Comiglio.

11 Governo che ho l'onore di presiedere e di rappresentare - ha esordito /'on. Muuolini - è lieto di accogliervi a Roma e vi porge un cord iale e deferente saluto, che estendo anche ai rappresentanti esteri, che hanno voluto onorarci con la loro presenza. ll fatto che il vostro importantissimo congresso si tenga nella capitale d'Jtalia, a cinque mesi soli di distanza dal movimento che portò le forze giovani della guerra e della vittoria al dominio della cosa pubblica, è la migliore riaffermazione in faccia al mondo che la N azione italiana va tornando rapidamente alla piena normalità della sua vita politica ed economica. Non accenno in questo ambiente alla prima, ma mi soffermerò breve• mente sulla seconda.

Le di rettive economiche del nuovo Governo italiano sono semplici. lo penso che Io Stato debba rinunziare alle sue funzioni .economiche, specialmente a carattere monopolistico, per le quali è insufficcnte. Penso che un Governo, il quale voglia rapidamente sollevare le popolazioni dalla crisi del dopoguerra, d ebba lasciare alla iniziativa privata il ·suo libero gioco, d ebba rinunziare ad ogni legislazione ·interven tistica o vincolistica, che può appagare la demagogia delle sinistre, ma alla. fine riesce, come l'esperienza dimostra, assolutame nte esiziale agli interess i ed allo sviluppo dell'economia.

'.B tempo quindi - dice /'on. M11JJ0Jini - di levare dalle spalle delle forze produttrici delle si ngole nazioni gli ultimi residui di quella che fu chiamata bardatura di guerra. Ed è · tempo di esaminare i problemi econOmici, non più con quello stato d'animo velato di passioni,

A Roma, ne) palano dell'Esposizione, la mattina del 18 marzo 1923 , Mussolini presenzia la seduta. inaugurale dei secondo congÌ'csso della Came-ra di Com." mercio Jntemazionale, Jn tale occasione, dopo i discorsi di Filippo Cremonesi, sindaco dell'Urbe, e del deputato Cassin, presidente dell'Unione delle Camere di Conune.rcio e Industrie Italiane e della sezione della Camera di Commercio Internazionale, il PJ"f.iideote d el Consiglio pronuncia le parole qui riportate (Da Il Popolo d'laii11, ~. 67, 20 marzo 192}, X) con cui era necessario esaminarli durante .la guerra. lo non credo che quel complesso di forte, che nelle industrie, nell'agricoltura. nei com. merci, nelle banche, nei trasporti può essere chiamato col nome globale di capitalismo, sia prossimo al tramonto, come si è per lungo tempo osservato da certi dottrinari dell'estremismo sociale. Una delle grandi esperienze storiche, che si è svolta sotto i nostri occhi, sta a dimostrare che tutti i sistemi di economia associata, i quali prescindono dalla libera in iziativa e dagli impulsi individuali, falliscono più o meno pietosamente· in un rapido volgere di tempo.

Ma la libera iniziativa nori esclude l'accordo dei gruppi, tanto più facile quanto più è leale la difesa dei singoli interessi. la vostra Ca• mera di Commercio persegue appunto questo programma, di indagine, di equilibrio, di coordinazio ne, di conciliazione. Voi siete qui> a Roma, per discutere sui mezzi migliori p er ravvivare quella grande corrente dei traffici, che, prima della guerra, aveva aumentato il benessere e portato tutte le popolazioni ad un alto livello di vita. Sono problemi ponderosi e delicati, che spesso presentano delle interferenze d 'ordine politicò e morale. Per risolverli, bisogna essere guidati dalla convinzione che non c'è solo l'economia dell'Europa da rimettere in piena efficenza, .ma ci sono anche paesi e continenti, j quaH possono forma re il campo di una maggiore attività economica in un prossimo domani. Non è privo di significazione il fatto che la potente repubbl ica degli ·stati Uniti abbia mandato una cosl numerosa rappresentanza a Roma; segno è che, se la politica ufficiale si tiene ancora riservata, l'eèonomia americana sente che non può disinteressarsi di quanto si può far e o non fare in Europa.

Non vi è dubbio - cond11de il Pre;idente del Con.siglio - che i Governi, a com inciare dal mio, èsamineranno con la massima attenzione e terranno nel d ebita conto le decisioni che risulteranno dai l:wori del vostro imponente ed importante congresso. (Il discorsq del/1on. Muuolini, int errotto da applausi, spede nell'accenno contro tutte le form e di economia associala e in quello sulla partecipazione a mericana agli àj-fari europei, è staio salutalo alla fine da a((/mnazioni insislent1).

Al CIECHI DI GUERRA DI ROMA *

Ad eJJi ha risposto il Presidente del Consiglio, ringraziando 'per le accoglienze ricevute, e quind; ha cosl continuato:

Voi date un magnifico esempio a tutti gli italiani: voi v i siete sottoposti ad una disciplina volontaria: vivete fra di voi in ·perfetto e . fraterno accordo, applicate le vostre braccia alle macchine,. producete ed awnentate in una certa misura la ricchezza nazionale. Quanto voì fate è veramente grande per l'esempio che date alla nazione. Se lavorate voi che non avreste !"obbligo perché alla Patria avete g ià dato quanto dì più prezioso possa avere una creatura umana, se voi lavorate d ate un esempio tale che g li italiani tutti devono imitare. Voi affeuate questa parola d'ordine e la g ridate: la salvezza della Patria sta. ,nel lavoro e nelJa disciplina ; nd lavoio che si deve fare per wcire dalla crisi del dopoguerra, e nella disciplina che deve coordinare ed armonizzare tutti i nostri sforzi in vista di un fine comune da raggiungere.

Quel che mi ha più commosso è stato l'udire la paroJa dei vostri oratori e l'infinito amore per l'Italia che traspariva da questi discorsi. Voi non la vedete più l'Italia nella sua espressione geografica; voi oggi vedete la Patria non n ella sua espressione tangibile e materiale, · ma la vedete nella sua più alta, più nobile, più pura, più purificata estrinsecazione spirituale. Voi la sentite, voi la portate in voi come un tesoro preziosissimo; voi la sentite come una nuova consolatrice religiosa Ebbene, voi avete trovato in questo sentimento l'appagamento fondamentale delfa. vostra vita. ·

Non temete del Governo:· esso è quasi tutto di combattenti Nel Governo ci sono parecchi mutilati ed i due ministri che non hanno potuto fare la guerra, ad essa hanno, però, dato dei figli che sono morti da eroi. 1o· stesso ho combattuto lungamente e sono stato ferito . 1l Governo tutelerà i vostri sacrosanti diritti; verrà incontro ai vostri legittimi desideri; non vi dimenticherà e vi darà. una solid arietà rapida, fattiva.

• A Roma, il pomeriggio del 18 marzo 1923, Mussolini visita la Casa di la voro per i soldati ciechi di guerra sita a villa Felicett i. T erminala la visita, il Presiden te del Coruiglio prende pan.e, insieme a tutti i ciechi e alle autorità presentì, ad un banchetto. Alla fine del banchetto, jJ commendator Lazz~. presidente dell'istituzione, e i ciechi Bocca.strini e De Riu porgono a Mussolini « il saluto e la testimonianza della comune rìconoscenu. e simpatia». Ad essi, il Presidente del Consiglio risponde con il discorso qui riportato. (Da Il Popo/Q d' IIPlht, N. 67, 20 mano 1923, X).

Il Governo vi considera come i migliori ed i più nobili. fra gli ita. liani, come coloro che devono essere esempio e vessillo per tutti gli italiani. Questo oggi vi dico e come capo , del GovemCS e come com• pagno di trincea.

E come compagno di trincea vi consiglio ad avere. fiducia in quello che il Governo farà per voi. fo questà. fiducia; in questa rinnovata fede dì tutti i nostri spiriti gridiamo ancora una volta solennemerite: evviva l'Italia. (Un applauso frag oroso e ripetute grid(I, di« Viva l'!Jalia! Viva M11ss0Jini.' » hanno accolto la chi11sa J,:J ~ùcors<J. Quindi il Pre1identc Ji è congedato dai presenti ed è partito, fatto segno ad 11n'11/tima ent111iastica dimostrazione)

28' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*

i l ministra deJla Marina, ammirag/iq Thao,n di Reve/1 legge il mnsaggio inviato da Gabriele d'Annu nzio per m ezzo dei diretlore generate· de!J'Aeronautica, gr. 1Jjf. Mercanti, che, a/traverso grandi difficoltà melereologiche e pa/icando l'App ennino in condizioni avtJerJe~ ha portalo il meJJaggio s/eJJo a volo da Gardone a Roma.

li Poeta, dopo aver ringrazitlfo il Governo del dono della torre e del ponte di cOtnando, de/la regia nàve << Puglia», che si trov,wa a Spalat o quando avvenne l'eccidio del tenente di vascello G1Jlli, e dello Jcafo del « mtts » sopra il quale egli 1i portò a Buccari, dice di donare ttgi i itdliani la Jtla caJa di Gardone.

Il Presidente dichùlfa che egli e 111110 il Consiglio dei miniJtri prendono ttJto con profonda 'JoddiJfnione del dono d el Poeta, dono che ha u na altissima sign.ificazione in quest'ora di restaurazione dei valori nazionali. Propone che il Consiglio affidi particolarmente all'ammir,aglio Thaon di Revel l'incarico di esprimere a Gabriele d'Annunzio il gntdimentO e la riconoscente ammirazione _ dei Governo. (Il Consiglio ad u ntJnimitq. approva la proposta del Presidente).(+)

S11 propo1ta del Presidente del Comigiio f! minislrO' deit'Jntern0'1 il Consiglio approva uno schema di decreto-legge inteso a fiJJare nuo ve precise norme per reprimere la tratta delle donne e dei fanci11 /li. ( + )

T enutasi il 20 marzo 19i) (orè D -20): (Da Il Popolo d'Italia, N . 68, 21 mano 1923, X).

29' RIUNIONE DEL CONSIGLIO _ DEI MINISTRI •

li Pre;;dente, e;ponendo la ;i/unione all'int.erno, rileva al Con1iglio iome in questi giorni l'attenzione dell'opinione pubblica ;ia staia a/Ira/la dai commenti e dalle polemiche dei giornali 111/le risultanze del/'in,hie11a parlamentare sulle 1peJe di guerra, In propo1ilo ii Pre1idenle ripete quanto ebbe già a dire al Comiglio nella tornata del 5 gennaio u. .1.,:_il Governo da lui presieduto, allorché si insediò, trovò che la commissione d'inchiesta era g ià al termine dei suoi favor i. Con un decreto legge subito emanato esso credé opportuno deliberare che la presentazione ·delle COnclusioni dell'inchiesta non subisse ulteriori · proroghe oltre il tèrmine dd 31 dicembre e che fossero intanto vietate le pubblicazioni parziali ed intempestive delle risultanze, a llo scopo di prevenire qualunque speculazione faziosa antinazionale su di esse.

Dopo di che il Governo traSmise, come per legge, ai due rami del Parlamento tutti gli atti _ricevuti dal presidente della commissione d'inchiesta. Oggi della questione è investito, per quanto riguarda le responsabilità civiii e finanziarie ed i diritti dello Stato, l'apposito CO· mitato per i recuperì, che funziona con assoluto rigore pressO il ministero delle Finanze. Il Governo ora non ha altro compito che quelJo di significare a tutti i cittadini ed alla stampa nazionale di non prolungare più oltre una poletruca ed una discussione che non hanno alcuna ragione di sussistere inquantoché i diritti dello Stato sono completamente salvaguardati la giustizia saprà compiere il suo dovere contro i colpevoli, i quali peraltro, come dalla esplicita conclusione d ella stessa commissione, rappresentano un'infima minoranza · rispetto ·alla grande massa di industriali e di funzionari che hanno avuto relazioni di affari e di ufficio coi servizi durante la ~erra. (li Consiglio appr<>va) . ( + )

Su propo1ta del Pres_idente del Consiglio, alto commissario dell'Aviazione, si approva uno JChema di decreto rontenente norme per gli a"uolamenti degli ufficiali e truppe deli'A~, ona11tica.

Su proposta. dello Jtesso Prnidente, ·ministro degli Esteri, si approvt1no provvedimenti rigt1ardanti l'amministrazione degli Esleri, Irta cui rmo uhema di decreto per l'applicazione di due convenzioni firmat e a Saint Germain il 10 seJtembre 1919 fra l'Italia ed altri Stati e re!atitJe: i: - All'auetto civile e commerciale di certe regioni dell' A frica, alla navigazior,e di alc11ni grandi fiumi e taghi che ne fa nno parie ed alla protezione d egli indigeni,

• Tenutasi H 23 marzo 1923 ( ore 1~·20), (Da Il Popolo d'J1.-,Jia, N 71, 24 mano 1923, X).

2. - A J commercio ed alla f abb ricn ion e delle bevande fe rm e_n/(tte e diJti/laJe del continente africano. ( +)

FIUME*

Tutto ciò è l'effetto dì un friste passato. La storia si evolve, non si canceI1a. Fiume è stata una freccia avvelenata nel costat o d ' ftalia. M a Ja Jeveremo. Ho promesso. Ci vuole solo un po' di tempo, perché un tomo nuovo di stocia non s'imbastisce da oggi a domani. Ma questo voglio: che Zara diventi un faro d 'italianità per la Dalmazia e Fiume, qua nta più Fiume potrò, sia unita àll'Italia.

PER L'AUTOSTRADA MILANO-LAGHI**

Quando mi si presentò alcuni mesi fa già concretato jl progetto d elle autostr.ide, io che adoro il movimento e detesto 1a stasi, compresi subito che bisognava svegliare la burocrazia perché il progetto avesse una immediata realizzazione Sospinta dalla mia volontà, la bwocrazia, cioè tutti gli uffici, cioè tutti coloro .che dovevano esaminare il prog etto e d are il loro parere, si ~ono mossi con bastante sollecitudine, e dopc quattro mesi - e forse una volta ci sarebbèro voluti quattro anniio sono qui a dare questo primo simbolico colpo di piccone. Con ciò intendo di onorare altamente i due elementi essenziali della produzione : intendo onorare i1 cap itale, che ha raccolto i milioni necessari per questa imp resa, milioni che a loro volta sono il risultato del risparmio, che è la grande base economica della p rosperità delle nazioni; e in tendo onorare il lavoro, gli umili che da ogg i cominceranno a costruire questa strada. ·

* A Roma, a palazzo Chigi, la matt ina del 25 marzo 1923, Mussolini riceve Elisa M ajer Rizzio[i, reduce da un viaggio a Fiwne e Zara, che lo infor ma delle non felici condizioni in cui si trovano le due città. Alla signora, il P residente deJ G>nsig lio risponde con le parole qui riportate. (Da Il Popolo d'Italia, N. 23, 26 g r:nnaio 1924, XI).

0 A Roma, a Villa Borg hese, il 25 marzo 1923, alle 16, Mussolini aveva passato in rivista alcune centurie d i avanguardisti (418). Alle 20.~0, era partito in treno alla volta di Milano. La màttina del 26 marzo, arriva a Milano e si porta s ubito al bivio di Lainate, dove inaugura i lavori dell'autoStrada Milano-Laghi. In tale occasione, dopo i discorsi del sena tore Silvio Crespi, presidente del • J'Au1omobil ç/u b di Milano, e del stna tore Luig i Mangiagalli, sindaco della citt à, il Presidente del Consiglio pro nuncia Je p a role qui riportate. (Da IJ Pqpoh, d'Ita1/d, N. 73, 27 marzo 1923, X)

Si .può dire che H popolo italiano è stato sempre un g rande costruttore di strade. E perché? Perché è un popolo a tend enza univer• sale o imperiale che dir si voglia; e le strade consolari che si partivano da Roma ed arrivavano fino agli estremi limiti del mondo allora co~ ·nosciuti, · erano le strade sulle quali cofreva la grande . civiltà di cui noi siamo gli eredi non indegni.

Ebbene, esaltiamo il lavoro, la produzione, coloro che risparmiano, coloro che lavorano col braccio. Tutta la naziÒne deve diventare un cantiere, una officina. Tutti dobbiamo lavorare con spirito indefettibile di passione e di fede. Io }'Orto con me una certezza e la trasmetto nei cuori di tutti gli italiani : la _ certezza cioè che se noi vorremo - e vogliamo! - faremo grande la nostra Patria adorata. (Una ovazione ent11Jia.Jtica saluta il discon o d el Presidente, e si ripet e dilagando fra la f olla pM / 011/dna , Umi bttmbina, la figlia d el d oJt. Bugatti, offre a Muuolini garof ani e rose)*.

ALLA MOSTRA DEL « NOVECENTO »**

Io mi sento della_ stessa generazione di questi artisti. Io ho p reso un' altra strada; ma sono anch'io un artista che lavora una certa materia e persegue certi determinati ideali. N on vi è dubbio che il « novecento » segna un punto decisivo nella storia delJa moderna Italia. Bisog na riportarsi ai g iorni grigi ed infausti che seguirono la rona africa na; pareva che l'Italia dovesse rimanere sepalta sotto le sabbie dove t anto generoso e valoroso sangue italia no era stato sparso. n ' 900 è un anno importante perché segna l'ingresso di gran parte del popolo italiano nella vita politica. Non bfaogna essere malcontenti che ciò sia arrivato.

* Quindi « viene presentato al capo del Governo un robusto piccone nichelato con le insegnc del Fascio littorio impresse sulla vena d'ottone del manico. Il Presidente si por ta al d i là della pictra ®liare, all'inizio del bivio; e p ri ncipia a dissodare la terra con robusti co!pi di piccone, Tutto attorno la folla acclama, applaude, sembra presa da un frenetico bisogno di gridare una gioia mal contenuta. Più avanti intanto, nel ritmo del piccone lucente che impugna Benito Mussolini , quattrocento altri picconi si levano e si abbassano a mordere Ja terra, a scavare l'alveo della grande strada, Il Presidente lavora sorridente, lietamente, per t re minuti; non un colpo solo di piccone egli vibra, poiché qualcuno; puiente. ne ha contati ventisei. Però Benito Mussol ini non è un profano del picco ne; ed i suoi commilitoni lo ricordano attivo capo squadra degli zappatori che costruivano la strada da pogna a· Montagio, presso il Pal Piccolo , I lavori d ell'autostr ada da Milano ai Laghi sono così iniziati ». (Da li Popolo d'Italia, N. 73, 27 marzo 1923, X).

• • A Milano, H 26 mano 1923, verso le 17, Mussolini visita la mostra d el < ( novecento» allcstita nella. galleria P~sm'O di .via Manzoni, Al saluto rivoltogli dal cavalier P esaro, il Pr esidente del Consig lio· risponde con le parole qui riportate. (Da. Il Popolo d'Italia, N . 73, 27 roano }923, X).

~on si può fare una grande nazione con. un piccolo popolo.

Non si può governare ignorando l'arte e gli artisti. L'arte è una manifestazione essenziale dello spirito umano; comill.cia con la storia dell'umanità e seguirà l'umanità fino agli ultimi giorni. Ed in ·un paese come l'Italia sarebbe deficente un Governo che si disinteressasse dell'arte e degli artisti.

Dichiaro che è lungi da me l'idea di incoraggiare qualche cosa che possa assomigliare all'artè di Stato. L'arte ·rientra nella sfera dell'individuo.

Lo Stato ha un solo doverè: quello di non sabotarla, . di far condizioni umane agli artisti, di incoraggiarli dal punto di vista artistico e nazionale: Ci tengo a dichiarare che il Governo che ho l'onore di presiedece è. un amico sincero d ell'arte e d egli artisti. (Un lrmgo appleUJIO corona le parole del Presidente).

ALLA SEDE DEL « TOURING CLUB ITALIANO»*

li Presidente ringrtttiò della escursione fattagli c.ompiere detl comm. Bertarelli attraverso il meraviglioso lavoro compiuto e che sta compiendo il To11rit1g; lavoro - diJse - che io definisco grandioso e meraviglioso.

li To11ring - continua il Presidente - èun centro vitale d i quelli che hanno una funzione· nobilissima; e mi piace esaltarlo come il cent ro più vitale della Nazione.

Questo organismo assolve un conipito altamente patriottico; e fin ché i suoi duecentomila soci continueranno a rappresentare il più chiaro segno della sanità d ella r azza, possiamo guardare con tranquilla sicur ezza al nostro avvenire.

Dalla chiara, semplice e appassionata esposizione ora udita - conrluse - io ho avuta l'impressione di trovarmi dinanzi ad un m~umento di solid_a ed armoniosa architettura. Al Touring espriino Ia -simpatia ri-

• A Milano, il 27 marzo 1923, alle 10, Mussolini visita la sede del Tou,ing club italitmo sita in corso Italia. Il comm. Luigi Vittorio Bertardli, ~retario generale del Tou,ing, rivolge al Presidente del Consiglio il saluto della p residenza e gli mostra le opere pubblicate dal T ou,ing. Quindi gli offre la me<laglia CO· niata per il congresso della Venezia Giulia dicendo che « il movimento rappresentato dal T 011,ing, del quale faMo parte duecentomila italiani, aderisce con simpatia all'azione che va svolgendo il Governo presieduto da Benito Mussolini, che

· ha tanti punti di contatto nel campo d ella esaltazione dei valori. nazionali con la funzione specifica del Tou,ing ». Mussolini risponde con le i,arole qui riportate in riassunto. (Da// Popolo d'Italia, N. 74, 28 màn:o 1923,. X), conoscente del Governo. (Le parole del Pruiden/e furo no applaudite lungamente e gli appla111i fhe risuonavano nella .raia andarono a rOnfon· der.ri con le acclamazioni che .ralivano dalla strada, dove la folla ingrouata fino a tenere occupato demamente lutto lo spazio pro1pic:ente il maesto10 palazzo del « T ouring », chiedwa che M11uolini si affac ciaJSe. Il Presidente allora appan 1e per alcuni isJant i ml grande balcone centrale JtllulanJo col gesto romano la f olla acclamant e. Quindi fu condotto ai vi1itare i vasti e molteplici uffici del « T oming ».

AI CIECHI DI GUERRA DI MILANO *

Miei GHi compagni!

Quando poco fa uno dei vostri dirigenti mi diceva che voi non· vi siete mai lagnati della guerra è dei sacrifici terrib ili che essa vi -ha imposti, anch e quando l'Italia sembrava sommersa da un dilagare. d i ìstìnti e di egoismi antinazionali, io non mi sono stupito perché della guerra si ·Jagnano particolarmente coloro che vi han no speculato sopra e che no n l'hanno (atta se non per imboscarsi.

Ma colo ro che hanno molto donato, coloro che hanno fatto · alI'lt.àlia nostra una suprema dedizione di amore, i mutilati e i combattenti n on s i lagnano, ma accettano con romana semplicità ed austerità il Joro sacrificio. Quando io mi t rovo fra di voi - e l'alt ro giorno sono stato a Roma alla mensa dei vostri compagni d i villa Felicettiio rivivo tutte le grandi giornate della nostra guerra, tutti i sacrifici sostenuti dal popolo, gli atti di eroismi singoli e collettivi, quanto è costata di sangue e di lagrime Ja nostra superba vittor ia

Allora io vi dichiaro che un Governo che non tenesse conto dei vostri diritti sarebbe un .Governo indegno e irr iconoScente,

Ma n el Governo ch e ho l'onore di presiedere sono t utti combattenti, mutilati: hitti hanno v issuto la guerra.

Questi uomini di governo non possono ignorare il vostro sacrificio e sanno quanto l'ltali_a vi deve per oggi e per domani.

Vi esprimo tutta la mia più fraterna simpatia di combattente, d i uomo politico e di italìano; e vi abbraccio con infinita dèvozione, con

• A Milano, il pomeriggio del 27 marzo 19 23, Mussolini si era incontrato con il ministro degli Esteri del Belg io, Henri Ja,par ( 429) li 28 marzo aveva compiuto varie visite. 11 29 mo.rzo, alle 10, visita la Casa del lavoro per i soldati ciechi di guerra sita a villa Mirabello. Al saluto rivoltogli dal prof. Denti, presidente det patronato lombardo, e dal capitano Emilio Canesi, cieco dì g uerra, il Presidente del Consiglio risponde con il discorso qui riportato. (Da li Po-pofo d'/Jalia, N 76, 30 marzo 1923, X) simpatia, con ammirazione . E in questo abbraccio io intendo di onorare e d i esaltare tutti coloro che hanno dato contributo di sangue e ·d i opere alla g randezza della Patria,

ALLA CASA DEI GRANDI INVALIDI DI GUERRA DI AROSIO*

Bene ho fatto ad accogliere l'invito cort;se, in primo luogo pc.ché ,mi è semp re grato porgere ai miei compagni di trincea l'attestazione della mia simpatia, della mia fratern ità di combattente, di uomo ita liano e di capo del Governo. Come dissi ieri ai ciechi di v iaJe Mirabd lo, così dico a voi , miei compagni. Jl Governo intende proteggervi , intende accogliere 1e vostre richieste e difendere i vostri d iritti di ordine mo~ raie e di ordine materiale. Bene ho fatto ad accogliere l'invito, perché mi è data l'occasione di vedere questa mag nifica opera, risultato e sintesi àrmoniosa di una frde profonda e di un nobilissimo senso di amor pat rio. Tutto quello che si fa per i mutilati ed i combattenti è sempre poca cosa di fronte al sacrificio di coloro che hanno lasciato la vita sui càmpi di battaglia e hanno su questi campi versato il loro verm ig lio e purissimo sangue. Non è wt'opcra soltanto di pietà; è un'opera d i solid arietà nazionale e di cosciente patriottismo perché, o signori, il patriottismo non si fa còn le parole: lo si fa coi fatti, con le o pere,

• Il 29 marzo 1923, alle l l , Mussolini si era .recato a Monza, dove aveva visitato, tra l'altro, la Scuola d'arte decorativa applicata all'industria, che, a cura dell'Umnnitnria, raccoglieva orfani di g uerra e li iniziava all' arte .Appreso che il prof. Osimo, segretario dell 'Uma11itaria, era a letto ammalato in una .camera d ella Scuola, si era recato ad ossequiarlo, Il prof. Osimo aveva J etto al Presidente che nella Scuola egli aveva o: cercato d i formare l' uomo » e si era augurato che Mussolini facess~ i n grande q uello che eg li aveva fotto in p iccolo. « Certamente: que1to è i l mio programma: fa re degli uomini!», aveva rispost o Mussolini. Rfrntrato a Milano, alle 17 si era incontrato con il ministro degli Esteri della Polonia, Alessand ro Skrzinski ( HO A). Alle 20.30, nel salone Az:i.urro della preféttura, aveva offerto un banch etto in onore dell'ospite polacco. Alle 21 , si er:1 rttato al <<Convegno» di via Borgospesso, per ascoltare un concerto in suo onore Prima di lasciare il ci rcolo, aveva scritto sul registro dei visitatori le seguenti parole: « Benilo Ìtf.uJJ olini in rico1"do della fine 01pi1alilà del " Co11veg110" - 29 marzo 1923 (an no p rimo d , l/a nuova ha) ». Il 30 marzo, alle 10, visita la Casa <li riposo per i musicisti fondata da Giuseppe V erd i. Sul registro dei visitatori scrive queste parole : « Benito Muuolini in ugno di dn,oto omaggio al/'aru e agli artisti peren ne primav«a della Pat ria». V erso le 11 , visita la Casa J ei grandi invalidi n ervosi di g uerra di Arosio (Milano). Al saluto rivoltogli dal comm Senatore Borletti, i l Presidente del Consiglio r isponde con le parole qui .riportate. (Da Il Popolo d'Italia, Nn. 76, 77, 30, 3 1 marzo 1923, X). · con l'esempio, col dimostra rsi degno di fronte alla propria coscienza e di fronte alla coscienza degli altri della qualità d'italiano. Non ho bisogno · di ripetere che il Governo intende d'essere, poiché è fatto di combattenti, assertore di tutte le forze e dei valori morali che sono scat u riti dalla nostra vittoria e il difensore costante, quotidiano, disinteressato di tutti coloro che a questa n ostra radiosa, superba yittoria hanno dato contributo d'opera e di sangue. (Applami da parte J i tutti i mutilati · e dei prnenti sotJolinearono i p1111li più salienti del d iscorso dell' on. Muuo/ini, che venne alla fine accolto da generali, en1J11iastici tJpplausi. Al Presidente vennero offerti fiori dai mutilati e dai « ba. lilla» venuti ad auistere con le a/Jre fappresentttnze dei Fasci alla ce• rimonia).

IL PROBLEMA D ELL' EMIG RAZIONE*

Ella, signor direttore, mi h a compromesso perché h a an nunziato un mio discorso : ota quasi tutti g li italiani e le italiane sanno che io non amo discorsi; ma io accetto con lieto animo stamane e mi rassegno a questa eccezione.

Dicevo che ella· mi ha commosso p erché ha rievocato con voce calda di. passione 1a storia dì questa scuola, storia superba che tutta Milano conosce ed ·ammira. Anche jn questo campo, che si potrebbe d efinire attinente al probleml. dell' emigrazione, la scuola Carlo Tenca lascia di sé un'impronta nobilissima. Ella ha detto che lascia impregiu~ d icato il problema se fa emig razione sia un bene o sia un male. Ella · ha fatto benissimo. Poiché quando s i discute in tesi d i massima si può discutere all' in fin ito senza venire mai ad una conclusione. Bene o male che sia l'em igrazione è una necess ità fisiolog ica del popolo italiano.

Siamo quaranta mi lioni serrati in questa nostra angusta e adorabile penisola, che h a troppe montagne edun territorio che non può nutrire tutti -qua nti. Ci sono attorno all'Italia paesi che hanno una. popolazione inferiore alla n ostra ed un territorio doppio del nostro. Ed allora si comprende come il problema dell'espansione italiana nel mondo sia un problema di vita o di morte p er la razza italiana. Dico espansione: espansione in ogni sensO : , morale, politico, economico1 demografico

• A Milano, il 30 mar zo 1923, alle 14, Musso lini si era incontrato con il e2ncelliere d ' Aus1ria, Ig nazio Seipel (431). Il 31 marzo, VM"SO le 10, presenzia la cerimonia ·p er la premiazione di alcune:11lieve del corso speciale di emigra· del Consiglio pronuncia le parole qui riportate. (Da Il Po pq/o d ' lr11/i4, N 78, I aprile 1923 , X).

Dichiaro qui che il Gove-rno intende di tutelare l'emig razione italiana : esso non può disinteressarsi. di coloro che varcano i monti e va'nno al di là dell'Ocean.o; non può disinteressarsì pecché sono uomi ni, lavoratori e soprattutto italiani. E dovunque è un _ italiano là è il tricolore, là è la Patria, l à è la difesa del Governo per questi italiani. (Appla1m).

Io sento tutto il fermento potentissimo di vita che agita la nuova generazione della stirpe italiana, Voi certamente avrete meditato qual~ ·che volta Su q uesto che si potrebbe chiamare un prodigio n ella storia del genere umano: non si fa della retorica s"e si dice che il pòpolo italiano è il popolo immortale che trova sempre una primavera per le sue speranze, per la. sua passione, per la sua grandezza. Pensiamo che 3.ppena duemila anni or sono Roma era il centro di un impero che llon avevà confini se non nei limiti estremi del deserto; che Roma aveva dato la civiltà, la sua g rande civiltà gi1.1Iidica, sol ida come i suoi monwnenti, a tutto il mondo; che aveva Tealizzato un prodigio imme nso, che ancor:i. ci commuove fin nelle più intime fibre. Poi questo impero decade e s i sgretola. Ma non è vero ch e tutti i secoli che si sono sl.15seguiti allo sfacelo del mondo romano siario di oscurità e di barbarie. Ad ogni modo ecco che dopo pochi secoli lo spirito itali ano èhe aveva sofferto di questa eclissi e che probabilmentè durante questo periodo di sosta si era a rmato potentemente per le nùove conquiste, ecco lo spirito italiano che sboccia attraverso la creazione imperitura di Dante Alighieri. N~i eravamo grandi nel 1300 qua~do g li altri pùpoli erano mal vivi o non erano _ ancora nati alla storia e alla civiltà. _Seguono i secoli superbi: iJ Rinascimento. L'Italia dice ancora una volta la parola della civiltà a tutte le razie, a tutti i popoli.

Un'altra eclissi politica di divisione e di discordie; ma è appena un seco!O e il popolo italiano si riprende, riacquista la coscienza. della sua unità storica. Roma ritor1:1a ancora a .suonare la Sua fanfara di gloria per tutti g li italiani, si riprende l'uso delle armi che sono necessarie quando si tratta di salvare la propria libertà, la propria grandezza. e_ il proprio futuro. Piccole g uerre, un unico Stato, cospirazioni, riv_oluzionc di un popolo, ma.rtirì, supplizi, galere, esili. E appena dopo u~ secolo, con !"ultima guerra, noi realizziamo Ja nostra W1ità politica. Accanto a questa unità politica e geografica mancava l'unità morale: la coscienza di se stessi e dei propri destini, sebbene con la guerra vittodosa a nche questa forma?ione d i coscienza è in atto. Sotto i nostri sguardi a poco a poco l'Italia si fa nella sua unità indistruttibile.

Il mio Governo abolisce i campan ili perché gli italiani non vedano che l'immagine augusta ~ella Patria. Questa è l'opera all~ quale H mio Governo intende con tut ta la sua passione e con un senso religioso dì fede. lo sono ottimista o signori, sui destini d ' Italia ! Sono ott imista non per un semplice atto di fede, ma per un atto di volontà p erché la volon tà è una forza g rande nella vita deg li individui e nella vita d ei popoli. Bisogna volere, fortemente volere ! Solo con qu'esta potenza di volontà potremo superare ogni ostacolo, D obbiamo essere pronti a tutti i sacrifici. (Appia"").

Raccogliamoci adunque in un momento di meditazione dopo questa rapida corsa nel passato. Noi amiamo proiettare la nostra volontà orgogliosa del nostro tempo verso l'avvenire. Questa gioventù italiana, aspra, intrepida, i rrC<3.uieta, ma fortissima, è per me la certissima garanzia che l'Italia marcia verso un avvenire di libertà, di p rosperità e d i gra ndezza. Raccogliamoci in questa visione: tendiamo tutti i nostri nervi e tutta la nostra passione verso questo futuro che ci attende e gridiamo con religioso fe rvore : Viva l'Italia. (J/ di.Ic ono del Pre1idenle pirì volte interroJ/o da appla11si e da acclamazioni /11 accolto alla fine da una grande ovazione che d11rò parecchi minuti)*,

PER LA « SCALA »

Certamente il G·overno fascista sa che cosa significa la Scala nella vita spirituale italiana. E. un istituto secolare ricco di forze, onusto di passato, Soprattutto il Governo fascis ta apprezza gli intenti di esaltazione deJl'animatore della Scafa, , il mio compagno di lista del 1919: parlo di Arturo Toscanini.

•« Quind i il prof Osimo, p rima di lt-sgere i nomi delle q uara nta premiate, sa lutò il Presidente a nome di tutte 1e scuole deUa città e della provinci a JJ Presidente del Consig lio a llo ra consegnò alle dieci prime alunne premiate il diploma. Le giovinette, ricevendo dalle mani del Presidente i l documento si i nchinavano o sa lutavano col braccio teso verso di lui. "Al Presidenle vennero offerti m:izzi di li.o ri freschi dalle alunne e dag li insegnanti e dal fascista G iovanni Segale. Grandi acclamazioni si rinnovarono quando Mussolini lasciò l'aula per ·re<arsi nella sala della direzio ne, dove gli vennero present ate tutte Je insegnanti d ella Scuola fra le quali alcune ve<love di guerra. Fra rinnovate acclamazioni della fo lla che s'era r accolta in gran numero sul bastione, il Presidente, ossequiato dalle autorità, lasciò la scuola per recarsi, con il si ndaco Mangiaga!H, a visitare la Casa del so ldato». (Da Il Popolo d'Italia, N, 78, I aprile 1923, X).

u A Milano, il 31 marzo 1923, alle 11.30, Mussolini riceve la siunta c~ munale d i Gc«o milanese (418). Alle 16, nel ridotto della Stlfld, presiede la riunione del Consiglio d ella « Lotteria pro S,ala " · Il senatore Luigj Mangiagalli prosp et ta brevemente « i problemi che urgono per il teatro» e consegna al Pre· sidente del Consiglio « un memoriale contenente le richieste di carattere fisca le » Al senatore, Mussolini risporlde con le p arole qui ripo rtate. ( Da li pqpq{o d'I1t1tf;a, N. 78, 1 aprile 1923, X),

Non vi è dubbio che il Gove rno farà il possibile perché la funzione artistica de lla Scala sia agevolata al massimo. Però non devo nascondervi che l'Erario è esausto~ bisogna avere il coraggio di dirlo. Non è un disonore : non è nemmeno una gloria: è uno stato di fatto. Quindi è possibile che il mio amico D e Stefani, al quale mi affretto a rendere omaggio perché affidata a lui la .finaf:1,Za italiana è affidata in solide mani , il mio amico De Stefani forse ha 'valutato la questione della lotteria da un punto di vista strettamente .fiscale. Ora io n on dispero di con du.do ad una valutazione un po' p iù lata di questo problema, Ed è assai possibile che, data una situazione come questa, finisca per ·accondiscendere al desiderio della direzione della Scala. E qui nd i la lotteria sia alleggerita di quei gravami fiscali che si domanda sian o tolti. Prendo nota di questo memoriale: lo porto con me a Roma e lo esami nerò col min istro D c Stefani. N on posso prendere impegni definitivi, ma mi pare che quel che si chiede in esso non sia eccessivo e che le richieste p ossano essere accolte. Di più lo Stato non può fare. Se lo Stato fosse ricco noi vorremmo aiutare tutte le grandi istituzioni a rti st iche del popolo italiano. Bisogna che ognuno di noi lavori nei lim iti delle sue possibilità per aumentare il totale ·della ricchezza nazionale, E quando ci sarà una vasta somma di beni, ~e ne sarà per tutti. Tutto si riduce ad un \Ulllle, solenne e vorrei dire eterno binomio: lavoro e disciplina!

(Un vi v issimo dppla1110 coronò le p11role del Pre1idenle) *.

"' lnùi Mussòlini si avvia sul palcoscenico, dove i macchinisti, g li artisti, gli scenogra6 l o accolsero con applausi unanimi grida di "Viva M ussolini!", Il maestro Toscanini gli presentò la signorina Toti D:al M on te, alla quale il President e: rivo lse vivissimi complimenti avendol3. ammirata nell a. Luda e nel Barbi er,, La gentile cantante offrl al Presidente un magnifico mazzo d i ga.rofani, Il maestro Toscanini e Franco Ciarlantini fornirono al Presidente ampie sp iegazioni sui r estauri fatti e quelli da farsi. Il Presidente si i nteressò molti ssimo a tutto e ammirò anche il funzionamento della cupola Fortuny Mentre l'on , Mussolini si trovava nel teatro, una gran folla si era raccolta nella · pi,1ua, e con applausi insistenti lo chiamava al balcone. Il Presidente usci infatti .dopo qualche minuto sul balcone accompagnato dal Sindaco e salutò 1omanamente la foll a che applaudì lungamente li sig nor Attil io Verce lli p oi' p resentò all'on Mussolini una targa artistica in oro, che da un Iato reca la d ata con lo stemma di Milano e dall' altro la dicitu ra : "La Lotteri a pro teatro alla Scala al suo Presidente ono· raèio" ». (Da li Popolo d'ltalia, · N 78 , 1 aprile 1923, X).

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