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LA QUESTIONE ALBANESE•
Il Presidente del Consiglio, on M11ssolini1 nelle sue dichiarazioni ai due Y(lfni del Par!amentp! non aveM fattQ cenno alla questione alb~n_ese. Questo silenzio aveva determinato delle apprensioni nei circoli albanesi in Italia e all'Estero.
Euen do t1em,ti a conoJ<enza j; tale malcontento, abbiamo voluto Je1rz'altro domandare all'oi1. M11uoli11i se.il suo 1ilenzio in merito aild q11estione albane.re joJJe stato occasionale o intenzionale. Ed eccr> senz'altro l'ùrlervi.rta che abbiamo avuto in merito col Presidente del ·con1iglio. ,
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- Sappiamo che jn Albania e nei circoli albanesi d'!Jalia /11 rilevala con u n senso di disillusione /'assenza d i qflalsiasi accenno all1 Albania n elle Jichidfazioni faue da V. E . alla CamertJ sulle, poUÙca est era. Pono auicurare V. E. che 11nt1. 111a parola sii quest o argomento è 4/te~ti con vivo deriderfo da tutti coloro che lintereuano ai rapporti dei d11e paesi.
- Tale omissione non fu certo intenzionale e sbaglierebbe chi credesse per questo che io non porti nelle nost re relazioni con l'Albania tutto l'interessamCbto che esse meritano. lo penso che l'Italia è, fra tutti i paesi, 1a più interessata al consolidamento deJla situazione estera e interna dell'Albania. L'Italia deve quindi contribuire col suo meg lio perché l'Albania diventi ·sull'altra sponda dell'Adriatico elemento d i equilibrio, di ordine, di stabilità, e perciò bisogna .che essa possa dedicare indisturbata tutte le sue forze al lavoro di ricost ruzione economica finanziatia, che oggi è, anche peè essa, il ·più ind ispensabile e urgente.
- Crede V. E. (he l'iniziativa e i (apitali italiani potranno parleripare con frutto a quesfopera di ricostruzione?
- Auguro e Confido che ciò sia. Come sollo disposto ad incoraggiare tutte le imprese italiane che si p ropongono con sufficenti mezzi e serietà di intendimenti di cooperaie al risollevamento economico d el1'Albania, cosl sono certo che il Governo albanese non può che accogliere a braccia aperte le proposte tendenti a tale scopo da p.i.rte di nostre ditte o gruppi finanziari o industriali.
Quanto ai rapporti commerciali fra l'Italia e .J'Albania, se essi possono esser~ utili a quella, sono ind ispensabili a questa. Si tratta soltanto di meglio regolarli e di intensificarli quanto è possibile nel re- ciproco interesse. A questo scopo è stato già intrapreso lo stud io di cd· mune accordo di un trattato di. commercio e di navigazione.
• Intervista concessa a Roma, ad un redattore de li Popolu d1 italia, la sera del 2 dicembre 1922 (Da Il Popolo d ' I1alia; N. 290, ) dicembre 1922, IX).
- Potrebbe V. E. dirmi se· 11el 1eguito delle dùmuioni a l os,m11a sarmmo Jenliti anche i delegati albane1i?
- Per conto mio, ho espresso parere favorevole, e ho anzi insistito perché vengano ascoltate tutte le questioni che potessero direttam ente o indirettamente toccare l'Albania.
- Q11a11do V, E. ha asstmto il potere1 vi è sia/o ch i ha gettat o I'alfanne - a.nch e gli albane1i - sulle « mire imperialùtùhe » del nuovo Governo.
- Di questi allarmi mi sono rintronate le orecchie un po' da tutte le parti. Jo, al contrario, non posso che provare rispetto e ammirazione per le lotte se~olari che gli albanesi hanno combattuto per saJvaguardare la loro indipendenz.a e per il successo che ha coronato i loro sforzi . attraverso le agitate ~igenze di questi ultimi dieci a nni.
Potete dunque rassicurare gli albanesi. Certamente nulla d i ciò che tocca. l'esìstenza d ello Stato albanese p uò esserci indiffere nte, come nulla ci è indifferente di quello che accade sull'altra sponda dell'Adriatico. Apptinto per questo tutti i buoni albanesi dovrebbero comprendere che gli interessi deJ loro paese coincidono perfet_t~mente c~m gl i interessi italiani.
AL SINDACO DI ROMA *
Roma, nella sua funzione politica ·iò ltalia, ha Wl' importanza bea superiore a quella che le altre capitali h a nno negli altri Stati. :E u n organo e ssenziale dello· Stato· e la sua amministrazio~e de \·e. ·esse re considerata né più né meno che un ministero. Il ministero d egli Esteri, per esempio.
* A Roma, in Campidoglio, il 3 dicembre 192 2, alle 10.30, .M ussolini 1~sti· tuìsce al commendator Filippo Cremonesi, sindaco dell'urbe, la visita, che questi gli aveva fatto il l '° novembre di quell'anno. In tale occas ione, il Presidente del Consiglio rivolge al sindaco ed ai consig lieri le p aro le qui riportate. (Da Il Gi or· nale d'Italù,, N. 284, 3 dicembre 1922, XXII}
Al METALLURGICI LOMBARDI*
Sono particolarmente lieto di avere vis itato queste officine che co- · nosco attraverso la storia di questi ultimi cinque anni .agitati. lo non vi terrò un discorso; ma, come è stato sempre e come è rimasto mio costume, vi dirò cose p.r:ecisc -,be vi interesseranno
Il Governo che ho l'onore di presiedere, non è, non può e non vuole essere un Governo antiprolet.ario. Gli operai sono parte viva ed integrante della nazione; sono degli italiani, che, come tutti g li italiani, quando lavorano, quando producono, qua ndo tengono una linea di condotta rispettabile, devono essere tutelati, rispettati e difesi.
Jl mio Governo è fortissimo e non ha bisogno di cercare troppo vaste adesioni; non ne cerca e OO}l ne respinge. E se adesioni verranno, anche ·da parte di organizzazioni operaie, io non le respingerò; ma dovremo intenderci bene, stabilire patti chiari pet evitare iJLusioni in segu ito.
Visitando poc' anzi questa bella g ra nde officina, io mi sono scntitò preso da un profondo senso di commozione; ed ho rivissuto in un at_timo i g iorni lontani della mia giovinezza. Poiché io non scendo d a antenati aristocratici e illustri; j mie i antenati erano contadini che lavoravano la terra, e mio padre era un fabbro che piegava sull'i ncudine il fer ro rovente. Talvolta io, da piccolo, aiutavo mio padre nel s1.10 duro umile lavoro; ed o ra ho il compito ben più asp ro e più duro di piegare le anime. A venti a nni ho lavorato con le braccia, dico « con le brac~ eia»; ho fatto il manovale e il murator~; ma ciò vi dico non per sollecitare la vostra simpatia, ma per dimostrarvi che non sono e non posso essere nemico della gente che lavora.
Però sono bene un n emico dt coloro che in nome di ideologie fal se e grottesche vogliono mist ificare g li opera i e condurli alla rovina.
Voi avrete modo di constata re che pi ù delle mie parole varranno
• 11 4 dicembre 1922, alle 20, Mussolini era partito in t reno alla volta di ·Londra per partecipare al convegno interalleato in merito al problema delle ripara:zioni. li ) d icembre, alle 8.40, era arrivato a Milano, dove aveva trascorso !"intera giornata. li pomeriggio del 6 dicembre, visita lo stabilimento delle Fonderie mi · lanesi di acciaio. Terminata la visita, l"ing . Vani.etti, consigliere delegato delle Fonderie; rivolge al Presidente del Consiglio parole di saluto e di ring raziamento Indi Mussolini, insistentemente acclam;1to d agli operai , pronuncia il discorso qui riportato (Da Il Popolo d'Italia, N n 291, 292, 293, ~. 6 7 dicembre 1922, IX) i fatti del mio Governo, il quale nella sua azione intende ispi rarsi e vuole tener sempre prèsenti questi tre elementi fondamentali:
« la naziòne », che esiste anche se la si vuol negare, e che è una realtà insopprimibile;
« la produzione», poiché l'interesse a produrre molto e bene non è solo del capitalista, ma anche dell'operaio, il quale con il capitalista perde e va in miseria se la produzione si arresta e se i manufatti nazionali non trovano sbocco sui mercati mondiali;
« la tutela degli interessi g iusti delie classi Javor~trici ».
Tenendo presenti questi tre elementi essenziali, io intend o dì dare all 'Italia la pace; aU'interno e all'estero.
Nessuno di noi vuole andare verso avventure nelle quali siano da impegnare il sangue ed i beni dei cittadini; ma nemmeno vogliamo fare delle rinùnce, e vogli~mo che l'Italia nel mondo non sia più la nazione <<ritardataria ». ·
Perché la .nostra voce possa essere asco ltata nei consigli intecnaziona,li - cons igli, o operai, che altamente vi interessano - occorre che all'interno sia la più rigida disciplina; e nessunO ci ·ascolterà se dietro di noi sarà un paese irrequi eto, . torbido, insodisfatto.
Voi, operai , sentite che in me non parla in questo momento un capo di Governo; ma un. uomo che vi _conosce bene, che voi pure conoscete; un uomo che vi pesa e che sa quello che potete fa re e quello che non potete fare. · ·
Ma come capo del Governo, vi dico che quello che io presiedo è un Governo su l serio, forte, sicuro e non una burocrazia t ard ig rada ; un Governo che vuole ag ire anche nell'interesse delle classi lavoratrici ; interessi che il Governo riconosce rà sempre, quando siano interessi giusti.
GJi operai hanno creduto di doversi e di potersi rendere estranei alla vita nazionale. Questo è stato un grande errore. Voi d ovete essere invece carne della carne, anim"a dell'a nima della nazione, in modo che tutto il nostro lungo travag lio non vada miserevolmente perduto.
Questo è il comandamento che ci viene, dai nostri morti , lo spirito dei quali -certo aleggia in questo salone e vi ripete il medesimo comandamento.
Occor~e che g li italiani ritrovino quel minimo di concordia che è necessario per rendere possibile il riordino e lo sviluppo della vita civile; e· se vi saranno minoranze ribelli e faziose che cercheranno di opporsi, esse saranno inesorabilmente c'olpite. '
Fate tesoro di queste p arole, ·e ricordate il motto dei sindacati fascisti:
« La P atria non si nega, si conquist a ! ».
Io levo con voi il_ bicchiere inneggiando all' avvenire e alle fortune del lavoro itaJiano che dovrà pren(jere un ro:to _. d i g loria innanzi al mondo inteio. ( Il diJcor.10 del Pre.sidentt del Comiglio, a.sco/Jato dalla foll(J operaia in 1m dlteggiamento di grdnde ri.sp etlo e di intema aJtenzione, è Ifa/o nei punti più f orti e Jdlienti. 10Jtolinealo da commenti di approvazione e da .af pltmii, ed è tteco/Jo alla fùre da acc/amaziom).
IL PROBLEMA DELLE RIPARAZIONI*
- L'argomento - ha dichiarato /'011. Mussolini · _ è stato còmplc, tamente delibato . Lord Curzon mi ha comunicato che non può abbandonare i lavori della conferenza, e che delle riparazioni si occuperà esclusivamente Bonar Law, col quale· mi incontrerò sabato· mattina a Londra. In proposito, come si comprènderà facilmente, non è oppor· tuno che· dia altre spiegazioni.
-· 111 q11ttnto alla conf erenza di. L osamM gli Alleali sono iempre nel pùl completo accordo?
- Accordo completo e assoluto. Potete smentire le voci diffuse in proposito e che hanno avuto qualche eco anche n egli ambienti alleati. Stasera la nost ra intesa, in quest'incontro che era naturale avvenis~e recandomi a Londra, è stata un'altra volta confermata.
Poiché /'on. Muuolini era .stato poJto al c()frente della situazione in cui si tro va la conferenza, gli abbiamo chinto le me prevhfoni
-fo credo - ha rùposJo - che un buon risultato s i otterrà. La pace ·sarà conclusa, Se cos1 non fosse le conseguenze sarebbero d eUe più gravi. ·
• Il 7 dicembre 1922, alle 9.50, Mussolini lascia Milano. Qualche istante prima che il treno si metta. in moto, ad un giornalista del nascituro A.mbro1iano che gli domanda : « Diteci quello che vorreste·da Milano e Milano lo farà», risponde! «Milano pt10 e deve euere il rerve/Jo della nazione, L:llalia ri ronld. Che ahro tJi debbo dire'J Ed ()n, bdJta ron le parole. Occorron o azioni e fatti per 11mi. A No1ari e a voi flilli ,111gt1ri » Alle 18.5, arriva a·Losanna, dove s'incontra con lord Curzon (426). Poi concede all'inviato speciale del Corriere delitt Sera, Gino Serri, l'intervista qui riportata. (Da li Giornale d'Italia, N. 288, 8 dicembre 1922, XXJI, e dal Corri,re della Sera, N 294, 8 dicembre 1922, -47").
« LA GERMANIA PUÒ E DEVE PAGARE»*
Non so se la cifra fissata a Londra è esattamente quella che può pagare la Germania, ma certo la G ermania può e deve pagare. L' Italia è stata molto provata dalla gueria e la sua povertà non le- permette d i essere molto generosa. Quali ..sono esattamente le mie inten.Zioni Io dirò a Londra.
ALL'ARRIVO A LONDRA**
Essendo s/nto chie;Jo all'on. MuJJolini se era venuto a Londra ro11 ,m pia110 parlicolaru per siJtemare la questione delle ,.;parazioni, egli hq risposto: .
- Questo lo saprete domani sera.
Richiesto poi se avesse intenzionè di presentare qualche p roposla parlicolare _ circa la divisione t ra gli !f.lleati delle somme dovute dalla Germania per le riparazioni, egli ha rùposto negativamente.
L'on Mussolini htt soggiunJo di euere ottimista sull'esito dell' attuale conferenza.
Circa la stabilizzazione dei cambi egli ha fatto rileva-re che questo è un problema .d i natura delicata è tale da richiedere tempo adeguato per la sistemazione. A tale proposito egli ha accennato all'iniziativa di numerosi ciJtadini italiani per conlribuzioui volontarie allo .uopo di ottenere rm rùtlzo della va/11/a nazionale, fi velando che vi Jono già in proposito alcuni esempi di patriottismo provenienti particolarmente da feriti di guerra, c~e per alleviare la preuione finanzittria dello- Stato hanno spontaneamente offerto di rimmziare alle /..oro p emioni d i g11erra, Circa la conferenza di LOJannd /'on. Muuolini ha dùhittralo che la Turchia, avendo combattuto e vinto, ha diritto di essere considerata · ' per la sistemazione del prossimo Oriente, ma non deve esserle per-
• l 'S dicembre 1922, alle ~. Mussolini lascia Losanna in treno, dopo aver dicbia..rato all'inviato speciale dd M ttJit1: « Sq/JanJo un'alleanza de!JI! grandi potenze ortidentdii p oJril rito!vere le queJJioni europu ». Alle 14.35, arriva a Parigi, alla ,tazione d i Lione; verso le 15, è a lla sta:rione nord, dove, « ai giornalisti francesi che lo tempe$tano di domande», fa le d ichiarazioni qui riportate. (Da li Popolo a'halia, N . 295, 9 dicembre 1922, IX).
•• Il 9 dicembre 1922, aJle 22.30, Mussolini arriva a lon~ra. Sceso al « Claridge Mtel », concede ad un gruppo di g iorrialisti di varie nazioni l'i ntervista qui riportata. (Da Il Popo/q d'Italia, N. 296, 10 dicembre 1922, IX). ) messo di minacciare la pace del mondo balcanico e la tranquillità europea.
Interrogato Ifllle relazioni itdlo~inglesi, il Presidente del Comiglio i1a affermalo che le due nazioni devono mantenere una cordia le amicizia. L'Italia e l'Inghilterra devono mantenere e cementare questa per· fetta intesa e perciò è necessario stabilire una reciprocità di interess i. L'on. MflsJOlini ha infh1e dichiitralo che il movimento fascist"a ha avuto per conseguenza che l'ord ine e una perfetta disciplina sono stati completamente ristabiliti. Il mutamento avvenuto - ha concimo l'on . Mtusolini - è semplicemente meraviglioso.
IMPOSSIBILITA DI UN'INTESA
TRA SOCIALISTI E FASCISTI IN ITALIA*
Ho chiesto, al signor Mussol ini quali JÌdno le r!lazionì fra fmci11i e Jocialhti itaiittni, ricorda11do ché vi sono siate voci di rma possibile huesa. L, risposta dì M11ssolìni è stata diretta :
- Sono convinto che non vi èla possibilità di un'intesa qualsiasi fra fasci st i e socialisti. Siamo disposti a tollerare la propaganda dei partiti politici nell'interno delle organizzazioni operaie, m:.1. soltanto a condizione che non comprometta in alcun modo l'unione nazion ale e la disciplina nazionale.
- Vi proponete di malllenere la vostr~ organizzttZione milìtt1re faJei sla o di 1cioglier/a ora Che voi 1iele al Governo?
- L'organizzaz ione miUtare fascista sarà conservata - ha risp o1to /'on. Mussolini - per la difesa dello Stato fascista.
Poiché /'on. Mussolini aggiunge che n e/l'eventualità di 1m i ntesa tra fascisli e opetai /'tti11to che i' organizZ11Zio11e fr:s cista potrebbe preJ/are ad eJJi Jttrebbe formidabile, l'intervistatore sì chiede quali finì si proponga /'on. MuSJoJini. E. egli pronto a g el/are le armi indifferentemente suf/'11110 o s11li'altro piallo della bilancia? A dare aiuti, senza amn-si dei fini, a chitmque gli assirll'Yi il potere? Avendo chiesto all'on. Mt1110/in i della sua poJ;Jica, a che cOsa miri, 4 quale fine impiegherà egli il mo formidabile potere, il Presidente del Consiglio italiano risp o1e:
- Io miro a distruggere tutto q uello che iinpaccia ed ostruisce la nostra ene rgia nazionale. E la rt?,ia politica si può ria_ssumere cosl: anti- socialista, antimonopolista, antistatista. Voglio dire e~ le funz ioni dello Stato deVono essere interamente rivoluzionate. Lo Stato, come funziona · oggi, è contro il p rogresso e l' evoluzione. lo ho po;to una domanda piH espliciJa all'on. Muuolini. Gli hb chieslo .re intendeva sci ogliere la Camera e fare le ,ruove elezioni. li President e del Comiglia italiano mi ha dat a tlffd risp o,sfa evasiva.
• A Londra, il 10 dicembre 1922, Mussolini è rictvuto dal re d'Jnghilttrra (426). Nel pomeriggio, concede al Daily HeraJd l'inttrvista qui riportata. (Da Il Popolo d'llalia, N. 300, 15 dict-mhre 1922, IX).
- La questione - ha dello - è troppo complicata perché si possa dare una r_i:sposta precisa.
Poi J!intervÌJta paJJa allo politica e;tera. Definita genericamenle la .ma politica estera come una politica di pace, /'on. Mnuolini espresse la speranza che le relazioni con la l11goslavia e gli a/Jri Stali vicini J,t,ranno amichevoli quanto pitì possibile, Ftt cmlfo ne/l'accennare alla R11uia1 ma espreIJe il desiderio di pùì inlime relazioni economiche. S11/la questione turca fece d11e dichia_razioni precise, auai nolevoli.
- L'ItaJia - ha dello /'on. Mussolini - insisterà per la conserva. zione deg li interessi economici in Turchia ai quaJi i trattati le danno diritto. L'Italia insi sterà anche perché i sudditi italiani in Turchia con· servino i loro p ri vilegi extraterrfroriali, li giornalista termùra esprimendo ;/ Jllet 1entimen/o di ammirazione per la personalità 1/raordinaria di M w so/ini e di dubbio 111i risultati che la sua opera potrà 'dare.
Fascist i!
Voi senti te che da u n mese a questa parte le azioni del popolo italiano si sono molt o elevate n ella considerazione degli altri popoli.' Tutti g li stranieri sanno che una nuova Italia vigoros issima è nata neJle sto· rich e gi'ornate di ottObre. Ricordatevi che 1a rivoluzione fu grande ma non è finita, aru:i è appena incominciata. Duri compiti ed ardue responsabilità ci attendono.
Rimango il capo del fascismo pur essendo capo del Governo Sotto questi abiti ufficiali che porto per d ove re , conservo la ca micia nera, quella stessa _ch e io portai davanti• a Sua M aestà quando mi ch iamò a formare il nuovo gabinetto. L'Italia f as<:ista, io vi assicuro, è in mani fortissime. Tutti j nostri avversari già .sannò che ogc:i i tentativo di riscossa
• A Londra, la mllttina J ell'J 1 dicembre 19 22, Mussolini p~tecipa al convegno interalleato· in merito al problema delle riparazioni ( 427). Nel pomeriggio, alla sede del Fascio, pronuncia il discorso q ui riportato. ( Da If p qpq/o d'l1ali11, N . 298, 13 dicembre 1922, IX). > sarà inesorabilmente schiacciato. L' Italia vecchia è morta e non risorgerà. I . morti della nostra guerra lo impediranno; lo impediranno i morti della guerra fascista , altrettanto sacra e necessaria come la prima; lo impediranno i vivi_: noi qui ed ovunque, pronti ad ogni battaglia per salvare i valori fondamentali della razza e della nostra storia. E tempo, di ' riguardare colla fronte serena i :figli degli .altri popoli
L'epoca delle rinunzie· e delle obbligazioni è passata. Ve lo dice il capo del Governo. Voi mi chiedete di inaugurare questa vostra fiamma. Io ve la affido. Conservatela come conserverete la fiarruna di quella fede per cui sono morti tanti giovani purissimi, conservatela per le fortune d'Italia e del fascismo. (Dopo il diJcorso, acdamatiHimo, è stato offerto al/'on. Munolini 1111 « ve,.mouJh » d'onore).
AL TERMINE DEL CONVEGNO INTERALLEATO DI LONDRA*
- Siamo soddisfatti che la conferenza sia terminata cosl **· Avreb. be potuto andare peggio e forse anche meglio. Abbiamo preso una vac~nza, ma per conto mio questa è troppo lunga ed avrei preferito che si pr_oseguissero i lavori. :B vero che essi saranno ripresi con maggiore probabil ità di accordo di quello di cui disponiamo ora, m a ad ogni modo abbiamo compreso il dovere di arrivare a una soluz ione. Dob. bjamo giungere a una conclusione prim:i. del 15 gennaio ed occor· rerà agire. .
D opo aver const11t11to che durante l'inter vallo d eciso oggi neu mro dei q11aJJro Governi potrà agire 1epnratamenJe, /'on. M 11uoli11i ha pr(l'· cisato d'aver proposto ai moi colleghi rirmiti tt << D ouming S 1,-eet » i pegni produttivi che erano Jlali chie1Ji nel mese di agosto, e ché /'011. S chanzer aveva allora rifinfalo al primo ministro francese e cioè il sequesl'ro delle dogane inlerne ed eJtere di Renania, d elle miniere fiscali e delle f ore1te demaniali. E poiché il corrispondente delt'« HavaI » discute va di ciò, /'on. Muuolini ha rep/ic(IJ o :
- Non varrebbe la pena cambiar ministro se non si canÌbiasse politica.
Q uindi ha 10ggi11nto:
- Le divergenze tra la Francia e l'Italia vertono suita questio ne dell'occupazione de lla Ruhr. Io non vagli(? pegni territoriali. Non credo che l'occupazione ddla Ruhr: sia tanto prossima come si .dice. Non credo che la Frnncia agisca precipitosamente.
* Intervista concessa a Londra, al rar1>resentante dell'ageniia H ava1 , la sera dell'll dicembre 1922. (Da li Popolo d'/Jalia, N 298, 13 di cembre 1922, IX). u (428).
- Che cq1a si farà, signc,r Prc1identq1 u la .Fri1U1ci'1 ocmperà la Ruhr Jenza vo".rtro gradimento?
L'on. Muuolini ba sorrÌJo ed ha.rispoJto senz'altru:
- Vi risponderò dopo il 15 gennaio.
Il primo ministro italiano ha tenninato con una parola che bene e1prime la JUa fiducie1 nell'avvenire,
------. Ve ne prego - ha detto - non spargete un 'ombra d i pessimismo per il mondo e non disconoscete che l'avere ammessa la discussione ·ci rca la nota di Balfour è un grande passo innanzi.
CONTRO I PEGNI MILITARI*
- O gn i volta che durante le discussion i di qu esti g iorni - ha dello M 11J10/i11i - è stata· sollev·ata la questione det pegni, ho sempre dichiarato n ettamente che l'ltalia aderiva senza riserve alla fo rmula frances e che « non si conceda nessuna nuova moratoria senza p egni », ma ho aggiunto che distinguevo fra pegni e pegni. Accetto per p~rtc mia tutti i pegni di ordine finanziario, economico, doganale; ma non "posso accettare pegni di ordine militare, e, per conseguenza, tanto meno una·estensione della occupazione dei territori tedeschi.
« SPERO CH E POTREMO REALIZZARE
UNA Più COMPLETA INTESA »**
Nella bre pe alfeJa alla stazione di Lione, l'on. M11uoli"i, parlando çon 11n redai/ore del« Matin », ha dfrhiar'1Jo che, ·quale che possa essere la soluzione del problema dei debiti interaileati , essa non implicherà mai che .venga adottato verso la Germania un contegno d i debolezza.
- Il p iano <li riparazioni presentato dal Re ich - hd' aggiunto il Presidente - è veramente troppo insufficente. N on potremmo ammet-
* Dichiar:izioni · fatte a Londra, all'inviato speciale del M nlin d i Parigi, la sera dell'll dicembre 1922, (Dal Cor,ùre della S M11o, N. 297, 12 dicembre 1922, 47Q) o Il 12 d icembre 1922, ttlle 11, Mussolini lascia Londra in treno. Dallè 20., alle 20.}0 sosta a Parigi, alla stazione di Lione, dove conc~e ad un redattore del M atin l 'intervista q ui ri portata. in riassunto. (Dal CQrriert' della Smt, N . 298, 13 d icembre ·1922, 47<'). tere in suo favore un trattamento cosi benigno. Certo io non voglio la scompacsa delJa Germania, ma tanto meno voglio consacrare a suo van• taggio fa rovina d ei pa.esi che hanno più soffe rto daJla guerra. Sarebbe stupido e· deJittuoso. Su questo punto in particolare non ho dunque potuto far altro che sostenere Poincaré. lJ giornaiiJ/a gli ha chieJl'o Je è eJattO', come qualche giornale ha affermato, ,he egli_ .ri Jia rùolutammte oppoJto ai pegf!i poliJid, vale a dire all'ouupazione d i nllO'Vi territori tedeJchi. MuJJ o!ini, pc.randa le paro/e, ha rùpoJ/o :
- Prima dei pegni territoriali, ve ne sono altri che io ho nettamente dichiarato bisogna esigere conformemente alla tesi francese in cambio di qualsiasi moratoria. Questi pegni sono di ordine amministrativo, economici e bnanziarì. Quanto ai pegni politici io _ non sono assoluta· mente ostile g iacché nulla nelJa vita vi è di assoluto. Tuttavia non potrei aderirvi se non sotto imperiose condizioni.
· E Jorridendo ha co11dnJ():
- Quest'anno era maJ cOminciato con Cannes. Non si può ancora dire che finiso bene, giacché a Londra non si è concluso nulla, ma fini sce già meglio. Vi è una cosa che i popoli reclamano, cioè una soJu. zione definitiva; - sono stanchi di tutte queste conferenze, di tutti i temporeggianti, di tutte le mezze misure. Spero che per il 2· gennaio potremo realizzare una più completa intesa.
s• RIUNJONE DÈL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Il PreJidente riferiJce in primo luogo Julla Jit11azio11e interna.
Egli l'ha lrbvaJ" abbastanza Joddhfacente. l a rissa politica va di· ventando sempre più sporadica e dì politico non ha che le apparenze.
•JI 13 dicembre 1922, alle 16.45, Mussolini era arrìvato a Milano. « Salutati rapidamente gli intimi, glr- amici e le personalità che erano ad attenderlo 1>, aveva raggiunto la propria abitazione. Alle 23, si era recato alla sede d el Pop olo d'ltnlia ( 418); Il 14 dicembre, alle 10.30, aveva ·visitato la « Scuola all'aperto Trolter ;i;i , Sull'album della Scuola aveva scritto queste parole: « B enikJ M ,osolini, commoJJo ed entuJiarta, ialuJa I-, piccola primdl)t-ra ilalica; c-olo ru che l'hanno in tura; qMelli c-h1 hanno iJe1110 qnesta iniziativa dl!Jtinàta a ruliu.,zre il latino eJ immort.Jl! "me11r rd.na in c-orpors 1ano" ». Accomiatandosi da.I dottor Li.igi Veratti presidente d t"LPatronato lombardo, gli aveva detto: « Ti ,·ipl!lo rupressione della mia più viva am mir.niontt p~r qu11nh) ho visto e ti uorJo a p erJeverare nella nobile o p"a , be spieghi a favore dilla Patria , del/111m11ni1à ». Alle 20.30, era partito in treno alla volta di Roma 11 15 dicembre, alle 9.10, arrìvà nella capitale, dove, nel pomeriggio (ore 14·18.45), presiede la riunione dei .Consiglio-dei ministri della quale è qui riportato il resoconto (Da I/ Popolo d' Italia, Nn 299, 300, 30·1, 14, D , 16 dicembre 1922, lX).
le elezioni amministrative si sono svolte con sufficente ·tranquillità. l'enorme massa, la quasi unanimità della popolazione italiana tiene un contegno superbo di disciplina e lavora assiduamente.
- Non mi nascondo però - aggiunge /'on. MuuiJ/ini - che della mia breve·assenza hanno tentato di approfittare talune esigue minoranze dì politicanti che non si rassegnano ancora all'assoluta irrevocabilità del fatto compiuto nell'ottobre col trapasso di reg ime e cercano di qua o di là una qualsiasi bandiera od un paravento. Queste velleità hanno una trascurabile importanza, sono già scontate e nettamente individuate. Chiedo ad ogni modo che il Consiglio dei ministri mi autorizzi, fin da questo momento, ad agire coi me;zi che riterrò più opportuni contro chiunque, di qualsiasi partito o fazione o setta, cerchi di portare il turbamento ed il d isordine nella nazione che ha assoluto bisogno di discipli na e di calma. (Il Consiglio prende atto ed affiàta al PresJde,ttèdel Comiglio il compito di agire a Jecotlda dei ca.Jt).
L'on. M1urolini rico rda che il« memorandum» pre1enlato alla confererzza di Londra è staio elabofat O' da. lui nelle sue linee generali; e, per quanto rigmtrda i de/tagli di ordine tecnico, i nostri delegati ailtJ commiuione delle riparazioni, sen. SaltNtg(J..Raggì e comm. D' Ameglio, g/J hanno forn ito le neceuarie preci.razioni. IJ memoriale parte dal punto di vista , be l'o,r. M111solini ha espresso nel suo primo dfrr01'J(J al Parla) mento cioè che debiti riparazioni formano un bin~mio inscindibile e che - pe~ speziare il circolo vizioso in cui si dibatte l'economia d egli Alleati e quella i n generale europea bisogna affrontare contempo raneamente il problema dei debiti e q uello delle dparazioni. Ciò è stato fatto per la prima volta a Lond ra come ri sulta dal comuniciito d iramato d alla stampa per annunciare l'aggiornamento del11 conferenza al 2 gennaio.
La conferenza di Londra non ha po tuto dare i risultati che si attendevano, anche perché nori era stata convenientemente preparata.
Dopo le dichiarazioni 'di Poincaré, l'on. Mu1s(J/ini -prerenlò il « memorandum» iJaliano, che lesse nel teJto francese, ment rè u"a t raduzione in inglese veniva rimeua a Bonar Law. Nella successiva seduta, Bonar Law cOmunicò l'arrivo di una nota tedesca, il·cui testo è stato pubblicato dai giornali. Si è discusso intorno alla nota tedesca per due ore.
:E: d imostrato che essa non è che Ja ripetizione di note precedenti e che ,in ogni caso, anche in quello di moratoria, l'Italia poteva rinuniiare ai pagamenti in contanti ma non ai pagamenti in natura , Alla unanimità la nota tedesca fu respin ta come insoddisfacente. ·
D opo d i che l'on. Mussolini rirhittmò la riunione alla discussione del memoriale italiano. Allora le parti rivelarono le lo ro rispettive posizioni. la conferenza venne a trovarsi dinanzi a due scogli: u no rappresentato dall 'eccessiva iritransigen2a francese; l'altro rappresentato 1alla eccessiva indulgenza inglese. A questo punto la seduta fu rinviata all'indomani, anche per dare modo a Bonar LaW di convocare improvvisamente un consiglio di gabinetto. La decisione del consiglio fu appunto questa: di non prendere impegni definitivi e di aggiornare la conferenza al 2 gennaio.
Apertasi la t erza ed ultima riunione delJa conferenza , Bona r Law lesse il comunicato che era stato evidentemente stilato nella riunione della mattinata dal gabinetto. Il primo a protestare contro il rinvio fu Poincaré. Egli si e_spresse nel senso che l'opinione pubblie3: francese avrebbe deplorato vivamente. questa nuova dilazione. A sua volta /' on. Mrusolùri dù·hiarò che il rinvio avrebbe avuto quattro conseguenze :
1.- un aumento di alcune centinaia di milia rdi di nurchi nella circolazione cartacea ;
2. - un turbamento nei cambi;
3. - un·arma nelle mani di tutto il mondo socialista per accusa re l_'jntesa capìtalistica di paralisi di fronte ai problemi impo nenti del dopogùerra;
4. - che neJl'inte rvallo non vi sarebbero stati probabilmente nuovi. avvenimenti, tali da spostare la situazione determinatasi.
Si venne quindi a discutere sul testo del comunicato. Fu rnodificat<;> nella prima parte, che è quella che riguarda i « debiti interalleati », alle quali parole si ag"giunsc «europei». E nell'ultima parte, in cui è detto che nella conferenza del 2 gennaio sarà ripreso in esame l' i1_1sieme delle questioni.
'L' on. M11ssolini aggiunge che la riunione di Lond ra aveva un carattere di cordialità raccolta e severa, A ggiunge poi ch e- non andrà alla conferenza del i gen naio se p"rima non sarà stato fatto quel necessariò Javoro di preparazione diplomatica che solo può rendere utili e conclusive le conferenze plena rie.
LA I/I~ opinione è che ora di finirla con gli indugi, che snervano e impoveriscono le nazioni e che, al 2 gennaio, sé si vorrà concludere ciualche cosa, se si vorranno evitare le gravi conseguenze di WlO spostame~to delle occupazioni territoriali d ella Francia, bisognerà ritor~are sul « memorandwn » dell'Ita lia, la quale, col suo atteggiamento, non ha difeso soltanto il suo interesse, ma quello degli Alleati, della stessa Gennania e dell'Europa intera. 11 merito incontestabile del Governo italiano è quello di avere posto a Lo11dra il problema delle riparazioni in co~nessione con quelJo dei debiti interalleati europei. Posto a problema, bisognerà. risolverlo. Ad ogni modo, per quel che riguarda l'avvenire, l'Italia ha già definito le sue precise responsabilità.
D opo q11e1te .dhb;arazioni, il Prnid ente h~ /eti o il « memorandum » romme11tandC1lu in Jaluni p11nfi e specifi'('(tnd(J i pegn} produtJivi efterti a/111 Francid.
Il te1to det <<memorandum» è il 1eg11ente: « Prima di venire a Londra mi ero permesso·di conoscere il piano . in discussione dei problemi che dovevano formare materia della presente riunione. Desideravo conoscere se si sarebbe trattato di affrontare un aspetto particolare e contingente del problema delle riparazioni, come potrebbe essere quello di u n rinnovo più o meno lungo della moratoria alia Germania che scade fra poco, o se si sa rebbe ·affrontato in pieno il problema delle rip:irazioni, per dargli una soluzione inte." grale e d efinit iva. Ma al momento che noi ci siamo riuniti a Londra, credo che noi dobbiamo p"rendere l.'impegno reciproco e formale di non sepa· rarcì prima di ave re assolto il nostro compito che è quello di decidere nelle sue grandi linee il problema deJlc riparaz.ioni, lasciando ai delegati che si riunitanno a Bruxelles o altrove il compito di fissarlo nei suoi termini concreti.
« Tutti i popoli d'Europa aspettano con ansia, che si potrebbe d ire angosciosa,. i risultati di questa riunione, ansia che cresce di giorno in giorno con Io stagnare e con l'aggravarsi della crisi economica. Dopo quattro anni dall'armistizio la situazione generale dell'Europa non è migliorata. Essa ci presenta 'due aspetti: queIJo economico che è sempre grave; e quello politico che segna un progresso verso la normalità della convivenza sociale.
« Negli anni 1919-1920 parve per un momento, con i t entativi comunisti di Budapest, dì Monaco di Baviera e con l'occupazione delle fabbriche in Italia e con l'offensiva bolscevica contro la Polonia e con le n umerose rivolte locali in Germania, che l'ondata comunista avrebbe seriamente minacciato quel complesso di istituti giuridico-politico-econo· miei che formano fa base della civiltà occidentale. Oggi il pericolo rap,pres~ntato da questa specie di epidemia spirituale è potentement e at• tenuato.
« Ad evitare però una ricaduta è necessario togliere la vita economica europea dallo stato di incertezza in cui si trova da quattro anni; incer· tezza che fa sentire i suoi effetti d annosi tanto nelle classi industriali come in quelle operaie. Gli sforzi fatti da tutte le potenze per tenere in piedi l'Austria dimostrano che sarebbe enormemente grave per lutti, non esdwi gli Stati più ricchi al di qua ed al di là dell'Atlantico, di allargare lo stato di quasi caos in cui versa gran parte dell'Europa cen· trale. Questo stato di rttoJ è resultato dalla politica del dopoguerra, che t domi nata dal pr_oblema delle riparazioni.
« L'Italia, a causa delle sue condizioni particolarmente difficili e per i sacrifici assai gravi di uomini e d i ricchezze, è specialmente interessata
DALLA MARCIA SU ROMA AL VIAGGIO NEGLI ABRUZZI 69
a questo problema. Il Governo italiano afferma, in tesi qw.s i pregiudiziale, che per risollevare la Germania non sarebbe giusto e sarebbe infinitamente iniquo rovinare l'Italia, 1a Francia, il Belgio e gli Alleati minori e perciò non si può prescindere, parlando di riparazioni, dal problema dei debiti inte ralleati. ll pensiero deJ Governo ita liano può riassumersi in questi termini :
« 1.- evitare ogni soluzione che sia soltanto parziale dilatoria;
« 2. - jmprusibil ità assoluta per il Governo italiano di rinunciare a qualsiasi parte del totale delle sue ripa razioni, salvo che una equa sistemazione da parte dell'Inghilterra dei suoi crediti verso gli ·Alleati permetta a costoro di rinunciare a favore della Germania alla corrispettiva quota pa rte delle riparazioni. La speranza di una. simile sistemazione è legittimata dall'alta, tradizionale fun zione di equilibrio e di moderazione esercitata dall' Inghilterra nella vita del continente europeo, dallo stato d'animo di molte parti dell'opinione pubblica inglese cd a nche dalla nota di Ba lfour, che il Governo e il popolo italiano han no Considerato e salutano come l'avviamento all'invocata radicale soluzione del problema. ll Governo ital iano chiede lealmente e francamente questa sistemazione da parte ing lese, basandosi su quest'ordine di consideraz ioni:
« a) il Governo italiano pensa che i debiti interalleati, come è g ià stato notato, sia no di natura tutto affatto speciale e che non possano essere considerati alla stregua dei debiti comuni;
<< h) il Governo britannico e gli uomini più eminenti della fi'na nza e del commercio inglese si rendono .perfettamente conto che l'Inghilterra non può esigere il pagamento dei suoi crediti senza ·precipitare g li Alleati nel ·ba ratro della crisi politica e del fallimento econ~mico, . avve• nimenti che avrebbero una ripercussione immediata e g rave su tutta l'Europa, compresa l'Inghilterra.
« Il Governo italiano rit iene che col suo gesto l'Ingh ilte rra risolleverebbe immediatamente la situazione e<:onornica deg li Alleati e della · stessa Germania ed eviterebbe ulteriori pericolose complicazioni d'ordine internazionale,
« 3, -Regolamento dei residui dei pagamenti tedesch i, accordando una moratoria e facili tando dei prestiti ·alla Germania con modalità e garanzie da stab ilirsi in a ltra sede.
·« Fatte queste premesse d'ordine generale, il Governo italiano ha l'onore di sottoporre all'esame degli Alleati le seguenti proposte :
« ·1. - Le potenze alleate hanno co nve nuto che il regolamento dei buoni sia fatto:
« a) med iante il valore dei beni di St ato trasferiti da ll' Austr ia e dall 'Ungheria. ( art. 208 trattato San Germano e 19 1 trattato T rianon);
« b) mediante l'ammontare delle riparazioni che sarà fissato a carico dell'Austria e dell'Ungheria, al di sopra dei valori dei beni tcasferiti (art. 179 del trattato di San Germano e 163 trattato Trianon);
« e) mediante la somma rappresentante le riparazioni dovute dalla Bulgaria;
'
« d) mediante il compenso coi differenti crediti riconosciuti dalla commissione delle riparazioni in favore della Germania, crediti Lh~ dovranno essere imputati in conto debito capitale, quali: il val<;>rc dei beni di Stato ceduti; la differenza tra il valore accreditato alla Get· mania per le navi mercantili cedute in esecuzione dell'annesso 3 ed_ il valore di cui le potenze riceventi sono addebitate ( articolo ·12 ·dell'accordo finanziario interalleato di Parigi, 11 mar.zo 1922); una parte del valore delle miniere della Sarre (articolo 9 dello stesso accordo); il valore · dei cavi sottomarini; ecc.;
<Ce) mediante sottoscrizioni ;
<< f) mediante compenso coi debiti che la Francia, l'Italia e gli altri Stati aventi d iritto alle riparazioni hanno contratto con la. Gran Bretagna durante o per la guerra. Il residuo eventuale sarà abbandonato nel caso di una equ.1. sistemazione dei debiti alleati verso l'America.
« 2. - Il debito·tedesco delle riparai ioni sarà così ridotto alle . obbligazioni della serie a e b, cioè a cinquanta miliardi di marchi oro.
« 3. - Una morà.toria di due anni sarà accordata alla Gerinania per il pagamento dei cinquanta miliardi ( obbligazioni a e b).
« 4. - 11 Governo tedesco si obbliga ad ottenere prima del 15 gennaio 1923 che le banche e le industrie tedesche garantiscano il colloca• mento di un prestito per un minimo di tee ~liardi d i marchi Oro. Dal ricavato di detto pr~tito, una somma di cinquecento milioni di marchi oro sarà attribuita al Qoverno tedesco, allò scopo di stabilizzazi~e del marco, ecc., in conformità deJle proposte degli esperti convocati dal cancelliere Wirth nel mese di novembre scorso. 11 residuo del ricavato sarà destinato alle riparazioni.
« 5. ·- Saranno destinate in garanzia di questo prestito alcune entrate dello Stato tedesco sulle quali è oggi stabilito il privilegio delle riparazioni. La commissione delle riparazioni acconsentirà che i presta· tori siano garantiti colla proprietà su queste entrate (articolo 248 trattato di Versailles).
« 6. - Le potenze aventi diritto alle riparazioni potranno doffiandare alla Germania di Continuare le rimesse in natura ( carbone, materie coloranti, ccc.) conformemente agli annessi alla parte ottava del trat·, tato di Versailles e alle- con dizioni ed ai prezzi indicati in quegli annessi. le dette rimesse in natura sa ranno pagate alla Germania sulla quota-parte del prestito pagato annualmente a ciascu·na. delle potenze riceventi.
« 7 - Durante il periodo della moratoria, la Commissione delle riparai!ioni ed il comitato delle garanzie, nell'esercizio dei loro poteri, anche rinforzati se necessario, veglieranno acciocché iJ Governo tedesco prenda ogni misura necessaria per stabilizzare il valore del marco, per eseguire le riforme necessarie richieste dal comitato delle·garanziè, ristabilire l'equilibrio del bilancio sopprimendo le spese non indispensabili (sopratt'utto quelle reJative ai lavori pubblici), assicurando il più grande rendimento possibile nelle imposte ed arrestando l'inflazione monetaria.
« 8. - Decorso il periodo della ITloratoria e ristabilito il cred ito delJa Germania, questa riprenderà il pagamento delle riparazioni».
Il progello dell'o n. M11uolini ha affrontalo inoltre il problema dei pegni p rod11t1i:Ji che dr)t)rebbero eJJer chiesti alla Germania in compenso d elle facilitttZioni che le 1Jerrebbero concesse mediante la moratoria,· e di ogni altra concessione contenuta nel progeuo medesimo; e tali pegni, che non è il caso di specificare, Jono da rilenetsi atti a soddiJfare le richieste legittime dei creditori e in particolare- della Francia.
Il Consiglio dei minhlri ha P.reso atto ed, approvalo pienamente il ,, con/e,ru/o del «memorandum» e l'oper(J svolta da/l'o,r. M111solini a Londra.
Erano prese,rti l'on. M111solini, il .soJtosegreldrio on. Acerbo, ;J 10110segretttrio on. Pinzi, S. E. /'o n. De Vecchi, il dire/tore gen eral e della Pubblica Sù11rezzti gen. De Bono, il .segretaria, generale del ministero degli Interni, comm. Michele Bianchi, J'avv. San.sane/ti, il do/I Baslianini1 Gino Calza-Bini, M auimr., Ro~ca1 il maggiore Teruzzi, l'ing . Postiglione, EdmonJq Rossoni e il còmm. Cesare Rossi.
Presiede-vtJ /'on. Muuolini.
E stato deliberdto, innanzitutto, la migliore utilizzazione delle 01ganizzazioni militari fa.sciste, iniziando la costituzione dei primi nuclei scelti col titolo di« M ilizia per la Sicu,·ezza -Nazionale », che sarà alle dirette · dipendenze del Presidente del Consiglio.
Una commiÌsione composta degli onorevoli Pinzi, De Vecchi, gen. De B(}'nQ1 I talo Balbo, 1"e-r.11zzi1 pre1enlerà entro due giorni al PreJi- de11te del Comiglio propo1te di pratica ed immediata att11aziot1e per la costituzione e il fu,Ìzionamento dei p,.imi nllC/e; mddet~i.
• Tenutasi al Grand h6tel », nell'appartamento p rivato di Mussolini, la sera del U dicembre 1922 (ore 2Z-24 (?)). (Da Il Popolo d'JtalitJ1 N. 301, 16 dlçemb<e 1922, IX).
A proposi~o della riform·a da apportarsi al siJtema e/eJlorale, il Gran Comiglio jaJcista ha riconfermato alla unanimità il. sisJema mag gioritario con la ,appresentanza proporzionale per le minoranze.
Sempre a qt1eJto proposito·, Mich ele Bianchi ha prospelt<No l'opportmzità di a.rsegnare alla lista che .riporti il maggior n11mero di v oti tre quarti dei mandati invece dei due terzi.
In quanto alla dttta delle elezioni si è laJCÙrto mbitro il Presidente del Co114glio.
RoJ.Ioni ha amumciato che ;/ DireJtorio n.r2ionale delle corporazioni sindacali ;i presenterà domani al capo dei Governo per 1i g11if irargli che le corpor11zioni sihdacali da oggi si chiameranno « f auiste ».
Questa comunicazione, che taglia corto od ogni equ froc o sull'unità Sindacale, è sltrla arrolta dal Gra11 Comiglio con vi viuima simpatia.
Rocca ha riferito sul funzionamento dei Gruppi tecnici e m i problemi nazionali pili urgenti, specie quello ferro viario, portuaria, minerario_ in r,tpporlo alla b,'m;,crazia dei ministeri relativi.
E stata presentata ed esaminata la proposta di istituzione di ,m 11110110 ordine cavalleresco, che si chiamerà «Littorio».
Sono state q11indi esaminate ale1111e questioni di indole intcma.
9' RIU N IONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
( +) // Presidente del Comiglio, on. Miniolini, ha proposto ~l Cousiglio di co11cedere un diJJintivo sp eciale ·ai volonttrri di guerra, intendendo ron ciò di dare 11110 speriate attestato dì benemerenza del paese v erso questa categoria partlCo!armente benemerita dei rombt1/le nti, (Il Consiglio h a approvalo, demandando di ministro della Gucm1 le moddlità per la creazione e /'assegnazione d el dùtintivo) (+).
Su proposta del/1011. Mussolini, il Ccmsiglio ha approvato 1111() schema di derret() col quale si provvede alla soppressione della sesta seziorre gi11rùdizionale provvisoria...del Comiglio di Stato, istituita con regio decreto legge 24 no vembre 1919 per le nuove province.
S11 proposta del Presidente del Consiglio, daJa l'assenza d el m inistro del Tesoro, brevem ettte indisposto, il Consiglio dei mi,~stri ha deriso di continuare in t11tte le Jlle prossime riunio!fi la discursione dei provvedimenti relativi alla rif()rma delle pubbliche a,mninistraziorri ( +).
• Tenutasi il 16 dicembre I922 (ore 14-19). (Da JJ Popol o d' I1a/ia, N. 302, 17 di cembre 1922, JX).
L'on. Muuolini ha cqm11nicaJo che nel prouimo Consiglio dei mini1Jri1 che 1arà len11to il 28 dicembre, ;i do·vrannQ dircutere, Jrtt l'altrq, i pro-vvedime11Ji per la riforma d ei corpi armali dello Staio; q11elli per /4 d efinizione d elle circoscrizioni amminiJtrative per le nuove provincie; il paJsaggio alla competenza del minister<> della Giustizia J;; servizi 1ulle ca1'ceri, dei riformtttori, ecç,; i provvedimenti t'elativi ttl!a 1islemazione delle zone deva.;tate dal Jerremoto 11elle provincie di Reggio Cttlabrit, e di Meu brtt.
AI FASOSTI DI SIENA*
lJ Pre1idente ha q11i11di vivamente ringrttziato la commiuione, dopo avere accennale, alle glorie pauate e reçen~ i di Siena. Hd ricordala, alfa legione 1eneu che la marcia 111 Roma è appena all1it1izio hzq,iantoché il f ascismo deve ~ncora realizzare il 1'10' progrmmmt di ric<1sfruzione e di e1p,:m1ione, Gridatelo - ha soggiunto il Presidente - daJlc vostre torri; gridatelo nelle città e nelle campagne: lo Stato fascista · è forte e deciso a difendersi a tutti i costi con l'energia. più fredda ed inesorabile. lo sono il depositario delJa volontà della migliore gioventù italiana, il depositario della passione di mille e mille morti, il depositario di quel grande travaglio di jdeaJi e di forza che fermenta nelle giovani generazioni italiche.
Ho perciò d~veri terribili da compierè e .li compirò.
Sono certo che Ja legione senese da rà i migliori suoi gregari per la CùSlituzione di que lla Milizia per la Sicurezza Nazionale che si sta creando e che rappresenta 1a garanzia suprema della nazione e il primo passo dell'opera· di identificaz ione del. fascismo con lo Stato. Portate il mio « alalà ! » ai capi e ai gregari tutti della forte, della intrepida legione di Siena!
Accomiatando1i dalla commiJJione, il PreJidenle ha manife1/t1/Q il JIIQ vivo deside1ù, di rivedere Siena ed ha espreJSQ la speranza di potervi fa,·e 1111a gita in tempi non lontani.
• A Roma, il 19 dicembre 1922, Mussolini riceve una rappresentanza di fa. scisti di Siena, che gli offre, quale òmaggio delle camicie nere della legione senese che avevano partecipato alla marcia su Roma, un alb11m formato da otto tavole in pergamena, nelle quali « simboleggiata la mistica passione del fascismo dal suo sorgere fino al suo trionfo». L'architetto Gian Serra legge il commento poetico che ha scritto ·p~r l'opera, Alla. fine délla lettura, dopo aver abbracciato e baciato Gian Serra, il Presidente del Consiglio rivolge alla rappresentanza le parole qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo d'ltaUa, ·N. 304, 20 dicembre 1922, IX).
COLLOQUIO CON DON , LORENZO PEROSI •
Appena don Lorenzo Perori, accompagnato. dai suoi amici, è entralo neJld 1ala di lavoro dell'on. Presidente, questi, che era .reduto ·alla .rcri• vania, Ji è alzato ;,nmerliatamente e gli è. t1ndato inconirn, con modi affabili, stringettdogli cordialmente la mano. Le ha fatto, sedere sopra. un seggiol one vicino al suo tavolo, sinùtra della Jl#l p oltrona, e gli ha domandato in che cOia poteva essere utile ttd ttTI ttrtisttJ così imigne, che 011or ava l'Italia e la musica. Vicino al maesJro era f rate/ Dmna.ro e di contro all'on. Mu.IIo.fìni l',wvoca/o Belli.
Don Lorenzo PeYosi ha subitrJ' detto che d e1idera11a parlare con il Presidente per avere 11n pa.mtp orlo per Londra, dato che alla Q11emm, aveva trovalo degli oJ/acoli.
L'on. Muuo/ini a sua volta gli ha d omandato la rdgione della ri,hiesta del pauaporto, ed ;J tn aes/rq ha risposi() di dover andare a Londra per studittre da'llvicino la chiesa ttnglicamt1 che oggi egli pr1eri.rce alla valdese e crede sia la migliore, tanto è ver(J ,he si auguravtJ che lo stessQ P'.e1id e11te1 fra le varie gravi riforme che ha promesso, volesse anche fare della religione protest11nte la religione di Sl<!/0'.
A qneste parole /'011, Mussolini ha scattai.o, "esclamando:
- Oh! Questo maì ! La Chiesa di Stato potrà andar bene in Inghilterra. Il cattolicesimo è universale ed il popolo italiano, per la sua natura, deve rimanere e . rimarrà nel cattolicesimo. lo sono cattolico e credo che per il bene della Patria e della Chiesa il cattolicesimo debba rimanere come è, non essere ristretto a religione di Stato.
Don Lorenzo Perosi, a q11e1te ferme e pruise parole, si è mostrato vivamenle contrariato e ha lenta/o ribatterle, ma l'o,r. Mussolini, con ,ma prontezza ed tma e1attezza mirabile, gli ha espòstQ _una rapidiJJima corJa attraveno 111/Je le principali religioni, confutando le idee del mae. stra, il quale ha t entato farle P.revalere1 ma ha dovuto abbandonare ogni sforzo.
*' A Roma, il 26 dicembre 1922, Mussolini aveva espresso « a persona amjca la propria soddisfazione per il grande lavoro compiuto nella politica estera», aggiungendo queste parole: « Sto sgobbando p er /iqNidJtrs l 'enor me 4rUtrJtto ritefJNJO i n eredità, ma og!li giorno riguadagno _il terrem, che era staio perduto. Le rose 11an110 bene e sono ronJento » li 27 dicembre, alle 19, a palazzo Chigi, riceve don Lorenzo Perosi ( accompagnato da !ratei Damaso e daU'avvocato Adriano Belli), con il quale ha il colloqu.io qui riportato in r iassunto. (Da Il Pop olo d'JJ,zlia, N, ;09, 27 dicembre 1922, IX, e da Il (iio,:na,le 4'llalia1 N. ~o~, 29 dicembre 19221 XXII).
L'orz Mussolini a questo punto si è proteso con il petto aJtraverso la scrivani" -verso don Lorenzo, e poggiando il men/() 111//e mdl1i, lo ha guardalo fissam e flle con i suoi occhi lampeggiantF che solfo l'ampia f ro nte quasi soli rimane-vano visibili. E gli ha detto: li maestro, sollo l'influenza di quello 1guardo piene, d'energia, ; rimast o u n momento perples10. Poi ha ris posto:
- Lasci, maestro> queste idee del p rotestantesimo. Conosco Jei da quindici anni, e sono un frrvido ammiratore d ella sua musica, che ho inteso molte volte con grande diJetto Scriva, scriva ancora, per il bene nostro e d'Italia!
- M acché m111ica.' Io oggi devo stlldiare la Bibbia e le questioni impqrtanti. per la riforma. Per questo insisto nuovamente per avere il mio passaporto.
Ed il Presidente, con g rande bontà:
- Lo avrà certamente questo passaporto rivolgendosi alla Questura. Dica che serve· per motivi di studio.
E ha aggirmt<J:
- Si danno i passaporti perfino 3i bolscevichi p_er andare i n Russia a fare 1a propaganda contro l'Italia; vuole che non sia dato a lei? Ad ogni modo, se troverà ·difficoltà, ritorni pure da me.
Frd/el Dt1mdso hd tentdlo allora di riportare il discorso sulla mmictJ1 dicendo al maestro che per mostrare la 111a riconoscenza verso /'on. M111soli11i per la concessione d el passapMlo, avrebbe potuto dfrigere un concerto a pro di quella q11a/1mq11e opera di carità che al Presidente f o1se più cara.
L 'idea evidentemente fu gratd all'on. Muuolùri, il quale, fiuaJtdo allora l'avvocalo B elli, IO ha quasi incitato con gli OC(hi e con un lieve movimenta d ella bocca ad insistere. L'avvocato Belli ha .subito de/1<7:
- Lbrenzo, q'uesta sarebbe cosa ·m ollo ca_ra a S11a Eccellenza Vedi di aderire alla proposta di frate / Damaso.
E d on L orenzo:
- No n pouo dirigere: devo ;tudiare la Bibbia .'
L'&VVocaJo Belli, di rimando-:
- Se n on pot,.ai" dirigere, concedi la esecuzione di qualche fno lavoro inedito per un grande concerto....
Al che il mdesh'o ha replicalo con un cerio rincrescimento:
- I lavori miei li hai t utti t u l o, d'altra parte, son(? un interdetto. Vedendo così che il colloquio, pur rimanendo• cordialis.simo, cominti(ltJa a divenire p enoso~ tanto pirì che quttnto abbittm() riferito si svol,. geva f ra continue interruzioni1 amba.scial e di ogni genere, coltaqui con segretari, chiamate e risposte telefoniche, con persomiggi di-versi , e ch e f uori erano altre perso11alità ad attendere udienza, /'a11vocato Belli ha ere· duto ,,,o do-vere di imerromperl<>, alzandfJsi in piedi e chiedendo scusa al/'011- .Muuolùri del tempo che era 1/ato JtrapptttO' al Juo enorine e terribile lavoro .
L'on. Af11Holini ha dichùn•at() di avere aççordato con m o/JQ piacere un cotloquio al maeslro-1 al quale anzi ha espreuo parole di rimrescimenlo per averlo ftttto attendere qualche tempo prima di riceverlo.
Si è poi levato in piedi ed ha accompdgnal'o fin quaJi alla porta don l....c-renz() Pero-si, con i st1oi a11iiri. li maestro lo ha Ja!ufttto e 1tringe11dogli cot1 fervore l a mano, -g li ha detio-:
- Partirò per Londra, e non tornerò pi,ì in Jt(l/ia, se mm dopo la grande riforma che l ei farà
E /'on. Mu1soli11i . gli ha 1ubiJo risofotamente rispo1to con f ermezza ed impeto :
·
- No, maestro. L'ItaHa sa rà rifo rmata politicamente, ma non re• ligiosamente.
10' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Il Pre1ide11te del Comigli.o con coflrmoua parolt! ha ricordate, ai colleghi la morte d el minùt,·() del T ei0ro1 on. Tt1ngoffa, che è Jla/o 1110 p,;eziosq collaboratore in q11es1/ primi mesi di diffic;Je· G ovemo ed h a poi ripet11/o, al/' 011. Cavazzoni le condog!ùmze del G ovf!rn o per il grave luJ/o dtt cui è stato· recente,11ente e.o/pite,, li Presidente, riasmmendo i recenJi at1venimenti di politica interna, ha ricordato che dall'ultima volta ad oggi, nella situazione interna, d i grave ci Sono i fatti d i Torino, i qu ali sono stati pro,·ocati da un duplice assassiniO d i fascisti consumato da comunist i e da rapp resaglie esercitate d a fascisti su affigliatì a l comunismo, A Torino non, c' efa il prefetto e nem mèno il questore, rag ione p er cui la polizia non ha funzion ato ed ha abd icato completamente i suoi poterj nc!Ie mani dellé squadre di azione. Al secondo giorno, egli h~ fatto revocare i bandi minacciando di arresto tutti i membri del Diretto rio se alle ore diciotto non· fos ~e stato eseguito l'ordine di rcvòca. I fascisti ha nno obbedito.
Il Presidente ha poi comunictda di avere mandato a Torino un nuovo prefetto ed u n nuovo questore, l'uno e l' altro preparati all'~rduo compito. Essj dovranno dominare la s it uazione ·cd impedire gli agg uati de i comunisti e le ra ppresag lie dei fascist i a qualunque costo. r fascist i torinesi hanno rinunciato ad esercita re rappresaglie in segu ito alla terza vitt ima fascista caduta ad Alpignano · ·
• Tenutasi il 28 dicembre 1922 (ore 14-1 8). (Da li Popolo d'lla/ia, N . 311, 29 dicembre 1922, IX).
Qua e là sono scoppiati conflitti, quasi seinpre per ragioni di carattere locale, ma siccome il PresidenJe v11ole ed intende che ciò d ebba finire, ha comunicato di avere mandato una circolare telegrafica a tutti i prefetti e questori del Regno perché dalla m~zanotte di ogni sabato fino alla mezzanotte della domenica si tengano mobìlizzati con tutte le loro forze e con tutti gli uomini, pronti ad intervenirè sia ·per prevenire che per reprimere ogni conflitto, senza badare a distinzioni di sorta.
L'on. Muuolini ha poi detta che per avere nei posti delicat i e di fiducia, prefetture e questure, uomini che siaflo all'altezza della situazione, e che cioè abbiano la necessaria elasticità di movimento, quale si conviene in un momento come l'attuale, ha effettuato un primo movimento nel persona le prefettizio; ha mandato· cioè a Torino quale prefetto iJ comm. Palmieri insieme al generale Zambòfii quale questore; ha mandato il comm. Aphel a Bolog na; il generale Gandolfo come prefetto a Cagliari; il generale Tiby come questocc a Palermo; ed ha soggiunto di non eI(/udere di mandare altri uomini nuovi in quelle provincie dove la situazione si presenti ancor:1 delicata.
Di fronte a questi elementi negativi della situazione, ci sono quelli positivi, cioè l'enorme massa della popolazione che lavora tranquillamente, e minoranze cospicue delle masse operaie che· danno splendido esempio di civismo, offrendo giornate di lavoro all'Erario. Si è già poi cominciata Ja smobilitazione delle formazioni militari degli elementi dannunz iani, smobilitazione alla quale dovrà seguire necess1riamente queJJa di tutte le altre forze inquadrate militarmente. Questo avverrà prestissimo, quando cioè sia costituita quella Milizia della Sicurezza Nazionale che trasformerà un organismo militare di partito in u n organismo sussidiario volontario agli ordini dello Stato fascista.
Il Pre;idenle htt poi espo;to le direttive per la creazione della Milizia Vofontttria per la Sicurezza N azion(l/e.
Eua sarà ha1a/a 111i punii ria.mmli nel seguente Ichema di decreta:
« Art. 1 - .B istituita una Milizia Volorrtaria. per la Sicurezza Nazionale.
« Ari. 2 - LA Milizia per la Sicurezza Nazionale è _ al urvi~;o di Dio e della f'aJria italiana ed agli ordini del capa del Governo. Prt>-vvede, in concorso coi corpi armati per la Pubblica Sicurezza e çon il regio EurriJo, a mantenere a/l'interno /'ordine pubblico e prepara e conserva inquadrati i ci/ladini per la difeJa degli 1nteresJi Je/11/talia nel mondo .
« Ari. 3 - Il reclutamento- è volontario e viene ( Om piuto f ra gli appartenemi alla Milizia fascista fra i diciauette e dnquanla anni che n e f acciano domanda e che, a giudizio del Pre1idente del Comiglìo d ei mini-
Opera Omnia Di Benito Mussolini
stri o delle autorità gerarchiche da lui delegate1 ne pouiedano i req11i1iti di raptUilà e moralità.
<< Ari. 4 - Le norme organiche e disciplinari per la costilt1Zione e il funzionamento del/ea Milizia saranno stabilite da appo1iti regolamenti da redigersi in ttrmonia con le lèggi vigenti dal Pre1ide11Je del Consiglio o dalle ai,torilà da lui delegate,
« Art. 5 • Le nomine degli ufficiali e le lo-ro promozioni vengono compiute con no1/ro decreto su propOJt.:1 dei minùJri per l' I nt erno- e per la Guerra.
« Art, 6 • La Milizia per la Sicurezza Nazionale pres/a servizio graJ11ito. Q11ando presta servhio fuori del comune di residenza dei reparti viene mttn/enuta a 1pese dello Staio.
« Art. 7- In cato di mobilitazione generale o di richiamo parziale dell1E,ercito e della Marina, la Milizia f auhla viene assorbita dall'Esercito e dalltl Marina in armi, a 1ecor,do degli obblighi e de~ gradi militari dei Iingoli compollenti. ·
·« Ari. 8 - Le 1peJe per la istituzione od il f11nzi ol'lamemo della Milizia per la Sicurezza Nazionale JOno a carico del bilancio del miniJ/ero de/l'Interno.
.
« Art. 9 - Dal/'enlraJa in vigore del preunte decreto tulle l e altre formazioni a caraJtere o h1q11adramento militare di qualsiasi pttrtito non 1ono pem1esse. I conJrav/Jentori cadrannQ 101/0 le Janzioni dellit l egge.
Come vedete - dice /'on, M11JJ0Jini al Consiglio - la costituzione di questo corpo, che si rende necessaria per stabilizzare la situazione specie in un momento in cui si attua la riforma dei corpi armati deJJo Stato, non si presta a tutte quelle considerazioni di ordine più o meno tendenzioso alle quali si sono. abbandonati molti crìticì deJl'attuale Governo. (DopO brevi oJiertJazÌoni 4 ei miniJtri Diaz, Federzoni, Carn(Qza, Colonna di Ce1arò, Thaun di Revel, lo srhemd viene approuato e si dà ampio mandato di fiducia al Presidente per l'~pplicttZ_ione pratica del progellu steJJo).
Von. M1111olinì dice che è 111a intenzione di visitare, verso la fine del mese di gennaio, la Sicilia e la Calabria e precisamente Je città di Palermo, Catania, Messina, Reggio Calabria.
· Spera di poter fare a quelle popolazioni, che attendono dal Governo, qualche cosa di più di semplici affidamenti verbali.
Compiuto questo viaggio contJocherà il Parlamento ai primi di f ebbraio e probabilmente il 6 febbraio.
Si intenderà per 'flleJto ·cui Preiidenti delle due Camere.
Presenterà aJ Parlttrnenlo_· le grandi questioni che interessano la na- zione e prima di tutto gli !lCcordi di Santa Margherita che intende d i applicare, anche perché l'attuale situazione ci p rocura tutti i danni delle cose non definite e nessun vantaggio. Oltre gli accordi di Santa Margherita il Parlamento sarà invitato a ratificare la convenzione di Washington e gli accordi commerciali già stipulati e quelli che potrebbero essere stipulati nell"intervallo. Anche la riforma elettorale sarà portata dinanzi al Parlamento.
Sulla politica esterd, /i Presidente on. Mussolini ricorda che essa è dominata dai- seguenti avvenirrienti: li Pre.ridenle espone poi al Consiglio ltJ. grave questione d ei corpi Mmati dello StaJo . L 1inchiest11 affidata al generale c;arJin() e d a lui condotJa con estrema rapidità ed intelligenza, lo ha convinto che il corpo della regia Guard ia, buono negli ufficiali inferiori e nelle t[uppe, era sopratrutto deficente nei suoi organi centrali e direttivi, i quali subirono troppo le influenze dell'ambiente che aveva creato quell'appa rato e che lo aveva , poi1 sottoposto a tutt e le oscilla2ìoni dei diversi indiriui dei governi. L'on. M11110/ini ha dec/Jo di prendere qpeJti provvedimenti:
Conferenza di Londra, che procede faticosamente verso una conclusione e confere~a di Parigi. Varie ragioni lo sconsigliano d i recarsi a Parigi. Principalmente la situazione all'interno, per cui ogni sua assenza, anche di una settimana, paral izzerebbe i lavor i del Governo; e d'altra parte non c' è una preparazione diplomatica che d ia motivo a sperare in un rapido accordo; anzi l'episodio della situazione diplomatica internazionale, cioè la dichiarazio ne di inadempienza della Germania alle forniture di legname, voluta ieri dalla Francia, ha posto in netto contrasto ancora una volta il punto di vista inglese con quello francese. In terzo luogo, la speciale situazione d el Presidenle, pe[ cui il IIIO intervento all'estero suscita manifestazioni che prescindono dalla 111a persona di ministro per andare a quella di capo del movimento fascista.
L'on. Mu u~li ni ha ajjermdJO' che egli non desidera che fa sud presenza aJtrovc .dete rmini azioni e reazioni che possano turbare in qualsiasi modo la tranquillità del paese ed ha ·aggiunto che f arà rappresentare l'Italia dal marchese Della· T or retta, il quale, avendo assistito a tutte Je discussioni di Londra, è perfettamente al corrente della questione, e dall'ambasciatore a Parig i barone Romano Avezzana.
Entrambi sa[ànno a loro volta assistiti dai due delegati italiani alla Commissione d elle riparazioni, comm. D ' Ameg lio e ma rchese SalvagoRaggi. Il Pre.ridente ri{-eri".rce quindi sui rapporti fra Italia ed Austrid e dopo ahune oJJervazioni il Consiglio dei minisJri appro va la re/azione d e/l' o,1, Mussolini anche pel sua atteggùtmen/() . di fronte· al/i:, conferenza di Parigi . Il Consiglio app_rova ad unani'!'ilà le dichiarazioni del Presidente.
1.- Scioglimento immediato del comando generale della regia Guardia. Tutti gli ufficiali di questo comando avranno destinazioni diverse a seconda delle loro speciali attitudini.
2. - Col 1° gennaio tutte le legioni della regia Guardia passe ranno a lla diretta dipendenza dei comandi di gruppo di legioni dei reali Carabinieri.
3. - Prima della fine di marzo, l'opera di fusione dei due corpi deve essere esaurita sulla base di un corpo unico dì carabiniet), che saranno portat i a settantacinquemila con dodicimila agenti investigativi. Molte delle regie Guardie saranno congedate per scadenza d i f erma; molte altre idonee passeranno negli agenti invest igativi, che da seimila saranno portati a dodicimila. Gli squadrorii della regia G uardia a cavallo saranno aboliti, sa lvo due, che saranno j,assati ai carabinieri e sa ranno t enuti a Roma. I calcoli sul le economie che si rea lizzera nno con questa trasformazìone ed unificazione di corpi armati non sono ancora precisati. Certo si tratta di una cifra che osciIIa fra i duecento e i trecento milioni e forse più. Questo beneficio sarà sentito in particolar modo all'esercizio 1923-'24, L'on. M11s,olini ha detto di no n escludere che, migliorando le condizioni dell'ordine pubblico, si possa ridurre ancora ·di qualche mig liaio di uomini la forza armata di polizia a difesa della nazio ne, anche perché l'Esercito, con le nuove riforme, avrà nei mesi invernali una forza di centosessantamila uomini e negli altri otto mesi dell'anno trecentomila uomini, coi quali sarà sempre possibile fron teggiare le g randi perturbazioni dell'ordine pubblico Chiede quindi che il Consiglio dei Ministri approvi lo schema di decreto che ho l'onore di sottoporre. D opo alame o.uervazioni di d e/taglio · da pt1rte di taluni ministri, il Comiglio approvtt lo· 1rhema di progeJto per l',mificazione d elle f orze armate pr e,enfaJq dal Pres;dente (+).
Il Presidente del Comiglio ha riferito sulla questione dell'frggregazione deJ/a BibHoteca chigiana alla Bibliote~a vaticana ( +).
11• RIU N IONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Il Presidente e ministro degli Ester_i ha riferilo al Consiglio sul!~ conferenza léiJula dal 15 al 21 dicembre a T rieste coi rappreientanti della Cecoslovacchia relativamente ad dccordi per i Jrçr/fici mttritJimi aJfr11t1erso Trieste. Dopo aver ricordato che la conferenza h a @Pto Id scopo ·J; auic11rare 4 Trie1te la possibilità d'intemifiettre le s11e rela4 zìoni c"1nmerciali con la Cecoslovacchia acciocché ii J/1() porto poteue concorrere coi porli del irord, hll rilevatr> che con l'accordo stipulato si sono raggiunti grandi vantaggi per la grande città adriatica. Infatti la Cecoslovacchia ha concesso non solo riduzioni tariffarie sulle sue ferrovie fino al sessanta per cento per tutte le merci importate ed esportate via Trieste, ma ha .anche ammesso il carattere di concorrenza verso i porti del nord, che d'ora innanzi devono avere l a tariffa adriatica; come espres• samente è chiarito nei ve rbali della c0nferenza1 accettati dalle due delcga.z.ioni.
• Tenutasi il 29 dicembre 1922 (ore 14-19.30). (Da// Popolo d'Italia, N . 312, 30 d icembre 1922, J X).
_ In tal modo è possibile fare nuovamente affluire al porto di Trieste quella corre nte di esportazioni e di importazioni da e per la Cecosler vacchia che si era sviata a favore del porto di Amburg o, in conseg uenza degli ostacoli frapposti dalle nuove frontiere sorte alle spalle di Trieste, nonché per g li speciali vantaggi che 1a via d'Amburgo offriva per la minore spesa de rivante dalla progressiva sva lutazione del marco tedesco.
La conferenza ha pure concluso accordi circa le comunicazioni telefoniche e telegrafiche, per l'abolizione del visto ai passaporti, provvedimenti destinati a rendere più facili le relazioni fra i due paesi.
Da p arte sua la Cecoslovacchia h~ ottenuto varie riduzion i d elle spese ·nei magazzini generali di Trieste per i suoi zuccheri destinat i all'esportazione eil prolungamento a quattro mesi per la fra nchig ia, per il deposito di tale merce ne i maga zzini stessi. In complesso - ha concluso il Presidente - si può ritene re che il porto di Trieste sia stato ~esso in condiùoni di tichia.mare n ella propria zona d ' influen za buona parte del territorio cecoslovacco e di compet~rc quindi coi porti d el nord. Ha in vitat o p erciò il Consiglio ad ap provare co n regio decreto gli acco rdi conclusi acciocché la g rande città adriatica redenta, le cui sorti stanno grandemente a· cuore del nuovo Governo, possa godere immediatamente de i vantaggi consentiti. (li Comiglio a/J'unanimùà ha approvato) ( +) *.
• Nella 128 riunione-, tenutasi il 30 dicembre 1922 (ore 14-19.30), il Consiglio dei mini.stri delibererà, su proposta di Mussolini, « la rinnovazione delle rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavomtori negli o rg ani statali » (Da li Popolo d'Italia, N. 313, 31 dicembre "1922, IX).