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REPLICA AI SENATORI*

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DOPO

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Onorevoli senatori!

Ho ascoltato con vivo interesse e meditata attenzione tutti i discorsi che sono stati pronunciati in quest'aula. I ministri éhiamati direttamente in causa potranno rispondere sullè singole questioni; io mi limiterò a ribattere alcune affermazioni che ·si possono chiamare di ordine generale.

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tributario e della pubblica amministrazione». Parlano, nell'ordine, il ministro Vincenzo Tangorra e i deJ)utati Giuseppe Emanuele Modigliani ( interrotto da Mussolini per quattro volte), Gino Caccianiga, Domenico Majolo, Gino Macrelli, Antonio Pestalozza, Pasquale D'Elia, Fi lippo Ostinelli, Pio Donati, Angelo Corsi, Eugenio Chiesa (interrotto da Mussolini per t redici volte), Emilio Ca!dara, Adelchi Daratono (i nterrouo da Mussolini per sei volte), Francesco Zanardi, Costantino lazzari (interrotto da .Mussol_ini per venti volte), Bruno Buoni (interrotto da Mussolini per q uindici volte), Giovanni Raineri, Giovanni Ubertì, A questo punto, alcuni deputati chiedono che 1a discussione sia rinviata, altri che prosegua. Mussolini dice: • Mi oppongo a che la diuuuione 1ia rinviala a domani». La proposta è approvata. Parlaoo ancora i deputati Giuseppe Buonocore, Luigi Basso, Enrico Presutti, Antonio Pogatschnig , Giovanni Pesante, Francesco Buffoni (interrotto da Mussolini per quattordici volte), Arturo Ba.ranzini {interrotto da Mussolini per una volta), Francesco .Amatucci, Eugenio Broccardi, Michele Crisafulli-Mondio, Giuseppe Sanna-Randacdo, Giovanni Merizzi, Antonio Pecoraro, Giuseppe Maria Cap- ' pelleri, Ca rlo Fumarola, Ettore L9mbardo-Pellegrino, Adolfo Berardellì, Vincenzo Pagella, Mario Cingolani, Giacomo Matteotti, Antonio Salandra, relatore per la maggioranza. D ei vari ordini del giorno presentati, il Presidente del Consiglio accetta quello del deputato Giuseppe Sanna-Randacdo, che dice : «La Camera, ritenendo che, nell'interes~e supremo della Patria, sia necessario m unire il Governo del re di ampi poteri che gli consentano dì risolvere liberamente, senza le d ifficoltà della pr0<ed ura pa.rlament;:ire, . j più urgenti problemi della fina nza e della pub' blica amministrazione, passa alla discussione deg li articoli», Questo ordine del giorno è approvato con voti 275 contro 90; g li a ltri ordini <lei g iorno sono ritirati o res pinti. Si passa quindi alla di scussione degli articoli e alla votazione a scrutinio segrelo sul disegno di legge, che è approvato con voti 215 contro 80. P oco pri@a del termine della seduta, Mussolini dice: «Ho fonore di frresenl rJTe alla Cam era il diJegno di legge: <onver1ione in /egg11 del regio derre10 che dà piena ed inura e1e<uzicn,e del/'arcordq ,ommercial11 ronduso a Roma il 13 novembre 1912 Ira il Reg110 d'/Jalia e la Rep11bblira Franreu » Infine chiede: « Chùdo ohe la Camera aggiorni i suòi lavori a lempo indeterminato, per e11ere poi ,onvo,ala a domicilio» . E cosi rimane stabilito. (Dagli Atti d tl Parlamento italiano. Camua dei deputati. SeJSio,u dt, Legislatura dt Disumioni. V olume IX, p,gg. 86)0-8729).

• Discorso pronunciato al Senato, nella tornata del 27 novembre i922 (ore 15-19), per replicare a vari senat?ri che avevano parlato sulle comunicazioni del Governo. (Dagli A.lii parlamentari della Camtra dei iena/ori. Discussioni. ùgiJ/alura tit. Seuione cit. V ol'!me I V, pagg. 4261-4264).

Certamente se il voto del Senato sarà unanime ne .avrò piacere. Ma non dovete credere che l'unanimità mi lusi ng hi eccessivamente. Molti di coloro che in <JUesti ultimi giorni_solidarizzano più o meno clamorosamente con me, Jiho in vivo dispetto. Si tratta spesso di anime o animule ch e vanno dalla parte dove spira il vento favorevole (commen11), salvo poi a precipitarsi dalla parte opposta quando il vento cambi direzione. A degli amici ambigui preferisco degli avversari decisi e sinceri .

Dei discorsi pronunciati in quest'aula alcuni assumono particolare rilievo. A d esempio il discorso del senatore Conti, a fondo ottimista, mi ha ricordato l'analogo discorso a fondo ottimista pronunciato nell'altro ramo del Parlamento dall'onorevole Buozzi. 8 singolare e certamente di buon auspicio questa valutaziorle che io chiam_o ottimista de lle condizioni della economia italiana, ché parte da un capo del proletariato, e da un capitano della grande industria italiana.

Io debbo una risposta particolare a l senatore Albe rtini. Ammiro la sua ferma fede di liberale puro; ma mi permetto d i ricordare al senatore A•lbert ini che il liberalismo è figlio di ben due rivoluzioni; mi permetto d i ricorda re al senatore Albertini che il costituzionalismo in Jng h ilterra, il liberalismo in Francia, insomma tutto quel complesso di idee e d ~ dottrine che prendono il ·nome di liberalismo, .e che di sé informano il secolo XIX, escono da un fie rissimo travaglio rivoluzionario dei popoli. E se nqn ci fosse stato questo fierissimo travaglio molto p robabilmente oggi il senatore Albertini non avrebbe potuto t essere l'elogio del libera· lismo puro.

Come si poteva uscire dalla crisi interna che diventava ogni gi_orno più ,angosciosa e -··mortificante?.

Un ministero di traQsazione o di trans~zione no n era più possibile, non risolveva il problema : lo dilazionava appena. Di lì a due o tre mesi, o sei mesi, con quella mutevolezza di s~ntimenti, di appetit i che caratterizza certi a·mbienti parlamentari , ci saremmo trovati al punto dì pri ma con un' esperienza fallita che avrebbe aggravato la crisi. ( Approvaziom) Allora io, dopo aver lungamente meditato, dopo avei constatato il paradosso iro nico sempre più evidente di due Stati, uno dei quali era l'attuale, mentre l'altro era uno Stato che nessuno riusciva più a definire, mi _ sono detto ad un certo momento che solo, il taglio chirurgico, netto e nettamente osato, poteva fare di due Stati uno Stato solo e salvare le fortune della na2iooe.

1l senato re Albertini non deve crede re che·tutto ciò non -sia stato·oggetto di lunga meditazione; non deve credere che io non mi sia in ant icipo rappresentati tutti i pericoli, tutti i rischi di <JUesta azione illegale: E l' ho voluta io deliberatament e. Oso. dire di più: l'ho impesta.

N on c'era, a mio avviso, altro mezzo .per immettere le forze nuove in una classe politica che pareva enormemente stan~ e sfiduciata in tutte le sue gerarchie, se non il mezzo rivoluzionario; e siccome l'esperienza insegna qualche cosa, io mi sono posto _subito dei confini, dei limiti, delle regole. Non sono andato oltre ad un certo segno," non mi sono ubriacato minimamente della vittoria, non ne ho abusato.

Chi mi impediva di chiudere il Parlamento? . Chi mi ·impediva di proclamare Una dittatura di due, tre o cinqUe persone ? Dove era qualcuno che mi poteva resistere, che avesse potuto resistere ad un movimento che non era di trecentomila tessere, ma era in quel momento di trecentomila fucili? Nessuno.

Sono stato io che pèr carità di patria ho detto che bisognava subord inare e impulsi e sentimenti ed egoismi agli interessi supremi della nazione, ed ho subito immesso questo mòvimento nei binari della costituzione. H o fatto Wl ministero con uomini di tutte le parti della Camera; non ho avuto scrupolo di metterci dentro u1_1 membro del vecchio mi- ' niste:ro; g uardavo ai valori t ecnici; non mi inte ressavano e non mi interessano molto l e etichette politiche,

Fatto un ministero di coalizione, l'ho presentato "alla Camera e ho chiesto il suo voto e il suo giudizi~. Ho pensato che la Camera, quella Camera, fosse un poco cambiata. Quando mi .sono -accorto che ben ·trei:i,totto oratori avevano presentato trentasei ordini del giorno, allora mi sono detto che non è forse necessario abolire il Parlamento, ma che il paese gradirebbe assai un certo periodo di astinenzà parlanientare. (Ilarità). Non ho dunque intenzione di abolire la Camera, di abolire tutto ciò che è il risuJtato ed il frutto d ella rivoluzione liberale.

Io potrei valutare tutto ciò filosoficam~nte, da un punto di vista che si potrebbe chiamare negativo; ma la filosofi.a .deVe t acere di fronte alle necessità politicbe, Ma, intendiamoci, c~e cosa è questo liberalismo, questa pratica del liberalisrrio? Perché, se · c' è qualcuno che ritiene che per essere perfetti liberali occorra dare la libertà a qualche centinaio di incoscienti, di fanatici, - di canaglie, la libertà di rovinate quaranta milioni di italiani, io mi rifiuto energicamente di dar questa libertà.

(ApplausÌ)

Signori!

Non ho feticci, e, quandÒ si tratta degli interessi della nazio~e, non ho nemmeno i1 feticci_o delJa libertà. Ecco perché, qu ando mi si è parlato della libertà di stampa, io che pure sono giÒrn.'\lista, · ho detto che Ja libertà non è solo un diritto, ma è un dovere; e queJ.lo che è successo dopo in taluni giornali romani mi dimostra esattamerite che qualche volta si dimentica che la liberti sia un dovere; ragione per cui il Governo ha diritto di intervenirej se non lo facesse, sarebbe insufficente la prima volta ed in seguito sarebbe suicida: lo non ho paura delle parole. Se domani fosse necessario, mi p rodame rei il prìncipe dei reazionari. Per me tutte quèste terminolog ie di d estra, di sinistra,.· dì conservatori, di aristocrazia o democrazia, sono vacue terminologie scolastiche. Servono per distinguerci qualche volta o per confonderci , spesso.

Non intendo uscire dalle leggi, non inte ndo uscire dalla costitùzione , non intehdo di improvvisare del nuovo; l'esempio delle altre rivoluzioni mi insegna appunto che nòn si può dar fondo all'universo e che ci sono dei punti fermi fondamentali nelJa vita dei popoli che conviene rispettare. Ma io intendo che la discipJin_a naziònale non sia più una parola (approvazionr), intendo che la Jegge~non sia più un'arma spuntata ( ~pprovaziom), intendo che la libertà non degeneri in· licenza (npprovaziom), e non intendo nemmeno di essere al disopra della mischia fra coloro che amano, che lavorano e che sono pronti a sacrificarsi per la nazione e coloro che invece sono pronti a far tutto i1 contrario.

:B di questo rollandismo, di questo insulso rollandismo che il Governo di ieri è perito (rommentt); non si può stare al disopra della mischia quando sono in gioco i valori morali, forldamentali della società nazionale; e n essuno può dire che una politica nazionale siffattamente intesa sia reazionaria.

Non vi sarà una politica antiproletaria per ragioni nazionali, né per ragioni di altro ordine. Noi non vogliamo opprimere il proletariato; ricacciarlo a condizioni di vita arretrate e mortificanti; anzi vogliamo elevarlo materialmente e spiritualmente, ma non già perché noi pensiamo che il· numero, la massa, la quantità possa creare dei tipi speciaJì di civiltà nell'avVenire. Lasciamo questa ideologia a coloro che si professano sacerdoti di .questa misteriosa re.ligione,

Le ragioni . per èui voglia.mo fare una poli.tica di benessere· del p roletariato, sono affatto _diverse e ricadono nell'ambito delJa nazione ; ci sono d ettate dalla realtà. dei fatti, dal convincimento che non ci può essere una nazione unita, tranquilla e concorde, se i nostri venti o trenta milioni d_i operai sono condannati a condizioni di vita disgraziata, insufficenti; e può darsi, anzi è certo, che. la nostra politica operaia, antidemagogica, perché non possiamo promettere i paradisi che non possediamo («bravo/»), riuscirà_ in. definitiva assai più utile alle nµsse lavoratrici _ dell'altra politica, che l'ha incantata e mistificata nell'attesa inutile e vana dei miraggi orientali. (Approvazionr),

Cosa farete, mi si domanda, dell'organizzazione militare del. ·fa. scismo? Questa organizzàzione militare ha dato a Roma uno spèttacolo meraviglioso. Vi erano esattamente cinquantaduemila camicie nere che hanno lasciato Roma nel termine da me prescritto di ventiquattro ore Obbediscono; oserei dire che h anno il misticismo dell'obbedienza . Non intendo di dissolvere e di vaporizzare queste forze vive, non solo ai fini del fasci smo, ma ai fini della nazione. · lo ring razio il Senato d i non aver molto insistito sull a politica estera. Io sono particolarmente lieto che il fasçismo tutto abbia accettato con entusiasmo il mio fermo proposito per quello che riguarda l'applicazione dei trittàti. Perché se io non ammetto l'illegalismo nella politica interna, meno ancora lo ammetterò nella politica estera ( « ben(ssimo! »); ciò sia ben chiaro per tutti, dentro e fuori di quest'aula.

Quello che io chiedo, quello che- imporrò al fascismo sarà la fin e di tutte quelte azioni che non hanno più ragione di essere, .Ja fine di tutte Je piccole violenze individuali e collettive che mortificano un po' tutti, che son_o spesso il risultato di situazioni locali , che malamente si potrebbero inquadrare nelle grandi linee dei ·grandi partiti. Ora io sono sicuro che queÌlo che si potrebbe chiamare illegaJisn:io fascista, che oggi è in gi-andissima, confortante diminuzione, finirà completamente. («Bene! »). Questa è una .delle condizioni di quella pacificazione ·cu i alludeva il mio amico senatore Bellini. Ma bisogna, perché q uesta pacificazione avvenga, che anche dall'.altra parte si rinunci agli agguat i ed alle imboscate. (ApprovaziOm).

La politica estera sarà fatta da un solo Stato, quello che ho l'onore di rappresentare e d i dirigere, perché non ci può -essere diffusione e dilatazione di responsabilità all'infinito. La politica estera è cosa troppo gelosa, troppo delicata e formidabile perché possa essere· gettata in pa· scolo a tutti coloro che non hanno niente di meglio da fare. (Ilarità). Posso dire all'on. Barzilai che io conserverò i1 ministero degli Esteri; in fondo il ministero dell'Interno è un ròinistem di polizia. Sono lieto di essere il capo della Polizia, nOn me ne vergogno affatto, anzi spero che tutti i cittadini italia11-i, · dimenticando certi atavismi, r iconosceranno nella Polizia una delle for'ze più necessarie a lla convivenza sociak (ApprowaiQm).

Ma soprattutto · intendo di fare della politica estera che non sa rà avventurosa, ma non sarà nemmeno rinunciataria. (Approvazioni vivis- . 1i"1e). Ceito in questo campo non c'è da aspettare il prodigio, perché non si può èancellare in un colloquio, sia pur drammatico, di mezz'ora , una politica che è il risuliato di numemsi elementi e .di un lungo periodo di tempo. lo credo che nella politica estera si debba avere come ideale il mantenimento della _pace; ideale· bellissimo, specie d opo una guerra durata quattro anni.

Quindi la nostra ·politica non sarà la politica degli imperialisti che cercano le cose impossibili; ma sarà una politica che non partirà sempre necessariamente dalia preg iudiziale negativa, per cui non si dovrebbe mai ricorrere all'uso deHa forza . t.. bene tener presente questa possibilità; non si può scartarla a priori , perché allora voi sareste disarmati dinanzi aile altre nazioni. (Vivhsimi applausr).

Io non mi faccio illusion i, perché per il mio temperamento disdeg no tutti i facili ottim ismi.

Io credo però di essere riuscito già a qualche cosa, e credo che non sia poco, che non sia scarso risultato: sono cioè riuscito a far capire agLi Alleati, e forse anche ad altri popoli di Europa, i quali erano evidentemente rimasti all'idea di una Italia che ci ap par e alqu anto vagamente preistorica, all'Italia dei musei e delle biblioteche (tutte cose rispettab il issime), che non avevano forse ancora l'esatta visione dell'Italia quale è quella che io vedo nasce re sotto i miei ·occhi: un'Ita lia sonfia di vita, che si prepara a darsi uno stile di ·severità e di bellezza; un'Italia che non vive di rendita sul passato, come un p arassit a, ma intende di . costituire con Je sue proprie forze, col suo intimo travaglio , co l suo marti r io e coll a sua passione le sue fortune avvenire

Questa è l'Italia che è balenata, ma forse non tanto vagamente, davanti a coloro che rappresentavano le altre nazioni e che d'o ra innanzi dovr anno convincersi, l o vogliano o non Jo vogliano, ch e l'Italia non intende di seguire il carro degli altri, m a intende riven dicare digni.tosamente tutti i suoi dìrihi, e intende, non meno dignitosamente, difendere tutti i suoi int eressi. (Vive approvaziom).

Tutti coloro che hanno parlato in quest'aula, mi ha nno ammonito e mi hanno detto: la r esponsabilità che voi vi prendete è certamente gcave, è enor me. Sì, lo so, lo sento Qualche volta il senso di questa responsabilità, aggravata da una attesa cosl p rofonda e vibrante, mi dà un senso di ?-Sfissia e d i schiacciame nto; a llora io d ebbo evocare tutte le mie fo rze, richiamare tutta la mia volo n tà, tener presente al mi o spirito i b isogni e g li inte ressi e l'avvenire della Patria.

Lo so: non è la mia persona che è in g ioco. Cer to, se io non r iesco, sono un uomo finito. Non sono esper imenti che si possano tenta re due volte nella stessa vita; ma la mia persona vale pochissimo; il no n r iuscire non sar~be g rave per ·me, ma potrebbe csserè infini tamente grave p er la !13.Zione. (<eBeniuim<>l»). E allora io intendo di dirigere.il timone dell a barca - e non lo cedo a nessuno - ma non mi rifiuterò di caricare tutti coloro che vorranno costituire Il mia bellissima ciurma, tutti coloro che vorranno lavorare con me, che mi vorranno dare consig li e suggeriment i, che vorranno insomma fornirmi un' utile, n ecessaria collaborazione. ·

Nell'altro ramo de l Parlamento h o invocato lddio; in questo - rion sembri un contrasto cercato dall'orator ia - invoco il popolo · italiano. Qui potr ei riaccost armi a Mazzini , ch e di Dio e del popolo aveva fatto un binomio; ma se il popolo sarà, come io lo spero e come io lo vorfò, disciplinato, laborioso, fi ero di questa sua terza e meravigliosa rinascita, io sento che non fallirò alla mia rnèta, (Ovazioni. Tutri i m;ni1tri e 111fJltiuimi .renato-ri si recan o, a rcmgra/11/arsi con l'O'fafore) *·

L'ITALIA NON PENSA ALLA DALMAZIA**

Al giom alùta, il quale voleva 1apere 1e le relnfrmi tra' Italia e Jugo1/avia JÌ erttno migliorate dopo le dìchiarazioni d e/J'on , M111solini al Parlamenta, iJ Pre1idente ha risposto che, avend() egli parlato, 10/0 pochi giMni or ·Jono, non t'è std/o H tempo s1efficenle a 11n m11tame11to, Q11anlo al convegno· con Nincil. a Losanna, /'int errogal o ha dichiaralo di n on poter dire nulla, o per lo ·m eno soltanlo ch e il colloq11io 1i è svo/t() in mod o amichevole,

- Pnò V. E dirmi - ·ha chiesto poi il giornalista - qmtlche cosa sul programma fasriita che rigflttrda la Dalmaz;a?

- Bisogna distinguere il Pa1tito dal Governo - ha rùpo1to Mur10/ù,;, - I part iti possono avere j ]oro programm i, che non corrispondono a l punto .di v ista del .Governo. Sono forse pochi fra voi ( serbi, i croati e g li sloveni che agognano all'Istria? Così tra noi vi sono alcuni s ingoli e forse a11che partiti che pensano a Spalato, Sebenico, ecc. Il Governo adempirà il trattato concluso, e non ha alcuna aspirazione sulla Dalmazia .

- Si può sperare che _il n o1tro popolo in lrtrù,, oggi sotto la JO · vranità de/111/(J/ia, goda degli J/essì diritti che noi abblttm o c()nceu'o alle i nc!tuioni iralùme?

- Si capisce Diritti eguali, doveri eguali. Va d a sé che avra nno le loro scuole nazionali.

- Può V. E. dirmi quando, comincerà lo sgombero d elle ZO'ne occupate?

- Appena il trattato sarà approvato dal Parlamento e ratificato

- Cosa pensa V. E. del /rattctto d! Rapallo~

• la discussio ne ~ulle comunk:i.2ioni del Governo si chiude co n l'approvazione per alzata del se-guente ordine del giorno proposto dal sena tore Gutano Giardino: « li Senato, udite le dichiara:z:iòni del Governo, le approva e passa all'ordine del giorno». (Dagli AtJi parla melllari d ella Camera d,i ;enat ori. Discussioni. ùgiJ/aJura ,-il Se11Ù1·ne dt. Volume IV, pag. 4264).

0 Intervista concessa a Rom~, ad un redattore del T rg&vin1k i Gla.Ihik d i Z agabria, il 28 novembre 1922. (Dal C()N"iere d ella Sera, N. 288, 1°· d icembre 19 22, 47°).

- Non sono contento di esso, ma lo accetto.

- Quale conlegno à.u11merà il vostro Governo 11erso il preleJo Go·verno munleneg,;no e 111//a Jlla propaganda, ;/ cui cen/rq è i11 ROma?

- Nessun Governo monteflegrino esiste Esso non c'è perché non ci sono neppure i montenegrini. Del resto questa è cosa personale degli stessi montenegrini.

- Cma pema il s-ignor Presidente dei Dardanelli?

- Bisogna trovare una soluzione che soddisfi anche gli interessi nazionali · della Twchia, che indubbiamente ha diritto ad essi poiché essi sono una parte del suo territorio, e assicurare gli interessi dei paesi esteri fra .i quali si trovano anche quelli che sono sul Ma r Nero.

- Quali Jono i rapp orti del vostro Governo con /'Alba11ia?

- L' Albania ha dirit,to di esistere come Stato indipendente se il popolo albanese è capace di esistere come tale.

5' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI•

li PreJidenle de! Comiglio, on. M,uso!ini, ha riferito ampiamente ml Illo" recente viaggio tt Losanna e sull'azione da lui spiega111 negli i11co11tri avuti coi rappreirotanti degli altri SttJJi, mettendo mim,lttmente al corren(e .if ,ç01rsfglfo s!'/Ja J[tnaz{oll'! esl~d: e !nife. dfr71tfve che, egli intende seg11ire, Particolare rilievo egli ha dato alle questioni concernenti le isole dell'Egeo rhe sono fuori questione a Lo sanna e ai problemi rigmtrdanli i mandati e la parità fi nanziari~ ne/l'espansione degli A lleati in Levar,te. R e/a1;vame,1fe alle riparazioni, egli h a anmmciato -tm imminente convegno a Lo11dr11.

B certo che il problema delle ·ripa razioni deve essere risolutamente affrontato non solo p er ragioni di ordine cronologico, cioè per il fatto che il 31 dicembre scade il termine della moratoria, ma anche perché la situazione è giunta -ad un punto tale che richiede solU2ioni nette

In quanto al gindizio sommario perpetralo contro gli ex-m_inistri di Grecit11 /'on. Mussolini ha informato il Comiglio che è assoluJame nle inesatto l'affermare che J'/Ja/,;a non abbia. agito.

Il nostro ministro Montagna ha fatto il possibile si n dal princi pio per evitare la condanna capitale degli imputati. Fin dal 4 novembre, infatti, egli fece u n passo presso Politis. P erò, mentre_ l'Italia e l'l nghil- terra agivano in un senso, la Francia credeva u tile agire nell' aÌtr'o, Lo stesso N idlcy, in una conversaz.ione col nostro incaricato De F accendis, h a ammesso ch e il d iverso atteggiamento degli Alleati sarebbe stata la causa per cui il processo sboccò nella soluzione tragica.

Appena av11ta 11orizia delf! eccidio, /!on, M11110/ini ha ordina!(} al nostro rappre.re,rtante in Atene di non riconoscere il n llO'VO G overno e di vigilare dllentamente la situazione per vedere q11ale direzione n sa prenderà, rirervandosi di chiamarlo sedò crederà u tile ai fini dell'/faNa .

L'un M11uol hri ·ha esposta p11Ye al Comiglio le sia: direltive · circa la p olitita emìg r,:;/ oritJ, Propone di sopp,.imerè il com miùariato delJ!Emigrazion e,- che vive oggi di vita tro-ppv _a11Jo1101na, per fffre una d irezione generttle del ministero degli Esteri, perché pensa che l'emigrazi one i n tm4 ,i,1zio ne come .la . nostra non è che un . dspetto della nottra politka estera.

N eH'attesa ho doto un vigoroso impulso a lla n ostra polit ica em ig ratoria. Il p rogetto d i acèordo tra lo Stato d i S.1.n Pa ulo e il .commissariato deil'Emigrazione, è stato rimesso all'ambasciatore So~za Dantas in data 2 2 novembre 1922 ; tale progetto sarà attentame nte esaminato e si vedrà se _potrà essere applicato. Esso potrebbe condurre immed iatame nte ventimila lavoratori .nello Stato di · San Pau lo.

Una conmnicazio ne riservata da Washington ci fa sapere che il Presidente H a rd ing dirigerà un messaggio al congresso nel senso che il bi/I di e rnjg t azione dovrebbe essere modificato perché possano essere ammessi i lavoratori qualificati necessari al paese, N on dispe ro d i convincere g li Stati Uniti a portare ad almeno centomila il numero degli em ig rant i che possono dirigervisi d all'Jtalia, Anch e n el Canadà, come risu lta da u n telegramma da W in n ipeg, vi sono delle possibilità emigratorie e anche n ello Stato del Paranà (Bras ìle) sono stati recentemente offerti duecentomil a ettari di terre no pe r la colonizzazione italiana

.8. p robabile poi ch e nel p rossimo anno possa ess~re a umentata 1a nostra emigrazione in F rancia. (La relazione detta-gliata d elt1011. M ussolini 1111/a pulir;ca estera è durata circa rm'or11 e mezza. D opa breve dilmuione, a/Ira q1Mle hanno partecipdto pdreahi minis1,;, le comunicaz i oni del Pretidente sono !tate approvate alf m ranimità).

Il Comiglia dei minùtt·i ti è occupato ampiamente delle Vt.MÙ questioni t erritoridli . So no Jtrrti fissati i criteri fo ,rdamenta/) d elle direttive d el GOWemo per que1ta questione ed il Presùlente, rico n-fermando le dichi.mrzimi già da liii espre.ue nel ParlammJ.<J circa la érec11zio11é d ei traJ/ali1 hà 1en11Jo ad esprimere la 111a pro f onda am mirazione pèr quei gruppi di legionrrri e per qMgli elementi 11.N.Ùmali di Fh,m e e ,D "J mazia che co11 altln imo senso di disciplina httnno_ riconosciffta la necessità di anlepo rre gli intereSJi supremi ~ella nazio1Te alla 10ddisf azione di qualche loro nobile a.rpir11Zione. (Il Consiglio ha preso ttlto· di questo nobile plat1io d el Prnidente). ll Presidente ha ann11ndaio inoltre al Consiglio di avere decisO' l'abo. lizione della conceuione della rappre;entanza· italiana agli Jt rafli eri e di aver deeho di abolire il requisito della rendita per 11ammis;ione alla carriera diplomatica e comolare1 mùura queit'ultimt, ispirala a Jttg~ gia e sana democr,rzia.

Infine. ha partecipato che fra pochissimi giorni il minùtero d egli E;teri si trasferirà a palazzo Chigì.

L'on, Mmiolini ha poi riferito ml/a situazione intermt, fa cendo no· lare comi anche in queJ/i ultimi giorni la situazione è andata sempre più migliorando, Le diipoJizioni emanale dal GO'Verno vengono o--v1mq11e seguite. Comrmque egli da,(I disposizioni più precise acciocché sia evitata qualunque forma di diJordine in occasione delle imminenti elezioni ttmminùtrative ( +)..

6• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MI N ISTRI*

( +) Dopo un'ampia relazione de/J'on. Cdrna:zza J11/ problema · d e/. l 'es~cuzit>ne dei I.Avori pubblici e in riferimento alle deliberazio11i già prese dal Consiglio dei ministri, si è votato il seg11en/e ordine del giorno su proposta de/Fon. M11uolini:

.« ll Consiglio affida ai ministri dei Lavori pubblici, del Lavoro e del Tesoro il compito di preparare, per il prossimo Consiglio , un piano definitÌ\'O e razion ale di attuazione dei Lavori pubblici che cap· presentino una reale utilità a i fini delia creaz ione e dell'aumento del· l'economia nazionale ».

Il Consiglio, dietro 1·elazione d el minùtr0 dei lAvori p11bblici, ha aH/(Jfizzato lo stesso mi11istro a stipulare la convenzione per la cos/m. zione della grande strada fm Milano e i laghi, la quale sarà d estinata esclmivamell/e al traffico delle automobili e dei« camion» .

In proposito !'on. M11s1olini ha ten11/o a rilevare la grandè importanza di ordirre commerciale, Jportivo- e militn"fe che deriverà dalla CO· struzùme di questa autostrlMa la quale sar~ la prima d el gerrere in Europa

La convenzione' sarà stipulata oggi stesJo alle 17 con la So cietà per le alllosJrade e i ldvori si inizieranno immancabilm·e11u il. 1° ·gennaio ço11 l'iutervento dfl!o JteJJO Presidente d el C.o,miglio. I lavod stesH saranno euguiti con grande rapidità, tale che la Jlrada po1rà euere Compi11ta entro l'anno 1923 (+).

"' Tenutasi il 1° dicembre" 1922 ( ore 9.}0·H.30). (Da 1l Po polo d' lldlia, N 289, 2 dicembre 1922, IX).

r RIUNIO N E DEL CONSIGLIO DEI MI N ISTRI*

( + ) Il PreJideute del Consiglio, riferendosi a quanto f u esp osto giorni or 10110 d dlle rappresentanze politiche ed ttmmi,!isfrdtive della Caldbria e della Sicili~, ha invita/() il ministro dei L4vori p11bbliri e del Tesoro a presentare aI pùt presto 11/l'e11:1.me ed all'app rovazione del Co~iglio dei mùri1_tri i provvedimenti nereuari per la siitemaziqne delle località danneggùt!e dal terremoto di M usina e R eggio Calabria del 1908 e per l'opera di 1occorso di molte migliait1 di abitanti che vivono ancora miseramente rare.ohi nelle baracche. Egli1 anzi, ha annunz ialo che tra qualche mese .ri recherà in quelle località per re11der1i conto per sonale delle condizioni di qflelle popolazioni. (Il Comiglio hq deciso, in conseguenza, che i due predetti miniJtri presentino al più pr,nto ,m piano orga11ico di provvedimenti atti a lenire più che sia po11ibile le gravi condizio,ri che ,olà ancora permangono, in relazione sempre alla potenzia/il~ dell'E rario).

Su proposta del/'on. Mt1iJOlini, il Consiglio ha affidato al ministro del Tes<Jro il compito di coordinare, conlrollare e prom11011e rè i provvedimenti relativi alla riforma della p11bblict1. 11,mmi111J1;azione e ciò perché e.tJd .si compia con unità di criteri e secondo un rtJZ!onale svolgimento d el pìa110 di ,iforma ( +

Su proposta delJ'o11. Muuolini, iJ Comiglio ha ap provato i ugttenli d ecreti:

1. Autorizzalione a dare piena ed intera esecuzione all'accordo commerciale concluso a Roma il 13 novembre 1922 fra l'Italia e la Francia.

2. Autorizzazione a dare esecuzione nel Regno agli accordi stÌ· pulati e da stip ularsi mediante scambio di note relativi alla proroga delle successive scadenze dei trattati e delle convenzioni commerciali tra l'Italia e alcuni Stati.

3. Riduzione ddJe indennità di primo stabilimento a funz ionari diplomatici o consolari esteri, ( +).

• Tcnutllsi il 1° dicembre 1922 (ore 16-1 9,30). (Da li Popolo d'lldlia, N. 289, 2 dicembre 1922, lX).

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