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IL PRIMO DISCORSO PRESIDENZIALE ALLA
CAMERA DEI DEPUTATI•
Mi onoro di annunziare alla Camera che Sua Maestà il re, con decreto 31 scorso ottobre, ha accettato le dimissioni ·rassegnate dall'ono. revole avvocato Luigi Facta, deputato al Parlamento, dalla carica di Presidente del CoosigJio dei ministri e quelle dei suoi colleghi minist ri segretari di Stato, nonché quelle dei sottosegretari di Stato, e mi h~ dato incarico di comporre il nuovo ministero.
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Con decreti di pari data, la Maestà Sua mi ha nominato Presidente del Consiglio d ei ministri e ministro segretario dì Stato per l'Interno con l'incarico di reggere per interim il ministero degli Affari esteri, ed ha nominato ministri segretari di Stato : per le Colonie, !"onorevole dottor Luigi Federzoni, deputato al Pa rlamento; per la Giustizia e gli Affari di culto, !"onorevole Aldo Oviglio, deputato al Parlamento; per le Finanze, l'onorevole professor Alberto De Stefani, deputato al Parlamento; per il Tesoro, l'onorevole professor Vincenzo Tangorra, deputato al Parla.mento; per la Guerra, l'onorevole generale duca Armando Diaz, senatore del Regno; per la Marina, l'onorevole ammiraglio Paolo Thaon di Reve.1, se• natore del Regno; per J'fstruzione pubbl ica, l'onorevole professor Giovanni Gentile, senatore del Regno; per i Lavori pubblici, l'ono revole avvocato professor Gabriello Carnazza, deputato al Parlamento; per l'Agricoltura, l'onorevole nobile avvocato Giuseppe De Capitani d' Ariago, deputato al Parlamento; · . per l'Industria e H Commercio, l'onorevole conte avvocato Teofilo Rossi, sen:itore del Regno; per il Lavoro e la Previdenza sociale, l'onorevole Stefano Cavaz. zoni, deputato al Parlamento; per le Poste e i Telegrafi, l'onorevole d uca dottor Giovanni Anton io Colonna di Cesarò, def'utato al Parlamento; per le Terre liberate dal nemico, l'onorevole avvocato Giovanni Giuriati, deputato al Parlamento.
• Discorso pronunciato alla Camera dei deputati nella tornata del 16 novembre 19 22 (ore 15- 15.30, 17-19.35) (Dagli Ani del Parlamento italiano C,:, mera d ei de puwi. Se11ione 1921 ·23 XXVI Ugitlat11ra, Diir1mio11i. Valum e I X: dal 16 novembre 1922 al 10 febbraio 1923 - Roma, Tipografia della Camera dei deputati, 1923, pagg . 8389-8394).
Con decreti dello stesso giorno, Sua Maestà il re ha nominato sottosegretari di Stato: • per la Presidenza del Consiglio dei ministri, l'onorevole professor Giacomo Acerbo, deputato al Parlamento; per gli Affari esteri, l'onorevole avvocato Ernesto Vassallo, depu~atò al Parlamento; per le Colonie, l'onorevole Giovanni Marchi, deputato al Parlamento; per l'lotcrno, l'onorevole Aldo Finzi, deputato al Parlamento; per 1a Giustizia e gli Affari di culto, l'onorevole avvocato Fulvio Milani, deputato al Parlamento; per le Finanze, l'onorevole avvocato Pietro Lissia, deputato af Parlamento; per il Tesoro, l'onorevole avvocato Alfredo Rocco, deputato al Parlamento; per l' Assistenza militare e le Pensioni di guerra, l'onorc, ole professor CeS.:lre Maria Dc Vecchi, d eputato al Parlamento; per la Guerra, l'onorevole avvocato Cado Bonardi, deputato al Parlamento; per la Marina e Marina merca nt ile, l'onorevole Costanzo Ciano, deputato al Parlamento; per l'Istruzione pubblica, l'onorevole avvocato Dario Lupi, d eputato al Parlamento; p er le Antichità e Belle Arti, l'onorevole dottor Luig i Siciliani, ·deputato al Parlamento; per i b.vori pubblici, l'onorevole avvocato -".'-lessandro Sardi, deputato al Parlamento; per l'Agricoltura, l'onorevole dottor ragioniere Ottavio Corgini, deputato al Parlamento; per l'Industria e jl Commercio, l'onorevole professor dottor Giovanni Granchi, deputato al Parlamento j per il Lavoro e la Previden~a sociale, l'onorevole Silvio Gay, deputato al Pa:rlamento; per le Poste e i Telegrafi, l'onorevole Michele Terzaghi, deputato al Parlamento;
DALLA MARCIA SU ROMA AL VIAGGIO NEGLI ABRUZZI 17
per le Terre liberate, l'onorevole avvocato Umberto Merlin, deputato al· Parlamento.
Con decr~i. poi, del 10 corre nte, Sua Maestà il re ha accettato le dimissioni rassegnate dall'onorevole Michele T erzaghi dalla carica di sottosegretario di Stato per le Poste e Telegrafi, ed ha nominato, in sua vece, l'onorevo le avvocato Giuseppe Caradonna, deputato al Parlamen to.
Signori! (Segni di vifJiJJima attenzione).
Quello che io compio oggi, in quest'aula, è un atto di .formale de-ferem:a verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza.
Da molti, anzi, da troppi anlli, I.e crisi di Governo erano poste e ri solte dalla Camera attraverso piò. o meno tortuose manovre ed agguati, tanto che una crisi ven iva regolarmente qualificata come un assalto ed il ministero rappresentato da una traballante diligenza posta le,
Ora è accaduto per la seconda volta , ·oe1 breve volgere di un decennio, che il popolo italiano - nella su a parte migliore - ha scavalcato un ministero e si è dato un Governo al di fuori, al di SoPra e contro ogni designazione del Parlamento.
. Il decennio di cui vi ·parlo sta fra il maggio del 1915 e l'ottobre del 1922.
Lascio ai melanconici zelatori del supet"costituzionalismo, il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò. Io affermo che la. ci· voluzione h a i suoi diritti. Aggiungo, perché ognuno lo sappia, che io sono qui per d ife ndere e potenziare al massimo gr.1.do la rivoluzione delle« camicie nere», inserendola intimamente come for za d i svi. luppo, d i progresso e di equilibrio nella storia della nazione. (Vi /,! i ~p plauJi a Je1lrt1).
Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere Mi sono imposto d ei limiti Mi sono detto Che la mig liore saggezza è quella che non si abbandona dopo la vittoria. Con trecentomila giòvani armat i di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un ffilo ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentat o di infangare il fascismo. (Approvazioni a destra).
Potevo fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli ... ( vivi applausi a destra,· mmori,· comment i,· M oJigUarrì : <<V ìva il Parlamento ! V iva il Parlamento!»; ,·umori e apostrofi da d est ra; applauJi a/l'estrema sinistra) ... . potevo sprangare il Paclamento e costitui re un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in quest o p rimo tempo, voluto. ·
Gli avversari sono rim asti nei loro rifugi; ne sono tranquillamente · usciti, ed hanno ottenuto la libera circolazione: del che approfit tano g ià per risputare veleno e tendere agguati· come a Carate ed a Bergamo, a Udine ed a Muggia. · r trattati non so no eterni, non sono irreparabili: sono capitoli della storia, non epilog o della storia. Eseguirli sig nifica provarli.
Ho costituito un Governo di coa lizione e non già con l'intento di avere una maggioranza parlamentare, della quale posso oggi fare benissimo a meno (applausi all'estrema destra ed a/l' estrema sinùtra; commenti), ma per raccogliere in aiuto della nazione boccheggiante quanti, al di sopra. d elle sfumature dei partiti, la stessa nazione vogliono salvare.
Ringrazio dal profondo del cuor<: i miei ·collaboratori, ministri e sottosegretari; ringrazio i miei colleghi di Governo, che hanno voluto assumere con me Jc· pesanti responsabilità di quest'ora: e non posso non ricordare con simpatia l'atteggiamento delle masse Javoratrici it:1Iiane, che hanno confortato il moto fascista con la loro attiva o passiva solidarietà.
Credo anche di interpretare il pensiero di gran parte di questa Assemblea e certamente della magg ioranza del popolo italiano, t ributando un caldo omagg io al sovrano, il quale si è rifiutato ai tentativi inutilmente reazion::iri d ell'ultima ora, ha evitato la guerra civile e permesso di immettere neJle stracche arterie dello Stato parlamentare la nuova impetuosa corrente fascista uscita dalla guerra ed esaltata dalla vittoria. (Grida di: « Viva il re/». 1 ministri e moltiuimi deputdli 1orgo110 in piedi e app!n11Jo,ro vivmnente e lungamente).
Prima di giungere a questo posto, da ogni parte ci chiedevano un p rogramma. N o n sono, ahimè, i programmi che difettano in Italia: sibbene gli uomini e la volontà di applicare i programmi. Tutt i i problemi della vita italiana, tutti, dico, sono già stati risolti sulla carta : ma è mancata la \•olontà di tradudi nei fatti. li, Governo rap presenta, oggi, questa ferma e decisa volontà.
La politica estera è quella che, specie in questo momento, più pa rticolarmente ci occupa e preoccupa.
N e parlo subito, perché credo, con quello che dirò, di diss ipa re molte apprensioni. Non tratterò tutti gli argomenti, perché anche in questo campo pref.erisco · razione alle parole.
Gli orienta.mefiti foridalTlentali della nostra politica estera sono i seguenti: i trattati di pace buoni o cattivi che siano, una volta che sono stati firmati e rat ificati, vanno eseguiti. Uno Stato che si rispetti non può avere altra dottrina. (Vive approvaziom).
Se attraverso la esecuzione si appalesa il loro assurdo, ciò può costituire il fatto nuovo che apre la possibilità di un ulteriore esame d elle rispettive Posizioni. Come il trattato di Rapa llo, così gli accord i di Santa
Margherita, c he da quello derivano, vengono da me portati dinanzi al Parlamento.
St.1bilit o che, quando siano perfetti, cioè rat ificati, i tra ttati d ebbono essere lealmente eseguiti, passo a stabilire u n altro fond.1mento d eila no· stra politica estera, cioè il ripudio di tutta 1a fumosa ideologi.1 « ricostruzionista ».
Noi ammettiamo che ci sia una specie di unità, o, meglio, di interdipendenza della vita economica europea. Ammett iamo che si debba- riedi ficare questa economia, ma escludiamo che i metodi fin qui adottati giovi no a!Io scopo.
Valgono più , ai fini della ricostruzione economica europea, i tratt:i.ti di commercio a due, base delle più vaste relazioni economiche fra i po· poli, che le macchinose e confuse conferenze plenarie, la cu i lacrimevole istoria ognuno conosce. Per ciò che riguarda l'Ital ia, noi intend i:1.mo di seguire u na politica di dignità e d i uti lità n az iona le. (Vive approvazioni a deJtra)
Non possia mo permetterci il lusso di un:1 polit ica di altruismo insensato o di dedizione cOmpleta ai disegni altrui. Da 1l!· de1. (Vive 11ppro· vaziom).
L'Jt1lia di oggi conta, e deve adeguatame nte conta re. Lo si incomincia a riconoscere anche olt re i confini. Non abbiamo il cattivo gusto di esagerare la nost r:1. potenza, ma non vogliamo nemmeno, per eccessi va ed inutile modestia, diminuirla.
L.1 mia formula è semplice: niente per niente. Chi v uole avere da noi prove concrete di amicizi:1, tali prove di concreta am icizi3 ci d ia. (Appn1w1zio11i a destra).
L' Italia fascista, come non intende straccia re i tr.1ttati, cosl p er molte ragioni di ordine politi co, econom ico e morale, non intende abbandonareg li Alleati di guer ra .
Roma sta in linea con Parigi e con Lond ra, ma l'Italia d eve imporsi e deve porre agli Alleati quel coragg ioso e severo esame di coscienza ch'css i non hanno affrontato dall'armi stizio ad oggi. ( V ive approvazìom).
Esiste ancora una Intesa nel senso sostanzi~ le della parola? Q uale è la posiz ione di questa Intesa di fronte alla Germania, di fronte alla Russia, di fronte ad una alleanza russo.tedesca? Quale è la p osizione dell'Italia nell' Intesa, dell' Italia che non soltanto per debolezze d ei suOi Governi ha perduto forti posizioni nell'Adriatico e nel Mediter raneo, mentre si ripongono in discuss ione taluni dei suoi diritti fondamentali; d ell' Ital ia che non ha avuto colonie, né mate rie p r ime cd è schiacciata, letteralmente, dai debiti fatti per ragg iung ere l:1 vitloria comu ne?
M i propongo, nei colloqui che avrò coi primi ministri di Francia· e di Inghilterra, di affrontare còn tutta chiarezza, nella sua complessità, il problema dell'Intesa ed il problema conseguente della posizione dell'Italia in seno d ell'Intesa, (Vivi applall!I).
Da questo esame due ipotesi scaturiranno: o l'Jntesa, sanando le sue angustie interne, le sue contraddizioni, diventerà veramente un blocco omogeneo, equilibrato, egualitario di forze, con eguaJi diritti ed eguali doveri; oppure sarà suonata la sua ora e l'Italia, riprendendo la sua libertà di azione, provvederà l ealmente con altra politica alla tutela dei · suoi interessi. (Vive approvazionì).
Mi augurò che la prima eventualità si verifichi: anche in considerazione del ribollire di tutto il mondo orientale e della crescente intimità russo-turco-tedesca.
Ma perché ciò· sia, è necessario uscire una buona volta dal terreno delle frasi convenzionali: è tempo insomma di uscire dal semplice terreno dello sped iente diplomatico, che si rinnova e si ripete ad ogn i conferenza, per entrare in quello dei fatti storici, sul terreno cioè in cui è possibile determìnare in un senso o nell'altro un corso degli avvenimenti.
Una politica estera come la nostra, una politica di utilità n aziona le, una politica di rispetto ai trattati, una politica di equa chiarificazione della posizione d el l'Italia nell' Intesa, non può essere gabellata come una politica avventurosa o imperialista nel senso volgare della parola.
Noi vogliamo seguire una politica di pace: non però una politica di suicidio. A éonfondere i pessimisti, i quali attendevano risultati catastrofici dall'avvento del fascismo al potere, basterà ricordare che i nostri ràpporti sono assolutamente amichevoli con la Svizzera, ed un trattato di commercio che sta in cantiere, gioverà, quando sarà ultimato, a fortificarli; corretti con la Jugoslavia e con la Grecia; buoni con la Spagna, la Cecoslovacchia, la Polonia, la Rumania ; con tutti g li Stati baltici, dove l'Italia ha guadagnato in questi ultimi 'tempi gra ndissime simpatie e coi quali stiamo trattando per addivenire ad accordi commercial i; ed ~gua lmente buoni con tutti g li altri Stati.
Per quello che riguarda l'Austria 1 l'Italia manterrà fede ai suoi impegni e non trascurerà di spiegare azione di ordine economico anche nei confronti dell'Ungheria e della Bulgaria.
Riteniamo che per quanto riguarda la Turchia si debba a Losanna riconoscere quello che è ormai un fatto compiuto, con le necessarie garanzie per il traffico negli Stretti, per gli interessi europei "e per quell i delle mirloranze cristiane.
I.a situazione che si è determinata nei Balcarl.i e nell'Islam va atten· tamente vigilata. Quando la Turchia abbia avuto quel che le spetta, non deve pretendere altrò. Ad un dato momento bisogna avere il coraggio di dire aJla Turchia: « sin qui, ma non oltre)> , A nessun costo,
Solo con un fermo linguaggio, tanto più fermo quanto più lea le sarà" stata la condotta d~li .AlJeati, si può evitare H pericolo di complicazioni bakaniche e q uindi, necf"'Ssa riamente , europee. '
Non· dìmentichii mo che ci sono quarantaquattromila mussulmani in Romania, seìcentomila in Bulgaria, quattrocentomila in Albania, un milione e mezzo nella Jugoslavia: un mondo che la vittoria. della Mezzaluna ha esaltato, almeno sotterraneamente.
Per quanto riguarda la Russia, l'Italia ritiene che sia giunta ormai l'ora di considera re nella loro attuale realtà i nostri rapport i con quello Stato, prescindendo dalle sue condizioni interne, nelle quali, come Governo, non vogliamo entrare, come non ammettiamo interventi estranei nelle cose nostre, e siamo quindi disposti ad esaminare la possibil ità di una soluzione definitiva.
Circa la partecipazione della Rus sia a Losanna, l'ltaiia ha sostenuto 1a tesi più Liberale e non· dispera di farla trionfare, quantunque tino ad oggi la Russia sia stata invitata per d iscutere limitatamente a lla questione degli Stretti.
I nostri rapporti con gli Stati Uniti sono ottimi e sarà mia cura di perfezionarli, soprattutto nel campo di una desiderabilè intima collaborazione d'ordine economico,
Col Canadà sta per essere firmato un trattato di commercio. Cordiali sono i nostri rapporti con le Repubbliche del Centro e Sud America e specialmente col Brasile e con l'Argentina, dove vivono milioni d 'ItaJiani , ai quali non devo no essere negate le possibilità di partecipa re alla vita locale, il chl", valorizzandoli, non li allo ntanerà, ma li. legherà più vivamente a lla Madre Patri a,
Quanto al problema economico fin an z iario, l'Ilalia sosterrà nel prossimo convegno di Bruxelles che debiti e ripa razio ni formino un binomio inscindibile. Per questa politica di d ignità e di utilità nazionale occorrono alla Consulta organi centrali e periferici adeguati alle nuove necessità della coscienza nazionale e all'accresciuto prestigio dell'Italia nel mondo. Le direttive di politica interna si riassumono in queste parole; economie,· lavoro, disciplina. Il problema finanziario è fondamentale : b isogna arcivare con la maggiore celerità possibile al pareggio del bilancio statale. Regime della les ina; utilizzazione intelligente delle spese~ aiuto a tutte le forze produttive della nazione; fine di tutte le residuali bardature di guerra. (Vive apprc vaziont).
Sulla situazione finanziaria, che pure essefldo g rave, è suscettibile di rapido miglio ramento, vi rife rirà ampiamente il mio collega Tangorra in sede di richiesta dell'èsercizio.provvisorio. Chi dice lavoro, dice borghesia produttiva e classi lavoratrici della città e d ei campi. Non p rivilegi alla
OPERA OMNIA DI BENffO MU SSO LINI
prima, non p rivilègi alle ultime, ma tutela d i tutti gli interessi che si armonizzano con quelli del la produz ione e della nazione. (Vivi apphum) .
Il proletariato che lavora, e della cui sorte ci preoccupiamo, ma sen za colpevoli demagogiche indulgenze, non ha nulla da temere e nulla da perdere, ma certamente tutto da guadagnare da una politica finanziaria che salvi il bilancio dello Stato ed eviti quella bàncarotta che si farebbe sentire in disastroso modo specialmente sulle classi più umili della popolazione. La nost ra politica emigratoria deve svincolarsi da un eccessivo _paternalismo, ma il cittadino italiano che emigra sappia che sarà saldamente tutelato d ai rappresentanti della nazione all'estero.
L'aumento del prestigio di una nazione nel mondo è proporzionato alfa d iscip lina di cui dà prova all'interno. Non vi è dubbio che la situazione all'i nterno è migliorata, ma non àricora come vorrei.
Non intc:-ndo cullarmi nei facili ottimismi. N on amo Pangloss.
Le grandi città ed in genere tutte le città sono tranquille; gli episodi di violenza sono sporadici e periferici, ma dovranno finire.
I cittadini, a qualunque partito siano iscritti, pot ranno circolare; tu!tc le fedi religiose saranno rispettate, con particolare riguardo a quella do· minante, che è il" cattolicisrno; le libertà statutarie non saranno vul nerate ; la Jegge sarà fatta rispettare a qualun9ue costo~
Lo Stato è forte e dimostrerà la sua forza contro tutti, anche contro l'eventuale illegalismo fascista, poiché sarebbe un illegalismo incosciente ed impu ro, che non avrebbe più alcuna giustificazione. (Vivi ttppla,m).
Debbo però agg iungere che la quasi totalità dei (ascisti ha ade rito perfettament e al nuovo ordine di cose. Lo Stato non intende abdicare d avanti a chicchess ia. ·
Chiunque si erga _ contro lo Stato sarà punito, Questo esplicito richi amo va a tutti i cittadini ed io so che deve suonare particola rmente g radito alle orecchie d ei fascisti, i quali hanno lottato e vinto per avere uno Stato che 5i imponga a tutti, dico a fotti, con la neccssaria1 inesorabile energia.
Non bis.ogna dimenticare che al di fuori delle minoranze che fanno della po]itica militante, ci sono quaranta milioni di ottimi italiani, i quali lavoran<:>, 5j riproducono, perpetuano gli strati profondi della razza, chiedono ed hanno il diritto di non essere gettati nel disordine cronico, preludio sicuro d ella generale rovina. (ViviJSimi, generali, prolungati appld11JJ).
Poiché i sermoni, evidentemente, non bastano, lo Stato provvederà a selezionare e a perfezionare le forze armate che lo presid iano : Io Stato fascista costituirà forse una polizia unica, perfettamente attrezzata, di grande mobilità e di elevato spirito morale, L'Esercito e la Marina - g loriosiss imi . e cari ad ogni italiano - sottratti alle mutaziopi
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della politica parlamentare, riorganizzati e potenzi:i.ti, ra.pprcsènteranno la riserva suprema della nazione all'interno ed all'esterno. (Vi vhsimi appfa,u}. Grida dh « Viva l'Ij.1erci10 ! ». I ministri e i dep11tati de/fa dntra, del ceftlro e di sinistra, 1orgono in piedi e 11pp!tmdo110 viva.. mente e ltmgmmmte).
Signori!
Da ulteriori comunicazioni apprenderete il programma fascista, nei sUoi dettagli e per ogni singolo dicastero. Io non voglio, fin ché mi sa rà possibile, governare contro la Camera: ma la Camera deve sentire 1a sua particolare posizione che 1a rende passibile di scioglimento fra due g iorni o fra due anni, (Ilarità. Applausi a d e1tra e all'estrema 1inistra, Comme11t1).
Chiediamo i pieni poteri perché vogliamo assumere le piene responsabilità. Senza i pieni poteri, voi sapete beniss imo che non si fa rebbe una lira - dico una lira - di economia. Con ciò non inte ndiamo escludere 1a possibilità di volenterose collaborazioni, che accetteremo cor, dialmente, partano esse da deputati, da senatori o da singoli cittadini competenti.
Abbi amo ognuno di noi il senso rel igioso del nostro difficile compito. Il paese ci conforta cd attende.
Non g li daremo ulteriori parole, -ma fatti. Prendi amo impegno formale e solenne di risanare il bilancio e lo risaneremo. Vog liamo fare una politica estera di pa ce ma nel contempo di dign ità e d i fermezza e la faremo . Ci siamo proposti di dare una disciplina. alla hazione e Ja daremo. Nessuno degli avversari di ieri, di oggi, d ì domani si illuda sulla brevità del nost~o passaggio al potere. (Ilarità. Commemi. A pplarni n dntra).
Illusione puerile e ·stolta come quell e d i ieri. Il nostro Governo ha basi · formidabili nella coscienza della nazione ed è sostenuto da lle migliori, dalle .più fresche generazioni ita liane, Non v'è d ubbio che in questi ultimi g iorni un passo g igantesco verso la un ificaz ione degli spiriti è stato compiuto, La Patria italia na si ·è ritrovata ancora una vo_lta, dal nord al sud, dal cont inente a lle isole gene· rose, che non saranno più dimenticate (approvttzùnu), dalla metropoli alle coJonìe operose del Mediterraneo e dcli' Atlantico. Non gettate, signori, altr<: chiacchiere va ne all a nazione. Cinquantadue iscritti a parlare sulle mie comunicazioni sono troppi. (Ilarità. Commenti).
Lavoriamo piuttosto con cuore pw:o e con mente alacre per assicwa.rc la prosperità e la grandezza della Patria, Cosl Iddio mi assista nel condurre a termine vittorioso la mia a rdua fatica. (Viviuimi ~[i plausi a destra e su altri h'1nchi. Commenti prt1ftmgati. Molti deputati si rerr1110 a rcngratularsi con /'011Qfet1ole Presidente del Comiglio)•.
IL PRIMO DISCORSO PRESIDENZIALE AL SENATO**
Signori senatori!
Tutta la prima parte" delle dichiarazioni che poco fa ho letto alla Camera dei deputati non riguarda minima.mente il Senato. ( « Benrl»). Non de~o usare, nei confronti del Senato, il linguaggio necessariamente duro che ho dovuto tenere n~l confronto dei signori deputati. (Applausi viviùimi e pro/11nga1i, ai quali si uniscono attche le Jrib,me). Non solo da oggi, ma da parecchi anni, ho la sicura coscienza di potère affermare che considero il Senato non come un'istihlzione superflua, secondo certe vedute fantastiche d i una piccola democrazia ( « beniùìmof »); considero invece il Senato come una forza dello Stato, come una riserva dello ·stato («beniuìmo!»), come un organo necessario per la giusti e oculata ·amministrazione d ello Stato. '{ Applausi viviuìmi e prolrmgalt).
Gli ultimi anni di storia parlamentare hanno dato al contrasto delle
• Subito dopo,· Mussolini dice: «Ha l'onore di p,nenta,e alla Ca mera il àiugno di legge pe, la proroga de//'eurdzi(, prov11ho,io, fino a qu«ndo non JÙtno J/ati 1,adoui in legge gli !lati di p,evhione del/a enlr«Ja e della 1pe1a per fanno fi nanziario 1922-'23, non an,o,a approvali. Prego la , ompelenle commiuione di auelerare 111 prese11111zione della relazione ». Poi chiede: « Chiedo ,he l a Canu,a voglia J01pendere per u11'01'a i woi lavo ri pe1'hl il Governo poua. ,e,a,Ji all'all,o ramo del Parlamen10 a ripetere le JNe romuni,aàoni ». La seduta, sos~a alle 15.30, rìprend~ alle 17 con l a discussione sulle comunicazioni del Governo D opo il discorso del deputato Umberto Cao (interrotto da Mussolini per quattro volte), 'il Presidente del Cpnsiglio dice: « Ho f ono, e di pre1enla,e- alla Cam era il dh egno · di legge per la proro_ga d el/'eurch.io p,ovvÌlorio degli JlaJi di p,eviJione per il fondo dell'emigrazione per l'eu,dzio 192-2-'23 ». Alla ripresa della discussione sulle comunicazioni del Governo, parlano, nell'ordine, i deputati Francesco Saverio D'Ayala, Diego Mu rgia, Giovanni Rosadi (interrotto da Mussolini per cinque volte), Michele Terzaghi (interrotto da Mussolini pe"r due volte). (Dagli Ani d el Parlamen to italiano. Camera dei d eputati. Snsione cit, Legh/aiura dt. DiuNuioni, Vol11me IX, pagg. 8394-8413)
0 Al Sen\10, nella tornat;i del 16 novembre 1922 (ore 16-17.20), Musso• lini ripete il discorso tenuto alla Camera dei deputati un'ora prima, premette ndo le dichiata:i:ioni qui riportate. (Dagli Aui par/amt nlari della Cam era dei Ùnato ,i. DÌU NIJioni. "Legh/atu,a XXVI. 111. Seuione 1921·192J, Volume I X Tornate dal 16 nollembre 1922 al 20 giugn o 1923 - Roma, Tipogralia del Senato, 1923, pag. .3999).
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due Oimere un carattere che si potrebbe dire plastico e drammatico. La gioventù italiana1 che io interpreto e rappresento, e che intendo di rappresentare, gUarda al Senato con, molta, viva, patriottica simpatia. (Approvazion9. ·
Ripeto, che la prima parte del disèorso è diretta solo alla Camera dei deputati. (Vive approvazioni. Si ride).
REPLICA AI DEPUTATI •
Mi riservo di prendere in seria considerazione tutti 9ucgli ordini del giorno che si riferÌS(ono a problemi concrc1:i e sui quali non potrei in quest'ora prendere impegni precisi, Non accetto gl i ordini del giorno di indole politica.
Non faccio nessun discorso. Solo mi limito a ricordare all'onorevole D 'Aragona che il mio atteggiamento nei confronti della Confederazione generale del lavoro è sempre stato. assai distinto dalla mia linea di con· dotta nei confronti dei diversi partiti politici socialisti. L'onorevole D'Ara· gona sa e ricorda che io ho sempre sostenuto l'opportunità per la Confe· dcrazione generale del lavoro di distaccarsi dalla tutela dei diversi partiti. politici socialisti, ognuno dei quali, a torto o a ragione, pretende di incar· nare il purissimo verbo del socialismo.
L'onorevole D'Aragona stia tranquillo:_ egli viene dal proletariato, anche io vengo dal proletariato. L'onorevole D'Aragona ha conosciuto la dura ,•ita dell'emigrante all'estcro1 il sottoscritto l'ha pure conosciuta.
Non intendiamo fare una politica antiopcraia, perché sarebbe stolta e assurda. (Appr~vaziom). Riteniamo (e non lo dico soltanto stasera, io l'ho detto mille volte), riteniamo che non vi possa essere g randezza materiale e morale della nazione con masse operaie rìottose, abbrutite, analfabete, in continua inquiCtudìne spirituale. (Approvazio111).
• Alla' Camesa dei deputati, n ella tornata del 17 novembre 1922 (ore 1~·21.50), seguita la discussione sulle comunicazioni del Governo. Parlano, nell'ordine, il ministro Vincenzo Tangorra e i deputati Antonio Pestalozza, Filippo Turati (interrotto da Mussolini per trentasette volte), Giovanni Conti (interrotto da Mussolini per diciotto volte), Edoardo Reuth-Nicolussi (interrotto da Mussolini ptt cinque volte), Alcide De Gasperi (interrotto da Mussolini per quattro volte), Costantino Lazzari (interrotto da Mussolini per dodici. volte), Marco Ciri:mi, Pietro Capasso, Luigi De Andreis (interrotto da Mussolini p er due volte), Pietro Rabenana (interrotto da Mu5solini per due volte), Enrico Presutti, Luigi Gasparotto, Giuseppe Wilfan (interrotto da Mussolini per una volta), Giovanni Camera, Ludovico D 'Aragona (interrotto da Mussolini per quattro volte), Stefano Paolino, Livio Tovini. Indi il Presidente del Consiglio pronuncia il discorso qui riportato. (Dagli Atti del Parlamento italiano. Camera dlii dep111aJi. Su;ionè rii LegiJ/atura dt, Disruuioni; Volttme IX, pagg, 84 1~-846,).
OPERA OMNIA D( BENITO MUSSOLINI
Del resto, il fatto stesso che uno dei leaders della Confederazione non era assolutamente alieno dal partecipare al mio Governo, dimostra chiaramente che non ci sono pregiudiziali assolute.
D'altra parte io ri~ordo a quel settore della Camera (aC(e1111ando ali'e1trema sù1frJra) che se gli eventi hanno avuto questo ritmo precipitoso, gran parte della responsabilità spetta a voi. (DragcJ.: « T11tta! ». Commenll).
Perché quindici o sedici me5i fa io lanciai in quest'aula un'idea che poteva parere allora paradossale, ma alla quale, se voi foste stati intelligenti, dovevate afferrarvi come il naufrago si _ afferra alla tavola di salvezza. Non lo avete fatto: gli avvenimenti vi hanno dato torto. ( Commenti a sinistra).
Io non intendo di ipotecare il futuro in linea assoluta; ma, ripeto, non nutrite illusioni C('Cessive: faremo una politica di necessaria severità, e cominceremo a praticarla contro noi stessi; solo in questo m.odo acquisteremo il di ritto morale di praticarla contro tutti gli altri cittadini. (Approvazionr).
Del resto, se il proletariato italiano l1a assistito al nostro movimento senza tentare e senza nemmeno pensare di buttarci tra le gambe il tentativo di sciopero generale, che ci avrebbe dato evidentemente qualche fastidio, certo segno è che il proletariato italiano ha capito che bisognava spalancare le finestre perché l'aria di certi ambienti era diventata mefitica e irrespirabile. (CommentJ). L'intuito profondo che guida le masse, e che qualche volta abbandona i capi d elle medesime, quell'intuito profondo h a consig liato quell'atteggiamento del prolet:uiato che io ch iamo di benevola aspettativa.
Non dite che noi faremo una politica di servilismo verso le classi capitalistic'1e. Noi siamo stati i pri mi o certamente fra i primi a distin• guere fra borghesia e borghesia, fra la borghesia che voi stessi rimettete al piano d ella sua necessità tecnica e storica, perch é senti te. eh~ della borghesia produttiva, intelligente, che crea e dirige le industrie, non si può fare ancora a meno, almeno in questo periodo storico. (Applauu).
E Lenin, dopo averla distrutta fisicamente, sta cercando di creare la borghesia dirigente e produttrice. E state tranquilli che se i ceti capita. listid italiani pretendessero da noi privilegi speciali, tali privilegi speciali non av ra nno mai. (Vivi applausi. Commentì rrll'estre'tl1tO sùzistra).
D 'altra parte, se taluni ceti operai, che si sono già sufficentcmente imborghesiti (si ride; commenti), pretendessero, per converso, di ricattare il Governo ~r avere favori più o m e no dettorali, anche costoro si d isingannino: questi non li otterranno pi ù e mai, (Applausi. Comme nJi . Vo ce da/J'eslrema sinistra: « Non cì Jonu, ·non ci sonu mai sttJti ». Rum()fi)
Io sono in un certo senso li eto che la Camera abbia compreso che il
DALLA MARCIA SU ROMA AL VIAGGIO NEGU ABR UZZI 27
m'io duro linguaggio non· si riferiva a cose astratte e trascendentali, ma aveva d ei cifecimenti concceti, ·precisi, ne tt ame nte individuati nello spazio e nel tempo.
Si trattava di voi; si trattava di questa Camera, si trattava di un complesso di situazioni, le quali a ognuno di noi hanno dato parecchie volte un senso di invincibile disg usto. ( Commet1t1). Ed allora era giusto che io, in nome di una forza che esiste· e lo ha dimostrato, ponessi la C"lmera innanzi allo specchio della sua coscie nza e le dicessi : o t i adatti alla coscienza n azionale o devi scomparire. (Com menll).
Non ho bisogno di dire all'onorevole Cao, che le sue dichiarazioni non mi toccano, Adesso il Partito Sardo di Azione va correggendo la sua linea di condotta .(commmtr), adesso sente che verameÌ1te ha esag erato; ma io coi m iei propri occhi ho letto su certi giornali... . ( Cdo·: « I giorn~li 11011 .rono il Partilo »).
1 g iornali rappresentano il Partito o una p arte <lel medesimo. (Cao : « Vi sono d ei giomdlùti. che srrivono a gnrdo loro. Il Parli/(} è rap presenlttto dalle manifestttzio11i rtfffria/i e propagandistiche ». Commenti).
Si parlava in questi giornali di una vera federaziom: mediterranea, che avrebbe dovuto comprendere Sardegna, Corsica, e Catalogna. (Ilarità). E io sono fieto, onorevole Cao, delle vostre dichiarazioni, sono lietissimo, entusiasta che la Sardegna riaffermi la sua incoercibile an ima unitaria (approvaziom), perché se c'è qualche cosa che la storia h à d imostrato in questi ultimi tempi è l'impossibilità per i picco li Stati , per le piccole isole, per le piccole unità nazionali di vivere una vita autonoma. (A pplansi. Ca(}: « Ce/(} inseg na/e voi?»).
Dico all'o norevole Cao, prega ndolo vivamente di farlo sape re ai sardi, che noi ci occuperemo amorosame nte dei problem i che interessa no la sua isola.
Devo anch e dire all'onorevole R osad i, il quale nù rimproverava una lacuna neile m ie dichiarazioni, che io volutamente non ho accen nato, noa ho individuato quelle città e quelle Zone dell'Adriatico la cui pa.s· sione è sempre viva nei nostri cuori.
Ma poiché ci sono delle possibilità,~ poiché tutto•il mondo balcanico è in fermento, io, pu r seguendo una linea di condotta ispirata d a desiderio di pace, inte ndo di mantenere su questo argomento un certo riserbo.
Ma l'onorevole Rosadi deve sapere che per Fiwne noi stiamo già provvedendo; d eve sapere che molti dei provvedimenti che i fiumani hanno chiesto ri petutamente sono g ià sta ti accordati .
Non posso ammettere che l'onorevo le Wilfan :venga alla Camera italiana a p ronunciare un discor so, ch e potrei chiamare sconveniente, e che mi limiterò a chiamare eccessivo . N oi n on inte!ldiamo soppri- mere Ja vostra lingua; speriamo di impararla (WiffiN1: « Punhé i f aui seguano alle parole!»). ·
Potete stampare a Trieste italiana un quotidiano . in lingua slava! (lnle"uzion; del depulato Wi//(111).
Noi vogliamo fare, anche n ei confronti dei piccoli gruppi allogeni, una politica di dignità, che tenga conto dei loro diritti, ma che non ··dimentichi anche i diritti della grande massa degli italiani.
Non intendiamo di subire dei ricatti.
·voi stesso, onorevole Wilfan, sapete che se siamo al Nevoso, non d siamo per un capriccio, ma ci siamo per una dura necessità.... (Wil fan: « lo non faccio p r,,litica e1ter11 »; r11mort); e se siamo al Brennero, ci siamo anche per un'altra dura necessità. ·(lllterruzione del dep utalo Wilf•n). .
Dopo di che io vorre i concludere pregando il nostro Prcsìdente a voler ritirare le sue d imissioni ( vivissime app,.ovazio11i; vivissimi, prolungati appla111i cui # associano anche le lribune) ; a ritirare, dicevo, le sue dimi"ioni e a suggellare con questo gesto quel nuovo periodo di storia italiana che noi intendiamo inaugura te. (Approvaziotu).
Non siamo dei miracolisti, signori, e nessuno può pretendere da noi che Ia situazione si . capovolga nel breve volgere di Ufla settimana o di un mese. Sarebbe quel1o che Lenin chiama l'infantilismo.· la situazione è enormemente complessa, è tutta intersecata di interferenze di ordine economico, politico, morale, e assai malagevole riesce a sceverare dove un elemento incomincia e l'altro finisce
Noi non respingiamo nessuna collaborazione. Dichiaro che se domani ci fosse tra quei banchi un competente, supponiamo, a trattare una questione di ordine commerciale tra due Stati, io non avrei neS$una d ifficoltà ad affidargli questo compito.
Del resto io penso che se la tempesta non avesse avuto per necessità di cose uno sviluppo cosl vorticoso, forse molti che ogg i mi fanno il viso delle armi, non avrebbero avuto difficoltà a prendere posto nella mia barca. (Commenti).
La quale barca terrà fieramente il mare e vuole giungere al suo porto: la pace, la grandczia, la prosperità della nazione! (Vivissimi e prolungr.tti appla111i. I ministri e moltissimi deputali si congrattdano con l' onorevole Presidente del Consiglio. L'onorevo,/e Presidente del Consiglio sdle al seggio del Pre1idente, cui 1tri11ge ripetutdment, la m~ni:,. ~iviJ1imi, reiterati e prolungati appla,ui. A n.che l'(morevole De Vecchi sale al seggio· del Presidente, Nuovi applau11)
•La discussio~e sulle comunicazioni del Governo si chiude con l'approvaziori.e (con voti 306 contro 116) del seguente ordine del giorno proposlo dal deputato Michele Terzaghi : « La Camera, fiduciosa nelle sorti dell3: Patria,
IL PROBLEMA DELL' EMIGRAZIONE •
Il Governo ha ascoltato con la necessaria attenzione il discorso dell'onorevole Jacini, i discors i dell'onorevole Piemonte e dell'onore·\'ole Fior.
11 problema dell'emigrazione p art icolarmente ci preoccupa. Io non so ancora se il commissariato dell'Emigrazione vivrà di vita autonoma , o se, invece, non sarà aggregato al .ministero degli Esteri. In ogni caso, la soppressione del commissariato dell'Emigrazione non vuol dire soppressione di quelle funzioni del commissariato dell'Emigrazione che siano utili all'emigrazione stessa.
11 Governo intende di conciliare con la sua azione le necessità demografiche d ella nazione e ndlo stesso temp o intende di provvedere alla energica tutela dei nostri emigranti, nella loro duplice qualità di operai e di ital iani. (Vive approvazioni. Appla1m) ++.
ALLA PARTENZA PER LOSANNA***
L'on. M11uoli11i, con ror/esia veramente t11Ùlocratica e co-n genJi/ezza estrema, acromef1/e a rispondere ad llfcune mie domande. Il treno intanto fugge 4/lraverso· la bella rampag11~ romana illumina/a dt:A tante stelle.
;_ lo parto dall'Italia con le migliori impressioni - ha detto # PreuJite le <lichiaruioni del Governo, le approva, e passa all'ordine del g iorllo ».
(Dttgli Alli del Parlttmtnlo it~Uan o. Cam era d ei d ep,11a1i, Swi<me dt, Legis/a. t ura rii, Diuimioni, Vo/J,m e IX, pagg. 8469-8471),
• Dichiarazioni fatte alla CarllC"fa. dei deputati, nella tornata d el 18 novembre 1922 (ore 1~·19.1~)- In precedenza, Mussolini aveva detto: <1 Mi a.Jsorio alle manifest azioni di rordoglio per l a morte d ell'onorN1ole ,o/lega Capita11io :.>.
(Dagli Àlli del Parlamento italiano, Camua d ei d eputati, SeJJione rit. Legi,lal11ra rit. DiffuI.Shmi, Volume IX, pagg. 848 1, 8507)
Poco d~po, Mussolini dice: « Chiedo , he la Camera aggiorni i _ suoi lavori sù10 " gioi!edJ prossimo, per darmi modo e tempo di parledpart ai /a vori de/111 ronferenza di Losanna». La proposta è approv::ita. Poi chiede ed ottiene che il disegno di legge relativo alla « delegazione di pieni poteri al Coverno del re per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica :i.mministrazione » <1 sia iurilto alrordine del gitm10 della t ornata di gio i!edl ».·
(Dagli Alli d, I Parlamento i1alia'no. Ca mera d ei d,putaJi. Seuione cii. Legi1/atNra tit, Diffuuioni. VoJ11me IX, pagg 8 ~07·8508).
•0 Il JS novembre 1922, verso le 20, M ussolini parte a lla volta di Losanna per partecipare ai lavori della conferenza orientale, Qualche istante prima che il treno Si metta in moto, applaudito ·dalla foll a, si affaccia al finestrino del
Jiden/e del ConJiglio . - P arto con una situaz io ne interna che pare fortemente inigJiorata, con una Camera che si è piegata alle ncce5sità del momento, parto constatando che Je cl assi operaie, malg rado le prediche socialiste~ t engono verso il nuovo regime un atteggiamento di curiosa e piuttosto benevola simpatia. ·
Il Pre1idente d el Comiglio ha avulo un momenlo di parua e lm 11n memoriale e l'altro conlinutJ: vagone presidenziale, rispondendo rÒm:inamente agli applaus i e gridando: « Vii1a l'l t«lial » M entre il treno lascia la stazione, grida :i.ncora : « E Jop r«ltrllfo e prima di 111110: Viva /'/111/i"! » Durallte il viaggio da Roma a Civitavecchia, concede ad un redattore de Il Rc1t o del C«dino l'intervista qui ripomta. li resoconto clelri ntcrvista. è preceduto dal seg uMte p reambolo: « Come sia g iunto nel saJone d el Presidente del Consiglio non starò :i: raccontare Dirò solo che ho dovuto scalare delle barriere, che sembrav:ino insormontabili, di v:i.lige, b.lu li, scatole. M a alla fine sono . giunto al saloncino presidenzial e, L'on. M ussolini seduto su Ùn:i bassa poltroaa di vell uto rosso, dinanzi 11d un tavo lino intorno a cui sono Ccs:uc Rossi, J"infaticabile, ed :altri fid i. Sulla soglia sorveglia i l valoroso capitano Giraud ed il lido Cirillo. L'on. Mussolini scorre con occhio rapido memoriali, rela2ioni e telt>grammi. Scambia qualche parola con Cesare Rossi. Avvicinarsi è cosa in certo qual modo facile, ma come si potrà intervistarlo ? li Presidente ha ora lasciato un campo d i battaglia, quello parlamentare, dove b. sua vittoria è stata netta e risoluta cd Ol'a porta il glorioso Fascio Litto rio all 'estero, dove altre battaglie lo aspettano. B vero che questo convegno s.a rà b reve, ma esso servi r¼ a s uscitare nei governanti esteri Ja prima esatta impressione nei rig uardi non tan to del fascismo quanto dello Stato ita· liano di rui il fa scismo è parte essenziale» ( Da 11 Popolo d' lt«lù,, N. 279, 21 novembre 1922, IX).
- Il fascismo anche nei suoi elementi più attivi si rende conto che è necessario rinunziare all'illegalismo.
- Quale è il 1111J programma? - h<1 d o,n(Tni:lato il giomalisJa.
- Credo di averlo sufficentemente chiarito nei rniej ultimi discorsi. La Camera ci ha concesso l'ese.r.:cizio p rovvisorio fino al 30 giugno venturo. Da questa parte siamo tranquilli. Le d irò che ho anche l'impressione che la Camera ci conced erà p ieni poteri per la riforma tributaril e per il p roblema. della bur.oc'razia. Ho anche la certezza ch e la Camera approverà la riforma elettorale nell e linee essenziali che sono già st:ite fissate nel nuovo ordine del giorno del Consiglio dei ministri .
- E dopo?
- Dopo ciò la Camera si prenderà le sue buone vacarizc e fas cerà che i minist ri traducano negli atti tutto ciò che h anno promesso.
L'on . Mwsoli!zi fwommcia q11e11e 11/time parole quasi samJe11do le1illabe e con intima fiduciosa co11vimio11e.
- E dello scioglim ento della Camerd?
- Nulla ancora hc decirn - riiponde il Presidente del Comiglio - circa la data delle elezioni.
- Qualche acren110 alla politica estera?
- Non posso farl e ncssuna dichiarazione. Mi sono imposto il mas· simo riserbo, che è per me un dovere.
LA convemtzionè è finita.
LA POSIZIONE DELL' ITALIA NELL'INTESA*
li Presidmte del Comiglio ùalia110 si è lascùrto interro-gare liberamente ed ha sempre risposto con proJJ/ezza e in forma concisa.
- E probabile - egli ha de/Jo - che in questo colloquio veng a posta fa. questione del blocco dell' Intesa e pa rticolarmente della posi· zione che in tal blocco occupa ogg i l'I ta lia. E necessario precisare - egl i ha dello - p rima di ogni altra cosa se l'Italia nell'alleanza occupa il posto di una serva, di una cameriera o quello ch e spetta ad u na g rande pote nza Prima bisogna intend ersi bene f ra noi tre, poi cercheremo di intenderci coi turchi.
:___ Che 11alore hanno gli 11/Jimi aaord; presi sabato a Parigi Ira Poincaré, lord Curzon e il barone Romano Avezzana?
- Nessuno - ci ha risposto M11uoli ni - Io non c'ero, io non mi sono impegnato per nulla. Il memoriale discusso in quella riunione consiste in q uindici punti, uno in più di quelli di ~')!son. Sono divisi in due categorie: la prima riguarda le questioni politiche e territoriali, la seconda i p roblemi economici. Sono punti essenziali, secondo anche il parere degli inglesi, sui qua.li è indispensabile intendersi chiaramente. Parecchi sono accettabi li, sui c1uali è anche utile discutere perché devono essere édaréJ.
- Parteciperà ltJ Rt,nia alla cotrferenZtJ?
- A una parte sl. Secondo il m io punto di vista, che avevo esposto agli Alleati , Ja Russia avrebbe dovuto partecipare a tutta Ja conferenza. Dopo il grande convegno di Genova e dopo che Cicerin h a partecipato a un pranzo dato dal re d'Italia su una nave da guerra, certe mezze misure sono foglie di fico ridicole e vane ipocrisie.
A una nuova domanda, /'on M11swlini risponde:
- Effetti vamente l'imminente colloquio ha una grande importanza. Sarà la prima volta che si parlerà ch iaramente, cordialmente, ma con tutta franchezza, secondo lo stile fascista .
- Quale sarà la. lit1etJ di condotta. 11eno i turchi?
- Secondo mc dovrebbe essere questa: ris}>Cttare i diritti della Turchi a, ma impedirle di esagerare.
• I ntervista concessa a Territet, ai giornalisti ital iani, i l 19 novembre 1922, verso Je 18 ( 420}. (Da l Cr,rriere della Sera, N . 278, 20 novembre 1922,. 470).
- Rimanere sulla base dell'accordo di Mudania?
- Precisamente.
QuanJo alla notizia dei d11ecenJocinquanla soldati italiani inviaJi a Rodi e al rè/aJivo commento, che ba avut o larga eco negli ambienti della conferenza, pubblicato d a tm grande 'giornale fremcese, il quale conc/11deva con l'affermare che vi dovrebbe essere uno s/re/fo aa01'do tra l'Italia e l'Inghilterra, /'on. Mu.rsolini 1orridendo risponde:
- .Quante suscettibilità! Quei pochi uomini sono sbarcati a Rodi per dare il cambio ad altrettanti soldati che devono rimpatriare.
- Si ; f avorevoli in Italia allo sbocco della Bulgdria nell' Egeo?
- Sì, l'Italia appoggia tale aspirazione: però yogliamo sapere come ci ricambierà la Bulgaria.
PARITA FRA ALLEATI*
..:..._ Questa conferenza - ha detto l' on. M11uolìt1i - segna una svolta decisiva nella storia dell' Intesa, Ja quale noi non manterremo rigorosa se non spiegandoci lealmente e con una coJlaborazione stretta e franca. Il solo rimed io alla situazione attuale è di ristabilire su una base di eguaglianza perf~tta l 'unità di fronte degli Alleati. Bisogna real izzare questa unità di fronte non solo rispetto alla Twch i::i., ma anche alla Germania.
Per quanto concerne la Piccoh Intesa, bisognerà pure mettersi d'ac· cordo, poiché è necessario avere finalmente un atteggiamento comune e che si cessi di praticare tre politiche diverse.
Si può ave re d ella simpatia - ha de/I() poi /'011. Mu JJolini venendo a parlare piti precisamente delld. Tu rchia - per il rinnovamento pol itico d el Governo di Angora, ma b. s impatia cessa nel punto preciso dove cominciano gli imbarazzi. Ho, d 'a ltronde, buone speranze, Quanto a me, io sono , :itore di soluzioni positive per tutti i problemi che saranno sollevati alla conferenza.
Avendo il giornalista all11so alle ~om1erJttzio11i svolte1i sabate> a Parigi, /'on. Mussolini ha risp.osJo:
- Questo accordo non ha pl"r me sltro valore che d'uno scambio d'idee e io mi riservo di esaminare i punti sui quali ci si è intesi.
Q'nesti punti sono quelli che sò/Jevava ìl memO,iale briJannico del lJ novem bre, come Ji sa. Ma /'011, M1nsolini ha parlalo i n modo evasivo:
- Questo documento - egli ha dello - non è mai stato pubbli-
• Intervista concessa a Losanna, all' inviato speci2le del P,tit Pariiim, il 19 novembre 1922, veno le 24 (Dal Corri,re J,/la Sera, N 278, 20 novembre 1922, 470)
DALLA MARCIA SU ROMA AL VIAGGIO NEGLI ABRUZZI 33
cato per intero A quanto io sappia, comprende· quindici punti: vale a dire u no d i più che il programma di Wilson. Noi ne accettiamo parecchi, ma sugli altri domandiamo di essere illuminati. Queste spiegazioni ci ·soddisfccaòno? Un aècordo si stabilirà finalment e con la conclusione della pace? Io non so se g li interessi inglesi coincidano sempre con gli interessi itali ani. In ogni caso il memoriale britannico mi sembra offrire una base d'intesa per la. costituzione di un fronte unico fra g li Alleati.
L'on. .Muuolini si è rifiula-to di fttre J ;chiamzioni 111! Dodecaneso. Ha d ello, invere, che la queJl ione della T11 11ìsia Jarà ptobttbilmente diJCUJJa,
GLI OPERAI E IL VATICANO•
- Non posso fare alcuna an ticipazione o previ,sione sulla conferenza, la quale ancora è al suo primo inizio. L'Italia fa p arte dell'Intesa, ma occorre d are un contenuto a queste parole N on posso dire di essere soddisfatto, ma posso dichiarare che comincio ad essere soddisfatto . La soddisfazione è a gradi come tutte le cose umane.
Ho la più grande simpatia verso l'Ame!ica e l'Ital ia i ntende fare una. politica di amicizia co:rdialìssima verso g li Stati Uniti. Credo che fa. Confederazione americana. non possa dis interessarsi dell'Europa, perché l'Ewopa esiste ed ha il suo peso. Se si disinteressasse, non farebbe un buon aHare. I trattati di commercio costituiscono mezzi pratici per la ricostruzione e servono di base per l' intese politiche.
Per la politica estera no n potrei '3.ggiung ere altro.
Per la politica interna. vi dirò che non farò mai Wla politica antioperaia, anche perché il proletariato è stat o molto saggio e benevolo verso la rivoluzione fas cist a. G li interessi legittimi degli operai sara nno difesi. Io dis!inguo tra operai e Partito Socialista, il quale si crede depositario delJa ve rità :rivelata, ,di una spec ie di vangelo divino. Gò è u na scicx:chezza. Se gli operai, che costituiscono il fondo del mio popolo, continueranno a tenere un atteggiamento saggio, troveranno nel ·mio Governo un amico.
Il mio spirito è profondamente religioso. la religione è una forza fondamenta le che va rispettata e difesa. Sono p ertanto contrario alla demagogia anticlericale ed ateista, la quale rappresenta un vecchio gioco. Affe rmo che il cattolicismo è una g rande poten:za ·spirituale e· morale è confido che i rapporti fra Io Stato italia~o e il Vaticano saranno d'ora innanzi molto amichevoli.
• Dìchiarationi fatte a Losanna, ad un gruppo di giornal.ist.i svizzeri, francesi, inglesi, americani, la mattina d el 21 novembre 1922. · (Da li Popolo d' /Jitlia, N. 280, 22 novembre 1922, IX).
A queste chiare parole del Presidente pom;mo euere aggi~nte altre dichiarazioni fatre in precedenza. M11ssq/ini aveva dello:
..::... Nulla di più naturale che il Vaticano abbia alla conferenza un proprio rappresentante, giacché il Vaticano ha enormi interessi in Oriente.
L'EUROPA D' OGGI *
11 Pre.ridente del Consiglio ha comincialo con l'avvertire che il fenomeno straord inario compiutosi in Italia va posto sul terreno morale e non sul terreno politico.
- la Francia. è delusa - ha dello poi l'on. M11uolini - perché non ha ottenuto d alla guerra quanto le è dovuto e perché si accorge che ormai poche speranze ha di ottenerlo. La Germania ha la volontà di non pagarvi. Inoltre è minacciosa. Io l'ho percorsa, studiando ogni fenomeno accuratamente, qualche mese addietro: minacciosa per voie minacciosa anche per noi, giacché il flutto germanico è aUa nostra front iera e il Tirolo è ormai soltanto un'espress ione geografica.
I.a Francia è dunque non soltanto malcontenta, ma anche i nquieta ed ha ragione Fra pochi giorni i movimenti dell'opinione pubblica vi spingeranno forse ad un'azione anche se, per disgrazia, sarà troppo tardi p erché voi possiate sperare da questo atto il soddisfacimento delle vostre rivendicazioni. Agirete cosl _ contro il p arere· della maggior pa rte dei paesi, contro i loro interessi e avrete dinanzi a voi una Germania c he ha dietro di sé la Russia dei sovieti.
Vedo l'Europa - ha conJinuato Muuolini - come un caos cen• trale, fiao_cheggiato da ogni parte da un blocco di fòrze. L'Oriente è animato dalla follia bolscevica e ad esso si unirà la Germania, avida di .rivincita, giacché lo sciovinismo e il bolscevismo sono due forze ag• gressive che si intendono a meraviglia: la prima per distrugge re j trattati imbarazzanti, la seconda per sostituire le forme sociali sane coll. una most ruosa chimera.
Non ccedo alla fòrza della resistenza dell'Europa c~trale; ma credo alle virtù possenti d ella nostra civiltà occidentale, se uniremo tutte le
• Dichiarazioni fatte a Losanna, all'inviato speciale.o del Matin , la mattina del 21 novembre 1922. (O.a Il Popolo d'Italia, N. 281, 23 novembre 1922, IX).
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nostre forze. Ecco H grande fascio della difesa della nostra cultura e della ll05tra socif:U contro l'odio .e contro la decomPosizione. Jl Belgio, Ìa Francia e l'Italia sul continente~ l'Inghilterra al loro fianco, che comprende il suo verO interesse: questa è l'alleanza cOn la quale si può resistere aJle influenze funeste dell'Oriente.
In·questa alleanza l'Italia deve entrare a testa alta, come una grande Potenza fra eguali e non come la nazione ingannata e delusa del 1919. Ma ecco: non è facile trattare' queste questioni generali, che ha nno l' aria o "di mcrcant_eggiamento o di _ secondo fine e che sOno invece di un'urgenza scottante e di ·un interesse comune. A chi parlare? Quanto a me, io sono ·compreso del pensiero dei pericoli che ci minacciano e della responsabilità che ho dell'Italia, di questo paese ammirevole, valoroso, che mi acclama come capo e mi ubbidirà in tutto quanto g li chiederò.
Vedo l' accordo con la Francia sotto tre aspetti positivi: un'intesa economica intima, che vada forse più tardi sino ad una vera unione con scambio di mano d'opera e di prodotti naturali; un' ìntesa militare nella quale ci sosterremo in ogni evenienza; un' intesà politica con Ja quale decideremo di prendere gli stessi atteggiamenti in tutte le capitali di Europa e di non più farci dei tiri a vicenda·come sogliono troppo spesso i diplomatici e i -milit3.ri che non conoscono la vera forza del popolo'.
Vorrei poter parlare di tutte queste cose e non di una ·sola, come faccio qui; ma non vorrei che sì trasformasse Jn una questione di Stato _ una discussione in un caffè di Ventimiglia tra un impiegato del consolato e un fascista scalmanato. Abbiamo da fare di meglio che non soffermarci su queste piccolezze.
Il giornalhta dichiara di .aver sentilo nelle parole de/l'on. Mw solini una tale fede e 11na fole fMza d) pauione, che non poté f are a meno di dirgli: - V , ,,;,e a Parigi : venile pre.rlo e pt1rla1e come avete parlato a me e .rarele certamente asco/lato e compreso.
LA FORZA E LA SAGGEZZA GOVERNANO L' ITALIA*
- Vi ringrazio vivamente. Non sono commosso, perché la vita insegna a frenare le emozioni, ma il mio cuore è profondamente toccato. Considero i vostri omaggi diretti non alla mia persona, ma all'uomo che in questo momento rappresenta l'Italia e difende i d iritt i del- - l'Italia. So che voi sentite la passione italiana e l'orgoglio di essere patrioti italiani. · ln passato, questo· orgoglìo era sentito solo da ulla Jllinoranza di veggenti e di precùrsori, _ma oggi è patrimoniO di milioni d ' itaJia ni , i quali non sono più divisi dal classismo, dal regionalismo e nemmeno dalle frontiere. Quest'orgoglio non anima soltanto gli JtaJiani del Regno, ma anche quelli che vivono in Europa, nelle Americhe e nel resto del mondo e che dappertutto si sono resi. benemeriti come fecondatori del .suolo o costruttori di città.
• A Losanna: il 21 novem?re 1922, verso le 1.S, Mussolini riceve una rappresentanza della colonia italiana locale. Al saluto rivo~togli dal console generale d'Italia De lucchi, il Presidente del Consiglio risponde con le paro le qui riportate. (Da Il Popolo d'Italid, N. 280, 22 novembre 1922, IX).
La nuova fede è scaturita alla guerra e la guerra fu vinta dal popolo. Tenete alte le qualità italiane. Mantenete rapporti cOrdiali con l e popolazioni del paese che vi ospita. Convincete i cittadini svizzeri d d la necessità di sempre migliori rapporti con b. gr:1.nde nazione ita liana.
L'Italia, oggi, è governata da giovani, i quali hanno la forza delJa gioventù e la saggezza della vecchiaia. Tenete alto a qualunque costo l'onore· dell'Italia. Noi non seguiremo uria politica fatta di colp i di testa e di avventure, ma non potremo subire le anticamere umilianti. (li discorso d el President e è stato vivamente applandito e tutti er,mo visibilmente ,ommosu).
ALLA COLONIA ITALIANA DI GINEVRA*
Soprattutto per la Patria. La mia persona è secondaria". Gli uom ini passano, ma Ja Patria resta e resta la Nazione, La quale sarà difesa dal fascismo più a lungo di quanto si crede e si prevede.
La N az tOne deve giungere a quella grandezza verso cui -la chiamano i suoi millenari destini. I sette milioni di italiani che vivono aJl'estero ~iano i portatori i confessori d ella n u€1>va grandezza della nostra Pa· tria. Il loro compito è difficile. Essi vivono in ambienti stranieri, sotto il controllo di occhi non sempre benevoli, abituati a giudica re secondo i vecchi clùhh.
Ma la vecchia Italia, che è ancora nella mentalità di taluni stranied, è già ·lontana nella storia e superata dai fatti. Dovete a_vere un senso di orgoglio per questa Italia nuova e grande che stiamo costruen do con difficili sforzi, ma. che costruiremo contro tutti gli osta.co1i che si presentano alrinterno ed alrestcro. La costruiremo con pazienza, con energia e con tenacia, qualità che sembravano estranee alla nostra razza.
"' A Losanna, il 2l novembre 1922, verso le 16, Mussolini riceve una rap• prcscntanza della colonia italiana di Ginevra. Il console generale d ' Jt2lia Elcs presenta <t 1e attestazioni ai affetto e di omaggio per Musso lini e per la Patria» . Il Presidente del Consiglio lo interrompe pronunciando le parole q ui riportate. (Da Il Popolo d'Italia, N. 280, 22 novembre 19 22, IX).
Le generazjoni nate da. Vittorio Veneto saranno chiamate le << generazioni dei tenacissimi ». I giovani nostri sono uomini che vanno oltre la loro vita e concepisL·ono la storia nel suo corso secolare-. Come capo del Governo vi ringrazio e saluto Ginevra. Tengo conto delle YOStre promesse e gli itJ.Jiani possono essere Sicuri delJe mie.
IL PATTO. DI EGUAGLIANZA FRA GLI ALLEATI
RIBADITO.
DODECAN ESO FUORI DISCUSSIONE.
IL VATICANO E LA CONFERENZA*
- Che cosa ,,oJete sapere? Non posso essere minutamente p reciso - ha comiTl(iato ron. Muuolini .- ma posso dirvi che oggi ho avuto due importanti colloqui oltre alJc moltissime rapide convcr~zioni con giofnalisti stra nieri che si interessano del fenomeno fascista. I due colloqui che hanno importanza politica. sono quello con Stambuliski, avvenuto nella mattinata, e quello con lord Curzon, durato circa un'ora, questa sera.
Nella convcrsazione con lord Curzon ci si è avviati verso la realizzazione concreta del patto di eguaglianza fra gli Alleati, cui si accennava nel comunilato d'ieri, e si è stabilito di tenere una r iunione interalleata prima delJa prossima conferenza di Bruxelles per .fissare l'atteggiamento che l'Jntesa dovrà asswnere di fronte al pcob lema d elle riparazioni.
Se vi interessa, potete agg iungere ch e tutti g li uom ini politici coi quali ho discusso delle questioni internazionali mi sono · apparsi an imati dal p iù vivo d esiderio di accordarsi con l'Italia e dalla disposizione ad un va.lutamento del nostro paese diverso da quello ch e poteva suggeri re la situazione di ieri .
Nel coJJoquio col rappresentante della Bulgaria si è parlato della situazione balcanica. Stambuliski ha chiesto di ·conoscere qua le potrebbe essere l'atteggiamento dell'Italia rispetto alla questione dello sbocco bulgaro sul mare Egeo e si è mostrato ben disposto a iicon05Cere una certa influenza italiana i n Bulgaria, influenza, si intende, di ordine morale nei confronti di altre potenze. · ·
Inoltre l'eventuale porto bulgaro nell'Egeo potrebbe essere ( ostruito da imprese ita liane.
* Intervista coocessa a Losanna, ai giornalisti italiani, la. se1a. del 2l no· vembre 1922. (Da li Pop olo d'Italia, N. 280, 2 2 novembre 1922, IX)
Fatt e queJ/e dichiarttzitmi, Muuolù,i si è l asciat o interrogare. Un g iornalùld gli ha do-mtu1da10 :
, - Sulla 'flleslione della Tracia occidentale esiite già un perfetJo accordo fra gli Alleali?
·- Sì - ha rùpcsto,
- Il « m em01'andum » dell'Inghilterra, che in seguito alla riunione di Parigi era divenuto «memorandum» dell'lnteJa, è stato m odijicato?
- Sì, è stato corretto nella forma in alcuni punti e nella interpretazione jn -alcuni altri, in seguito all'esame italiano.
- I.A 'l11estione del DodecaneI() è sldta risolta?
- La questione del -Dodecaneso è stata risolta fra gH All~ati in senso soddi sfacente per l'Italia. Perciò questa questione fra Je g ra ndi potenze non esiste più. C'è una nota ing lese del 15 ottobre cd una successiva risposta dell'Italia. Dopo ciò il Dodecaneso non sarà più oggetto di discussione o di compensazioni internazionali. Non es iste dunque più una questione del Dodecaneso. ·
Interro-gato 111/ problemt1 dei m andali, M11uolini ha rùpost() :
- -Su questo argomento non posso dire molto, ma credo che anche nella questione dei mandati i diritti italiani saranno riconosciuti.
Alla domand a se il Vaticano potrebbe chieder~ di enere ;ttppresen· fato '111a conferenza, /'on M,usolini ha rùposto:
-E perché no? Non tocca a me dare consigli alla più vetusta diplomazia della storia, ma il Vaticano avrebbe diritto di essere rappresentato ad una conferenza .in cui le questioni religiose non sono le meno importanti.
- li colfoq11io con Nincii - è sJttto d om andato - si deve considerare come conclusivo?
-:B stato un colloquio interessante - ha risposto il Presidentee forse anche conclus ivo rispetto allo svolg imento ulteriore delle relazioni italo-iugoslave. Il Nincié è un uomo di larghe vedute, col quale ·Cl potremo intendere anche se la politica del suo paese, per ragioni di or· dine interno, si manifesta alquanto difficile, Interroga/o sulla data della sw par tenza da Lo.!anna J'on , M11ssoli11i ha Je-JJO;
- Se potrò {a re un lavoro utile .rimarrò qui ancoca per qualche giorno. Il Parlainento italiano. ha votato l'esercizio provvisorio. Perciò credo che i signori deputati non· voccanno crearmi imbarazzi.