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AI GIORNALISTI. FRANCESI •

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DOPO

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Confere_nza di Losanna e q11estione turca. - Se la situazione i nterna me lo permetterà ~ndr?> io stesso a Losanna. L'Italia è pronta fin d'ora per questa conferenza. Approvo pienamente il signor Poiocaré che ne vuole affrettare la convocazione; più presto la conferenza si riunirà tanto meglio sarà. L' Italia è disposta a recarvisi domani stesso, Se necessario, poiché se i ritardi in questa questione dovessero provoca re u na catastrofe, l' Italia non vorrebbe portarne la responsabilità, Q1,1anto all'atteggiamento da tenere in Turchia, secondo me non vi è dubbio che s'impone il fro,nte unico fra gli Alleati, quali che siano le eventualità anche' militari. D 'altronde questo fronte · wiico è già in atruazione ed è necessario consolidarlo Per il momento H turco esagera, ma bisogna sperare e prevedere c~e Kcmal Pas,cià ci penserà due volte prima d i precipitare Jc cose e commettere qualche atto irreparabile.

Questioni delle cttpito/azioni. - La parola capitolazione è una vecchia parola, che l1a la virtù _d'irritare i turchi. Ritengo che si d ebba eliminare questa parola pur conservando la cosa, mantenendo cioè un sistema di garanzie sufficenti ed efficaci.

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R.appOt'ti con la Francia. - La Francia e l'Italia debbono__progredire nelJa più cordiale intesa. Nulla di essenziale può né deve d ividerle. Bisogna portare nei nostri rapporti molta franchezza e sbarazzarci degli stati d'animo creati intorno ad alarne questioni. Appunto in qùesti giorni, domani o dopodomani, sarà firmato un accordo commerciale che farà una buonissima impressione. Abbiamo trovato delle formule egu:\lmcntc soddisface nti per le due parti. Conviene ailche intensifica re gli scambi in tellettuali fra la Francia e l'Italia. Tutto ciò che sarà fatto in questo . campo non potrà avere che resultati eccellenti.

La que1tiorre della Tmrisia. - Noi chiediamo alla F rancia nella qL1estione della Tunisia di praticare verso le colonie una politica liberale e di non v"Òle"r francesizzare ad ogni cooto i coloni italiani. Sarà con una politica liberale che la Francia si guadagnerà più facilmente i cuor i e gli animi.- Sono convinto che arriveremo ad intenderci.

• Intetvista (OI\Cessa a Rom,,. I.i sera. del 9 novembre 1922, :ti srgucn ti inviati speciali di giornali parigini: Lodovico Moudeau del Tem/u, Enrico & raid d el PeJù Parùien, Marcello Ray del Pttil Journal, . Maurizio De Valefft- del /0 11mal, H aerts dell'Exce/Ji or, Guy M onnerau dell' Erho d t ParÌJ. All' intervista presenzia anche il corrispondente dell'agenzia Havas, Guichard. (Da Il Popolo d' Italia, N. 271, 11 novembre · 1922, 1X) ,

DALLA MARCIA SU ROMA AL VIAGGIO NEGLI ·ABRUZZI

Problema dell'emigrttzio11e. - Noi siamo un popolo di quaranta milioni di abitanti, con una natalità molto forte. L'Italia è troppo piccola. Noi dobbiamo fatalme nte riversarci al di là delle nostre front iere. Bìsogna perciò che noi troviamo degli sbocchi alla nostra em ig razione. Questi sbocchi 1i troviamo già in parte sul mercato del lavoro francese, agli Stati Uniti, al Brasile, nella Repubblica Argentina. Quanto ali' Australia, è troppo lontana, e per quanto riguarda la Russia, le pretese e le esigenz~ dei bolscevichi per il momento impediscono anche di pensarvi. Contiamo di giungere più o meno prossimamente ad utl accordç, col Brasile per l'emigrazione e di ottenere dagli 'Stati Uniti che essi vogliano aprire un poco più fargamente le loro porte ai nostri emig rant i.

Q11e.riio11i delle ripllrdZÌtmi. - Abbiamo su questo terreno lo stesso interesse della Francia, poiché come essa abbiamo bisog no -Oel denaro tedesco. Noi siamo dunque con la Francia. M a questo denaro di cui abbiamo bisogno b. G ermania può ~ornìrcclo? Possiamo farl a pag are ? E come farla pagare? Dobbiamo impegn:ire la forza o la persuasione ? Sono tutte domande assillanti, che attclldono una risposta.

Que.rte SO'lfO le principali dichiarazioni fat te dal Pre.ride,rte del Con,. siglio ifdliano sulla politica este,a. La conver.razione Ji è prol1111gt11a per oltre t1n'ora, converJdZione a dom,m d e e rispo.rte 1empre ùt ton o cordiali.r.rimo, durante le quali furo-m., J/lccessivamente toccati tu/li i p1111ti del progrd!Jima fa.rcista sulla politicll int Mna, C'conomira e socittle.

L'o11. Musso-lini si era alzato di buon mdttino, aveva tirato di .rchem M per un'ora .rld!mmdo due mdestri e poi t1veva la.voraJo febbrilmente per dodici ore di seguito t1!la Comultll e a pttlazzo Vimùrale. Ma 11011 sembl'1tVlf affatto stll11co.

LE ELEZIONI E LA Rll'ORMA ELETTORALE *

-Per quelJo che concerne Je elezioni, e particolarmente la rffo rma elettorale, lo scopo che io perseguo è di ev itare squilibri di p artiti e concentraz ioni politiche. La inerzia dei Governi passati derivava d a.ila difficoltà n ella quale essi si trovava no di g overnare mediante un Parlamento diviso. Io sono un partig ian~ del suffragio universale, ma non dd su.ffrag ìo femminile, tanto più che le donne votano sempre per gli uomini. La nostri ri forma riguarderà particolarmente le ineguaglia nze del d iritto elettorale; è assurdo di concedere g li stessi privileg i ad un

• Dichiaruioni fatte a Roma, al corrispondente del Petit PariJie'"!, la sera del 9 novembre 1922. (Da li Popol o d'lla/;a, N. 272, 12 novembre 19 22, IX)

Opera Omnia Di Benito Mus Solini

uomo incolto ed a un rettore dell'Università. Non è abbassando le classi elevate che si crea la stessa eguagl ianza .

Muuoforì ha parlato poi di 1m su-o progetto per la iltit11zione di consigli nttziondli, destinati allo studio di llllle le q11e1rioni tecniche.

- Non vi è esempio che i Parlamenti abbiano mai risolto un problema di questa natura, Questi consigli, di cui noi vediamo Ja possibilità, saranno eletti da professionisti di qualsiasi classe, e così i cittadini che appartengono ai corpi di mestiere saranno provvisti di due schede di voto: una per eleggere il deputato, l'altra per nominare i tecn ici. Il Parlamento dovrà discutere Je grandi questioni; i consigli le riforme nell'ordine tecnico e pratico. Nel nostro progetto queste assemblee non avranno sede a Roma, ma nei luoghi stessi ·dove le ·chiameranno g li interessi della categori3.: che rappresentano. Cosl il consiglio agricolo potrà riunirsi a Bologna, il consig.Iio marittimo a Genova.

Dopo q11e1to progetto-, che ;embrn mo/tQ preoccupare /'o,,, M11uolini, egli si è occupato 1opra1tutto della questione deJ/'emigrazione. Ridu«mendo le ll{e idee su questo· punto, egli ha dello che l'lt,1Jia 1i trova alle prese con ,rece.uità trdgiche e che qmH/o basterebbe " dare al fascismo triotrfante la. volontà d i 1111a politica di 11,r}one nttzionaJe.

- Il fascismo - h~ detto /'on. M11sso/ini - vuol dare alla produzione nazionale un ·massimo .di sviluppo. Noi faremo tutto quello ·che · sarà in nostro pote re per difendere la borghesia produttrice ed attiva, ma noi siamo contro la borghesia parassitaria. Ciò deve bastare. per rischiarare l'opinione del mondo sulfa nostra posizione sociale. Dite che noi consideriamo i lavoratori intellettuali come i più degni d ell'attenzione di un Governo e che noi non lasceremo, come si pratica in tutte le parti d el mondo, la mig lior parte delle nostre forze sopportare tutto il peso del!e presenti difficoltà.

MUSSOLINI E LA COOPERAZIONE •

La c00Pf'razione1 quando non sia turbata e deviata nella sua missione economica da influenze politiche e sperulatrici e quando funzioni con organicità di azione, costituisce una ·po-tente forza disciplinatrice déi mercati e nel campo del lavoro anche una feconda scuola di responsabilità. per le masse lavoratrici. La cooperazione non può considerarsi come un'orgaflizzazjone contraria al principio liberista inteso nel senso del. g ioco delle attività commerciali ed industriali, ma come un mezzo pratico per combattere tutte le forme mor:iopolìstiche a danno dei conswnatori e per la sincera applicazione del pri ncipio fondamentale della libera concorrenza. Per queste ragioni non posso che affermare la mia simpatia per quelle forme di cooperazione, che, consapevoli di questa alta missione sociale, elevandosi al disopra di ogni passione di classe politica e di fede religiosa, agiscono come arma di difesa contro tutte le incontinenze della speculazione per il b mc pubblico. La cooperazione è elemento di alto valore sociale e come tale può lo Stato cederle non privilrgi finanziari, ma l'appoggio morale e quelle difese che ne assicuri no il fun zionamento in una atmosfera di libertà,

• A Roma, al Viminale, i.I pomeriggio del 10 novembre 1922, Mussolini r iceve il deputato Antonio Vergnanini, presidente della Lega nazionale delle cooperative, al quale (a le dichiarazioni qui riportate:, (Da. li Popolo d'l tafia, N. 273, 14 novembre 1922, IX).

I RAPPORTI CON GLI STATI UNITI*

Richie1/q, circa l'atteggùrmentQ del J/lt> Go vemo 1111/a q11e1thme dei debiti illleralleat i, il Presidente del Comigl ù, ha risposto:

- La mia opinione è che non si può separare la questione delle riparazioni dalla questione dei debiti i nteralleati. Noi vogliamo pagare. Noi speriamo di avere la possibilità di pagare. Ma io penso che se gli Stati Uniti si renderanno conto delle conseguen ze del loro atteggia.mento di fronte all'Europa, forse modificheranno il p roprio punto di vista.

Sul problema Jel/'emigrazio11e italiana, /' on. . M11IJ0li11i ha detto:

- Sarebbe- d esiderabile che gli Stati Uniti modificassero la legge che fissa a quarantaduemila il numero d egli emigranti italiani che possono annualmente recarsi colà, e sono lieto che il segretario di Stato americano p er il Tesoro sia d ell'opinione che convenga allarg are d i p iù la porta all ' immigrazione. Se ci si _ desse la· p ossibilità di ma ndare in America un centomila d ei nostri sobri e d operosi emigranti, io credo che ne trarrebbero vantaggio tanto gli Stati Uniti quanto l'ltalia.

Quanta alla questione dei p_reslili amerfrani, /'0-11. M11IJO'/ini ha dichiarato:

- I.o Stato non vuol fare dei debiti. Ritiene invece che gli sarà possibile di mig liorare la situazione del bilancio per mezzo di serie economie. Quanto ai prestiti ai privati, il Governo cercherà ogni modo per facilitarli, e sarà lieto di ogni affiwso d i capitaJi esteri, e special-

• Intervista concessa a Roma, a t utti i rappresentanti della stampa americana nella capitale, la sera del 10 novembre 192 2 (Dal Corriere de/I" Sera, N . 271, 11 novembrC" 1922, 47°), mente d i quelli americani. Il Governo intende d i dace la maggior si· curezza al cap itale e di assicurarg li le mig liori e più stabili · cond izioni per un pro6cuo impiego. Io spero che le rela2: ioni,' le quali sono già buonissime e cordiali fra i due paesi, possano migliorare ancora e dar luogo _ad una ven. e propria collaborazione economìca, Noi abbiamo · le braccia, voi avet e il capitale. La combinazione di questi d ue fattori rappresenterebbe un grande interesse per i due paesi e per la. civiltà in genere; Quan to alle conclusioni della conferenza di W ashingto n, l'Jtalia intende ratificade ed il Parlamento sarà chiamato prestissimo ad appro~a rle.

IL PROGRAMMA IN MATERIA DI ORGANISMI RAPPRESEN:fAT,IVI

- VOglio togli ere al Parlame~to la d iscussione delle leggi econo· miche. .Avete mai visto un_ Parlamento al mondo che sia capace di trattare seriamente delle questioni tcr-niche? Pure mantenendo una centralizzazione politica assoluta a Roma, voglio creare u na specie di Parlamento corporativo, eletto dagli agricoltori, dalla gente d i ma.te, dai professionisti d i ogni grande industria: Mi si attribuisce l' idea di restringere il suffragio universale. No:! Ogni cittadino conserverà il suo diritto di voto al Parlamento di Roma. Ma un professore d i u niversità o un. g rande tecn ico deve avere una parola di più da d ire c~e un facchino t!! un analfabeta. L'operaio pure. Noi abbiamo venti milioni dì operai. Essi avranno voce per eleggere i grandi consig li corporativi. Vi d"irò anche che non darò it' diritto di voto alle donne. 'B inutile. In Germania e in Ing hil terra le elettrici volano per g li uomini. All ora a che scopo?

Sollo nemico g iurato di tutti i monopoli di Stato 11 compito dello Stato è di assicurare 1a finanza, la giustizia, 1a difesa estera e l'ordine. Tutto qq_e!Jo che è sforzo industriale d9vrebbe to rnare all' iniziativa privata. Intanto jo nego ai funzionari e agli impiegati dei servizi di Stato esistenti il di ritto di sciopero. Riconosco questo diritto solo ai Ja varatoti privati: Saprò far rispettare questa. distinzione, ve lo garantisco. L'Italia ha voluto un Governo forte e l'avrà. Noi abbiamo d uecento-quarantamila ferrovieri quando ottantamila basterebbero. Li rid urrò ; ho già cominciato.

• D ichiarazioni fa tte a Roma, all'inviato specìale del Jo11rnal, Mauri zio De Valeffe la sera Jel 12 novembre 1922. (Da Il Popolo d'/Jalia N. 274, 15 f).O· vembre 1922, JX)

Mi è stata attribuita l'idea di convertire la rendita. Non ho mai avuto questo pensiero. Se non rispetto la borgh esia oziosa, rispetto la borghesia che lavora e che ha fornito tutti i quadri al fascio. :n col lavoro che bisogna ristabilire le nostre finanz e. Certo la nostra popolazione trabocca; ma io spero che l'Asia Minore, dove vi sono tante città da ricostruir~. potrà occupare gli incomparabili muratori italiani.

Insomma bisogna che i fran ces i conoscano l'Italia non . come: un papolo di guardiani di musei - personalmente io non sono entrato in un museo che due volte in vjta mia! - ma come un popolo tutto fremente di vita e di avvenire.

3' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*

L'on. Muuolini hta riferito amp/mnn1le 111/la sillmzione· interna, (Onferm ,mdo ancora che nsa va c<>stafl/emente migliorando. Ha meifo al corrente il Co,uiglio dei nuovi provvedimenti da lui adottati, che già stam10 avendo esemzione. ·

Sulla politic11 estera, egli ha pro;peJtato la linea di condotta che in q11esti gùwni ha .reguito partfrolm·mente 11ei riguardi di Co;tantìnopoli e in generale sulla questione in Oriente; ha annunciato , inoltre, che ha già inviaJo l'incruciatore << Premuda » a Rodi e che se sarà neceuario · manderà altra n(tt)e da guerra nel mare del Levante. (lt Consiglio ha approvatò le decisioni dell'on. M11uolini, si" nei riguardi de/là po . /iticA intema che nei riguardi della politica estera) ( +).

L'on. Mussolini ha letto poi le Jichittrazioni che esporrà aJ Pttrlamento il 16 (Orrente. (La lelt11ra, seguìta cOI più vivo intereJie dal Con• .riglìo, è sfata alla fine dppr011ata con 1ma11ime applauso, di consemo,J ( +).

Su proposta dell'on. M1molini, il Consiglio· ha approval o un Ji. seg11(? di legge con cui è stabilito che '" relazione della commÌ!IÌone d'in(biesta sulla gueriai istituita con legg e 18 luglio_ 1920, 11. 999, con tu/li gli alti e i documenti .ru mi si f onda, .rarà presentata non o/Jre il termine fiua/o del 31 dicembre 1922 al Governo del re, che ne Cli· rerà la com11nirazhme ai/e due Camere ( +).

• Tenutasi il 14 novembre 1922 (ore 13-18.l~). (Da I/ Pop,1/o d' Ira/i", N. _ 274, lS novembre 1922, IX).

4· RIUNIONE · DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI *

( +) S11 propD1/a del/'on. M11sJOli11i, il Comiglio ha approvaJo, un disegno di Jegg" per l'tfl/JprOvazione della convemione gi11ridico-jinanziaria firmata a Roma--il 23 marza 1921 fra l'Italia e la Repl{bblicta cecuslova((a,· 11110 scheina di decreto legge c011cernen/e 1110dificazirmi all'artico/o 2 _ del testo unico della· legge s11/l'emigrttzione, che deJta le disposizion i per la composizione del Comiglio superiore deli'emig ra.zione,- ,m dùegno di legge che dà piena ed intera e1ec11zione alla con~ venzio-ne relativa alla ferrovia ele11rica a scartdmento rido/lo LocamoDomadr:>uola conc/11sa fra l'Italia e la Svizzera a R oma ii 12 settembre 1919. ·

Su propC"1ta'de! Presideme, il Consiglio ha approva/() 1111 diug,10 di legge col. quale sano rico1tiruite1 per la durata fino al 31 dicembre 19221 le çom1rrinioni comulthie alle quali il Governo p11ò richiedere il pMere per !'tAtselto ammini.rtrativo delle nuove pro11incie del Regno.. T ali com• missioni sarann<J: un(I centrale e tre I.oca/;; e di q11este llf1'l per l a Venezia Giulia, 1111a per I~ Venezia Tridentina, tma per la Dalmazia.

LA çom1nissio11e consultiva centrale sarà presied11/a dal 1ottosegretario per la PresidenZtJ del Consfglio ( +).

Il Presidente On. Mussolini ha invitato il Crmsiglio dei ministri a/l'esame, sia pure preliminau e generico-, della q11estione della riforma della legge ele1torale, la qmrle è ormai presente all'opinione pubb/ict1. Dopo ampie dichiarazi()ni dell'on. Mussolini, ti è auestJ vast~ e profonda dùmssione, '11/a q11ale hanno partecipate i ministri on. Cavazzoni, Oviglio, Gi11riati1 Tangom:1 Di Ce1arò1 Camazza, Federzoni1 De Stefani. L1 disr,usio,~e 111 quest o argomento è durata circa due ore. A conc/11sio11e di eua, fon . Mussolini htJ presentalo il seguente ordiNe' del giomo, che è rùultato approvat o aJl'tm~imità dietro appello no,. minale:

« Il Consiglio dei ministri, deliberando la questione· della riforma elettorale, ritiene che non sia possibile il ritorno al collegio uninominale; affer.1J1a che il vigente sistema elettorale a base rigidamente proporzionale debba essere riVeduto per permettere la rappresentanza di tutti i partiti e nel contempo la formazion·e di un Governo di maggioranza parlamentare; e si riserva di approfondire in un tempo u lteriore 1a questione per dare ad essa una soluzione definitiva >>

• Tcnulasi il 15 novembre 1922 (ore 10-14). (Da li Pot,olo d'Iralia, N. 27', 1' novembre 1922, IX)

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