2.4. La tensione tra localismo campanilista e universalismo Su un altro versante, Rossaro si adoperò nell’iniziativa delle pergamene artistiche. La circolare che venne diretta agli “artisti di buona volontà” suonava così: «Il tema da svolgersi sarà la monumentale Campana dei Caduti, festeggiata dalle sorelle d’Italia. In ogni pergamena dovrebbe quindi campeggiare un motivo analogo: qualche campanile storico, qualche antica torre, qualche artistica cupola con campane che squillino festosamente, accordando la loro voce vespertina della Sorella maggiore… Tutte le province hanno qualche torre o campana celebre nell’arte o nella storia; ebbene diano esse il loro omaggio, e questo rifulga nelle pergamene»33.
L’iniziativa fu complementare alla attività dei comitati che nacquero un po’ ovunque in Italia, per inanziare la fusione del bronzo. Rossaro dà conto della situazione in “Alba Trentina” del novembre-dicembre 1922. «La stampa nazionale ha accolto, con largo consenso, la nostra idea, e in parecchie province si sono istituiti volenterosi Comitati, facenti capo a una Madrina della Campana, quasi sempre Madre o Vedova di guerra o per lo meno una Signora nota nel campo del patriottismo e della beneicenza»34.
Il successo e la diffusione di questi comitati sancìrono anche il deinitivo lancio dell’impresa, permettendo di raccogliere il denaro necessario. Ma, accanto a queste necessità pratiche, occorre sottolineare la valenza simbolica della diffusione dei comitati nelle città d’Italia, con il tentativo di coagulare l’opinione pubblica sul tema della memoria della guerra redentrice. Se, come rilevava il colonnello Pagani a proposito dell’indottrinamento militare al primo congresso per la storia del Risorgimento del 1906, il livello culturale delle reclute era generalmente desolante, con un evanescente concetto di Patria, ristretto «al campanile del villaggio o alle mura della città»35, non deve meravigliare il tentativo di legittimare la grande patria a partire dalla piccola. Ancora una volta la Chiesa e i suoi rappresentanti erano le soggettività più adatte per agire questa ridislocazione di signiicato essendo i custodi delle tradizioni di antico regime. D’altronde, laddove non ci sono campane e campanili, non c’è nemmeno civiltà. «Dal momento che Saladino il 7 ottobre 1187 entrò in Gerusalemme e mise al bando le Campane, abbattendole dai campanili; dal momento che Maometto en33 34 35
rossaro, La Campana cit., p. 83. la direzione, La nostra iniziativa. La Campana dei Caduti, in “Alba Trentina”, VI/11-12 (1922), p. 254. M. Baioni, La religione della patria: musei e istituti del culto risorgimentale: (1884-1918), ed. Pagus, Quinto di Treviso 1994, p. 107.
89