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Ricostruzione cronologica dei rapporti tra la Campana dei Caduti e il Museo della Guerra

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3.7. Conclusioni

3.7. Conclusioni

Ricostruzione cronologica dei rapporti tra la Campana dei Caduti e il Museo della Guerra1

Negli anni 1924-25 si svolgono le pratiche, fra Comitato della Campana e Museo Storico della Guerra per accogliere, sul torrione Malipiero il progettato sacro Bronzo. Il Museo Storico della Guerra – già insediato in Castello dal 1922 è stato lieto di secondare il desiderio del fondatore della Campana - Comm. Don A. Rossaro - ed ha sostenuto la maggior parte delle spese resesi necessarie per rinforzare le strutture del Torrione Malipiero ecc. e, in genere, il collocamento della Campana.

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2) Con atto 6 novembre 1928 (allegato n.1) i due Consigli, della Campana e del Museo, deiniscono i loro rapporti anche per la realizzazione della ”Sala della Campana” che “dovrà rimanere sempre destinata esclusivamente a sala della Campana”. Il vincolo fra le due Istituzioni – l’una complementare dell’altra – si fa così anche più saldo.

3) Con atto consimile, di data 23.9.1933 viene riconfermato l’atto 6 nov. 1928 e sono aggiunte alcune precisazioni nei reciproci rapporti. Si ricorda in particolare il punto 3, che recita “… i signori membri del Consiglio Dirett. dell’Ente Campana avranno libero ingresso al Castello quando l’Ente Campana abbia ottenuto il riconoscimento giuridico. Allora, ciascun Ente delegherà un proprio rappresentante quale membro di diritto del Cons. Dir. dell’altro Ente”.

4) L’esperienza della convivenza negli anni successivi e l’iniziativa per la ulteriore valorizzazione delle adiacenze al Torrione Malipiero (scala di accesso e “platea delle Genti”) porta alla stipulazione dell’Atto notarile fra l’ECA e Reggenza, che porta la data 31 luglio 1939.

5) Dal 1940 al 1952 non vi sono situazioni di particolare rilievo: la convivenza Campana – Museo della Guerra diventa sempre più proicua e popolare per il costante, crescente richiamo che esercitano le 2 Istituzioni, così felicemente abbinate ad affermare e documentare i supremi valori della comprensione fra le genti, delle aspirazioni alla fraternità e alla pace, nel ricordo e documentazione delle tragiche, sanguinose vicende delle guerre superate. Nel 1950 il Museo d. Guerra delibera (assemblea generale 17 nov.) alcune modiicazioni allo Statuto precedente (del 1932), includendo fra i membri di diritto del Consiglio anche il rappresentante dell’Opera Campana dei Caduti. Solo nel gennaio 1956 le pratiche di approvazione (con la irma del Capo dello Stato) concluderanno il laborioso cammino di tale Statuto: la clausola di cui trattasi appare al Titolo IV, art.9.

6) Il 2 gennaio 1952 muore quasi improvvisamente l’Ideatore e fondatore dell’Opera Campana dei Caduti. La Reggenza affronta il grave periodo di interregno, avendo la fraterna collaborazione della Direzione del Museo d. Guerra, oltre che del Comune e di altri Enti. In data 7.3.1952, in seduta del Consiglio del Museo, il Presid. L. Fiorio si augura sia prossima la nomina del nuovo Reggente e fa esplicito richiamo al disposto dell’atto 23.9.33, che stabilisce sia presente nei due Consigli il rispettivo rappresentante. Il Consigliere Nino Ferrari – che fa parte della Reggenza – assicura di aver portato in Reggenza il problema, ed in genere il tema dei rapporti fra Campana e Museo.

7) Nel verbale della seduta di Consiglio del Museo Stor. D. Guerra del 9.7.1953 il Presid. Fiorio riferisce su un primo contatto avuto col nuovo Reggente dell’O.C.C. da poco nominato. Il Reggente gli ha chiesto 7-8000 Lire mensili di contributo; Fiorio, dopo richiamati i patti esistenti con don Rossaro promette di trattare amichevolmente la cosa e concreta – nel Consiglio – la proposta che tale trattativa sia condotta dai Consiglieri Gen. Zaniboni, Nino Ferrari e cav. Malfer. Così è convenuto.

1 AMSGR, Fondo Livio Fiorio, Memoriali e questionari, busta 5.1.6.

8) La Presidenza del Museo, con lettera N. 249/4 del 24 nov. 1953 partecipa al Reggente dellO.C.C. la sua qualità di membro di Diritto del Consiglio Dir. del Museo e lo invita alla seduta indetta per il 27 nov. 1953 (Allegato N. 2).

9) Il verbale 27 nov. 1953 del Consiglio del Museo dà presente il Reggente P. Jori come Consigliere di diritto. Si conviene che la deinizione del contributo alla Campana venga rimandata a dopo eletto il nuovo Consiglio, essendo già prossima l’assemblea generale. P.Jori acconsente e ringrazia.

10) All’assemblea Gen. Ord. del Museo tenutasi il 15.1.1954 viene esplicitamente ricordato che - conforme il testo del nuovo statuto, in corso di ratiica ministeriale - fra i membri di diritto c’è pure il rappresentante dell’Opera Campana dei Caduti.

11) Il 30 gennaio 1954 si ha la I° seduta di Consiglio del Museo dopo l’assemblea. È presente anche il membro di diritto Padre E. Jori. Si parla del problema inanziario Museo –Campana. Al riguardo il verbale così si esprime: ”tutti i presenti sono d’accordo che prima di tutto avvengano contatti preliminari fra i dirigenti delle due Istituzioni, per preparare le basi di uno speciico accordo sul quale darà poi il suo parere il Consiglio in una prossima seduta”.

12) In data 13.3.1954 il Presid. del Museo risulta chiamato a partecipare per la prima volta all’attività della Reggenza in quella che è la II° convocazione promossa dal nuovo reggente P. Jori dell’organo direttivo dell’O.C.C.. Dal relativo verbale appare presente per la prima volta il dottor dott. A. Bertolini. Successivamente il Presid. del Museo è chiamato alle ulteriori sedute per quasi tre anni e mezzo cioè ino alla seduta del 23 luglio 1956, con la quale si è chiuso praticamente il primo ciclo di attività del consesso, ripresosi solo con la recentissima seduta del 3 febbraio 1961. Nella seduta di Reggenza 13.3.1954 il Pres. del Museo dopo aver rivolto un saluto di circostanza e aver chiesto conferma della sua qualità di membro a parità di veste con gli altri componenti, ebbe a discutere anche sul tema inanziario Museo-Campana, di cui è documentazione nel punto che segue.

13) Il verbale 17 aprile 1954 del Museo della Guerra – presente il rag. Menotti per la Reggenza - dice testualmente: …”il Presid. riferisce sullo sviluppo delle trattative con la Reggenza C.C.; da queste si era giunti a una nostra offerta sulle 15-16000 lire al mese, contro una richiesta di lire 20.000. -, sempre restando valide le precedenti clausole. Ora, il sig. Menotti che è qui presente per la C. d. C., chiede a nome del Reggente l’importo mensile di £. 25.000. ○Si apre una ampia discussione, a conclusione della quale il Consiglio vota un contributo di £. 20.000. al mese a datare dal I° maggio, e ciò a titolo di esperimento ino a tutto dicembre 1954 e sulla base di 70.000 visitatori”. In questa stessa seduta è stata pure approvata la proposta di concretare un piano per l’integrale restauro del Complesso del Castello da condurre con l’appoggio e consenso del Comune, dell’ECA, della Reggenza, dell’Azienda del Turismo, e l’appoggio del Sen. Spagnolli. Tale iniziativa viene approvata e afidata al Consigliere arch. Kiniger, che accetta. - Ne verrà quel “progetto Kiniger” su circa 30 milioni di spesa, che è tuttora alla base del piano d’azione del Museo.

14) Il rappresentante della Reggenza (Ing. Grillo) è presente ad una successiva seduta del Consiglio del Museo del 10 gennaio 1955 all’ordine del giorno della quale non è alcun problema che riguardi i rapporti Museo - Campana.

15) In data 25 febbraio 1955 risulta concretato e accettato dalle parti (Museo e Campana) l’Atto privato di tale data, col quale si precisano le rispettive competenze e utenze sul Castello, con riferimento ai patti del 1928 e del 1933 - 1939, tenuto conto delle variazioni topograiche intervenute, rispetto al 1939, sulle strutture del Castello.

16) All’Assemblea Generale dei soci del Museo del 25.3.1955 il Presidente ricorda gli intervenuti accordi (inanziari e di convivenza) con l’O.C.C. e l’adesione della stessa al progetto Kiniger, per i restauri e ulteriore valorizzazione del Castello.

17) Nell’assemblea Gen. Ord. dei soci del Museo del 27.5.1956, il Presid. comunica che il Regg. P. Jori ha chiesto e il Museo accetterebbe - che il Museo assuma il suo impiegato per il servizio di Segreteria, con l’impegno di lasciare allo stesso mezza giornata per il servizio dell’O.C.C. Tale proposta avrà decorrenza solo dal settembre 1956 e resterà operante ino al dicembre 1960 (alla quale data P. Jori richiede per sé il detto impiegato) Con ciò l’O.C.Cè del tutto sollevata da qualsiasi onere inanziario per l’impiegato il quale - per la larga comprensione della Direzione del Museo - si è occupato delle cose della Campana anche nei giorni di servizio al Museo. 18) Nella seduta 23 luglio 1956 della Reggenza O.C.C., presente (come già nelle prec. sedute) il Presid. del Museo d. Guerra, il Reggente P. Jori pone d’improvviso e decisamente il tema della netta separazione inanziaria e perciò degli accessi al Museo e alla Campana, il tutto da attuarsi per il 15 Agosto. Malgrado la opposizione e le riserve del Presid. del Museo d. Guerra, che rileva il contrasto con l’accordo del 27.4.1954, protrattosi nel 1955 -56, la maggioranza del Consiglio di Reggenza accetta la tesi di P. Jori, che ne dà comunicazione scritta (lettera 27.7.1956) alla Presidenza del Museo.

19) Il Consiglio del Museo della Guerra, convocato d’urgenza il 27 luglio 1956 (nessuno della Reggenza interviene), tratta il grave argomento, di cui al punto precedente. Nella discussione, il Preside Trentini (rappresentante del Comune)..... “ a titolo personale depreca la situazione creatasi e dichiara che si deve fare di tutto a che la scissione non avvenga “. La discussione si conclude votando una delibera, che dice testualmente: “ Il Cons. del Museo d. Guerra apprende con rammarico che il Regg. della C. C. intende separare le 2 istituzioni, istituendo contro i precedenti accordi del 1928 - 1933, la vendita di biglietti di ingresso propri. Deplora tale soluzione e invita l’autorità comunale ad interporre la propria mediazione perché sia scongiurata questa soluzione che tornerebbe di danno morale e materiale ad ambedue le istituzioni. Il Consiglio riconferma il proprio spirito di fraterna collaborazione ed aiuto alle necessità dell’O.C.C., già espresse dal Presidente nella seduta della Reggenza del lunedì 23 luglio e conida si possa giungere ad un accordo di piena soddisfazione per ambo le parti.” Pertanto, il Consiglio delega il Presidente, il dott. R. Gasperi, e il prof. Barozzi Giovanni come iduciari per i necessari contatti con l’autorità comunale, onde mettere il Consiglio nelle condizioni di poter deliberare e se possibile di far opera a che i lavori già iniziati dalla Reggenza O.C.C. (delimitazione con cancellata in ferro e lamiera) possano per lo meno essere sospesi, in modo che le trattative abbiano per lo meno una base di discussione”.Di quanto sta succedendo, il Pres. del Museo da notizia al Sindaco, On. Veronesi, con lettera 28/7- 1956, pregandolo di intervenire in via conciliativa.

20) Purtroppo l’azione di mediazione del dott. Gasperi (e degli altri) è sempre in alto mare ancora a pochi giorni dalla scadenza 15 agosto. Da ciò una seconda lettera dal Museo al Sindaco, in data 11.8.1956 a mezzo assessore Trentini. Solo in data 5 settembre, convocato d’urgenza il Consiglio del Museo d. Guerra, assente il rappr. dell’O.C.C., il delegato dott. Gasperi riesce a portare le proposte concretate con P. Jori; proposta che - salvo minimi dettagli - vengono accettate, e si basano su un contributo annuo all’ O.C.C. di £. 800.000. - e di una quota straordinaria di £. 250.000 per il restauro della “Sala Campana”. Questo accordo è stato poi d’anno in anno rinnovato, ino al presente esercizio 1960.

21) Poiché l’attuazione del piano Kiniger trova gravi dificoltà burocratiche, il Museo St. d. Guerra indice un convegno straord. in Comune, il 23 nov. 1959. Sono presenti il sen. Spagnolli (che assume la Presidenza), l’On. Veronesi, il sindaco Trentini, il Reggente P. Jori e le maggiori altre autorità e rappresentanze di Enti Scuole ecc. di Rovereto. Il Presid. del Museo fa ampia relazione sulle necessità che si prospettano, sia per il Museo che per la Campana e trovano la loro soluzione nella attuazione del piano Kiniger. Dopo ampia discussione e numerosi interventi, fra cui quelli del Sen. Spagnolli, On. Veronesi e del Sindaco, i

presenti approvano la proposta di costituirsi in “Comitato di afiancamento” al Museo. Si vota un “ordine del giorno” di pieno consenso alle proposte del Museo; in particolare l’o.d.g. dice: …”decidono di costituirsi in comitato cittadino di afiancamento, allo scopo di affrontare la attuazione di quei provvedimenti che daranno al Museo e alla Campana - nel restaurato monumento castrobarcense- la possibilità di continuare a sviluppare il loro compito.”

22) Il 2 ottobre 1960 senza alcun preliminare contatto con la Presidenza del Museo d. Guerra, il Reggente O.C.C. convoca a sua volta - in Comune - un analogo “Comitato” per esporre un suo piano di azione per la Campana. Tale piano risulta imperniato su due punti: rifusione della Campana e traslazione della stessa in altre sede,non ancora però precisabile. Il Museo della Guerra è rappresentato dal prof. Barozzi, il quale legge una dichiarazione del Consiglio del Museo calorosamente consenziente per la rifusione, ma avanzante serie riserve al riguardo del trasferimento, che sarebbe, - fra l’altro - in contrasto con le disposizioni statutarie dell’ O.C.C. Nella discussione svoltasi in questa seduta, sono apparsi contrari al trasferimento diversi altri presenti, tra i quali l’Ing. Candelpergher, l’arch. Kiniger, il prof. Barozzi; altri sono rimasti incerti o si dissero favorevoli con varie riserve. Alla ine viene stabilito che il “Comitato” riprenda l’argomento in altra prossima seduta. 23) In data 26 nov. 1960, il Reggente convoca il “Comitato esecutivo” al M. Bondone, spedendo gli inviti nominalmente a ciascun componente. Sono escluse dalla convocazione talune persone della prima seduta fra cui il Presid. del Museo d. Guerra, il prof. G. Barozzi, l’arch. Kiniger e l’ing. Candelpergher. Prima i dar corso alla seduta, il Reggente - con qualche esponente più in vista - si era recato a fare omaggio al Commissario del Governo (in città a Trento) e gli ha partecipato come già accolta la decisione di portare la campana (rifusa) su un nuovo monumentale mausoleo. Alla seduta che tosto segue il Reggente fa una relazione esaltante il suo piano e fa intendere di non avere preoccupazioni per il inanziamento che prospetta in 2-300 milioni. Si discute pure vivacemente sul mancato invito al Presid. del Museo d. Guerra. La seduta conclude - sia pure con riserve e qualche astenuto - accettando il piano di azione del Reggente. Viene, inine, convenuto che al Comitato il quale ha così deliberato, si aggiunga anche il Presid. del Museo della Guerra.

24) Il comunicato uficiale della seduta 26.XI. al Bondone compare sui giornali in forma secca e perentoria al riguardo della “deliberazione” di trasferire la Campana in nuova sede. Di conseguenza il Presid. del Museo d. Guerra risponde al reggente di non poter accettare di far parte di un Comitato che non solo non poteva decidere, ma si propone di agire in contrasto a quello che risultano le norme costitutive statutarie ed il pensiero del fondatore. Tale comunicazione viene pure data alla stampa. Va rilevato che il presidente del Museo della Guerra, sapendosi escluso dalla seduta 26.XI., aveva tempestivamente precisato il pensiero del Museo e proprio in una lettera 25.XI. consegnata al Sen. Spagnolli (e in copia al dott. Gasperi), che chiudeva con queste parole: omissis e) vorrei auspicare la riunione del Comitato di Reggenza della Campana al più presto possibile, proprio per chiarire e porre su un terreno di logica convergenza e fraternità delle due Istituzioni, quei problemi che – ricomparsi ora nelle relazioni di stampa in conseguenza del progettato spostamento del sacro bronzo dalla sua sede attuale – non devono assolutamente portare né a contrasti né a inammissibili reciproche rivalità: trattiamo di valori troppo alti e comunque superiori alle nostre modeste persone, per prenderci il lusso di farne oggetto di polemica o consentire che tale essa diventi. Questo non è certo nel pensiero del Museo; ritengo pure esuli completamente da quello dell’Istituzione sorella.

25) Si sorvola, qui, sulla campagna di stampa; il Museo non ha dato –successivamente - ai giornali se non la relazione uficiale della propria seduta 3 dicembre 1960; si deve tuttavia rilevare che – nella spesso intemperante polemica - domina il tema del rispetto alla volontà del fondatore, don A. Rossaro, per la conservazione della Campana nel Castello.

26) Gli insistenti, ripetuti inviti a che la Reggenza fosse convocata, determinano la seduta di reggenza del 3 febbraio 1961. Contrariamente a quanto oggettivamente risulta da queste note documentarie il reggente ha escluso dall’invito il Presid. del Museo della Guerra. Accertatosi della cosa, lo stesso ha pregato il dott. Nino Ferrari di portare a far leggere, nella riunione una sua lettera (allegato N. 3). Il comunicato uficiale con cui si conclude tale riunione è generico e dilatorio. In quanto annuncia che ulteriori precisazioni si faranno dopo la prossima convocazione del “Comitato Esecutivo”. Al Presidente del Museo della Guerra, invece, il Reggente ha fatto pervenire – a irma del suo impiegato, una lettera che è bene ciascuno giudichi direttamente (Allegato N. 4).

27) Nel corso del 1960, la Presidenza del Museo della Guerra ha intensamente lavorato per rimettere in moto il piano Kiniger anche indipendentemente dal tema Campana integrando con la proposta della radicale riforma della via delle Fosse e adiacenze. È in questo piano – a nostro avviso – la base più ragionevole per quella ulteriore evoluzione della situazione che, purtroppo, si è ora arenata nell’irrigidimento del Reggente dell’O.C.C., rivolto a rendere deinitivo il suo proposito di togliere la Campana dal Castello e collocarla altrove, in evidente contrasto con la volontà testamentaria del Fondatore, oltre che – a parere almeno degli ambienti commerciali ed economici in genere – contro lo stesso interesse economico – turistico della città.

25 febbraio 1961

Il presidente del Museo Storico di Guerra L. Fiorio

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