LA CAMPANA DEI CADUTI DI ROVERETO UNA STORIA CRITICA

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Ricostruzione cronologica dei rapporti tra la Campana dei Caduti e il Museo della Guerra1 Negli anni 1924-25 si svolgono le pratiche, fra Comitato della Campana e Museo Storico della Guerra per accogliere, sul torrione Malipiero il progettato sacro Bronzo. Il Museo Storico della Guerra – già insediato in Castello dal 1922 è stato lieto di secondare il desiderio del fondatore della Campana - Comm. Don A. Rossaro - ed ha sostenuto la maggior parte delle spese resesi necessarie per rinforzare le strutture del Torrione Malipiero ecc. e, in genere, il collocamento della Campana. 2) Con atto 6 novembre 1928 (allegato n.1) i due Consigli, della Campana e del Museo, deiniscono i loro rapporti anche per la realizzazione della ”Sala della Campana” che “dovrà rimanere sempre destinata esclusivamente a sala della Campana”. Il vincolo fra le due Istituzioni – l’una complementare dell’altra – si fa così anche più saldo. 3) Con atto consimile, di data 23.9.1933 viene riconfermato l’atto 6 nov. 1928 e sono aggiunte alcune precisazioni nei reciproci rapporti. Si ricorda in particolare il punto 3, che recita “… i signori membri del Consiglio Dirett. dell’Ente Campana avranno libero ingresso al Castello quando l’Ente Campana abbia ottenuto il riconoscimento giuridico. Allora, ciascun Ente delegherà un proprio rappresentante quale membro di diritto del Cons. Dir. dell’altro Ente”. 4) L’esperienza della convivenza negli anni successivi e l’iniziativa per la ulteriore valorizzazione delle adiacenze al Torrione Malipiero (scala di accesso e “platea delle Genti”) porta alla stipulazione dell’Atto notarile fra l’ECA e Reggenza, che porta la data 31 luglio 1939. 5) Dal 1940 al 1952 non vi sono situazioni di particolare rilievo: la convivenza Campana – Museo della Guerra diventa sempre più proicua e popolare per il costante, crescente richiamo che esercitano le 2 Istituzioni, così felicemente abbinate ad affermare e documentare i supremi valori della comprensione fra le genti, delle aspirazioni alla fraternità e alla pace, nel ricordo e documentazione delle tragiche, sanguinose vicende delle guerre superate. Nel 1950 il Museo d. Guerra delibera (assemblea generale 17 nov.) alcune modiicazioni allo Statuto precedente (del 1932), includendo fra i membri di diritto del Consiglio anche il rappresentante dell’Opera Campana dei Caduti. Solo nel gennaio 1956 le pratiche di approvazione (con la irma del Capo dello Stato) concluderanno il laborioso cammino di tale Statuto: la clausola di cui trattasi appare al Titolo IV, art.9. 6) Il 2 gennaio 1952 muore quasi improvvisamente l’Ideatore e fondatore dell’Opera Campana dei Caduti. La Reggenza affronta il grave periodo di interregno, avendo la fraterna collaborazione della Direzione del Museo d. Guerra, oltre che del Comune e di altri Enti. In data 7.3.1952, in seduta del Consiglio del Museo, il Presid. L. Fiorio si augura sia prossima la nomina del nuovo Reggente e fa esplicito richiamo al disposto dell’atto 23.9.33, che stabilisce sia presente nei due Consigli il rispettivo rappresentante. Il Consigliere Nino Ferrari – che fa parte della Reggenza – assicura di aver portato in Reggenza il problema, ed in genere il tema dei rapporti fra Campana e Museo. 7) Nel verbale della seduta di Consiglio del Museo Stor. D. Guerra del 9.7.1953 il Presid. Fiorio riferisce su un primo contatto avuto col nuovo Reggente dell’O.C.C. da poco nominato. Il Reggente gli ha chiesto 7-8000 Lire mensili di contributo; Fiorio, dopo richiamati i patti esistenti con don Rossaro promette di trattare amichevolmente la cosa e concreta – nel Consiglio – la proposta che tale trattativa sia condotta dai Consiglieri Gen. Zaniboni, Nino Ferrari e cav. Malfer. Così è convenuto. 1

AMSGR, Fondo Livio Fiorio, Memoriali e questionari, busta 5.1.6.

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Bibliograia

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pages 177-184

Proposta per la dichiarazione di monumentalità di alcune zone del territorio di Rovereto

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pages 175-176

L’Opera Campana dei Caduti

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pages 166-174

Ricostruzione cronologica dei rapporti tra la Campana dei Caduti e il Museo della Guerra

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pages 161-165

3.7. Conclusioni

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3.6. La banalizzazione della Pace

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Dalla Campana dei Caduti alla Campana della Pace

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pages 152-153

Il discorso dei giovani sul culto degli eroi e relative reazioni

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La critica alla “Redipuglia internazionale”

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3.1. Il Museo della Guerra dopo la seconda guerra mondiale

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3.2. La Campana dei Caduti sotto la Reggenza di Eusebio Jori

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tra pellegrinaggio e turismo

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2.8. Esercito e militarismo. L’inquadramento della folla

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pages 122-126

2.7.5. Il popolo di don Rossaro nella rivista “El Campanom”

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pages 113-121

2.7.4. Martirio e sofferenza. Un’esperienza generalizzata

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2.7.3. L’infanzia. L’iniziativa dei temi scolastici

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Il inanziamento e la promozione

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pages 107-109

2.6.1. Una prima metamorfosi. Dall’astrazione al realismo

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2.7.1. Le donne di “Alba Trentina”

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Maria Dolens, anche, dalla parte dei deboli

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2.6. Il ciclo scultoreo della Campana

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Iconograia intorno alla Campana dei Caduti

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2.4. La tensione tra localismo campanilista e universalismo

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2.3. Universalismo cristiano e romano

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2.2. Le iniziative parallele: Museo della Guerra e Campana dei Caduti

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2.1. La nascita della Campana

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1.10. La ine della guerra

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1.9. Verso la seconda guerra mondiale

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1.8. Direttore della biblioteca Civica di Rovereto e cultore delle memorie patrie

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1.5. Antonio Rossaro e “Alba Trentina”

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1.4. In seminario a Rovigo

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1.3. Il collegio torinese

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LA CAMPANA DEI CADUTI DI ROVERETO UNA STORIA CRITICA by Biblioteca Militare - Issuu