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Capitolo quarto: il mese di aprile

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Note

Note

Le pubblicazioni del mese di aprile si concentrano sulle notizie provenienti dall’Austria,sulla nazificazione di questo paese,sulle persecuzioni antisemite e sul plebiscito del 10 di aprile.Nuove disposizioni vengono impartite per tutti gli Ebrei del Reich.Molto spazio viene dato alla polemica sulla posizione della Chiesa nei confronti dell’Anschluss.In Svizzera comincia a prendere una forma più definita il ‘problema’dei profughi e della politica nei loro confronti.Nel Canton Ticino ha inizio una campagna antisemita da parte dell’estrema destra nazionalista.L’Italia si sta preparando alla visita di Hitler prevista nel mese di maggio.Continuano i provvedimenti antiebraici nell’Europa Orientale.

Il Terzo Reich

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Il plebiscito La nazificazione dell’Austria procede a tappe forzate.Il Popolo e Libertà, 1 sotto il titolo «L’entusiasmo copre l’angoscia» descrive in questo modo la situazione nei primi giorni del mese:

La germanizzazione dell’Austria procede con tale furore che Vienna avrà l’aspetto di una vecchia città germanica prima del famoso plebiscito. Il saluto nazista è imposto dappertutto, il fiorino è quasi scomparso dalla circolazione per lasciare il posto al marco e rare sono ormai le uniformi militari austriache, dal momento che ai soldati dell’Austria si distribuiscono le uniformi naziste. La propaganda per il plebiscito imperversa dappertutto, anche se ormai l’esito era assicurato dal giorno in cui la libertà venne soppressa con l’annessione mili-

tare. Può essere interessante notare le forme di questa propaganda che va dai sistemi dellapiù vieta demagogia agli spettacoli dell’umiliazione più atroce inflitta agli avversari.

L’articolo termina con una citazione da un altro giornale, La Revue:

Dietro la facciata dell’entusiasmo si nasconde una vera angoscia, quella del domani, insieme al rimpianto del passato. I viennesi si rendono conto che il dinamismo prussiano presiederà ormai su tutti gli atti della loro esistenza e si domandano se potranno resistere a lungo.

Il plebiscito per l’annessione dell’Austria alla Germania è fissato per il 10 di aprile.Sono chiamati a votare i cittadini della Germania e dell’ex Austria,Ebrei esclusi.Nei giorni precedenti arrivano ancora degli appelli ‘di peso’per il ‘sì’. La Chiesa evangelica austriaca invita i suoi fedeli ad approvare il plebiscito.2 Così fanno anche i rappresentanti della Chiesa evangelica germanica,i quali hanno adottato una risoluzione con la quale si invitano i protestanti tedeschi a dire «sì con gioia».Nella risoluzione si afferma che,«realizzando la grande Germania,Adolfo Hitler ha soddisfatto una vecchia aspirazione del popolo tedesco,così che la chiesa evangelica tedesca ringrazia Iddio di questo miracoloso mutamento».3 Per parte cattolica,l’Arcivescovo di Vienna Cardinale Innitzer, ribadisce,in una lettera indirizzata a Bürckel,rappresentante di Hitler a Vienna,la posizione favorevole già espressa col messaggio pastorale dei vescovi austriaci del 18 marzo,letto in tutte le chiese.4 Diversa è invece la posizione dell’episcopato cattolico della Germania.In una riunione a Fulda,i vescovi tedeschi decidono di mantenere,riguardo al plebiscito,un assoluto riserbo.5 I risultati del plebiscito non sorprendono nessuno.Le cifre che ‘consacrano’la fine dell’indipendenza e l’annessione dell’Austria alla Germania nazista,sono le seguenti:6

Iscritti Votanti votanti % Sì Sì % No No % Nulli Germania 45.016.376 44.810.177 94,541 44.300.601 99,016 440.141 0,984 69.435 Ex Austria 4.300.177 4.287.431 99,703 4.270.517 99,736 11.263 0,264 5.651 Soldati Austria 53.996 53.960 99,993 53.872 99,877 66 0,123 22

Nel frattempo,si apprende da Berlino che una amnistia politica sarà decretata in Germania per il 20 aprile,genetliaco di Hitler.7 Quali che siano gli effetti pratici di questa prospettata amnistia,è però certo che

di essa non ha approfittato Guglielmo Carmans,condannato a morte per alto tradimento il 5 novembre 1937.Infatti il giorno 27 aprile l’agenzia DNB informa che «è stato giustiziato stamane».8

Austria: la liquidazione dell’opposizione e degli antagonisti Parallelamente alla campagna plebiscitaria,prosegue la messa fuori combattimento degli oppositori che finiscono in internamento come il Cancelliere Schuschnigg,9 o si suicidano,come il generale Zehner, capo dell’esercito austriaco,10 o vengono uccisi,come il consigliere economico del governo austriaco,Dr.Kunwald.11 Le cifre degli arresti riportate dai giornali sono le seguenti: 12 mila a Vienna e 40 mila nel resto del paese.12 Non si intravede né in patria né all’estero una classe politica in grado di tenere alto il nome dell’Austria e della sua indipendenza.L’unica eccezione nota riguarda l’arciduca Otto d’Asburgo, pretendente al trono,il quale,durante un colloquio con alcuni corrispondenti stranieri,lancia un appello all’opinione pubblica internazionale chiedendo aiuto per la popolazione austriaca oppressa.L’atto pubblico gli procura un mandato di cattura per alto tradimento,13 le cui conseguenze eviterà rifugiandosi in Inghilterra.14 Ma anche coloro che non oppongono resistenza,coloro che esprimono consenso,non trovano per questo riconoscenza.È il caso della Chiesa cattolica.Nonostante l’appoggio dell’episcopato al plebiscito, e malgrado per ordine dell’arcivescovo di Vienna,il 20 di aprile,giorno del compleanno di Hitler,sia stato deciso che «in tutte le chiese saranno fatte delle preghiere particolari per il Führer e per la patria»,15 le autorità tedesche dispongono lo scioglimento delle associazioni cattoliche.Riferisce Il Dovere:16

L’Osservatore Romano annuncia che la Società universitaria cattolica e la Federazione ginnastica tedesca, di cui facevano parte 270 sezioni e 38 mila membri, unitamente alla Società di San Giorgio (155 sezioni e 5 mila membri) sono state disciolte per ordine delle autorità tedesche dell’Austria. Per quanto riguarda la Lega della Gioventù cattolica, che conta 412 sezioni e 75 mila membri, non è stata ancora presa alcuna decisione, ma, dice l’organo del Vaticano, numerose sezioni sono già state disciolte, le loro sedi chiuse ed i loro dirigenti arrestati.

La Chiesa cattolica… la stampa cattolica… e l’Anschluss Le prese di posizione della Chiesa cattolica austriaca nei confronti dell’Anschluss si manifestano chiaramente in tutta una serie di circostanze e avvenimenti dei quali riferiamo in sintesi.La prima,a ridosso

dell’invasione delle truppe tedesche,è l’incontro amichevole del cardinale Innitzer17 con Hitler,avvenuto presso l’Albergo Imperiale della capitale austriaca,18 seguita dall’appello dell’alto prelato ai fedeli per ringraziare Iddio per come si era svolto l’Anschluss e di pregare per un felice futuro.19 Segue poi la lettera pastorale dell’episcopato austriaco del 18 marzo,diffusa nelle chiese cattoliche nei giorni successivi,e della quale si apprende sulla stampa alla fine del mese di marzo.20 Con questo scritto i vescovi invitavano i fedeli a votare ‘sì’al plebiscito.Nei primi giorni di aprile,una lettera personale21 del Cardinale Innitzer indirizzata a Bürckel,rappresentante di Hitler a Vienna,nella quale si conferma il carattere spontaneo della dichiarazione del 18 marzo dei vescovi austriaci e si esprime l’auspicio che essa possa essere la base per una svolta religiosa e culturale del popolo austriaco e preludio di un’epoca di pacificazione e di riconciliazione tra lo stato e la Chiesa.Vi è poi l’ordine dell’arcivescovo di Vienna di pregare per il Führer e per la patria il 20 aprile,compleanno di Hitler.22 È soprattutto la lettera pastorale del 18 marzo che solleva le più accese polemiche e discussioni.I giornali cattolici ticinesi si trovano spiazzati di fronte a queste concrete dimostrazioni di appoggio al nazismo. La forte diffidenza verso il nazismo è dovuta essenzialmente alle notizie di persecuzione contro la Chiesa cattolica che si leggono ogni giorno sull’Osservatore Romano.Sono stati pubblicati numerosi articoli per esecrare le limitazioni della libertà di culto (proibizione di talune processioni,attacchi di gruppi nazisti a parroci invisi al regime) e per lamentare le pressioni esercitate dai nazisti nell’indurre i cattolici ad abbandonare la Chiesa.L’attitudine del nazionalsocialismo di eliminare le organizzazioni cattoliche per sostituirle con le proprie e le manovre in atto per eliminare le scuole confessionali allo scopo di avere il monopolio totalitario sull’educazione23 sono costantemente e duramente deplorate.Tuttavia il Giornale del Popolo,nonostante le sue diffidenze,tenta di spiegare l’atteggiamento dei vescovi austriaci:

I Vescovi austriaci si preoccupano invece, in via principalissima, dell’avvenire religioso del paese, ormai definitivamente, per quanto è dato umanamente prevedere, unito al Reich […] Ora, posto che, in base alle dichiarazioni del signor Bürckel, specialista in plebisciti, e più ancora dello stesso Cancelliere Hitler, la Germania nazista s’impegna a tenere un atteggiamento corretto verso la Religione, non ci sarebbe più nessun motivo valido per opporsi all’unione.24

Le notizie che giungono dal Vaticano sono contraddittorie.La prima

reazione la troviamo in un commento pubblicato sull’Osservatore Romano il primo aprile,nel quale si sostiene che la Santa Sede non ha concesso all’episcopato austriaco l’autorizzazione alle dichiarazioni politiche secondo le quali i cattolici sono invitati a votare per l’unione dell’Austria alla Germania.25 La sera stessa,la Radio Vaticana trasmette una conferenza sul tema «Cattolicismo politico» nella quale le posizioni dell’episcopato austriaco vengono fortemente criticate,26 ma nell’immediato l’Osservatore Romano si appresta a precisare:

Non abbiamo l’intenzione di occuparci della sostanza della conferenza che portava su un argomento tanto delicato quanto è il cattolicismo politico, che è oggetto di vive controversie, ma ci sembra opportuno rilevare che si trattava di uno studio dovuto ad una iniziativa privata e per conseguenza privo di carattere ufficiale od officioso, di cui la Santa Sede non intende assumersi la responsabilità.27

La notizia successiva riguarda l’arrivo a Roma del Cardinale Innitzer, presumibilmente richiamato a Roma per render conto al Papa sul suo operato.In un breve articolo intitolato «Rimostranze del papa al card. Innitzer?» e pubblicato sul Popolo e Libertà si legge che «il Santo Padre avrebbe dichiarato al cardinale Innitzer che avrebbe dovuto attendere, prima di pubblicare l’appello,le garanzie del Reich per il futuro statuto dei cattolici austriaci» e che dopo il colloquio con Papa Pio XI,il Cardinale Innitzer appariva di buon umore.Tutto fa supporre che i malintesi siano stati chiariti.28 Innitzer avrà anche un lungo colloquio con il Cardinale Pacelli29 conclusosi con una dichiarazione del Cardinale che si espresse in questi termini:«con l’appello del 18 marzo i vescovi austriaci non hanno inteso approvare quanto è in contraddizione con le leggi di Dio e la libertà della Chiesa» e che l’episcopato chiede «che,in tutte le questioni che concernono il concordato,non si proceda a modifiche senza un accordo con la S.Sede».Quanto alla scuola e alla formazione della gioventù cattolica,«devono essere riconosciuti i diritti naturali dei genitori;che la propaganda ostile alla religione ed alla Chiesa deve essere bandita e che ai cattolici deve essere riconosciuto il diritto di manifestare la propria fede».30 Il Giornale del Popolo scrive che non si sente di approvare,ma neppure di giudicare,e tanto meno di condannare l’appello del 18 marzo. Ciononostante in risposta alle critiche apparse sull’Avanguardia protesta vigorosamente e giustifica in buona sostanza il contenuto della lettera pastorale:

ma non possiamo permettere che i vescovi d’Austria vengano presentati come supini al nazismo. Essi accettano l’Anschluss e invitano i fedeli a fare altrettanto, ciò a ratificare il fatto compiuto. Non esaltano Hitler. Del nazismo mettono in rilievo un’unica benemerenza: quella di aver scartato il pericolo del bolscevismo ateo e distruttore. Questa azione contro il bolscevismo lodano, e niente di più e nient’altro.31

Per quanto riguarda le tendenze filonaziste di Innitzer,il Popolo e Libertà pubblica una nota dell’agenzia United Press32 nella quale afferma che negli ambienti viennesi si preannuncia un vasto movimento dei cattolici contro il Comintern,entro il quale Hitler e il card. Innitzer unirebbero i loro sforzi,ma subito sotto,appone una nota di redazione33 con la quale viene espressa la sua incredulità.In un articolo successivo si recrimina che i nazisti abbiano riprodotto,a scopi propagandistici,su grandi manifesti diffusi dappertutto,la dichiarazione dei vescovi con in evidenza la firma del Cardinale Innitzer corredata dalla frase «Heil Hitler»,scritta di suo pugno.34 Diverso è l’atteggiamento adottato dall’Episcopato della Gemania rispetto a quello austriaco.La Conferenza dei Vescovi tedeschi a Fulda non si è conclusa,come tutti si aspettavano,con la decisione di raccomandare ai fedeli un atteggiamento favorevole al plebiscito.Secondo il Corriere del Ticino sarebbe stata la sconfessione del cardinale Innitzer da parte del Vaticano a dare nuova linfa alle correnti religiose germaniche ostili alla croce uncinata.35 Di ciò riferisce il Popolo e Libertà:

Contrariamente all’atteggiamento dei vescovi austriaci, quelli tedeschi, recentemente riunitisi a Fulda, hanno deciso di mantenere il più assoluto riserbo sul plebiscito di domenica. La decisione è stata presa all’unanimità e grazie ad essa non sarà pubblicata alcuna pastorale né alcuna allusione al plebiscito sarà fatta nelle prediche. Prima della decisione ha lungamente parlato il cardinale Faulhaber che ha sostenuto la necessità del riserbo avvertendo che una dichiarazione sul plebiscito, tanto affermativa, quanto negativa, equivarrebbe ad una attività politica. Contro l’intervento a favore del plebiscito il cardinale ha quindi invocato il principio stesso cui ricorrono i nazisti quando vogliono che la Chiesa si astenga da ogni critica.36

Gli ebrei in Austria Sulle colonne del Corriere del Ticino37 troviamo sintetizzata la situazione degli Ebrei in Austria:

Le trasformazioni già compiute comportano la rovina totale ed irrimediabile di trecentomila abitanti della capitale, degli ebrei; continuano le confische e le espropriazioni, non più disor-

dinate come un mese fa, ma sistematiche ‘in nome della legge’. Bisognerebbe conoscere male i nazionalsocialisti per pensare che essi abbiano a tale proposito i minimi riguardi. Le Banche Rothschild, Guttmann e Ephrussi, che appartenevano da oltre un secolo alle stesse famiglie dell’aristocrazia israelita,38 sono messe sotto sequestro esattamente come i Bazar nei quali i ‘Polak’ vendevano la loro cianfrusaglia agli operai dei sobborghi. Le migliaia di suicidi registrati non sono dovuti solo a cause politiche; la maggior parte delle vittime sono semiti che, cacciati dai loro posti non sapevano più come assicurare l’esistenza propria e della loro famiglia. Ma gli ebrei rappresentano appena il 4 o 5% della popolazione. Per tutti gli altri ecco venire un’era di prosperità insperata.

Sulla Libera Stampa39 troviamo i dettagli sulle modalità di procedura adottate nella trasformazione di imprese e grandi magazzini ebrei in aziende ariane:

Un commissario nazi fa l’inventario delle merci in magazzino e del mobilio. Si domanda al proprietario ebreo se accetta di cedere ‘volontariamente’ i suoi diritti all’impresa e questa è trasformata in società anonima. L’ex proprietario si vede assegnata una piccola parte del valore rappresentato dalle merci sotto forma di azioni che saranno portate in conto marchi ‘bloccato’ nel caso in cui si abbandona il paese. La più grande parte delle azioni diventa proprietà del partito nazista che le rivende agli aderenti al partito a un corso fissato. A parte il licenziamento senza preavviso degli impiegati ebrei, nulla è cambiato nelle imprese. Quest’operazione si riassume dunque in un arricchimento considerevole del partito nazista. […] Alla stamperia Steinmann, dove uscivano i giornali Telegraph e Das Echo quest’operazione si è fatta nello spazio di un’ora: la cellula nazi che esisteva nell’officina era preparata ed aveva preso tutte le misure necessarie perché i giornali continuassero ad uscire senza interruzioni. Le organizzazioni nazi in seno a quest’impresa erano riuscite a camuffarsi in modo tale che non si supponeva esistessero, al contrario questi nazi erano considerati come i membri più ‘sicuri’ del Fronte patriottico. Il sabato 12 marzo nel pomeriggio, alla solita ora, apparve al posto del Telegraph, lo stesso giornale con la soprascritta Telegrafo nazionalsocialista. Nel processo di arianizzazione delle piccole imprese, esse sono trasformate generalmente in cooperative e gli operai che erano sovente già prima membri della cellula nazista diventano comproprietari, senza che nulla cambi nei loro salari e nella loro condizione sociale. In questo caso, il partito nazista diventa pure proprietario. In margine a quest’azione gli ex proprietari sono sottomessi a un’inchiesta perché si suppone nascondano del denaro o abbiano frodato il fisco. In molti casi si fanno degli arresti e dei sequestri di beni del ‘delinquente’. Sono questi fatti che hanno provocato tanti suicidi di commercianti ed industriali.

Inoltre viene descritto il modo spiccio nel quale vengono resi esecutivi gli sfratti:

Alla Burg Gasse è stato sloggiato un ebreo, commerciante, gettandone i mobili dalla finestra direttamente nella strada. E quando il piano cadde con fracasso spaventevole sul selciato tutti gli spettatori si misero a ridere sgangheratamente sotto gli occhi degli agenti di polizia muniti del bracciale con la croce uncinata. Questo tradimento della polizia viennese resterà uno dei capitoli più dolorosi dei giorni memorabili.40

La situazione peggiora di giorno in giorno,e alla fine di aprile il Corriere del Ticino41 annota:

Dopo la pubblicazione del decreto sull’obbligo della denuncia del proprio patrimonio da parte degli ebrei, la campagna antisemita ha ripreso con nuova intensità e le scene di violenza contro gli ebrei per la strada si sono fatte più frequenti. Sono riapparse su tutti i negozi appartenenti a israeliti grandi insegne con le quali si invitano i compratori ariani a non entrare in quel locale. Numerose persone, che hanno voluto entrare in quei negozi nonostante simili avvertimenti, sono state maltrattate dalla folla. Si affrettano intanto le pratiche per il passaggio in mani ariane dei negozi appartenenti a israeliti. Anche i più grandi magazzini di vendita di Vienna, la Casa Gerngross, sono stati chiusi in attesa che si perfezionino le pratiche per il passaggio in proprietà di ariani. La ‘purificazione’ dell’economia dagli israeliti, come si esprimono i giornali nazisti, viene insomma perseguita a grande velocità e si può prevedere che fra breve gli ebrei saranno allontanati completamente non solo dal commercio, ma anche dalle professioni liberali, dall’artigianato ecc..

Parallelamente vengono adottati provvedimenti amministrativi,come le espulsioni da intere regioni.Tra le persone espulse in queste ultime settimane dal Burgenland, 400 ebrei in gran parte appartenenti a famiglie stabilite da lungo tempo in Austria.42 Inoltre si cominciano a escludere i ragazzi ‘non ariani’dalle scuole,con l’ordine precipuo del presidente delle scuole di Vienna che nelle Scuole Medie di Stato gli allievi ebrei siano immediatamente separati dagli altri allievi e posti in istituzioni speciali.43 Il corrispondente del Daily Telegraph,organo semi ufficiale del Foreign Office,dichiara che nei primi giorni dopo l’Anschluss le persone che si sono tolte la vita sono state 1.700 e che la media dei suicidi degli ebrei sorpassa attualmente in Austria i cento al giorno.44

La persecuzione degli ebrei nel Reich Non solo in Austria,ma in tutto il Reich ha luogo un nuovo ed energico ‘giro di vite’contro la popolazione ebraica.Preludio a futuri espropri è il decreto di Göring in base al quale:

tutti i beni degli ebrei devono essere messi a sua disposizione per finanziare il piano quadriennale: tutti gli ebrei devono quindi denunciare la loro sostanza, se questa è superiore a 5.000 marchi. Gli ebrei tedeschi devono denunciare tanto la fortuna posseduta in Germania, quanto quella posseduta all’estero; quelli esteri solo la fortuna posseduta in Germania. La dichiarazione deve essere inoltrata entro il 30 giugno. Chi si rifiuta o dà indicazioni false potrà essere punito con multe e con la prigione: si arriverà anche alla confisca delle sostanze. Inoltre nessun ebreo potrà fondare, senza autorizzazione preventiva, nuove aziende o succursali.45

Quanto alle intenzioni ultime del regime di Hitler verso gli Ebrei, non si fanno misteri.Lo Schwarzer Korps e il Völkischer Beobachter scrivono a chiare lettere che scopo del nazismo è l’epurazione degli Ebrei dall’economia e dallo Stato tedesco.46

I profughi dall’Austria La situazione creatasi in Austria induce un grandissimo numero di ebrei a tentare la via dell’espatrio.Scarsissime sono le informazioni riguardo all’esodo in atto sulla stampa svizzera.Il Popolo e Libertà indica che dal 14 marzo al 12 aprile, 32.000 austriaci ,per il 95% ebrei,hanno richiesto un visto al console degli Stati Uniti per poter emigrare nella Confederazione americana.47 Il Dovere informa di un gruppo di 51 cittadini austriaci scacciati dai tedeschi verso la Cecoslovacchia e rispediti in Austria dagli agenti di confine cechi.48 La Libera Stampa,a sua volta,riferisce da Zurigo che un ebreo,profugo dall’Austria,si è ucciso sull’Uetliberg disperato e scoraggiato perché arrivato in Svizzera senza più nulla se non gli abiti che indossava,dopo essersi visto distruggere dai nazisti,per ben due volte,il suo negozio.49 Sempre sulle colonne della Libera Stampa,da Coira,leggiamo che «non passa giorno che dei profughi austriaci,ebrei per la maggior parte,varchino la frontiera clandestinamente».50 E questo è tutto ciò che il lettore ticinese apprende a proposito della tragedia che si sta svolgendo lungo i confini del paese,delle centinaia e centinaia di persone che cercano di entrare in Svizzera,talora con successo,altre volte vedendosi respingere verso i propri aguzzini.

La Svizzera

La politica d’asilo: due Comunicati del Dipartimento di Giustizia e Polizia

I lettori dei quotidiani sono dunque poco informati sul dramma dei profughi e ne prenderanno coscienza,in modo indiretto,quando ver-

ranno resi noti i Comunicati ufficiali del Dipartimento federale di Giustizia e Polizia.Questi ultimi sono documenti molto importanti perché sono quelli che daranno una impronta ben definita alla politica d’asilo svizzera nei confronti dei perseguitati dai nazisti,per il presente e per gli anni a venire.Meritano dunque la trascrizione integrale:

Comunicato del Dipartimento federale di Giustizia e Polizia del 30 marzo 1938. Berna 30 marzo 1938. Avendo tutti gli Stati confinanti con l’ex Stato Austriaco sottoposto il passaggio della loro frontiera da parte di viaggiatori provvisti di passaporto austriaco ad un severo controllo, ed avendo anche la maggior parte degli altri Stati europei preso, o prospettato di prendere, misure contro un disordinato afflusso di profughi austriaci, il Consiglio Federale si è visto costretto a reintrodurre il visto per i passaporti austriaci. Dal primo aprile 1938 i possessori di detti passaporti potranno entrare in Isvizzera solo se saranno in possesso del visto di un Consolato svizzero. Il visto è necessario anche per il transito attraverso il nostro paese. Il visto di transito sarà accordato solo se saranno adempite le formalità per entrare in un terzo Stato. Il normale traffico dei cittadini dell’ex Stato Austriaco con la Svizzera non dovrà essere inceppato dall’introduzione del visto. Tuttavia, per quegli stranieri che, a seguito dell’incorporazione dell’Austria nel Reich germanico vogliono, o devono, abbandonare il territorio dell’ex Austria, la Svizzera non può entrare in considerazione che come paese di transito, e ciò per il fatto che in Isvizzera vi è già un eccesso di popolazione straniera e, inoltre, avuto riguardo alla situazione del mercato del lavoro. I Consolati svizzeri hanno ricevuto analoghe istruzioni. I profughi politici provenienti dall’ex Stato Austriaco sono soggetti, come quelli provenienti dalla restante Germania, alle disposizioni del decreto del Consiglio federale del 7 aprile 1933 concernente il trattamento dei profughi politici. Entro le 48 ore dal passaggio della frontiera essi devono notificarsi alla polizia del loro luogo di soggiorno.51

Comunicato del dipartimento di Giustizia e Polizia del 9 aprile 1938. Il dipartimento federale di Giustizia e Polizia comunica: Prima che venisse di nuovo introdotto il visto per i passaporti austriaci nella Svizzera sono entrati, e in numero considerevoli, dei titolari di siffatti passaporti che si trattengono ora in alberghi o pensioni. Poiché la Svizzera, a motivo dell’eccesso di popolazione straniera, e per le condizioni sul mercato del lavoro può – come è stato sempre avvertito – tornar in considerazione solamente come paese di transito, questi stranieri dovranno essere tenuti a ripartire dal nostro paese. Lo stesso vale per stranieri di altra nazionalità che finora avevano dimora in Austria. Il possesso o l’acquisto di immobili, fondazione di aziende o d’imprese ecc. non danno alcun diritto alla dimora in Svizzera. Il dipartimento di Giustizia e Polizia ha invitato le direzioni cantonali di polizia a provvedere che questi stranieri abbiano a notificarsi immediatamente di modo che nei singoli casi possono essere prese senza indugio le decisioni imposte dalla situazione generale.52

La conseguenza di questi decreti rivolti ai profughi ebrei risulta che,a partire dal primo aprile 1938,sarà praticamente quasi impossibile entrare legalmente in Svizzera,anche perché contemporaneamente,come indicato esplicitamente nel primo dei due comunicati,da Berna vengono impartite istruzioni alle autorità competenti e ai consolati all’estero di procedere in modo rigorosamente restrittivo nel rilascio dei visti.

Su nessun giornale ticinese si può leggere una riga di commento a questi due comunicati. L’unica presa di posizione,se così può essere considerata,si può ravvisarla nei titoli apposti sopra i comunicati.Sulla Libera stampa leggiamo «La miseria dei rifugiati» in un caso e «Poveri emigranti» nell’altro,il che sta a indicare che almeno un coinvolgimento umano e un segno di simpatia esistono.Non si può dunque riferire di articoli,e si deve invece notare l’assenza di articoli,di critica o di spiegazione,che era logico aspettarsi.

Per completare l’informazione sulla politica svizzera nei confronti dei profughi,va registrata la decisione del Consiglio Federale di accettare la proposta del Presidente Roosevelt per la formazione di un organismo internazionale a favore dei profughi.53 La Svizzera parteciperà, dunque,alla conferenza che avrà luogo in luglio a Évian.

Libertà di stampa in Svizzera L’atmosfera che si respira nell’ambiente della stampa svizzera non è decisamente tranquilla.Le «raccomandazioni» governative avanzate nel mese precedente,che consigliavano di osservare «un certo riserbo» nei commenti,vengono reiterate a suon di «avvertimenti» e di «minacce di sospensione».In seguito a una nota dell’ambasciatore tedesco a Berna,nella quale protestava per un articolo apparso sul giornale socialista Berner Tagwacht,scatta immediata la reazione del Governo.Il Consigliere federale Giuseppe Motta54 convoca d’urgenza la Commissione consultiva della stampa.55 La Gazzetta Ticinese56 riporta la notizia dell’incontro:

Il Consiglio Federale si è occupato oggi dell’articolo della Berner Tagwacht ritenuto offensivo per la Germania e che ha dato luogo ad un passo del ministro tedesco presso il Dipartimento Politico Federale.57 Al termine della seduta è stato comunicato quanto segue: la Redazione della Berner Tagwacht riceve un avvertimento del Consiglio Federale in merito

alle parole offensive contro il Cancelliere del Reich, contenute nell’articolo pubblicato nel n. 86 del 12 aprile 1938 sotto il titolo «DerMissbrauchte Gott – grossdeutscher Grössenwahn» (Il Dio di cui si abusa – Megalomania pan germanica) minacciando di sospendere il giornale per un periodo indeterminato nel caso in cui non fosse dato seguito all’avvertimento.

Tutti sembrano ansiosi di adeguarsi.Il giornale socialista bernese,destinatario dell’avvertimento,comunica immediatamente di aver già provveduto al licenziamento dell’autore dell’articolo incriminato.58 Un monito dal Consiglio Federale,con minaccia d’interdizione per un determinato periodo di tempo,viene indirizzato anche all’Arbeiterzeitung di Sciaffusa «per aver scritto un articolo ingiurioso concernente i nostri vicini del Nord».59 Viceversa,il Journal de Genève non verrà redarguito dal Governo per offese indirizzate al presidente francese Leon Blum.60 Del resto si sta imponendo un’interpretazione della ‘neutralità’che porta a una limitazione della democrazia.Nel Canton Ginevra passa un provvedimento per mettere fuori legge il partito comunista.La faccenda arriva al parlamento svizzero per la ratifica.A questo proposito va però ricordato l’intervento a favore della democrazia61 di Giovan Battista Rusca,62 del partito Liberale democratico. Che sia in questo clima che vada cercata la spiegazione per il silenzio della stampa ticinese riguardo ai profughi e ai comunicati governativi sui rifugiati di cui si è parlato sopra?

Canton Ticino

Inizio della campagna antisemita della Lega Nazionale Ticinese La Lega Nazionale è un piccolo movimento politico,di matrice cattolica,nato da varie e successive differenziazioni e scissioni dal Partito Conservatore ticinese.Il gruppo propugna idee ultranazionaliste e non nasconde la sua ammirazione per Hitler,lodato come uomo di profonda fede cristiana,e per il nazismo,difeso a spada tratta contro le ‘calunnie’di giornali definiti bolscevici o demo-bolscevici.63 Il settimanale di questo movimento politico, L’Idea Nazionale,con il numero del 16 aprile,inaugura una campagna antisemita rivolta direttamente e concretamente agli Ebrei residenti nel cantone.Dunque non un discorso teorico ma essenzialmente pratico.L’avvio della campagna di stampa viene annunciato con una lettera al giornale.64 Il titolo è

«Divagazioni quasi serie» e il testo,costellato di ingiurie antisemite,è il lamento di un commerciante per l’invasione «di questa razza di ebrei, oggi per la maggior parte fatti svizzeri […] che dominano commercialmente tutta Lugano».Come chiosa vi è la seguente esortazione:

Signori dell’Idea Nazionale, perché non continuate, anzi perché avete tralasciato la campagna contro i magazzini di questi ebrei, che se oggi spadroneggiano commercialmente col loro dominio, potrebbero pure arrivare un giorno a minacciare l’integrità spirituale e tradizionale del Canton Ticino?

La Lega Nazionale non è un partito maggioritario,ma un piccolo gruppo che però ha modo di esercitare la sua influenza sull’opinione pubblica.Le sue idee,opportunamente filtrate e moderate,si ritroveranno sovente nei mesi seguenti in ambiti insospettabili e sulla bocca di persone importanti,talvolta anche molto influenti. La campagna antisemita sull’Idea Nazionale continuerà lungo il corso dell’anno fino alla chiusura definitiva del giornale il 31 dicembre 1938. A questo punto sorge una domanda inquietante:quale sarebbe stato il ruolo di un simile gruppo in una Svizzera invasa dai nazisti?

Europa Orientale

Passiamo all’Ungheria.In parlamento viene presentato un disegno di legge che porta il seguente titolo Progetto di legge per un’efficace garanzia dell’equilibrio della vita economica e sociale chiamato semplicemente «legge sugli ebrei».Esso prevede l’istituzione di una camera per la stampa e di una camera per il teatro alle quali gli Ebrei potranno appartenere in misura non superiore al 20%. del totale delle mercedi. La legge definisce come ebreo colui che è nato tale,e colui che prima del primo agosto 1919 non abbia abbracciato un’altra religione.Il progetto di legge trova molti oppositori tra coloro che lo considerano troppo blando.Ma c’è anche chi si oppone seriamente,come per esempio l’autorevole esponente dell’aristocrazia,il Conte Giorgio Apponyi,che pubblica sull’Estikuri un’infiammata protesta,facendosi portavoce di quei «cristiani d’Ungheria i quali non pensano di agire secondo i cenni dei cupidi agenti di una barbarie sorta da poco,ma vogliono seguire le tracce di quei grandi antenati,che un tempo diedero la libertà ai loro servi,educarono la nazione e furono sempre

pronti a combattere fino all’estremo anelito contro ogni dominio imposto dallo straniero».65 Gli esponenti degli ambienti ufficiali ebraici ungheresi hanno indirizzato al Parlamento un memoriale,in cui protestano contro il progetto di legge sugli Ebrei di Darany.Essi ricordano che gli israeliti abitano l’Ungheria da oltre mille anni,e che in questo lungo periodo storico hanno sempre manifestato il loro patriottismo,e non meritano quindi il trattamento previsto dal progetto di legge.66 Dalla Polonia si apprende che la polizia prosegue imperterrita con il rastrellamento degli elementi di estrema sinistra,in vista della manifestazione del primo maggio.Il tribunale di Wilma ha condannato otto studenti ebrei alla detenzione fino a due anni per propaganda comunista e attività sovversiva.67

Italia

L’Italia si sta preparando alla visita di Hitler che avverrà in maggio.Si stanno allestendo imponenti scenografie per i vari incontri dell’ospite con la folla.Circolano voci inquietanti circa possibili arresti preventivi di ebrei.Sulla Gazzetta Ticinese viene pubblicato un comunicato con il quale «si smentiscono le voci secondo cui migliaia,e decine di migliaia di ebrei,sarebbero stati arrestati in Italia in vista della visita di Hitler.La polizia avrebbe fatto alcuni arresti provvisori di persone sospette.Le misure di precauzione non concernono specialmente gli Ebrei».68

Editoriali, commenti, opinioni, segnalazioni

Il Giornale del Popolo…e la questione semitica69 Sul Giornale del Popolo troviamo un articolo che si esprime nel modo seguente:

La questione degli ebrei è tornata di attualità in questi ultimi tempi, in tanti paesi d’Europa. Tralasciamo pure di parlare del Terzo Reich, dove la lotta antisemita ha assunto una forma di brutalità caratteristica. Ma anche altri paesi, senza abbandonarsi alla furia razzistica del nazional socialismo germanico, si sono preoccupati del problema degli ebrei, problema che veniva a rendersi più acuto.

La causa del malessere suscitato in questi paesi viene attribuita al «predominio ebraico» nel commercio e nelle professioni liberali,nonché la loro mancanza di radici nel paese di residenza.Le conseguenze sono i diversi provvedimenti adottati,o in via di realizzazione nell’Europa orientale e danubiana.Passando poi a lidi più vicini afferma

L’Europa occidentale non sente la questione ebraica con la stessa intensità dei paesi centro-orientali. Il problema più spinoso vi è costituito dagli immigrati di data recente i quali non possono avere lo stesso spirito nazionale di quelli che già da secoli vivono sul territorio di uno Stato. Sono costoro che hanno provocato, anche in Francia, delle manifestazioni di antisemitismo. L’avvento del governo Blum, il quale tra i suoi intimi collaboratori contava parecchi israeliti, ha contribuito a dare esca al movimento.

Esaminando poi la situazione italiana fa la seguente analisi:

Tra gli ebrei italiani, del resto, si devono distinguere due movimenti: il primo è quello sionistico tradizionale che si basa sul concetto di razza; il secondo invece considera l’ebraismo esclusivamente come una religione e si pone più nettamente sul terreno nazionale. Si capisce che, specialmente dopo l’istituzione dell’Asse, la prima categoria non sia vista troppo di buon occhio dal Regime: certi giornali, in particolare l’organo dell’on. Farinacci, non hanno mancato di farlo chiaramente capire.

Il Giornale del Popolo e …i pensieri pasquali70 Per celebrare la Pasqua,il Giornale del Popolo,per la penna di Pierre l’Eremita,e sotto il titolo «Il vinto di un giorno» si pone delle domande retoriche:

Dov’è oggi 15 aprile 1938 Giuda e tutta la banda che per il prezzo di 30 denari ha guidato nel Giardino degli olivi. Dov’è la collezione dei vili che sputavano sul volto del Maestro? Tutti quei [sic!] sciacalli fiutanti cadavere… tutti quei teppisti che schiamazzavano nei vicoli di Gerusalemme urlando «sia crocefisso». Dov’è Barabba, la nera figura di bruto che la folla esaltata ha preferito al più bello dei figli degli uomini?... Se poi salgo più in alto tra gli attori del dramma, dov’è quel povero politicante di Pilato, stretto fra il timore di Cesare e quello del ‘Fronte popolare’? Dov’è quel fantoccio di Erode che, tra le risa del suo stato maggiore, ha decretato che Cristo era pazzo…? Dove sono i grandi scaltri… i sacerdoti cavillosi che, nell’ombra del tempio e più metodicamente, hanno condotto la tragedia verso il suo cruento epilogo: è meglio ucciderne uno, che attirarci addosso i Romani… Se tu sei Figlio di Dio, discendi dalla croce! Ha salvato gli altri, e non può salvare se stesso… Ah… Ah… Ah!…

La Famiglia… e le belle storie di conversione71 La Famiglia,dal canto suo,racconta di un nuovo caso di conversione di un ebreo al cattolicesimo:

Un ebreo convertito parla su Lourdes. Una vivissima impressione ha destato la conferenza tenuta nei passati giorni alla sala Santa Caterina alla Minerva di Roma, da René Schwob, ex ebreo convertitosi recentemente, attraverso lunghi studi e meditazioni, alla verità del credo cattolico «I miracoli nell’ordine fisico – ha detto Schwob – non sono inefficaci per l’illuminazione e la conversione di un’anima. E, con tutto ciò i miracoli di Lourdes, per quanto utili mi siano stati, non mi sarebbero riusciti sufficienti se non mi fossi persuaso della presenza stessa della Vergine»…

La Famiglia… gli ebrei spiegati al popolo tramite il vangelo72 Su La Famiglia leggiamo:

Il contrasto fra gli Ebrei e Gesù si rendeva ogni giorno più manifesto. Il Divin Maestro aveva lanciato ai suoi nemici una sfida che nessun mortale potrà mai ripetere con verità e coraggio: «Chi di voi può rinfacciarmi una colpa sola?» Gli Ebrei risposero con la calunnia e l’insulto: «Tu sei un Samaritano ed un indemoniato». È la solita arma dei prepotenti, forti solo del numero e dell’audacia. La polemica poi s’accende e procede così serrata che la battaglia è inevitabile. Ed ecco che gli Ebrei, invece di gettarsi a terra adorandolo, si curvano per raccogliere le pietre e finirlo a sassate. Allora si udì il crepitio violento e rabbioso dei sassi senza bersaglio sul cortile. Gesù era sparito. Avrebbe potuto freddarli tutti, pietrificarli sul posto. Ma Egli è Dio, e Dio è paziente, prima di colpire attende la sua ora. Anche quando castiga, avvisa, aspetta, si lascia perseguitare, e vincere. Nessuna meraviglia però se, colma la misura, intervenga in modo spaventoso, travolgendo individui, città, nazioni e precipitando nella eternità delle pene le anime. La S. Scrittura ci avverte che con Dio non si scherza e che è terribile cadere nelle mani del Dio vivente.

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