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Capitolo secondo: il mese di febbraio

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Note

Note

Durante il mese di febbraio troviamo ulteriori notizie di vessazioni nei confronti degli Ebrei in Germania e in Romania.Mentre la stampa fascista italiana procede con la sua campagna antisemita,su Informazione Diplomatica viene pubblicata una importante,ma contraddittoria,nota ufficiosa del Governo italiano che,da una parte esclude ogni provvedimento antisemita,dall’altra esprime intenzioni poco rassicuranti verso la minoranza ebraica.I rappresentanti svizzeri prendono parte alla riunione della Società delle Nazioni,ma senza apporre nessuna firma sullo Statuto dei rifugiati della Germania.Nel Canton Ticino il foglio fascista pubblica un articolo dichiaratamente antisemita.

Germania

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In questo periodo l’attenzione della Germania è rivolta quasi esclusivamente al territorio austriaco.Si avanzano pesanti pretese affinché lo stesso si annetta al Reich.Il Governo austriaco preannuncia un referendum in proposito.Sembra che si sia trovato un accordo.La tensione rimane comunque molto alta. Sulla stampa non viene riservato molto spazio alle notizie riguardanti i provvedimenti che nel frattempo vengono presi contro gli Ebrei. Giunge nondimeno la notizia di una misura atta a valorizzare il ‘commercio dell’abbigliamento ariano’a danno di quello gestito da ebrei:: l’introduzione di un’etichetta che garantisca che gli articoli di confezione non siano passati in nessuno stadio della produzione attraverso mani ebraiche.1

In Italia viene introdotto anche nelle formazioni studentesche il ‘passo dell’oca’rinominato per l’occasione ‘passo romano di parata’2 e la campagna antisemita sui giornali fascisti prosegue ininterrottamente.Ai quotidiani Il Tevere e il Regime fascista si sono affiancati altri organi di stampa: Il Quadrivio la Vita italiana di Giovanni Preziosi che, tra le altre cose,ha pubblicato una riedizione dei Protocolli dei Savi di Sion. 3 La proliferazione di articoli antiebraici anche su altri giornali, come Il Popolo d’Italia,e la traduzione in italiano del libro di Céline, furiosamente antisemita,4 ha indotto molti a chiedersi se sia imminente una svolta antisemita del fascismo italiano. In risposta a queste illazioni l’Informazione diplomatica pubblica una nota ufficiosa del Governo italiano.5 La prima parte di questo documento appare sui giornali ticinesi6 il 17 febbraio.

Recenti polemiche di stampa hanno potuto suscitare in alcune sfere estere l’impressione che il Governo fascista stia inaugurando una politica antisemita. Nelle sfere responsabili di Roma si dichiara che questa impressione è erronea e si considera che le polemiche sono soprattutto dovute al fatto che le correnti antifasciste mondiali sono generalmente l’opera di elementi ebrei. Queste stesse sfere ritengono che il problema ebreo universale non può essere risolto che in un sol modo: creando in qualche parte del mondo una nuova Palestina, uno Stato ebreo che possa rappresentare e proteggere per via diplomatica e consolare tutte le masse ebree disperse in diversi paesi. Il fatto che esiste in Italia una colonia ebrea non implica necessariamente che vi sia un problema specificatamente italiano. In altri paesi gli ebrei si contano a milioni, mentre in Italia su una popolazione di 44 milioni di abitanti, la massa degli ebrei ascende fra i 50e i 60mila. Il governo fascista non ha mai pensato e non pensa a prendere misure d’ordine politico, economico o morale ostili agli ebrei come tali, salvo beninteso nel caso si trattasse di elementi nemici del regime.

La stampa ticinese interpreta questa nota in chiave rassicurante,e la considera una presa di distanza del fascismo ufficiale dalle pretese avanzate dai gruppi antisemiti del partito.Il quotidiano l’Avanguardia pubblica la nota sotto il titolo «Farinacci sconfessato».7 Ma la nota non è stata riportata integralmente,come fa notare la Gazzetta Ticinese il giorno seguente.Nel testo pubblicato era stato omesso il periodo finale:

Il governo fascista si riserva tuttavia di vigilare sull’attività degli ebrei venuti di recente nel

nostro paese, e di far sì che la parte degli ebrei nella vita complessiva della nazione, non risulti sproporzionata ai meriti intrinseci dei singoli e all’importanza numerica della loro comunità.8

Contrasti nella Comunità israelitica italiana

La Gazzetta Ticinese,con un lungo articolo dal titolo «Gli ebrei in Italia.Facendo il Punto»9 tenta di spiegare quali ripercussioni hanno avuto sugli Ebrei italiani sia la campagna giornalistica sia le polemiche nelle quali sono stati coinvolti.Si scopre che la situazione degli Ebrei italiani non è poi così quieta come si pensava.Il regime diffida di loro e dubita profondamente della loro lealtà alla patria considerandoli legati all’Internazionale ebraica.Tutto ciò ha provocato conflitti e confusione nelle comunità israelitiche.In seguito alle forti pressioni esercitate,la popolazione ebraica cerca di difendersi in tutti i modi proclamando la propria lealtà all’Italia,e i gruppi fascisti interni alle comunità stesse avevano già tentato di indirizzare l’ebraismo italiano verso una svolta compiacente al regime.Il 30 maggio 1937, infatti,il Comitato degli italiani di religione ebraica,al quale aderiscono eminenti personalità di varie comunità si era riunito a Firenze e aveva approvato un ordine del giorno nel quale si affermava che:

gli italiani di religione ebraica sono e si dichiarano nettamente nemici di qualunque internazionale ebraica e non ebraica, massonica, sovversiva o sovvertitrice antifascista, considerando l’ebraismo come puro fatto religioso, dichiarano di non aver nulla in comune con chiunque professi dottrine sioniste e disconoscono il giornale Israel, le cui idee, ed i cui programmi, sono in netto contrasto con le loro convinzioni e con il loro spirito.

Questa risoluzione viene però quasi subito sconfessata da parte dell’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane,il cui consiglio,riunitosi a Roma dieci giorni dopo,vota un ordine del giorno nel quale rivendica il diritto dell’Unione di «mantenere contatti con le comunità israelitiche all’estero».Pur confermando fedeltà alla patria e al regime,qualifica le deliberazioni di Firenze «contrarie al prestigio e all’ordine giuridico e amministrativo dell’ebraismo italiano».Sulla Gazzetta Ticinese l’articolo termina con la domanda:quale delle due tendenze ha raccolto maggiori consensi in seno alla massa degli Ebrei italiani? Per rispondere si cita un articolo apparso sul Quadrivio

dal titolo «La polemica sugli ebrei – bilancio di un anno» nel quale si legge che:

Una volta liquidata la secessione operata dal Comitato degli italiani di religione ebraica, la compattezza dell’ebraismo italiano oggi è sicura […] la parola d’ordine passata di bocca in bocca nelle comunità e nelle sinagoghe nei confronti del sionismo è questa: né sionisti, né antisionisti, ma asionisti. Per il resto, resistere e aspettare che passi.10

Europa Orientale

Il Corriere del Ticino di esprime sulla situazione in Romania con due «Lettere da Vienna».Nel primo articolo,11 così considera la politica dell’ex primo ministro Goga:12

All’interno Goga intende regolare la questione israelita. Egli non tollera i progromi, ascolta i voti dei delegati israeliti, conferisce col loro capo Fischer, ma svolge tuttavia il suo programma di riduzione dell’influenza ebraica a proporzioni sopportabili. La stampa semita viene proibita, si toglie agli ebrei il diritto di esercitare il piccolo commercio nei villaggi, si introduce nelle industrie e nelle scuole il numerus clausus. E poiché in Romania gli uomini contano più della carta stampata, in tutti i posti di comando sono stati nominati noti antisemiti. Si proibisce ai semiti di assumere serve ariane di meno di 40 anni, in breve ci si è messi a seguire l’esempio dato dai nazisti tedeschi. La Camera che avrebbe dovuto essere eletta ai primi del mese prossimo doveva occuparsi di un progetto di legge per la protezione della razza rumena.

Nel secondo articolo13 che prende in considerazione la situazione sociale e politica dopo la sostituzione di Goga da parte di un Governo di Unità Nazionale ispirato da re Carol II vengono indicati i propositi del nuovo regime rumeno:

Leggendo i 14 punti del Patriarca Miron si scopre la stessa sfida lanciata alla democrazia e la stessa volontà di realizzare uno Stato puramente nazionale. Le minoranze autoctone saranno oggetto di tolleranza ben circoscritta, mentre gli intrusi – leggere gli ebrei – saranno ridotti all’impotenza.

Per il commentatore del giornale «il significato di queste misure è molto chiaro:il regime nazionale,cristiano,e per forza di cose,antisemita,non potrebbe essere l’opera dei partiti o di qualche sognatore,ma sarà instaurato dalla Corona,unico arbitro dei destini della

nazione rumena» e per questi motivi «salvo imprevisti la Rumenia evolve verso un regime più stabile di quelli avuti finora e che corrisponde meglio ai bisogni della nazione».

Svizzera

La preannunciata conferenza della Società delle Nazioni sull’aiuto ai profughi tedeschi si è conclusa.Il 12 febbraio il quotidiano la Libera Stampa14 riporta la notizia come segue:

La firma dello Statuto dei rifugiati tedeschi. Ginevra. Sette Stati su 14, partecipanti alla Conferenza convocata dalla Società delle Nazioni, hanno firmato la convenzione concernente lo Statuto dei rifugiati provenienti dalla Germania, formulando però alcune riserve. Hanno firmato il Belgio, la Gran Bretagna, la Danimarca la Spagna, la Francia, la Norvegia, i Paesi Bassi. Il dr. Rothmund ha firmato in nome della Svizzera unicamente l’atto finale – specie di processo verbale della conferenza – facendo però la seguente dichiarazione: «Il Governo svizzero non ha autorizzato la sua delegazione a firmare la convenzione. Esso si riserva di esaminarla e di prendere una decisione per quanto concerne la firma».

Con questo atteggiamento la Svizzera lascia intendere di non volersi assumere impegni vincolanti in fatto di accoglienza profughi per il futuro.

Editoriali, commenti, opinioni, segnalazioni

I fascisti ticinesi… e gli ebrei I fascisti ticinesi che ormai nel 1938 non hanno più nessun peso politico e non dispongono più di un loro foglio periodico,escono irregolarmente,‘quando loro aggrada’,con dei numeri unici dal titolo ogni volta diverso.Il numero di febbraio si chiama La Verità15 e riporta un articolo firmato da Nino Rezzonico,intitolato «Il Giudeo». È una lunga filippica,sfornata nel più tipico e colorito linguaggio antisemita fascista,contro lo scrittore Emil Ludwig noto per una biografia ufficiale di Mussolini.L’appiglio per la sfuriata è un articolo che Ludwig ha pubblicato sul settimanale Marianne di Parigi.In risposta, Rezzonico,che ritiene di svilire lo scrittore aggiungendo ‘Cohen’al suo cognome,si esprime in questo modo:

Articolo scritto con abilità di vecchio mestierante, ma permeato di quello spirito ebraico internazionale che vedendosi, a causa dell’autarchia italo-germanica, precluso lo sfruttamento di due grandi popoli, cerca in ogni modo di menomare le virtù essenziali delle due stirpi. Ciò non ci stupisce. Comprendiamo il risentimento verso Adolfo Hitler il quale ha messo fine alla strapotenza ebraica in Germania. Né ci sorprende che il Cohen abbia cercato di sminuire il valore del Führer proprio in quello che il popolo germanico ha di più caro: l’onore militare. La boria orientale di cui l’Autore dei Colloqui con Mussolini e altre biografie romanzate d’uomini illustri fa tanto sfoggio rispecchia la tradizione del popolo d’Israele, che si ritiene l’eletto del Signore. Nell’immediato dopoguerra, gli scrittori ebrei germanici dimostrarono la loro innata abilità disgregatrice nel descrivere la guerra che non avevano fatta […]

L’articolo prosegue su questo tono,ma quanto trascritto è sufficiente per rendere l’idea.

La Famiglia… e le conversioni degli ebrei La Famiglia, 16 settimanale cattolico,pubblica un articolo che citiamo testualmente:

Una che ha capito. I giornali annunciano di questi giorni la conversione di una famosa ballerina, la signorina Ida Rubinstein. La Rubinstein, di origine ebrea, si è fatta cattolica… vuol dedicarsi a drammi di ispirazione mistica… La Rubinstein è una che ha capito la volgarità dei divertimenti che formano, invece, il sogno e il pericolo di tanti.

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