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Introduzione
Colpisce in questo libro la ricchezza di informazioni,l’ampiezza di orizzonti e la varietà di punti di vista che l’autrice riesce ad offrire pur a partire da un ambito di studio assai limitato:la stampa del Canton Ticino in Svizzera nel corso del 1938.Scorrendo gli articoli sulla condizione degli Ebrei nei vari paesi e sulla questione dei profughi,tratti dai numerosi giornali di diverso orientamento allora pubblicati,lo sguardo del lettore finisce per aprirsi su tutte le grandi questioni che interessano l’Europa alla vigilia della seconda guerra mondiale:dalla politica espansionistica della Germania di Hitler alla diffusione delle pratiche antisemite oltre i confini tedeschi,al ruolo della Chiesa nelle relazioni internazionali e nella realtà dei singoli paesi,al clima generale di paura crescente per il futuro. Va detto che il punto di osservazione scelto per la ricerca aiuta non poco ad assumere una prospettiva così ampia.Il luogo è senza dubbio cruciale:siamo infatti in Svizzera e cioè nel bel mezzo del continente europeo,ai confini di alcune delle maggiori potenze di lì a poco coinvolte nel conflitto.Anche il momento è decisivo:il 1938,l’anno in cui in rapida successione si materializzano a una a una le innumerevoli ragioni dello scontro immane in febbrile preparazione.Per non dire poi del tema posto al centro dell’attenzione:le persecuzioni contro gli Ebrei,la manifestazione cioè più vera e più atroce in quel momento dello spirito del tempo,destinata a superare ogni frontiera fra paesi e,addirittura, fra gli stessi schieramenti internazionali in competizione.Va considerata infine la fonte scelta da Silvana Calvo per la sua ricerca:i giornali di un paese dove vigeva la libertà di stampa e in cui dunque era possibile discutere pubblicamente di quanto stava accadendo nella realtà locale e
in quella internazionale:fatto questo sempre più raro all’epoca e tanto più straordinario se ad esso guardiamo avendo nello sguardo il desolante panorama della stampa italiana dello stesso periodo. L’aver studiato i giornali ha peraltro reso possibile all’autrice un lavoro approfondito in molte direzioni.La lettura attenta degli articoli le ha consentito innanzitutto di richiamare fatti e avvenimenti di grande interesse attraverso cronache e descrizioni di immediata freschezza.Ma c’è di più:emergono con chiarezza i comportamenti dei soggetti politici principali di quegli anni e in primo luogo delle autorità pubbliche dentro e fuori dai confini svizzeri;risultano ben delineate le posizioni di istituzioni e di soggetti singoli rispetto ai vari problemi presi in considerazione.Ma in particolare si manifesta via via agli occhi del lettore,attraverso le sue mille sfumature,il clima politico, sociale,culturale che si viene progressivamente a determinare in seguito ai grandi cambiamenti in atto.Da un tale punto di vista,a saperla leggere,la stampa può infatti offrire un contributo notevole di conoscenza,perché,oltre ad orientare l’opinione pubblica a seconda delle diverse tendenze di cui è espressione,essa ne è anche un riflesso,ne subisce indirettamente i condizionamenti,ne raccoglie le pulsioni sotterranee,i sentimenti,le aspirazioni,le paure. Nel caso di questo libro le numerose e interessanti citazioni tratte dai vari periodici danno conto delle correnti che attraversano l’opinione pubblica svizzera in relazione a fatti di grande importanza e a cambiamenti duramente irreversibili,come l’annessione dell’Austria da parte di Hitler,la conferenza di Monaco o l’emanazione delle leggi razziali in Italia.La Svizzera risulta schiacciata in quel frangente dal peso preponderante dell’espansionismo tedesco e questo condiziona tanto la politica del governo – orientata ad una neutralità fortemente subalterna –,quanto lo spirito delle forze politiche e della popolazione,per lo più – ma non sempre – assai condiscendente verso le decisioni assunte ai vertici della Confederazione.Va poi considerato che,nel 1938,in seguito all’Anschluss e alla svolta antisemita di Mussolini la pressione dei profughi ebrei alle frontiere – soprattutto a quella con l’Austria –si va facendo particolarmente forte,suscitando reazioni e preoccupazioni a tutti i livelli.Di qui il progressivo e rapido irrigidimento contro l’arrivo di nuovi profughi da parte delle autorità svizzere,prontissime a riproporre all’interno del paese la politica di drastica chiusura – soprattutto verso gli Ebrei tedeschi – così diffusa a livello internazionale,come dimostra senza equivoci l’ipocrita nulla di fatto sancito
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alla conferenza di Evian.Di qui anche una crescente pressione sulla stampa,chiamata a non ostacolare le politiche governative sia attraverso espliciti condizionamenti,sia contando su una crescente disponibilità di larga parte di politici e giornalisti all’autocensura. Su tutto questo il libro offre uno sguardo attento e mirato.È come se il lettore potesse sfogliare lui stesso direttamente le pagine dei giornali dell’epoca e partecipare in prima persona delle sensazioni e dei contrasti di allora.Ma con in più il sostegno di una guida attenta e consapevole,capace – come si dimostra l’autrice in tutto il libro – di formulare volta per volta gli interrogativi più interessanti e significativi.Una guida peraltro animata da una permanente libertà di pensiero,che la porta a non arrestarsi mai là dove invece si è spesso fermata una storiografia troppo attenta a non incrinare l’immagine di una Svizzera compassionevole e solidale per definizione.
Fabio Levi Dipartimento di Storia Contemporanea dell’Università di Torino