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Capitolo primo: il mese di gennaio

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Note

Note

Avvenimenti eccezionali,di quelli che suscitano titoli in prima pagina,nel primo mese del 1938 non ne avvengono.Per l’argomento di cui ci stiamo occupando,gli Ebrei e l’antisemitismo,ci sono nel corso del mese soprattutto notizie riguardanti l’Ungheria,la Romania e la Polonia.In questi paesi,infatti,è in atto l’acuirsi dell’insofferenza verso la popolazione ebraica.Vengono messe in cantiere legislazioni restrittive con l’introduzione del numerus clausus in vari ambiti (scuola,commercio,attività artistiche,giornalismo ecc.) e si paventano espulsioni e revoche della cittadinanza.Dalla Germania giunge qualche notizia di provvedimenti o provocazioni contro gli Ebrei:nuove restrizioni per l’attività dei medici,messa al bando di brani musicali considerati impuri.Altre vessazioni vengono minacciosamente preannunciate dai giornali del Reich.Dall’Italia giungono segnali antisemiti da alcune frange del fascismo.Sulla stampa ticinese appaiono due articoli di commento:sul Corriere del Ticino un servizio relativo all’antisemitismo in Polonia e sul Popolo e Libertà una riflessione sulle conseguenze dell’antisemitismo e della politica europea nei confronti della Palestina.

Svizzera

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All’inizio del 1938 la Svizzera si trova ad attraversare un momento di crisi economica accompagnata da una notevole disoccupazione. Geograficamente si trova incastrata tra i due paesi dell’Asse,la Germania e l’Italia,che vengono vissuti ambedue come ‘grandi poten-

ze’,e tra i quali cerca di destreggiarsi.Gli avvenimenti del 1938 ci aiuteranno a capire in quale modo. Per quanto concerne gli Ebrei non vi sono provvedimenti antisemiti.Quali siano i sentimenti e i comportamenti della popolazione,della stampa,dei politici e delle istituzioni nei loro riguardi è quanto si cercherà di scoprire nel corso di questo viaggio. Profughi ebrei dalla Germania,negli anni recenti,ne sono arrivati molti,ma solo alcune centinaia di essi si sono fermati in Svizzera,la stragrande maggioranza si è diretta verso altre destinazioni.In questo momento il ‘problema profughi’,se esiste,non è in fase acuta. L’attualità registra soltanto l’annuncio che il Consiglio Federale ha designato i signori Dr.Rothmund e Dr.Schemi a rappresentarlo in una conferenza a favore dei rifugiati politici indetta per febbraio dalla Società delle Nazioni.1 Il Dr.Rothmund è un alto funzionario della Polizia Federale degli stranieri.È un personaggio che non sarà presto dimenticato,e su di lui,e sulla politica da lui rappresentata,ci si interrogherà ancora oltre l’anno 2000. Il Dr.Schemi dipende dal Dipartimento di Giustizia e Polizia.Queste scelte inducono a pensare che il problema dei profughi sia considerato dal Governo svizzero prevalentemente un problema di ordine pubblico e di polizia.

Germania

Sono passati cinque anni dalla presa del potere da parte del nazismo. Hitler domina la scena e avanza arroganti pretese su diversi fronti. Rivendica l’annessione di territori non germanici abitati da tedeschi. Questo vale per l’Austria,ma pretende anche la cessione di regioni da paesi,come la Cecoslovacchia,la Jugoslavia e la Polonia,che in certe loro zone ospitano una popolazione tedesca. All’interno del paese ogni opposizione è stata debellata e nulla sembra ostacolare la marcia trionfale del nazismo.Tuttavia in questo primo mese del 1938 è trapelata una piccola notizia in controtendenza.Sono apparsi manifesti antinazisti a Berlino,e la polizia segreta,la Gestapo,è stata incaricata di dare la caccia all’organizzazione Opposizione Tedesca.2 Per quanto riguarda gli Ebrei,in questi ultimi cinque anni Hitler non è stato inerte.Con provvedimenti amministrativi e con la creazione di un clima di feroce ostilità ha reso sempre più intollerabili le loro

condizioni di vita.Sono già state varate specifiche leggi.Nel 1933,la Legge per il rinnovamento della pubblica amministrazione3 e,nel 1935,la Legge sulla cittadinanza tedesca4 (una delle tre ‘leggi di Norimberga’) e il Primo regolamento alla legge sulla cittadinanza tedesca. 5 Su quali siano le intenzioni ultime del regime nazista riguardo alla popolazione ebraica regna ancora una certa confusione.Fino a questo momento ha ancora molto credito la convinzione che la politica nazista abbia lo scopo di rendere la Germania Judenrein,ossia ripulita dagli Ebrei,attraverso l’emigrazione.Tra il 1933 e il 1938,un ebreo su tre ha abbandonato il paese:dei 520 mila ebrei che vivevano in Germania al momento della presa del potere dei nazisti,cinque anni dopo,ne rimangono 350 mila.6 Nel corso del mese arrivano dalla Germania notizie di ‘ordinaria normalità’.I medici non possono più lavorare per le casse malattia;7 oltre a quelli già proibiti in precedenza,vengono messi all’indice per ‘contaminazione giudaica’altri brani musicali.8 L’Angriff preannuncia sensazionali rivelazioni contro gli Ebrei,9 e lo Stürmer, il più accanito nella lotta antisemita,viene ritirato dalla circolazione10 per insondabili motivi,ma riappare dopo un paio di giorni più aggressivo che mai,con un servizio sui «delitti degli ebrei contro la razza» e con la minaccia della pena di morte per detti ‘delitti’.11 Sembra che queste cose non facciano notizia:si trovano,sotto forma di trafiletti nelle varie rubriche «ultime notizie»,«notizie telegrafiche» o «notizie dal mondo».

Italia

Corre l’anno XVI dell’era fascista.Sono ormai passati 16 anni dal 22 ottobre 1922,data della Marcia su Roma e della presa del potere da parte del fascismo in Italia.Il regime è consolidato:ogni dissenso è stato domato,i partiti vietati e gli oppositori incarcerati,al confino o in esilio.La stampa è completamente sotto controllo e le istituzioni sono saldamente nelle mani del Partito Fascista.Mussolini,capo assoluto e indiscusso del paese,si è conquistato la benevolenza della Chiesa con la firma dei Patti Lateranensi del 1929.In campo internazionale,è riuscito a catalizzare verso di sé una controversa considerazione grazie alle sue avventure ‘imperiali’e all’intervento militare a sostegno del generale Franco in Spagna.Il fatto più rilevante è indubbiamente l’alleanza con Hitler mediante l’Asse Berlino-Roma.In

questo periodo,vi sono però anche dei contatti politici per realizzare un avvicinamento con l’Inghilterra e la Francia.Questi paesi vedono un tale accostamento in chiave antitedesca e antisovietica,mentre per Mussolini è importante ottenere il riconoscimento internazionale delle sue conquiste africane.Inoltre,mantenere aperto il discorso da una parte con la Germania e dall’altra con i due paesi democratici,gli può fornire un margine di manovra politica di maggior peso. Fino a questo momento il fascismo non ha manifestato nessuna intolleranza nei confronti degli Ebrei residenti in Italia.Nel partito sono accettati senza problemi e la loro adesione al partito è proporzionalmente simile a quella degli altri sudditi del regno.È pur vero che certe frange del partito fascista scalpitano per una svolta antisemita conforme alla politica della Germania.In particolare dalle colonne dei giornali il Regime Fascista di Farinacci e Il Tevere con Telesio Interlandi si levano voci,insieme a quella di Giovanni Preziosi,per promuovere la campagna antisemita in Italia.12 Oltre confine regna ancora la ferma convinzione che il fascismo italiano si differenzi in modo marcato dall’alleato nazista,in particolare sul tema del razzismo.Mussolini è considerato superiore a certe esagerazioni teutoniche.L’idea che il Duce possa,con l’andare del tempo,allinearsi a una politica antisemita non viene nemmeno presa in considerazione.È opinione generale che un problema ebraico in Italia non esista e nulla fa presagire che possano essere presi provvedimenti antisemiti in seguito.Le correnti antisemite del fascismo sono considerate,né più né meno,frange estremiste,insignificanti e folcloristiche. L’unica eco che arriva sulla stampa ticinese è la notizia che il giornale diretto da Farinacci,il Regime Fascista,lamenta una indifferenza sulla stampa italiana nei confronti dei Protocolli di Zion13 e accusa la «Giudaieria» di congiurare contro il fascismo.Inoltre propone l’adozione di una drastica limitazione alla libertà di azione degli Ebrei in Italia,la cui influenza,in tutti gli ambiti della nazione,dovrà essere ridotta alle proporzioni dell’uno per mille.14

Europa orientale

In Ungheria,in Romania e in Polonia vengono preannunciate misure legislative antiebraiche.Si parla in primo luogo di limitazioni dei diritti in vari settori,con l’applicazione del numerus clausus nelle uni-

versità,nel commercio,nelle arti,nel giornalismo,ecc.15 La tolleranza è ai minimi termini nei confronti degli ebrei giunti in questi paesi dopo il 1918 e c’è il proposito di revocare la nazionalità a coloro che l’hanno acquisita dopo la fine della prima guerra mondiale.Vengono anche segnalate due azioni antisemite non istituzionali,ma provenienti dal basso:l’aggressione violenta contro sciatori ebrei da parte di nazisti ungheresi,16 e il rifiuto dei contadini rumeni di restituire agli Ebrei il denaro avuto in prestito sul raccolto.17 La Francia e l'Inghilterra protestano apertamente contro i suddetti provvedimenti.18 Non si hanno notizie,invece,di proteste svizzere in proposito.I giornali tedeschi e italiani contestano con sprezzo e ironia a Francia e Inghilterra il diritto di intervenire a favore degli Ebrei di questi paesi.19 I motivi contingenti che hanno portato a queste iniziative in Romania,in Ungheria e in Polonia sono senz’altro dovuti all’influsso della propaganda e all’esempio del nazismo tedesco.E l’arrivo in questi paesi di profughi ebrei tedeschi e il ritorno in patria di ebrei precedentemente emigrati in Germania hanno sicuramente contribuito ad acuire l'intolleranza nei confronti della popolazione ebraica già largamente diffusa in questi paesi.Queste notizie non sembra suscitino particolare stupore o riprovazione e vengono accolte con relativa indifferenza.

Editoriali, commenti, opinioni, segnalazioni

Il Corriere del Ticino… e l’antisemitismo in Polonia20 In gennaio,troviamo un articolo sul Corriere del Ticino,dal titolo «Gli ebrei in Polonia» che rivela l’opinione del giornale sul tema.E’un tentativo di spiegazione dell’antisemitismo e una ricerca di giustificazioni.Il problema viene posto come fosse una contrapposizione insanabile tra polacchi ed ebrei che «si esecrano reciprocamente» e che si affrontano in «una vera guerra di sterminio».Quanto alle cause,l’autore spiega «al lettore occidentale,indignato e meravigliato» che l’avversione dei polacchi è dovuta in primo luogo al fatto che vi sono troppi medici e avvocati ebrei;il secondo motivo è che gli Ebrei «hanno un atteggiamento molto malaccorto,alzano grida che non servono a niente»;e infine perché «indicono manifestazioni pubbliche nei paesi occidentali e lavorano per mettere in piedi governi di sinistra» e

cercano la solidarietà degli intellettuali europei.Concludendo:«il problema degli Ebrei in Polonia non offre possibilità di soluzione pratica» e alla fine «vincerà una corrente selvaggia e irresistibile come un cataclisma e che passerà come un cataclisma».

Il Popolo e Libertà e… Dove andranno gli ebrei?21 L’editoriale «Dove andranno gli ebrei» dà anch’esso un primo saggio sulla posizione di questo giornale nei confronti dell’antisemitismo. Pur partendo dal presupposto che «il problema degli ebrei non è eludibile e presto o tardi si dovrà affrontarlo» e che «è inutile ripetere quello che noi cristiani,pensiamo degli ebrei»,quando si tratta di esaminare le soluzioni il Popolo e Libertà esprime forti riserve in merito a quanto si sta verificando.Dice infatti:«non si può prendere contro nessuno delle sanzioni a meno che non abbiano commesso delle azioni condannate dalle leggi» per cui «non si possono prendere delle misure di eccezione contro gli ebrei se non è provato che gli ebrei meritano l’eccezione» e inoltre «le espulsioni in massa,le persecuzioni,i progrom sono condannati dalla nostra morale».A questo proposito si pone la domanda «E dove devono andare?» visto che nessuno li vuole.In Palestina? Questa soluzione è difficile,per la protesta degli arabi,ma non impossibile:vi si oppone tuttavia la politica della Germania e dell’Italia che fanno di tutto per fomentare i disordini per mettere in difficoltà l’Inghilterra.

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