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LA GUARDIA REALE ALBANESE
La Guardia Reale - che esisteva nell'eserci to albanese prima del 1939 e che , p er motivi di s icurezza, era composta quasi esclusivamente da e lemen ti del Mahti, la regione di re Zog - fu il primo reparto ad essere costituito ed incorporato nel Regio Esercito , pochissimi giorni dopo lo sbarco , prima ancora che venisse decisa la sorte d elle Forze Armate albanesi .
Costituito in tutta fretta a Tirana il 16 apri l e , come battaglione su cinque compagnie, raggiungeva Roma il 21 ed era acquartierato nella caserma "Principe di Piemonte", a Santa Croce in Gerusalemme, sede de] 2 ° Reggimento Granatieri, con una forza complessiva di 24 ufficiaJi, uno dei quali italiano, 2 marescia11i, 52 sergenti maggiori e serge nti e 567 graduati e so ldati.
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Quest ' inusuale, bruciante urgenza nella formazione e nel trasferimento del reparto era ovviamente dovuta a ragioni politiche : si voleva che ci fosse a Roma un simbolo visibile dell'avvenuta unione delle due corone d ' Italia e d'Albania, in cambio si la sciava a Tirana il 3 ° Reggimento Granatieri - considerandosi i Granatieri come gli eredi della brigata "Guardie" .
Quasi certamente fu Mussolini il promotore - se non addirittura l' ide atore - di questo progetto . Già l' 11 apr ile il generale Pariani , Sotto-Segretario alla Gu ena, così te legrafava a Tirana al generale Guzzoni "Il Duce ha deciso che un battaglione della Guardia Reale si stabilisca a Roma et in ogni modo prenda parte alla grande rivista del 9 maggio. Pregoti studiare massima urgenza battaglione et proposte varie inerenti vita et trasporto" 201 •
Altre annotazioni di que s to interessamento si trovano poi aIJ'Ufficio Storico dell'Esercito tra i documenti del "fondo" H-9 "Car teggio del Capo del Governo".
Così già il I 7 aprile era restituita da1la Segreteria di Palazzo Venezia una brevissima nota nella quale si accennava alle un iformi per 600 uomini - 300 del Nord e 300 del Sud - da far sfilare il 9 maggio, il 21 si comunicava che il battaglione era giunto a Roma, che aveva fatto una buona impressione e che il 28 aprile sarebbe stato pronto. Di suo pugno il generale Pari~mi aveva aggiunto poi che ci s arebbero stati due battaglioni di 450 uomini, permanenti, il cui trattamento economico sarebb e stato parificato a quello dei Carabinieri.
Il 24 era approvato il disegno d ella bandiera per la cui benedi zione - dato che la maggioran za dei militari albanese era musulmana - si sarebbe dovuto stu diare un cerimoniale diverso da quello previsto dal "Regolamento di Disciplìna". Un altro strappo a questo regolamento doveva poi essere apportato ne lla formulazione del giuramento di fedeltà, facendo scomparire da1la formula la menzione dello Statuto.
La truppa prestava giuramento collettivamente la mattina del 29 aprile, alla presenza del generale Pariani, levando il braccio e gridando in albanese " Betoj" (Giuro), mentre gli ufficiali avevano prestato giuramento, singo larmente, nelle mani del comandante del 2° Granatieri.
II 9 maggio la Guardia Reale rappresentava la novità della parata militare per la "Giornata dell'Esercito" e, a causa anche della sua particolare uniforme di gala, destava un notevole interesse , così come lo avrebbe suscitato il 9 agosto a Torino durante la sfilata conclus iva delle grandi manovre.
Il 13 maggio la circolare 38610 del Ministero della GuerraGabinetto - stabiliva che, a differenza del resto dell'Ese r cito, fosse di p rescrizione per la Guardia Reale il saluto romano anche quando era indossato il copricapo , circolare fatta opport unamente rientrare con altra di 16 giorni dopo.
II 19 maggio il generale Pari~mi presiedeva una riunione nel corso della quale veniva stab ilito che la Guardia Reale divenisse reggimento su due battaglioni, composti esclusivamente da volontari, alt i almeno m. l,66 e con ferma triennale.
A questo punto, però, cominciavano i problemi. Da Tirana, sia pure in forma confidenziale, si faceva sapere che sarebbe stato assai arduo tenere a numero un reggimento con volontari in possesso dei requisiti richiesti , specie per quanto atteneva alle doti morali ed all ' alte zza , e si suggeriva, invece, di utiliz zare elementi scelti, tratti dalle classi di leva, dopo i primi sei mesi di servizio e magari abbandonando il limite d'altezza, così da poter rimandare ogni anno in Albania 600- 1200 uomini che avevano potuto conoscere l'Italia e , forse , non più analfabeti 202
La proposta era accettata qua s i integralmente: il limite di altezza era portato a m.1,64 ed il reclutamento s arebbe s tato effettuato tra i militari di leva con almeno sei mesi di servi zio, volontari se possibile, se no comandati , ma sempre elementi scelti. Tra i volontari si chiedeva di scegliere elementi di preferenza celibi, di più regioni e di divers e religioni, cercando di includere sarti, calzolai, falegnami e conducenti per venire incontro alle neces s ità del reggimento2 03 •
Per dare effettiva esecuzione a queste decisioni venivano congedati, a luglìo, 300 soldati delle due classi più anziane e poi a settembre altri 100, che erano rimpiazzati da 277 reclute della classe 1918 e da 78 volontari.
Erano, questi , segni ch iarissimi della pratica impossibilità di costituire un intero reggime nto, cosicché ci si dovette contentare di aggiungere al battaglione esistente il comando ed il deposito reggimentali.
Il comando doveva comprendere, oltre al comandante, l'aiutante maggiore in l", l ' ufficiale medico, la squadra comando, con un sottufficiale e sei uomini di truppa, e la fanfara reggimentale di 34 elementi, uno dei quali era il capo -banda ed un altro era addetto al trasporto della speciale insegna metallica, di tipo orientale, prescritta per la fanfara.
202 Lettera I 9 -6-1939 del Ten. Co l. D ' Andre a in Hl - b. 35.
203 Lettera Mini s tro de lla Guerra-Gabinetto del 27/6/1939 - ibidem.
Quest'ultima, da considerarsi banda reg gimenta le , doveva essere reclutata tra i migliori elementi de.lle due bande militari esistenti a Tirana. Il deposito reggimentale doveva esser formato da sette ufficiali, 1O sottufficiali e 29 uomini di truppa.
Un pro-memoria del 25 gennaio 1940 faceva presente a Mussolini che non era possibile completare il reggimento previsto - non si riusciva neppure a completare un battaglione - e che il mantenimento di un reggimento con l'appellativo di "Rea le" avrebbe conferito al reparto una ingiustificata precedenza rispetto ai reggimenti italiani.
Si proponeva quindi di ridurlo a battaglione e di eliminare l'aggettivo. Con una brevissima anno tazione il duce decideva "lasciare "reale" e metterlo in più ad un Reggimento Granatieri".
Questa decisione era poi resa ufficiale dalla circolare 100495 d el Ministero della Guerra-Gabinetto - datata 6 febbraio che disponeva che la Guardia Reale Albanese fosse costituita da un solo battaglione, con la bandiera del Corpo e la banda, che fossero disciolti il comando di reggimento ed il deposito e che il battaglione entrasse a far parte organica del 1° Reggimento Granatieri, in più dei reparti previsti dall'organico di pace del reggimento (vedi documento numero 28). Con l'occasione era precisato che la banda avrebbe dovuto assumere la formazione organica su 40 eleme nti prevista dalla circolare 103590 del Ministero della Gue1Ta-Gabinetto - del 29 gennaio 1940.
In realtà il nuovo ordinamento di battaglione su cinque compagnie non era assunto che dal 1° aprile. A quella data il reparto contava 28 ut1ìciali (di cui quattro italiani) , 6 marescialli, 48 sergenti maggiori e sergenti, 522 caporali e so ldati. Nel corso del suo primo anno di vita aveva svolto un normal e programma di attività addestrative ed in più un corso di l,in gua italiana.
Le esercitazioni invernali, della durata di una sett imana, si erano svolte nella zona ad Est di Roma mentre le manovre con i quadri, per gli ufficiali, si erano svo lte dalla parte opposta, a cavaliere della via Aurelia204
Il 16 aprile - ricorrendo la festa nazionale albanese (accettazione della corona cl' Albania da parte di Vittorio Emanuele III) - il battaglione avrebbe osservato l'orario festivo, indos sato la grande tenuta e ricevuto un rancio speciale, mentre nella casenna "Principe di Piemonte", dov 'era acquartierato , la bandiera italiana sare bbe stata affiancata, a sinistra , dalla bandiera albanese205.
P er provvedere alle necessità spirituali dei militari del battaglione - in gran parte musulmani ed ortodossi, appartenenti cioè a confessioni, all'epoca, non diffuse in Italia - era necessario addirittura promulgare una legge- la n. 1013 del 14 giugno 1940che prevedeva che l'assistenza a questi militari fosse prestata "da due sa ce rdoti di religione diversa da quella catto li ca , apostolica, romana da assumersi alle condizioni da stabilirsi con apposita conve z ione da approvarsi dal Ministero della Guerra di concerto a quello delle Finanze".
Peccato che, essendo irreperibili i documenti relativi al battaglione (in particolare gli "ordini del giorno"), non si possa conoscere l ' effettivo seguito dato a queste disposizioni.
Allo scoppio della guen-a, con circolare del 17 giugno, era disposto l'approntamento del battaglione (20 ufficiali, 28 sott ufficiali e 528 caporali e soldat i, con 24 f ucili mitragliatori, 9 mortai d'assalto e 4 mitragliatrici) che avrebbe raggiunto la Divisione "Gra natieri di Sardegna" nella zona di radunata al fronte occ i dentale. Il battaglione, reduc e da un mese d.i eserci tazioni ne lla zona ad est di Roma, arrivava s ulle Alpi a guerra finita e la partec i pazione alla campagna si limita va, in pratica, ad una sua esibizione in alcune località del Piemonte206 li battaglione tornava poi a Roma , dove sa rebb e rimasto sino al suo sciogl im en to , e vi conduceva una più che tranquilla vita di guarnigione per oltre tre anni, durante i quali il s uo massimo impegno sarebbe stato quello di montare la guardia al Quiri- nale, fede le in questo, al suo motto araldico "Gati me vdeke per Mbret'' (Pronti a morire per il Re) .
205 Circolare 197790 del Mini stero della Guerra-Gabinetto del 2 1 maggio 1940.
206 Memorie Storiche b. 044 2.
Nonostante questo tipo di vita, tutto considerato, da invidiare, in un esercito im pegnato in operazioni militari su più fronti, il reclutamento del battaglione incontrava crescenti difficoltà, in relazione anche alla situazione politico -militare albanese.
Forse per facilitare il completamento degli organici venne deciso, nel novembre del 1941, che il battaglione sarebbe stato costituito da comando, banda e tre compagnie, con un totale di 19 ufficiali, 28 sottufficiali e 439 uomini di trnppa e che avrebbe dovuto avere una più spiccata caratteristica di "Guard ia Reale", sopprimendo tutti quegli aspetti che sino ad a ll ora gli avevano conferito la fisionomia di u n normale battag li one di fanteria 207 , così ad esempio l'armame nto sarebbe stato soltanto quello individuale. Nella stessa occasione era decisa anche la costituzione di un 2° battaglione, con le medesime caratteristiche, da dislocare a Tirana, precisando, però, che per la sua effettiva costituzione sarebbero state emanate s uccessive disposizioni.
Intanto era già difficile provvedere ai 150 uomini necessari al 1° battaglione per sostituire i congedandi - 15 - e, soprattutto, i 135 elementi non dotati dei richiesti requisiti fisici e morali 208 .
I r im p iazzi, si rispondeva, sa rebbero stati disponibili allorchè il 2 ° scaglione della stessa c lasse 1920 avesse termi nato iJ primo periodo d'addestramento .
Co n eleme nti della stessa provenienza sa rebbe anche stato poss ib ile cos6tuire, a Tirana, il 2 ° battaglione, dal 1° settembre 1942.
In un second o tempo si pensò, nel maggio del '43, che questo b attaglione (c he si andava orga ni zzando con molto ritardo), pur conservando la "preminente caratteristica di elemento rappresen1ativo e di onore", potesse essere anche impiegato " in piccole operazioni a carattere militare", dotandolo, q u indi, di fucili
207
208 Ibidem Lettera de l Ministero della Guerra - Dir. Gen. Leva - a l Comando Super iore Forze Armale cl ' Albania in data 27 gennaio 1942 mitragliatori, mortai e moschetti automatici, ed apportando lievi modifiche agli organici.
Tali modifiche erano approvate il 3 agosto con circolare 148300 del Ministero della Guerra -Gabinetto - (vedi documento numero 29) ma la situazione s i era ormai talmente deteriorata che il 23 agosto il Comando Gruppo Armate Est esprimeva parere contrario al riordinamento, dato che le formazioni armate albanesi - sa lvo poche eccezioni - non erano che "elementi di disordine e fonti di r{fornimento di uomini, armi e muni zioni per i ribelli" 209 •
Negli stessi giorni anche il battaglione cli Roma aveva i suoi problemi in fatto cli organici. Le difficoltà incontrate negli arruolamenti lo avevano visto contrarsi a due sole compagnie oltre alla banda, cosicchè a fine agosto la sua for za era ridotta ad appena 253 uomini che, con l'imminente congedo della classe 1920, si sarebbe ulteriormente ridotta a so li 118.
Ci si riproponeva allora di riordinarlo su comando di battaglione, banda ed una so la compagnia.
L'annuncio dell'armistizio e l'occupazi one tedesca sopravveniva no, comunque, prima del riordinamento. Il reparto era sciolto dopo 1'8 settembre, gran parte dei suoi componenti si era sbandata, cosicchè il 25 novembre ce n ' erano soltanto 39 in serv-izio presso l'Ufficio Stralcio del battaglione che, per ordine espresso del Comando della Città Aperta di Roma, doveva essere scio lto anch'esso entro la fine del mese2 10 •
Capitolo 13
I Carabinieri E La Gendarmeria
Abbiamo accennato nel capitolo iniziale al ruolo svo lto dai Carabinieri nella organizzazione della Gendanneria albanese durante la Grande Guerra e subito dopo.
Oltre a formare i gendarmi, che nelle province di Valona e di Argirocastro prestavano servizio unitamente ai carabinieri , l'Arma venne infatti invitata dal governo albanese , nella primavera del 1919, ad organizzare un corpo di Gendarmeria su tutto D te rritorio nazionale.
Venne prescelto per guidare la missione incaricata di questo compito il tenente colonnello Ridolfi - già organizzatore della Gendarmeria Ottomana - che portò con sé cinque maggiori, quattro capitani ed alcuni sottufficiali.
Si organizzarono due scuole, a Tiran a e ad Argirocastro, per la formazione dei quadri e dei gendarmi ed in otto mesi erano preparati gli elementi per cinque battaglioni di 600 uomini l'uno . Non fu però poss ibile estendere il servizio della Gendaimelia nelle province del Sud ed il peggioramento delle relazioni italo-albanesi fece sì che già nel 1920 fosse ritirata la missione organizzatrice.
La Gendarmeria - così come era stata ordinata - sopravvisse fino al 1924, all'avvento al potere di Zog, che la fece poi riorganizzare da ufficiali inglesi, anche se alcune caratteristiche, come lo "sco mpartimento territoriale", riuscirono a sopravvivere fino al 19432 11 •
Durante il periodo di riavvicinamento tra l'Italia e l'Albania venne invitato, per ri organizzare la Gendaimeria, il tenente colonnello dei Carabinieri Crispino Agostinucci .
Della progettata riorganizzazione no n se ne fece, però, nulla, ci si limitò ad inviare a Firenze dei gendarmi perché vi frequentassero un corso per aspiranti vice-brigadieri 2 12 ed il tenente colon n e ll o Agostin ucci trascorse i tre anni successivi organizzando l"'Ente Nazionale Gioventù Albanese", base della Milizia Premilitare.
Nel 1931 Agostinucci rimpatriava e tra Gendarmeria ed Arma non intercorsero più rapporti tranne la frequenza dell'Accademia di Modena da parte di alcuni allievi destinati alla Gendarmeria. Quest ' ultima - dal canto suo - stava attraversando, negli ultimi anni de l regno cli Zog, un periodo di decadenza, dovuto soprattutto al clima e alle inframettenze politiche .
Nel 1939, al momento dello sbarco, la Gendarm e ria - che non faceva parte dell'esercito - comprendeva, oltre al comando, dieci comandi di circolo, 31 compagnie ed una scuola, con un organico teorico di 136 ufficiali , 440 sottufficiali e 3206 caporali e gendarmi, ma con una for za totale effettiva di soli 2862 uonùn i2 13 •
Questa era la situazione, dicevamo , al momento dello sbarco ita l iano, poi, nei giorni successivi, molti effettivi della Gendarmer ia si sbandarono per tornare , in gran parte, a prestar servizio una volta ristabilitasi la situazione Intanto il 18 aprile era sbarcato in Alba n ia Agostinucci, ora genera le di Divisione, destinato ad organizzarvi i Carab i nier i e che il giorno 30 sarebbe stato i nca r icato dal Consigl io de i Ministri albanese di ri ordinare , m ili tarizzandola, la Ge ndarmeria.
Un decreto l uogotenenziale del l O m aggio disponeva che questa passasse a far parte in tegrante delle Forze Armate e c he ne venisse assunto il co m ando da parte di un ge nera le dei Carab i n ier i i taliano, che un successivo decreto del g io rn o 24 indicò, app unto, nella perso na del generale Agostinucc i. Io conseguenza della fusione de ll e Forze Annate dei du e paesi prevista dalla legge del 13 lug l io la Ge nd a rm er ia era incorporata ne ll' A r ma dei
Carabinieri Reali, anche se per le relative norme di attuazione si sarebbe dovuto attendere abbastanza a lungo. L'incorporazione presentò diversi problemi anche per lo stato cli decadenza e cli genera li zzato discredito della Gendarmeria, che aveva molto personale non all'altezza dei propri compiti, tanto che in un pr imo momento si pensò cli sottopo rlo tutto ad un periodo di esperimento di quattro mesi.
Po i, invece, ci s i limitò a sottopo rlo, per l'ammissione, all'esame di apposite commissioni che - nonostante l'estrema larghezza cli ved ute cui erano improntati i loro lavo ri - eliminarono e ntro settembre be n 391 elernenti 2 14 •
Per migliorare la preparazione degli altri vennero organizza ti a Firenze speciali corsi d 'aggiorname nto per una ventina di ufficiali ed una c inq uanti na di sottufficiali e corsi formativi vennero fatti frequentare a diversi ex -gendarmi presso la Legione Carabinieri di Bari.
Era in tenzione de l ge nerale Agostinucci di far affluire dal -
! 'Italia circa 1000 tra ufficiali e carabinieri con i quali formare due battaglioni ed un o squadrone mobili e da immettere poi, grad u almente, nelle prov in cie per avv iarvi il serv i zio te rritoriale insieme agl i ex -gendarm i, un compito assai delicato sia per il particolare a mbi ente sia per le d ifferenze di lin gua2 15 , cli cost umi , abitudini. Inizialmente il personale italiano operò nei capoluoghi di prefettura ed in quelli di alcune sotto -prefetture più importanti, anche perché era impossibile sistemarlo negli alloggi utili zzati dai gendarmi in molte stazioni minori.
214 Altri ele ment i circa 500, ch e dovevano esse re in segu i to congedati, vennero inviati i n I t al ia tra il settembre 1939 ed il gennaio 1940, ufficial mente per addes trnmento, e furono suddiv is i in g ru ppi di 40 - 50 genda r mi in una decina di tenenze delle leg i oni CC.RR. d i Napo l i , Bari, Ca tanzaro e Laz io. (Comando Generale A rm a Carabinieri Reali 7 -9 - 1939, A.C.S. - P.S. 194 3b. 17).
2 1.5 " la corrispondenza d' i(/fìcio diretta ad autorità albanes i deve essere sempre svolta i n lingua albanese le disposi zioni importanti o di cara/lere pennanente saranno emanate nelle due lingue Per la rimanente corrisponden za sarcì. adottato, di norma, il seguente criterio pralico: verrà reda!ta in lingua italiana o albanese a seconda che il comando cui è indirizzata sia re!to da ufficiale ilaliano o albanese il comando riceven1e farà apporre su ogni lettera il sunto di e ssa nella corrispondente liniua " Circola re 303 dal "Fogl io d'Ordi n i" ciel Coman do Superiore Cara bini e ri Reali d'Alban ia del J0 febbraio I 940.
Successivamente il personale fu tutto misto, tranne che in alcune stazioni rurali affidate esc lu sivamente a personale albanese.
Il 1° agosto era istituito il Comando Superiore dei Carabinieri Reali d'Albania con le due legion i di Tirana (grupp i di Tirana, Scutari, Durazzo, Elbasan, Piscopeja e Kukes) e di Valona (gruppi di Valona , Berat, Argirocastro e Corcia), su complessive 31 compagnie (18 alla Legione di Tirana e 13, invece, alla Legione di Valona) e 42 tenenze (una per ogni prefettura e sottoprefettura e cinque, suburbane ed esterne, nei ce ntri principali).
Le due legio ni dovevano contare complessivamente 130 ufficiali, 39 dei quali albanesi (quelli superior i come ufficiali addetti o come vice-comandanti di gruppo), 650 sottufficiali (per metà albanesi) e 3350 appuntati e carabinieri, albanesi p er due terzi 2 16
Il radicamento sul te rritorio dell 'Arma, ora a composizione mista, avvenne abbastanza rapidamente - considerato l'amb iente - ed al suo esito positivo devono essere attribuiti i notevoli risultati conseguiti nella risoluzione dei due più importanti problemi di ordine pubblico che travagliavano l'Albania nel 1939: l'enorme diffusione delle armi, anche in conseguenza dello sba ndamento dell'esercito, e l 'esistenza di ci rca 300 latitanti alla macchia, cui s i erano aggiunti altri 500 elementi, circa, fatti scarcerare da Zog alla vigilia dello sbarco italiano. Entro la fine del1'anno erano state recupera ti quattro cannoni, 49 mitragliatrici, 19.000 fucili da guerra e 6.000 da caccia, 3500 pistole e 1500 bombe.
A dar la caccia ai latitanti provvidero - suddivisi in squadriglie - due compagnie mobili, a composizione mista, nelle zone de l Mali e dello Scutarino e due plotoni simili nel Dibrano e nella pro v incia di Piskopeja.
107 arresti, 280 cost itu zio ni e 10 morti in conflitti a fuoco furono il risult a to deg li sforzi di qu es ti reparti - un carabiniere a lbane se merit ò una medagli a d 'ar gento - mentre gra n p ar te dei liberati dalle carceri s i costituiva approfittando di un 'amni s tia.
Un decreto luog o tenen z iale del 6 april e 1940 s ulle " norm e di funzionamento del! ' Arma dei CC.RR d 'A lbania" concludeva questo periodo iniziale sopprimendo definitivamente la Gendarmeria, facendone tran s itare i componenti , c he ne avevano i requisiti , nei Car ab inieri.
L 'A rma dipendeva per il servizio di ist iluto da ll a Presidenza del Con s iglio de i Mini s tri a lb anese, per il rec lutam e nto , disciplina , impiego ed amministraz ione dal Mini ste ro della Guerra del Regno d ' Itali a e, per esso, dal Com a ndo Superiore Tmppe d' Albania, per il funzionamento e le norme speciali dal Comando Generale dell ' Arma.
Anche la co mposizione organica dei Carabinieri Reali cl ' Albania s i andò modifi ca ndo e c osì il numero degli ufficiali albanesi div e ntò p ari a qu e llo deg li uffi cia li itali ani; al momenlo dell 'e ntrat a in guerra i reparti terri toriali dell 'Arma contavano su un totale di 155 ufficiali 61 ufficiali albanesi (34 della legion e di Tir ana e 27 di qu e lla di Valona) ol tre a d altri 11 momentane a mente in serv iz io in Italia.
L a partecipazione dell ' Arma - e quindi anche qu e lla dei s uoi e leme nt i al banesi - alla g ue1Ta si estrinsecò in divers i modi: a ttravers o il se r vi zio te rritoria le, che lo stato di gue rra re ndeva assai più gravo s o e che portava all ' immediato coinvolgime nto in ope ra zio ni belli ch e degli elementi s tanziati alla frontier a, attraverso unità mobilitate e, infine , attra verso il servizio di polizia in zona di operazioni.
I reparti minori - stazion i , t e nenze e compagnie - dei "g ruppi " dell a leg ion e di Valona di s locati lungo la fron ti e ra greca vennero subito coinvolti e, oltre a fornire guide ed interpreti a lle unità oper a nti dell ' esercito, si impegnavano dire ttam e nte sia nella prima fase offen s iva sia in qu ell a d ifensiva che le tenne subito dietro, fin o a qu a ndo qu e lli dei gruppi di Corcia ed Argiro- castro non vennero costre tti a ritirarsi per es er poi riorganizzati ed inviati nel Nord del paese 217 •
Pur se durante il ri piegamento e bb ero a lamentarsi alcuni casi di diserzione l'el emento a lb anese, nel complesso, si compo11ò bene.
Altrettanto bene si comportarono gli albanesi imm essi nell o speciale p lotone mobilit ato che venne distaccato presso l a divisione "Siena•· in rappre e ntanza del I' Arma218 , assecondando così l'intenzione del C.S.T.A. di veder rappresentati tutti i corpi arm ati dello stato nell a ca mpagna c he si stava per intrap rendere cont ro la Grecia (così un plotone di finanzieri venne distaccato presso 1a divi s ione "Ju l ia" ed uno di guardie di polizia presso la " Ferrara") . Questo perc h é s i temeva che questi corpi vedessero sfuma re la pos s ibi li tà di una loro partecipazione attiva a ll a guerra, timore che, purtroppo, si sarebbe dimostrato del tutto infondato.
Il plotone special e dei Carab i nier i, con 36 uomini, per un terzo a l banes i, aveva modo di distinguersi nei combattimenti dell'autunno.
Con elementi italiani ed alb anes i in eguale num ero - tranne che fra g l i ufficiali, so ltanto quattro dei quali erano albanes iera stato costituito, un battaglione mobile Carabinie ri Reali d 'A lb ania.
Inviato al fronte veniva im p iegato sia nel le retrovie che in prim a linea , di s tinguendosi nella difesa di Corc ia. Verificatisi però alcu ni casi di diserzione tra gli albanesi e s ubentrato - a livello ge nerale - un c li ma d i sfi ducia e di sos petto verso i militari di que s ta nazionalità, il coma nd o faceva rientrare a Tir ana, il 20 novembre , tutti i militari a lban esi di questo ba tta glione, pur se poco convinto della necessità e dell'utilità di questo ges to, dato
217 A gennaio le due compagnie del '·gruppo mobile" di Corcia, trasferite al Nord , contava no un ullì cia le a lban ese su ci nqu e, 18 so ttuffi c ia li s u 37 e l 19 ca rabinieri s u 30 I (D.S. b. 233) m Foglio 035619 O.M . del C.S.T.A . in data 19 ottobre 1940 - Archivio delrUfficio Storico dell'Arma dei Carabini e ri - Po s. 24 1- 18. c h e s i era d e ll' opi nion c che la g ran massa dei c ara bini e ri albanesi aveva - e d avre bbe - fa tto il proprio dovere.
Una lettera del genera le Agos tinucci del 22 novembre2 19 c os ti tuisce una pre z iosa tes timonian za dell a combat tuta decisione che s i era dovuto prendere. Il ritiro dal fronte degli a l banesi del battaglione mobil e non s ignifi cava, però , c he non ci fossero più carabinie ri a lban es i in zon a d ' operazioni.
In qu e lla zona, infatti , tutti i serv izi cli polizi a erano s tati a ffidati ai Carab ini e ri 220 s enza distinzione di nazi ona lità e, quindi, gli c le menti alb a nes i presenti nella zona venn ero impi eg ati - e du ramente - per far fronte ad ogni es igen za ch e potev a manifestarsi, dall a caccia ai di se rtori e latitanti , a l mantenim e nto dell'ordine, dalla di s ciplina del traffico - sp ec ie nei primi tempialla polizi a milita re vera e pro pria. Non a caso buona parte delle medaglie a l valore militare ( una d'oro, una d 'a rgen to e 15 di bron zo), delle croci, degli encom i solenn i meritati durant e la gu e rra da g li elementi a lban es i dcli ' Arma - a com in ciare dalla med ag lia d'oro con cessa alla memoria del carabiniere Rahaman
Gjan aj - so no lega te a sco ntri con d ise,1ori o latitanti nelle r e trovie e, poi, un po' in tu tt a l 'Alba nia.
Comp o rtam e nto ta nto più meritorio in quanto tenuto in un periodo durante il quale l'el e mento albanese dell' Arma era visto, anc h e in molti ambienti militari , con particolare sos petto, cosi c chè il 21 gennaio 1941 il Com a ndo dcll'XI Armata chi edeva l a s ostituzione c on ca rabini er i i ta l iani dei carabinieri albanesi n ell e stazioni situa te a tergo delle prim e linee da cui era sta ta sgombrata la popolazione221
219 D. S. b. 230.
220 Pe r quanto ri g uard a l'int ero territorio del Reg no d 'Albani a il fun z ionam e nto dei serv izi di p oli z ia venne regolam e ntar.o co n la c ircolare 50/20 ciel I O dicembre 1940 ema nata da l C oma nd o Superi ore Carabinieri Reali d'Albania e ripo r tata a ll 'allega to 30.
221 D.S. b. 3040. Nell o s tesso fascicolo però si pos s ono rinv e nire doc umenti di sen so contrario come un e logio del Comando della IX Armata a due carabin ier i a lba nes i c he hanno svo lto un a del icata mission e di cara ttere operati vo. rifiutando un co mpenso in denaro, o la ri c hi esta da parte di a lc uni Co rpi cl ' Annata di carabin ie,i albanesi eia utili zzare come inte rpreti o g uide.
L'Ar m a dava po i un notevole app orto a ll e operazioni contro la Jugo s lavia , nell'Aprile del 1941 - quando contava 57 ufficiali , 293 sottuffic ial i e 2128 carabinieri a lbanes i2 22 - sia attraverso gli e lementi "territoriali" dislocati su ll a fascia confi n aria, che asso rbivano il primo urto nemico , s ia organizzando i " nuclei armati", le bande, che ugualm e nte cont ribu ivano alla difes a de ll o Sc utarino da g li J ugo s la vi e, non a caso, a Bottai, nominato I spettore delle Bande A rmate, ven ner o affiancati due ufficiali superiori dei Carabinie ri , uno dei quali albanese.
Vinte la Grecia e la J ugoslavia i Carabinieri ristabilivano il lo ro as s e tto territorial e nell'Albania ciel sud mentre nell e w ne da an net tere del Kosovo e del Dibrano istituivano , già dall 'a pril e del 1941, le compa gnie di Prizren , Giakova e P ec e dal 2 magg io , la t e nenza di Dibra2 2 3, rette dagli elementi di due battag lioni mobilitati, il IV ed il l X formati qua s i esclusivamente da italiani.
I d! ue battag lio ni erano poi riunit i nel feb braio del 1943, ins ieme al XXV II battag lion e, per cos tituire il "1 ° raggruppamento battaglioni CC. RR." che co ntav a, oltre a se i uffi cia li albanesi, c irc a 150 ex-ge nd arm i jugos lavi, assai probab il mente que lli di e tnia al ban ese rimasti in se r vizio.
Se la seconda metà del I 941 doveva rappre se ntare pe r l' Arma un periodo di relativa cal ma , le cose, nel 1942, sarebbero graduai mente camb iate in peggio. Pa1tigiani e banditi non potevano non avere come primo ob ie tt ivo le stazioni perife ri che, specie qu e l le rur a li , o le piccole pattuglie che da que ste staz ioni erano distaccate in perlus tra zione, e furono qui ndi i carabini e ri (assie me ai finanzieri ) le pr i me vittime del fuoco nemi co .
D opo un lento stillicidio di imboscate e d i attacchi alle case rm e de lle s tazi oni , a fine anno , nei so li mesi di novembre e dicembre, abbiamo c i nque cara bini eri a l banesi ucci s i, tre fe ri ti e quattro ca ttur a ti, d iverse altre cat tu re - un a decina - si avevano nel m ese success ivo mentre s i ini ziava il ritiro dalle s ta zion i isolate per con centrar e i carabinieri nelle località magg iori2 2 ~ m D.S. b. 1047 .
222 D.S. b. 29 1.
223 D.S . b. 3040.
Q ues l o rit i ro, i n s ieme a l c o nte mp oraneo peggiorame nto de lla situazione militare i taliana , dava il via ad un nuovo slil licidio, stavolta di diser z io ni di carabinieri c he temev a no d i avere sce lto l a parte s bagl iala: tra febbra io e mar zo disertarono 68 sotLufficiali e car a binieri albanesi, in ge nere dopo aver ricevuto l 'ord i ne di ri p iega re.
Ad accrescere il numero delle di se rz ioni dovette poi co ntribui re anche l'ann un cio, dato il 2 1 gennaio, c he nel serv izio Len-itoria l e l'A r ma sare b be stata s osti t uita da ll a Gendarmeria , comandat a e composta es clusi va ment e da a l banesi, un ' implicita sconfess ione de ll 'Arma e d una q uas i es pli c ita auto ri zzazio ne a passare tra i partigiani nazion a listi con i qu a li il governo di Tirana aveva or m a i rapport i. ufficios i. L a fid uci a sino ad allora riposta ne ll 'elemento a l banese de ll ' Arma stava venendo meno e ce lo testimonia una richi es ta de l Com ando del IV Corp o d 'A rmata
- Uff. Operazio ne d e l 4 ma rzo a l Co man do C C. RR. d 'Alba ni a · ' Poich é, come è noto , il personale albanese non dà sempre affidamento, prego il cortese inre ressamento di codesto Comando perché il servizio ai ponti sia affidato esclusivamente ai Carabinieri R eal i itali an i" 225
L' organi zzaz ion e della Ge nd arme ri a - che il g iorna le uffic iale ·Tomori" aveva s a lutat o come la resta urazion e, necess aria , di un' istituz ione escl us ivamente a lbanese, non " i mportata" - aveva ovviamente bi sogno d i tempo, tanto più che nu ll a era stato previsto o predisposto e che l ' uni co dato s icuro era il pass agg i o nella nuova ar ma d i t utti gli u ffi c i a li226, so ttuffici a li e c arab ini e ri alba ne s i.
225 D.S. b. 1197.
Z26 A proposito d i uffi c iali albanesi c'è da notare come alcurù di costo rootto - c he più s i erano esposti co ll abora ndo con le autorità it a li ane e c he temeva no di essere esposti alle rappresaglie deg li am bienti governati vi nazional isti. c hiesero di tratte nuti in serv izio ne ll"Arma dei Carabinieri. Il Luogo tenente General e Paria ni ri teneva opport un o pros pettare questa ri c hi esta a R oma c on un "te/espresso" del 14 aprile "per dare a coloro che ci hanno meglio seguilo in ogni circostan za la sensa zione del nostro interessamento nell'attuale d(ffìcil e mome1110." li 5 maggio , però il Co m ando Ge nera le de ll 'Anna r is po ndeva negativamente, anche nel timore di cost ituire un precedente ( H I b. 11 ).
Questo periodo di transitorietà, unito a ll e notizi e che sempre più cattive affl uivan o da tutti i teatri di guerra, fac eva aumentare, in quell e se tt i man e, il numero dei disertori.
Soltanto I' 8 mar zo una ser ie di decreti luo go te nen z iali r ego l a menta va l'istitu z ione ed i I funzionamento dell'Arma d e ll a Reale Gendarmeria. Questa era istituita " per provvedere alla sicure zza e all'ordine pubbli co e per vigilare all'osservan ::,a dell e legg i e d e i regolamenti" e faceva parte delle Forze Armate d e llo stato , potendo concorrere, in caso di guerra , con l'esercito per il di s impegno dei servi z i di cui era particolarm ente inc aricata . Doveva ess e re struttura ta s u un Comando G e ne rale , divi so i n se i uffici , un I spet tora to, un a Sc uo la, 14 comand i di Qark, cioè di Gruppo, uno pe r provin c ia, 64 comandi di Rr et h - Compagnia - e 440 comandi di posta cioè di Stazio n e; come si vede nell a tessa term i nologia i sotto Iincava l ' imp ronta na ziona le, albanese, ch e s i intend eva imprim e re all'arma. Era poi se paratame nte sanc ita la costituzione di un " Dipartimento d e ll a Gend a rm e ria R ea le" presso la Lu ogotene n za G e nerale , p e r fungere da co ll ega ment o tra le due istitu z ioni.
Dal punto di vist a disciplinare la G e ndarmeria dipendev a d al Luogoten e nte G enera le mentre dipende va dal Ministero degl i Interni per quanto atte neva a l mantenimento dell'ordine e del la sicurezza pubb l ica, dal Mini ste ro de ll a Giust iz ia pe r quanto atte n eva alla polizia g iudiziaria e dal Comando D ifesa Territori a le, infin e, pe r quanto atteneva a leva, mobilitazione e ricerca di di sertori e renitent i. Anche se g li organici sanc iti per la Gend armeria pr eve devano ge nerali d i divisione e di bri ga ta il comando dell ' Arma venne a ffidato , co n il se mplice grado di colonnello, a d un ex -capitano della Gendarmeria zoghista transitato poi ne i ruoli c ivili e d i venuto p refetto.
La scala ge rarchi ca dell'Arma comprendeva inoltre tenenti co lonnelli , magg io ri , cap itani di 1" e di 23 c l asse, ten e nti , so ttotenenti , aspiranti , marescialli di 1" e di 2" classe, sergenti, vice - sergent i, caporali, gendarmi di l " e d i 2" classe e a llievi . In attesa di pro cede re a nuo v i reclutamenti cd in atte sa dell'apertura dell a sc uo la di Ti rana - previ s ta per il mese di lu g lio - era g iocoforz a acce ler are al mass imo il passag gio ne lla G e ndarm er ia d e i carabinie ri a lbane s i.
Il R. De c re to Leg ge n. 387 del 29 ma rzo disp o neva il co lloca mento in con gedo asso luto di uffi c ia li , sottufficiali e carabinieri di qu e lla n az io na l it à che un d ec reto lu ogote nenz iale del 5 aprile faceva tra nsitar e in bl occo - co n d ecoITenza 22 m a rzone lla Gendarmeri a R eale . Secondo una co mun .icaz ion e dell a s tessa data del C.S.FF.AA. d ' Albani a si trattava di 98 uffi c iali , 37 6 sottufficiali e 205 8 sot tufficiali e carabinieri. Co n lo s tesso documento era dispo s to lo sc iog lim en to d elle d ue leg ioni di Tirana e Va lona i c ui car abi nieri - ora rimasti so ltant o italiani - cost itui vano altri due ra gg rupp a menti di batta g lioni destinati es clus i vamente ad operazioni milit ar i o di pol izi a militare 227
A pa rtire d a l 21 aprile - e co min cia nd o da qu e llo di Tira na - cessavano di funzionare i coma ndi di gruppo dell e due leg ioni per esser rilevati dalla Gendarmeria.22R l2X D.S b. 1047.
I nuovi gendmm i no n p otev an o ce rto esse re in gra d o di far fro nt e alla diffi c ile situazione es istente, visto a nch e il loro numero. ma in vece di acce lerare i re clutame nti , ch e prob a bilmente sare bbero s tati favori t i a nc he dalle pag he previste, più alte di quelle della M .F.A. , della Polizia e del.l a R . Gu a rdia di Finan za , si preferì ini z iare co n il richiamo in servizio di ben 24 uffici a li della vecc hi a G e nd arme ri a posti in con ge do d o po il 1939 e co n il far tran s it are nel!' Arma di vers i fun z ionari d e lla Poli z ia.
Vi s t a anche ques t a "s terza ta " ini z iale in se nso nazi o na li stico non c'è da s tupi rsi se , subito dop o il 25 lu g lio, di s ertarono in un a so la vo lta tre uffici a li - un o dei quali superiore - tre aspira nt i ed un ce ntin a io di ge ndarmi , s eguiti , nei venti g iorni successiv i, da altri 125 , diretti s i per l o più verso le fo rmaz ion i z o g hi s te o qu elle naz ionali s te del " Ba lli Ko mb eta r" .
227 C.S .FF.AA. A l b a nia - Uff. Stat o Maggi o re - S ez. O rd. e Mob. n . 2 339 prot. del 5 ap ri le 1943 (D.S. b. 1494 ).
La Regia Marina E La Regia Aeronautica
Nel 1939, a l momento dello s barco italiano, l ' Albania non disponeva né di navi né di aerei eia guerra. La marina era limitata ai comandi di porto, compresi ne ll'organi zz azione dell'esercito ; l'aeronautica, poi, non es isteva affatto. La Regia Marina e la Regia Aeronautica italiarne ebbero , quindi , assai meno problemi del R eg io E s ercito per quanto riguardava l' immi ssione di elementi di oltre Adria t ico.
Gli ufficiali di porto al banes i erano allora dieci, quasi t utti ortodossi e cattolici , che avevano frequentato corsi in Grecia o in Ita l ia, e vennero immessi, tranne uno che era es patriato, nei ranghi della Regia Marina con il R.D . 903 de l 2 maggio 1940. Alla stessa maniera si proc e dette per i sottufficiali. Utilizzando anche personale albane s e con s ufficiente conoscenza della l ingua italiana229 erano s tati intanto costituiti - con R. Decreto del 23 novembre 1939 - il Comando Militare Marittimo dell ' Albania, i Comandi Marina cli Valona e Durazzo e d il Comando di d istaccamento di Porto Edda.
Oltre agli ufficiali di porto si ha notizia cli un so lo altro ufficial e al banese della Regia Marina, Abcli Mati , uscito come guardiamarina dall ' Accademia di Livorno nei primi anni di gue1rn e divenuto success ivamente comandante d e lle forze navali del suo Paese.
Più numerosa la presenza albanese nel " ruo lo naviganti " della Regia Aeronautica . Al momento dello sbarco c ' era, all' Accademia cli Caserta, un solo allievo di quella na zional ità, che, essendo però un nipote di re Zog abbandonava poco dopo l'istitu - to. A fine anno, con l 'inizio del corso " Urano" , l'elemento albanese era rappresentato da tre allievi ed il success ivo corso " Vulcano" - a partire dall'autunno 1940 - vedeva la partecipazione di altri quattro .
Sull'affidabilità di questi allievi non c'era però troppo da contare. Già nella primavera del 1941 risultava a Roma che costoro avevano seguito con piacere, sulla carta geografica , i progressi dell'ava nzata greca e che, rimproverati da allievi italiani, avevano replicato, in due, di non aver prestato alcun giuramento di fedeltà, essendosi limi tati ad alzare il braccio.
Il Comando dell'Accademia st ilava, I' 11 magg io , un rapporto volutamente minimizzante, tranquillizzante, ambiguo , specificando come per uno soltanto degli allievi ci fosse una specifica richiesta di so rveglianza da parte dei Carabinieri e come un a ltro a lli evo fosse troppo vivacemente attaccato al suo paese e finiva per concludere che l'amore per la propria terra dov e va aver portato gli allievi albanesi "a conside razioni che in definitiva non esprimevano esattamente il loro pensiero e che pote vano esse re interpreta te non nel loro vero sign(ficato da un ascoltatore supe,jìciale e, forse, maldisposto"230 •
Questo ipotetico osservatore supe rficiale e, forse, maldisposto doveva comunque esser provveduto di notevoli doti di perspicacia, al limite della preveggen za, se l 'anno s uccessivo, durante la licenza e s tiva , due degli allievi disertavano e, a fine settembre, le loro uniformi e le loro valigie era no rinvenute, nei dintorni cli Tirana , i n un rifugio di partigiani comunist i , della cui o rga nizzazione erano entrati a far parte2 3 1 .
Dopo molte sollecitazioni - ed altrettante esitazion i - il Ministero degli Esteri il 27 ottob re dava fina lm ente il suo be nesta re alla denuncia dei due per assenza arbitrar ia ed il 17 no - ve mbre il Gabinetto del Ministero de ll 'Aero nautica da va disposizioni per l' a do zion e di mi s ure preca u z ionali nei co nfron ti degli a ltr i allievi 232
230 A.C.S . - Min. Aeronautica 1941 - b. 172.
23 1 A.C.S . - Min. Aeronautic a 1942- b. 73. I due allievi di sertori , Mahmul Agolli ed E rnest Jacova, col tempo sono poi diventati uffici ali generali dell'esercito della Repubblica d'A lbania. (Comunicazione gentilmente fornitaci dal dott. Gjergj Titani).
Ol tre c he dagli allievi rimasti, divenuti poi ufficiali , l'eleme nto albanese della R. Aeronautica era rapprese ntato da qualc he so ttufficiale , arruolatosi vo lo nt aria mente, e, do po il 1942, da gli a pp artenent i alla " Sezione Premilitare de ll'Aria " dell a Gioven tù ciel Littorio Albanese, incorporati al momento della loro chia ma ta alle arm i 233
Nel dopoguerra almeno due degli uffi c iali p iloti - ora tenenti - pro venient i dall ' Accademia erano ancora in Italia - uno di essi ne aveva, anzi, g ià o ttenuta la nazionalità - e chiedevano di avv alersi delle dispo s izioni previste dal Decre to Legisla tivo del Capo Provvisorio dello Stato de l 2 agosto 1946234 •