I SENTIERI DELLA RICERCA RIVISTA STORICA DICEMBRE 2010

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Valtellina, il movimento partigiano in alta valle di Gian Paolo Ghirardini

I maggiorenti di Sondrio tra il 25 luglio e l’8 settembre I quarantacinque giorni di Badoglio furono anche a Sondrio giorni di attesa. Dopo le manifestazioni di giubilo popolare del 25 luglio, il capoluogo valtellinese parve ritornare alla vita di sempre. L’occhio lungo della questura retta da Antonio Pirrone vigilava sull’ordine pubblico. Le autorità militari traccheggiavano in attesa di sviluppi. Nessuno, a Sondrio e in provincia, osò riaprire le vecchie sedi dei partiti chiuse da quasi vent’anni1. D’altra parte, il fascismo aveva avuto buon gioco nel ridurre al silenzio gli esponenti della debole classe politica valtellinese che non si erano allineati col regime. «Sondrio – ricorda Mario Torti, all’epoca direttore del consorzio agrario – era una città terribilmente chiusa e politicamente acerba. La ricchezza era nelle mani di poche famiglie, di antiche tradizioni. Il resto della società valtellinese era contadina e operaia, ancorata con tenacia alla terra e alla tradizione. I quarantacinque giorni badogliani trascorsero senza una precisa linea d’azione, con il piccolo mondo antifascista sondriese incerto sul da farsi, con un prevalente senso di illusione per una rapida ine della guerra»2. Dietro a questa facciata di gesso tuttavia qualcosa si muoveva. Alcuni fra i notabili antifascisti di Sondrio costituirono un comitato clandestino che si riunì prima in casa del notaio Lavizzari e poi nella casa di Angelo e Attilio Ponti, noti mobilieri originari di Cesano Maderno, in Brianza. Politicamente, avevano origini diverse: alcuni monarchici, liberali o democristiani, altri azionisti, socialisti o comunisti. Vi erano fra di loro commercianti, professionisti e professori, ma anche alcuni studenti e qualche operaio3. «Attorno ad un tavolo – scrive Angelo Ponti – […] fummo impegnati a ricostruire per quanto era possibile una burocrazia e un potere locale che per venti anni, come in tutto il Paese, altro non aveva fatto che 29


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