ASPETTI DEL GOVERNO SABAUDO IN SICILIA (1713-1718)

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conquistare il Ducato di Milano; in cambio di ciò il Duca di Savoia avrebbe restituito la Sicilia al suo “legittimo” proprietario; d'altro canto, a Vienna, avanza la tanto spregiudicata proposta: la cessione di ogni suo dominio avuto in cambio della Sicilia, Napoli e Sardegna. In un tale clima Filippo V era tutt'altro che ben disposto nei confronti del Duca di Savoia; infatti questi aveva acquisito la Sicilia parteggiando per il nemico rompendo un alleanza che da poco era sorta tra i due. Inoltre, ottenuta la tanto agognata Isola, non aveva (a suo dire) rispettato i trattati di Utrecht, violando i diritti sui beni riservati che gli spettavano in virtù delle clausole dell'atto di cessione. Ma ciò non era tutto: a ciò si aggiunse il vocio, circolante nei salotti dei diplomatici, che Vittorio Amedeo trattava con l'Imperatore per cedervi la Sicilia (notizia che chiaramente era falsa, ma che nel contesto di caos e belligeranza andò ad aggiungersi ai tanti addebiti mossi al detto Duca). In ultimo, venuto a conoscenza dei termini che erano alla base dell'Alleanza va su tutte le furie: non poteva in alcun modo accettare ciò che si era disposto intorno alla Sicilia, che reputava ancora un prezioso gioiello della sua corona; anzi, questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. Sebbene ne fosse venuto a conoscenza per vie traverse, a dare notizia ufficiale del contenuto degli accordi sono il Reggente di Francia ed il nuovo Re d'Inghilterra; con tale comunicazione lo invitano ad aderire; a risposta negativa ricevuta, rispondono con la dichiarazione di guerra. A tal punto Filippo V riprende i negoziati con Vittorio Amedeo nei termini in cui sopra è stato prospettato, chiedendo un'alleanza di orientamento anti-austriaco ed offendo il suo aiuto per la conquista del ducato di Milano, da scambiare poi con la Sicilia. Nel frattempo le ambiguità ed in controsensi non mancano nemmeno alla corte spagnola, la quale in parallelo arma una flotta a scopo non molto chiaro: logorare l'Imperatore nei suoi domini italiani...o riottenere manu militari la Sicilia? 2.3 Epilogo: L'invasione della Sicilia ed i nuovi negoziati Il 17 giugno del 1718 la flotta salpa dalle rive spagnole, per comparire dinnanzi a Palermo il primo del luglio seguente. Il Viceré Maffei non dà molto peso alla situazione, sicuro dei rapporti pacifici con 39


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