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“SPARARE A ZERO”

È un’espressione molto comune, utilizzata soprattutto nel linguaggio giornalistico. “ Il Sindaco X ha sparato a zero contro l’opposizione… ”: tutti comprendono come il soggetto abbia attaccato violentemente, su tutti i fronti, gli avversari, contestandoli con una sequela di vibrate e direttissime argomentazioni. La locuzione si presenta a volte anche nella forma più precisa “sparare ad alzo zero”, o anche solo “ad alzo zero” che rivela la sua tipica derivazione dal gergo militare. Infatti, per quanto un’arma possa essere tecnologicamen- ottimo congegno di mira.

Il più semplice e antico di tutti sistemi, ancor oggi in uso, - to come standard su fucili, pistole e armi automatiche di ogni tipo. Come noto, consiste in due sottili sporgenze in metallo allineate, poste ciascuna all’estremo opposto dell’arma; tra loro formano una linea quasi parallela a quella percorsa dal proiettile che uscirà dalla canna e, per prendere la mira, si devono far coincidere visivamente i due punti: tacca-mirino. Tuttavia, non si può non tener conto dell’abbassamento della traiettoria a seconda della distanza del tiro: per la legge di gravità, il proiettile o proietto (per l’artiglieria) tende a cadere verso il basso man mano che si allontana dalla volata dell’arma. Ecco perché le tacche di mira, soprattutto per le armi lunghe, in genere sono state costruite regolabili, in modo che si possa tener conto di questo abbassamento progressivo. La regolazione avviene verso l’alto e si ottiene spostando uno dei punti di mira, solitamente quello situato in prossimità della culatta della canna. Il dislivello fra i due punti di mira si chiama “alzo” e ad ogni valore dell’alzo corrisponde una diversa linea di mira. vicinanza del nemico: occorre quindi un tiro diretto, teso ad altezza d’uomo, che possa mettere fuori combattimento – e in modo urgente – l’avversario.

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Ecco perché sparare ad alzo zero comporta un tiro d’emergenza: potente, diretto e con un rateo frenetico data la vicinanza del pericolo, senza perdere tempo nella regolazione dei congegni di puntamento. Il senso traslato, metaforico dell’espressione tecnico-bacome per tante altre espressioni di origine militare, dopo la Grande Guerra.

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