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soldatini L’AQUILA AUSTRIACA

Il figurino è realizzato in scala 1/30 (54mm). Scolpito da Piersergio Allevi e dipinto da Danilo Cartacci.

L’Impero Asburgico, negli anni compresi tra il 1792 e il 1815, si estendeva su gran parte dell’Europa, confinante a nord con Prussia, Polonia e Russia. A est, il Regno d’Ungheria era sotto egemonia austriaca dal Cinquecento e i possedimenti asburgici si protendevano nei Balcani fino ai confini con l’Impero Ottomano e in Italia nel Lombardo Veneto.

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L’Austria si oppose varie volte ai tentativi francesi di dominazione del continente e le due potenze entrarono in guerra tra loro per ben sei volte, anche se la corte austriaca fu spesso divisa in fazioni pro e contro Napoleone. Gli austriaci furono spesso battuti dai francesi, ma l’Arciduca Carlo si dimostrò un Generale di talento riuscendo a mettere in scacco Napoleone nella Battaglia di Aspern-Essling.

Nel 1810, per ragioni e interessi dinastici sia degli austriaci sia di Napoleone, la figlia dell’imperatore d’Austria, Maria Luisa, sposò l’imperatore dei francesi. Questa alleanza portò l’Austria a fornire un contingente per la Campagna napoleonica in Russia nel 1812. Successivamente il contributo austriaco alla battaglia di Lipsia nel 1813 fu decisivo per la sconfitta francese.

Il figurino dell’Arciduca Carlo si ispira al suo monumento equestre nella Heldenplatz di Vienna realizzato nel 1860 ed è ritratto durante la battaglia di Aspern-Essling dove guidò personalmente il contrattacco austriaco. L’Arciduca, riconoscibile per il volto dal caratteristico profilo, veste l’uniforme da Generale austriaco identica a quella riprodotta nel quadro coevo di Johann Peter Krafft, che lo ritrae anch’egli in quella battaglia.

L’uniforme indossata dai Generali austriaci dal 1805 era assai semplice e sobria, andando a sostituire quella precedente dalla forma e dai decori tipicamente settecentesca.

La nuova uniforme era un abito bianco, chiuso da una sola fila di bottoni dorati e con i risvolti delle code e i paramani rossi. La dimensione dei galloni, gerarchicamente sempre più ampia, definiva il grado dal Generalmajor al Feldmarschall.

Negli anni il copricapo dal classico tricorno settecente- sco divenne un più semplice bicorno, caratterizzato da un pennacchio di penne verdi.

Alla vita era portata la fascia con i colori araldici oro e nero; calzoni rossi attillati e comodi stivali in cuoio nero completavano questa pratica uniforme.

In campagna veniva spesso indossata una redingote regolamentare in uso ai Generali.

Dal collo dell’Arciduca Carlo pende l’antico Ordine del Toson d’Oro e sul petto spicca la placca dell’Ordine di Maria Teresa e la relativa fascia bianca e rossa portata a tracolla.

L’aristocratico pizzo dei polsi della camicia spunta da sotto le maniche della redingote.

L’Arciduca monta a cavallo utilizzando una comoda sella realizzata all’inglese, simile a quelle oggi in uso. Il tappeto della sella, recante il monogramma imperiale, è rosso gallonato d’oro e riprende quello riprodotto nel ritratto di Johann Peter Krafft.

Carlo serra nella mano destra la bandiera asburgica, contornata da triangoli bianchi, rossi e neri e caratterizzata dal fondo giallo su cui spicca la nera aquila bicefala.

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