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CHI FERMERÀ LA PIOGGIA?
John Fogerty e la sua esperienza militare
Se c’è una band che nel secolo scorso ha meglio rappresentato la colonna sonora della guerra in Vietnam e, più in generale, le contrad- secondo dopoguerra hanno portato nelle società, beh, questa band sono i Creedence Clearwater Revival Californiani e capitanati dal polistrumentista, cantante, compositore e chitarrista John Fogerty, il gruppo è stato in attività dal 1967 al 1972 sfornando ben 7 album in studio e 2 dal vivo. Hanno partecipato al concerto di Woodstock nel 1969 (peraltro come prima band convocata) e sono inseriti fra le 100 migliori band di tutti i tempi nella Rock’n’Roll Hall of Fame. Il periodo della loro attività della guerra in Vietnam e delle contestazioni che si allargavano a macchia d’olio in moltissime parti del mondo. Ma il motore principale del loro successo è stato sicuramente il loro frontman, John Fogerty e la sua esperienza militare ha avuto un impatto molto importante. Californiano anche lui, classe 1945, nel 1966, già musicista di un certo successo, si presentò in un centro di reclutamento e si arruolò come volontario nella National Reserve dell’Esercito degli Stati Uniti. Fu trasferito prima a Fort Bragg, in North Carolina, e poi a Fort Lee, in Virginia, rispettivamente per l’addestramento di base e quello specialistico, per essere destinato poi a Fort Knox, nel Kentucky. In una recente intervista a Eric Pilgrim di Fort Knox News, John Fogerty ha raccontato la sua esperienza militare in quel periodo, fatta di sensazioni, esperienze, incontri che hanno condizionato profondamente la sua vita di uomo e di artista. Durante quei giorni di servizio, la guerra in Vietnam era appena cominciata e dalla Base passavano moltissimi giovani, pronti a partire per il fronte. Fogerty racconta l’atmosfera di quei momenti, dove per ogni ragazzo “l’orologio della vita sembrava aver cominciato a correre più veloce”. Le lunghe ore di addestramento sotto il sole rovente del Kentucky, racconta, lo portarono, in certi momenti, ad accedere a una dimensione quasi mistica della sua persona, dimen- sione che poi lo aiuterà a scrivere molte canzoni. Anche la disciplina e il senso del dovere ebbero un ruolo importantissimo, facendolo maturare e rendendolo più consapevole delle sue capacità e dei suoi limiti, rafforzando in lui anche doti come il rispetto per gli altri e “lo stare insieme”, caratteristiche fondamentali per un musicista e per un artista. Peraltro, qualche anno prima, nelle campate di Fort Knox erano già passate due “stelle” della musica, Elvis Presley e Buddy Knox. Fogerty racconta di aver visto nel 1957 esibirsi al “Ed Sullivan Show” Buddy Knox, in uniforme. Per lui fu come una folgorazione, considerato anche il grande successo che ebbe e che pareva fare “il paio” con le sue aspirazioni da Rock Star.
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E difatti Fogerty divenne una Rock Star. Durante il servizio militare vennero alla luce alcune fra le sue più famose canzoni, dove il sapore di quei tempi, dei soldati in partenza per il fronte, fanno capolino in ogni pezzo. È il caso di “Wrote a song for everyone” che racconta la storia di un ragazzo che si arruola e si prepara per partire per il fronte, di “Fortunate Son” dove John sfoga la sua rabbia nei confronti delle classi più “fortunate” che discapito di quelle meno abbienti, o “Who’ll stop the rain”, brano che dipinge la guerra come una pioggia incessante che nessuno riesce a far smettere.



Queste e molte altre canzoni faranno da colonna sonora ai soldati al fronte, diffuse attraverso le radio militari, con grandissimo successo. Anche numerose pellicole sulla guerra in Vietnam, come “Apcalypse Now”, “Nato il 4 Luglio”, “Forrest Gump”, “Good Morning Vietnam”, e non solo, ospiteranno come soundtrack i brani di Fogerty e compagni, iden- era moderna. Ma questo sound è stato e sarà anche il sound di molti reduci e di tutti quelli che hanno vissuto quei periodi, direttamente o indirettamente, oltre che di coloro che ne sentiranno il racconto o ne studieranno gli eventi.
Il talento di un artista (o di un poeta, come direbbe Boris Pasternak) è quello di vedere al tempo stesso e da un punto solo ciò che è visibile da due, separatamente. La visione personale che diventa universale è una prerogativa dell’arte, passando attraverso le esperienze umane raccontate da punti di vista inaspettati, i grandi avvenimenti della storia da sempre ispirano artisti, come Fogerty, che ci restituiscono, attraverso il loro vissuto, un tesoro di memoria, di coscienza e, quindi, di cultura, che continuerà a rendere l’umanità grande, anche quando non ci saremo più. John Fogerty è oggi considerato come uno dei più grandi cantautori e chitarristi mai esistiti.
Sitografia
https://www.army.mil/article/227291/52_ years_later_rock_legend_fogerty_remembers_time_in_army https://www.grunge.com/342084/whatyou-didnt-know-about-john-fogertys-time-in-the-army/
