Giornaclaun 11

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Pagine a cura di claun Cionfola (Valeria Cristini)

13° Raduno V.I.P. Italia PESCARA 1-3 MAGGIO 2015

ggruppe nte , ma le ra ne… ta o n so i n io oz be perché le em on lo scorderò mai!!! Va vi tante cose n er ntissio, v n ta ri u a d sc i m ra , re o to Vor io prim a tocca h m i Il m . ti iù p en e una assorò in due mom forma , ma l’emozione ch partenere ad taria p a i d er p in Sa . Non ero tanto ole del volon RTENENZ A più consapev ano. Guardare ella di APPA so qu re ta a a h i st è m m mo, speciali toccata con , persone così me se l’avessi sa espressione di felicità co ’ E ciazione di o. m ia cc es fa st oi ri la a n v i e va e veder to che tutt e accomuna ch i i claun e e tt n tu io i ss re ch sp oc dire poi un’e negli a di esserci, lia !!! E che li ig v og a v er o, m sm e a h ... C ti a 800 entusi ibirsi davan AN0 anni ai 20 6 es i o a ic d st i n ta io n z genera E’ stato fa EMOZION io!!! U AUH!!! ille !!! SUPER stati con me di Claunocch o battere il cuore a m sono a fatt si Rossi che claun Rewind ’ diventato claun . Mi h zie , grazie a tutti i Na aso Rosso.. E N a io gr m , il to e (Barbara Bracali) ie z E et m ! e ri n lo be e o TE!!! Gra li sa m giorni. Vi vog a torno a ca in ques ti tre o tolgo al lavoro e appen IO! L proprio il M ile ! rza incredib fo mi dà una

o! un abbracci

La nostra Claun Linus vincitrice del “Concorso Camice V.I.P. 2015”

Centro… gli amici, o o da Brescia scuola o con in a tt , a ti m n ce el d es e 5:40 a adol Partenza all di quelle che si fanno d tutti uniti , ta gi . a i meno. Loro acanze v ch Come un o le er iù p p i e rt ch la curiosiulti, o si pa gregario, con si è tutti ad come quand to ta a is ol v v v ta ro p es e qu nuna con le io, im ci realtà, og Solamente ch me lungo un percorso; li p te ol m i d a un camice assie fatto boleggiata d camminano no scorcio. Un percorso m si à it n ffi eu osso dire ciò i. Un’a verità, ma p tà di cogliern ture , eppure tutte affin in o n ti n se ppre a contatto: etta proprie sfacc o. Io non conosco cosa ra ni in cui vi sono stato onsape ross i gior er timento, C e da un naso asmesso in ques ti poch iv D , à et ri a Solid primere no tr e , Sincerità, ne difficile es n che mi han ie io iv is d iv i d m on e C gia , ioni ch Unione , Ener mo ed un mare di emoz is ità possa ru lt A una comun e volezza , m co . e le er ro ed a n le p a di v Jimi Volpe solamente co mia persona la bellezz ore . tti a ll nderlo migli su ringrazio tu re i e to d a a z n rz (fidanzato ie fo er Ho vissu p la es li ngolo e darg vivere ques ta di claun Svampitella) prendere il si itella che mi ha fatto amp Ringrazio Sv te . quello che fa o tt Voi per tu

! Grazie

i no ! ... montagna . Ogg e, at rr fe , ni io escurs e i primi o abituale per scevano con m ov na tr ri 02 io 20 l m il de o aggi “vetera iventato o ai primi di m ti , scambio di abbracci con i ri : luogo che è d ro op nt pr Ce e: a rt ci so es o il mio a Br della iden quel che è stat n . Che ironia familiari , sorr gio 2015. Sono i a ag au is d cl V m a . 1 e. .P an ì .I er nt rd V li lo i ne og : te ve en racc aper ta . ntura Sono le 5,30 di più idoneo per sento emotivam giudico e resto mpagni d’avve i io lo co M gl , n o. ga ta sc no ba ta no e, il o: ir co ol e: nt n iv e no io se ttat ternano, mare; ru rto senza aspe issimi nuovi ch ta . Accolgo il m persone che si confidano, es Pa nt vi destinazione : i o. ta d i id o re rr im so ra ss ... nt ti a sere la sime portan di inco i Bresci timo del mio es i Vita , voglia cuore con bellis r un pezzo im d V.I.P. Claun d ’in a pe ll ri e e” ie ne or e on nt cu si ir se o is o nt ov is se “m tr mi lle più come ta per condiv essere me stessa mie giornate ne no di una giorna che ho vissuto ni” con cui ho e e o ll la ic en el pl de m e m qu co se or a d po el te .. a N ol . anni as ta” di cui so ciprocità. Bast cui gioco per m ti , abbondanti quotidiano per o della stessa “p tesi , immedia rale e fluida re mi abita e con at tu e am in si ch na , , e (come no te na ch u go en e n es in u on ... pr gi zi I doni la sensa che mai so corredo, coltiamo, o ù io as rt pi ez ci ve a pr e av m o ù o i, m pi os ch ia ro zi n st i oc ci don mente più sile e che sono il no ardandoci negl si raccontano; cresciuto, sicura corciano, si annullano e, gu ndide debolezz così veri , così raggiungibili , n le sp ow le cl o n d u i an d i... e, am ze si ac vitalità diventiamo aun , ioni . Le dis tan damente uman punto di forza) aia di colori , centinaia di cl o ic nt te u variegate situaz stesso tempo siamo così profon l’a o in lo to offerto trovan ofumano di un nosciamo. Cent fatti i sogni e al he nel fallimen commozione ...perchè ci rico boccate, che pr ..c im n na ow cl pe ri ap se re es ttie di sicurezza di di come tersecano, mula tono quel senso diventano luci esseri umani e et in i d m si e ar as u tr ch sg e e ri ch vi st i aia d e i no enza ; sentieri ; strade ta unica esperi così amabili ch i storie .... centin ale che è possibile percorrere es d a qu r ai pe in nt ne ce io di ri -vivere la rsone, o e re lla pass o la possibilità centinaia di pe siasmo per un percorso nuov tato il fuoco de on fr en of im ti , al a a h zz , re e vi ringrazio tu anno prevedibile tene te una di “voi” incontenibile en e tenace di chi, anno dopo im en n am co iusa . claun Zolletta en e, pi ch a e it ” si è davvero ch re “Altro costante i sono sent ri ai o m M ss op ! e sc pa e a ch or al o a d cu rt an o co rt po at d (Fausta Ongaro) il mio, che ti po i cuori... un uni e per aver mi spalancato una diversi , come n : centinaia d tà au ci Cl ni le u na ra io st az vo lla aduno N un pizzico de magia di un R aver mi donato r pe , no u ad uno 2

... i n g o s i d Pasta

Conferenza del 13° Raduno V.I.P. Italia Roberto Flangini ha invece presentato e descritto l’ospedalizzazione come un’esperienza forte. Interessante è sapere che da una raccolta di disegni di bambini ospedalizzati (Progetto Amico ABIO 1989), è emerso che l’ospedale procura ansia ed è vissuto come un evento minaccioso e carico di incognite. Per questo è anche compito del clown permettere al bambino di ritrovare la sua stabilità, il suo posto e il suo ruolo.

Vorrei riportare le parti più coinvolgenti e costruttive della conferenza tenutasi durante il raduno nazionale. Clown Aureola ha spiegato come è nata la nostra grande associazione: semplicemente dalla sua volontà di donarsi agli altri, di diffondere il pensiero positivo. V.I.P.. Infatti se è amore per gli altri, prima vuole insegnare ad amare se stessi! Ed ecco che nei nostri cuori suonano i ritornelli ‘ama e cambia il mondo’, oppure ‘ama il prossimo tuo come te stesso’. E’ molto importante riuscire a dare il meglio a noi stessi, e poi trasmettere questo amore a tutti coloro che abbiamo attorno. Prima di donarsi, non dobbiamo trascurare nulla e nessuno, ma partendo da noi stessi, dobbiamo riempirci di gioia e, donarla agli altri. ‘Viviamo In Positivo’ significa viaggiare all’interno di noi stessi per comprendere chi siamo veramente, sapendo che esiste la possibilità di cambiare in meglio, amandosi profondamente e ricordandosi che l’amore è il motore di tutto.

Successivamente, Laura Vignoli ha sostenuto che il pensiero positivo e l’ilarità sono elementi che stanno divenendo sempre più centrali in ambito assistenziale, poiché permettono di migliorare i rapporti interpersonali e consentono di creare un clima più disteso e collaborativo, fondamentale per fornire risposte qualitativamente adeguate alle esigenze dei degenti e dei loro familiari. L’humor potrebbe divenire una componente integrante della cura e del trattamento dei bambini nel sistema sanitario moderno. Ad oggi sono sempre di più i medici che riconoscono il valore terapeutico del riso e del sorriso nel trattamento della malattia e nel mantenimento della salute. Ricordiamoci soprattutto che i clown devono rispondere al bisogno del bambino e immedesimarsi con lui. Proprio parlando di immedesimazione e di imitazione, Salvatore Oliva ha introdotto e spiegato meravigliosamente la novità dei ‘neuroni a specchio’. Essi, attraverso il “rispecchiamento”, permettono di raggiungere la massima comprensione e sintonia empatica dell’altro, e questa capacità di rispecchiare gli stati interni dell’altra persona assume un’importanza fondamentale nelle relazioni d’aiuto, tanto più che può essere appresa e sviluppata. Questa scoperta spiega il fenomeno dell’empatia rivelandone una base biologica, dal momento che le strutture neuronali coinvolte quando noi proviamo determinate sensazioni ed emozioni sembrano essere le stesse che si attivano quando attribuiamo a qualcun altro quelle “stesse” sensazioni ed emozioni, consentendoci di cogliere il vissuto altrui in una immediatezza e vivacità che fanno del vissuto empatico qualcosa di assolutamente diverso da un ragionamento per analogia. Grazie ai meccanismi di rispecchiamento e simulazione, l’altro è vissuto come un “altro sé”. Ed ecco che il clown diviene anche uno specchio: lo specchio del bambino che ha dinnanzi e lo specchio del bambino che ha dentro di sé.

Il dottor Alberto Dionigi ci ha presentato una panoramica nazionale ed internazionale della clownterapia, seguito da Luca Michelini, meglio noto come clown Quintale, il quale ci ha permesso di navigare nel tema della comicità. Ridere, come mangiare, bere, o meglio ancora sbadigliare, è contagioso e favorisce la sintonia del gruppo. Addirittura, sul piano clinico, la comicità aiuta il cuore, la circolazione e l’immunità, migliora il diabete, l’ansia e l’insonnia. Il riso, somiglia molto al sogno, perché ognuno ritorna bambino e si meraviglia e si lascia trasportare, e poi riscopre il gioco, la fiducia, la sorpresa. Però, si può ridere della sofferenza e della malattia? In un certo senso sì.. perché l’essere circondati da visi tristi e addolorati rischia di amplificare il vissuto sofferente e inibire la reazione psichica della persona, e allora il clown deve illuminare gradualmente l’animo del sofferente e instillare un po’ alla volta l’energia positiva che promana dal riso: l’importante è ridere insieme! É poi intervenuto Mirko Magri, enunciando tutte le caratteristiche del clown, dall’essere strumento per migliorare la vita di molte persone, al portare il valore della vita, a divertirsi e ad ascoltare.. Il clown è coraggioso, si sporca le mani e sa scegliere quando è meglio defilarsi o quando fare un passo avanti ed osare; non ha manie di protagonismo e neanche fantasie salvifiche, riesce a ricevere perché sa dare e non dà per ricevere, non deve far ridere e divertire per forza, ma imparare a non obbligare nessuno a dover fare qualcosa che non gli va, sa essere sempre affidabile, puntuale, educato e coscienzioso.

Grazie !

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17 Maggio 2015: la GNR a Sirmione

Piccoli V.I.P. alla GNR! claun Agalagnoma (Claudia Pagani)

Ci siamo! Il giorno tanto atteso da tutti i 3900 claun di VIP ITALIA è arrivato: 17 maggio 2015 …. e che la GNR abbia inizio! Ci siamo preparati per mesi e mesi. Io e Ciaccapo siamo state a Bologna per dare il via ai famosi “100 giorni” che ci avrebbero portati dritti dritti ad oggi, incontrandoci con tutti i referenti GNR provenienti dalle 55 città italiane; poi, incontro dopo incontro, “Aga-CiaccaColore” hanno creato la nostra Giornata del Naso Rosso, cercando di trasmettere l’entusiasmo ai nostri fratelli claun tramite allenamenti, creazione di staff che hanno lavorato divinamente e creato un gruppo frizzante e carico di energia. La sveglia suona molto presto e..magia magia…IL SOLE è con noi!!! Pronti, via! SIRMIONE per una nuova giornata si colorerà del nostro sorriso, delle nostre risate e ovviamente, dei nostri Nasi Rossi! C’è chi monta i gazebo, chi porta scatoloni carichi di materiale, chi allestisce colorati banchetti e chi si sposta da una postazione all’altra lungo la penisola di Sirmione con buffe biciclettine addobbate per l’evento: sembriamo tante piccole formichine all’opera, unite per un unico grande sogno. Il sole è già caldo prima delle 9 e le prime persone iniziano ad arrivare. CIACK…SI GIRA!!! Le stradine del centro storico di Sirmione sono sempre più affollate, le commesse di alcune gelaterie indossano il nostro naso e anche le vetrine ne sono piene. Come si dice in bresciano: che sodisfasiù! La musica e i bans del ballobello tengono alto il ritmo e il tormentone dell’anno ci ricorda che siamo…il NUMERO 1!!! La magia non manca quando delle bolle giganti riempiono la piazza e i bimbi festanti corrono sotto l’enorme paracadute variopinto. Ogni staff è impegnato, da mattina a sera, a regalare palloncini, a fare truccabimbi, a vendere gadget e ricordini legati al proprio segno zodiacale, ad animare con balli e canti, a scattare fotografie per immortalare un momento di gioia con noi claun. …. Al mattino la nostra banda sfila lungo il centro storico di Sirmione, percorrendo la strada principale, accompagnata dalle grida festanti dei visitatori, fino alle Terme e poi..tutti sul trenino più divertente del lago, suonando fino al punto panoramico sopra le Grotte di Catullo. Le ore passano, la temperatura aumenta…la mia febbre è ormai altissima (perché solo io riesco ad ammalarmi pochi giorni prima della GNR!!)..ma non importa! Oggi l’unica cosa davvero importante è vivere pienamente e intensamente la giornata per far conoscere il nostro messaggio, cercando di raccogliere fondi per aiutarci nelle nostre attività. A sera, devastati ma felici, smontiamo tutto e raggiungiamo i nostri lettini per il fatidico “riposo del guerriero” Il fascino eterno di Sirmione si è mescolato, per un giorno, al rosso dei nostri nasi e all’allegria che noi Claun possiamo trasmettere, perché Vivere In Positivo in un posto così è ancora più facile!

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8 anni ; sono la figlia Ciao, io sono CHIARA e ho di Cuggina . del Naso Rosso, faceQuest’anno, alla Giornata va molto caldo. ; deve dire che è sta Volevo che non finisse più ta la più bella. chè conoscevo tutti: è Mi sono sentita libera per vo in giro e tutti mi stato questo il bello; anda evano in ogni cosa e salutavano e mi coinvolg cascavo sempre ! negli scherzi ed io … ci a tutti quelli che mi Un GRAZIE di cuore a in ogni cosa. hanno aiutata e coinvolt ere andata anche ess di Sono CONTENTA quest’anno.

CHIARA (figlia di claun Cu ggina)

a, quasi come mi ci por tava la mamm ma Pri R. GN ma pri a bambino di 4 anni Non è stata la mi ece io, detto Pallolino, inv ta vol a est Qu . oro che sono proprio strumento di lav Così dico per rimarcare ”! mè “io la! far di io lto una precedente ho voluto ed ho sce mi compor tato bene ad do en Ess ! sso ste me , osa ertito a pitturarlo! io che voglio qualc ice . Quanto mi sono div cam il o: mi pre il uto av animazione, ho ni e piedi , e ... cuore ! n vidi anche Chiara E ci ho messo, iomè, ma po’ intimidito, finché no un ero mi un cla ri alt con la mia. Ecco un Agli inizi con gli mma, Cuggina , parlava ma sua e ntr me ta ina che mi si è avvic “iomè”! rettati e meno di altro claun quasi come i anche quelli un po’ aff til gen za tan bas ab ti , fatte da “iomè”. E Con me erano tut “mollettine” con il cuore le vo ala reg va da an sponibili .. e se mi baciano pure! c’erano altre due tanti mi sorridevano e mi no fare, ma soprattutto eva pot si e ch e cos di co palloncini , i canti Poi c’erano un sac parato a fare le bolle, i im ed o cat gio ho i cu la “z”): Cuordidolgiovani claun con io pronuncio un po’ male ma e, nz da le o ber reb etta e capace di tirar e le “dante” (sa é cosi’ scritto sulla magli ch per sù” mi ira “T e ch pergirl, ins tancabile cetto, detta an e al microfono, e poi Su ch an ci do an im an a, dero: con il mio su l’intera piazz ria l’ho avuto all’imbarca glo or ggi ma di nto me uto a chi scendeva ballerina. Il mo ori in dono, davo il benven cu coi tta lle mo he alc qu e fossi una persona Paolo cono gelato e evano e salutavamo com rid sor mi ti tut e lo messo nel (figlio di claun Pallola tel ha mi a mm ma o partiva col bat la to ’au ) i?!Alla sera per tornare all o, ). vip. E chi più VIP di no issimo” (cioè molto stanc ak “st to iva arr e qu un o com suo “troller claun”, ma son ni! ma do rei ne tor Però- iome!- ci

so), ero eletR (giornata del naso ros GN a all a ut ven o son do Quan ice , poi ero ma avevo finito il mio cam pri o rn gio il è ch poi ata trizz andata a letto. la mamma, ves tita e sono partita con e ata gli sve o son mi 0, Alle 7,3 ndere la zia , . Poi siamo passata a pre na an dip ore Cu un cla mo arriovvero a Lauretta. Quando sia gin cu a mi e o, zz pa ore claun Cu a’ davanti estito lo stand ‘Fotografi all mo bia ab e, on mi Sir vate a palloncini , stand hanno allestito lo stand al cas tello. Altri claun dita. Ho tra nd ccabimbi e lo sta ven tru l de o, cop ros ll’o de , dei balli ita a dis tribuire lto bella, mi sono divert scorso una giornata mo to a vendere gli tut di sapone, ma più di palloncini e a fare bolle a giornata abest si e le magliette. In qu ar ticoli : le pile, i nasi ros abbiamo rac e vo ggio di vivere in positi biamo trasmesso il messa . ale felici i bambini in osped colto i fondi per rendere

Annachiara (figlia di claun Cuoredipan na)

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Un credo alla vita! V.I.P. in piazza con Admo

Tutto iniziò con umiltà e forse anche con un po’ di paura per non essere abbastanza … ma poi ho pensato: “Dai Lunasole metticela tutta e vedrai che solo insieme la forza arriva!” E così inizia questo mio nuovo incarico come referente per ADMO … un nuovo cammino che già sento fortemente mio... e ringrazio la mia Associazione Risvegliati V.I.P. Brescia per avermi dato la possibilità e l’opportunità di intraprenderlo. ADMO per me è un CREDO: un credo alla Vita, alla possibilità di salvare vite! Vivendo e toccando con mano la realtà di Casa Ronald, (una casa a Brescia che ospita famiglie di bambini trapiantati di midollo) e guardando a tutti quei bimbi con occhi pieni di gioia, una volta che hanno trovato il loro donatore, e osservarli giocare e ridere, devo proprio dire che il mio cuore s’invade prepotentemente di fiducia e speranza: la vita è in loro e grazie a chi ha saputo donare il proprio midollo. Ma ci pensate all’immensità di questo gesto? A descriverlo a parole si fa fatica, ma quando, come per esempio sabato 18 e domenica 19 luglio in piazza ad Iseo, ho visto tutte quelle persone che si sono fatte tipizzare, io, nel mio silenzio, ho assaporato l’amore verso la Vita ed ho immaginato altri bimbi pronti a vivere i loro sogni e, con loro, le loro famiglie. Proprio ad Iseo, ho potuto gioire nel dedicare le mie bolle di sapone a Tommaso, un piccolo ma grande guerriero che ha combattuto la malattia, grazie alla sua forza ed al trapianto di midollo donatogli da un Donatore compatibile. E questo, non è un grande dono? Sì, ... si può fare !! Il papà di Tommaso, inoltre, proprio l’anno scorso, a settembre, in Piazza Vittoria a Brescia, durante la giornata di sensibilizzazione di potenziali donatori, ha

claun Lunasole (Elisabetta Brambani) deciso di farsi tipizzare (il ricordo di quel momento resterà indelebile in me, che partecipavo all’iniziativa ancora come “aspirante claun”). La mamma di Tommaso, invece, ha scelto di farsi tipizzare quest’anno, durante le giornate di Iseo; io ero lì …. ma mi è impossibile descrivere cosa ho provato mentre i miei occhi vedevano il piccolo Tommaso rincorrere per la piazza le mie bolle; ve lo lascio immaginare: il mio cuore pulsava di Vita! Spero e confido nella prossima giornata in cui scenderemo in piazza Sabato 26 Settembre 2015, i Claun di V.I.P. Italia, con una forte carica e sinergia, si prenderanno per mano con ADMO per sensibilizzare al meglio più e ancor più persone a farsi tipizzare. A Brescia l’appuntamento sarà in Piazza della Vittoria, a partire dalle ore 9,30 e fino alle 18,30 circa.Manifestiamo insieme il Senso della Vita ... che rimane un dono prezioso!

La gioia di essere donatore! Ho deciso di iscrivermi all’ADMO pochi anni fa, poco dopo essere diventata maggiorenne, convinta che il modo migliore per diventare grande fosse tentare di lasciare un piccolo segno nella storia di qualcuno. A quest’età siamo forti e pieni di vita: perché mai non dovremmo tentare di donare un po’ di noi a chi ne ha così bisogno? Mi sono iscritta, pensando che non mi avrebbero mai chiamata o che, qualora fosse successo, sarebbero passati anni e anni prima di quel giorno. Invece, dopo solo un anno e mezzo, sono stata contattata per una possibile compatibilità che, dopo qualche settimana, si è rivelata certa. Da quella telefonata di conferma ricevuta in un bel giorno di sole, è iniziata una serie di controlli medici per assicurarsi che la mia salute fosse davvero al top. Questo vorrei dire, per prima cosa, a Te che stai per compiere una scelta così importante: cerca di stare tranquillo perché, prima della donazione, si incontrano medici, infermieri e biologi che accertano il tuo stato di salute e che sono sempre pronti a rispondere a ogni dubbio o perplessità. Fortunatamente per me (e soprattutto per chi di me aveva bisogno) tutti i miei esami e le mie visite sono andati per il meglio e, dopo 6

BRESCIA 26 Settembre Piazza Vittoria

davvero pochi giorni, sono stata ricoverata in ospedale. La mattina seguente il ricovero ho donato. So già cosa mi staresti per chiedere se mi avessi di fronte. “Hai avuto paura? Ti hanno fatto male? Quanto è durato? Chissà che dolore dopo….” No, sono sincera: non ho avuto paura. Sono stata parecchio agitata durante la notte, ma non era paura. Davvero. Pensavo al miracolo di questa storia e a quella persona che, chissà in quale letto d’ospedale come il mio, associava al mio gesto la sua speranza più grande. Nonostante non avessi paura, avevo comunque bisogno di qualcuno che mi stesse vicino, che mi tenesse la mano. E il cuore. E così è stato. Sono scesa in sala operatoria ridendo e, ne sono sicura, mi sono addormentata con un bel sorriso sul viso. Mentre il mio midollo osseo veniva prelevato, la sala operatoria era piena di persone pronte ad aiutarmi: come avrei potuto non essere serena? Anche questo vorrei dirti, caro donatore. Non siamo soli: siamo nelle mani di angeli per cui, in quel momento, la nostra vita è straordinariamente importante. E’ stato emozionante avere accanto persone così durante quei pochi giorni. Chi teneva sotto controllo il mio respiro e il mio cuore, chi ha assistito al mio risveglio riconducendomi al mondo, chi era sempre pronto a rispondere al campanello, chi mi portava il cibo e mi accompagnava in bagno se mi sentivo un pochino debole, chi passava nella mia stanza per controllare che tutto andasse per il meglio e chi, una notte, è entrato nella mia stanza per salutarmi e mostrarmi la neve che imbiancava tutta la città. E il dolore? Poco, davvero. Io almeno non l’ho quasi neanche sentito. Vorrei però proporti di pensare al perché di quel dolore, se mai lo sentirai. Quanto vale in confronto alla sofferenza di chi ha avuto bisogno di Te? E soprattutto: quanto vale in confronto a ciò che hai fatto, alle emozioni che ti hanno attraversato il cuore? Dopo l’operazione è difficile realizzare ciò che hai fatto. E non per via dell’anestesia. La verità è che è quasi impossibile comprendere a fondo un qualcosa che ha del miracoloso, soprattutto appena successo. Poi i giorni passano, tante persone vengono a trovarti, ti fanno i complimenti, ascolti storie di chi, grazie a un trapianto, ora sta continuando a vivere. E poi torni alla tua vita di sempre. Ed è proprio quando ti sembra di essere ormai distante, quando ormai hai altro per la testa, che il pensiero di ciò che hai fatto viene a trovarti. Mi succede spesso, nei momenti più inaspettati. Penso che una parte di me sta vivendo, chissà dove, in un fratello mai conosciuto, di cui non so nulla, di cui posso solo immaginare il volto, gli occhi, il timbro della voce, ma di cui conosco alla perfezione il sangue. E lo amo quel sangue. Ti concedo un’ultima domanda. Vuoi sapere se mi è rimasto il segno,vero? Sì, in totale mi ritrovo 21 minuscoli puntini rosa chiaro sulla pelle, a livello delle ossa iliache. Si notano solo se lo sai. Io lo so e mi piace osservarli e pensarli. Vorrei non sparissero più. Sono il segno tangibile del regalo che mi è stato fatto e che ho potuto fare. Sono il segno delle mille emozioni che ho provato. Emozioni che, te lo ripeto, non hanno niente a che fare né con la paura né col dolore: dovrebbero dirlo, prima di donare, che ogni goccia di midollo che ti tolgono, è un’ondata di gioia di vivere che mai più ti lascerà. Benedetta

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i t a i l g e v s i R i r Tutte in rete pe

primavera abà e risate, una sera di sit rio cu ti, et og pr tra te realtà dei tavolo, la splendida e frizzan Seduti ad un grande o lor n co e k, cio rti guariolupo ed Ha subito a proprio agio biamo ri-ncontrato Tz cia. Sanno metterti es Br di uro ” sic lus al , On lto un nti acco “Risvegliati V.I.P. Cla si aperti e sinceri. Ti se rri so e di on of pr e i pid dandoti con occhi lim acciarli. di sorridere e di abbr a fa: erano stati gli vo an e hai una gr nefica qualche anno be ta za piz a str no a do sciuti ad un ti in contatto, seguen Li avevamo già cono esti anni siamo rimas qu In e. tuun na o m co olt m in da subito invitati da un’amica b. L’intesa è stata fin we l su e tiv ssa zia ste ini lla e de str erse, si rispecchiano reciprocamente le no belle che, seppur div se co le simpatia e no ta so i es ral qu tu o o rispolverat rale, come na m bia ab , no an o ov n aperitivo re così il nu rneo di Pincanello co energia. Nel pianifica to o itic m il e: ion a collaboraz mo!”…. la splendida abbiamo proposto un dire: “Sì, ce la faccia to fat o nn ha ci e nz ide e già frequentabenefico. Tante coinc e di Padergnone, ch nt do ro be Al e ral ltu rio ne cu conoscere sul territo cornice dell’associazio vegliati V.I.P. di farsi Ris i de tà so ssi Na ce l ne de la ta : Giorna vamo entrambi, ità della loro “G.N.R. sim os pr la tà ti, et lon og vo i e la e ampliare i loro pr stinatari sempre nuov de ere olg inv co di io er Rosso”, il nostro desid e a inoltrata, a giocare di fare festa. meriggio di primaver po to gia leg tto so so e; un nt in rodo E quindi eccoci, della cascina dell’Albe canelli nello spiazzo pin ai opri sogni. Si no pr or ai a int , vit r ere rid ti intenti a da tis ar di ice rn co a un ria cucita, i gazebo e tutt’intorno no con la propria sto nu og , ice m ca il e riso rosso ifica per una caratte presentano con il na da Claun che li ident e m no , il n tte co lle , rze sso ba ntano disegnata addo no magie, altri racco fan ni cu Al . o are on izz ng ve stica unica da valor ti regalano sorrisi e di sapone il cielo, tan lle bo le iolupo e n Tz co o rio an op lor pr altri co no in finale, iva arr e du e no ca uni gio contraccambiati; alc tto era iniziato. tu ve ità alla nostra picHarticiok, da do o dare anche continu am lev vo io, liz da so o laboratori maCon questo nuovo infatti organizzavam fa ni An li. da pe os natalizio. cola esperienza negli piti durante il periodo os li co pic ai ti na sti ano de sse dare un nuali i cui lavoretti er ento e sensibile pote att so rri so un e ch to po’ credu Abbiamo sempre un lieri. e nei reparti ospeda ch diamo di poter dire, valore aggiunto an omozione sociale cre pr lla de do on m l ne tà de e movimenDopo 8 anni di attivi te, che in questo gran Re in tte Tu di aff St lo nel mondo anche a nome di tutto ità si danno da fare atu gr e e on ssi pa n co no a nte che e i sogni in cui credo tato calderone di ge ergie tra le persone sin le e pr m se no so del volontariato, mplicemente. esto nome per fare la differenza. Se TTE IN RETE porta qu TU le cia So ne io oz om e si espande L’Associazione di Pr sportiva, si sviluppa ltà rea a un da e sc plici: na nsibilizdi conoscenze, di se tre motivi molto sem e ret a Un e. ret are utto, vuole cre nel web, ma sopratt ni, di sorrisi. collaborazioni, di ritor di i, gn un piccolo sope im di , ne zazio te nasce nel 2008, da Re in tte Tu . no é esca e Silvia Di ideali. Perch ici, Elisa, Sara, Franc atr lci ca e e ich am gno di quattro ali attraverso iniziati“in campo” valori solid con l’idea di mettere o di un bel gruppo ative. Ad oggi vantiam eg gr ag e e tiv or sp ve lla condivisione il nostro motore ne ff, sta o all re olt , ici di am ti. Anche azione dei nostri even izz an rg ll’o ne e e ide di nuove e Rete…a credere biamo imparato a far al nostro interno ab tere in campo per ni persona può met og e ch se or ris lle ne te. molante e coinvolgen rendere tutto più sti e l’entusiasmo iva cipazione att rte pa la , to en im Il coinvolg stri eventi, e possiafili conduttori dei no sono sempre stati i o di chi segue e ci goglio, che l’impegn or o m tre es n co e, mo dir tutti. Per chi dona, enti valorizzanti per om m are cre di te et sostiene perm i dona e riceve. per chi riceve; per ch

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Giochiamo insieme ...

Pagine a cura di claun Gianduiotto (Luca Curti)

Risolvi il cruciverba

Unisci i puntini e scopri chi si nasconde in questi due disegni.

Silvia, Francesca e Chiara (www.tutteinrete.net)

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Giochiamo insieme ... 

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Trova i nomi dei Claun

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Lobo - Mentulì - Napo - Pastisù - Lumi - Morosita     Paiason - Lunasole - Muletto - Pallola  

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Trova le 8 differenze 

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DISEGNA IL TUO CAMICE CLOWN!!!

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Disegna il tuo camice claun!

Capitano - Fischiotti - Gianduiotto - Giokabalù - Harti  ciok - Ferpetì - Flamingo - Gibò - Gioppy - Honey - Fin  ferla - Ghingun - Gigiru - Gurù - Hoplà 

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Origami di un gatto

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Colora i due disegni di Masha e Orso.

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Gocce di Gioia

claun Pallola (Paola Brena)

A volte la gioia arriva da sola improvvisamente, a volte lentamente e spontaneamente, a volte bisogna farla crescere con un po’ di impegno. Qui alcuni esercizi inventati del tutto liberamente coniugando alcune tecniche di psicoterapia con le modalità claun. Da soli, questi esercizi, non bastano, ma come “gocce” possono aiutare la “gioia”…

la soluzione su www.risvegliaticlown.org

ABBRACCIAMOCI! Il 4 Luglio è stata la giornata degli abbracci gratis. Tante persone, anche nelle nostre piazze bresciane (piazza Loggia e piazza Vittoria in particolare), hanno girato con appeso al collo un cartello “abbracci gratis”. Si può notare in altre occasioni (p.es nella recente manifestazione di solidarietà a Dolo) questo movimento di “free hugs”, perché ha rilevanza internazionale. E perché? Perché “abbracciare” fa bene! E’ scientificamente provato. Eppure in una società sempre più in contatti con internet, siamo sempre meno in “con tatto” tra noi. Allora proviamoci: chiediamo ed offriamo un abbraccio! Possiamo farlo con un nostro famigliare, con un vicino, con un amico\a o conoscente, ma anche con noi stessi: non siamo patetici se cingendoci attorno le braccia, ad esempio una sulla spalla e l’altra sul ventre, lo facciamo con tenerezza ed ascolto, ad esempio del nostro calore, dei nostri muscoli, del battito del nostro cuore ecc... Va bene e fa bene abbracciare qualsiasi essere vivente: anche un albero... Tentare non nuoce. Più abbracci provate, più potrete scegliere quello che più vi piace.

Carissimo me ...

Prendiamo carta e biro. Scegliamo con un pò di attenzione la carta e la penna o biro con cui vogliamo scrivere: sarà una lettera importante, un po’ vecchio stile, per una persona importante: me stesso.

Caro/a

scrivi il tuo nome

di te mi piace (scrivi tutte le tue qualità o quelle caratteristiche che ti piacciono)

Senza di te non avrei fatto (scrivi gli avvenimenti della tua vita)

e non avrei potuto provare tante emozioni e sentimenti che hanno arricchito la mia vita come, ad esempio Senza tutto ciò, senza di te non sarei quello che sono. Tu sei la persona più importante per me. Ti voglio bene. 14

Metti la data e la tua firma e conservala o se vuoi spediscila!

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Le avventure di

la bella montagna dell’urogallo

Tomà, un ragazzino come tanti altri, non troppo bello, non troppo brutto, è pronto per le vacanze estive; come ogni ragazzino è sempre pronto a fare vacanze. Quest’anno, si trova, “spedito come un pacco”, sulla corriera che lo sta portando in montagna. Eccola lì, la montagna, come se lo stesse aspettando a braccia aperte. A braccia aperte? Proprio in mezzo alla montagna c’è un specie di dirupo, ma non è una fossa, è una specie di frana senza materiale franato, una radura perpendicolare alla valle che interrompe il bosco di abeti e larici. “Cos’è?” Tomà se lo sta chiedendo, quando l’autista fa il nome della sua fermata. Ad attenderlo una comitiva di benvenuto solo per lui: i due zii, che ricordava più giovani; una cugina grande, Anna, sposata con Sergio che lavora in un’altra regione; un bambinetto di quasi 5 anni, Samuele, detto “Sammy”, loro figlio; poi c’è Simona, una ragazzina imbronciata di quattordici anni che sta per conto suo, e due gemelli Carlo e Alberto, di un anno in meno di Tomà. La casa degli zii è grande. “Da quando hanno fatto le piste di sci, lo zio ha quadruplicato il suo lavoro - racconta la zia Certo d’inverno è pieno di gente, mentre d’estate il turismo si è ridotto, ma lo zio è comunque impegnato.” Sammy interviene: “Il nonno ha la ruspa! E la gru, e la betoniera! E poi ha anche “i camionsss” Già, “camionsss” poiché lo zio Carlo gli ha insegnato che quando sono più di uno bisogna aggiungere la “s” e Sammy, sapendo che il nonno ne ha almeno tre, aggiunge tre “s” a camion. Tomà si sta rilassando. I due gemelli all’unisono gli chiedono: “Cosa facciamo domani Tomà?”. Quest’ultimo non sa cosa dire, visto che è appena arrivato e non conosce 16

il posto, ma gli viene in mente ciò che ha visto arrivando ed ora crede di aver capito. “Andiamo alla pista da sci!” Sammy ribatte “No, zio Tomà, adesso non c’è -ride- la neve!” Tomà sta pensando che fa strano sentirsi dare dello “zio”, quando Alberto dice: “Geniale Tom! Domani si va alla pista. Senza prendere la seggiovia che porta su alle Bocchette, ci arrampicheremo direttamente dalla pista!” Il gemello Carlo aggiunge: “Saremo i primi esploratori della pista estiva!”. Il giorno dopo Tomà, Carlo e Alberto sono pronti, zainetto in spalla, per l’avventura. “Posso anch’io?” Sammy chiede a Tomà. “Ah, se viene lui, allora vengo anch’io!” dice Simona che, più grande di tutti, di solito va per conto suo, preferendo allontanarsi dai fratelli gemelli. Al massimo viene assoldata come baby-sitter di Sammy, compito che svolge volentieri, anche se fa finta che sia il contrario. Tutti, anche gli adulti, guardano Tomà come se spettasse a lui solo la decisione “Se per voi – rivolto a zii ed a Anna - va bene...” Si parte. Tomà senza volerlo diventa il “capo cordata”. Al seguito c’è Carlo, che, facendogli domande del tipo “va bene così Tom?”, è di fatto la vera guida esploratore. Poi c’è Alberto che fa considerazioni ambientalistiche, mentre Sammy si sposta alternandosi tra terzo e quarto posto, ed infine è Simona in coda al gruppo “chiudendo la cordata”. Sono già passate più di tre ore da quando sono partiti, hanno già fatto due soste per bere e “merendinare” e non sono ancora arrivati in cima alla pista. Tomà è stanco e vorrebbe quasi tornare, ma sente le attese del gruppo su di sé e così invece che “zig zag are” lungo la larghezza della pista da sci, decide di prenderla in diretta sulla linea verticale. “Vado avanti a guardare! Aspettatemi qui.” e così dicendo

fa qualche scatto arrampicandosi sui sassi della raduna. Dopo neanche 10 metri, il sasso su cui si era appoggiato si sposta, Tomà inciampa, cade gambe all’insù e ruzzola incominciando a scivolare all’indietro, franando verso valle sorpassando gli sguardi increduli e preoccupati dei cugini. Nella sua discesa inversa incrocia qualcosa di viscido ed appiccicoso e marroncino, che gli fa effetto di “scivolina” sotto il sedere e sulle gambe, facendolo raddrizzare ed aumentare di velocità. Finalmente, prima di scontrarsi contro un albero o precipitare nel piccolo burrone che va nel fiume, riesce a puntare i piedi su un dosso e si ferma. La paura gli ha fatto trattenere il fiato ed accelerare i battiti del cuore. Tomà sta fermo immobile per cercare di riprendersi dall’emozione, mentre i cugini stanno sopraggiungendo gridando il suo nome. “Tom!” “Tomà!!” “Tomà?”. Simona che ha per mano Sammy arresta il gruppo: “Fermi ragazzi, ci sono le ortiche!” e, rivolgendosi al cugino: “Tomà come ti senti? Hai male? Ce la fai ad alzarti lentamente? Vuoi che chiami aiuto?”, Tomà sta bene. Tuttavia si sente una strana puzza addosso. Anzi una puzza terribile, proprio una puzza di... eh sì una puzza di merda! Infatti tutte le sue gambe sono ben ricoperte di questa poltiglia di cacca di vacca. E’ imbarazzatissimo. Non osa dire niente e, sorridendo, si alza e si sposta dalla zona verde in cui si era infossato per avvicinarsi ai cugini. E’ sempre Simona ad interessarsi sullo stato di Toma’ incalzandolo con un sacco di domande a cui egli non riesce a rispondere se non con accenni di dissenso, per dire che non ha male, non ha niente di rotto e non gli prude o brucia niente, o di consenso, si, si è un po’ escoriato sui gomiti, si, è sporco, si, vuole andare a lavarsi al fiume poco distante. Carlo e Alberto si tengono a debita distanza olfattiva. Tomà entra nel

fiume a lavarsi tutto vestito. Simona trattiene il nipotino Sammy che vorrebbe buttarsi in acqua: “Uffa però non è giusto che solo zio Tom faccia il bagno. Anch’io voglio la cacca!” Tutti scoppiano a ridere. Poco più in là, il letto del fiume si slarga lasciando scoperta una radura di finissima ghiaia. Si decide di mettersi lì, un po’ come in spiaggia, per asciugarsi. I cinque bambini se ne stanno silenziosi ad ascoltare la voce del fiume. Ad un certo punto si sente una specie di “Koc”. Alberto invita a restare ancora più immobili e fa il gesto del silenzio con l’indice sulla bocca, bisbiglia: “Ssss ... zitti! C’è un fagiano!”. Poco dopo però, sentono un altro verso: un canto molto più modulato, che inizia con una specie di “ticap”, e termina con un “pop”. E’ Carlo il primo ad avvicinarsi cautamente ai cespugli da cui provengono i suoni. Alberto schiaccia involontariamente un rametto. Il rumore fa uscire dalla radura un volatile dalle sembianze poco conosciute, tali da far scappare spaventato Sammy: “Aiuto una gallina nera che vola!!”. Altro che gallina che vola! Neanche un fagiano, ma un urogallo: un animale in via di estinzione che ha scelto la radura della pista da sci per fare il suo nido. La scoperta fa notizia: i giornalisti visitano il paese e scrivono articoli, il corpo forestale dello Stato fa progetti di protezione e salvaguardia ambientale, e l’ufficio del turismo avvia una campagna pubblicitaria sulla bellezza della “montagna dell’Urogallo”. Ognuno sull’Urogallo trova la propria “magia”; anche Sammy dà la sua versione: “L’urogallo ha messo la cacca di mucca per salvare lo zio Tom, che infatti, anche se è finito nelle ortiche, non si è fatto niente.” claun Pallola (Paola Brena) Disegno realizzato da Cristina Braga 17


La posta del Naso Rosso SCRIVICI ...

Dai, scrivici anche tu! In chirurgia, in ortopedia ed in pediatria ovest trovi le cassette, oppure con una mail all’indirizzo

giornalino@risvegliaticlown.org

I tuoi messaggi, i disegni, i consigli, ecc... verranno pubblicati sui siti della nostra associazione.

Pediatria ovest Ortopedia Chirurgia 18

Ospedale di Esine

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Il cantascolta dei claun

In biblioteca con i claun

Ormai è una tradizione di famiglia; un’abitudine che io e tutti i miei parenti aspettiamo con molta ansia. Ogni anno, in estate, quando in città il grande caldo ci fa sciogliere, noi andiamo a fare un pic nic nel bosco che si trova poco lontano da casa nostra. Passiamo là un’intera giornata; è bello: c’è molto spazio per giocare all’ombra e le limpide acque di un simpatico ruscello lo attraversano da nord a sud, rendendolo fresco ed accogliente. Cerchiamo uno spiazzo abbastanza pianeggiante, ci mettiamo le nostre cose e, fra una chiacchiera, uno spuntino, una passeggiata, un gioco, ed un sonnellino, trascorriamo insieme un’intera giornata di relax. Proprio quest’estate, durante un giretto “in solitaria”, mi sono spinto fino alla cima del colle: da lontano vedevo una simpatica casetta, non tanto grande, ma molto ordinata; non era una capanna, era proprio una casa, in pietra, come tante che si vedono in montagna; mi sono avvicinato. Davanti alla porta d’ingresso, uno spiazzo piccolo, una panchina in legno e due vasi di fiori colorati; poco più in là, alcune pecore sdraiate sulla terra a riposare. Sulla porta, un uomo non molto alto ed anche un po’ anzianotto; indossava abiti scuri, un cappello ed un aspetto all’apparenza burbero; mi ha salutato e mi ha detto di chiamarsi Elzéard. Non mi ha sorriso, ma, con lo sguardo, mi ha invitato ad entrare. Dentro, la casa era in ordine, il pavimento di legno ben spazzato; sul fuoco bolliva la minestra ed i piatti lavati erano appesi sopra il lavello. Mi ha fatto accomodare e in una caraffa, direttamente dalla sua borraccia, mi ha versato dell’acqua fresca e poi ha diviso con me anche la minestra. Mentre mangiavamo, senza che gli chiedessi nulla, ha cominciato a raccontarmi. Con spontaneità e semplicità, mi ha parlato della sua infanzia, della guerra che è stato obbligato a combattere, della sua famiglia e di tante altre cose che con naturalezza ha condiviso con me. Quando io raccontavo di me e delle mie ambizioni per il futuro, mi ascoltava in silenzio e, con lo sguardo, mi incoraggiava. Raramente ho respirato tanta accoglienza intorno a me. Alla fine del pranzo, quando già lo stavo per salutare, ha voluto che mi fermassi ancora un momento: voleva mostrarmi un segreto. Con la solita naturalezza, ha liberato il tavolo dalle stoviglie ed è andato in camera. È tornato subito dopo; teneva in mano un sacco di juta (da tempo non ne vedevo più); con molta cautela, l’ha rovesciato sul tavolo; ne sono uscite tantissime ghiande. In silenzio, si è seduto ed ha cominciato a toccarle e a guardarle con molta attenzione; sembrava che le accarezzasse sia con le mani che con lo sguardo, e le selezionava: alcune venivano riposte in un cesto, altre di nuovo nel sacco ed altre ancora in una scatola di legno. Forse interpretando il mio incuriosito silenzio, senza che gli domandassi nulla, mi ha spiegato che, cinquanta anni prima, il bosco che copre il colle non c’era; il terreno era secco e arido: tutti gli abitanti della zona erano nervosi e tristi, i contadini coltivavano sempre con meno passione e nessuno abitava più volentieri in quella zona. Lui, che era ancora giovane e che non voleva rassegnarsi a perdere la speranza nel futuro, ha

preso un’importante decisione: avrebbe ogni giorno piantato cento ghiande, in modo che, con il tempo, il colle potesse vestirsi di una fitta foresta. Sembra impossibile, ma il suo progetto è diventato realtà: è stato lui, con una buona dose di impegno e pazienza quotidiani, a dare vita al bosco che oggi anima il colle. Non credevo alle mie orecchie: questo uomo ha trascorso la sua intera vita pensando al bene dell’Altro. Due calde lacrime rigavano il mio viso, allora mi sono affacciato sulla porta: il verde che mi circondava sembrava essere ancora più luminoso; l’aria che respiravo sembrava essere ancora più fresca; i suoni che sentivo sembravano essere ancora più melodiosi. Davanti a me c’era l’opera che un uomo, un semplice uomo, da solo, aveva voluto fare per tutti noi. Davanti a me c’era il frutto di chi, con coraggio e dedizione, ogni giorno, aveva seminato la speranza. Grato alla vita, ho salutato il mio nuovo amico, l’ho ringraziato e sono tornato a valle, dove mi aspettavano i miei parenti. Ho avuto bisogno di qualche giorno prima di riuscire a mettere in ordine le mie emozioni ed a capire che l’incontro con Elzéard mi aveva insegnato la speranza; non ci avevo mai pensato, ma da quell’uomo avevo capito che la speranza nel futuro è ancora possibile. La storia del nostro vecchio pastore è raccontata nel libro di Jean Giono: “L’uomo che piantava gli alberi”, Salani Editore, che vi consiglio di leggere. Magari, chissà, in futuro, troveremo raccontata in un libro, per esempio, anche la storia di Marco, un infermiere che, attraverso un’organizzazione umanitaria, ha aiutato gli ammalati di ebola in Sierra Leone; oppure di Giacomo che, dopo aver vinto tante medaglie in gare agonistiche, adesso organizza eventi sportivi per bambini; o di Anna che passa tutte le sue giornate in ospedale a fare compagnia a sua figlia malata; o ancora di Lorenzo che, il mese scorso, invece di andare in ferie al mare, è andato a Lampedusa a dare una mano agli immigrati che arrivano in Italia da clandestini; o di quel papà che, nonostante la fatica e lo sforzo, ogni giorno va a lavorare in cantiere, per permettere ai suoi figli di vivere in maniera dignitoso. Secondo me, però, un giorno troveremo anche un libro che parlerà di te perché, ne sono sicuro, da oggi anche tu comincerai a seminare sorrisi … di speranza … Adesso vado: devo procurarmi un Naso Rosso, perché quando l’anno prossimo tornerò da quelle parti per il solito pic nic familiare, lo voglio proprio regalare a Elzéard, il pastore che mi ha insegnato … la speranza.

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claun Sonnolento (Michele Riva)

QUALCOSA CHE NON C’È

Pagina a cura di: claun Giokabalù (Annarita Braga)

(Elisa)

Tutto questo tempo a chiedermi Cos’è che non mi lascia in pace Tutti questi anni a chiedermi Se vado veramente bene Così Come sono Così Così un giorno Ho scritto sul quaderno Io farò sognare il mondo con la musica Non molto tempo Dopo quando mi bastava Fare un salto per Raggiungere la felicità E la verità è che Ho aspettato a lungo Qualcosa che non c’è Invece di guardare il sole sorgere Questo è sempre stato un modo Per fermare il tempo E la velocità I passi svelti della gente La disattenzione Le parole dette Senza umiltà Senza cuore così Solo per far rumore Ho aspettato a lungo Qualcosa che non c’è Invece di guardare Il sole sorgere E miracolosamente non Ho smesso di sognare E miracolosamente Non riesco a non sperare E se c’è un segreto E’ fare tutto come Se vedessi solo il sole Un segreto è fare tutto Come se Fare tutto Come se Vedessi solo il sole Vedessi solo il sole Vedessi solo il sole

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Quante volte ci siamo chiesti se ciò che siamo è veramente ciò che gli altri vorrebbero vedere? Forse è successo a tutti, magari a seguito di una piccola o grande delusione, di pensare a ciò che siamo e a ciò che vorremmo essere, ciò che non riusciamo ad essere e a chi invece è come vorremmo essere noi. Strano: succede a tutti, ma se tutti lo pensano allora nessuno di noi è come vorrebbe e l’unica soluzione sembrerebbe essere un fantasioso interscambio… No, poco credibile… La canzone di Elisa parla di questo, riesce a esprimere poeticamente il succo del discorso… Aspettare a lungo qualcosa che non c’è, o sperare a lungo di essere qualcun altro ma che dire: aspettare qualcosa che non si sa se arriverà è meglio di alzarsi e provare a reagire, magari per scoprire che ciò che realmente siamo non ha nulla da invidiare a nessun’altro e, anzi, è pure meglio di tanto altro… L’importante è credere in noi stessi, dare sempre il meglio, per fare splendere il sole dentro ciò che siamo, senza voler somigliare nessuno, anche perché ciò che gli altri sono realmente noi non lo conosciamo fino in fondo, ma vediamo solo il lato che vogliamo vedere. Il bello è poter sceglier di rafforzare, migliorare, far sorgere ogni giorno ciò che siamo e splendere tra la gente, contagiando tutti con la nostra voglia di essere sempre il meglio possibile … e di Vivere In Positivo !!


…. O I H C C O N U A L C A TÀ! I V I T A E R C O I M straorIL PRE un, un claun vero (e rattino che diventa cla

Il Cineclaun claun Ciliegina (Angela Mezzini)

STELLE SULLA TERRA “Stelle sulla terra” è, a mio avviso , un bellissimo film indiano che narra come ogni persona ha qualcosa di particolare e unico, che può essere donato agli altri e che può arricchire chi lo sa cogliere. Questo principio dovrebbe essere ben presente in quegli adulti ed educatori che, di fronte a un bambino con difficoltà, tendono a mettergli un’etichetta giudicante, invece che cercare il suo talento speciale. Questa è la storia di Ishaan, un ragazzo di 8 anni, molto simpatico ma con molte difficoltà a leggere e scrivere, perché per lui le lettere non stanno mai ferme, sembra che ballino e ruotino su se stesse. Questo gli crea non poche difficoltà con i maestri e i genitori. Sarà l’insegnante di arte, Ram Shanker, a capire che i problemi di Ishaan sono causati dalla dislessia e, con un metodo adeguato, gli insegnerà non solo a leggere e scrivere correttamente ma lo valorizzerà in ciò che sa fare in modo veramente speciale. Infatti, il suo allievo vincerà la gara di pittura indetta dalla scuola e l’insieme di questi successi gli restituiranno la fiducia in se stesso e la voglia di ridere e giocare ancora. E’ molto interessante vedere come l’insegnante di arte riesce a prendersi cura dei suoi allievi e soprattutto di Ishaan: con allegria e molta attenzione per ognuno di loro. Sapete come Ram Shaanker si è presentato alla prima lezione nella sua classe? Suonando il flauto, ballando e….con un bel naso rosso da clown!! Sììì, proprio come noi!! Diamoci il permesso di gioire e di essere felici, è un diritto e…una scelta di stile di vita!

ria di un bu ndato da papà Claunocchio.. La sto hio, un burattino circo cc no au Cl le: vo fa e tant sartidinario)! La favola di cignolo, amico delle Lu da o at nn ga in i, i falegnam n il gatto Geppetto, aiutato da ppuccetto Rosso, co Ca , ve ne ca an Bi n co ntro r sbocciare il ne, che, grazie all’inco Grillclaun riesce a fa il e e tin fa le ti, et ol gi erato! e la volpe, con gli an il camice tanto desid re lie eg sc a e i lu in asia cuore claun che c’è maginazione e la fant l’im ita sc su e ch a m bambini, alla clasUno spettacolo per e ci ha portati in vetta ch ’ ivo sit po in la vo a ‘fa esciani. anche degli adulti, un dal Centro Oratori Br o at zz ni ga or t, Ar o nt oro, noi attori, a sifica del concorso Pu tanto impegno e lav po do , ne io az isf dd ”, un Pieni di gioia e di so to il “premio creatività ira rit o am bi ab , cia liati V.I.P. Bres ntinuare a nome di tutti i Risveg più il massimo, a co e pr m se re da a o at into e stimol ioso quanto premio che ci ha sp vivere tanto contag di o od m o str no il , positività a, in occasione del messaggio, la nostra e sul palco di Pescar ch an ti diffondere il nostro sta o m sia i, è , lta ... e già questo, per no nno per la prima vo un t’a es cla 0 Qu 80 ! te di si en au nd pl re ap sorp li occhi e agli ioV.I.P. Italia, davanti ag Hollywood): un’emoz ad Raduno Nazionale di to nu te ot o ell qu o successo (più di are una stato un grandissim ne, che basti indoss zio fin lo so sia ro at crede che il te scena.. Ma ne unica! A volte si chiuso per uscire di io ar sip un sti ba e are ruolo, ch bambino che maschera per cambi o che si realizza, è un gn so un è à, alt re è pura il nostro spettacolo e si dona! questa e cresce, una vita ch ribuito a far nascere rinasce, un cuore ch nt co o nn ha e ch ro e va a tutti colo per trasmetUn grazie particolar e continuano a farlo ch e i at gn pe im no che si so à cominciato a favola, e a tutti coloro il mondo, e che ha gi à er bi m ca no or gi che un claun Cionfola tere quella positività (Valeria Cristini) i! or cu i cambiare

Un gesto SPECIALE per un giorno SPECIALE!

Hai un evento particolare da festeggiare e vorresti regalare delle bomboniere ai tuoi invitati? Perché non rivolgerti a noi claun. Ecco alcune delle nostre fantastiche bomboniere. Informazioni: info@risvegliaticlown.org

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“Sulla nostra terra sono spuntate piccole stelle che con la loro luce hanno illuminato il mondo perché sono riuscite a farci guardare le cose con i loro occhi. Quelle stelle pensavano in maniera diversa e le persone vicine non le accettavano e le hanno ostacolate. Ma loro ne sono uscite vincenti , al punto che il mondo è rimasto a bocca aperta ”

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Cerchi una testimonianza?

I Risvegliati VIP Brescia Onlus-Clown di Corsia sono disponibili per incontri-testimonianze sul tema del volontariato e, nello specifico, della clown terapia in ospedale, dedicati sia alle scuole, di diverso ordine e grado, che alle classi di catechismo! Per maggiori informazioni scrivete a: cd@ risvegliaticlown.org, saremo ben felici di trascorrere qualche ora con Voi!


Sabato 26 Settembre BRESCIA

Piazza Vittoria

RisveAMICO ... Un RisveAMICO non è un socio del-

la nostra Associazione ma ci aiuta standoci viicino. Un RisveAMICO può essere informato sulle nostre attività, partecipare ad alcuni incontri organizzati dai Risvegliati, ricevere copia del Giornaclaun e del nostro calendario. Se ti piacesse diventare un RisveAMICO puoi contattarci all’indirizzo e-mail: risveamico@gmail.com

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Redazione Giornaclaun: claun Ciliegina (Angela Mezzini) claun Cionfola (Valeria Cristini) claun Gianduiotto (Luca Curti) claun Giokabalù (Annarita Braga) claun Pallola (Paola Brena) claun Sonnolento (Michele Riva) In copertina: disegno realizzato da claun Gianduiotto (Luca Curti) Il presidente: claun Tziolupo (Paolo Brunelli) Grafica e Stampa: Tipolitografia Vilcar www.tipografiavilcar.it


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