Riot Van speciale Writer Van #1 Post Scriptum

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Cosmogenesi postnucleare

#1 Writer Van

Lo accompagnavano la divisa lacerata dell'esercito cinese, il volto stremato di cicatrici e il capo ormai calvo nonostante la giovane età. Quando trovava un centro disabitato andava alla ricerca di cibo, biancheria pulita e qualche libro. Il problema era sempre lo stesso, l'acqua. Era insoddisfatto dell'America. Doveva essere un bellissimo paese, così aveva letto. Nel rifugio antiatomico gli passarono in mano moltissimi autori, dalla dolcezza lirica di Whitman alla pazzia visionaria di Dick. Leggere ricordava ai sopravvissuti le buie notti da incubo, per il giovane, al contrario, era stato l'unico contatto con la vita umana e, da allora, adorava farlo. In quella che un tempo era una terra giovane e verde Chiang incontrò un signore barbuto di una certa età, seduto sul ciglio della porta di una villetta. «Non ha una maschera? L'aria qua è ancora pesante, presto potrebbe piovere...» «Giovanotto, io come te, già siamo stati segnati dal destino...» Chiang chiese se aveva qualche libro da regalargli. La rivoluzionaria poetica di Pound proprio non gli piaceva. «Ero professore di università io» ripeteva l'uomo. «Il resto del paese come va?» aggiunse. «Non così male.» Il cinese si sentiva sempre in colpa, i crimini di guerra perpetrati a civili, per la maggior parte a donne e ragazzine, erano squarci terribili nel suo cuore. «Sa, i superiori mi hanno ordinato di compiere delle oscenità orribili» si mise a raccontare Chiang all’unico essere vivente incontrato nelle ultime due settimane, «ora, ovunque, è tornata la speranza! Le nazioni hanno cessato di esistere, è stata annunciata dalla guida spirituale mon…» «Grazie. Rientro a casa, sta ricominciando a piovere.» Si salutarono amichevolmente, l'uomo porse a Chiang tre litri d'acqua e un libro molto ben curato. «D'accordo, proverò a leggerne qualche verso.» Il ragazzo lo ringraziò e, mentre si allontanava, il barbuto mostrò un enorme sorriso. Non rivide mai più quell'uomo. 30

Simone Landi, nasce sotto falso nome di "Aquila Rossa" nella foresta amazzonica, lì si dedica a sciamano nella tribù Tupinamba. Rinasce nell'impero francese. Arruolatosi nell'esercito napoleonico muore, per la patria, congelato sotto l'orso russo. Nella sua terza vita è solito interrogarsi su che cazzo sia venuto a fare.


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