Preview Magazine #5 - Giugno 2014 - Italia, tocca a te

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RILANCIARE LA LOCOMOTIVA EUROPEA

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ITALIA, TOCCA A TE SI E’ UFFICIALMENTE APERTO IL SEMESTRE ITALIANO DI PRESIDENZA DI TURNO DEL CONSIGLIO DELL’UE. PER RENZI E’ LA PROVA DEL NOVE: E’ VERAMENTE L’UOMO CHE PUÒ CAMBIARE L’EUROPA ? —PAG. 8-16

UCRAINA VERSO L’UE: S’INIZIA DAL COMMERCIO —PAG. 20

PERSONAGGIO DEL MESE: JEAN CLAUDE —PAG. 19 JUNCKER

GRUPPI E ALLEANZE: ECCO IL NUOVO PARLAMENTO —PAG. 6

ECONOMIA UE, TEMPO DI PAGELLE

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INDICE

ITALIA, TOCCA A TE — PAGINE 8-16 Chiuso il Consiglio Europeo con l’accordo fra Renzi e Merkel sullo sfruttamento della flessibilità insita nel Patto di Stabilità, l’Italia ha aperto ufficialmente il semestre di presidenza di turno del Consiglio dell’UE. Puntando su crescita, lotta a immigrazione e rilancio dell’UE nel mondo, Renzi cerca di tenere fede alle tante aspettative che si sono formate attorno a lui. Riuscirà davvero a cambiare l’Europa ?

Consiglio Europeo, per l’UE un’agenda e un presidente

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— PAG. 4

Al vertice di Bruxelles, i 28 leader europei hanno raggiunto l’intesa su Juncker candidato presidente della Commissione e su un’agenda quinquennale per il rilancio dell’UE.

L’Europa dell’energia, il ruolo dell’Italia — PAG. 18 Energia e sicurezza energetica sono tra le priorità principali del semestre italiano: c’è da costruire una vera Europa dell’energia, salvaguardando il ruolo di hub dell’Italia nel Mediterraneo.

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Diversità e ricchezza, la magia dei Mondiali — PAG. 20

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Mai come in questo Mondiale le squadre europee hanno mostrato una composizione etnica così eterogenea: esempi di una storia che cambia, con lo sport a livellare i pregiudizi

Editoriale ............................3

MVP Jean Claude Juncker ...................................... 17

Parlamento UE, si ritorna in classe ..............................6

Editoriale a matita .......... 22

Luglio in Agenda............ 21

OSARE Europa ............... 23

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2 | GIU/LUG 2014 |

RIVISTA MENSILE (N. 5)

GIUGNO/LUGLIO 2014 “Italia, tocca a te’”


EDITORIALE

Rilanciare la locomotiva europea IL CONSIGLIO EUROPEO ACCETTA PER LA PRIMA VOLTA L’IDEA DI UN’EUROPA A PIU’ VELOCITA’: SU QUALE BINARIO VIAGGERA L’ITALIA ?

S

i potrà discutere all’infinito di quanto i tecnicismi dell’europolitichese possano incidere o meno sui contenuti dei documenti prodotti da ciascun summit. Si prenda il Consiglio Europeo, raccontato nelle prosssime pagina da Luca Barana: leader europei e sherpa si sono accapigliati sulla definizione di utilizzo della flessibilità sullla disciplina di bilancio che meglio concigliasse le spinte dell’Italia o i contenimenti della Germania, accordandosi sul - forse scontato - “miglior uso” di tale principio. AgliStatimembrioral’arduocompito di tradurne il valore semantico in performance economiche. C’è però un altra gabola linguistica nascosta tra le righe delle conclusioni del vertice ddei Capi di Stato e Governo, che rischia di cambiare le sorti del processo d’integrazione europea. La formula, si vedrà se magica, è la seguente: “percorsi di integrazione diversi per paesi diversi”. Una declinazione di quell’Europa a due velocità ormai da molti anni tratteggiata, già sperimentata con le cooperazioni rafforzate nel settore di difesa e politica estera o con la proposta di una tobin tax europea,

© Council of the EU - 2014

David Cameron Sconfitto da UKIP e laburisti alle europee, er ergersi a benianimo degli euroscettici David Cameron ha provato ad opporsi sino all’ultimo alla nomina di Juncker, appoggiato alla fine dal solo Viktor Orban, minacciando di accelerare le pratiche per il referendum sull’uscita del Regno Unito dall’UE previsto per il 2017. Per farlo dovrà però riconfermarsi alle elezioni politiche del 2015, per cui i sondaggi vedono il Labour tra il 32% e il 37%, mediamente avanti di tre punti rispetto ai Tories.

ma solo ora riconosciuta come prospettiva di sviluppo strategico dell’Unione. Per come si era sviluppata la vigilia del Consiglio Europeo, la soluzione adottata è un atto dovuto: senza troppo mascherare una strategia elettorale che mira a recuperare voti a destra, dando battaglia all’UKIP sul terreno dell’euroscetticismo, David Cameron ha deliberatamente messo di traverso la Gran Bretagna nel processo di nomina di Juncker a candidato del Consiglio Europeo alla Presidenza della Commissione. Non il migliore in assoluto, forse, certo il migliore possibile per raggiungere l’intento di legare la nomina all’investitura popolare. La critica sul principio di investitura, sottratto secondo Cameron alle facoltà di governi pienamente eletti (ma pure pienamente bocciati dalla tornata elettorale europea), non solo giungeva tardiva, ma è risultata anche profondamente fallimentare nel produrre un moto di ripensamento nel modo di gestire gli affari europei. Lo scardinamento del principio del consensus, a favore di quello di maggioranza, nella nomina del presidente della Commissione ratifica de facto l’evoluzione dell’integrazione su un doppio binario. Il 26 a 2 segnato nella conta dei voti per Juncker sembra segnare una destinazione privilegiata, con la maggior parte dei viaggiatori imbarcati sui vagoni

che portano verso un’Europa più unita dal punto di vista della disciplina economica, di quella energetica e di sicurezza. Resta da vedere se il binario sarà quello dall’alta velocità. Se il principio dell’integrazione a doppia intensità è sinora rimasto solo in nuce lo si deve non tanto alle ostilità dei Paesi tradizionalmente euroscettici, ma alla riluttanza di quelli euroconvinti nell’innestare la marcia superiore. L’opportunità offerta da quest’apertura concede spazio per raggruppare team di volenterosi attorno a questioni specifiche e riprendere a far correre una locomotiva, meglio se non più solo tedesca. E laddove c’è locomotiva serve un macchinista: inevitabile volgere lo sguardo all’Italia e Matteo Renzi. Inutile affidare aspettative salvifiche al semestre di presidenza del Consiglio dell’UE, disattese già in partenza dalla riduzione del suo ruolo istituzionale. I ministri italiani potranno comunque sgombrare i binari dagli ostacoli, dettando agende fissate su pochi punti centrali, il premier dovrà forzare la mano nei confronti di Angela Merkel, di cui pare aver conquistato il rispetto anche mostrando un dissenso che la Cancelliera non era più solita attendersi in quella misura. Carbone in caldaia, per riprendere a correre e lasciare al palo gli scettici, rifiutandone i veti. « | GIU/LUG 2014 | 3


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