Europae - Mensile numero 8 - Dicembre 2013

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LA STORIA E LA STRUTTURA ISTITUZIONALE DELLA POLITICA DI SICUREZZA E DIFESA L’obiettivo fondamentale dell’integrazione europea era il mantenimento della pace nel continente europeo. Dopo il fallimento della Comunità Europea di Difesa negli anni ‘50, l’Unione Europea è riuscita a dotarsi negli ultimi due decenni di una struttura istituzionale per una difesa comune: la PSDC. Superata la Guerra Fredda e realizzata in Europa una “comunità di sicurezza”, l’integrazione della difesa degli Stati europei mira oggi a un obiettivo diverso: fare dell’UE un attore politico globale.

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di Luca Barana

olti cittadini europei sembrano aver dimenticato quale fosse l’obiettivo principale dei padri fondatori dell’integrazione europea: la pace. Dopo la seconda guerra mondiale infatti, in Europa si cercavano nuove soluzioni affinché una simile tragedia non si ripetesse più. L’integrazione europea non era concepita solamente in termini economici, come accade per lo più oggi, ma anche dal punto di vista politico e della difesa. La Conferenza di Parigi del 1951 fra Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo gettò le basi per la creazione di un esercito europeo: a pochi anni dalla fine del conflitto mondiale, le tensioni e la diffidenza fra i Paesi europei dovevano essere superate. Altiero Spinelli si fece quindi promotore della proposta di apporre un ‘cappello politico’ all’integrazione delle strutture militari europee. Grazie anche al sostegno del governo De Gasperi, questa iniziativa venne accolta e nel maggio 1952 venne promossa una bozza di Trattato della Comunità Europea di Difesa.

Si è trattato di un trauma da cui l’Europa ha faticato a riprendersi, tanto che nuovi sviluppi in tema di integrazione della difesa europea sarebbero riemersi solo negli anni Novanta.

Affossata la CED nel 1954, l’Europa continuò la strada economica e commerciale all’integrazione. Ma era diventata una “comunità di sicurezza”. Nel frattempo, l’integrazione europea si era approfondita lungo altre vie, quella commerciale in particolare. La politica estera e di sicurezza è stata invece a lungo considerata di competenza esclusiva degli Stati nazionali. Grazie però alla comune partecipazione alla NATO, l’Europa era diventata una comunità di sicurezza: una comunità di Stati fra cui la guerra era, di fatto, impensabile. L’obiettivo della pace è stato raggiunto. Negli ultimi decenni, gli sviluppi in materia di difesa hanno risposto a una seconda motivazione: fare dell’Europa un attore globale riconosciuto nel mondo successivo alla conclusione della Guerra Fredda. Il mutato contesto internazionale e il fallimento europeo nei Balcani richiedevano un salto di qualità alla neonata Unione Europea, dopo che il Trattato di Maastricht aveva lanciato la PESC, la Politica Estera e di Sicurezza Comune. Due le questioni che hanno plasmato la politica europea negli ultimi due decenni fino ad oggi: il rapporto con la NATO e lo sviluppo di capacità intimamente europee. Il primo aspetto affonda le proprie radici nella storica divisione fra Paesi ‘atlantisti’ ed ‘europeisti’. I primi, con a capo la Gran Bretagna e, dopo l’allargamento del 2004, molti Paesi dell’Europa orientale, hanno sempre preferito il rafforzamento dei legami con l’alleato americano. Altri Stati, soprattutto la Francia, hanno invece rivendicato la necessaria autonomia della difesa europea rispetto

L’integrazione europea aveva l’obiettivo di garantire la pace. Per realizzarlo, negli anni ‘50, si varò il progetto della Comunità Europea di Difesa. Si trattava di un progetto politico ambizioso, che prevedeva non solo la creazione di un esercito integrato, ma anche di istituzioni sovranazionali come il Consiglio dei Ministri, al vertice della nuova struttura istituzionale, e l’Assemblea Parlamentare, che sarebbe coincisa con il medesimo organo della CECA. La firma del Trattato, nel maggio successivo, costituiva un passo fondamentale, dato che permetteva alla Germania Ovest un primo riarmo, con il benestare dei partner europei, Francia su tutti, e dell’alleato statunitense. Tuttavia, due anni più tardi, nel 1954, l’Assemblea Nazionale francese avrebbe affossato il Trattato, rifiutando di ratificarlo. © Europae - Rivista di Affari Europei

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