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S.O.S. DEMOVRAZIA
from ReStart
di Marcello Accordino
Dovrebbe ormai essere sotto gli occhi di tutti: con il Governo Meloni l’obiettivo strategico principale è stravolgere la Costituzione, cambiare le regole del gioco democratico, cambiare la natura stessa dello Stato repubblicano. In gran parte dell’opinione pubblica italiana questa percezione non c’è. In verità anche in opinionisti progressisti questa offensiva della peggior Destra di sempre non è colta nella sua reale portata, anzi viene considerata una operazione propagandistica, una specie di tentativo di distrazione di massa per non affrontare i nodi irrisolti della crisi italiana: i bassi salari, la bassa produttività, la crescita delle disuguaglianze e delle nuove povertà, l’incapacità di affrontare con efficacia l’emergenza climatica, le conseguenze sociali ed economiche della guerra in Ucraina.
Proponiamo una analisi diversa che vede come la governabilità dei processi sociali, meglio il controllo sociale delle dinamiche più profonde della società italiana, secondo una visione conservatrice se non addirittura reazionaria, siano meglio assicurati da una riduzione degli spazi e della complessità della democrazia costituzionale e da una modifica profonda degli equilibri istituzionali e costituzionali.
Prepariamoci dunque a difendere Costituzione e Democrazia dall'attacco più insidioso da quando è nata la Repubblica italiana. Attacco alla Costituzione ben più insidioso rispetto a quelli portati prima da Silvio Berlusconi e poi dal PD di Matteo Renzi e respinti dai Referendum popolari del 2006 e del 2016. Questa volta il disegno politico della peggior Destra di sempre alla guida del Governo sembra godere di un’ampia maggioranza parlamentare, persino di qualche simpatia centrista e tiene insieme nazionalismo e iperatlantismo, neoliberismo e negazionismo climatico, populismo e militarismo, occupazione delle Istituzioni e riduzione dei diritti civili e sociali.
La posta in gioco non è mai stata così alta dal 1945 a oggi: per il futuro della vita democratica del nostro Paese; per l'universalità dei diritti da garantire a tutti i cittadini e per l'uguaglianza "effettiva” da promuovere e assicurare in uno Stato che si vuole democratico; per il valore irrinunciabile del pluralismo culturale, sociale, politico irriso a destra dalla convinzione che sia legittimo affidare il comando dello Stato alla "dittatura della maggioranza", anche se poi è maggioranza solo per la percentuale dei votanti. In questa lotta che è soprattutto impegno di pensiero, azione nonviolenta, mobilitazione per rigenerare una democrazia ferita, non ci aiuta la debolezza degli attuali partiti antifascisti; non ci aiuta la scarsità di una informazione libera e indipendente; non ci aiuta la frammentazione di tanto associazionismo troppo spesso imprigionato in logiche identitarie. Abbiamo l’obbligo di stare insieme, di non dividerci, discutere e costruire, il popolo della piazza romana questo ci chiede.
"Insieme per la Costituzione" è una prima buona Piattaforma lanciata da Maurizio Landini segretario della Cgil. Bisogna allargarla e rafforzarla: sul piano culturale, sociale e politico; sul piano giuridico e organizzativo; persino sul piano interreligioso. Bisogna radicarla nei territori e coinvolgere più attori sociali e più competenze: studenti, insegnanti, lavoratrici e lavoratori, associazioni culturali, associazioni ecologiste e dei diritti civili, movimenti pacifisti e gruppi femministi, ong e volontariato, settori professionali che vanno dai giuristi e dai costituzionalisti ai medici per l’ambiente e agli urbanisti, dai Centri di ricerca sulle energie rinnovabili agli economisti impegnati nel nuovo modello di sviluppo e nella conversione ecologica dell’intera società, dalle competenze scientifiche in grado di proporre misure per la sicurezza idrogeologica dei territori e la salvaguardia degli ecosistemi a esponenti della diplomazia e della geopolitica interessati alla soluzione politica dei conflitti e alla costruzione di un mondo multipolare