reset 10-2004

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10 rivista mensile gratuita per le nuove tendenze: musica sport moda hi-tech eventi cinema letteratura arte

www.resetmagazine.ch

open.space Lettere dei lettori

hi.tech Bolly Valley

trend.setters Flash mob

free.style Mike Horn

12.2003

extreme


Ri de r:

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Ha ak on se n. Ph ot o: Je ff Cu rte s

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OA A h lu RD an one maf c d y ly Si an’ res com Co a nt t t p re M b e o o b : c ul sorb red uch nse rep Dim St arv tizo s w Ind . tha res en ain ing ne a iu t o ent sio C1 les pr E x b m B th s t na G e a 6 er he lly e s St cis D™ tte se pu n p BI ee ion : r fo : R Ca lp ex rof N W l -b t s ile e Ed an o r th d DI p 27% rbo as te d o u d e g c d n N ed p i tip es ov u fa es Ca res lig -f G R r su h ib s n : e ho n w -to Co ra de tes he S Ita esp bon re ter er c ne eig -ta rro ll s r th t fr at a Co lia o -fi on th om yc ht il a n e sio o e e nd an m n l ns be yo an p om sa lum w b n- f in sty fr d fo ea ive r r ur la os b vin in SL fre ee din le ict re rt th a ein c st ite co g um lea an er nd fo al ye h l. g ba ion e re s f a s i s a d s se r s nd 6 en e e an co trap ligh ced mus r’s -ba . Th d c h C r BO ve nt s tw n cl 1 k a C e a z nc r. ro w ei ylo es 4 w o SL lea rmo rs l w ith gh n . ™ ith OT es fo - n, f ha an pr ith 2- t w ba S E r 6 O u or rp d og lig co ith se co VA a lo ut ltra med . e ht mp ou pla lim res Ho at 5 L we so lig s ni o t f te in siv ng n le : ly ing ine r c le w htw hel at e -q en x o sh , a r en it e l w es fle ui t m r it! nd wi te h h igh ith x: d c r t e h i t k ist O P of dd , e ar t r a UT U g e ff tic at l b or ch u tio LA En rav n m icie ula et ck n. ST er ity id nt tin les ® gy an sol de g c : Ad Pa d i e: sig uf n R f n n ap e cr e w : tiv ls, ea du ith e Ae se ce s Co g d d m m is™ bo ma oo a fo t rt™ An rd teria h fl fe e t Te i-M el. l bu x. ch ic lk no rob lo ial gy :


E. E,

EC A HN AK OL ON OG SE IC N AL LY

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editoriale

Quale è il gesto più extreme che si possa fare? Sicuramente confrontarsi con i propri limiti, con quelli posti dagli elementi, con le forze della natura ed in qualche modo anche con sé stessi. Il gesto estremo che abbiamo trovato più rappresentativo lo trovate a pag.12, si tratta di Mike Horn e della sua ultima impresa attorno il circolo polare artico. Un buon esempio di attitudine: le sue performance difatti sono estreme e al limite della sopportazione umana, ma preparate con uno studio scientifico molto spinto. Più estremo è il gesto che vuoi compiere, più la preparazione deve essere adeguata, non si tratta solo di coraggio, ma di una sfida che richiede di essere curata per arrivare veramente ai limiti. Confrontandoci con l’estremo alla sua base troviamo anche lo spirito di avventura e di ricerca, come pure la disponibilità a correre il rischio dell’insuccesso e questo in tutti i campi, dalle arti alle discipline sportive. Simpaticamente di questi personaggi si dice che sono malati per compiere certi gesti, una malattia dalla quale però molti vorrebbero volentieri essere contagiati, perché questi gesti che emozionano, stimolano, conquistano e fanno sognare permettono di evadere verso preziosi scampoli di libertà. Romantico? Forse un po’ sì…

In dicembre anche la crew di re.set farà un po’ vacanza, usciremo con il prossimo numero in febbraio. Non ci resta che augurarvi buone feste natalizie e un buon anno nuovo. Stay tuned with the re.set’s vibes!

R.C.


TBWA

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index 10 open.space Lettere dei lettori

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trend.setters Report - Flash mob Report - Alien Invasion Report - Il futuro dei marchi globali Report - Cavalieri sulla bici

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free.style Report - L’ultimo avventuriero Report - Tutti in montagna Report - I want you

012 014 015

hi.tech Cybercorner - Bolly Valley Cyberflash & Product Webcorner & Websoft Games - Manhunt Games - Atari Classics & Xbox Live Gameflash

016 017 018 020 021 022

re.view

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re.play Dischi - Recensioni Informer Report - Pearl Jam & KoRn Report - Punk-daddies & 2003’s Top Five Report - La fine delle categorie Localcorner - The Vomitiors are back! Localcorner - Ticino Music Guide ‘04 Live - Agenda

024 028 029 030 031 032 033 034

re.vision Cinema - Terrore in sala Cinema - Extreme Top-ten movies & Nextscreen Cinema - Sproloqui di fine anno Report - Cineroom & Il ritorno del re Kult - Punto di rottura

036 037 038 039 040

re.ad Libri - Recensioni Libri - Scandalosa Melissa Comics- Eroi di carta

042 044 045

re.art Teatro - Agenda Teatro - La baronessa di Saint-Léger Mostre - Agenda Gallery - Georgia O’Keeffe

046 047 048 050

Abo Impressum

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copertina by marco cassino


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mail LETTERE DEI LETTORI redazione@resetmagazine.ch Caro Editore, in merito all’apertura del numero di novembre, dedicato all’ambiente universitario ticinese, mi sento, quale ex-studente " globale ", docente e giramondo, di esporre alcune riflessioni. Credo che esistano tre tipi di università : quelle che hanno alle spalle una lunga e prestigiosa tradizione di storia, ricerca, impegno culturale (penso a Oxford, Cambridge, la Sorbona, Heidelberg, Princeton, Harvard, MIT, la Normale di Pisa, lo stesso Politecnico di Zurigo); quelle nate da motivazioni commerciali o di interazione con specifici tessuti industriali, burocratici, scientifici (come è il caso delle grandi Scuole d’Amministrazione, di vari atenei americani, europei, italiani, ad esempio la Bocconi) allo scopo di formare tecnici, managers e professionisti richiesti da tali realtà ; vi è poi purtroppo la terza categoria di università, nate prevalentemente da motivazioni politiche localistiche, per creare strutture votate all’autocompiacimento, assegnare cattedre ed incarichi, svolgere attività fumose non troppo legate alle realta’ economiche locali e rilasciare "pezzi di carta" di dubbio prestigio. Temo purtroppo che, a quanto è dato di vedere, anche l’università ticinese, come molte altre, in altri contesti ed altri paesi, rientri in questa terza categoria. Giustamente Lei rileva anche, nel contesto universitario, una mancanza di cultura umanistica, ma ciò non stupisce, poiché il tessuto umanistico è molto povero ed "imbrattato" un po’ dappertutto, alle nostre latitudini (e non solo qui). Se mi consente la provocazione, basti pensare al fatto racapricciante che quando certi docenti di italiano, o comunque di materie umanistiche, scrivono ai giornali od intervengono in dibattiti radio-televisivi, essi stessi non sanno far buon uso della grammatica e della sintassi italiana, e se ci si avventura malauguratamente sul terreno delle citazioni latine e greche, le cose vanno ancora peggio. Perché dunque stupirsi? Un polo universitario non nasce per scelta politica o burocratica, ma é il frutto di

open.space una complessa interazione culturale in cui la componente umanistica é essenziale, oggi come un tempo, anche per le facoltà scientifiche e tecniche (basti pensare alle grandi Scuole di Medicina, di Architettura, di Matematica e Fisica), altrimenti é qualcosa forse di utile ma certamente di diverso. Grazie dell’ospitalità Gian Luigi Trucco - Gentilino

Ciao re.set! Nel vostro ultimo numero Frozen l’editoriale ha suscitato vivo interesse nella mia persona, a tal punto da spingermi a rispondere a questi pensieri sull’università del nostro ameno cantone. L’USI, dove sono stato licenziato in comunicazione, è stata soggetto a pesanti critiche da parte di ricerche e statistiche che, personalmente, ritengo sia necessario prendere con le molle. Questo non per prendere le difese del nostro ateneo, ma per sollevare una critica nei confronti delle statistiche che rappresentano in maniera aleatoria il pensiero o l'opinione degli studenti.Dalla mia esperienza personale posso asserire che l’identità dell’università dei primi anni, quindi a partire dal 1996, era molto confusa e indecisa. I programmi degli studi erano ancora poco definiti. La conseguenza di siffatta offerta didattica ha causato una conoscenza generale molto ampia ma poco approfondita nei diversi ambiti della comunicazione. Col passare degli anni sono state operate delle scelte dei corsi molto più accurate e mirate alla formazione di professionisti della comunicazione. Purtroppo chi ha iniziato, i pionieri, hanno pagato il prezzo dell’esperienza necessaria da vivere per creare un ateneo competitivo e di richiamo per gli studenti elvetici e dall’estero. Un altro punto sul quale non sono state fatte le necessarie riflessioni è la qualità dell’insegnamento, dunque il prestigio dell’università. I professori chiamati ad insegnare sono prestigiosi e conosciuti a livello mondiale nei loro rispettivi campi di studio. Il problema è che alcuni di loro non parlavano molto bene l’italiano o non del tutto e quindi

tenevano le lezioni in inglese. Ora, l’inglese che impiegavano talvolta, come è facile immaginare, poteva passare a tecnicismi linguistici non indifferenti, causando non poco sconcerto tra gli studenti che masticavano un po’ di inglese. Il tutto risultava in una quasi totale incomprensione del corso e perdita di interesse nella materia di studio. Questo inconveniente però è stato corretto negli anni successivi, dove sono stati impiegati assistenti per coadiuvare la lezione e renderla più comprensibile ed abbordabile per gli studenti. (…). La grossa critica che muovo all’USI riguarda la sua natura di università. L’università in quanto tale deve dare libero accesso ad ogni tipo di conoscenza e opinione. Università, come universale. Questo durante il mio periodo goliardico è stato molto represso e sconsigliato agli studenti che non avessero le stesse idee o direzioni ideologiche dell’università o meglio della facoltà. Parlo di fatti realmente accaduti. Parlo di tesi di laurea sconsigliate, non per mancanza d'interesse per il tema toccato dalla tesi, bensì per l’alto contenuto sovversivo. Insomma, una forza reazionaria lavorava intensamente all’interno dell’USI. Questo risultava nella mancanza di libertà degli studenti di sviluppare le loro capacità ed interessi per determinati campi della comunicazione, come pure in certe forme di favoritismi molto sottili ma palpabili. Non è mia intenzione entrare nei particolari, ma voglio svegliare o meglio risvegliare l’attenzione su di un’istituzione che rappresenta la libertà di pensiero per eccellenza, il crogiuolo culturale del nostro cantone. L’intelligenza non deve essere imbrigliata ma lasciata libera di svilupparsi e crescere. L’oppressione o voluta cecità al fine di non mettere in discussioni temi molto delicati e di per sé fragili, ha come compagna di viaggio rancore e desiderio di opposizione da parte di altri pensieri “devianti”. Il confronto rende più forte e migliora una corrente di pensiero o ideologia… Nightattheopera

Il dibattito continua…


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trend.setters

repor t

di tanica

Flash mob Il nonsense che fa divertire

Mobilitazioni fulminee Con amici o rispettive metà, siamo sempre stati abituati a darci degli appuntamenti in determinati luoghi e poi raggiungere l’obiettivo del nostro divertimento, del nostro accrescimento culturale o semplicemente lipidico. Poteva anche essere l’ingresso del palazzetto o del teatro o del ristorante; ma comunque prima ci si ritrovava e poi si partiva per la meta, anche se avesse semplicemente significato aprire una porta o varcare un cancello. C’era una netta divisione fra il luogo di ritrovo e lo “scopo” del ritrovarsi insieme. Nel paese dove genio e sregolatezza vanno a braccetto praticamente tutti i santi giorni, parlo degli States ovviamente, un fenomeno ha scardinato anche questa abitudine. Invenzione artistico-performativa che nasce dall’attivismo in rete, il flash mob consiste di convocazioni estemporanee di centinaia di persone che via blog apprendono il luogo dell’ incontro e si danno appuntamento con inviti a catena via mail, creando una spontanea e insensata folla che ad ore prestabilite appare in luoghi assolutamente banali per compiere azioni del tutto gratuite e apparentemente senza nessun motivo logico, e poi sparire. Come potete immaginare, questa tendenza è arrivata anche in Europa, sfruttando le veloci corsie della rete Internet.

Roma capitale europea del mob Il primo flash mob europeo è stato messo a segno a Roma. Trecento persone apparse dal nulla hanno intasato le casse della libreria delle Messaggerie Musicali nella centralissima via del Corso in pieno “struscio” pomeridiano (erano le 19.15 in punto del 24 luglio) chiedendo ai commessi perplessi elenchi di titoli di libri inesistenti, come "Il Galateo secondo Alvaro Vitali” o “Pinocchio 2, la vendetta”. Il tam tam via rete era partito dal sito http://flashmob.fantasmaformaggino.it il cui link era rimbalzato nella settimana precedente nei principali blog italiani. In sintesi si chiedeva di passeggiare in maniera indifferente in un tratto di via del Corso nell’ora e nel giorno stabiliti, e di farsi dare da un passante, contraddistinto da un cappellino con una grande M bianca, il foglietto per le istruzioni su cosa fare dietro la parola d’ordine “M come mob?”. Alle 19.25 esatte esplode un fragoroso applauso collettivo (con qualche fischio e urla varie) in perfetto sincronismo. Entro le 19.27 i mobbers sono ordinatamente usciti dalla libreria e si sono dispersi in pochi secondi tra la folla di via del Corso.

Non è un gioco sporco Anche in Svizzera la prima mobilitazione di massa via blog non ha tardato ad arrivare. Basilea ne è stata il primo teatro. A modo suo, il mob elvetico non è stato una copia dei predecessori, ma un compendio fra la tipicità del fenomeno e una delle tipicità della Svizzera, almeno agli occhi di tutti quelli che svizzeri non sono. Insomma non si è assistito tanto a un flash mob, quanto a un eco mob. Ebbene sì, un giorno di settembre, nel centro di Basilea un folto gruppo di persone si è dato appuntamento per ripulire il corso da cartacce e rifiuti. Anche questo ritrovo è finito con il dileguarsi generale. Questa volta però ad applaudire erano i passanti che, ignari, si facevano le loro amate vasche. Potreste immaginare una guerriglia più pacifica di questa?

Potete sbizzarrirvi su questi siti: www.flashmob.ch www.cheesebikini.com www.flash-mob.com www.technicola.com



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trend.setters di apache

Alien Invasion viral video I viral video sono degli spiritosi minifilmati di pochi kilobyte facilmente scaricabili dalla rete ed ideali per diffondersi via spamming come un virus. Nati per caso e dalla passione di oscuri nerd affossati nelle loro camerette, i viral video oggi sono diventati la nuova arma nascosta adottata nell’advertising internazionale.

Alien Invasion è visibile e scaricabile gratuitamente. www.greenpeace.org.uk/aliens Per informazioni sulle attività di Greenpeace: www.greenpeace.ch www.greenpeace.it

Questi filmati sono curati nei minimi particolari come se fossero delle pubblicità da trasmettere in televisione, con una sostanziale differenza, che in televisione certi messaggi non passano, tramite i viral video invece sì. Come dimostrato per moltissime aziende - dalle più piccole alle multinazionali - che hanno adottato con entusiasmo questa novità pubblicitaria, questo nuovo vettore comunicativo è pure capace di trasmettere forti messaggi sociali concentrando concetti ed idee in soli tre-quattro minuti. Spesso sono utilizzati anche da politici, in sostituzione dei tradizionali "santini". Greenpeace, l’organizzazione che combatte per la salvezza del pianeta, è stata una dei primi grandi organismi internazionali ad avvalersi di questo simpatico ed efficace medium. In particolare la sede inglese, che ha commissionato all'agenzia HHCL/Red Cell di Londra un viral fantascientifico stile Star Wars lungo meno di quattro minuti. Grazie alla collaborazione dell'agenzia e d'attori britannici d'assoluta rilevanza come Jim Broadbent, Eddie Izzard e Joe McFadden, Greenpeace ha realizzato un divertente, ma allo stesso tempo inquietante, spot dal titolo Alien Invasion. In questo viral vediamo in una galassia molto molto lontana, nell'orbita del pianeta Thyrius, un'astronave vagante dove il consiglio della Corporazione del Tripartium s'incontra per decidere il fato dell'universo. All'ordine del giorno c'è la sorte del pianeta Terra che sta preoccupando per la sua disastratissima condizione. Il consiglio è formato da una dozzina d'alieni che osservano su uno schermo le ragioni del degrado sulla Terra. Inquinamento e disastri chimici, indifferenza e superficialità, le debolezze dell'essere umano, tutto è analizzato e disapprovato dai thyriusiani. E' presentato anche il pericolo numero uno della Terra, e sullo schermo appare l'effige di Bush… Che fare della Terra? Tenersela o distruggerla? Non vi racconto il resto per non guastarvi il finale. Dal sense of humor tipicamente britannico, caustico e cool, questo piccolo viral stimola ad una riflessione approfondita sul destino del nostro pianeta… E per aiutarvi vi ricordo semplicemente il motto di Greenpeace: it's easy to make a difference.

Il futuro dei marchi globali Si sta concludendo l'interessante concorso Il Futuro dei Marchi Globali organizzato da DesignVillage.it, portale italiano sul design, e McCann-Erickson, agenzia leader della comunicazione di marketing. L'invito ai partecipanti era d'immaginare i mega-brand attraverso un progetto di un visual irreale e visionario, senza tradire l'identità del logo come forma grafica. Al concorso hanno partecipato creativi indipendenti, ma anche agenzie pubblicitarie rinomate, in un confronto tra nuovo e tradizionale che ha prodotto dei risultati interessanti e dal forte significato intrinseco. Scopriamo quindi che i venti progetti partecipanti rappresentano con surreale ironia i condom Swatch, le pillole della felicità Benetton, l'acqua minerale Apple, l'agenzia matrimoniale Nokia, la banca del Dna Visa, le mutandine usa e getta Kleenex, l'agenzia immobiliare Barilla, e così via. Queste immagini stimolano la riflessione sullo stato dei brand e testimoniano lo sganciamento della marca dalla merce, che riesce a comunicare il suo intimo significato nonostante una differente ipotesi di funzione.

La pubblicità grafica è un linguaggio sintetico e condiviso che possiamo osservare su giornali e sui muri delle nostre città. Un linguaggio trasversale molto potente che spesso è utilizzato in maniera retorica e banale, incapace di raccontare i mutamenti sociali ed ad immaginare l'avvenire. Questo concorso ha dato la possibilità ai partecipanti di esprimere liberamente, senza essere legati dalle esigenze promozionali dei marchi, la propria visione del futuro della comunicazione globale. Per informazioni: www.designvillage.it immagini: Kimberly Clark Underwear - Antonio Tardio Visa DNA Bank - Antonella Nalli Barilla Agenzia Immobiliare - Glam Session Team Benetton Restaurants - Leonardo Tizi Diesel Secondhand Cars - Joe Velluto


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repor t

Cavalieri sulla bici +Bici +kaos +libertà

Ciclisti con biciclette che paiono improbabili, raduni di neo-cavalieri su due ruote, serpentoni di ciclisti che pedalano nelle vie principali a passo d'uomo, convegni e slogan… Tutto questo fa parte di un grosso ciclo-movimento che negli ultimi dieci anni ha preso piede sia in America sia in Europa.

CHUNK666 Il nucleo progenitore di questo movimento si chiama CHUNK666 ed è nato negli Stati Uniti ad inizio anni '90. E' un movimento concepito dai ciclisti per contrastare il dominio sulle strade delle quattro ruote. Difatti, da uno studio pubblicato recentemente sull'American Journal of Public Health è emerso che i ciclisti americani hanno dodici volte più probabilità di quelli nord-europei d'essere investiti. I membri del CHUNK666 regolarmente orchestrano raduni e spettacolari tornei combattuti a cavallo di eccentriche biciclette. Per l'abbigliamento originale e per le stravaganti bici su cui vanno in giro, i rappresentanti di questo movimento si sono autobattezzati "ciclisti mutanti". Ma il loro aspetto originale e bizzarro non deve trarre in inganno: i ciclo-mutanti combattono da anni per i diritti dei ciclisti al fianco di altri gruppi di cicloturismo statunitensi più tradizionali come il National Center for Biking and Walking. La filosofia di vita del CHUNK666 ha trovato un largo consenso ed i partecipanti ai tornei sono sempre più numerosi e dalle provenienze più disparate. Organizzate sulla falsariga delle giostre medioevali, le manifestazioni dei ciclisti-mutanti contemplano diversi tipi di prove tra duellanti (anche di sesso femminile) che devono sbalzare di sella l'avversario facendo attenzione a non perdere l'equilibrio. I cavalieri su due ruote indossano caschi, gomitiere e ginocchiere, ma molto spesso neanche questi accorgimenti bastano ad evitare ematomi ed abrasioni. Le ferite sono un motivo d'orgoglio quale simbolo del proprio status di combattente.

Critical Mass "Massa critica è un nuovo modo di vivere nelle nostre città inquinate". Questo lo slogan della sezione italiana di ciclo-mutanti Critical Mass, cioè centinaia di ciclisti che si ritrovano regolarmente a pedalare tutti insieme per riprendere possesso delle strade della propria città. Fondamentale è che il serpentone di biciclette percorra una via molto frequentata dalle automobili, meglio durante l'ora di punta, proprio nel mezzo della carreggiata, pedalando con tutta calma… La filosofia del movimento Critical Mass, che oltre ad essere un salutare esercizio per il corpo denota una precisa presa di posizione nei confronti della automatizzazione del trasporto, è una maniera originale d'esprimere il proprio dissenso contro il monopolio delle multinazionali internazionali, boicottando così l'oligarchia del petrolio. Ciclisti, combattenti o filosofi? Loro si definiscono come ciclisti mutanti, e sono un gruppo d'appassionati che sulle strade hanno trovato un modo stravagante per protestare contro lo strapotere delle automobili. Da non sottovalutare… A quando un movimento simile anche in Ticino?

Per informazioni www.inventati.org/criticalmass www.dclxvi.org/chunk


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free . st yle di owen

L'ultimo avventuriero Mike Horn odia stare ad aspettare, mentre freme dalla voglia di scoprire il mondo. E' una persona impaziente, lui, l'uomo che più d'ogni altro ha messo alla prova quella macchina perfetta che è l'essere umano. Originario del Sud Africa, e trapiantato in Svizzera, Mike Horn è un avventuriero nell'accezione estrema del termine.

Età trentacinque anni, sposato e padre di due figli, Horn è grande avventuriero dalle imprese impossibili e al di sopra dell'umana sopportazione. Stanziato presso una delle sue basi in Alaska, Horn ha pazientato per tre mesi prima che i russi gli permettessero di proseguire la sua ultima avventura: percorerrere il periplo dell'artico polare. Ora, dal 25 novembre, Horn ha ottenuto il permesso d'attraversare la Siberia passando per la regione Chukotka. Lo farà a piedi o sciando, da solo, eccetto la compagnia di un agente che lo seguirà con un mezzo adatto al territorio (!). Il commento di Horn riguardo a questo pedinamento imposto dal governo russo è stato: "Dopo che mi hanno fatto aspettare per tre mesi, questo avrà sempre bisogno della quinta marcia per starmi dietro!" Ma partiamo dall'inizio. Nato a Johannesburg nel '66, Horn studiò la scienza del movimento umano all'Università di Stellabosch, e poi lasciò il Sud Africa per viaggiare in Europa dove iniziò a lavorare come istruttore di sci e guida di canyoning. Nel '91 Horn partì per una spedizione di paraglading e rafting sulle Ande Peruviane. Al suo ritorno fu inserito come membro nel Sector No Limits Team, e poco dopo compì un'altra delle sue pazze imprese: scendere dal Monte Bianco con una slitta arrivando così fino alla riviera francese. Ad inizio '95 Horn aprì il No Limits Outdoor Activity Sports Center in Svizzera, a Moulins. In questo stesso anno Horn infranse il record del mondo con la più alta discesa da una cascata effettuata con un'hydro-speed (una specie di canotto), compiendola in Costa Rica, sul fiume Pacuare. Due anni dopo Horn si lanciò nella sua prima grande spedizione: la traversata in solitaria del continente sudamericano. A piedi partì dall'Oceano Pacifico per arrivare alle sorgenti del Rio delle Amazzoni, nelle Ande peruviane. Da qui discese 7'000 kilometri di fiume sul suo hydra-speed fino a raggiungere l'Oceano Atlantico. E' o non è un personaggio estremo? Latitudine Zero Mike Horn, tra il '99 e il 2000, è stato protagonista solitario della piú straordinaria delle imprese no limits: il giro del mondo a Latitudine Zero, cioè lungo la linea dell'equatore, attraversando 24 fusi orari e percorrendo 29.000 chilometri a bordo di un trimarano a vela attraverso gli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano; e 17.000 chilometri - a piedi e in bicicletta - passando da una costa all'altra di Sud America, Asia e Africa, superando i tumultuosi corsi d'acqua dei tre continenti con l'hydro-speed o una piroga. Seguito a distanza dal Sector No Limits Team e dalla famiglia - il fratello che cura tutti i dettagli logistici, e la moglie come punto di riferimento per le comunicazioni con il resto del mondo - Horn ha percorso così 46'000 chi-

lometri in 17 mesi. Scritto così sembra una cosa da poco. Quest'uomo ha vissuto ogni esperienza possibile: si è ritrovato nelle giungle amazzoniche di fronte a serpenti velenosi o nella savana africana accanto a dei felini. Ha attraversato a piedi zone in mano a guerriglieri od infestate dai pirati, ha conosciuto popolazioni dalle più disparate tradizioni e leggi che gli hanno insegnato i trucchi per muoversi nel loro territorio. E' stato affamato, ammalato, ferito, e ha vissuto il caldo più insopportabile. Horn ha bellissime storie da raccontare su quest'avventura, e a proposito delle persone che ha incontrato sulla sua strada dice che: "Spesso sono state straordinarie. Ho aiutato stregoni a guarire uomini malati, ne ho assistiti altri che morivano. In Zaire, una sera ho chiesto un giaciglio ad un giovane. Era senza un braccio e una gamba, colpa di una guerra. Una persona spenta, senza più voglia di vivere. Il giorno dopo, salutandomi, mi ha detto che avrebbe dato qualunque cosa per condividere la mia avventura, anche solo per qualche metro. Allora, l'ho caricato sulla canna della bicicletta e l'ho portato con me per un pezzo di strada. Alla fine, gli occhi erano tornati quelli di una persona viva, un'emozione incredibile. Un'altra volta ero in Colombia, e la mia piroga è stata avvicinata da un gruppo di guerriglieri. Si sono abbassati, come a prendere qualcosa in fondo alla loro barca. Ho pensato fossero armi, ero convinto che stessero per uccidermi. Ed invece si sono rialzati con due caschi di banane. Me le hanno offerte, dicendo 'Sappiamo chi sei, tieni queste, buona fortuna', e sono filati via sul fiume" … La spedizione Arktos La forza di Horn corrisponde essenzialmente ad uno stato mentale preparato ed allenato per contrastare le difficoltà, unito ad un fisico eccezionale che non si risparmia nessuna fatica. Quando le situazioni sono estreme Horn si avvale della conoscenza e dell'esperienza acquisite nel corso della sua vita avventurosa, nonché di un'apertura mentale idonea a recepire nuovi insegnamenti e lezioni di sopravvivenza. L'avventura che Horn sta attualmente affrontando è di nuovo un'impresa al di sopra della sopportazione umana: il giro della Terra seguendo il circolo artico lungo la calotta del Polo Nord, cioè la spedizione Arktos. Tra i luoghi più ostili, le temperature che è proprio il caso di definire le più agghiaccianti, gli imprevedibili orsi polari e le situazioni ad alto rischio, Horn sta compiendo un'impresa senza uguali. Un progetto partito da Capo Nord che ad agosto 2002 ha avuto un'inaspettata battuta d'arresto a causa della lenta burocrazia russa.


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repor t

Ha già percorso a piedi, con una slitta e sciando, la Groenlandia, l'Alaska e il pericolosissimo stretto di Bering in fase ghiacciata. Ora, ottenuto il sospirato permesso, Horn è di nuovo in viaggio attraverso la Siberia più inospitale, e raggiungerà il suo punto di partenza, Capo Nord, partendo da Murmansk con un imbarcazione a vela… "L'inverno è qui. La luce del giorno diminuisce quotidianamente e la stagione dei venti violenti e delle tempeste di neve ha raggiunto l'Artico. Grazie alle abbondanti nevicate posso ripartire con i miei sci e la slitta. Da Providenya mi dirigerò verso Egvikinot e da là continuerò attraversando la catena del Chukotka, fino a raggiungere l'Oceano Artico e Murmansk. Mi sento bene e sono impaziente di lanciarmi in questa nuova tappa della spedizione. La Russia, i suoi abitanti ed i suoi paesaggi saranno una nuova esperienza per me e sono certo che è valsa la pena d'aspettare…". Un personaggio che di fronte alla forza della natura non si ferma, anzi, l'affronta con infinito amore ed inesauribile sete di conoscenza. E' l'ultimo vero avventuriero. Buon viaggio Mike, siamo tutti con te.

Per chi volesse seguire la spedizione di Mike Horn, sul sito www.mikehorn.com sono regolarmente aggiunti degli aggiornamenti corredati d'immagini sui suoi ultimi movimenti e sulle sue nuove avventure.

Product

SPY “Orbit” : vedere (è) meglio

Per approfittare pienamente delle gioie della montagna e soprattutto per sciare o surfare in sicurezza è essenziale vedere bene. La SPY è una ditta leader del settore degli occhiali sportivi ad alto contenuto tecnologico. Qui tutto è studiato per coniugare al meglio comfort e sicurezza dall’ergonomia ai materiali di costruzione. Particolarmente efficace il sistema di ventilazione, grazie alla morbida montatura in poliuterano gli occhiali risultano stabili ed impermeabili proteggendo così gli occhi dalle influenze climatiche esterne, una particolare presa d’aria in alluminio regola poi in modo ottimale la quantità d’aria all’interno degli occhiali evitando così il pericoloso appannamento del vetro. Un buon paio di occhiali è sempre un buon investimento, questi costano 240 franchi.

Burton S-series: buona la terza

E’ uscita la terza versione di questa particolare formula “splittabile” di snowboard. Nata per la neve polverosa, questa tavola si può dividere in due convertendosi da snowboard a coppia di sci senza l’ausilio di nessun attrezzo oltre le vostre mani. Questo sistema per niente evidente ha presentato notevoli difficoltà tecniche di realizzazione che con questa versione sembrano del tutto superate. Il fascino old-school e retrò in generale è tornato alla grande e questa tavola sembra proprio nata per soddisfare in un unico strumento di divertimento sensazioni vecchie e nuove. Sono inoltre incluse le pelli di foca ed i ramponi da ghiaccio per la salita, il tutto per 1’289 franchi.


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free . st yle immagini ti-snowbording

Tutti in montagna! La stagione sportiva invernale è nel suo pieno svolgimento e tutte le gare sono aperte ai raider e frestylers più scatenati. Impossibile indicarvi tutti i contest in previsione in Svizzera, ve ne segnaliamo solo alcuni che secondo noi valgono la pena di essere seguiti, sia come sportivi sia come pubblico. Niente di meglio di una giornata all'aperto provvisti (o non) d'equipaggiamento sportivo. Difatti a questi eventi anche la partecipazione passiva è molto gradita, apprezzamento dimostrato con l'organizzazione d'attività e feste accessibili a tutti, sportivi e pubblico. L'importante è partecipare!

Dal 29 dicembre al 1° gennaio Jakobshorn Davos O'Neill SB-Jam

Winterthur Freestyle Series Trofeo La Regione Ticino Campionati regionali FSSI di Big Air e Cross

Un evento dove sono previste circa 15'000 persone. Il capodanno a Davos in occasione di questo mega-contest non è da perdere! Naturalmente, oltre alle gare principali e minori di SB Jam durante le quali parteciperanno i più grandi riders svizzeri ed internazionali, ci saranno animazioni rivolte a persone di tutte le età. Per i bambini ci saranno dei corsi di snow durante il giorno e feste con un'animazione specializzata. Per gli adulti invece l'evento sarà la notte di san Silvestro durante la quale si festeggerà a base di rock i vincitori delle gare. Un'occasione unica e differente per accogliere il nuovo anno che verrà. Per info: www.sb-jam.com

La serie di gare Winterthur Freestyle Series (Trofeo La Regione Ticino - Campionati regionali FSSI di Big Air e Cross) riprenderà nel 2004 la sua consueta attività agonistica. Una serie di contest seguitissima dei raider e frestylers nostrani, durante i quali potranno dimostrare le loro capacità sportive ed agonistiche. Dal 18 gennaio al 22 marzo le gare si susseguiranno in varie stazioni sciistiche della nostra regione. Ecco un'occasione con grande spirito sportivo, l'ideale per mettere alla prova i propri limiti. Nei prossimi numeri di re.set vi terremo aggiornati sulle qualificazioni. Info su: www.ffsi.ch

10 gennaio Splügen - Tambo High 5 Freestyle Masters Night Ski-Boarder-X

Freestyle Series 18 gennaio Carì - Big-Air Ski 19 gennaio Carì - Skicross 8 febbraio Airolo - Mogul 9 febbraio Airolo - Mogul 16 febbraio Nara - BigAir Ski 16 marzo Airolo - BigAir Ski 19 marzo Airolo - Dual Mogul

Dopo la tappa presso la stazione sciistica di Silvaplana, il High 5 Freestyle Masters farà tappa a Splügen il 10 gennaio. Durante il Night Ski-Boarder-X a Splügen - Tambo, potrete partecipate anche voi oppure sostenete con il tifo gli sportivi in gara nel corso di questa giornata dedicata alle gare agonistiche sul Cross-Parcours. Da non perdere anche il party a fine serata! 12.00: Ski- & Boarder-Cross Besichtigung 12.30: Ski- & Boarder-Cross Training 14.00: Ski- & Boarder-Cross Qualifying 16.00: Big Air 17.30: Ski & Boarder-Cross Finals 20.00: Premiazione e Neverending-Party per info: www.high5.ch

Snowboard Series 18 gennaio Carì - BigAir 19 gennaio Carì - BoarderX 16 febbraio Nara - BigAir 16 marzo Airolo - BigAir 19 marzo Airolo - Dual Jump 22 marzo S. Bernardino - HalfPipe


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report I(To want you Works Production)

Regia e montaggio di Simone Tettamanti Con Simone Tettamanti, Simone Cometti, Alessandro Gianini, Gabiele Fraschini & friends Colonna sonora con Adam F feat. Redman, Manowar, De la Soul, Hi-Standard, Joe Budden, U2 e Radiohead. Location: Nara, Airolo, Cari, Laax, Saas Fee, Disentis, Engelberg e Sedrun Il gruppo To Works Production è composto da tre giovani (i sottocenerini Simone Tettamanti, Simone Cometti e Alessandro Gianini soprannominati rispettivamente Simo, Simi e Andale) che hanno la passione comune del freestyle. Amici da una vita, da almeno dieci anni praticano lo snowboard e lo ski, e questa passione si è rafforzata con l’apertura dello Special Board Shop (negozio di snow & skate aperto nell’ottobre del 2000 a Vacallo, e trasferitosi a Mendrisio nel mese di maggio del 2003) che ha reso lo snowboard un vero e proprio stile di vita per il terzetto ed i loro amici. Nel 2002 si è deciso di creare un primo video (Luminescence) che nonostante il livello e la qualità amatoriale è stato molto apprezzato dagli appassionati. I To Works Production praticano snowboard tutti i week end e la crew legata ad essi cresce sempre più di numero: attualmente sono almeno una ventina gli aficionados che sulla neve s'impegnamo a fare salti sempre più alti e complessi, rail sempre più lunghi e i trick più estremi, in un'ottica di

perenne miglioramento ed evoluzione sportiva. A dimostrazione di ciò è stato girato il video I want you, che si fa apprezzare per la ricerca d'immagini dinamiche ed accattivanti abbinate ad una colonna sonora d'impatto, nonché per un taglio in sala montaggio decisamente originale ed efficace. In I want you ci sono anche stralci di filmati delle gare ticinesi tra cui anche le evoluzioni di Simone Tettamanti che gli hanno fatto ottenere il primo posto allo Slope Style Contest 2003 del Nara. Piacevole e scorrevole, dal taglio spigliato grazie ad immagini accurate e spiritose, questo video è la testimonianza dell'ottimo stato di salute del freestyle ticinese. La produzione di questo Dvd non è nata a scopo di lucro (il prezzo di 20 franchi serve a coprire le spese di realizzazione), ma solo per passione e diletto sportivo. La presentazione al pubblico di I Want You si terrà sabato 13 dicembre al bar Hyeronimus di Morbio Inferiore a partire dalle 20.30. La serata proseguirà con un party all'insegna della musica e del divertimento.

Per ulteriori informazioni: Special Board Shop - Mendrisio tel. 076/3984932 www.specialboard.ch


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abcdeilmnoa-pruvxya-kja-abcdeila-mnopruvxykj hi. tech di alessio cassis

Bolly Valley Quando si parla di tecnologia in India, nove volte su dieci ci si riferisce a Bangalore, la capitale dello stato di Karnataka situata a sud del paese. L’evoluzione del polo tecnologico di Bangalore è stata così ampia e fulminea, che comunemente non si esita a definirla la Silicon Valley indiana. Università all’avanguardia, importanti centri di ricerca, super-calcolatori. Bangalore in campo tecnico non ha nulla da invidiare ad Europa e Stati Uniti. Ma andiamo con ordine…

India tra spiritualità ed Information Technology

L’India da molti decenni ormai e in particolare con l’arrivo della new-age, è vista come un paese profondamente religioso e spirituale. La sua cultura millenaria, la moltitudine di religioni e culti che vi risiedono, attirano e incuriosiscono persone di tutto il mondo, in particolar modo occidentali. In d i a è a n c h e s i n o n i m o d i p r o f o n d e contraddizioni e d'arretratezza sociale. L'organizzazione sociale in caste, malgrado sia ufficialmente abolita dalla costituzione indiana, è rimasta la colonna portante della collettività. La fame e la povertà dilagano tra la popolazione e si calcola che mediamente, 5'000 bambini al giorno muoiano a causa della mancanza di cibo. In mezzo a questo scenario, da alcuni anni si fa spazio una realtà emergente, che sebbene piuttosto discretamente, evolve a grande velocità. Naturalmente parlo dell’industria tecnologica, la cosidetta Information Technology (IT) Quest'improvviso progresso nel campo informatico è stato possibile essenzialmente grazie a due fattori. Nel 1998, il primo ministro indiano, osservando quello che stava succedendo nel resto del mondo, decise che il paese non doveva assolutamente perdere il treno della rivoluzione digitale, e decretò così di stanziare ingenti fondi per lo sviluppo. Poco tempo dopo, l’esercito indiano mostrò al mondo il suo potenziale nucleare effettuando una serie di test atomici, che accrebbero le già spiccate tensioni col Pakistan e scatenarono lo sdegno dell’opinione pubblica. Sdegno che si tramuterà in un embargo da parte statunitense, che impedì proprio l’accesso alle tecnologie informatiche.

Questi gli elementi catalizzatori. Fondi per la ricerca, uniti all’assoluta necessità di avere accesso all’informatica per industria ed esercito, ed ecco un paese che per certi versi è considerato ancora in via di sviluppo, diventa protagonista dell’Information Technology. Da qualche tempo però si parla di un terzo fattore, che sebbene non sia fondato su basi scientifiche, ha trovato consensi da più parti. È ampiamente risaputo che molti eccellenti programmatori e specialisti in informatica siano proprio di origine asiatica, e in particolar modo indiana. L’origine di questa predisposizione per la programmazione si troverebbe nella struttura del sanscrito, l’antica lingua indiana risalente al 1000 A.C., da cui l’indy e i vari dialetti derivano. Qui di seguito riporto l’idea che sta dietro a quest’ipotesi, senza tuttavia dilungarmi troppo, in quanto per coloro privi di conoscenze nello sviluppo di software risulterebbe comunque difficile, e anche perché il sottoscritto poco s’intende dell’origine degli idiomi. Mentre l’origine delle lingue moderne deriva dalle radici etimologiche - cioè dal significato -con le lingue classiche, il sanscrito è strutturato in istanze di classi predefinite: un concetto che è alla base della programmazione orientata a oggetti (OOP ObjectOriented Programmind), una tecnica di programmazione che è alla base dei linguaggi moderni. Semplice no? Ritornando all’evoluzione tecnica dell’India, l’enorme sviluppo, le eccezionali capacità degli specialisti e le facilitazioni concesse dal governo indiano, hanno fatto si che Bangalore non diventasse l’ennesimo ghetto per catene di produzione a basso costo, com’è invece avvenuto in altri stati asiatici. Nel Karataka non solo si produce, ma soprattutto si creano e si sviluppano nuove idee. Elementi questi che hanno spinto molti giganti statunitensi ed europei non solo ad aprire dei centri di produzione in India, bensì a spostare proprio i nuclei di ricerca e sviluppo. Parliamo d’importanti società che fin dagli inizi hanno guidato il mercato tecnologico globale, come IBM, HP e Texas Instruments. Ora ci si domanda se il progresso tecnologico porterà lo stato indiano anche ad un progresso sociale. Probabilmente è troppo presto per dirlo, l’evoluzione riguarda solo alcune zone limitate e come detto è un paese con forti contraddizioni. Se da un lato l’informatica ha portato benessere, dall’altro si guarda Internet ancora con sospetto. Il governo indiano, seppur di rado, arriva a imporre la censura, con relativo oscuramento, d'alcuni siti web. Soprattutto se ritenuti colpevoli di esporre contenuti giudicati anti-governativi. Tuttavia, come la Silicon Valley, anche Bangalore ha risentito della crisi che ha colpito il mercato hi-tech in seguito alla crisi internazionale e allo scoppio della bolla finanziaria legata ai titoli tecnologici. Senza contare che la crisi politica col Pakistan, anch’esso potenza nucleare, e una certa instabilità politica del paese hanno reso più caute le multinazionali nell’investire in India. Società che avrebbero forse investito comunque altrove, sempre alla ricerca di manodopera meno costosa fino a quando, forse, un giorno, troveranno qualcuno disposto a lavorare senza salario.


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cybercorner Cyberflash

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di Alessio Cassis

Sorpresa! Il p2p aiuta le case discografiche a far soldoni La società americana BigChampagne ha avuto un’idea tanto semplice, quanto geniale. Monitorando costantemente le numerose reti p2p, come Morpheus e Kazaa, BC stila delle classifiche dettagliate sui brani più scambiati secondo la regione o la città. Forti di queste informazioni, offrono la loro consulenza alle majors che possono così “spingere” di più un certo artista, aumentandone di conseguenza le vendite. Tra i clienti della BigChampagne vi sono giganti come Warner Bros., Atlantic e DreamWorks. Società che non rivelano volentieri il ricorso a questo tipo d'analisi di mercato, proprio a causa dei processi pendenti contro le società che ruotano attorno al file-sharing.

Aperta la stagione di caccia ai pirati Con una mossa a sorpresa, Microsoft ha annunciato che metterà una taglia di 500 mila dollari sulla testa dei creatori dei virus Blaster e Sobig.F, i codicilli che più di tutti hanno fatto tremare la Rete quest’anno. L’iniziativa di Microsoft è una prima assoluta nel suo genere, e in molti ora sono curiosi di vedere se l’allettante compenso darà una svolta alle indagini. Sarà anche interessante osservare se altre vittime d’incursioni informatiche seguiranno l’esempio, offrendo ricompense per le informazioni che portino alla cattura dei pirati. Basti pensare che i danni provocati da scherzetti come Blaster e Sobig.F si calcolano in cifre a nove zeri…

I videofonini fanno paura Con la grande diffusione dei nuovi telefoni cellulari dotati di microcamera, e l’avvento degli MMS (Multimedia Messanging Service), si diffonde ora il timore degli abusi a cui queste nuove tecnologie posso prestarsi. Porno-pedofilia, violazione della privacy…un clic, un bip ed ecco che una foto scattata a vostra insaputa finisce su Internet. Un po’ ovunque i governi creano nuove leggi che tutelino i consumatori, regolamentando l’uso dei videofonini e dettando nuovi standard di fabbricazione. In Corea i cellulari dovranno emettere un suono pari a 65 decibel al momento dello scatto, in Australia si rischia fino a 18 mesi di carcere per violazione della privacy e in molti luoghi pubblici è vietato l’uso dei videofonini. E in Svizzera?

Barbie a spasso col pinguino…d’aprile La Mattel, multinazionale del giocattolo e in particolare produttrice di Barbie, sarebbe pronta a lanciare sul mercato BarbieOS 1.0, un sistema operativo basato sulla distribuzione Debian Linux. BarbieOS sarebbe dedicato alle bambine dai 4 agli 11 anni, che secondo l’articolo apparso su http://qrxx.4t.com/barbieOS.htm, verranno guidate al partizionamento dei dischi e alla formattazione dei volumi grazie a simpatiche schermate rosa decorate con fiorellini. Naturalmente si tratta di una bufala, non esiste nessun progetto del genere. Nondimeno, sono stati sorprendentemente tanti i siti, anche specializzati, che hanno abboccato riportando la notizia sulle loro pagine.

Microsoft tradisce Intel e diventa un po’ Mac Recentemente IBM ha annunciato che sarà lei a fornire i processori per la prossima versione di Xbox, la celebre console prodotta da Microsoft. La notizia ha scatenato un piccolo terremoto tra gli addetti ai lavori, che ora tentano di dare un significato a quest’improvviso cambio di rotta da parte della società di Bill Gates. Bisogna sapere che tra Microsoft e Intel esiste un rapporto decennale, che ha permesso a quest’ultima di diventare la potenza finanziaria che è tuttora. Inoltre IBM produce attualmente le CPU dei nuovi G5 di Apple e che verosimilmente saranno gli stessi chip destinati a finire nel cuore di Xbox.

Volete giocare? Meditate gente, meditate… È il primo videogioco del suo genere. Per superare gli schemi non bisogna né massacrare orde di mostri, né guidare all’impazzata su una Porsche; si deve semplicemente…restare Zen! In un ambientazione tutta templi e valli sconfinate, il protagonista, cioè voi, sarà chiamato a dar prova delle proprie tecniche di respirazione e di controllo delle pulsazioni. Sviluppato con la consulenza di un ex-monaco tibetato e un esperto in medicina, Jourey to Wild Divine mette alla prova controllo di mente e corpo. Uniti al cdrom, disponibile per Mac e PC, sono forniti difatti dei sensori da applicare ai polpastrelli che misurano lo stato psico-fisico del giocatore. www.wilddivine.com

Product

Laks Memory Watch Memoria da polso

ICE-link Ipod car kit La Mela sale definitivamente in auto

L’avvento delle prime memory stick USB miniaturizzate ha reso possibile la creazione di simpatici quanto utili gadget destinati prevalentemente al vasto pubblico geek: ecco un azzeccatissimo esempio di applicazione che sta avendo un grande successo. All’apparenza è un comune orologio dal design moderno, impermeabile all’acqua, con le lancette fluorescenti … al suo interno però cela una memoria che varia da 32 MB fino a 256 MB e una connessione USB che permette una velocità in lettura di 1000KB/sec e di scrittura a 920KB/sec. La Laks offre una garanzia di due anni ed una batteria dalla durata di tre. I modelli offerti presentano una gamma di design molto ampia capace di soddisfare tutti i gusti, anche il range del prezzo di vendita è ampio e varia dai 75 ai 290 franchi. www.laks.com

E’ arrivato l’ennesimo gadget della lunga serie per quest’oggetto di culto che è ormai Ipod. Per il MP3 Jukebox della Apple era già disponibile la classica cassetta con cavetto da introdurre nell’autoradio. Oggi è però disponibile un kit di connessione che permette di collegare Ipod all’impianto audio della vostra macchina come se fosse un caricatore Cd, diventando così pilotabile dai comandi standard dell’autoradio o dal volante. La ditta artefice di questo kit è l’americana Dension che nel proprio sito, oltre alle specifiche tecniche con tanto di schema di montaggio, presenta tutti i modelli di auto e di autoradio compatibili con questo particolare adattatore che a detta loro non richiede laboriosi tagli di cavi nè l’esclusione del vostro caricatore CD. Il suo prezzo si aggira sui 225 franchi. http://icelink.densionusa.com


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webcorner

hi.tech di alessio cassis

www.exbook.net

www.myrealbox.com

www.supervillainizer.ch

www.lyricstime.com

Qualche anno fa qualcuno pensava già che il libro avesse gli anni contati e che presto sarebbe stato soppiantato dall’e-book, il libro digitale. Così non è stato e probabilmente così non sarà mai, ma attendendo un’ipotetica seconda rivoluzione di Gutenberg, ci si può avvicinare agli e-book visitando exbook.net. Su questo sito potrete scaricare gratuitamente più di 200 opere divise in una decina di categorie. Troverete i classici di Boccaccio e Manzoni, le opere teatrali di Goldoni e Shakespeare, saggi, poemi e molto altro ancora. Per leggere il vostro e-book è necessario installare un software che il sito mette a disposizione per diversi sistemi operativi.

Quando si desidera avere un indirizzo e-mail gratuito, la stragrande maggioranza della gente si rivolge ai soliti hotmail.com, yahoo.com e via dicendo. Realizzando quando ormai è troppo tardi che l’account in questione offre prestazioni molto limitate. Due o tre mega di spazio, niente accesso pop3 (per i programmi tipo Outlook) e sovente nessun servizio anti-spam o anti-virus. Con una breve ricerca su Internet invece, ci si rende conto che esistono numerosi siti in grado di offrire molto di più, e myrealbox.com n'è solo un esempio. Questo portale, di proprietà della Novell, propone gratuitamente 10 mega di spazio, accesso pop3, imap, filtri anti-spam, anti-virus e zero pubblicità. Grazie Novell.

supervillanaizer.ch è un sito ideato da un gruppo d'universitari svizzeri, che permette di accedere a Super Villanaizer Conspiracy Client V 0.9 (SVCC), un simpatico tool per realizzare delle cospirazioni internazionali virtuali. Questo progetto è nato dalla sensazione che negli ultimi anni, e in particolar modo dall’undici settembre, molti governi abbiano varato leggi troppo permissive sul controllo del traffico e-mail da parte degli organi di polizia. SVCC permette di generare automaticamente traffico email “sospetto”, con lo scopo di tener occupati i sistemi automatici d’intercettazione. supervillanaizer.ch ha diffuso finora più di due milioni di e-mail ed è stato insignito del Big Brother Award 2003 (vedi www.bigbrotherawards.ch).

lyricstime.com è il sito che vi permette di trovare i testi delle vostre canzoni preferite. Fin qui niente di speciale direte voi, eppure non tutti i siti di testi sono uguali. Chi cerca regolarmente dei così detti lyrics su Internet, sa che nella maggior parte dei casi, si ritroverà ad aver a che fare con pubblicità pop-up, dialer e spyware di ogni sorta. Il bello di lyricstime.com sta proprio nell’assenza di noiose pubblicità, eccetto un piccolo banner, e di un fornito database in cui effettuare le proprie ricerche. Questo sito sembra essere l’hobby di uno studente e, oltre ai brani che egli stesso inserisce, cresce grazie alla collaborazione degli stessi visitatori.

websoft Symantec Norton Antivirus 2004 www.symantec.com

Opera 7.23 www.opera.com

Tempo d'aggiornamenti per il popolare antivirus di casa Symantec. Da alcune settimane è disponibile, infatti, la versione aggiornata al 2004, versione che non presenta importanti modifiche rispetto alla release del 2003. Le grosse novità sono sostanzialmente due. Symantec propone ora un’edizione Professional, che oltre al classico antivirus, offre una funzione di recupero per i file cancellati involontariamente. L’altra grossa novità è l’attivazione in linea stile Windows XP. Symantec stima che oltre tre milioni e mezzo di copie di Norton AntiVirus attualmente in circolazione siano piratate. Tuttavia, questa funzione risulta decisamente ingombrante per coloro cui piace aggiornare l’hardware del proprio PC. Sostituendo ad esempio la scheda grafica, Norton chiederà di effettuare nuovamente l’attivazione. Alcuni problemi possono emergere anche con il controllo della posta in entrata e uscita, per cui è possibile che non si riesca ad inviare o ricevere posta con queste funzioni attivate.

Per chi cerca un’alternativa al browser Internet Exporer o all’ormai mastodontico Netscape, il piccolo Opera rappresenta sicuramente una scelta valida. Giunto ormai alla versione 7.2x, Opera è un prodotto più che maturo sia per gli utenti alle prime armi, che per i più esperti. Opera è pubblicizzato, non a torto, come “il più veloce browser del mondo”. L’installazione è veramente rapida, e sin dal primo utilizzo ne risulta un navigatore snello e poco avaro in quanto a risorse di sistema. Opera integra anche un client e-mail veramente intuitivo, una pratica funzione pop-up killer e supporta la crittografia a 128 bit. Per concludere, questo gioiellino è veramente multi-piattaforma, infatti è disponibile per dieci sistemi operativi, tra cui Windows, Linux, MacOS, Solaris e OS/2. Attenzione però, nessun programma è perfetto e Opera non fa eccezione. Nelle versioni precedenti alla 7.23 sono presenti alcune falle che lo rendono vulnerabile all’attacco di cracker e worm. Si aggiorni chi può!


>Skytalk

Una bella... rottura! Zigzagare sulla neve fresca. Cime bianche. Cielo azzurro. L’aperitivo après-ski. Ecco cosa mi ero immaginata. Ma le cose non vanno mai come si vorrebbe e poi, a pensarci bene, ho sempre avuto una certa antipatia per gli skilift. Comunque, la gamba mi si è impigliata nell’ancora. Sono finita con la faccia nella neve e poi… dritta all’ospedale! Diciassette minuti: ecco quanto è durato il mio weekend sulle piste di snowboard. Quattro settimane: ecco quanto dovrò restare con la gamba ingessata. Un mese di noia assoluta. Solo io e il mio gesso. Guardo dalla finestra e conto i fiocchi di neve. Al duecentoquarantunesimo si accendono le illuminazioni natalizie. E a me una lampadina. Corro in camera. Bugia: ci zoppico. Eccolo lì, il mio cellulare nuovo fiammante. Il mio oggetto del desiderio. Impossibile resistergli. Lo sollevo con amore: non pesa più di una tavoletta di cioccolato ed è altrettanto dolce. Ci rannicchiamo sul divano per trascorrere la serata insieme. Dapprima fotografo la vittima dell’incidente che per un tragico destino sono proprio io. Sguardo straziante e broncio infantile. Zoom sulla gamba ingessata. Invio la foto in formato cartolina a zia Marta. Lei sì che avrà compassione e mi invierà una montagna dei suoi famosi biscotti di Natale.

>Facts * Vodafone live! trasforma il tuo telefonino in un fantastico mondo interattivo e multimediale, fatto di colori, suoni e immagini. Per comunicare, giocare, informarti e divertirti, sempre e dovunque, in tutta semplicità! * I tre cellulari Vodafone live! – Sharp GX20, Sony Ericsson Z600 e Motorola V525 – sono piccoli, ultraleggeri e molto eleganti. Tutti con brillante display a colori, digicamera integrata e accesso diretto a una ricca scelta di giochi, immagini e suonerie da scaricare. * Più immagini, più suoni, più giochi. Vodafone live! Vivi al massimo il tuo telefonino. Ora in esclusiva da Swisscom Mobile. www.swisscom-mobile.ch Sponsored by Skyline di Swisscom Mobile www.natelskyline.ch

Ma adesso ci diamo una botta di vita. Il mio cellulare diventa una consolle giochi. Ho l’imbarazzo della scelta, ma nessun dubbio: Tomb Raider. Sono Lara Croft e corro, salto, mi arrampico, elimino nemici, supero trappole insidiose. E così un’altra ora è volata. Anche se mi fanno quasi male le dita – «però, wow, ho recuperato il Codice di Osiride!» – gioco ancora un po’ con le suonerie. Sì, perché il mio cellulare è anche un coro a 16 voci. Solo molto meglio! Alla fine mi decido per una versione rock di «Astro del Ciel» che accompagno facendo finta di suonare la chitarra fin quando il mio gesso – «ahi!» – mi riporta alla dura realtà. E ci addormentiamo come due angioletti sul divano. Io e il mio telefonino.


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hi. tech di michael bartolotti

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Dopo averci deliziato con lo splendido GTA III i ragazzi della RockStar Games hanno deciso di cimentarsi in un prodotto inedito e piuttosto coraggioso, proprio a causa delle sue tematiche volutamente eccessive, che riecheggiano film del calibro di Running man, Il silenzio degli innocenti e 1997 fuga da New York. Ovviamente gli autori di uno dei giochi più amati degli ultimi anni non sono degli sprovveduti e nonostante i contenuti di questo gioco siano talmente forti da insignirlo di un bollino VM 18, hanno saputo centrare il bersaglio ancora una volta creando un’atmosfera claustrofobica, piena d’ansia, con una giocabilità assestata su altissimi livelli e piena di piccole finezze che differenziano un buon gioco da un vero e proprio capolavoro. La storia vi metterà nei panni di un tale, James Earl Cash, personaggio poco raccomandabile, alla sua apparente resa dei conti con la giustizia a causa dei diversi crimini commessi, ma al momento in cui la sentenza di morte viene emessa tramite iniezione letale, il vero incubo comincia… Creduto morto dalle autorità, ormai diventato un ricordo per coloro che lo conoscevano, Cash finisce sotto le grinfie dell’enigmatico Signor Starkweather, uno psicopatico che ama farsi chiamare “Il Regista”, la cui unica passione sono gli snuff movies, film underground assolutamente illegali in cui gli attori muoiono sul serio. Comincia qui l’esodo di Cash, attraverso Carcer City, un immenso set cinematografico ricreato tra i sobborghi abbandonati di una città per la sua sopravvivenza in una spietata caccia all’uomo in cui viene capovolto il ruolo del carnefice e della vittima. Spetterà proprio a Cash riuscire a nascondersi dalle bande criminali, assoldate esclusivamente per eliminare la “preda” e sopravvivere con qualsiasi mezzo a questa sadica messa in scena. Scherzo del destino vuole che l’unico aiuto verrà dato proprio dal regista, attraverso consigli impartiti tramite un auricolare. Il gioco è fondamentalmente uno stealth game piuttosto atipico, che parte dai presupposti base del genere per evolverli secondo uno schema molto particolare. Il punto focale, a differenza di un Metal Gear Solid o uno Splinter Cell, rispetto ai quali Manhunt è molto più permissivo e flessibile, non è tanto lo sgattaiolare senza essere intercettato, quanto sfuggire ai Cacciatori, attirarli in trappola nascondendosi nell’ombra, e trasformarsi al momento opportuno da preda a carnefice, giustiziando in modo brutale gli ignari avversari. C’è un perverso gusto voyeuristico nell’osservare le vittime, seguirne ossessivamente con lo sguardo i movimenti ascoltando le loro farneticazioni da una posizione sicura, aspettare che ci voltino le spalle e assalirle di soppiatto, seguendole e dando loro il colpo di grazia.

Interessante, quanto brutale, il sistema implementato per le esecuzioni. Una volta che è alle spalle di un Cacciatore, Cash alza un braccio, segno inequivocabile che può uccidere con un sol colpo, e a questo punto basta tenere premuto il tasto di attacco: più a lungo lo si terrà premuto, e più violenta sarà l’esecuzione (ci sono tre differenti livelli di gore, che variano inoltre a seconda dell’arma utilizzata) e più punti, indispensabili per sbloccare gli immancabili extra, si otterranno. Ovviamente più si attende e maggiori sono le possibilità di essere scoperti. E l’adrenalina sale, così come l’incessante tum tum del battito cardiaco di Cash. Ovviamente è possibile affrontare i Cacciatori anche in un diretto scontro corpo a corpo, gestito con le dinamiche classiche da picchiaduro, ma è davvero meglio evitare: i pazzi che popolano le strade di Carcer City sono incredibilmente forti, e bastano un paio di scontri diretti per ridurre Cash in fin di vita. La realizzazione di Manhunt è ottima sotto tutti gli aspetti. Il solido motore grafico è sfruttato a dovere per ricreare atmosfere cupe e inquietanti, il design degli ambienti e dei Cacciatori è molto azzeccato, così come gli effetti, che mirano a rendere l'immagine quanto più simile possibile a riprese amatoriali fatte in otto millimetri. La violenza visiva delle esecuzioni è allucinante, impossibile non rimanerne fortemente impressionati, soprattutto a causa della grafica realistica e non caricaturale come era stato per GTAIII. Ottimo il lavoro svolto da Rockstar anche sotto il profilo audio. Pezzi noise di sottofondo, buoni effetti e un doppiaggio a dir poco perfetto, purtroppo solo in inglese, per quanto sottotitolato in italiano nei dialoghi più importanti. Peccato che non siano sottotitolate le frasi pronunciate dai vari Cacciatori nel corso del gioco: chi non conosce l’idioma d’oltremanica si perde irrimediabilmente alcune chicche. Una curiosità: è possibile utilizzare l’headset per PlayStation 2 venduto con SOCOM per ascoltare in cuffia le istruzioni del Regista e utilizzare il microfono per attirare l’attenzione dei Cacciatori. Un elemento in grado di caricare ulteriormente la già di per sé pesante atmosfera del gioco, immergendo ancor di più il giocatore nel mondo malato di Manhunt. “E' solo quando cominci a temere davvero la morte, che impari ad apprezzare la vita” Jean Reno in Lèon di Luc Besson


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Atari Classics 10-in-1 TV Games: il culto.

Lo riconoscete questo giocattolo? E’ proprio lui, il mitico joystick delle prime console Atari a 8-bit che si collegavano al televisore di casa. Sorpresa: al suo interno ci sono dieci mitici, storici giochi: Pong, Adventure, Asteroids, Yar's Revenge, Centipede, Gravitar, Breakout, Missile Command, Real Sports Volleyball e Circus Atari. Il salto generazionale rispetto alle nuove console è a dir poco abissale, ma molti di voi scommetto che non resisteranno alla tentazione del rivivere quelle sensazioni. Questa chicca di tecnologia del passato è completamente portatile e non necessita di nessun tipo di scheda aggiuntiva. E’ sufficiente inserire 4 batterie al suo interno, collegare 2 cavi alla televisione ed il gioco è fatto, anzi il gioco può cominciare. Certo questi giochi li potrete trovare anche in versione PC, ma volete mettere l’emozione di giocare con la cloche originale? Il suo costo è di circa 50 franchi, se volete saperne di più vi consigliamo di visitare www.thinkgeek.com

Xbox-Live Welcome to the party! Ad un anno circa dall’uscita europea della console targata Microsoft il tanto agognato servizio on-line è finalmente disponibile anche da noi in Svizzera. Amati od odiati che siano, i produttori della console americana, hanno indubbiamente il merito di essere stati lungimiranti e tenaci. Mesi interminabili di beta-testing delle linee e dei loro server, hanno dato alla luce il primo servizio on-line per console a tutto tondo. In realtà, già la Sony aveva intrapreso in patria nipponica l’avventura del videogioco in internet attraverso la versione on-line della famosa serie Final Fantasy (FFXI). Ma i problemi di carattere hardware (non è presente un hard disk nella console PS2, ma è necessario acquisirlo a parte) e quelli di mancanza di utenza (i giapponesi non hanno la tradizione del gioco multiplayer on-line) avevano frenato bruscamente i progetti sia per gli Stati Uniti che per l’Europa. Microsoft che fin dall’uscita aveva puntato a questa lacuna del mercato orientale è pronta oggi ad offrire un servizio che è sempre stato sottovalutato sia da Nintendo che dalla Sony. La cosa che farà piacere sicuramente agli Europei è che a differenza dell’uscita negli Stati Uniti, dove erano possibili in rete solo una manciata di titoli, ora possono usufruire di un bel bagagliaio di prodotti recenti (Top Spin, Crimson Skies recensito in questo numero, Rainbow Six 3, Amped 2 e molti altri) che sfruttano le linee a banda larga. Parlando di banda larga, faccio notare che solamente chi possiede ADSL o via cavo può sfruttare questo nuovo servizio on-line. La politica Xbox su questo è chiara: la console a differenza dei computer non ha potenza hardware espandibile e quindi per poter avere dei servizi efficienti deve possedere una capacità di invio e ricezione dati superiore ai tradizionali modem 56k o ISDN. Fattore chiave per gli sviluppatori di videogiochi, che oltre a proporre videogiochi con un numero di utenze limitate, saranno invogliati a sviluppare giochi di massa on-line (vedi re.set numero 08 del 2003) anche per le console. Sulla rapidità di connessione ed accesso al servizio, i pareri sono contrastanti. C’è chi dice che la prima connessione a Xbox-Live sia una passeggiata, e c'è chi dice che sia un calvario. Indubbiamente al di là delle magagne puramente d'installazione, consiglio a chiunque di provare almeno una volta a sfidare un avversario umano! Il divertimento sarà indubbiamente triplicato. Siete connessi?! Bene e allora ….let the match begin!

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gameflash

hi.tech

Max Payne 2

Crimson Skies

F-Zero GX

Rockstar Games per Pc

Tony Hawks Pro-Skater Activision per N-Gage

Microsoft Game Studios per Xbox

Nintendo per Game Cube

di Marco Mascaro

di Michael Bartolotti

di Michael Bartolotti

di Marco Mascaro

Ritornano su Pc le avventure del poliziotto più sfortunato di New York nell’ultimo prodotto della Rockstar. Il gioco si presenta con una meccanica invariata rispetto al precedente episodio, ma con una nuova veste grafica, un sistema di Bullet-Time rinnovato ed un motore fisico in grado di calcolare con esattezza la caduta e lo spostamento d'ogni corpo nel gioco, animato o meno. Il fiore all’occhiello di Max Payne 2 è però la trama: una delle più complesse e profonde tra i titoli usciti quest’anno, grazie anche ai moltissimi risvolti psicologici che i programmatori hanno inserito durante lo svolgimento. Il gioco è sfortunatamente molto corto, ma credo che la storia avrebbe perso significato e mordente se fosse durato di più. In definitiva un ottimo gioco, che grazie alla sua trama può essere facilmente annoverato tra i migliori giochi dell’anno 2003.

Eccoci finalmente a parlare dei giochi della tanto sospirata console della Nokia. E ne parliamo con questo straconosciuto signore dello skateboard, giunto sulle altre console al suo quarto capitolo. Fa piacere vedere dopo anni d'attesa un videogioco su una console portatile che sfrutti la terza dimensione a dovere. Questa trasposizione della Activision del loro primo fortunato capolavoro lo fa a meraviglia. In pratica il gioco mantiene la stessa giocabilità dei suoi fratelli maggiori e inoltre usufruisce del servizio multiplayer del N-Gage che vi consentirà di sfidare un vostro amico in esibizioni mozzafiato. Dimenticando il penoso Tomb Raider, per N-Gage, direi che questo è il primo prodotto veramente pregiato per la nuova arrivata nell’arena dell’intrattenimento elettronico.

Questo gioco d’azione ambientato in un universo parallelo degli anni ’30, vi proietterà in spettacolari scontri aerei alla guida di velivoli potenti e letali, ciò per garantirvi la supremazia contro i pirati dei cieli. Oltre ad avere una cornice originale ed una storia intrigante, quest'ottimo prodotto può vantare anche una grafica spettacolare che consente un notevole impatto visivo e una colonna sonora cinematografica che ricorda i temi avventurosi di Indiana Jones. Inoltre è presente pieno supporto per la modalità multiplayer di Xbox-live, che vi consentirà di sfidare avversari umani in duelli all’ultimo respiro.

E’ finalmente arrivato su Game Cube l’ultimo capitolo della serie di giochi di corse ad alta velocità nata su Super Nintendo, dalla quale molti altri sviluppatori hanno tratto ispirazione facendo nascere grandi giochi come ad esempio Wipeout. Attestandosi su un buon livello tecnico, grazie ad un’ottima veste grafica e degli effetti sonori degni, il gioco si contraddistingue per la giocabilità e per il design dei circuiti, i quali si dipanano in ogni direzione, sviluppandosi inoltre all’interno ed all’esterno di cilindri, e creando quelli che sembrano, da un punto di vista esterno, delle vere e proprie matasse di fili. Ciò, unito all’impressionante sensazione di velocità che il gioco riesce a trasmettere quando si corre a 1200km/h (velocità media per questo titolo, con picchi di oltre 2000km/h), rende F-Zero GX uno dei più divertenti titoli di corse dell’ultimo periodo. La longevità non manca, infatti, prima di aver totalmente sviscerato il titolo di tutti i suoi contenuti, dovrete sbloccare una miriade di tracciati, veicoli, piloti e tutti i capitoli della storia. Sfortunatamente la colonna sonora non è sempre all’altezza.

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023

re.play La fine delle categorie

re.vision Terrore in sala

re.ad Scandalosa Melissa

re.art Georgia O’Keeffe

The Offspring the Punk-daddies


024

dischi

re.play

Blink 182

Puddle of mudd

P.O.D.

The Darkness

Blink182 Geffen Records

Life on display Universal

Payable On Death Atlantic

Permission to land

Atlantic

by alvy

by blindFREAK

by iggi

by iggy

Il quinto album del trio di San Diego mi ha spiazzato totalmente. Pensavo di trovare canzoncine punk dai ritornelli facili e dalla struttura strofa-ritornellostrofa, ma mi sbagliavo. I Blink182, forse in preda ad una crisi esistenziale, si sono buttati nella sperimentazione pura. Ho trovato chitarre acustiche, batterie elettroniche, tastiere, atmosfere malinconiche e perfino dark! L’apice arriva con All Of This, un bel pezzo struggente che vede la partecipazione vocale di Robert Smith, leader dei darkettoni Cure. Comunque, amanti dei Blink182, non temete: Mark, Tom e Travis non si sono dimenticati di includere 3-4 pezzi più melodici, come la prima canzone del cd Feeling This che combina un cantato più hard-core e un ritornello tipicamente Blink182. Se la loro musica ha avuto una sostanziale evoluzione, purtroppo non si può dire altrettanto dei testi che rimangono legati a dei temi adolescenziali un po’ scontati: la tipa mi ha lasciato, sono triste, torna con me. Mi sono piaciuti molto i commenti alle canzoni scritti dai membri della band, commenti grazie ai quali si può capire come hanno ottenuto alcuni suoni particolari, che strumenti hanno usato, oppure come mai hanno voluto scrivere una canzone su un determinato tema. I punti forti di quest’album sono senz’altro l’accurata ricerca dei suoni e il coraggio di voler ampliare i confini musicali di una band che forse si è sentita un po’ agli sgoccioli a livello compositivo oppure ha voluto semplicemente esplorare nuovi orizzonti.

Ecco qua l’opera seconda dei pupilli di Fred Durst Puddle of Mudd, Life on display. Il lavoro non si distingue un granché dal predecessore Come Clean, i POM rimangono fedeli al loro grunge rockeggiante, anche se nel nuovo album troviamo qua e là qualche leggera sonorità più dark e cupa, come in Time Flies, ultima canzone dell’album della durata di quasi otto minuti, con tanto di finale acustico. Ritmi più veloci invece nell’energica Cloud 9, vagamente punk e dal bel ritmo incalzante. Queste sono forse i due brani che si distinguono di più all’interno del disco, le altre canzoni hanno praticamente tutte la stessa formula, si passa da parti lente alternate a esplosioni di chitarre e voce. La voce, le melodie e persino l’aspetto del singer Wesley Reid Scantlin richiamano in modo impressionante ai Nirvana e a tutta la scena grunge come Alice in Chains e i primi Foo Fighters. L’impatto live della band è comunque ottimo, ho assistito ad un loro show come spalla ai Korn in un concerto dell’anno scorso a Zurigo e i POM hanno letteralmente riscaldato a puntino il pubblico in attesa degli headliner. A vederlo da lontano Westley pare il clone di Kurt Cobain, senza però, purtroppo e direi ovviamente, la grinta dell’icona del grunge. La performance è stata decisamente positiva, bravi musicisti, voce perfetta e grande interazione col pubblico. Peccato che Life on display non abbia rivelato una gran fantasia nelle capacità compositive del gruppo. Attendiamo conferma o smentita con il prossimo disco!

Il rock religioso sta conquistando le classifiche ed i suoi profeti più conosciuti sono i P.O.D. Christian metal: la definizione potrebbe far ridere chi è convinto che il metal debba essere fatto solo d'attitudini esagerate, al di sopra della morale e del senso del pudore. Ma l'onnipresente credo religioso dei quattro cavalieri di San Diego non penalizza affatto la qualità e l'intensità delle loro uscite discografiche. Payable On Death (titolo che è l'estensione della sigla P.O.D.) è un buon album, forse meno scintillante del precedente Satellites, ma sempre egregio. Folta la presenza di parti screaming con schitarrate dure, a volte acide, alternata a melodie gradevoli un po' "poppy". Le loro canzoni vogliono trasmettere un messaggio positivo, cercando di offrire uno spunto in più, in un linguaggio consono ai giovani d'oggi, per dei momenti di riflessione e spiritualità. Questo è un album più scuro dei suoi predecessori, meno aereo e non d'immediato ascolto. La voce di Sonny rimane una delle più convincenti del genere, e la compattezza della band si dimostra ancor più salda. Una nota molto positiva per la sperimentazione della conclusiva Eternal: una ballata strumentale quasi completamente acustica e arricchita da tiepide atmosfere e da improvvisazioni chitarristiche un po' blueseggianti. Una perla. Come gli Evanescence ed i Creed (anche questi definiti christ-rock), questa band ha ancora molta strada da percorrere prima di raggiungere l'apice. Comunque è già a buon punto del percorso.

In questo periodo di riflussi nella scena discografica mondiale non poteva mancare una band che si rifacesse al glorioso periodo glam fine anni '70. Avete in mente, vero? Tutto luccichii e raso, pantacollant aderenti e petti villosi in evidenza, makeup pesanti e pettinature esagerate, e la volontà di provocare oltremodo i benpensanti del periodo. Una scena che oggi ha ritrovato nei britannici The Darkness una nuova ragione di vita. Trash-glam, come si può definirli altrimenti, con i loro video al limite del buon gusto? Quali maghi dell'intrattenimento questi istrionici capelloni con pantaloni leopardati e foulard stretto alla fronte sanno perfettamente come divertire e coinvolgere il pubblico. Ed il pubblico apprezza. Difatti con il loro esordiente Permission To Land, solo in Inghilterra in tre mesi hanno venduto un milione di copie. Roba da far tremare il piedistallo a Radiohead & Co. So che tra i lettori di re.set ci sono dei puristi che ora storceranno il naso, ma come resistere all'ironia e vitalità di questi quattro devastati? L'indimenticabile Marc Bolan e i T.Rex, Ac/Dc, Queen, Mötley Crüe, Van Halen, Twisted Sister (più glam di così si muore!) e Whitesnake, ecco i riferimenti per il sound che accompagna il cantante Justin Hawkins, un inverosimile incrocio tra Freddie Mercury e Ian Gillan degli Yes. Personalmente devo dire che, data la mia veneranda età, quest'album mi piace. Davvero. Confesso questo peccato. E' divertimento allo stato puro, quel sano "sbracare" che ogni tanto ci vuole…


025

The Fire Theft

Ryan Adams

Lamb

Alicia Keys

The Fire Theft Rycodisc

Rock N Roll Lost Highway

Between darkness and wonder Mercury

The Diary of Alicia Keys

BMG

by iggi

by iggi

by mr. loop

by owen

Pop introspettivo, rock classico acceso da una forte presenza orchestrale e liriche che parlano di speranza, disperazione e gioia. E' The Fire Theft, primo e ambizioso album dell’omonimo gruppo nato dalla dissoluzione dei Sunny Day Real Estate, una band emo-core di culto nella Seattle degli anni ‘90 (il loro album Diary rimane il secondo bestseller della Sub Pop, dopo Bleach dei Nirvana. Da riascoltare assolutamente.). The Fire Theft è uno dei migliori album rock degli ultimi mesi, e propone una pregevole armonia tra forza ed eleganza, classicità e modernismo. La band è formata da Jeremy Enigk, testi e voce, William Goldsmith, alla batteria, e Nate Mandel (exmembro dei Foo Fighters) al basso. Un ritorno sotto nuove spoglie con ampie ed innovative prospettive estetiche, che si rivelano poco a poco, ascolto dopo ascolto. E' un rock senza tempo che sfida i limiti del progressive, s'inserisce nei meandri psichici anni '70, ed esce allo scoperto con aperture degne dei Pink Floyd e degli Who. Prodotto da Brad Wood (Smashing Pumpkins, Red Red Meat, Liz Phair, Tortoise, S.D.R.E.) la qualità del suono di questo disco è di altissimo livello. Ascoltare per credere. Con il volume al massimo, prego… Ecco un riuscito trait d'union tra la passata generazione rock e quella contemporanea, tra melodia e sentimento, tra musica e potenza. Meravigliose Summertime e Houses, due canzoni che da sole valgono l'acquisto di quest'album. Un dono di fine d'anno inaspettato, prezioso e colmo di fuoco. Caldamente consigliato a tutti.

E' con scetticismo che mi sono avvicinata al nuovo disco di Ryan Adams, il giovane rocker nativo di Jacksonville (Florida) che con il suo precedente Demolition ha riscosso un notevole consenso di pubblico e critica. Non conoscendolo bene, in me era radicata l'idea di un artista che non fa niente per farsi voler bene: arrogante e borioso sono gli aggettivi che mi vengono in mente guardando la sua immagine trendy da copertina. All'ascolto del suo nuovo cd Rock N Roll invece mi devo ricredere: Ryan si dimostra capace di spontaneità e di considerevole potenza creativa. Rock N Roll segue le nuove mode nu-garage: ha un mood aggressivo ed energico, rock'n'roll appunto, ma anche blues e altcountry. Malgrado si avverta spesso l'invadenza del sintetizzatore, tutto ruota attorno a lei: la sua amatissima chitarra elettrica. Un album ricco d'entusiasmo e carico d'adrenalina. Ma non solo. Tra i brani si trovano alcune inconsuete perle di rilevante bellezza: Burning Photographs (una canzone che ricorda i The Smith), She's Lost Total Control (chiaro omaggio ai Joy Division con un gradito feedback sonicyouthiano) e Anybody Wanna Take Me Some (di nuovo un brano shoegazer alla Morrisey). Sorprendenti in mezzo a tutto questo Rock N Roll! La stupenda versione di Lovesick Blues di Hank Williams e il giro di chitarre space-psych alla Foo Fighters in The Drugs Not Working, completano il lavoro di quest'artista che tutto solo sa ammaliare più di molte nu-garage band che sono attualmente in giro. Da tenere d'occhio.

Alcuni loro brani sono stati molto apprezzati da critici e pubblico, e sono stati anche usati con successo in alcune pubblicità televisive, ma nonostante ciò i Lamb oggi sono ancora uno dei segreti più preziosi del trip hop inglese sopravissuto all'ondata rock degli ultimi tre anni. Modestamente, senza grossi clamori promozionali, Louise Rhodes e Andy Barlow pubblicano il loro quarto album Between darkness and wonder. L’affiatato duo propone undici brani in cui si fondono con armonia la voce superba di Louise con le atmosfere dark elettro/folk creati da Andy. I loro affascinanti e leggendari ritmi rallentati frammisti a beat spezzati, si ritrovano con piacere in questo disco in bilico - parafrasando il titolo - tra oscurità e luce, e che cattura l'ascolto e non molla finché ci si accorge che è già terminato. A questo punto un riascolto, se non di più, è d'obbligo. L'immagine di copertina evidenzia questo concetto d'inafferrabilità: una piccola zucca donata con insistenza, ma l'essenza della figura umana è in dissolvenza, come se stesse per scomparire. Forse ciò può spiegare l'astrusità di questo lavoro in un'era di certezze chitarristiche e circoscritte nostalgie rock. Tra i brani che prediligo ci sono l'acustica e commovente Till The Clouds Clear, la cadenzata Sugar 5, la grandiosa Learn, la malinconica Stronger e la drum&bass That Thing (Open Up). Sollecitazioni elettroniche, atmosfere aderenti, catarsi acustica. Un buon album, non il più facile del duo di Manchester.

E’ difficile rimanere impassibili all’uscita di uno dei dischi soul più attesi dell’anno. Ed è difficile rimanere impassibili di fronte alla bellezza che traspare dalla voce e dagli occhi di pantera di Alicia Keys. Dopo il suo pluripremiato e milionario (due Billboard Awards, tre Soul Train Awards, due World Music Awards, un Echo Award, cinque Grammy Awards e dieci milioni di copie vendute in tutto il mondo) album esordiente Songs in A Minor (2001), la prodigiosa cantante, compositrice e pianista, con questo suo nuovo The Diary of… colpisce ancora nel segno. Non sarà il botto scoppiato con il precedente album, ma è senz'altro la conferma di un'incommensurabile caratura creativa senza pari nella scena musicale afro-americana odierna. Niente effetti speciali, pochi ospiti illustri, alcun'invadente strategia di marketing: Alicia preferisce esprimere la propria passione per il soul-jazz semplicemente così, con il suo pianoforte e la fulgida voce. Tra i quindici brani in scaletta cito la magnifica If I Was Your Woman/Walk On By, canzone in pieno stile Motown, e sulla stessa falsa riga c'è You Don’t Know My Name, stiloso e suadente primo singolo del disco. La magia prosegue con la romantica If I Ain’t Got You e con la bellissima, intima e straziante Diary. La solare Wake Up, il profondo groove di So Simple e la psichedelica Feeling U, Feeling Me mi fanno amare ancor più quest'artista coerente con le proprie radici e con la propria personalità, riservata ma terribilmente generosa. Grandiosa.


026

re.play

Hell

Relaxed Muscle

Elisa

Frankie Hi Nrg Mc

NY Muscle Motor/Universal

A heavy night with… Rough Trade

Lotus Sugar

Ero un autarchico BMG

by mr. loop

by iggi

by owen

by cheu

Molti muscoli nel nuovo album di Dj Hell, ma anche tanto cervello e spina dorsale. Helmut Josef Geier, noto Dj della scena techno tedesca, con quest'album registrato in gran parte a New York farà sicuramente il suo meritevole botto. Forse qualcuno avrà già notato, su qualche canale televisivo di musica, il video del nuovo singolo Keep On Waiting con protagonista Hell, look occhiali neri/ completo Armani/ stivali a punta/ zazzera bionda, al Luxx Club di New York a spassarsela con P.Diddy, Princess Superstar ed una gang di procaci ragazze. Scritta e suonata in collaborazione con Erlend Oye (Kings Of Convenience) questa track sta scalando le chart del nord Europa. Se avete già visto il clip allora avete capito che sta ritornando la musica più morbosa e sperimentale in voga nei primi anni ottanta. Non a caso fra i collaboratori illustri, Hell si avvale di Alan Vega dei Suicide, il genio antologico del suono tecnoide. Vega è presente in ben tre brani: il contorto Listen To The Hiss, il crudo e graffiante Let No Man Jack e il depravato Meet The Heat. Già questo trio d'assi vale il gioco. Regrette Everything, Black Panther Party e She Regrets costituiscono altri momenti degni d'attenzione. Electroclash senza fronzoli, scevro da barocchismi, ma colmo della ruvida eleganza tipica dello stile tedesco che contraddistingue il genere… una definizione? Cyberglam. In più, un'impronta rock per una dimensione più concreta e accessibile al gran pubblico. Attenzione: miscela da maneggiare con cautela!

Sono i Relaxed Muscle, ed hanno intitolato questa loro opera prima, uscita per la Rough Trade, A heavy night with... Un titolo stuzzicante! Uno si chiama Darren Spooner e l'altro Jason Buckle. Qui sono di fronte ad un mistero. Chi sono questi due dall'aspetto così inquietante? Arcano svelato. Dietro il primo nome (ed il pesante trucco) si cela Jarvis Cocker, il frontman dei Pulp, che con questo progetto rivela la sua anima mannara e l'amore per Sister Of Mercy, Cramps e Peter Murphy. Buckle è il suo alterego che lo segue in questa nuova avventura. A questo disco ha collaborato anche Richard Hawley dei mitici Add N To (X). L'inizio, The Heavy, è un elettrico techno-clash, minimale e coinvolgente. La voce è aggressiva, maschia, fascinosa ed il finale è da brivido. Poi Beatmaster, ambiguo con quei lupi che ululano alla luna in sottofondo e il clap-hand a ritmare nel buio… Sentire il catchy-beat elettro-punk di Rod Of Iron e di Tuff It Out. Eppoi il singolo Sexualized, e con il titolo vi ho detto già tutto. E' il momento "over", il più cazzuto, con le chitarre ed i sintetizzatori sparati. Con Muscle Music si entra nel vivo: "Muscle music, and you know what I meaaan… pomp it up, youwwwww…". Ululati. Segue la calma con B-real, ed ecco poi un lento, Previous, con una slide ed un sentimento con riverbero. Relaxed? Macchè, tremendamente eccitanti, ed "in tiro". Un disco sexy e ruffiano. Spinto. Un rock'n'roll cinematografico e licantropo. Notturno. Ubriaco. Sfasato. Virile. Dedicato ai lupi.

"Lotus è un fiore, fragile e sensibile, ricco ma estremamente nudo e fatto di sé stesso. E così lo spettacolo che porta il suo nome. E' scoperto, disarmato…". Le parole di Elisa che accompagnano il suo nuovo cd Lotus sono forse la chiave giusta per comprendere il senso del suo nuovo lavoro. Elisa è compositrice e autrice di tutte le sue canzoni ed in occasione della preparazione di Lotus, si è occupata per la prima volta di curare at personam l’intera produzione dell’album. Tutti i brani contenuti nel disco sono stati registrati su nastro analogico in presa diretta ed eseguiti in versione acustica. Oltre ai suoi successi come Sleeping In Your Hand, Labyrinth, Gift e Rock Your Soul, c'è una nuova versione di Luce-Tramonti A Nord Est e Almeno Tu Nell'Universo. Lotus contiene inoltre alcuni inediti (Yashal, Prayer, Beautiful Night e la magnifica Broken), e tributi a Lou Reed (Femme Fatale) e Cohen (in una versione splendidamente acustica di Hallelujah). Una via di mezzo tra una compilation e un album inedito, arricchito dalla confezione digipack corredata da fotografie scattate dalla stessa artista. Album "soffice e invernale", lo definisce lei. Pure magico e magistralmente curato. Un disco ispirato agli anni '70, con atmosfere naturali, acustiche grazie a pianoforti, steel drum, hammond e basso e chitarra acustici. Come un loto su uno specchio d'acqua, la fresca maturità di Elisa emerge con delicatezza cullante e suadente. Per chi non conosce ancora Elisa questo è il cd ideale. Colpo di fulmine assicurato.

Finalmente! Dopo sei anni da La Morte dei Miracoli esce Ero un autarchico, terzo album del rapper italiano. Chiamarlo rapper credo sia un po’ riduttivo visto che oltre ad avere una grande vena melodica, negli ultimi anni si è cimentato anche con delle produzioni video, dalla regia dei suoi video, fino ad arrivare a dirigerne alcuni per i Tiromancino ed i Flaminio Maphia. Questo disco suona molto meno scuro del suo predecessore, meno cupo e meno pessimista anche nei testi (che spesso sono degli attacchi diretti al mondo della politica e del business) scritti con gran coscienza e intelligenza. Dote rara di questi tempi. In Raplamento la politica è vista con la metafora del calcio in cui Frankie utilizza la sigla di 90° minuto, in Chiedi Chiedi (il singolo del disco) inveisce contro certe figure del music business e in L’inutile tratta il tema delle “canzonette” dove ospita una divertentissima Paola Cortellesi. Molti sono gli ospiti di questo disco tra i quali Pacifico, il cantautore milanese che interpreta il ritornello di AnimaNera, di cui mi hanno colpito gli arrangiamenti, molto curati, in modo particolare gli archi. Sicuramente ne è valsa la pena di attendere sei anni per il ritorno di un gran musicista (uno dei pochi ad essere sopravvissuto all’ondata modaiola del rap in Italia) che non scorda le sue radici musicali senza mai essere ripetitivo o banale, anzi portando innovazione e cultura in un genere che sembrava ormai dimenticato. Curiosa la ghost track dopo circa 10 minuti dall’ultima traccia.


027

dischi Motorpsycho & Jaga Jazzist Horns

Cindy Lauper

Lungfish

Monkey 3

In The Fishtank Konkurrent

At last Epic

Love is love Dischord

Monkey 3 Monkeythree Prod.

by stoner

by apache

by apache

by iggi

Decimo appuntamento con la collana In The Fishtank della label Konkurrent, e questa volta ad essere coinvolti sono i Motorpsycho e la sezione fiati dei Jaga Jazzist, un'accoppiata dalle ammalianti pretese e dai risultati strabilianti. Due realtà musicali norvegesi a confronto: dai geniali Motorpsycho ormai ci si aspetta di tutto, dal metal all’indie pop sino al flower-pop delle recenti produzioni, mentre i Jaga Jazzist sono la più eccitante promessa del nu-jazz europeo. Ascoltando l'album la sensazione provata è quella di due gruppi nati per suonare congiuntamente. Estrema ammirazione ed incanto per il dilatato space-jazz di Bombay Brassière tra un Coltrane “cosmico” e le colonne sonore alla John Barry. Il brano Pills, Powders And Passion Play appartiene al repertorio dei Motorpsycho, qui riproposto leggermente più dilatato e corredato elegantemente da fiati (la tromba in sordina ed emozionale di questo brano è davvero splendida). Theme De Yo Yo, che riverisce i campioni dell’improvvisazione Art Ensemble Of Chicago, è sottoposto a un trattamento hard-soul di singolare efficacia, pungente ed icastico, tra classicismo e avantgarde, crudezza e disinvoltura; mentre la finale Tristano si dilunga per venti abbaglianti e psichedelici minuti dove lo sciamano Sun Ra ne sembra il nume tutelare. Un esperimento di soli cinque episodi, questo. Purtroppo. Sicuramente un disco da avere, sia per i fanatici sia dei Motorpsycho sia dei Jaga Jazzist. Ma non solo: raccomandato anche ai puristi del jazz e del rock.

La ragazza che voleva solo "to have fun", cioè Cindy Lauper, un'icona degli anni '80 che ebbe un enorme successo con il suo scoppiettante stile e la sua vocina baby-doll e maliziosa allo stesso tempo, ora esce con un nuovo lavoro, At last. Questa volta la Lauper allunga il passo allontanandosi dalle composizioni hit-pop che hanno segnato il suo stile, e s'addentra in un lavoro di riprese musicali che ben definiscono la qualità della sua particolare voce e del suo singolare modo di vocalizzare la musica. Un'artista spesso sottovalutata, in quanto il suo background penalizza ogni suo tentativo di dimostrare uno sviluppo e una nuova identità artistica. Qui la cantate offre tredici brani che interpreta con una maturità sorprendente: At Last (di Etta James), per esempio, è la perfetta dimostrazione di come la Lauper sappia muoversi con cognizione di causa in ambiente blues-jazz. Magnifica interpretazione. In chiave low-key pure la performance di Walk On By (Dionne Warwick), un brano scuro e triste illuminato dalla sua verve canora. Non poteva mancare, in questa raccolta di standard, La Vie En Rose, qui arrangiata dalla sempreverde Cindy in maniera un po' ruvida, una chiave di lettura differente del delicato pezzo. I tredici brani di At Last focalizzano con grazia ed eleganza il talento vocale della cantante e forse le darà una spinta a ringiovanire una carriera oscurata dalla vivace personalità dell'artista stessa. Consigliato a nostalgici che non disdegnano la qualità e la classe.

Love is Love è una perla che s'aggiunge alla preziosa collana d'album della pugnace band statunitense Lungfish, forse una delle più coerenti e preziose realtà della mitica scuderia di Washington D.C., la Dischord. La voce, forse monotona ma intensa e carismatica, si pone su brani enigmatici, pieni di rime ed allitterazioni, e costituisce il mezzo per la ricerca estetica/poetica/filosofica di una band coesa e severa con sé stessa. Disco dall'innegabile interesse e magnetica capacità d'attrazione.

I Monkey 3 sono una band svizzera che debutta con nove eccezionali brani che vi faranno davvero andare fuori di testa. Oltre un’ora di psycho stoner rock come raramente se ne sente in giro, interamente strumentale, visionario e lisergico, traboccante di doti psicotrope altamente seducenti. Quest'album è forse quello più originale e riuscito del 2003 pubblicato alle nostre altitudini. Welcome to the ultimate psychostoner experience. Fantastici ed originali. www.monkeythree.com

Izul

Zeno Tornado & the Boney Google B.

Superfresh Fisherman’s love prod. by stoner

Dirty dope infected blue grass hillbilly hobo XXX coutry music Voodoo Rhythm by stoner

Dopo una lunga gavetta di concerti in Europa ed in Sud America i jurassiani Izul escono finalmente con il loro primo album completo. Il titolo Superfresh simboleggia appieno l’energia e l’ironia che questo power trio di funkrock mette nella propria musica. Sul palcoscenico gli Izul sono diretti, potenti e coinvolgenti, mentre in Superfresh è predominante l’aspetto della produzione discografica con tanto di synth, trombe, tastiere vintage e ricercati arrangiamenti. Vive le rock! www.izul.net

Eccovi la nuova uscita della mitica etichetta bernese Voodoo Rhythm Records del Reverendo Beatman. Grande disco di blue grass - country – folk-hillbilly. Di ritorno dall’inferno, Zeno e soci ci raccontano storie di vita malata, tra abuso di droghe, sesso e violenza con la lucida ispirazione di chi è andato oltre, con ironia irriverente e con una musica d’altri tempi animata da violino, contrabbasso pizzicato, batteria e banjo. Una chicca irripetibile… drink yell and dance! www.voodoorhythm.com


028

informer

re.play

•• L'ex-frontman degli Smiths Morrissey, in silenzio discografico dal 1997, anno dell'uscita di Maladjusted, è al lavoro sul suo nuovo album, insieme al produttore Jerry Fin. Il disco non uscirà prima di maggio o giugno, anche se le recording session sono già a buon punto. Alcuni mesi fa, Morrissey, dopo la lunga ricerca di un'etichetta "ideale", ha firmato un contratto con la Sanctuary Records. A presto, quindi, con Moz e le sue splendide canzoni…

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Il prossimo album di Trent Reznor e i suoi Nine Inch Nails - che segue

The Fragile del 1999 - dovrebbe uscire all'inizio del nuovo anno e ha come titolo di lavorazione Bleedthrough. A quanto dichiarato da Reznor, si tratta del proseguimento della sua sperimentazione, tra realtà ed incubo, portata ai suoi estremi, il tutto condito da molto feedback. Il tenebroso Trent ha precisato che le nuove registrazioni, curate dal Magister della produzione Rick Rubin, sono realizzate senza l'aiuto della tecnologia digitale, che avrebbe altrimenti reso tutto "troppo immobile e troppo perfetto". •• Dopo vari problemi legati alla salute del batterista Luca, bloccato a causa di una grave forma di tendinite, esce il terzo album dei Verdena. Il nuovo disco sarà pubblicato il 30 gennaio e sarà preceduto da un Ep (nei negozi il 9 gennaio) che conterrà due brani inediti e una cover (Harvest di Neil Young). L'album completo è una raccolta di canzoni, che secondo la stessa band sono: "...dirette, suonate in maniera viscerale, poetiche e scurrili, ermetiche e ruvide, sognanti e incazzate". Il tour di presentazione partirà a fine febbraio dal Motion di Zingonia (BG). •• La fascinosa musa del rock&roll Marianne Faithfull è al lavoro sul suo nuovo album, The Mystery Of Love, e ha reclutato per l'occasione due collaboratori speciali: Nick Cave e PJ Harvey. Insieme all'artista australiano, la Faithfull ha composto tre nuove track, registrate poi in studio insieme a tre elementi dei Bad Seeds, Warren Ellis, Jim Sclavunos e Martin P.Casey. Con la rocker del Dorset, invece ha scritto e registrato cinque brani, i cui titoli non sono ancora stati svelati. A completare il cast stellare del nuovo album ci pensano Damon Albarn dei Blur e Jon Brion, produttore di Fiona Apple, Elliott Smith e altri. L'uscita dell'album è prevista per marzo.

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La Warp sarà la prima etichetta a pubblicare il proprio catalogo in mp3. Dal prossimo dicembre la label inglese lan-

cerà la nuova versione del suo sito web www.bleep.com tramite il quale sarà possibile scaricare in altissima qualità tutte le novità discografiche e il vecchio catalogo dell'etichetta, in cui si trovano i lavori di Aphex Twin, Autechre e Squarepusher. La caratteristica che contraddistingue www.bleep.com dai programmi peer to peer (Kazaa, Emule, Winmx) e da quelli legali come iTunes o Tiscali Music Club, è che per usufruire del servizio non è necessario installare alcun programma sul proprio Pc, dando così la possibilità di ascoltare gli artisti Warp da qualunque collegamento si desideri.

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E' confermato che gli A Perfect Circle saranno protagonisti di una

data unica in Italia, prevista per il 25 gennaio 2004 al Filaforum di Assago. Questa sarebbe la prima volta sin dai tempi del loro debutto che la band fondata dal mitico James Maynard Keenan dei Tool e da Billy Howerdel approderebbe nella vicina penisola. Insieme ai due fondatori, nella line-up troviamo James Iha, ex-Smashing Pumpkins, e Jeordie White. Completa il quintetto il batterista Josh Freese. •• Il 30 novembre scorso ha avuto luogo a New York una cerimonia che ha intitolato una piazzetta fra la Second e la Bowery al leggendario leader dei Ramones, Joey Ramone, scomparso nell'aprile del 2001. La piazza intitolata al cantante simbolo del punk si chiamerà Joey Ramone's Place. Questa piazza è situata in una zona storica, difatti a due passi si trova il CBGB, leggendario music-club che ospitò le prime performance live del gruppo e di tanti altri nomi della scena punk e no-wave americana. •• Il chitarrista dei Pink Floyd David Gilmour è stato insignito venerdì 7 novembre di un'importante onorificenza dalla regina Elisabetta a Buckhingam Palace, ovviamente per suoi incommensurabili meriti musicali. Gilmour, al pari di Sting qualche giorno prima, è stato nominato "Commander of the British Empire" (CBE). •• Il primo album solista dell'ex-bassista degli Hole e degli Smashing Pumpkins, Melissa Auf Der Maur, è in arrivo. Le premesse sono più che buone, stando alle entusiastiche parole del produttore Chris Goss. L'album, molto probabilmente omonimo, sarà pubblicato per la Capitol il prossimo febbraio, presumibilmente in simultanea con quello di Courtney Love. Il disco è stato registrato in molti studi tra i quali lo Stratosphere di New York di proprietà di James Iha (ex-Smashing Pumpkins ora negli A Perfect Circle). Oltre a Iha, con Melissa hanno collaborato Mark Lanegan (ex-Screaming Trees, QOTSA), Josh Homme (QOTSA), Troy Van Leeuwen (ex-A Perfect Circle, QOTSA), Paz Lenchantin (ex-A Perfect Circle, ex-Zwan, Papa M), Nick Oliveri (QOTSA), Twiggy Ramirez (ex-Marilyn Manson, A Perfect Circle), Dave Grohl e Samantha Maloney (ex-Hole)… Songs Of The Deaf Part 2 ? •• Dopo quattordici anni di carriera si sono sciolti gli Suede. A rendere nota la notizia è stata la stessa band in un comunicato ufficiale rivolto ai fan. "I Suede", si legge, "desiderano annunciare che dal prossimo anno cominceranno a lavorare a progetti individuali. Non ci saranno più album fino a quando la band si sentirà artisticamente pronta a realizzarne uno. I Suede vogliono ringraziare i fan per il meraviglioso sostegno dimostrato nel corso degli anni. Ci vedremo nella prossima vita." La band ha appena pubblicato una collezione di greatest hits intitolata Singles.

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Concluso il rapporto con la Epitaph, gli svedesi (International) Noise

Conspiracy hanno firmato per la American Recordings di Rick Rubin assumendolo come produttore. Rick Rubin è uno dei più importanti produttori americani, negli anni '80 lanciò LL Cool J e Beastie Boys per poi concentrarsi, nel decennio successivo, alla musica rock producendo Slayer, Red Hot Chili Peppers e i recenti Audioslave e System Of A Down, nonché gli ultimi tre album dello scomparso Johnny Cash.

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Robert Plant, il noto cantante dei Led Zeppelin ha pubblicato Sixty Six To Timbuktu, doppio album di 35

pezzi realizzati nel corso della sua carriera solista. L'album include anche rarità, come le cover di Hey Joe di Jimi Hendrix e For What It's Worth dei Buffalo Springfield, oltre a due demo dei Band Of Joy, il gruppo formato da Plant e il batterista John Bonham prima della nascita dei Led Zep.•• L'ex-leader dei Jam e degli Style Council Paul Weller sta registrando un disco di cover intitolato Forty Days And Forty Nights. Nella tracklist potrebbero esser inseriti brani di Tim Hardin e Sister Sledge, canzoni d'artisti soul e rock che hanno influenzato la carriera musicale dell'eclettico cantautore. Nell'attesa di quest'uscita lo scorso mese è uscito, per la Sanctuary Records, Live At Brahead, raccolta di 30 brani dal vivo che ripercorrono la carriera del Godfather of mod.


029

report Libertà e riflessione

di naca

Pearl Jam Lost dogs Epic

Se c’è una band nel panorama musicale odierno che sia conosciuta per avere degli inediti degni d’interesse, questi sono sicuramente i Pearl Jam. Nati nel 1990 dalle ceneri dei Mother Love Bone, Stone Gossard, Jeff Ament, Mike McCready, Eddie Vedder e l’attuale batterista Matt Cameron (exSoundgarden) hanno cavalcato le onde del successo in maniera molto particolare, smettendo di fare video all’apice del loro successo e decidendo di pubblicare ogni loro concerto dal 2000 ad oggi (circa 150) per la gioia di tutti i fan più accaniti. Ora, dopo un anno di rinvii, di scalette confermate e poi smentite, la band ha finalmente pubblicato Lost Dogs, un doppio Cd di favolose perle nascoste, anzi di cani andati smarriti durante i dodici folgoranti anni di carriera della band di Seattle. Inediti, pezzi finiti su colonne sonore, b-sides, per arrivare ad una scaletta di trentuno interessantissime canzoni che dimostrano con disarmante e cristallina evidenza la grandezza dei Pearl Jam.

Take a look at the future

Sicuramente, la caratteristica più importante di questa raccolta è la sua capacità ad evitare di cadere nell’approssimativo, senza risultare frutto di un raschiare il fondo a cui si assiste un po’ troppo spesso nei periodi natalizi come questo. Infatti, ascoltando Lost Dogs, la raffinatezza e la straordinaria compattezza musicale di questa band viene nuovamente espressa in maniera sconcertante, facendo apparire tutti e due i dischi come due album separati, pensati e prodotti con assoluta cura dei dettagli. Lost Dogs riesce a tracciare una linea conduttrice che attraversa tutte le ispirazioni compositive di questa favolosa band che, se non è la più importante in circolazione, poco ci manca. Dai primi pezzi rimasti esclusi dal folgorante debutto, Ten (1991), quali sono la bellissima Footsteps e Yellow Ledbetter, originariamente b-sides del singolo di Jeremy, si passa a delle chicce molto più recenti come Down (b-side di I am mine, tratto da Riot Act, 2002), All Night (outtake di No Code, 1996), Sad e Fatal (outtakes di Binaural, 2000), Hard to Immagine, pezzo semplicemente bellissimo (Chicago Cab OST, 1998) e Strangest Tribe (singolo natalizio 1999 per i membri del fan club). Lost Dogs è un’opera da non perdere, piena di passionalità come la voce del suo cantante, che riesce a catturare ed esprimere la parte migliore di questa band, quello spirito di libertà e di riflessione che ha da sempre caratterizzato la musica dei Pearl Jam. Attenzione alla traccia nascosta dedicata al mitico Layne Staley, cantante, ormai defunto, degli Alice in Chains.

di blindFREAK

KoRn Take a look in the mirror Immortal/Epic

Dopo l’esorbitante spesa che i KoRn hanno sostenuto per farcire Untouchables (2002) di prodezze e finezze sonore, era logico che dovessero recuperare alla svelta qualche dollaro per non andare in bancarotta, il disco non ha infatti venduto come il previsto e gli incassi non hanno coperto i costi. La spesa non è valsa l’impresa visto che gli incredibili effetti audio dell’album non sono praticamente percepibili dai comuni impianti stereo posseduti da mezzo mondo. Spunta quindi sul mercato Take a look in the mirror, album numero sei del quintetto di Bakersfield. Primo lavoro autoprodotto dalla band, Take a look in the mirror parrebbe una sorta di ritorno alle sonorità che caratterizzavano KoRn e Life is peachy, i loro due primi sbalorditivi album che sconvolsero il panorama della musica metal offrendo qualcosa di completamente nuovo e creando un genere chiamato nu-

metal, dove le chitarre non si cimentano in assoli e passaggi tecnici e complessi ma bensì in effetti e suoni disconnessi e psicotici. Quest’ultimo lavoro vorrebbe riprendere la rabbia e la follia degli inizi e sembrerebbe intenzionato a fare un excursus della storia del gruppo, sia nel booklet zeppo di fotografie storiche live e non, sia nella musica. Infatti sono presenti tutti gli elementi che caratterizzano la formula standard dei KoRn: sezione ritmica pesante e martellante, voce malata, e persino la cornamusa (vedi Shoots and ladder, Korn). C’è da dire che non hanno esagerato con la fantasia: chitarre piuttosto monotone e il basso di Fieldy decisamente insopportabile. Peccato non abbiano fatto ulteriore uso degli effetti del bellissimo Follow the leader e delle fantastiche atmosfere di Issues, ma in pochi riescono nell’intento di tornare alle innovazioni e all’inventiva degli albori. L’album non è male, ritorna comunque a modo suo alla cattiveria passata e questo gli fa onore. Molti gruppi hanno seguito le orme dei KoRn ma dopo quasi dieci anni loro, pur ripetendosi un po’, rimangono diversi dai gruppetti spuntati in seguito al loro successo. Tra le canzoni da segnalare Counting On Me e Right Now. Forse dopo sei dischi e dieci anni di carriera i KoRn hanno voluto tirare le somme e fondere le caratteristiche dei diversi album in uno solo e riassumere il tutto. Una certezza è che il mondo nu-metal è in crisi, dopo essere stato spremuto fino al limite dalle major che ne hanno fatto una macchina per soldi. Rimaniamo in attesa, sperando in una ventata di aria fresca all’interno di una scena che non continui a guardare indietro nel passato seppur glorioso, ma che abbia il coraggio di rinnovarsi e di rimettersi in gioco.


030

re.play

Punk-daddies

The Offspring Splinter Sony di stoner

La settima fatica degli Offspring sembrava dovesse chiamarsi Chinese democracy, ma l’annunciato furto di un titolo dei Guns’n’Roses si è alla fine rivelato uno scherzo di questi incorreggibili burloni. Dopo il grandioso successo nel 1994 dell’ormai storico Smash questa band paladina del punk-hardcore californiano ha continuato ad inanellare singoli di successo per dieci anni, anche se gruppi come Blink182 e Sum41 in questo genere ne abbiano ormai soppiantato il primato. Dopo quindici anni di militanza il batterista Ron Welty lascia la band con un divorzio amichevole e consenziente, a rimpiazzarlo per la registrazione di Splinter è arrivato quindi il pugnace Josh Freese (A Perfect Circle). Ci si aspettava un cambiamento, ed in effetti una svolta c’è stata. Quando sembrava ormai che si stessero adagiando su una formula creativa che funzionava da sola gli Offspring hanno rimescolato le carte trovando nuove motivazioni e un rinnovato entusiasmo. Per chi li conosce dai vecchi album ci saranno delle gradite sorprese, non lasciatevi trarre in inganno dal ruffiano singolo radiofonico, Hit That, che non è molto rappresentativo: è un hit, come il suo titolo attesta con ironia. L’approccio con Splinter inizia con la novità di una copertina totalmente diversa dallo stile propugnato nei dischi precedenti: resta dissacrante nel concetto, ma non è

più nello stile consueto, rappresentando (con lo scoppio della testa di una statua classica) la rottura con i schemi standard del punk-core. L’album parte con un ammonimento: "We are strong, we are right, we won’t be pushed aside, we’ll go on, we will fight, we will not compromise, we will never lose to you". I brani The Nose e Long Way Home catturano subito l’attenzione con grinta e velocità, un inizio accattivante in puro stile Offspring. La Hit di cui sopra ormai la conoscerete a memoria. Seguono l’onda un po’ radiofonica con innesti di stile metal anni Ottanta Against Myself, i cui cori mi ricordano vagamente gli Helloween, e Head Around You, un perfetto singolo alternativo a Hit That. Sorpresa uno: una "skansonata" e divertente Never Gonna Find Me, con tanto di trombe e scratchate. Torna il ritmo incalzante in Never Find Me e Lighting Rod con il proverbiale tumpa tumpa tumpa di un impeccabile Freese. Sorpresa due: in Spare Me The Details sentiamo chitarre acustiche e piano in un piacevolissimo brano maturo dove il loro sound viene integrato egregiamente. Sorpresa tre: imperdibile megapogo thrasher dei tempi d’oro con Da Hui, una chicca. Sorpresa quattro: When You Are In Prison sembra suonata da un grammofono dal quale esce un anacronistico falsetto agrodolce stile anni trenta. Geniale. L’impressione generale è che questi daddies siano riusciti ad invecchiare bene e che hanno sicuramente ancora molto da dire. E noi allora ascoltiamoli!

2003's Top Five Alla fine dell'anno si tirano le somme ed ecco spuntare le fatidiche classifiche. Abbiamo chiesto ai nostri collaboratori musicali quali sono le loro Top Five di quest'anno. La loro risposta è stata immediata ed è con piacere che possiamo constatare un'accurata selezione tra le loro scelte: dal pop-rock al metal, dall'emo-core al songwriting, dal punk all'elettronica. Spiccano a parimerito i

Radiohead con il loro Hail to the thief e gli UNKLE con Never Never Land, preferiti ambedue da tre recensori. Da notare pure la totale assenza dei The Strokes con Room on fire e dei Limp Bizkit con Results May Vary, due band che hanno deluso le aspettative dei nostri collaboratori… Comunque sia il 2003 è stato un anno ricco di novità e conferme musicali, non possiamo davvero lamentarci!

Aliosha K. 1 Rachel's - Systems / Layers 2 Robert Wyatt - Cuckooland 3 Stephan Mathieu and Ekkehard Ehlers -Heroin 4 Thea Gilmore - Avalanche 5 Songs: Ohia - Magnolia Electric, Co.

Dexter 1 Rancid - Indestructible 2 Skruigners - Duemilatre 3 Joe Strummer & The Mescaleros - Streetcore 4 Pennywise - From the ashes 5 Raw Power - Trust me

Stoner 1 The Coral - Magic and medicine 2 T.Raumschiere - Radio blackout 3 White Stripes - Elephant 4 Johnny Cash - The man comes around 5 The Desert Sessions - Vol. 9 & 10

Apache 1 Radiohead - Hail to the thief 2 Suicide - American Supreme 3 Relaxed Muscle - A hard night with… 4 Chicks On Speed - 99 Cents 5 Massive Attack - 100th Window

Iggi 1 Killing Joke - Killing Joke 2 Iggy Pop - Skull ring 3 Lotus - Nessuno è innocente 4 The Kills - Keep on your mean side 5 The Rapture - Echoes

Tanica 1 White Stripes - Elephant 2 Elio e le Storie Tese - Cicciput 3 Cave In - Antenna 4 The Mars Volta - De-lused in comatorium 5 UNKLE - Never Never Land

blindFREAK 1 Poison the Well - You come before you 2 Thursday - War all the time 3 Funeral for a friend - Casually dressed and deep in conversation 4 From autumn to ashes - Fiction we live 5 Matchbook romance - Stories and alibis

Naca 1 Radiohead - Hail to the thief 2 The Mars Volta - De-loused in comatorium 3 Pearl Jam - Lost dogs 4 A Perfect Circle - Thirteen step 5 Thursday - War all the time / Cave In - Antenna

Mr. Loop 1 Four Tet - Rounds 2 Add N To (X) - Loud Like Nature 3 UNKLE - Never Never Land 4 Broadcast - Ha Ha Sound 5 Hell - NY Muscle

Owen 1 Cat Power - You Are Free 2 John Cale - Hobo Sapiens 3 The Silver Mt. Zion - This is our punk rock 4 Cesare Basile - Gran calavera elettrica 5 Ursula Rucker - Silver or lead

Zè Paranoico 1 Radiohead - Hail to the thief 2 Muse - Absolution 3 Athlete - Vehicles & animals 4 Cooper Temple Clause - Kick up the fire, and let the flames break loose 5 Blur - Think tank

Cheu 1 Outkast - Speakerboxxx 2 The Cinematic Orchestra - Man with a movie camera 3 Keziah Jones - Black Orpheus 4 UNKLE - Never Never Land 5 Frankie Hi-Nrg Mc - Ero un autarchico


031

report

di blindFREAK

La fine delle categorie rdcore ità dell'ha n u m o c i d cantato in e il senso death e il atellanza l e fr d i la c a lo tr e li e la ev Un’unione lemi socia l, le chitarr b ta ro e p m i l e e v d do nica agamente uburbana con la tec correnti v ti di vita s n in o c ia c c ra fo i n e o. S growl con enti vega im e del giorn v o in m rd ’o a ll a o ono l contemp violenza s spazia ne a morale. m re e n o a … o e rig tt e p anti cristi s e protesta ri i d n testi bia, rivolta o b c ra e , g a d ic e n t c straigh zze della te nati, prode n e rs ! fo i E R m Rit ETALCO signori, il M Signore e

I primi giovani a cimentarsi in questa nuova forma di violenza musicale sono gli inglesi Discharge. Nel 1982 in UK governava una certa Tatcher, il mondo era terrorizzato dal nucleare e l’unica ancora di salvezza per la gioventù che non vedeva un futuro era l’anarchia. E’ in quest'anno che la Discarica decide di comunicare il suo malcontento con un album che ha distrutto le barriere tra il metal e la militanza hardcore. Autoprodotto, esce Hear nothing, see nothing, say nothing, un ibrido in cui s’intravedono grind, speed e thrash e dove i testi militanti e rabbiosi danno quell’apporto hardcore che crea definitivamente un nuovo genere musicale. Ma come al solito, gli americani hanno saputo fare di meglio…Molti gruppi come Metallica e Slayer prendono spunti e appunti da quest'album, n'è la prova Raign in blood degli Slayer, che nel 1986 sconvolse la scena metal per la sua violenza, i suoi riff schizzoidi e la sua estrema velocità. Pietra miliare per un numero infinito di bands che si sono dirette verso il death da una parte e verso l’hardcore più radicale dall’altra. E’ poi nei quartieri malavitosi di città come New York, Washington e tutta la Bay Area, dove per sopravvivere ci si affida al senso di comunità, che si formano gruppi come Biohazard, Suicidal Tendencies e Agnostic Front. Tatuaggi, sparatorie e fratellanza per i primi; skateboard e persino rap per i secondi e false accuse di razzismo e forte unione per i terzi. Questi tre gruppi storici hanno in comune dei riff di chitarra assolutamente “metallici”, e il fortissimo senso di comunità e di sostegno reciproco. Una frase su tutte che riassume lo spirito tipicamente hardcore: “United we stand, divided we fall” (Agostic Front). Fedeltà, costanza e sani principi sono invece caratteristiche di un movimento nato nella prima metà degli anni '80, capeggiato da bands quali Youth of Today, Gorilla Buiscuits, 7 Seconds e altri ancora. Ray Cappo (Youth Of Today, Better Than A Thousand, Shelter) è stufo dello stereotipo portato dal punk di droga, alcool, sesso e violenza. Cappo & Co. sotto ispirazione dei Minor Threat danno il via allo straight edge, movimento che prevede la rinuncia alle droghe, all’alcool, al fumo e al sesso promiscuo.

L’hardcore straight-edge è uno dei generi con maggior impatto non solo acustico, per la sua velocità ed i testi inneggianti al rispetto per di sé e contro la società odierna, ma anche di coinvolgimento con il pubblico e di presenza scenica. Album fondamentale di questo stile, oltre che alle band sopracitate, è In This Defiance (1997) degli Strife, scuro, asfissiante ma allo stesso tempo positivo e coraggioso in puro stile HC. Spesso associati allo straight-edge sono anche il vegetarianismo e il veganismo (i vegan non mangiano, e non fanno uso di nessun prodotto di provenienza animale). Gruppo vegan per antonomasia erano gli Earth Crisis (che sono persino stati a Lugano allo Studio Foce una decina d'anni fa), che con il capolavoro Gomorrah’s Season Ends (1996) hanno definito completamente il distacco dall'hardcore. Un sound spietato che esplode al grido “I am straight edge” della title track. Sembra impossibile che tale violenza parli di rispetto per animali e per sé stessi, è proprio questo che rende quest’album unico. La scena metalcore straight-edge ha visto una grande espansione in Europa soprattutto con molte labels come la Goodlife Recordings e la Genet, organizzatrici di festival a tema come il Vort ‘n vis in Belgio. Che dire del metalcore d'oggi? I maggiori esponenti si trovano negli States e anche le etichette del settore sono radunate li, come Ferret, Victory Records, Relapse e Hydrahead, ed ora anche qualche major che si è interessata allo stile in cerca della “new big thing”. Gruppi come Killswitch Engage, From Autumn To Ashes, Dillinger Escape Plan (uno dei gruppi estremi più importanti al mondo), Hatebreed, Zao, Snapcase, Death By Stereo, Burnt By The Sun ed altri ancora sono le nuove punte di diamante del genere, diversi ma simili tra loro. Che le categorie siano definitivamente cadute? Io credo proprio di si…


032

re.play di nicola mazzi

The are back! E' uscito in questi giorni l’ultimo disco dei Vomitiors ovvero il gruppo nostrano di gran lunga più popolare e longevo del nostro Cantone. È infatti da più di dieci anni che suonano assieme e sono riusciti a passare indenni attraverso le mode degli Anni ’90 rimanendo sempre fedeli a sé stessi. Al loro attivo hanno già cinque cd: Riei (1994), A gnè par tücc (1996), Acque passate (1997), Del cul fece trombetta (1998) e Tegnom dür (2001). Nei negozi il disco spicca perché è completamente verde. Unica scritta, un numero: 76:48, cioè la durata dell'album. Abbiamo incontrato Lalo, Poncho, Daiv e Donat durante le prove e con il cantante e il chitarrista abbiamo scambiato quattro chiacchiere tra un bicchiere di tè freddo e una pizza.

Che cosa c’è di nuovo in questo disco? Lalo: Il colore della copertina! A parte gli scherzi, credo che musicalmente siamo cresciuti. È il disco più duro che abbiamo fatto anche se lo abbiamo ben bilanciato con delle parti melodiche. Donat: E' più elaborato e veloce rispetto ai precedenti e anche un po’ malinconico. Cercate di autodefinirvi. Insomma, che genere di musica fate? L: La nostra musica è punk, perché è un termine che in sé raggruppa molte idee. Se vuoi una definizione più precisa noi siamo un gruppo punk-folk-metal-hard. Lalo, da dove ti arriva l’ispirazione per i tuoi testi? L: Di solito pesco dalla cronaca o da esperienze personali come per il brano Bio Banana. Ho lavorato alla “Scoop” per un po’ e ho visto coi miei occhi quello che ho poi scritto in quella canzone. Un pezzo che si distanzia dagli altri è Alieno… D: Noi non abbiamo mai voluto porci un limite, anche se siamo stati attenti a creare un certo percorso musicale. Alieno l’abbiamo inserito perché è un bel brano e crea un’atmosfera particolare all’interno di questo percorso. Questo è il primo disco che non autoproducete. D: In realtà tutto il lavoro legato all’aspetto musicale è nostro. La sola differenza riguarda la distribuzione della quale si occupa la Disc Office di Ginevra. Il vantaggio pratico è che abbiamo avuto più tempo per pensare alla musica. Eravamo più tranquilli. Una delle vostre originalità è l’uso del dialetto, ma questo non è anche il limite maggiore in previsione di un’espansione al di fuori dai nostri confini? L: Ci potrebbero essere delle possibilità per il mercato italiano e non credo ci sarebbero problemi per la lingua, il nostro dialetto è simile a quelli del nord Italia. D: E proprio in Italia osserviamo una certa tendenza al localismo. Si cerca di favorire i prodotti locali. Vedi i Mau Mau o Davide Van de Sfroos. Secondo me ha sempre meno senso cantare in inglese come si faceva tempo fa. Ora se non canti in inglese in modo impeccabile risulti ridicolo a chi ti ascolta. In conclusione, volete dire qualcosa ai fans? D: È stata una lunga attesa, ma vi accorgerete che ne è valsa la pena! L: …e vogliamo vedere un gran bel pubblico poghereccio nei prossimi concerti!

ncerto: Vomitiors in co et – Bellinzona sk ba la Pa 12 dicembre so – Iragna tiu ul la M 2 gennaio Sa sso lapenz – Chia 31 gennaio Pa m co s. or iti www.vom

76:48 è un buon disco. Uno dei migliori prodotti musicali usciti nel nostro Cantone da dieci anni a questa parte. Il disco non spicca solo per il colore della cover, c’è ben altro. Suonato con precisione, ricercato e variato nelle melodie e negli arrangiamenti (come dimostra la presenza dei violini) e provocatorio nei testi al punto giusto (Bio banana, Sega, Bicentenario) come ci si aspettava dai quattro ragazzi di Varzio. Attenti sia alla tradizione popolare delle nostre latitudini (La trifola), sia a quella del rock Anni ’80 (Ti vai tranc), con un occhio anche alla ricerca di nuove sonorità che vanno da un mix tra Slayer e Radiohead (Nervo) o che pescano da sonorità orientali (il brano strumentale a conclusione del disco). Se proprio dobbiamo trovare un difetto allora diciamo che ci sembrano troppe le canzoni ambientate nei grotti (Gottin Da Vin, Sega, La trifola, Sonnestube)… ma solo perché mi hanno chiesto di essere “obbiettivo”… sennò i lettrori mi prendono per un fan dei Vomitiors. E chi non lo è?


033

localcorner Ticino Music Guide '04 Musica in movimento

La scena musicale rock ticinese nel resto della Svizzera non è molto conosciuta, mentre tutti sappiamo quanto sia attiva e colma di proposte variate. E' in quest'ottica che nasce Ticino Music Guide '04, una guida ideata da Mediatik Edizioni (la casa editrice di re.set) che vuole offrire con questa pubblicazione uno strumento valido e completo per gli addetti al settore.

La scena ticinese è in progressivo movimento ed ha trovato in Svizzera alcuni sbocchi interessanti e di notevole spessore meritando, quindi, d'essere approfondita dal pubblico nelle sue molteplici versioni. E' in quest'ambito che è stato creato il Ticino Music Guide '04, una guida annuale pubblicata da Mediatik Edizioni di Lugano e dedicata esclusivamente alla scena musicale giovane ticinese. In lingua italiana il TMG '04 presenta la cultura musicale ticinese moderna oltre ad un’introduzione alle istituzioni svizzere di sostegno. Il suo scopo è di offrire un utile strumento a livello locale, e di stimolare la scena ticinese a partecipare e condividere più attivamente all’iniziativa culturale musicale svizzera. La prima parte della guida introduce la storia che è alla base della scena musicale ticinese attuale, ed è arricchita da redazionali pervenuti da varie istituzioni ufficiali come RTSI, SUISA, M4music, Action Swiss Music, Fonoteca Nazionale Svizzera, Infogiovani e Dicastero Giovani di Lugano.

La seconda parte è rivolta al database d'etichette discografiche, negozi di dischi e strumenti musicali, noleggi e servizi tecnici, studi di registrazione, internet, radio, tv, agenzie di booking, sale concerti, club di musica, teatri, eventi, scuole di musica, associazioni culturali, band e artisti. Una completa guida che attesta la fiorente attività musicale dei giovani della nostra regione, ora divenuta matura a sufficienza per presentarsi al pubblico nazionale. La guida è in vendita nei negozi di musica e di strumenti musicali, in club e locali concerti e nelle principali librerie a 10 franchi. E' possibile ordinarne una copia tramite il formulario apposito che si trova sul sito web www.ticinomusicguide.ch Per informazioni: Mediatik Edizioni Sagl Casella postale 4632 - 6904 Lugano tel. 091 970 24 45 www.ticinomusicguide.ch


034

re.play

Musica Oltre Aperte le iscrizioni! I promotori di Musica Oltre (Atelier Suono e ATMM) sono alla ricerca di cover band attive nella Svizzera italiana e non, che intendano proporsi dal vivo nei generi più disparati: dal rock al folk, dalla musica pop al blues. Un palco con un impianto professionale, l’esibizione in Piazza Grande e un ambiente festoso sono gli ingredienti di questo festival open air con entrata gratuita che si terrà presso la Piazza Grande di Locarno dal 10 al 12 giugno prossimi. Un comitato artistico valuterà i gruppi tramite le demo inviate e nel corso di serate preliminari dal vivo presso il Garage Music di Castione e il Music Bar Temus di Agno, nei mesi di marzo ed aprile. Alle finali in Piazza Grande saranno ammessi sei gruppi. La miglior cover band a Musica Oltre 2004, sarà giudicata da una giuria di esperti e da una giuria popolare e riceverà: una scultura dell’artista Alberta Jacqueroud-Meroni; ingaggi in noti locali della Svizzera italiana per un importo di 3'000 franchi; una sessione d’incisione di tre giorni presso lo Studio Canaa di Losone per un valore di 3'000 franchi. Quest’anno inoltre Musica Oltre collabora attivamente con Palco ai Giovani: durante lo stesso week-end a Lugano si esibiranno band originali, mentre a Locarno saranno proposte le cover band. Le iscrizioni a Musica Oltre scadono il 31 gennaio 2004. Per partecipare basta scaricare dal sito www.musicaoltre.ch il formulario d’iscrizione in .pdf, oppure richiederlo all’Ufficio Giovani tel. 091 756 15 45 fax 091 756 15 46

Palco ai Giovani 2004 Serate di selezione La manifestazione che da ben dieci anni dà la possibilità ai giovani di mostrare la loro creatività e fantasia musicale tornerà il week-end del 10-12 giugno 2004 per la sua undicesima edizione, che si svolgerà come di consueto nel cuore di Lugano. Stiamo parlando di Palco ai Giovani, evento musicale dedicato alle band emergenti del cantone promosso ed organizzato dal Dicastero Giovani della Città di Lugano, che quest'anno si propone in gemellaggio con Musica Oltre di Locarno. Essendo la musica uno dei canali espressivi “giovani” per eccellenza, il concorso ha trovato una collocazione molto importante all’interno delle attività proposte dal Dicastero e da anni colleziona successi di partecipazione e pubblico, mettendo in luce creatività, produttività e inventiva, dando soprattutto ampio spazio ai giovani di tutto il Ticino. Come da alcuni anni a questa parte, per accedere al concorso finale che si svolge nell’arco di tre serate nel centro cittadino, bisogna prima superare le selezioni, che hanno luogo presso la Sala Metrò di via Brentani a Lugano. Da quest’edizione ogni serata di selezione sarà dedicata ad un genere specifico, in modo che la giuria di esperti del settore che valuterà i gruppi potrà giudicarli correttamente e in modo più efficace. Il pubblico è invitato a partecipare a queste serate: un'occasione ghiotta per conoscere e sostenere la scena musicale ticinese. La prima serata di selezione (dedicata la genere alternative-rock) si è già svolta il 6 dicembre. Le prossime saranno: 17 gennaio (pop-rock melodico), 14 febbraio (punk), 13 marzo (electro, hip hop), 10 aprile (metal). Per ulterori informazioni: Dicastero Giovani - Lugano giovani@lugano.ch

16 gennaio Garage Music - Castione Transit Concert & Tasting Music presentano: Live con GOOD THING e GIARDINI DI MIRO' Segue Alternative Nation Party con Dj set di SASHA, BLASE' & guest

Interessante e di sicuro spessore musicale la serata del 16 gennaio prossimo organizzata da Transit Concert & Tasting Music con ospiti i Giardini di Mirò presso la grande sala concerti del Garage Music di Castione. I Giardini di Mirò (consigliamo caldamente l'ultima ottima uscita Punk... Not Diet!) sono forse, (assieme agli Yuppi Flu, anche loro per l'etichetta Homesleep), una delle poche band del circuito alternativo italiano ad aver varcato con successo le soglie dei confini nazionali. E' da qualche anno che i Giardini di Mirò propugnano un pop d'alta qualità, pop che si distanzia con decisione dai soliti canoni tradizionali per innovazione, carica emotiva, abilità strumentale e provocazione. Grazie anche alla distribuzione Sony, I Giardini di Mirò con il nuovo album hanno guadagnato un vasto pubblico estero. Oltre alla consueta raffinatezza musicale che contraddistingue la band in ogni sua manifestazione, nel nuovo album è stato introdotto il cantato. I Giardini restano sempre una formazione strumentale, con ospiti più o meno occasionali al microfono, ma la presenza della voce nella loro ricetta musicale, per i molti che non li conoscono ancora, è un pregio in più per apprezzare questa capace band.

I riferimenti ai cui può essere avvicinata questa band sono Mogwai, Madrid, Sigur Ros, Fourtet… una grande attenzione sul suono e le atmosfere fanno dei Giardini di Mirò un sicuro avvenimento dal vivo, in particolare per tutti quelli che s'aspettano musica suonata passione, coerenza e professionalità. L'occasione giusta per apprezzare questa band si presenta quindi al Garage Music, dove gli organizzatori hanno previsto inoltre ad inizio serata (dalle 22.00) una pregevole band di supporto, i Good Thing di Locarno, e al termine dei concerti l'Alternative Nation Party, festa a base di alternative rock nel senso più lato del termine (rock, punk, pop-rock, new wave, dark, crossover, industrial, nu-metal), a cura di Dj Blasé, Dj Sacha & guest fino al mattino alle 05.00.

Gli organizzatori mettono in palio due biglietti omaggio a primi cinque lettori che invieranno un e-mail a redazione@resetmagazine.ch con l'intestazione GIARDINI DI MIRO'. (foto di Giacomo Spazio)


agenda dicembre/gennaio 12

venerdi

Living room - Lugano re.set groovenight Live con IZUL (funky, rock) segue guest Dj set entrata gratuita con la re.set card Garage music - castione Live con BRIAN BLUES BAND + BORNE (blues-rock)

13

sabato

Living room - Lugano Dj set Maffia Sound System featuring ROCC@ (breakbeat, d’n’b) intro Dj set Omini con BROGIO (breakbeat, d’n’b) Officina della Birra - Bioggio Dj set Y.C.D. con YOU CAN DANCE crew (house) Garage Music - Castione Snowboard Convention Live con SGUFY, INFINITY, GUILTHY METHOD e MAJA (metal-core) Meeting Center - Iragna Live Heineken Jumping Festival con KRAY Z, WINE SPIRIT, ALTO VOLTAGGIO e NEGRITA (power rock)

18

giovedi

Living room - Lugano Live scratch show con Dj JAY-K (hip hop, r&b, ragga) Garage Music - Castione eXtra music al Garage 2a semifinale live con HEAVY DEMONS + MENIAL (pop-rock)

20

sabato

Living room - Lugano Dj set Alternative Nation con WINNIE THE POOH & PEPE LE PEW (indie, pop & rock) Officina della Birra - Bioggio Live con VINCE VALLICELLI e BLUES BAND Metrò - Lugano Live con HARDDISKOUNT & guests (ska) In omaggio ai primi cinque che invieranno un email a redazione@resetmagazine.ch (intestazione HARDDISKAUNT) un biglietto d'entrata a questa serata. Garage Music - Castione La grande notte delle chitarre Live & session con più di venti chitarristi ticinesi Zion - Morbio Inferiore Live con LA MORANERA (rock) Meeting Center - Iragna Live con MERCURY BAND, BANDA LIGA e MODENA PARK (tribute night)

21

domenica

26

venerdi

Living room - Lugano Dj set con SILLYBOYBLUE (rock’n’beat) entrata gratuita con la re.set card

Balabasket - Bellinzona Capodanno live con CENTROCITTÀ (rock, blues, pop)

Meeting Center - Iragna Ice Party Live con ANTARTIKA DANCE BAND (rock-dance)

Metrò - Lugano Reggae night Capodanno con RAFIKI PROMOTION

27

Garage Music - Castione Capodanno al Garage Live, Dj set & party

Garage Music - Castione Live Krisma Night con KRISMA & guests (from electrocity to electropop) In omaggio ai primi dieci che invieranno un email a redazione@resetmagazine.ch (intestazione KRISMA) un biglietto d'entrata a questa serata.

sabato

Living room - Lugano Dj set Modern Rock & Elektro Session con ALESSIO ARIGONI (Rete3) Balabasket - Bellinzona Live Dema Music con THE GROOVA (Subsonica tribute)

Living room - Lugano -chiuso-

gennaio 8

Meeting Center - Iragna Live Fun Promotion con TATANKA + LITFIBA (rock)

28

domenica

Living room - Lugano Dj set con guest Balabasket - Bellinzona Live Dema Music con SUPREME (Robbie Williams tribute)

giovedi

Garage Music - Castione eXtra music al Garage 3a semifinale live con Water Lily + Pussywarmers (pop-rock)

15

23

martedi

Living room - Lugano Dj set Dreampop con BLASÉ (waves, electronic)

24

29

giovedi

Living room - Lugano University Party! Fun & Music

16 Garage Music - Castione Live con ELIO & LE STORIE TESE (Cicciput Tour)

venerdi

lunedi

Living room - Lugano Dj set Night of Living Drums con SHADOW DRUMMER & SNOOZE (electro, bigbeat, d’n’b) Balabasket - Bellinzona Live con GANJA MAMA + STATUTO (reggae & ska)

Garage Music - Castione Transit Concert & Tasting Music Live con GOOD THING e GIARDINI DI MIRO' Segue Alternative Nation Party con Dj set di SASHA, BLASE' & guest

17

sabato

mercoledi

Living room - Lugano Dj set Xxxl-Xmas con BLACKLEO & HEADCANDY (alternative rock & fun) Apertura ore 23.00

25 Meeting Center - Iragna Funky & Blues Night Live con MORBLUS BD., FAMILY STYLE e MANUPIA (blues rock)

31 mercoledi

Living room - Lugano Dj set Omini con ULTRACORE & BROGIO (techno, breakbeat)

30 19

venerdi

035

re . p l a y

giovedi

Living room - Lugano Dj set Frammenti elettronici con MPZAMP (lektro punk & no wave, 80ies) Apertura ore 23.00 Meeting Center - Iragna Rivella Christmas Party Live con THE CHOICE (rock) + Dj Set on Y.C.D.

martedi

Living room - Lugano Jazzy Jams presenta live con JAM SESSION Balabasket - Bellinzona Live Dema Music con SPIRITO LIBERO + AMICI DI TUA MOGLIE (rock)

Metrò - Lugano Selezioni Palco ai Giovani 2004 Live con STONE RIVER, CLM, TRESTATO, RINASCITA e WAZO (pop-rock)

23

venerdi

Living room - Lugano Live con OPAK segue dj Set con Dj ALBRUIC (lounge, d'n'b, deep house)

24

sabato

Living room - Lugano Dj set from Dub Club St.Gallen Dj WHITEMOON (nu breakbeat)

Le date indicate sono quelle pervenuteci entro la chiusura redazinale. Potete trovare costanti aggiornamenti sui concerti nella nostra regione al link "Agenda" presso il nostro sito web: www.resetmagazine.ch


036

re.vision di ado bader

Terrore Terrore in in sala sala Il cinema horror non è mai stato così in forma come quest’anno. Dopo i brividi di The Ring e dell’asiatico The Eye, il “menu” delle imminenti proposte cinematografiche si prospetta piuttosto invitante. Gioite, voraci divoratori di film del terrore, e preparatevi ad un’abbuffata di pellicole color rosso sangue! Sembra pura fantascienza ma invece è accaduto per davvero. Quest’anno, infatti, gli incassi al botteghino sembrano aver premiato un genere normalmente boicottato dalle grandi masse di pubblico: l’horror. Se l’estate è stata dominata da Freddy Vs. Jason, una sorta di “cross-over” di due grandi icone del cinema di paura, l’autunno ha visto imporsi il remake del cult-movie del killer della motosega di The Texas Chainsaw Massacre (da noi conosciuto come Non aprite quella porta). Il film racconta le disavventure di cinque ragazzi che finiscono preda di una strana famiglia texana dalle inconsuete abitudini alimentari. Mi sono spaventato non poco quando, leggendo i nomi sulla locandina, ho intravisto quello di Michael Bay (sì proprio lui, il regista di Pearl Harbor e Bad Boys!), che figura tra i produttori della pellicola. Oscuro presagio, penserete voi. Ho avuto modo di assistere alla proiezione nord-americana del film e vi posso invece garantire che il nuovo Non aprite quella porta, in modo convincente riesce ad iniettare nuova linfa al genere. A differenza dell’originale - che conteneva grandi scene di suspense e pochi effetti splatter - la cosa che rende più raccapricciante questo film è l’inusuale cura dedicata alla psicologia dei personaggi (che li rende meno banali e stupidi e quindi ancora più vulnerabili) e la visionaria vena di sadismo cosparsa nel film dal regista Marcus Nispel. Si presenta invece come uno psycho-thriller il nuovo prodotto della Dark Castle, la casa di produzione di Robert Zemeckis. Dopo Il mistero della casa sulla collina, 13 Spettri e Nave fantasma, la proposta orrorifica di quest’anno si chiama Gothika.

Il titolo sembra promettere bene, anche perché tra i protagonisti figurano il premio Oscar Halle Berry, Robert Downey Jr. e addirittura Penélope Cruz (!). Un altro punto a favore sembra essere la regia, confidata all’autore dell’interessante I fiumi di Porpora Mathieu Kassovitz. Nel film la Berry interpreta una brillante psicologa criminale che, un giorno, si risveglia in una cella di un manicomio. Accusata dell’omicidio di suo marito la dottoressa giunge alla conlusione di essere posseduta da un'entità malvagia. Tra le produzioni più attese figura, poi, quella di Rob Zombie - celebre (e folle) rocker americano che nel corso della sua carriera è stato al centro di polemiche a causa del suo temperamento e dei contenuti forti delle sue canzoni - ed il suo House of 1000 corpses. Nel film un gruppo d'ignari viaggiatori si ritrova ospite involontario di una famiglia di psicopatici. Rob Zombie dirige in maniera allucinata, applicando al film un montaggio da capogiro e condendola con sonorità inquietanti. Anche in questo caso non si conosce la data d'uscita della pellicola ma, a causa degli incerti esiti commerciali di questo tipo di film alle nostre latitudini, è facile prevedere la sua distribuzione direttamente in Dvd. Le sorprese nel campo dell’horror, però, non finiscono qui. Sono infatti stati recentemente annunciati due progetti che faranno venire l’acquolina in bocca a tutti i fan del genere. Il remake di Zombie di Gorge Romero e (udite, udite!), Alien vs. Predator, i cui siti sono già presenti in rete.


037

cinema EXTREME Top-ten movies

La seguente lista di film è una classifica personale (e non esaustiva) dei dieci momenti più scioccanti della storia del cinema. Decliniamo ogni responsabilità per tutti gli effetti indesiderati che possono scaturire dalla visione delle opere menzionate. Con questa lista di film, inoltre, non intendiamo promuovere alcuna forma di violenza.

1- Audition (2000) e Visitor Q di Takashi Miike (a pari merito) Il primo per le torture inflitte al protagonista negli ultimi 15 minuti del film. Il secondo per l’aberrante e folle illustrazione di una depravata famiglia giapponese. Indescrivibile. 2 - Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato Una servizio documentaristico nella foresta amazzonica si trasforma in uno “snuff-movie”. Animalisti e membri attivi del WWF astenersi. 3 - Irreversibile (2002) di Gaspar Noé L’omicidio a colpi d'estintore nel club gay, e l’interminabile stupro della Bellucci in un sottopassaggio parigino. Agghiacciante. 4 - Cidade de Deus (2002) di Katia Lund e Fernando Meirelles L’iniziazione alla violenza in una “favela” di Rio De Janeiro: per entrare nella banda, un bambino è costretto a uccidere un suo coetaneo. Sconvolgente. 5 - Salvate il soldato Ryan (1998) di Steven Spielberg La scena dello sbarco ad “Omaha Beach”è da cardiopalma.

6 - Haute ension (2003) di Alexandre Aja Un maniaco omicida irrompe in una tranquilla casa di campagna. Sangue a fiotti, decapitazioni e suspense a non finire. 7 - Battle royale (2000) di Kinji Fukasaku Un gruppo di studenti viene confinato in un’isola deserta dal governo giapponese. Muniti di armi dovranno eliminarsi tra loro: vince chi sopravvive. Sadico. 8 - Un tranquillo week-end di paura (1972) di John Boorman Quattro amici di città partono per una gita in canoa nei selvaggi boschi della Georgia. La scena dello stupro subita da uno di loro: terrificante. 9 - Non aprite quella porta (2003) di Marcus Nispel La scena della tortura psicologica (e fisica) inflitta dal folle sceriffo Hoyt a due sprovveduti ragazzi. Insopportabile. 10 - Requiem for a Dream (2000) di Darren Aronofsky Tutto il film è piuttosto sconvolgente ma la parte finale è davvero un “pugno allo stomaco” anche per lo spettatore dai nervi più saldi.

nextscreen 77 A Fernando Meirelles, il regista di City Of God (2002, film premiatissimo in giro per il mondo e molto ben recensito da pubblico e critica), sarà affidata la regia del progetto cinematografico Pompei. La sceneggiatura di questo film sarà data in mano a Clark Gregg, un attore di lunga esperienza e già sceneggiatore di Le Verità Nascoste (Robert Zemeckis, 2000). Non aspettatevi un disaster-movie, tutto eruzioni, lapilli e morti pittoresche: secondo quanto dichiarato da Meirelles e Gregg il centro d'interesse del film sarà un altro, più concentrato sull'aspetto quotidiano di Pompei nel momento del fatale disastro ecologico.

77 Il Mercante Di Venezia sarà il nuovo film tratto dall'opera di Shakespeare, e sarà interpretato da Jeremy Irons (nella parte del protagonista Antonio), Al Pacino (Shylock), Joseph Fiennes (Bassanio) e l'esordiente Lynn Collins (la contessa Portia). Per la regia di Michael Radford il lugometraggio sarà girato metà in Lussemburgo nei Delux Studios (dove sarà ricostruita una copia di Venezia), e metà nella Venezia vera e propria. Potrebbe uscire nei primi mesi del 2005, ma ancora nulla d'ufficiale è stato comunicato… 77

Nel suo nuovo film, Gli indesiderabili, il regista Pasquale Scimeca svela l’universo della manovalanza mafiosa nella New York degli anni '50. Protagonista del film un bravissimo Vincent Gallo, nella parte del controverso e pensieroso Antonino che assieme ad altri "colleghi", a causa di problemi giudiziari, si vede costretto a lasciare gli Stati Uniti, e a trovare da sopravvivere in Italia.

77 Credete ancora alle favole? Pensate che Babbo Natale sia un simpatico vecchietto, infarcito di buoni sentimenti, che entra dal camino e porta regali ai bambini bravi? In realtà Babbo Natale non esiste, direte voi. E invece esiste, solo che è una bestia: fuma, beve, insulta i bambini, e va a letto con le bariste. Parola di Terry Zwigoff (Ghost World), il regista di Bad Santa, un film che farà molto discutere per lo spirito dissacrante, ed interpretato egregiamente da Billy Bob Thornton, che dice: "È come un episodio di South Park che alla fine si trasforma in La Vita E' Meravigliosa." 77 L'attore Lance Henriksen scommette altissimo su Alien Vs. Predator, in uscita per la regia di Paul W.S. Anderson. L'attore è stato già l'interprete dell'androide Bishop nella mitica saga di Alien. "In questo film non sarò Bishop - ha svelato - ma l'uomo che l'ha creato: è un miliardario ed è colui che conduce la spedizione in Antartide, là dove l'intera vicenda si svolge. ". 77 L'Anello Dei Nibelunghi diventa film. Tratto dalla mitica quadrilogia-capolavoro di Richard Wagner, autore imprescindibile nella storia dell'opera lirica, questo film racconta di eroi, divinità e un anello magico attorno al quale ruotano le vicende dei quattro capitoli della saga wagneriana. La regia di questa sfida cinematografica è affidata a Uli Edel, regista televisivo tedesco alla sua prima esperienza su grande schermo. La lavorazione è già iniziata e il cast vanta Kristanna "Terminatrix" Loken nei panni di Brünnhilde, Benno Furmann in quelli di Sigfrido, inoltre Alicia Witt, Julian Sands e Max Von Sydow in ruoli non meglio chiariti.


038

re.vision di squalo

Sproloqui di fine anno Allora, prestate attenzione perché sto per dirvi qualcosa che magari rischia di sconvolgervi completamente il corso dell’attuale vita: Natale si avvicina! Come? Ve ne eravate già accorti da soli? Tutte quelle assurde ghirlande, quelle pacchiane vetrine addobbate, quell’isteria di luci, quei rigurgiti di rossa carta addobbante, quel tripudio di oro e argento, quelle smielate, tossiche canzoncine sparate ovunque anche a voi avevano fatto nascere qualche dubbio in proposito? Ormai sapete tutti come funziona: bisogna addobbare l’albero, preparare il presepe (facendo attenzione che il ragazzino di turno, come naturalmente facevo io da bimbo, non lo invada di soldatini e carriarmati scambiandolo per un plastico), bisogna assuefarci ai cibi più indigesti in vista del cenone, svenarci per regali e, forse peggio di tutto il resto, bisogna sorbirci l’articolone di mezza stagione di Squalo… Quello pallosissimo dove sproloquia su tutte le pellicole uscite da fine-agosto ad inizio-dicembre… Già: questo è proprio uno di quegli articoli dove faccio le pulci alla stagione cinematografica in corso… Preferivate un elogio all’ultima vanzinatura Natalizia? Preferite che vi decanti le mirabolanti e spanciose prodezze di Boldi-De Sica? Allora zitti e cuccatevi questo! In fondo, se proprio avete di meglio da fare potete sempre voltare pagina… Così, a naso, senza andare a rimestare nel mio archivio, direi proprio che la prima cosa che mi è sembrata spiccare in quest’inizio di stagione è che, come per il vino, l’annata è stata decisamente abbondante: per stare dietro a tutte le uscite ne sono uscito scemo! Solitamente, negli scorsi anni, c’erano weekend nei quali dovevo arrampicarmi sugli specchi per trovare una novità in arrivo nelle sale. Quest’anno no! Quest’anno sto diventando albino a furia di chiudermi dentro le buie sale! Praticamente sessanta (60!) pellicole ripartite per quindici (15!) fine-settimana! Esattamente quattro film da vedere ogni volta! (ebbene sì: sono andato a sbirciare in archivio…cosa vi credevate? che sapessi tutto a memoria?) Naturalmente mi sono rincretinito, era inevitabile (adesso capite le mie grafobiche deliranti farneticazioni?). Chi però osa insinuare che “meglio la qualità che la quantità” gli rispondo pronto “chi cerca trova ed i cocci sono suoi!” (cosa c’entra? non lo so ma mi sembrava una degna risposta ad una frase fatta). Perché sì, di ciofeche ce ne sono state, e tante (a partire da Second name a Oggi sposi…niente sesso, da Cabin fever a Il Pranzo della domenica, autentiche nefandezze, vere perle di bruttura commerciale…). D'altronde ci si poteva anche aspettare che Hulk, Terminator3, Tomb Raider e Matrix Revolution potessero deludere ma, sul fronte opposto, ci sono state delle pellicole davvero notevoli. Piatto ricco mi ci ficco, stagione ricca mi ci …fiondo (lo so, lo so, la rima da fare era un’altra ma poi Gabi mi bacchetta sulle dita…) e le pellicole belle, interessanti, intriganti

sono fioccate a ritmo incessante (…ma quanto sono enfatico?!). Decise sorprese sono scaturite da filmetti senza pretese come il ritmatissimo Confidence, dal serrato Identity o ancora dall’outsider venuto da lontano La Ragazza delle balene. Naturalmente non poteva deludere l’ultimo Woody Allen con Anything else o il sanguinario Quentin Tarantino di Kill Bill vol. I (il secondo dovrebbe arrivare a febbraio, non vedo l’ora) o ancora la doppia accoppiata Clooney Zeta-Jones diretti dagli ottimi fratellini Coen. Colpi sicuri sia sul fronte box-office che su quello della qualità. Eppoi c’è stata la doppia razione di Virzì (My name is Tanino e Caterina va in città) che sto seriamente pensando di eleggere a mio regista italiano preferito. Di certo non mi sarei mai aspettato di trovar piacevole il sequel di Bad Boys né tantomeno geniale l’ultimo, straordinario Clint Eastwood di Mystic river anche se per me l’apice della qualità è uscito in sordina. Nascostissimo, in versione originale, in una piccola saletta è apparso quel che posso tranquillamente definire come la miglior pellicola degli ultimi anni (due o tre, non esageriamo!): Adaptation-Il Ladro di Orchidee è una delle opere anti-hollywoodiane (facile farlo lontano da Los Angeles, un po’ meno se sei proprio all’interno della Mecca del Cinema per antonomasia) più coraggiose, insolite, contorte, geniali opere mai sfornate. Imperdibile (o recuperabile) anche in homevideo se vi ritenete di spirito abbastanza aperto ad una narrazione decisamente insolita e non lineare… Se proprio credete a Babbo Natale (o al Babbo Nachele di TimBurtoniana memoria) adesso sapete cosa chiedergli. Magari, sotto l’albero rischiate di trovarcelo insieme al solito, convenevole, stereotipato, classico sacco di carbone…. …e non sperate che concluda l’articolo con il logorato, inutile, viscido “Buon Natale a tutti”: scordatevelo! Male che vada sono pronto ad aspettarmi la visita dei tre fantasmi dickensiani nella speranza che siano più simili a quelli incontrati da Bill Murray.


039

cinema Prosegue con successo la stagione cinematografica Cineroom coordinata dal collettivo presso il Living room in via Trevano a Lugano. Da seguire il ciclo dedicato a François Truffaut dal titolo François Truffaut, l'enfant sauvage, che il 14 gennaio proporrà lo stupendo Les quatre cents coups, il film del noto regista francese realizzato nel 1959. In programma anche l’interessante e completo ciclo Difficili convivenze - Il cinema del conflitto dedicato alle tematiche sociali.

17 dicembre Difficili convivenze - il cinema del conflitto Lumumba (Francia-Haiti, 2000) Regia di Raoul Peck Musiche originali di Jean-Claude Petit Con Eriq Ebouaney, Alex Descas, Théophile Sowié, Maka Kotto Versione originale francese con sottotitoli in inglese 7 gennaio Uno sguardo al nuovo cinema italiano Io non ho paura (Italia, 2003) Regia di Gabriele Salvatores Musiche originali di Ezio Bosso e Pepo Scherman Con Aitana Sánchez-Gijón, Dino Abbrescia, Giorgio Careccia, Giuseppe Cristiano, Mattia Di Pierro, Diego Abatantuono Versione originale italiana

Completano la rassegna Cineroom un ciclo dedicato al nuovo cinema italiano ed uno rivolto al cinema di genere. Questo è un appuntamento settimanale con il cinema da non mancare assolutamente: rendez-vous, quindi, tutti i mercoledì, apertura alle 21.00 ed inizio proiezione alle 21.30. Ingresso libero.

14 gennaio François Truffaut, l'enfant sauvage Les quatre cents coups (Francia, 1959) Regia e soggetto di François Truffaut Musiche originali di Jean Constantin Con Jean-Pierre Léaud, Claire Maurier, Albert Rémy, Guy Decomble, Georges Flamant, Patrick Auffray Versione originale francese con sottotitoli in italiano 21 gennaio Il cinema di genere The virgin suicides (USA, 2000) Regia di Sofia Coppola Musiche originali di Air Con Kathleen Turner, James Woods, Danny De Vito, Kirsten Dunst, Josh Hartnett, A.J. Cook, Hanna R. Hall, Giovanni Ribisi (narratore) Versione originale inglese con sottotitoli in italiano

28 gennaio Difficili convivenze - il cinema del conflitto Garage Olimpo (Italia-Argentina, 1999) Regia e soggetto di Marco Bechis Musiche originali di Jacques Lederlin Con Antonella Costa, Carlos Echeverría, Enrique Pineyro, Pablo Razuk, Chiara Caselli, Dominique Sanda Versione italiana

Per informazioni: www.livingroomclub.ch www.thermos.org/cinemino

Il Signore degli anelli - Il ritorno del Re Poesia e avventura

Migliaia e migliaia di fan di tutto l'emisfero stanno aspettando con ansia la terza parte de Il Signore degli anelli - Il ritorno del Re, che concluderà l'avvincente saga tratta dal noto romanzo di Tolkien. Impresa titanica quella di Peter Jackson, il neo zelandese regista del sequel, che ha magistralmente saputo riportare sullo schermo le gesta dei molteplici protagonisti di una delle opere più difficili da tradurre in immagini. Il viaggio sta per concludersi, quindi, e tutti attendono con ansia di vederne l’esito. In questa ultima parte si comincia con Gollum (Andy Serkis) che nel nero della notte si specchia nell'acqua come un orribile Narciso e sibilando verso la sua immagine progetta un tradimento. Poi ci sono Frodo (Elijah Wood) e Sam (Sean Astin) attirati nella tana del ragno Shelob, un mostro enorme che

Jackson ha voluto il più possibile realistico proprio per confrontarsi con la propria aracnofobia. Appare la figura ambigua e tragica del sovrintendente Denethor (John Noble), che manda in battaglia il figlio. Infine c'è lui, Aragorn (Viggo Mortensen), che finalmente impugna la spada del Re, e accetta di guidare l'offensiva contro il Male capendo che il suo destino sarà legato a quello della bellissima e coraggiosa principessa elfica Arwen (Liv Tyler). La preview di questa terza parte apparsa sul Dvd de Il signore degli anelli Le due torri si apre con i commenti di cast e troupe sulla grandiosità della battaglia che costituirà il cuore spettacolare de Il ritorno del Re, quella della piana del Pelennor, ai piedi dell'assediata Minas Tirith: se per la battaglia del Fosso di Helm l'esercito del nemico contava di 10.000 Uruk-hai di Isengard, all'assedio della città fortificata di Gondor partecipano circa 200.000 elementi. Prodigi della grafica! Per le riprese della città, invece, si sono utilizzati due modelli, uno in miniatura e uno a grandezza naturale costruito nella stessa cava che era stata utilizzata per il Fosso di Helm. Presentato a Wellington, Nuova Zelanda, il 1° dicembre scorso, il Signore degli Anelli - Il ritorno del Re ha entusiasmato oltremodo critici e pubblico. Prima della proiezione, i protagonisti del sequel hanno sfilato per la città in una parata in costume, al cospetto di migliaia di fan giubilanti. Presente anche il ministro Helen Clark che ha dato il via ufficiale alla parata. La Tolkien mania in Nuova Zelanda ora è un affare di stato! ................................................................................................................................. Il Ritorno del Re al Cinestar Al Cinestar di Lugano Il Signore degli anelli - Il ritorno del Re verrà proiettato in anteprima il 22 gennaio. Chi si presenterà vestito come un personaggio del film riceverà un gradito gadget. Durante la serata ci saranno dei personaggi travestiti e si effettueranno delle animazioni in collaborazione con RTSI/Rete Tre ed il quotidiano Corriere del Ticino. Per informazioni ed aggiornamenti sull'evento: www.cinestar-lugano.ch .................................................................................................................................


040

cinema

re.vision di pablo

Punto di rottura Kult Point Break (USA - 1991) Diretto da Kathryn Bigelow Con Patrick Swayze, Keanu Reeves, Gary Busey, Lori Petty

Ci sono film che sanno eccitarti e trasportarti completamente nel loro mondo, ci sono film che ti fanno sudare freddo e ti fanno coprire gli occhi con la mano leggermente aperta per spiare quello che succede, e poi ci sono film che ti emozionano, ti fanno commuovere e ti aiutano a comprendere meglio. Point Break è per molti versi un film che unisce tutto questo.

La regista Kathrin Bigelow (autrice dello splendido Strange Days) ci accompagna nella selvaggia vita di una banda di rapinatori surfisti capitanati da un bravissimo Patrick Swayze, e nella difficile missione del novello agente infiltrato del FBI Keanu Reeves di arrestarli. La Bigelow ci conduce ad altissima tensione in un mondo fatto di sport estremi, di sfide da vincere con e contro sé stessi. Point Break è un film dal fortissimo impatto emotivo che riesce a coniugare azione ed emozioni, il tutto coadiuvato da un efficacissimo impiego spettacolare di tecniche ed effetti; oltre ad usare elementi già ampiamente utilizzati (caroselli di macchine in collisione ed esplosioni), la regista ha avuto l’acume di inserire scene molto forti e relativamente nuove rispetto alla tradizione: i surf, le onde gigantesche, acrobazie di surfisti sull’oceano e di paracadutisti in volo. Cielo e mare al completo servizio di uno spettacolo dal ritmo velocissimo e mozzafiato. Dall’altra parte non mancano rimandi alla sfera emotiva, come l’amicizia, la fiducia, i ripensamenti e la fratellanza, il tutto condito da un pizzico di filosofia Zen a cui i surfer di tutto il mondo s'ispirano. Tutta la parte introspettiva del film non è approfondita psicologicamente a dovere, ma Hollywood docet che il più delle volte questo non è necessario, soprattutto se si hanno davanti due ore di film dense di spettacolarità e alta tensione. Il produttore del film (datato 1991) è un certo James Cameron, creatore di Terminator e vincitore di ben 11 oscar con Titanic, che ha potuto fare affidamen-

to ad un cast d’eccezione in cui primeggiano Patrick Swayze e Keanu Reeves, il primo ancora libero dal ruolo di fidanzato fantasma di Ghost e il secondo otto anni prima dell'exploit avuto con la trilogia di Matrix. Il film è un susseguirsi di colpi di scena uno dietro l’altro; Kathrin Bigelow dirige il tutto con maestria, a dimostrare che i film d’azione non sono esclusivamente un genere per i maschietti. Ma la domanda che mi sono subito posto è se davvero Point Break possa esser considerato un kult? Per rispondermi ho ripensato a tutti i film che considero di culto, e ho capito che un film kult è un lavoro che rimandi metaforicamente all'esistenza propria di ogni uomo, così come Hithcock usava paranoie psicologiche, così come Kubrick usava ossessioni dell’uomo moderno, così Point Break è la nostra vita: il continuo confronto con gli altri e con noi stessi, la continua voglia di cercare sfide da battere, la precarietà del bene e del male nella società e quell’occasione che si può cogliere solo una volta nella vita, come ci dimostra il controfinale tanto amaro e decisamente romantico. Esagero? Forse sì o forse no….Ma come dice la stessa regista del film: “Volevo rovesciare la percezione comune che si ha quando si entra in una sala cinematografica, al voyeurismo dello spettatore volevo sostituire un movimento che lo spingesse dentro il film, un’esperienza visiva totale. Rimandare a concetti che sono della vita propria di ogni uomo e renderli ben chiari a livello d'immagine...”.



042

re.ad di stefano kirk

di Valentina Gerig

James Carroll Mele bianche Fazi Editore "La Pazienza non vuole mai aprire la porta al Dubbio, poiché è un ospite sciagurato. Usa tutto ciò che è tuo senza fare attenzione a non distruggere quanto hai di più fragile e insostituibile. Se ciò accade, si limita a scrollare le spalle e se ne va. Senza chiedre il permesso, porta spesso con sé amici equivoci: la diffidenza, la gelosia, l'avidità, e tutti insieme si mettono a spadroneggiare e a cambiare la disposizione dei mobili nelle tue stanze come vogliono…" Questo l'incipit di Mele Bianche, il celebre romanzo di Jonathan Carrol finalmente tradotto in italiano per la Fazi Editore. "Scrivo libri per chi non è abituato a leggere", così dice l'americano Carroll, 54 anni, considerato tra i più originali e visionari scrittori viventi. Quest'autore può vantare tra i suoi estimatori personaggi come Stephen King, Jonathan Lethem, Sting, James Ellroy e Niccolò Ammaniti (quest'ultimo dice: "Era un mucchio di tempo che aspettavo un romanzo come questo"). Secondo Carroll, che ha vissuto una gioventù molto turbolenta, che è stato bocciato tre volte ma poi è diventato professore all'American International School di Vienna, "… la gente ha un'idea totalmente sbagliata di quello che sia la letteratura. J.K. Rowling e Stephen King, per quanto snobbati dai critici, hanno ottenuto qualcosa di incredibile: hanno avvicinato ai libri persone che fino a quel momento non ne avevano mai preso uno in mano.". La stima è reciproca, quindi, e Carroll, che con la sua sagacia sa cogliere quello che i lettori vorrebbero leggere oggi, è riuscito nello stesso intento: i suoi libri sono letti ovunque. Ad Harvard i suoi testi sono studiati all'università, mentre a Vienna (dove vive da venti anni) è trattato come un cittadino onorario. La sua facoltà a fondere vari generi - il noir, il romanzo, la fiction e la fantasy - si fa apprezzare grazie ad una gradita e non invadente vena filosofica e spirituale. Questo il punto nodale dei romanzi di Carroll, il quale afferma la sua totale antipatia nei confronti dell'attuale corrente letteraria di stampo cinico e nichilista, oggi tanto in voga negli Stati Uniti. In Mele bianche troviamo il simpatico e disincantato dongiovanni Vincent Ettrich, morto da poco tempo per tumore. Riportato in vita dalla sua amata Isabella, Ettrich scopre poco a poco ed in strane circostanze di far parte di un piano divino. E' stato richiamato in vita per tramandare la lezione imparata nell'aldilà al figlio che è ancora in gestazione nel ventre di Isabella, e che è destinato a diventare il salvatore dell'Universo. Il protagonista apprende, nel corso delle sue avventure da redivivo, che Dio è un grande Mosaico che si compone e scompone all'infinito, e che il Caos è un ciccione in smoking… Surreale ed ironica la scorrevole tecnica con cui Carroll fa vivere al lettore i distinti piani di lettura della storia, che si divide tra morte, vita e nascita. Ecco un libro in molti momenti appassionato ed avvincente, e in altri divertentissimo e spassoso. Mele bianche è uno scritto rivolto alla positività, al valore di vivere il presente senza lasciarsi intimorire dal futuro o rattristare dal passato. Ideale punto d'incontro tra fantascienza e metafisica, quest'opera nasconde una visione singolare e fiduciosa dell'umanità. Consigliato caldamente a tutti.

Sophie Kinsella Sai tenere un segreto? Mondadori Chi di noi non ha i suoi piccoli segreti? Quelle cose tutte nostre che pensiamo ma non diciamo, le paure che preferiamo non confessare, i sogni che facciamo ad occhi aperti. Emma, la protagonista di questa brillante e divertente commedia, è la classica ragazza qualunque. Lavora a Londra in un'importante società come assistente marketing, vive con due amiche, ha un ragazzo premuroso che molte le invidiano. Emma dice di pesare 52 kili invece di 58, finge di adorare il jazz e Woody Allen per non dispiacere al fidanzato, si annota programmi di ginnastica e poi li ignora, annaffia la piantina della sua insopportabile collega con il succo d’arancia e in cuor suo sogna una storia d’amore romantica e travolgente che la faccia sentire speciale…Segreti e pensieri che dovrebbero rimanere tali finché un bel giorno non sale su un aereo. In preda ad un incontrollabile panico causato dal volo e da una forte turbolenza durante il viaggio, Emma racconta suo malgrado tutto di sé, vizi, difetti e dettagli intimi al suo vicino di posto, un signore dall’accento americano. Il classico sconosciuto che non rivedrà mai più. O almeno così crede…l’uomo dell’aereo si rivela essere nientemeno che il famoso fondatore della società in cui Emma lavora. Dopo il successo della serie di I love shopping, la giovane autrice inglese di questo libro ci parla ancora con freschezza, ironia ed autenticità, dell’universo femminile e di quello sempre poetico dei sentimenti. Quanto dobbiamo raccontare di noi stessi agli altri e alle persone che amiamo? E’ giusto confidarsi e fidarsi delle persone che ci circondano? Deliziosa Emma quale protagonista femminile. Irresistibile per le sue insicurezze e manie, ci fa sorridere e a volte ridere di gusto. Una degna erede di un’altra ragazza “della porta accanto”, Bridget Jones, diventata ormai un simbolo per molte ventenni e trentenni alle prese con il lavoro, gli uomini, la moda e la vita di tutti i giorni.


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libri Martin Suter Un amico perfetto Feltrinelli

Alex Roggero Il treno per Babylon Giro del mondo in underground

Feltrinelli Fabio Rossi, giornalista svizzero trentenne, si sveglia in una camera d'ospedale ed immediatamente si rende conto di due cose: la prima che è stato colpito in testa ("La sua mano sentì il viso, ma il suo viso non sentì la mano."), la seconda è che il trauma gli ha provocato una perdita di memoria. Gli ultimi cinquanta giorni della sua vita sono spariti dalla sua mente. Inizia quindi il tentativo di ricostruire quella parte mancante, ma presto la domanda che lo tormenta di più è se sia peggio dimenticare o ricordare, e le risposte che si dà sono davvero inquietanti, assurde, inspiegabili. Difatti durante i cinquanta giorni perduti la sua vita è radicalmente cambiata: inspiegabilmente si è licenziato dal giornale in cui lavorava, ha lasciato la sua adorata ragazza per mettersi con una bionda, e ha riannodato i rapporti con un compagno di scuola che ha sempre detestato… Sullo sfondo di una Svizzera ricca e corrotta, Un amico perfetto è una ricerca di sé che si tinge di giallo scuro. La perdita di memoria è uno spunto che funziona ottimamente come canovaccio narrativo, e lo svizzero Martin Suter, di cui è appena uscito questo secondo romanzo, dimostra ulteriormente di trovarsi a suo agio nei misteriosi meandri del ricordo e dell'assenza dello stesso. Dopo il gran successo internazionale di Com'è piccolo il mondo!, il cui protagonista riusciva brillantemente a scavalcare l'infida rovina del morbo di Alzheimer, in Un amico perfetto Suter usa amnesia come terapia capace di ricondurre alla vita il protagonista. Un romanzo che non è soltanto un thriller, è piuttosto un'avventura nella sfera più intrinseca dell'animo umano, un po' alla Dürrenmatt, autore al quale Suter è stato meritatamente paragonato. "Martin Suter è il virtuoso del Cluedo mentale, lo sciamano dei neuroni, un dottor Freud di Zurigo che critica aspramente la Svizzera - quindi un perverso." (Manuel Carcassonne, Le Figaro Littéraire)

Quello che Alex Roggero racconta nel suo romanzo Il treno per Babylon è un vero e proprio giro del mondo nei tunnel della mitica metropolitana londinese. E' la fine degli anni '70 e un ragazzo appena arrivato a Londra viaggia con i treni della "metropolitan railways", esplorando i quartieri multietnici della più cosmopolita metropoli del pianeta. Il vagone della Bakerloo Line, in cui viaggiano personaggi completamente eterogenei, gli offre un’esperienza insolita ma tipicamente londinese: il mondo intero racchiuso in un vagone, simbolo di una città dove ormai un terzo degli abitanti, quasi tre milioni di persone, sono forestieri. Il ragazzo inizia a viaggiare sulle metropolitane, giorno e notte, bigiando persino la scuola per compiere ciò che nel suo diario chiama "il giro del mondo in ottanta minuti". Quel viaggio si trasforma in un’esperienza che durerà anni. La rete della più antica ferrovia sotterranea del mondo occupa 900 chilometri del sottosuolo londinese e rappresenta un’enorme tela di ragno piena di misteri, e nasconde i personaggi più anomali: dai bizzarri undergrounder (uomini e donne che passano le giornate viaggiando nei tunnel) ai maniacali trainspotter ed ai giovani che rischiano la vita aggrappati ai tetti dei convogli. Il ragazzo si unirà a questi soggetti, viaggiando quotidianamente nel mondo sotterraneo per poi riemergere in superficie ed esplorare i molteplici quartieri etnici della città. Da questi angoli ricchi di storia scaturiscono le narrazioni di persone arrivate da ogni angolo di mondo alla conquista di un frammento di vita normale. Alex Roggero è nato ad Alessandria nel 1961 e vive a Londra da vent'anni. Collabora con le principali riviste europee ed è specializzato in reportage di viaggio. Il treno per Babylon è il suo terzo libro ed è un riuscitissimo e convincente spaccato sulla società multietnica eurpoea.

Jim & Jamie Dutcher Con i lupi Piemme Da centinaia d'anni il lupo cattura ed alimenta l’immaginazione degli uomini. Il suo fascino selvaggio e magnetico, spietato e seducente, ha moltiplicato le storie e le leggende sulla sua esistenza. Un animale che è vicino pure a noi, e che ancora oggi, malgrado studi e ricerche pronte ad affermare il contrario, incute terrore ed un atavico disprezzo. In un’area incontaminata delle Sawtooth Mountains, nel profondo Idaho, Jim e Jamie Dutcher hanno trascorso ben sei anni in compagnia di un giovane branco di lupi, con lo scopo di allontanare dal pensiero comune i più radicati pregiudizi ed osservare le misteriose regole della loro complessa società. Li hanno visti giocare. Li hanno ammirati rapiti mentre danzavano sulla neve. Li hanno visti lottare per il cibo e per il loro status, esprimere le differenti personalità, affrontare le difficoltà e i pericoli della vita selvaggia. Uno straordinario resoconto sulla vita dei lupi che schiude una finestra sui misteri di queste meravigliose creature e sulle loro orprendenti affinità con noi umani. Jim Dutcher, celebre documentarista, ha girato alcune delle più belle immagini sulla natura selvaggia che siano mai apparse sui nostri teleschermi. Jamie Dutcher, sound recordist, è una profonda conoscitrice del mondo animale. La straordinaria esperienza di vita con i lupi da cui è scaturito questo libro ha prodotto un documentario di grandissimo successo per Discovery Channel, premiato con due Emmy Awards.


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libri

re.ad di stefano kirk

Scandalosa Melissa 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire è il sorprendente e sconvolgente debutto autobiografico di una giovanissima scrittrice d'eccezionale talento: in parte diario, in parte romanzo, questo libro è sia il resoconto erotico e intenso del risveglio sessuale di Melissa P., quanto il viaggio alla ricerca di sé e del proprio posto nel mondo. Con il romanzo 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire (Fazi Editore) Melissa P. ha scosso come un fulmine a ciel sereno il panorama letterario italiano del 2003. Questo diario auto-biografico ha diviso i lettori in due fazioni: chi lo considera una vera offesa al pubblico pudore (memorabile la violenta ed assolutista reazione di Maurizio Costanzo al cospetto dell'autrice durante il suo talk-show), e chi vede in Melissa un'acuta e perspicace Lolita moderna che ha le idee in chiaro sulla realtà dei rapporti interpersonali tra i sessi opposti. Il romanzo inizia con il suo primo incontro con il sesso, a sedici anni: lì capisce (o si illude di capire) che gli uomini non desiderano gustare la sua essenza spirituale, e che non sono in grado di amare prescindendo dall'atto sessuale. Per questo concede il suo corpo a chiunque lo voglia, e si dà confidente che qualcuno, guardandola negli occhi, percepisca della sua sete d'amore. Un percorso promiscuo e sordido: dalle orge con giovani uomini sconosciuti ai rapporti saffici e sadomaso, dalla relazione con un affascinante insegnante perso per la sua sessualità acerba ma disponibile e che lei crede possa salvarla, al suo rapporto intimo e speciale con lo specchio, unico rifugio assieme al diario. Come in una parabola ricca di personaggi mostruosi ed ambigui, alla fine la protagonista incontrerà ciò che ha sempre cercato invano: l'amore. Un libro duro, diretto e sconcertante, secondo me assolutamente da non demonizzare come molti critici hanno fatto, anzi da leggere con attenzione per cogliere tra le righe quel disincanto che le giovani generazioni stanno vivendo in questo nuovo millennio.

Il messaggio di Melissa è d'incrollabile speranza nonostante lo scetticismo: essa crede ancora in una via d'uscita, in una pace interiore e in un amore in cui sentirsi riconosciuta nella sua completezza spirituale. Volere è potere, e la sua speranza sarà accontentata. Non è cosi nelle migliori favole? Un percorso pericoloso e pieno d'insidie, tra le forze del bene e del male, superato il quale arriva la ricompensa liberatoria. Una storia che si conclude con uno sguardo sul futuro pregno di gran levatura spirituale, un augurio di pulizia interiore e pace che purtroppo non è stato colto dai denigratori di quest'opera.

Sono tanti i giovani che hanno fatto delle loro intime esperienze un'espressione artistica. L'adolescenza è un'età sottoposta ad una perenne analisi sociologica, ma resta incompresa dagli adulti per la sua sfuggente, inarrestabile multifomità e capacità di metamorfosi. Gli adolescenti d'oggi sono un argomento che sta influenzando con decisione la cultura, producendo così stupefacenti opere artistiche che in questa stagione sono presenti in ogni campo: nella musica, nell'arte figurativa e visuale, ed in maniera particolare nel cinema e nella moda. L'adolescenza è l'unico momento spontaneamente creativo rimasto nella società moderna. E' il momento in cui emerge la volontà di cambiare radicalmente mode e linguaggi. L'unica occasione di trasformazione in mano all'essere umano. Questi giovani artisti sono voci da ascoltare con attenzione per capire e prevedere il futuro che verrà.

Melissa P. non è sola Attuale l'uscita di Scusate se ho quindici anni di Zoe Trope per la Einaudi. Zoe è una coetanea statunitense di Melissa, e racconta con il liguaggio scorrevole delle e-mail e della pubblicità il suo incontro-scontro con il mondo adulto. Sempre per la stessa casa editrice vi consiglio il fresco ma crudele romanzo Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Marl Haddon, un libro definito come quello più attiguo all'adolescenza. Tratta la storia di un ragazzo autistico che rivela dietro la maschera della sua incompresa malattia le osessioni e la genialità di un'intera generazione. Pieno di musica, nuove droghe e storie d'amore sconclusionate invece il libro di Irina Denezkina, Dammi! (Einaudi), che descrive in una sorta d'autobiografia la sua, e dei suoi amici, ricerca di un posto al sole in una Russia fredda, indifferente e lacerata dalla guerra con la Cecenia. Attesissima l'uscita tradotta in italiano di Doing It (Mondadori), un romanzo che ha alzato un polverone senza pari negli Stati Uniti. Melvin Burgess, l'autore descrive la curiosità sessuale di una banda d'adolescenti che sfocia nella violenza. Di gran successo Eragon, romanzo fantasy farcito di sesso e violenza del dicianovenne Christofer Paolini. Eragon, per il momento non ancora tradotto in italiano, è il primo capitolo di una trilogia di cui è prevista la trasposizione cinematografica nel 2005. Letture sconvolgenti caldamente consigliate a chi crede di sapere tutto sul tema dell'adolescenza.


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comics

di apache

Il fumetto è una delle forme di comunicazione che più hanno caratterizzato il XX secolo. Definire la data della nascita del fumetto è quasi impossibile. I graffiti rupestri della preistoria si possono considerare dei protofumetti? A questo proposito gli esperti sono divisi: quelli che fanno risalire la nascita del fumetto alla preistoria e quelli che fissano la nascita verso la fine dell’Ottocento.

Il primo vero eroe dei fumetti nacque nel 1894, grazie alla lungimiranza del magnate dell’editoria Joseph Pulitzer che pubblicò sul suo quotidiano “The New World” le storie di The Yellow Kid, un monello calvo con le orecchie a sventola, ideate e disegnate da Richard Felton Outcault. Fu un successo enorme. Da qui naquero molte figure inserite soprattutto in un contesto casalingo, allo scopo di coinvolgere nella lettura delle “strisce” tutti i componenti del tipico nucleo famigliare americano. Nacque in seguito il primo eroe “spaccattutto” che esordì nel 1919: Popeye, il marinaio tutto muscoli e pipa, che fu inventato per invogliare i più piccoli a mangiare gli spinaci di una nota marca americana. Popeye ebbe un effetto deflagrante per la sua comicità caciarona e disordinata. Allo stesso tempo vennero pubblicate anche le strisce del primo fumetto di fantascienza, Buck Rogers di Dick Calkins, e di genere western con Young Buffalo Bill di Harry F.Oneill. Fu agli inizi degli anni Trenta che emerse il personaggio divenuto più celebre di tutti, Mickey Mouse (Topolino) con i suoi amici Donald Duck (Paperino), Daisy (Paperina), ecc., creati per lo schermo come cartoni animati da Walt Disney e poi pubblicati su strisce ospitate da giornali e riviste. Il successo mondiale di Mickey Mouse aprì la strada ad una serie di personaggi nati nei decenni seguenti, come Dick Tracy, Superman, Spider Man, Batman, Hulk, e tanti altri. Nei primi cinquant’anni del secolo scorso in Europa il fumetto era soprattutto importato dagli Stati Uniti. In italia ha fatto scuola il “Corriere dei Piccoli” che ebbe nel personaggio del Signor Bonaventura il suo eroe più emblematico. Negli anni Settanta il fumetto americano si adagiò, se così si può dire, sugli allori, emersero quindi i talenti europei

(italiani e francesi in primo piano) e sudamericani (in particolare quelli argentini). Quanti di noi hanno in cantina le collezioni delle mitiche riviste “Lanciostory” o “Skorpio”? E che dire dei mitici personaggi nati in quel periodo d'oro da magiche matite italiane (Bonelli, DiClemente, Pratt), come Tex Willer, Diabolik, Corto Maltese, Dylan Dog e Martin Mystere? Verso la fine degli anni Ottanta la televisione ed i giochini elettronici fecero vacillare il mondo dei fumetti. Gli adolescenti, non più interessati alle storie su strisce, voltarono le spalle a quest’arte, per lasciare il monopolio a bambini ed a collezionisti adulti. Nel nuovo millennio il fumetto vive una riscoperta giovinezza, e il cinema gli ha aperto le porte rivalutando vecchi eroi come Spiderman, Hulk e Batman; inoltre è diventato un apprezzato sistema didattico già presente nelle aule scolastiche. Ancora oggi c'è chi pensa che i fumetti siano roba per bambini, una forma d'arte minore sul piano figurativo e una manifestazione culturale assolutamente di secondo piano. Pregiudizi ormai senza fondamento… Passione per gli adolescenti, nostalgia per adulti, il fumetto oggi ha una nuova nazionalità, quella giapponese. I manga (o “anime”), strettamente legati ai cartoons, hanno scalzato dal trono i vari Topolino & Co. Il fumetto rimane comunque un’arte complicata e lunga da realizzare, ma svelta e d'immediata comprensione Un’arte che ha più di cento anni, ma che, grazie ad un segreto d’eterna giovinezza, ne dimostra ancora dodici…


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re.ar t

............................................................................. 11-13 dicembre

............................................................................. 27-29 gennaio

Teatro Sociale - Bellinzona Boing Boing

Teatro di Locarno Non è vero ma ci credo

di Marc Camoletti con Carlo Croccolo, Denny Mendez, Vito Cesaro e compagnia

di Peppino De Filippo regia di Luigi De Filippo con Luigi De Filippo, Liliana Dell'Acquila, Luca Negroni e Annamaria Senatore

............................................................................. 14 dicembre Nuovo Studio Foce - Lugano La sirena d'Irlanda regia di A. Breschi con M. Poletti, F. Collins, G. Korell, A. Breschi (pianoforte e canto)

............................................................................. 29 gennaio - 1° febbraio Nuovo Studio Foce - Lugano Il cantico degli assassini

............................................................................. 16 - 21 dicembre

di Luca Spadaro regia di Maria Maglietta con Coco Leonardi

Teatro Studio - Milano Miracolo a Milano Spettacolo d'ombre

............................................................................. 5 - 7 febbraio Teatro Sociale - Bellinzona Il caffè del signor Proust

regia Fabrizio Montecchi con Mariangela Granelli, Walter Battista Maconi, Maurizio Patella e Cristiano Petretto

............................................................................. 19 - 21 dicembre Nuovo Studio Foce - Lugano Caligola di Albert Camus di e con E. Santoro

............................................................................. fino al 11 gennaio Teatro San Babila - Milano Pigiama per sei di Ric & Gian con Ric & Gian, Patrizia Rossetti, Silvia Bilotti e Tina Venturi

............................................................................. fino al 11 gennaio Teatro Grassi - Milano La cerimonia del massaggio di Alan Bennet regia di e con Anna Marchesini

............................................................................. 13 - 15 gennaio Teatro di Locarno La Bugiarda regia di Diego Fabbri con Rossella Falk, Luciano Virgilio, Fiorella Rubino e Augusto Fornari

............................................................................. 17 - 18 gennaio Nuovo Studio Foce - Lugano Di sogno e volo Spettacolo di danza regia, coreografie ed interpretazione di Maria Bonzanigo su musiche di Samuel Barber, Frank Martin, Arvo Pärt e Astor Piazzolla

............................................................................. 21 gennaio Teatro Sociale - Bellinzona Chimera dal romanzo di Sebastiano Vassalli con Lucilla Giangnoni

............................................................................. 21 - 22 gennaio Nuovo Studio Foce - Lugano 1 Apple idea e regia di Dimitri con Lisa Gretler (piano), Andreas Manz (tromba) e Bernard Stöckli (tuba)

............................................................................. 26 gennaio Nuovo Studio Foce - Lugano Storie che cambiano

da Monsieur Proust di Céleste Albaret di e con Gigi Angelillo

............................................................................. 6-7 febbraio Teatro Sociale - Bellinzona Ognuno è libero testi di Pennac, Benni, Hornby, Sepulveda con Maurizio Crozza & Band musiche e canzoni di Tenco

............................................................................. 6-8 febbraio Teatro di Locarno Tea for two regia di Corrado Abbati musical con Corrado Abbati, Antonella Degasperi, Fabrizio Maccianatelli musiche di Vincent Youmans

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................................................................. Teatro Studio - Milano 8-28 gennaio 2004 Peccato che fosse puttana di John Ford regia Luca Ronconi musiche a cura di Paolo Terni con Riccardo Bini, Stefano Corsi, Giovanni Crippa, Paola De Crescenzo, Pasquale Di Filippo, Raffaele Esposito, Pia Lanciotti, Sergio Leone, Francesco Martino, Stefano Moretti, Michele Nani, Laura Pasetti, Paolo Maria Pilosio, Luciano Roman, Vladimiro Russo, Nicola Russo, Mirko Soldano E' il momento giusto, durante le feste natalizie, per trovare il tempo di spostarsi in Italia ed assaporare uno spettacolo di gran respiro internazionale. Dal 8 al 28 gennaio, presso il Teatro Studio di Milano si svolgeranno le repliche di Peccato che fosse puttana: pubblicata nel 1633 da John Ford, l’ultimo grande drammaturgo elisabettiano. L’opera è incentrata sulla difficile storia di un amore incestuoso ambientato nella Parma del Seicento. Il regista Ronconi firma una duplice versione affidata a due cast distinti: uno maschile di giovani attori e un altro misto, con attori e attrici. Una commedia nera, con misteri e suspense. Un sottofondo erotico, sottinteso a tutte le relazioni messe in campo da Ford e “ritessute” dalla lettura registica di Ronconi. Infatti, oltre all’incesto, tema “scabroso” dell’opera, “nella pièce” dichiara il regista “ci sono altri rapporti di dipendenza, altre invisibili relazioni fondate sul dialogo tra personaggi più maturi e figure più acerbe. Sono costellazioni generazionali, con scarti terribili tra maestri e allievi, dove ci s'ingegna per affermare il potere. Con o senza consapevolezza. Questo confronto di esperienze crea spostamenti a seconda dell’età degli attori. Ecco il perché di una doppia lettura con due distribuzioni per lo stesso spettacolo”. Un interessante spettacolo dal notevole spessore culturale.

di e con Vito Viganò

Per informazioni e prenotazioni biglietti: www.piccoloteatro.org tel. 0039/02/72333222

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teatro

La Baronessa di

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Saint-Léger Quando l'Arte si sposa con la Bellezza

La Baronessa di Saint-Léger è uno spettacolo multimediale ideato e concepito da Teo Buvoli - cantautore e musicista sopracenerino già noto come leader della storica band pop-rock Ethica nonché designer e scrittore - che è riuscito nel suo intento di dar forma ad un importante progetto scaturito dall'amore per l'estetica, l'arte, la letteratura, la musica, l'architettura, la danza e la grafica.

La Baronessa di Saint Léger è una grande opera, capace di assimilare in armonia tutte le meraviglie che una formula artistica a tutto tondo genera. All'insegna della filosofia e della storia, la sceneggiatura legata allo spettacolo s'ispira liberamente alla vita della Baronessa di Saint Lèger, proprietaria delle incantevoli isole di Brissago dal 1885 al 1917. Personaggio dalla vasta cultura, la baronessa soleva invitare studiosi ed artisti dell'epoca per degli incontri intellettuali. Questo lo spunto che si riflette nella trama dello spettacolo, durante il quale si racconta della baronessa che invita cinque ospiti sulle isole per analizzare il tema della Bellezza, tra cui Pierre Franzoni, il protagonista fulcro dell'esperienza spirituale ed intellettuale. Questo spettacolo multimediale, che parte dall'opera letteraria ideata da Buvoli, è interpretato in collaborazione con altri progettisti mediante l'uso dei linguaggi a loro consoni, quali l'architettura, la danza, la musica, e la grafica in forma di cinema d'animazione. Il tema del racconto è l'incanto per la bellezza, affrontato in chiave estetico-filosofica ed inteso come via catartica per eccellenza da tutti i condizionamenti e le angosce che la vita quotidiana ci destina. Il testo è stato quindi affidato a quattro altri progettisti. Sono del designer Lorenzo De Giorgi le animazioni e l'immagine coordinata; gli architetti Jasmine Bassetti e Hamos Meneghelli hanno progettato e realizzato la scenografia, e Katja Rossetti la coreografia delle danze eseguite da lei stessa con le danzatrici Ewa Rossi, Sarah Ravasi, Francesca Genuardi, Patrizia Capoferri e Luisa Terraneo. Teo Buvoli si è occupato inoltre della progettazione delle musiche. I suoni musico-minimali di Saint-Léger sono spigolosi, materici, scarni ed intensi, a volte improvvisati. La musica è eseguita da una formazione di quattro musicisti presenti in scena: al basso e contabbasso Stefano Fanzini, alla batteria e percussioni Dimitri Loringett, alla chitarra e voce Teo Buvoli, e alle tastiere Simone Buvoli. Tutto è suonato dal vivo, ma si fa largo uso di campioni registrati in ambienti prescelti e di suoni naturali. Strettamente legata alla musica la danza crea un rilevante elemento di legame tra le parti in scena, istituendo così un'ulteriore ed affascinante chiave di lettura sull'interpretazione della bellezza. Per l'ambientazione è emersa la precisa volontà di togliere dalla scena l'usuale staticità delle scenografie, considerando per l'occasione la terza dimensione, e adottando il cubo come elemento di base.

Quattro grandi cubi tra loro sovrapposti costituiscono la parte volumetrica più importante e rappresentano gli interni della villa della baronessa, mentre il parco è simbolizzato da cubi di minori dimensioni non sovrapposti tra loro. Simbolo perfetto, il cubo s'adatta in molteplici posizioni e combinazioni in quanto facilmente collocabile secondo l'esigenza e l'ispirazione del momento. Da questa sintesi scenografica è stato tratto il logo dello spettacolo - due angoli che s'incontrano in un unico punto centrale - che traduce con efficacia il senso dello spettacolo: la bellezza come punto d'incontro tra quattro espressioni artistiche al suo servizio. Parte importante del progetto è pure la grafica, che costituisce - oltre a proiezioni animate durante lo spettacolo - un valido supporto visivo e promozionale applicato alle locandine, ad un libro di prossima uscita, ed alla parte interattiva sul web. L'evento ha obiettivi sperimentali anche a livello tecnologico e comunicativo: ben presto sarà possibile seguire on-line gli spettacoli della tournée prevista nel 2004, e al termine delle rappresentazioni sarà pubblicato un Dvd che raccoglierà tutto il progetto nel suo insieme. Singolare e degno d'attenzione questo spettacolo che offre con delicatezza e profondità molte chiavi di lettura sul tema della Bellezza, è meritevole d'essersi reso indipendente da ogni preconfezionato stile rappresentativo. In quest'occasione la conglomerazione delle arti s'esprime con libertà e provocazione. La Baronessa di Saint-Léger è dunque un esperimento linguistico che rivive ogni volta per ottanta minuti il frutto delle differenti libere interpretazioni sul tema, che, amalgamandosi con armonia, arrischiscono di fascino e coinvolgimento questa rappresentazione.

Presso il sito dello spettacolo, www.ethica.ch, è possibile assaporare alcuni assaggi dello spettacolo, ed accedere ad altre informazioni e al calendario delle rappresentazioni.

Per contatti: info@ethica.ch


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re.ar t

................................................................. fino al 14 dicembre

............................................................................. fino al 17 gennaio

Kunstmuseum - Berna Masterworks Opere di Alberto, Diego e Giovanni Giacometti ................................................................. fino al 15 dicembre

La Fabbrica - Losone Segni riaffioranti opere di Aziz Elhihi su foto di Antonio Ria

Galleria Palladio - Lugano Mostra collettiva Opere di Martin Disler, Marcel Dupertuis, Fabrizio Giannini, Gianpaolo Minelli, Silvano Repetto, Raymundo Sesma, Donald Sultan, Emilio Vedova, Francesco Vella

................................................................. fino al 20 dicembre Artville Bistrot - Lugano dipinti e gioielli di Mirca Maffi + Percorsi opere di Paola Ricca ................................................................. fino al 21 dicembre Pinacoteca Casa Rusca - Locarno Antologica su Italo Valenti ................................................................. fino al 4 gennaio Kunstmuseum - Basilea Ernst Ludwig Kirchner - Mountain Life The Early Years in Davos (1917–1926) ................................................................. fino al 6 gennaio Museo d’Arte - Mendrisio Sculture di Selim ................................................................. fino all’11 gennaio Museo Cantonale d’Arte - Lugano Accademia di Architettura - Mendrisio Dal mito al progetto La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia neoclassica ................................................................. fino al 25 gennaio Museo in Erba - Bellinzona I quadri di Pablo Picasso ................................................................. fino al 25 gennaio Fondazione Mazzotta - Milano Il cavaliere azzurro (Der blaue Reiter) Opere di Barrera Bossi, Campendonk, Delaunay, Gontcharova, Heckel, von Jawlensky, Kandinsky, Klee, Kirchner, Kubin, Larionov, Marc, Morgner, Müller, Münter, Macke, Pechstein, Picasso e Rousseau.

................................................................. fino al 8 febbraio 2004 Galleria Permanente - Milano Frida Kahlo, la mostra Opere di Frida Kahlo .................................................................

L'esposizione, che s'inserisce nel programma degli eventi e mostre di arti figurative de La Fabbrica coordinati da Riccardo Lisi, presenta 35 acrilici su carta abbinati a fotografie in bianco e nero ed è accompagnata da un catalogo, pubblicato da ELR Edizioni Le Ricerche di Losone, a cura di Antonio Ria, con introduzione di Giuseppe Curonici. Il pittore Aziz Elhihi è nato a Meknes, in Marocco, nel 1960. A vent'anni si trasferisce in Svizzera e dal 1991 vive in Ticino, a Morbio Inferiore. Dal 1989 espone le sue opere in mostre personali e collettive in Svizzera, Francia, Italia, Marocco, Germania e Egitto. Nel 1999 ha pubblicato in Germania con l'editore Rommerskirchen il libro d'artista Signatur 30. Le parole di Curonici esprimono al meglio lo spirito della mostra: "… Sia il fotografo, sia il pittore si sono lasciati emozionare dalla medesima realtà umana: il Marocco, la civiltà berbera, la sua scrittura. (…) Antonio Ria ha viaggiato e ha fotografato quella realtà, con l'occhio attento di chi vuole conoscere che cosa realmente accade. Aziz Elhihi adopera il linguaggio pittorico postmoderno, con componenti prevalentemente espressioniste, al limite del surreale, e materico-informali, ma subordinate a un'esigenza prioritaria: la figurazione. Il risultato finale è davvero a sorpresa. La nettezza fotografica e l'irruenza pittorica. Lo scatto istantaneo e l'elaborazione. Il documentario visto nel sogno. Una poesia attraverso un'altra poesia…"

.................................................................. fino al 4 gennaio Museo Villa dei Cedri - Bellinzona Opere di Serge Brignoni Presso il Museo Villa dei Cedri a Bellinzona è visitabile un’importante esposizione dell’artista Serge Brignoni (Vacallo 1903 - Berna 2002). L’iniziativa vuole celebrare questa significativa figura dell’arte svizzera e del surrealismo nel centenario della nascita riservandogli una mostra ad ampio spettro, che raccoglie 170 opere, tra cui alcune inedite, fra dipinti, sculture, disegni, collages, tecniche miste e incisioni. La mostra ripercorre le varie tappe del percorso di Brignoni, presentando opere comprese in un arco temporale che si dipana dal 1917 al 2000: caratterizzato prima dal soggiorno berlinese, poi dal fondamentale periodo parigino a contatto con i personaggi del movimento surrealista, quindi dal rientro a Berna a causa della guerra nel 1940. Seguono i primi difficili anni in Svizzera, e successivamente i decenni segnati da frequenti viaggi all’estero, e dai soggiorni in Spagna e Francia. La mostra, che copre tutto l’arco creativo dell’artista, presenta anche l’evoluzione avvenuta dopo il rientro in patria nel '40 fino all’ultima opera eseguita poco prima della scomparsa, all’età di 99 anni. La sua arte, ancorata a un mondo surreale assolutamente unico ed esclusivo, fu sottoposta dall’artista ad una costante sollecitazione attraverso la sperimentazione e l’impiego di nuovi strumenti espressivi. Brignoni, un'artista che fu curioso, coerente e vitale.

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mostre Fino al 15 febbraio PAC/Padiglione d'Arte Contemporanea - Milano

Laurie Anderson - The Record of the Time

Presso il PAC di Milano è in svolgimento un'interessante mostra dedicata alla musicista e artista newyorkese Laurie Anderson, rinomata artista musicale ed icona dell’arte multimediale che con a sua esposizione The Record of the Time esibisce la sua prima retrospettiva in Italia. Organizzata a Milano nell’ambito della programmazione artistica curata da Jean-Hubert Martin per il PAC, l’esposizione comprende circa novanta opere - video, sculture, oggetti, disegni, fotografie e installazioni - che, oltre ad offrire una visione esaustiva della produzione dell’artista nel corso degli ultimi trent’anni, interagiscono e si coniugano con una straordinaria presenza visiva del suono. Laurie Anderson, che si autodefinisce una “narratrice”, crea installazioni in cui abbina poesie e canzoni, collages di suoni e musica, basandosi su episodi della propria vita, sui suoi sogni, su poemi, miti e leggende. Una caratteristica dell’opera di Laurie Anderson è il suo speciale cocktail di teatro, musica pop, azione e immagini, elementi che vengono miscelati elettronicamente con l’uso del computer e che danno origine a performance e installazioni audiovisive scenografiche, producendo un universo visual & sound molto personale. Con questa combinazione, unica nel suo genere, di raffinata tecnologia, immaginativi mondi espressivi, musica innovativa e testi di grande effetto, Laurie Anderson è diventata un punto di riferimento imprescindibile sulla scena dell’arte multimediale internazionale. In alcune installazioni interattive presentate nella mostra i visitatori avranno l’opportunità di esplorare “fisicamente” il mondo dell’artista: The Handphone Table (Il tavolo monofonico), 1977, li invita a percepire i suoni lungo le ossa delle braccia. Altre esperienze audiovisive sono proposte dalle opere The Tape Bow Violin (Il violino lettore di nastro registrato), 1977 e Neon Violin (Violino al neon), 1983, basate sullo strumento così spesso usato da Laurie Anderson da diventare per lei una sorta di “seconda voce”; uno strumento di cui l’artista ha alterato e manipolato elettronicamente il suono in ogni maniera possibile.

Il Digital Violin (Violino digitale), 1984, per esempio, riproduce diversi suoni scaricati da un disco fisso: il visitatore udirà versi d'animali e rumori di computer che vanno in tilt. Laurie Anderson esordisce come performer nel 1972, con un concerto di clacson. Dalla metà degli anni settanta si dedica alla performance, lavorando con la musica e il suono. A Londra, nel 1981, la sua canzone O Superman giunge in testa alle classifiche e diventa un successo a livello internazionale. Negli anni seguenti l’artista presenta performance sempre più complesse e lavora in collaborazione con registi cinematografici e musicisti come Brian Eno, Wim Wenders e Peter Gabriel, realizzando fra l’altro lo splendido film-concerto Home of the Brave. Nei primi anni novanta il suo lavoro assume connotazioni più politiche, e parecchie sue creazioni affrontano i temi della violenza, del conflitto e della censura. Durante la mostra di Laurie Anderson proseguirà al PAC il consueto programma di iniziative didattiche finalizzate alla comprensione dell’arte contemporanea intitolato Vieni al Laurie-Lab! e realizzato con il sostegno del Gruppo COOP Lombardia. Si terranno inoltre un ciclo di cinque concerti di musica contemporanea dal titolo PACinConcerto, organizzato da Musikando, e un ciclo di quattro Conversazioni sull’arte contemporanea, organizzato e curato da ACACIA Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana. Entrambe le iniziative sono realizzate in collaborazione con il PAC. Per informazioni: www.pac-milano.org

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fino al 21 dicembre Centro Culturale La Rada - Locarno

(f)art public Opere di Nag Arnoldi, Jean Arp, Enrico Baj, Paolo Bellini, Franco Beltrametti, Giovanni Bianconi, Gianfredo Camesi, Pierre Casè, Giovanni D'Agostino, Galleria Flaviana, Ben Nicolson, Dadi Mariotti, Flavio Paolucci, Hans Richter, Remo Rossi, Aligi Sassu, Vini Sauter, Nando Snozzi, Sophie Taeuber-Arp, Italo Valenti, Mauro Valsangiacomo Parte della mostra (f)art public organizzata dall'Associazione La Rada presenta opere di piccolo formato interamente provenienti da collezioni private. In esposizione quindi opere di Arnoldi, Arp, Baj, Bellini, Beltrametti, Bianconi, Camesi, Casè, D'Agostino, Nicolson, Mariotti, Paolucci, Richter, Rossi, Sassu, Snozzi, Taeuber-Arp, Valenti e Valsangiacomo. Molti degli artisti selezionati sono già oltremodo noti al pubblico ticinese. La novità di quest'esposizione sta nel taglio dell'allestimento che dà la possibilità allo spettatore di trovare alcune inaspettate "pic-

cole grandi riscoperte", legate ad un paesaggio artistico ticinese non sempre lineare, e a volte sorprendente. La mostra è completata con tre opere di Giona Bernardi, Giuseppe De Giacomi e Paolo Mazzuchelli. I tre artisti (che a più riprese ed in diverse forme espressive hanno partecipato alle programmazioni de La Rada), realizzeranno i loro interventi utilizzando direttamente le superfici espositive, e nell'intento di segnare gli spazi di questo centro culturale tragicamente messo in pericolo da un'imminente demolizione. L'esposizione è aperta ogni giorno dalle 17 alle 20.


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re.ar t di apache

Georgia O'Keeffe Dal 24 ottobre al 1° febbraio, il Kunsthaus di Zurigo presenta la prima esposizione promossa da un museo europeo sulle opere di Georgia O'Keeffe, una pittrice che dagli anni Trenta è considerata di fondamentale importanza per l'arte contemporanea.

Series 1, No. 4, 1918 © 2003 ProLitteris, Zürich

Georgia O'Keeffe figura tra i gandi personaggi dell'arte del XX secolo. Eppure una gran parte del pubblico associa il suo nome con le immagini riprodotte su poster, cartoline e calendari, in genere raffiguranti i suoi grandi fiori. E' raro poter ammirare una collezione completa di sue opere originali poiché nessun museo europeo ha mai acquistato un suo quadro od organizzato una sua retrospettiva. Georgia O’Keeffe, nata nel 1887 da una famiglia d'agricoltori del Wisconsin e avvicinatasi all’arte fin da piccola, iniziò i suoi studi a Chicago per poi proseguirli a New York. Dopo aver lavorato come grafica pubblicitaria ed insegnante, dal 1918 si dedicò completamente alla pittura. La sua ascesa ebbe inizio in occasione del suo ingresso nella cerchia del noto fotografo Alfred Stiegliz, che sposò nel 1924 e col quale visse al 30° piano dell’hotel The Shelton a New York. L'artista raccolse precocemente diversi influssi nella sua pittura tra cui quelli contemporanei europei ed americani, e anche quelli della cultura dei nativi americani. Dipingendo con ardite forme e modalità i primi grattacieli che svettavano sulla città, da subito percepì con lungimiranza il senso d'opressione delle nuove archittetture urbane. In Notte in città (1926) l’artista ritrae i grattacieli dal basso verso l’alto, secondo la prospettiva di una macchina fotografica così orientata tale da deformare in parte gli edifici, rendendoli quasi due pesanti monoliti: simboli del progresso e dei suoi pericoli. Nel frattempo la O'Keeffe strinse dei legami interiori con i deserti del New Mexico, la cui ampiezza e vastità le ispirarono grandiosi quadri di paesaggio. Proprio nel New Mexico, dove visse i suoi ultimi anni, nel 1986 l'artista si spense.

City Night, 1926 © 2003 ProLitteris, Zürich


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gallery

Sky Above Clouds III / Above the Clouds III, 1963 © 2003 ProLitteris, Zürich

Deer’s Skull with Pedernal, 1936 © 2003 ProLitteris, Zürich

La riduzione all'essenziale, l'abbinamento di primi piani, la monumentalità e l'intimismo sono tratti caratteristici dell'opera di Georgia O'Keeffe. Essa non è mai appartenuta ad un movimento artistico od un gruppo. La sua opera non seguì uno sviluppo stilistico lineare, ma s'articolò in gruppi tematici e periodi temporali, e le sue stilizzazioni possono essere considerate le precorritrici della pop-art. In tutti suoi quadri il grande assente è l'uomo. Però ciò che lo caratterizza è ben presente: nelle opere della O'Keeffe predomina una sensazione d'indeterminato, in bilico tra privato e collettività, tra pubblico ed individuale, tra riferimenti fisici e spirituali. Negli ultimi quadri raffiguranti le nuvole Georgia O'Keeffe sembra librarsi letteralmente al di sopra di tutto: tutto è aperto e libero e illuminato da una luce interiore.

dal 24 ottobre al 1° febbraio 2004 Kunsthaus - Zurigo Opere di Georgia O'Keeffe Per informazioni: www.kunstahaus.ch

From the Plains II, 1954 © 2003 ProLitteris, Zürich



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