reset 7-2003

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07 rivista mensile gratuita per le nuove tendenze: musica sport moda hi-tech eventi cinema letteratura arte

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09.2003

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La nuova ŠkodaFabia RS

DA 0 A 310 PIÙ FULMINEA DI UN BOLIDE DI FORMULA 1

E QUESTO SENZA PERDERE PER STRADA IL COMFORT Il motore TDI da 1,9 litri della nuova Fabia RS porta sulla strada la sua imponente coppia massima di 310 NM già a 1900 g/min. – a questo regime, se tutto va bene, un bolide di Formula 1 ne sviluppa la metà. In parole povere: Guidare la Fabia RS vi dà esattamente la sensazione che promette la sigla RS – e cioè Race Sports. E con tutto ciò, essa rimane un’auto compatta assolutamente idonea per la famiglia e il tempo libero che, con un consumo di appena 5,6 litri di Diesel su 100 km, vi premia anche nelle soste ai box. Esattamente come vi premia già all’acquisto: Perché la Fabia RS è vostra già da Fr. 28 790.–. Ulteriori informazioni dal vostro agente Škoda o sotto www.skoda-auto.ch. AG: Aarburg Garage Benz Auw Garage Burger Beinwil am See Garage Hug Gipf-Oberfrick Garage Fahrzeug-Reparatur Kleindöttingen Centrum Garage Moosleerau Sonnen-Garage Oberehrendingen Spider-Cars Schinznach Bad AMAG Service Spreitenbach Garage Zürichtor BE: Bern-Bümpliz AMAG Biel Garage AUTO-REPAR Bigenthal Bahnhof-Garage Gstaad Garage Carrosserie Hänni Hindelbank Garage Bürki Konolfingen Garage Neuhaus Lauterbrunnen Garage Stäger u. Berger Oberbütschel Garage Egli Schüpfen Garage Finag Thun City-Garage BS/BL: Basel ASAG Hölstein Skocars Automobile Muttenz Garage Blum FR: Matran AMAG Romont Garage de la Belle-Croix St. Silvester Garage Rumo & Trachsel GE: Meyrin Garage Meyrin-Sport Petit Lancy AMAG GL: Glarus Centralgarage GR: Bonaduz Balzer Automobile Celerina/Schlarigna Cresta Garage Chur Obere Au Garage Davos Wolfgang Garage Procar Ilanz Auto West Zizers Garage Stock JU: Courrendlin & Fahy Garage Guélat LU: Emmen AMAG Escholzmatt Garage Koch Hitzkirch Schlossgarage Luzern Tribschen-Garage Schenkon Garage Zellfeld Willisau Kreuz-Garage NE: Buttes Garage Fatton Fontainemelon Garage JF Automobiles La Chaux-de-Fonds Garage de l’Avenir Neuchâtel Garage Auto Passion NW: Stans Garage Haas OW: Sarnen Teamgarage SG: Haag Garage Roth Heerbrugg Garage Tanner Kaltbrunn Stüssi Drive-in Lichtensteig Wasserfluhgarage Mels Seeztalgarage Montlingen Dorf-Garage St. Gallen Garage Schläpfer, Garage Blum SH: Schaffhausen Munot Garage SO: Biberist Garage AUTO-KURT Erschwil Obermatt-Garage Grenchen Garage von Büren Zuchwil AMAG SZ: Buttikon Garage Ruoss Schindellegi TREND-CARS Schwyz Garage Gianella TG: Amriswil Garage Locher Mannenbach Auto Rickenbach Münchwilen Neuhof-Garage TI: Lugano & Noranco Garage Cassarate Mendrisio Centro Skoda UR: Erstfeld AutoSERVICE Zentrum VD: Etoy Garage de la Gare Lausanne Garage du Bois-Gentil Les Bioux Garage Central Moudon Garage Jaquier Renens AMAG Yverdon-les-Bains Garage des Lovats VS: Sion Garage Corbassières Visp B. & B. Automobile ZG: Cham Garage Staub ZH: Dietikon City-Garage Gossau Unterdorf Garage Hausen a. Albis Garage Rüegg Saland Garage Albrecht Steinmaur Garage zum Werkhof Thalwil Maag Automobile Unterstammheim Bahnhof-Garage Uster AMAG Wallisellen Garage Künzle Winterthur Töss AMAG Zürich AMAG Riesbach, Garage Autoport, Müller Automobile, Garage Zimmermann


Ma che caldo fa? Spesso quando non si ha niente da dire si parla del tempo, quest’anno però c’è un motivo valido per parlarne. Quasi quotidianamente sentiamo, vediamo o leggiamo l’esperto di turno che spiega con argomentazioni scientifiche e dati statistici alla mano che cosa sta succedendo al nostro clima, ma soprattutto abbiamo visto la colonnina di mercurio della nostra abitazione non muoversi dai 28 gradi neanche la sera. Comunque adesso sappiamo che se il cambiamento climatico continua a questo ritmo presto avremo un Ticino tropicale e potremo finalmente piantare anche noi ananassi e banani nel giardino e non avremo più bisogno dell’uomo DelMonte… Per il momento ci possiamo accontentare della miglior vendemmia degli ultimi quarant’anni e di una prospettiva di un autunno mite. Re.set ricomincia con voi una nuova stagione per tenervi compagnia, informarvi, ma anche per raccogliere i vostri stimoli, il vostro contributo, il vostro interesse, la vostra creatività… devo dirvi la verità? Siamo insaziabili, verremmo ancora di più essere sommersi da proposte, illustrazioni, fotografie, lettere da condividere con tutti i lettori. Per questo tengo a ringraziare tutti i partecipanti al concorso di fotografia che abbiamo indetto sull’ultimo re.set. Per concludere questo breve editoriale vorrei ricordarvi che re.set lo trovate gratuitamente nei locali pubblici, ma se volete dare un contributo alla vostra rivista preferita abbonatevi, il prezzo è quello di un cd! R.C.


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index 07 open.space Lettere dei lettori

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life.style Product

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trend.setters Getaway Party Report - Sacchetti profumati Report - Il copywriter

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free.style Report - Kitesurf Spot - Graffiskate 2003

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hi.tech Cybercorner - Silicon Valley - Il declino di un impero? Webcorner & Webflash Cyberflash & Product Games - Fall’s preview Games - Nokia N-Gage & Gameflash

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re.view

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re.play Dischi - Recensioni & Kult Report - Swiss Flavours Report - Leggende metropolitane Report - David Bowie - It’s Reality time! Report - Datman - Cacciatore di suoni Live - Recensioni Live - Tora! Tora! Live - Cripple Bastards & Livespot Localcorner Informer

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re.vision Cinema - All’arrembaggio! Cinema - Don’t try this at home! Cinema - Ombre e Nebbie Kult - The Elephant Man

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re.ad Libri - Recensioni & Kult Interview - Enrico Brizzi Comics- Matite da sogno

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travel Praga - La città d’oro

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re.art Mostre & Teatro Gallery - Concorso fotografico Shadows Gallery - Saatchi Gallery

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Abo Impressum

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foto in copertina di Adamo Citraro



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LETTERE DEI LETTORI redazione@resetmagazine.ch

Buongiorno... anzi abbattiamo le formalità e vi dico "ciao", penso che faccia sempre piacere ricevere pareri e complimenti, quindi "here I am", ho scoperto il vostro magazine da poco ed in particolare mi piace la fascia che dedicate alla musica, proprio a 360 gradi direi e soprattutto perché non date spazio, a differenza di molte testate musicali, solo alla musica "trendy" ma anche a quelle nicchie che ogni tanto vengono un pò snobbate. Continuate così... Saluti. Natascia

Prima o poi nella rubrica Localcorner tutti i gruppi che _lpp ha citato avranno il loro posto (sugli Eva Kant ed i Vad Vuc ultimamente abbiamo già fatto un aggiornamento). Siamo pienamente d’accordo: la scena musicale ticinese è un vivaio colmo di passione che anima le band locali ed i giovani che s’impegnano ad organizzare concerti, ed anima pure i fan affezionati come _lpp, che abbiamo contattato e messo alla prova. Ci ha inviato un pezzo dedicato ai Confused, lo trovate a pag. 39

Salve a tutti, stavo leggendo il numero 6 della vostra rivista, una rivista veramente molto interessante, specialmente per quanto riguarda i servizi sulla musica.Volevo però farvi notare un errore nel servizio sul libro di Michael Moore, avete sempre sbagliato a scriverne il titolo, non è “Stupid white man”, ma “Stupid white men” al plurale. Quasi voleste far credere che il titolo si riferisse direttamente a Bush invece che a tutti gli “stupidi uomini bianchi”. Comunque l'articolo è molto buono. Molto interessanti sono gli articoli sui gruppi ticinesi, finalmente qualcuno che ci pensa. Bravi! Un saluto. Renato

Mi sono chiesta, leggendo le polemiche sui rumori di Locarno, come si possano fare certe affermazioni. Vogliono farci credere che i turisti siano tutti degli sprovveduti? Se uno vuole la calma sceglie di venire a Locarno, in pieno Festival, alloggiare in un albergo del centro? O sono gli albergatori stessi che non avvisano la clientela al momento della prenotazione? Per quanto riguarda i firmatari di "Locarno tranquilla e pulita", vorrei fargli notare che Locarno è sempre stata pulita e, per 50 settimane l'anno, non solo tranquilla, ma dormiente, oserei dire per usare un eufemismo. L'intolleranza di queste persone sfiora il limite del concesso, quando si accaniscono addirittura sulle sirene delle ambulanze (si prega di non sentirsi male nemmeno a 40°, perché le sirene disturbano) e sugli elicotteri (si pregano i boschi di non bruciare durante la stagione turistica). Figurarsi quindi la loro misura di tolleranza per altre cose. Signori, è ora di svegliarsi, non di addormentarsi andando in catalessi. Cerchiamo di stare al passo coi tempi e di aprirci alla cosmopolia, visto che abbiamo la fortuna di avere turisti da tutto il mondo, non facciamoci riconoscere per l'intramontabile provincialismo di cui siamo impregnati. Mai stati a Cannes durante il Festival del film? La città non dorme e i turisti abbondano. Ringrazio il Municipio cittadino per aver voluto giustamente concedere i permessi per tutti gli eventi del dopo e dell'attorno festival e spero che non si lascino condizionare dalla commissione di supervisione che gli scontenti vorrebbero appioppargli. E per le strade, ho sentito molta gente che è del mio stesso parere a prova che non tutti, per fortuna, sono dei negativisti. Naturalmente ora le polemiche si allargano a macchia d'olio, toccando anche altri tipi di manifestazioni (rock open air di Brissago per es). Mi sembra di cogliere un che di invidia per chi sa divertirsi, da parte di chi è troppo chiuso per farlo e che vede risse e depravazione dappertutto e ad ogni costo. Michela Strozzega

Ciao redazione di re.set, ciao Gabi, Son contento che finalmente anche in Ticino c’è una rivista del genere, è originale il modo come presentate le giovani realtà ticinesi. Apprezzo in particolare la rubrica Localcorner e quando finisco di leggere un articolo mi spiace sia già finito... Mi domandavo se non è possibile dedicargli magari una pagina in più, anche perché ci sono davvero molte band (piccole) in Ticino! Inoltre noto che approfondite gruppi o artisti che hanno appena conosciuto il successo, forse per soddisfare una curiosità del lettore, che magari ha sentito solo una track alla radio... sarebbe interessante presentare band sconosciute ai più che però hanno magari più capacità di chi ha avuto fortuna. E’ necessario però che siano i gruppi stessi a farsi vivi. Non è che potreste pubblicare un articolo sui Vad Vuc, ormai noto gruppo folk sottocenerino? Sono molto bravi, e volevo augurargli buona fortuna, come a molti altri complessi della Svizzera italiana, cito Nited, Confused, Eva Kant, Miss Novembre, i grigionesi Roots Of Death, oltre a Skandal Spreaders e Devil Skins... non consideratela pubblicità a questo punto! Molti di questi gruppi suonano solo per passione, e i soldi non sono il loro primo obbiettivo, ed è da ammirare, ALTRO CHE GIOVENTÙ SENZA IDEALI! Chiudo chiedendo se sareste disposti a pubblicare articoli non scritti dai redattori, ma dai lettori stessi... Grazie per avermi ascoltato (se avete letto) e beh: ciao e auguri _lpp

Michela si riferisce alle polemiche sorte in seno all’associazione Locarno Tranquilla e tra gli albergatori di Locarno, per presunti schiamazzi e disordini durante il Festival del Cinema e altre manifestazioni open-air estive.


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product

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Rimmel Exagerate Full Volume and Curl Mascara Per cacciatrici di cuori Un battito di ciglia su occhi languidi, niente di più provocante! Lo sguardo di ogni donna può essere accentuato con un mascara che infoltisca ed allunghi le ciglia: Rimmel propone ora il suo nuovo Exagerate Full Volume and Curl Mascara, un prodotto d’alta qualità che permette d’infoltire, ma soprattutto d’allungare oltre misura le ciglie, in maniera semplice e pratica grazie all’innovativa spazzolina che permette una perfetta applicazione senza sbavature. In vari colori di moda (consigliamo il nero, adatto a tutte), il Rimmel Exagerate Full Volume and Curl Mascara è da tenere nella borsetta come l’amico fedele di tutte le donne che vogliono colpire al cuore delle loro prede scoccando uno sguardo misterioso e ombreggiato da ciglia decisamente esagerate. Da provare, sarà una strage di cuori!

Nivea Trendline Metallic Contrasti brillanti Accenti brillanti s’accendono per la stagione autunnale, e Nivea presenta la nuova collezione di cosmetici beauty che appaiono perfetti per il trend. Contrasti brillanti si fondono nelle tonalità del bronzo, del marrone e del rosso mattone, completando il trucco in un alone luminoso e scintillante. La nuova linea Trendline Metallic, è appositamente adatta al trucco per l’autunno: per esempio il blush, quest’anno protagonista del trucco soprattuto nello stile anni ’80 tornato ora in voga, è formato da pigmenti in alta concetrazione che conferiscono una tinta intensa, e da particelle metalliche che riflettono la luce per un finish satinato e seducente. Metallic Eye Shadow è l’ombretto disponibile in tre tonalità: delle ombre di colore per le palpebre d’un brillante generoso, formate da sostanze dolci e carezzevoli, impalpabili e raffinate. Un tocco di quest’ombretto conferisce profondità ed intesità di sguardo. A complemento della gamma Trendline Metallic c’è il Gloss Lacquer, un rossetto ad alta tenuta dai riflessi satinati e il Soft Liner, una matita per gli occhi dal tocco preciso e morbido. Un tocco di Nivea Trendline Metallic, e sarete uno spettacolo fiammeggiante!

Vichy Aéra Teint .. e vai sicura Un fondotinta che non macchia mai? Che sia impalpabile e vellutato? Che protegga la pelle dai nocivi raggi solari? Ecco a voi l’Aéra Teint di Vichy, un prodotto perfetto per le donne che preferiscono non dover pensare al trucco durante la giornata. Il fondotinta Vichy Aéra Teint dura fino a sera, è ipoallergenico, ha un fattore di protezione indice 10, è facile da stendere, ha una consistenza cremosa ma per niente oleosa e conferisce una tinta unita e naturale senza alcuna imperfezione. Il fondotinta ideale per la donna attiva…

Cover Girl WetSlicks Labbra come poesie Le labbra hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella storia della bellezza. Un sorriso, un bacio, un’espressione imbronciata: momenti di un fascino irresistibile e magnetico. Nella quotidianità spesso basta un velo di rossetto per far sentire a posto la donna attiva e moderna, un tocco di colore e via…La moda di stagione impone labbra lucide e molto brillanti, dai colori vinilici e trasparenti. Cover Girl WetSlicks sono i rossetti ideali per un tocco di luce in più, adatti a tutte situazioni: luminose di giorno e glamour di sera. La loro formula idratatante protegge le labbra satinandole in maniera morbida, non appicicosa. Scintille di colore e luce accendono le labbra che diventano così protagoniste della bellezza d’ogni donna. Varie e trendy le tonalità a disposizione. Con Cover Girl WetSlicks’ le vostre labbra ispireranno poesie e canzoni…


Dov’è la festa? La sera del 18 luglio era presso il Living room di Lugano, in occasione del primo re.set party. Protagonista della serata la band Pussywarmers (un nome, una garanzia!) la quale, durante questa sua prima apparizione dal vivo, ha letteralmente surriscaldato il locale grazie alla sua contagiosa simpatia e al coinvolgente, ritmato, sanguigno rock’a’billy. Dopo il concerto la serata è proseguita con l’ottima animazione musicale di Chris e Paola, una coppia di pazzi scatenati che hanno deliziato i presenti con la loro accurata selezione di musica indie ed alternative rock. Ringraziamo tutte le persone che sono intervenute in gran numero: la partecipazione era unita e l’atmosfera elettrica. Ecco quel che si dice una serata fantastica… ce ne saranno altre, promesso! Foto di laura grümann


report

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trend.setters

Sacchetti profumati Canapai in Ticino, ormai una questione scottante. Sulle pubblicazioni ticinesi si sono letti molti pareri discordanti, ed ormai ognuno di noi si fatto una personale opinione. Durante i recenti interventi delle autorità, si è evidenziato il consistente giro d’affari che ruota attorno alle coltivazioni e ai negozietti che vendono la canapa. Un enorme giro d’affari, si parla di cifre grosse e tonde, con molti zeri. Cifre raggiunte con la produzione di grosse coltivazioni di cannabis e vendute in gran parte nei famigerati sacchetti profumati.

IMILE FAC-S

Siamo onesti: non esiste una persona al mondo che abbia utilizzato i sacchetti odorosi per profumare gli armadi. Il contenuto dei sacchetti si fuma, punto. Allora, a chi è destinata la “mèri ”, o più semplicemente, l’erba da fumare? E’ su questo punto che vorremmo focalizzare l’argomento. Un pomeriggio tipo in un qualsiasi canapaio del Cantone. Dalle 14.00 alle 16.00: gli acquirenti che circolano sono perlopiù giovani sfaccendati, disoccupati, studenti che stanno bigiando e “turisti” italiani di passaggio. Questo è pure l’orario della spesa di alcune casalinghe. Queste comprano la birra di canapa che è naturale, la pasta di canapa che è gustosa, il sapone di canapa che fa la pelle morbida e la t-shirt di canapa che non fa sudare. E già che ci sono prendono anche un sacchetto di canapa. Per metterlo in un armadio o nel cassetto della biancheria, direte voi. Eh, sì, sì! Dalle 16.00 in poi la fauna cambia. Nel negozietto inizia un andirivieni di svariati personaggi di tutte le età: l’impiegato di banca occhialuto, l’assicuratore rampante, la commessa alla moda del negozio di moda, il parrucchiere intellettuale, l’executive stressato ed impegnato, la procace segretaria di uno studio legale, e così via… Qui non stiamo parlando di fricchettoni stile anni ’70, tutti perline ed incenso ed occhi gonfi. Qui si parla di una fauna eterogenea formata da persone di tutti i tipi, di persone cosiddette normali. Fino ad oggi si è polemizzato sulle mega-coltivazioni indoor e outdoor presenti sul territorio. Si è parlato di depenalizzazione si o no, canapai si o no, mèri terapeutica si o no. Si è straparlato di un medico che prescriveva la canapa per scopi clinici, come si è fatto di una miriade di fiduciari che si sono arricchiti all’ombra delle piantine verdi. Si è anche parlato di giovani minorenni che s’addormentano sui banchi di scuola durante le lezioni, e d’italiani che si credono dei gran furbi alla dogana. Ecco: questi sono i cosiddetti clienti (ma anche definiti come cannaioli o drogati) fino ad ora ufficialmente riconosciuti come tali. E’ grazie a questi che i grossisti si sono arricchiti? Non crediamo proprio. La regola dice che dove c’è tanta offerta, c’è anche tanta domanda. Di tutta la gente, ossia la maggioranza, che compra la canapa in un sacchetto vacuum nessuno ha parlato. Sono i clienti ideali: è gente maggiorenne e vaccinata, che ha i soldi da spendere ma senza esagerare, che non causa problemi, che non combina cazzate, che in definitiva ha la testa sulle spalle. E fuma con cognizione e moderazione. Gente come tutti noi… gente che non direste mai.


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report

trend.setters di claudio d’agostino

Dietro le quinte della comunicazione Tra i nuovi mestieri, quelli per intenderci nati meno di cinquant'anni fa, uno tra i più interessanti è quello del copywriter. Il professionista della parola: il suo lavoro è creare le centinaia di messaggi pubblicitari che giornalmente ascoltiamo alla tv, leggiamo sui quotidiani, vediamo lungo le strade.

"Crema da sole… Che cosa si può dire di una semplice, banalissima crema da sole? Beh, allora: ha un buon profumo, non fa prendere le scottature, la usa Claudia Schiffer… No, non va bene! E poi dicono che il copywriter è un creativo! Quasi quasi dico di metterci la foto di una bellona in topless, così la gente se la rimiria per benino e non fa caso a quello che scrivo io."

Eh sì, la vita del copywriter non è certamente tra quelle più facili. Immaginate voi stessi un lunedì mattina alle 08:00, con due enormi borse sotto agli occhi per via delle scorribande notturne durante il week-end, a fissare un barattolo di cibo per gatti con l'angosciante consapevolezza di dover trovare un messaggio pubblicitario interessante-creativo-rassicurante entro l'ora di pranzo. Terribile! E’ proprio in questi frangenti che si distingue il vero professionista: senza mai farsi prendere dal panico, lui passeggia, sfoglia riviste, osserva, tocca, annusa e se necessario assaggia il prodotto. Poi passeggia di nuovo, parla con i colleghi, magari prende un caffè e ritorna all'attacco. L'idea giusta è lì da qualche parte, e non aspetta che di essere trovata. Un logo, una scritta su di una scatola, una smorfia del vicino di scrivania. Basta un niente ed ecco che scatta il "clik" creativo. A quel punto il copywriter sembra esser stato morso da una tarantola. Si agita e suda mentre i suoi occhi iniziano a luccicare. Afferra il primo foglio che gli capita a tiro e a ritmo allucinante ci butta sopra tutto quello che gli viene in mente. Più tardi ci sarà il tempo di scegliere e raffinare le parole.

PAUSA CAFFE’ Ok, l'idea c'è. A questo punto affiora il lato più serio del professionista. Si tratta di scovare le parole migliori in mezzo a tutto il ben di Dio che ci offre la nostra lingua. Chiarezza e semplicità. Il messaggio deve essere breve ed efficace. In questa fase il copywriter attinge alla sua esperienza ed alla sua formazione per comprendere e definire il linguaggio, il tono e gli argomenti da utilizzare per comunicare esattamente quello che vuole dire al suo pubblico. Ecco fatto! Dopo un numero variabile di caffè, imprecazioni e passeggiate, il copy si presenta sorridente al suo capo con le migliori due-tre proposte. Nella sua mente è già chiaro quale sia la migliore, ma ne ha sempre pronta una di scorta, fosse anche solo per evidenziare il suo impegno nello svolgimento dell'incarico. Una professione originale, quella del copywriter: divertente e creativa. Mille anni luce lontana dal lavoro in banca. Niente regole rigide, anche perché quando si parla d’ispirazione e creatività ognuno ha il suo modo di procedere. Conosco un ottimo copy che dopo aver passato tutto il pomeriggio impegnato in un'avvincente partita di battaglia navale con il proprio capo, ha trovato l'idea giusta all’ora di cena, riuscendo a consegnare il progetto finito la mattina successiva. Niente orari. Il copywriter lavora sempre e non lavora mai. La fantasia non funziona a comando, confinanta nelle canoniche otto ore d'ufficio, per cui non è possibile definire con precisione i tempi del suo lavoro. Un vantaggio non trascurabile nei confronti del capo…



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repor t

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f r u s e t Ki dicato De agli bati o acr

e isol alle a f ni il kii an sti, a se urfi n s e i pp de nel oa diso Nat atto p ara p im già nde aii, t ac gra n Haw o por c s i l a r deg ent faale urf àe ndi tes o bilit i m s i a m à, v che ora arit risti col pan e a t t t t ara Spe le c a tici. no o iplin qua s disc zzo i l a i t v ’u aluo àd agli ta n s e cilit r e dia qu invi i di da ent c e t n i n v ie tici. qua ha n c n a rt no spo che lari o c ta pet tri s


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Il kitesurfing è la nuova eccitante disciplina sportiva ibrido tra aquilonismo da trazione e surf che è letteralmente esplosa la scorsa estate sulle spiagge di Maui alle Hawaii e sta dilagando in tutto il mondo. E’ un felice connubio di aquilonismo, sci nautico, surf, wakeboard e windsurf. In sostituzione della tradizionale vela, utilizza la potenza sviluppata da aquiloni manovrabili a due o quattro cavi; all’incredibile capacità di traino, paragonabile a quella di un potente motoscafo, l’aquilone aggiunge anche la trazione verticale, permettendo agli atleti salti fino ad ora inimmaginabili. Kitesurf: Unit 1 - Lesson 1 Per prima cosa cercate di pensare al kitesurf come ad un mix di discipline diverse. La sensibilità di un windsurfer per manovrare al meglio l’ala, la partenza e la conduzione in acqua del wakeboarder, l’assetto e l’impostazione freestyle dello snowboarder. Ma potremmo trovare anche altre similitudini, al parapendio per esempio, al surf, allo skate, ecc. Esistono due tipi di ali (aquiloni) maggiormente usati. L’ala a cassoni, chiamata così per via delle tasche che la rendono molto potente, e l’ala gonfiabile. L’ala a cassoni sviluppa molta più potenza a parità di superficie, ma è difficilmente rilanciabile dall’acqua per via delle tasche che tendono a riempirsi d’acqua. L’ala gonfiabile, più affermata, è invece meno potente, ma facilmente rilanciabile dall’acqua, poiché è costituita da uno scheletro gonfiabile che ne mantiene la forma. Ci sono naturalmente ali piccole e grandi, da utilizzare secondo la forza del vento: le più usate sono quelle con una superficie intorno ai 10-12 mq. L’ala è collegata ad una specie di boma da due o quattro cordini molto resistenti, più un cordino d’emergenza collegato al polso del kitesurfer che, in caso di perdita di controllo, chiude l’ala facendola precipitare in acqua. Le tavole sono di vario tipo: le monodirezionali hanno la forma di un surf con delle cinghie (straps) dove infilare i piedi e sono le più adatte ai principianti per via del loro volume. Le bidirezionali asimmetriche hanno la punta e la coda uguali, permettono andature in fakie (all’indietro) e presentano un bordo esterno più lungo (quello che lavora in acqua) e uno più corto, i piedi prendono posto in straps oppure in scarpette in neoprene. Infine ci sono le bidirezionali simmetriche, praticamente con le tavole da wakeboard.

Kitesurf: Unit 1 - Lesson 2 Sicuramente avrete presente il film Point Break, con un giovanissimo Neo alle prese con i ladriPresidenti, per giunta surfisti. Per infiltrarsi nel clan, lui giovane-agente-che-non-aveva-maivisto-il-mare e tanto meno una tavola da surf, aveva dovuto farsi dare lezioni. Non vi dico che per imparare il kitesurf sia necessario trovarsi un istruttore donna, per giunta come un bel visino, ma fare un po’ di pratica sulla spiaggia prima di pensare a volare sulle onde, ebbene questo sì. Perché come sappiamo tutti la potenza è nulla senza controllo. A parte gli scherzi, la fase d’allenamento con l’aquilone non deve esser trascurata; è in questo primo training che il corpo può imparare ad essere aggressivo e veloce nel bilanciare ed assorbire la spinta dell’ala. Del resto è la superficie dell’ala a contatto con il vento che permette di compiere evoluzioni spettacolari sopra le onde. Il kite è uno sport innovativo proprio perché chi lo pratica non si limita a cavalcare le onde. L’aquilone quindi è il plus di questo sport: riuscire a controllarlo e a mantenerlo dentro la “finestra” - quello spazio compreso fra 80° a destra e 80° a sinistra del surfer - permette di sfruttarne la potenza e la trazione causata dal vento. Se l’ala dovesse uscire dalla finestra, essa precipiterebbe in acqua. Silvaplana free-style Per chi volesse cimentarsi in questo fantastico sport durante queste ultime giornate estive e non vuole allontanarsi troppo da casa, suggerisco la Scuola di kitesurf del lago di Silvaplana, vicino a St.Moritz. Per maggiori informazioni in merito: www.kitesailing.ch


Graffiskate 2003 4 ottobre Piazza Grande - Locarno Torna come ogni anno la seguitissima manifestazione Graffiskate di Locarno. Un’occasione unica che, oltre ad essere l’ultima manifestazione open-air della stagione estiva, offre un ampio spazio per l’espressione dei giovani del Cantone e della vicina penisola. Graffi e colori Graffiskate ospiterà vari giovani graffitari ticinesi, svizzeri ed italiani, i quali avranno la possibilità d’eprimere i loro graffiti in Piazza Grande, su quaranta pannelli di 2,5x1,5m ciascuno. Il risultato è uno spettacolo per gli occhi: i grafiti che si sviluppano in tempo reale sui pannelli esposti in piazza si rivelano sempre interessanti, colorati e vivaci. Un’arte giovane da non sottovalutare… Skate-nati Altro momento topico della manifestazione sarà il contest sulla rampa appositamente messa a disposizione per l’evento nella Piazza Grande di Locarno. I riders si lanceranno con i pattini in linea o con lo skateboard. Nel frattempo altri giovani si esibiranno nelle loro evoluzioni acrobatiche nell’ambito di un free contest di break dance, e se ne vedranno delle belle, sicuro! Il tutto è sostenuto dalla musica più consona all’avvenimento: nell’ambito del progetto The Music Club quest’anno s’intende dare particolare spazio ai gruppi musicali di hip hop e rap, avendo a disposizione un palco con un impianto audio professionale. Info Graffiskate è un evento assolutamente da annotare sull’agenda! I giovani graffiskaters che parteciperanno invitano tutti i ticinesi, grandi e piccini, a venire presso questo grande megaparty dove la fantasia giovane la fa da padrona. E’ aperto a tutti sabato 4 ottobre (11 ottobre in caso di brutto tempo) dalle 11.00 alle 18.00, e le attività si svolgono in Piazza Grande a Locarno. Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla giornata dedicata ai graffiti, al ballo del contest libero di Break Dance e allo sport sulla rampa per skate e inline. Il termine per l’iscrizione per partecipare è il 20 settembre (tassa di 20.- franchi per i graffitari). Per informazioni: Diario e/o Tazebau tel 091 756 15 45 email: info@tazebau.ch www.tazebau.ch


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hi.tech di alessio cassis

Silicon Valley Il declino di un impero? Fin dagli anni settanta Silicon Valley è stato sinonimo di tecnologia e innovazione. Prima con l’avvento dei personal computer, e più tardi con Internet, questa regione a sud di San Francisco ha conosciuto un’evoluzione economico-tecnologica senza confronti.

La sindrome di geek Nell’ultimo numero di re.set vi ho parlato, seppur scherzosamente, di come questi fanatici dell’informatica abbiano qualche difficoltà a relazionare con l’universo femminile. Allora, quale miglior posto se non la Silicon Valley per permettere ad un geek di trovare l’anima gemella? Così non è raro che i nostri timidi eroi trovino nella vicina di scrivania la dolce metà che condivida la passione per Linux e Star Trek, di modo che, tra una query SQL e l’altra, sbocci l’amore. Niente di male sin qui, se non che nei soli anni Novanta i casi d’autismo in California sono triplicati, in particolar modo nella contea di Santa Clara… Non esiste ancora uno studio approfondito sull’argomento, ma un’ipotesi seppur provocatoria affermerebbe che l’unione del DNA di questi geni dell’informatica e della matematica porti ad un aumento delle probabilità che i figli siano colpiti da autismo o dalla sindrome di Asperger, sua variante meno grave. Per saperne di più: www.esterni.unibg.it

Considerato da molti il simbolo della new-economy, Silicon Valley è diventato il faro seguito senza indugio da tutto il mondo: il paradiso dove piccole startup minacciavano i giganti dell’economia con i loro guadagni milionari e dove neo-laureati occhialuti in pochi mesi ottenevano delle carriere folgoranti. Inoltre, Silicon Valley è diventato con gli anni uno stile di vita, una nuova cultura che ha catturato l’immaginario collettivo e a cui molti paesi si sono ispirati come modello. Ora tutto sembra cambiato. Il Nasdaq, il cui andamento sembrava seguire la legge di Moore (quella del raddoppio della potenza dei processori ogni 18 mesi), si è sgonfiato improvvisamente, e la parola “disoccupazione” è rientrata di forza nel vocabolario della Valle, con un seppur moderato 7%. La fine è vicina? Sicuramente no, ma le cose sembrano cambiate per sempre. Non dimentichiamoci che Apple, Yahoo!, Hewlett-Packard, Oracle e Sun Microsystems sono solo alcuni dei colossi presenti nella Silicon Valley, che da sola genera una cifra d’affari di 40 miliardi di dollari, pari al 40% della cifra dell’intero stato della California. Senza contare che delle prime cento società tecnologiche al mondo, almeno venti si trovano nella contea di Santa Clara. La formula magica della Valley è data essenzialmente da tre fattori. In primo luogo v’è la collaborazione con il mondo accademico. L’università di Berkeley è da sempre, assieme al MIT di Boston, uno degli ambienti più prolifici per quel che riguarda l’innovazione informatica. Basti pensare che un certo Steve Jobs, il papà della Apple per intenderci, vede la sua passione nascere proprio ai laboratori Berkeley. Il secondo fattore è il capitale: complici i primi successi della Silicon Valley, una quantità enorme di capitale pronto da investire arrivò da tutti gli Stati Uniti. Chi aveva una buon’idea non trovava grossi problemi nel raccogliere il capitale necessario a realizzarla. Terzo: grazie alla fama acquisita in pochi anni, le menti migliori d’America e del mondo confluirono nella Valle portando nuove idee e contribuendo così ad ampliarne il patrimonio creativo. Insomma, una buon’idea, delle menti creative e un’iniezione di danaro bastavano a far decollare qualsiasi progetto.Ora non è più così. Dopo il crollo del Nasdaq le società che hanno semplicemente cavalcato l’onda senza eseguire delle previsioni a lungo termine si sono trovate nei guai. Le idee, per buone che siano, non trovano più i soldi così facilmente senza delle approfondite ricerche di mercato. Oppure sono realizzate da società affermate e consolidate nel campo specifico. La Silicon Valley ha perso molto di più di qualche segmento di mercato. L’alone di magia e il fascino esotico che aleggiava attorno a quest’immenso polo industriale si sono dissolti. Nessun guarda più alla Valley come ad un esempio di strategia commerciale e influenza culturale, e coloro che una volta cercavano un lavoro che li realizzasse, ora cercano piuttosto un impiego che permetta loro di pagare le bollette. Forse è solo questione di tempo prima del prossimo boom. Dalla biotecnologia e dalla nanotecnologia ci si aspettano grandi cose, ma se anche il successo dovesse provenire da questi campi, come può un informatico o un matematico riciclarsi nel campo della fisica e della medicina?


webcorner

019

websoft Winace 2.5

Steganos Security Suite 5

Because sometimes size does matter.

Lo scrigno per i tuoi segreti.

www.winace.com

www.steganos.com

Si avvicina il momento per una release stabile di WinAce 2.5, assieme a WinRar, il maggior concorrente di WinZip per il mercato PC. Il vantaggio di WinAce rispetto a WinZip è essenzialmente la quantità di estensioni supportate. Con WinAce potrete infatti comprimere e estrarre dati da più di 15 tipi di file differenti. Inoltre, dalla versione 2.5 è stato aggiunta la possibilità di estrarre file dal celebre formato .iso. Naturalmente, oltre alle estensioni .ace e .rar, è supportato l’ormai standard di fatto .zip.

Non c’è bisogno di avere la paranoia da Grande Fratello, o essere dei fanatici delle teorie del complotto per utilizzare questa suite di cifratura dei dati. E’ un dato di fatto che qualsiasi trasmissione di dati su Internet può venire registrata, ragion per cui, se si inviano dati sensibili, è sicuramente buona cosa dotarsi degli strumenti necessari a proteggersi. Questo software di Steganos permette di cifrare facilmente le e-mail grazie a un plugin per Outlook, può creare dei dischi virtuali criptati e possiede un gestore per stoccare in un ambiente sicuro le vostre password. Va da sé che Steganos Security Suite 5 è in grado di utilizzare la steganografia, la tecnica che permette di nascondere dati cifrati all’interno di immagini o file audio senza corromperne la qualità. (costo 44.95 EU)

Da notare che dal sito di WinAce è possibile acquistare una licenza a vita, che vi darà diritto di ricevere gratuitamente tutte le versioni che seguiranno! (costo 29 $)

www.rpgdot.com

www.xiiin.com

www.extremefondue.ch

www.iltempiodisatana.com

L’estate è il periodo in cui di solito si stacca la spina dal proprio PC per darsi ad attività più salutari e sociali. Con l’arrivo dell’autunno si fanno le prime prove generali per verificare che tutto sia ancora funzionante, dopo di che ci si comincia ad organizzare per le lunghe e fredde serate invernali… Se siete, come il sottoscritto, amanti dei giochi di ruolo, non potete fare a meno di dare un’occhiata al mitico rpgdot.com, sempre aggiornatissimo sulle novità del momento e sui titoli che verranno.

Il sito coreano xiiin.com è uno splendido esempio di come si possano utilizzare le potenzialità di Macromedia Flash per fare di una pagina web qualcosa di veramente speciale. E, parola mia, raramente si vedono delle animazioni tanto complesse e ben studiate. Senza contare che il sito è ancora nella fase beta, per cui ci sarà da aspettarsi delle novità nei prossimi mesi. Unico inconveniente di questo sito è che se non disponete di una connessione a banda larga e di un PC performante, difficilmente riuscirete ad apprezzarne le qualità.

Immaginate di unire all’amore per la fondue, il gusto per l’estremo e la voglia di sorprendere a qualsiasi costo. Così nasce extremefondue.ch, il sito di un gruppo d’amici neocastellani che hanno elevato una delle nostre specialità nazionali a sport estremo. Detto fatto, ecco i nostri eroi consumare placidamente gustose fondue all’interno di cabine teleferiche, di cinema, tram, su un pedalò o ancora all’interno dell’arteplage di Neuchâtel durante l’esposizione nazionale. Sul sito troverete le foto delle loro memorabili imprese accompagnate da una breve descrizione, ricette e altre informazioni su questo piatto tipico.

Calma gente, vedo già una buona parte di voi storcere il naso su questa mia scelta apparentemente poco convenzionale. Di norma i media parlano di satanismo solo quando qualche psicopatico sacrifica la vicina di casa nel garage o fa strage dei propri amichetti nella scuola di turno. Se però siete curiosi sull’argomento, in iltempiodisatana.com si spiega come in realtà il satanismo sia una religione e una filosofia di vita; nella quale droga, violenza gratuita e oscenità non hanno nulla a che fare con il culto per il maligno. Inoltre potrete trovare numerosi articoli e testi in cui si spiega il pensiero satanista e in cui si cerca di sfatare i luoghi comuni che accompagnano questo culto.


020

product

hi.tech di alessio cassis

Cyberflash Niente e-mail? Meglio il divorzio…

Yahoo! compra Ouverture Services

Uno studio condotto dalla società Veritas, leader nel settore dei software di gestione dei backup, ha rivelato che per gli IT manager, coloro che si occupano della gestione dei sistemi informatici, sentono in pericolo il proprio posto di lavoro se il servizio e-mail resta inaccessibile per 24 ore. Se il problema persiste per una settimana, lo stress causato è paragonabile solo al divorzio o ad un incidente d’auto.

Sembra ormai cosa fatta. Yahoo! ha annunciato che entro la fine dell’anno acquisterà la società Overture Services. Che sarà mai, direte voi? Vi basti pensare che la Ouverture controlla i portali di AltaVista.com e AllTheWeb.com, ossia i maggiori rivali di Google e Yahoo!. Con questa mossa Yahoo! spera di fermare la (finora) inarrestabile ascesa di Google in campo pubblicitario.

Berlusconi si fa squattare RIAA all’assalto degli utenti P2P La RIAA, Recording Industry Association of America, nemico numero uno degli utenti di sistemi peer-to-peer, ha iniziato la sua campagna dissuasiva, facendo richiesta ai provider americani di centinaia di nomi di utenti che hanno utilizzato la tecnologia p2p per scambiare illegalmente brani mp3. La RIAA tuona: vi avevamo avvisati. Ma nel frattempo il MIT di Boston e altri celebri atenei americani si rifiutano di collaborare.

Magra figura, l’ennesima per la verità, per il semestre di presidenza italiana all’Unione Europea. Ogni governo che s’insedia, dovrebbe acquisire il dominio eu seguito dall’anno e dal dominio del proprio paese. La cosa non è stata fatta, e così il nome eu2003.it è stato riservato da un giovane belga, che ha messo in piedi un bel sito di critica al Cavaliere. Che il povero Silvio fosse troppo occupato a dare del nazista al cancelliere tedesco?

Google diventa Googlecrack AMD raddoppia: in arrivo Athlon 64 Dopo che Apple ha lanciato sul mercato il nuovo Mac a 64 bit, AMD, principale rivale di Intel, ha rivelato che intende presentare la nuova famiglia di chip x86 con architettura a 64 bit. Agendo in anticipo rispetto ad Intel, spera così di riguadagnare il terreno perso negli ultimi anni. La nuova CPU sarà naturalmente compatibile con gli attuali software a 32 bit.

Kiss Plasma TV Fatevi tentare

Simpatica anche se poco legale l’iniziativa di due giovani smanettoni. I due, acquisito l’indirizzo www.googlecrack.com, hanno messo su una pagina del tutto simile a Google, ma per la ricerca di crack e seriali. Data la fama e il successo ottenuto, i visitatori del sito sono diventati subito decine di migliaia. Successo che deve aver smosso lo stesso Google, visto che ora il sito non sembra più essere on-line.

Victorinox CyberTool Il futuro tra le lame Il nuovo Kiss Plasma TV è una delle tentazioni che ci aspettano per questo autunno. Uno schermo ad alta definizione da 42 pollici (1020mm x 610mm) e un lettore DVD integrato che supporta i formati DivX 3.11, 4 & 5, XviD, CD, MP3, Ogg Vorbis, MPEG-4, CD-RW/DVD-RW, JPEG sono le peculiarità di questo prodotto, senza dimenticare che c’è la possibilità di connettersi con la rete wireless Ethernet al proprio PC (con tutti i vantaggi che potete immaginare!), oltre che a tutte le connessioni standard per installare un ascolto da home cinema… Che volete di più? A proposito, si può anche vedere la televisione! www.kiss-technology.com

Grazie alle loro speciali qualità i coltellini Swiss Army Knives della Victorinox sono divenuti leggendari. Sono dei compagni fedeli come l’orologio per migliaia di persone nel mondo. Addirittura, i coltellini Victorinox fanno parte dell’equipaggiamento ufficiale delle squadre degli Space Shuttle della Nasa… tra le novità eccovi il CyberTool, appositamente sviluppato per la nostra epoca dove il computer e l’elettronica dominano tutti gli aspetti della vita. Il CyberTool della Victorinox, con i suoi tredici elementi utili a chi traffica con i computer e l’elettronica, costituisce un aiuto prezioso in ambito lavorativo, domestico e hobbystico. Come tutti i coltelli Victorinox, il coltellino da tasca CyberTool è allo stesso tempo elegante e compatto. Qualsiasi elemento del CyberTool è rapidamente estraibile. Un'altra primizia: il nuovo look trasparente ai lati, che fa tanto cyber… Un must per ogni geek che si rispetti!

IPod Sempre di più

TTX1 Numark Stabilità e tecnologia

Rispetto a due compact disc, il nuovo iPod risulta più leggero del 15%, più piccolo del 65% ed è in grado di accogliere oltre 7000 brani in più. Il nuovo iPod vi offre una capacità di archiviazione eccezionale, grazie ai dischi rigidi da 10GB, 15GB e 30GB. Potrete archiviare 24 ore su 24 per tre intere settimane di musica, oppure una nuova canzone al giorno per i prossimi vent’anni! Il nuovo iPod è stato riprogettato con un’interfaccia “all-touch” per una maggiore durata e una più alta sensibilità, e con lo schermo LCD e pulsanti retroilluminati per una visibilità superiore in condizioni di scarsa illuminazione. iPod vi regala la più alta qualità audio supportando i formati audio maggiormente diffusi, tra cui MP3 (fino a 320Kbps), MP3 Variable Bit Rate (VBR) e WAV. E’ l’unico lettore portatile di musica digitale in grado di supportare il formato AAC (solo per Mac), che presenta audio di qualità CD in documenti dalle dimensioni inferiori rispetto agli MP3, così più canzoni troveranno posto nel vostro iPod. L’avventura non è finita, e i più grandi Dj l’hanno già capito: su http://sonar.emisiondigital.com/index.php3 è possibile sentire lo speciale Dj set di Richie Hawtin effettuato unicamente con lo straordinario ausilio di iPod…

TTX1 della Numark è un giradischi che ridefinisce lo stato dell’arte dei turntable per Dj. Grazie al suo peso di 13 Kg, questo piatto per Dj dal design innovativo fornirà stabilità e professionalità fino ad ora attribuite esclusivamente ai famosissimi Technics 1200/1210, doti accoppiate ad importanti peculiarità delle nuove tecnologie applicate alla musica. Le velocità di rotazione sono 33, 45 e 78; quest’ultima si attiva premendo simultaneamente i tasti 33 e 45. Il pitch control offre quattro differenti range: +/- 8, 10, 20 e 50%. Davvero interessante la presenza della funzione Key Lock (conosciuta ai più come Master Tempo), attivabile dall’omonimo pulsante e sfruttabile solamente se si utilizzano le uscite. Presente anche un’uscita digitale in formato S/PDIF coassiale 44.1 kHz per la connessione diretta ad apparecchiature digitali che consente, previa conversione A/D, la trasmissione digitale delle tracce presenti nei nostri vinili. L’utente potrà impostare la velocità di avvio e stop della rotazione della tavola, grazie ad un apposita rotella sita sopra i pulsanti Play/Pause: dal classico start/stop secco al più lento stile rotella On/Off dei giradischi per Dj. TTX Numark, e che la musica continui…



022

hi.tech di michael bartolotti

Fall’s preview Festa grande quest’autunno per tutti i giocatori incalliti. Oltre alla valanga d’illustri seguiti di videogiochi famosi, alle porte s’intravedono anche titoli inediti che faranno sicuramente parlare di sé. Reduci quest’anno da una ricca presentazione di titoli all’E3, la più importante manifestazione di videogiochi al mondo svoltasi come ogni anno a Los Angeles, i mesi che seguiranno saranno una sorpresa continua. Meglio non dilungarsi troppo in convenevoli ma presentare le novità più importanti che si affacciano al panorama videoludico elvetico. Cominciando dalle novità per la Playstation 2 direi che senza ombra di dubbio Gran Turismo 4 sia una delle attese maggiori per questa console. A distanza dalla sua uscita risalente ormai all’anno scorso, resta uno dei migliori prodotti della sua categoria. Oltre alla grafica migliorata molte saranno le novità incluse tra cui anche la possibilità del gioco on-line. Altri titoli caldi saranno seguiti di giochi famosi tra cui Zone of the Enders 2 gioco di robot per gli amanti dei manga giapponesi, Jack II seguito del famoso platform della Naughty Dog e molto altro. Attendiamo speranzosi l’introduzione del servizio Sony-Online e dell’hard disk per PS2 anche da noi in Europa, per poter provare giochi del calibro di Final Fantasy XI uno dei giochi di ruolo più famosi del globo. Gran Turismo 4

Xbox

Playstation 2

Cadono le foglie, avanzan le stagioni e in attesa della neve avvampino i nostri cuori…

Nintendo

Fable

PC

1080° Avalanche

Half life 2

Passando alla Xbox, Fable è uno di quei titoli che vi dovrà entrare in testa, poiché se le promesse verranno mantenute, ci troviamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione del modo di giocare i giochi di ruolo. Tutto quello che farete avrà delle conseguenze nel futuro delle avventure che sarete chiamati ad affrontare. Ogni cosa potrà essere modificata, a partire dalla fisionomia del protagonista a dipendenza che scegliate la via della spada o della magia, fino al comportamento delle persone che incontrerete nel corso delle vostre peripezie.Tra i giochi di auto, Project Gotham II con una grafica sulla soglia del foto-realismo e una giocabilità migliorata rispetto il suo predecessore. Aspettiamo speranzosi l’uscita di Halo 2, seguito di uno dei giochi più venduti in assoluto per la console di casa microsoft. Altre uscite da ricordare sono Star Wars: Jedi of the old repubblic, considerato da chi ha già provato la versione americana, uno dei migliori giochi di guerre stellari uscito fino ad ora e l’ultima creatura di casa Tecmo (i creatori di Dead or Alive 3), Ninja Gaiden, gioco d’azione che promette di fare scintille.

Eccoci a casa Nintendo con ricche novità sia sul campo Gamecube che in quello della portatile Game Boy Advance: sul fronte Gamecube ci aspettano uscite dell’ordine di F-Zero GX gioco di corse futuristico che v’impegnerà alla guida di vetture a propulsione ionica attraverso città simili alle metropoli di Blade Runner, oppure 1080° Avalanche gioco di snowboard, impressionante sia dal profilo tecnico che da quello stilistico. Grande attesa invece per Mario Kart:Double dash!! da sempre uno dei migliori giochi di macchine programmato dalla Nintendo che ci consentirà di sfrecciare su gokart guidati dai soliti personaggi famosi quali Mario, Luigi, Donkey Kong ecc. Da citare doverosamente Mario Party 5, considerato uno dei pochi esempi di trasposizione riuscita dei giochi da tavolo su uno schermo e una riedizione in grafica Gamecube del primo Metal gear solid uscito ai tempi per la Playstation 1. Parlando invece di GBA molti i giochi di ruolo in cantiere tra cui, Golden Sun2: The lost age seguito della famosa avventura fantasy in stile jappo, “Final Fantasy Tactics Advance” e molti altri. Da citare Tony Hawk’s Underground, gioco di skateboard in versione portatile con la possibilità di sfidarsi con gli amici tramite gioco in rete, e il nuovo Super Mario Advance 4. Terminiamo con le uscite per il PC che hanno focalizzato l’attenzione di tutti i giornalisti all’E3. Oltre alle ormai consuete uscite natalizie della Electronic Arts per quel che riguarda i giochi di sport (molto atteso da noi NHL 2004, gioco di hockey su ghiaccio) uno dei giochi più importanti di tutta la stagione, previsto per inizio ottobre, è senza ombra di dubbio Half life 2. Dopo aver conquistato tutti i giornalisti e il pubblico presente alla sua presentazione, La Valve ha stupito tutti con un prodotto tecnicamente avanti “milioni” d’anni rispetto alla concorrenza. Fisica dei corpi realistica, intelligenza artificiale dei nemici complessa ed imprevedibile ed una grafica ed un sonoro mai visti prima. Un capolavoro questo sparatutto in prima persona, oltretutto attesissimo da tutti i fan dei giochi in internet, perché il motore grafico sarà messo a disposizione gratuitamente per creare avventure personalizzate. Vi avevo avvertito. Scaldate i polpastrelli e rompete il salvadanaio. La stagione del divertimento sta per cominciare!


023

games Nokia N-Gage Un pizzico di cellulare, due gocce di palmare, uno spruzzo di console et voilà!

Chiamare questo prodotto semplicemente un cellulare risulta riduttivo, poiché il neonato di casa Nokia si preannuncia come un grande e gustoso frullato di diversi prodotti multimediali, inclusa anche console per i videogiochi. Tra le tante cose che è in grado di fare è da citare che sarà possibile scaricarsi direttamente musiche mp3 da Internet, è un prodotto con le frequenze Tri-band EGSM 900/gsm1800/gsm1900, ha una radio fm, un servizio wap o quello più innovativo Bluetooth. una scheda di memoria di 64 mega oppure 128 e altro ancora. Quello che stupisce delle caratteristiche tecniche è che più che ad un cellulare sembra si faccia riferimento ad un piccolo computer portatile. Difatti esiste nel N-Gage un servizio chiamato Series 60 UI che in pratica è una versione semplificata di un sistema operativo. Come citato in precedenza quello che veramente attira di questo affascinante connubio di diversi prodotti è che sia una vera e propria console a tutti gli effetti. Difatti i giochi si trovano in game card chiamate MMC e la qualità è anni luce superiore a quella proposta dagli altri cellulari. Difatti uno dei giochi mascotte della console è nientepopò di meno Madame Lara Croft:Tomb Raider. Inoltre come se già non bastasse sarà possibile giocare in multiplayer con la modalità Bluetooth, un servizio wireless che permette di connettere diversi N-Gage senza la necessità di cavi come succede invece per il Game Boy Advance. Piatto ricco, mi ci ficco!

Specifiche CPU Frequenze operative Peso Dimensioni Talk time Standby Musica Radio Giochi

104 Mhz ARM processor Tri-band EGSM 900/gsm1800/gsm190 137 grammi 133,7- 69,7- 20,22 millimetri 2 - 4 ore 150 - 200 ore oltre 8 ore oltre 20 ore 3 - 6 ore

Gamesflash Flight simulator 4 A Century of flight per PC (Microsoft)

Giunto ormai al suo quarto episodio, il più famoso dei simulatori per Pc non sfigura nemmeno questa volta, proponendo una vasta gamma di aerei da pilotare. Si va da quelli di inizio secolo fino a quelli più moderni quali il Boeing 747. Non brillando per originalità conferma comunque un prodotto qualitativamente buono e supportato da una grafica sempre più dettagliata e spettacolare.

Eye toy - Play per PS2 (Sony Entertainment )

Prodotto quantomeno bizzarro, questo della Sony, che ci consente, attraverso l’utilizzo di una microcamera compresa nella confezione, di poter interagire con tutto il corpo in circa una dozzina di giochetti simpatici tra i quali un gioco a tempo dove bisogna pulire i vetri di una casa agitando le braccia, combattere tirando pugni e calci a piccoli ninja assassini che compaiono sullo schermo e altre amenità del genere. Un consiglio spassionato, attenzione a dove giocate perché c’è un rischio concreto di farvi rinchiudere in manicomio come gesticolatori folli.

Pokemon Rubis - Saphir per GBA (Nintendo - Game Freaks )

Armati delle vostre Pokèball dovrete girare il mondo catturando ed allenando mostriciattoli al fine di farli combattere nella lega dei Grandi Quattro ed essere infine incoronato maestro allenatore. Il tutto si sviluppa attraverso una serie di combattimenti a turni, in perfetto stile GDR giapponese. Il prodotto presenta molte novità, rispetto ai precedenti titoli. In particolare abbiamo alcune migliorie grafiche e dei nuovi menù meglio strutturati e più intuitivi. La modalità a due giocatori, che come nei precedenti capitoli costituisce l’aspetto più interessante del gioco, è stata arricchita grazie ai nuovi combattimenti a coppie. In definitiva un buon prodotto, che avrebbe ricevuto una valutazione più alta se avesse apportato modifiche più sostanziose. di marco mascaro


>Skytalk

Li ho conquistati tutti. Quest’estate in Costa Brava li ho conquistati tutti: neanche uno di quei machi abbronzatissimi è sfuggito alla mia rete. Guardate qui, li porto tutti con me: nel cellulare ovviamente. Estate 2003: Alexis, Ben e Cédric. Immortalati e archiviati in ordine alfabetico. Dany, Emilio e Fabian. Souvenir delle vacanze sul display del telefonino. Gregor, Hannes e Ivan. Inviati alle mie amiche in formato cartolina. Come? Con gli MMS naturalmente! Basta scattare una foto con il telefonino, scrivere l’indirizzo, aggiungere i saluti, ed è fatta. Flirt da vacanza, malignerete voi. E usate pure il plurale! Anche mia mamma lo dice: il mare pullula di pesci da adescare. Una volta tanto le devo dar ragione. Pensate a quante prede in questo preciso momento stanno scorrazzando liberamente nel Mediterraneo! Sapete che vi dico: sotto con la pesca! Se posso darvi una dritta, andate in Costa Brava perché i pesci abboccano a bizzeffe! Questo naturalmente complica un po’ le cose. Ma come avranno fatto a riempire le reti quando non c’era ancora il cellulare? Dopo una settimana insonne, rieccomi in Svizzera. A dire il vero ho più l’aria di una mozzarella che di un cioccolatino. Almeno mi fossi scottata! Tanto per mettere a tacere le malelingue. In compenso ho due belle occhiaie blu come il mare della Costa Azzurra. O come il succhiotto che mi ritrovo al collo. A proposito, non mi ricordo neanche chi me l’ha fatto. Forse Jeremy, il palestrato inglese con gli occhi verdi? Anzi no. Era quello là di Monaco, il biondino... che non mi ricordo più come si chiama.

>Informazioni

per i titolari di un abbonamento NATEL® di Swisscom Mobile: • L’invio di un SMS dalla Svizzera all’estero costa solo 20 centesimi. • L’invio di fotografie via MMS fino a 30 KB costa CHF 0.50 in Svizzera, più le tasse di roaming per l’invio dall’estero in Svizzera. • Ecco come spedire un MMS in formato cartolina: scattate una fotografia con il cellulare, scrivete i vostri saluti (max. 350 caratteri), aggiungete l’indirizzo postale del destinatario e inviate allo 079 000 88 55. Esempio: Ciao bellezza, sto funzionando alla grande. Bacioni, Marco#Maria Esempio Via esempio 10 3000 Esemplonia Svizzera.

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Oggi per fortuna c’è il telefonino, e così i trofei estivi hanno un nome e soprattutto un numero. Anche molto tempo dopo il rientro, seduta davanti all'acquario dei miei in salotto, posso «riprendere all’amo» tutti i pesci catturati in vacanza. Ad esempio con un SMS. Costa così poco... 20 cts per scrivere «I miss you». E poi basta premere più volte su invia: uno per Alexis in Germania, uno per Ben in Austria, uno per Cédric in Francia… ecc. ecc. Con un franco faccio sapere alla mia top five che non li ho (ancora) dimenticati.


025

re.play swiss flavours

re.vision pirates of the caribbean

re.ad enrico brizzi

re.art saatchi gallery

Re David


026

re.play

Jane’s Addiction

Kings Of Leon

Rancid

Mondo Generator

Strays Capitol

Youth and Young Manhood RCA

Indestructible Hellcat

A Drug Problem That Never Existed

Ipecap

by naca

by stoner

by dexter

by naca

Sono passati tredici anni, non sono pochi e si sente. I Jane’s Addiction allora avevano lasciato un segno indelebile sulla scena rock che sarebbe venuta a crearsi all’inizio degli anni ‘90. Era il 1987 e Farrel & Co. pubblicavano il loro primo disco, Nothing’s shocking, diventando immediatamente una band culto della scena di Los Angeles. Esattamente tre anni dopo arrivava la consacrazione con i deliri acido-psichedelici di Ritual de lo habitual, un disco che come una sberla di freschezza segnò fortemente la grande decade che da lì a poco sarebbe esplosa. Perry Farrel, Dave Navarro tornano ora con un nuovo lavoro che conferma come a volte i grandi ritorni possano essere interessanti e stimolanti. Farrel, dopo essersi dedicato con altalenante successo ai Porno for Pyros (Good god’s urge, gran disco!) ed ai suoi progetti solisti, ha ritrovato quella semplice ma rara voglia di fare rock’n roll, quello che la maggior parte dei gruppi giovani non sanno nemmeno dove andare a cercare. Strays è infatti un album di rock n’roll come ne escono pochi ultimamente, e che conferma che il talento compositivo di Farrel non è andato perso per strada. In Strays però, i Jane’s Addiction non corrono nessun rischio riproponendo le stesse tematiche del passato adattate con chitarre più pesanti ai suoni che vanno per la maggiore adesso. Resta comunque la sicurezza che i Jane’s Addiction difficilmente deluderanno i propri (ormai pochi) fans rimasti.

La storia dei Kings Of Leon è parecchio originale. Tre fratelli ed un cugino, figli (e nipote) di un pastore hippy-evangelista del Tennessee. Cominciano a suonare da ragazzini in chiesa, dal ‘92 percorrono migliaia di chilometri peregrinando con la propria famiglia nel profondo sud, diretti verso le cittadine dove il padre poi predica. Fino a che, nel ‘98, la missione si ferma a Nashville dove la famiglia Followill si stabilisce permanentemente. Nel 2000 vedono la luce i Kings Of Leon. Sicuramente aiutati dal fatto che questo genere di storie familiari con un epilogo rock piacciono assai alle case discografiche, l’anno seguente firmano un contratto con la RCA e due anni dopo eccoci ad ascoltare Youth and Young Manhood. Come l’anno scorso per The White Stripes, The Strokes, The Coral e The Black Rebel Motorcycle Club, squillano pompose le trombe della stampa americana ed anglosassone per annunciare the next big thing, ovvero il migliore debut-album del 2003. Non poteva che trattarsi di garage-rock revival, vedi anche roots-rock suonato con un attitudine punk, oggi detto newgarage. Il disco scorre bene, scanzonato ed ironico, la voce è stridula ed incalzante, il suono ruvido e sporco al punto giusto, e sarebbe anche godibile se non che a tratti i brani ammiccano eccessivamente a Rolling Stones, Neil Young, Lou Reed, e la sensazione di déjà entendu arriva a provocare fastidio (ascoltando la canzone Tani mi è venuto un attacco d’orticaria). Forse piazzare nel disco qualche cover sarebbe stato più onesto. Buon disco, ma solo per i neofiti del rock.

Dopo lunga attesa, ho finalmente tra le mani il nuovo disco dei Rancid dal titolo Indestructible. Come ben saprete i Rancid sono passati nelle fila di una grossa major, la Warner Bros. Giudizi e commenti a parte, se mi dovessi limitare a giudicare questo lavoro il punteggio sarebbe pieno poiché il disco é veramente bello e molto variato. Ma questa volta mi sento di dare due tipi di valutazione differenti: oltre al voto classico faccio pure un giudizio morale, perché quello che erano i Rancid tempo fa non me lo toglierà mai nessuno dalla testa. Il comportamento tenuto dai Rancid stessi credo che abbia deluso migliaia di loro fan, me compreso, purtroppo! Tornando a parlare di Indestructible, vi segnalo i pezzi che secondo il mio parere sono i migliori del disco: Indestructible, David Courtney, Django e Travis Bickle… Se amate i Rancid non dovrete pensarci due volte ad acquistare questo disco poiché il cd musicalmente non delude per niente le aspettative, con naturalmente qualche eccezione: infatti ci sono dei pezzi che appaiono veramente mainstream… I Rancid commerciali ora lo sono diventati davvero! Peccato… Come preannunciato, voto cinque pallini ad Indestructible, ma voto una pallina al gruppo (media: tre pallini, N.d.R.). Rancid, mettevi pure quelle migliaia di $$$$ che incassate dove so io...

Durante il “tempo libero”, Nick Oliveri - colui che fu cacciato dai dissennati Dwarves per essere troppo estremo - oggi bassista dei Queens Of The Stone Age e già dei Kyuss, si diletta a partecipare a progetti con diversi musicisti. Mondo Generator è certamente il progetto che più visceralmente appartiene ad Oliveri, e per chi ne conosce la fama l’ascolto può confermare che questo disco sia squilibrato come il suo autore. In compagnia di Josh Homme (QOTSA, Kyuss) nel 1997 Oliveri registrava i primi pezzi che però solo nel 2000 vedevano la luce nell’album Cocaine Rodeo. Oggi a tre anni da quella uscita e dopo il gran successo ottenuto con i QOTSA, Oliveri si rilancia nell’avventura più folle che avete mai sentito. Nuovamente coadiuvato dagli amici di sempre, Homme e Lanegan (cantante degli Screaming Trees), Oliveri colpisce di nuovo nel segno, permettendosi persino di cimentarsi, e con notevole successo, nell’esercizio delle ballads. Malgrado ciò, con i Mondo Generator Oliveri si lascia completamente andare, mettendo assieme una collezione di pezzi da voltastomaco. A drug problem that never existed è composto da brani diretti, brevi, bizzarri e selvaggi che tendono a sfociare nell’insano. Sesso, droga e follia la fanno da padrone e già i titoli dei brani parlano da soli, Meth I hear you calling, Open up and bleed for me… L’apice è comunque raggiunto quando compare l’epica voce di Lanegan nella bellissima chiusura Four corners…

Su www.rancidrancid.com è possibile sentire quattro brani di questo disco e una sfilza di registrazioni effettuate durante i loro ultimi concerti.


027

dischi Black Rebel Motorcycle Club

Neil Young

Deep Purple

The Thrills

Take them on, on your own Virgin

Greendale Reprise

Bananas Emi

So Much For The City Virgin

by naca

by owen

by iggi

by iggi

Ecco un’altra band catapultata sulla scena rock dal New Musical Express. Era il 2001, e questa rivista inglese dopo aver (per una volta) azzeccato la sensazione dell’anno con gli Strokes, aveva cercato di ripetere il colpo appioppandoci una band rivelazione ogni mese. Una di queste erano proprio i Black Rebel Motorcycle Club. Formatisi nel 1998 a San Francisco, questi ragazzi hanno percorso una strada molto lunga cominciando la loro carriera sui palchi dei piccoli club della costa ovest, registrando una prima demo degna di nota nel 1999, fino ad arrivare all’omonimo album di debutto del 2000. E poi, come un fulmine a ciel sereno, NME li sbatte in copertina e questi diventano l’ennesima band a perdersi nel marasma generale della lotta al trono di nuovo “gruppo dell’anno”. Grandissimi seguaci dei Jesus and the Mary Chain (è impossibile non sentirne l’influenza, gravemente a scapito dell’originalità) i BRMC tornano dopo un album di debutto di tutto rispetto con questo Take them on, on your own. Nessun sconvolgimento nella loro musica, i BRMC restano fedeli alla loro formula. Rischi eccessivi non ne vengono presi e probabilmente anche a causa di questa fastidiosa stagnante mancanza di evoluzione, Take them on, on your own non riesce a decollare completamente. Poco interessante ma in ogni modo musicalmente solido, Take them on, on your own è un album che solo a tratti regala momenti che rimangono impressi nell’ascoltatore. Eccellente la prima traccia, Stop.

Tra Spoon River e Twin Peaks stiamo incrociando il nuovo sentiero tracciato da Neil Young, di nuovo in forma con Greendale, un concept album. Un lavoro fedele alle proprie radici folk e cowuntry, perfetto nel consueto e leggendario equilibrio tra i generi. Grande musica. La sorpresa di questo disco è che l’artista canadese ha costruito un proprio mondo sulla rete, realizzando Greendale, immaginaria città di 20 mila abitanti che con il suo intreccio di storie ricorda la trama di Spoon River di E. L. Masters, ma anche Twin Peaks di Lynch, in quell’ambientazione tipica delle province americane descritte in innumerevoli film e romanzi e rimasta immutata da cinquant’anni a questa parte. L’album contiene un Dvd di 75 minuti in cui Young ironicamente funge da GrandPa… non vi diciamo nulla di più per non togliervi il piacere di gustare questo concept che assembla narrativa, musica, pittura, tecnonologia e anche cinema, difatti Young ha realizzato anche un Greendale lungometraggio che verrà presentato questo mese al Toronto Film Festival. Il film vede la partecipazione da Pegi, moglie di Young nel ruolo Edith ed il chitarrista Ben Keith nei panni di GrandPa visto che Young la maggior parte del tempo era impegnato dietro la cinepresa. Il nostro buon Old Neil guarda al passato senza trascurare il futuro. Vecchio lupo… Non lo fa come un insegnante pedante, bizzoso e polemico. Lo fa raccontando storie, alla vecchia maniera, come un saggio che è disposto a narrare solo se lo vuoi ascoltare.

Il nuovo album dei Deep Purple, Bananas, viene proposto come un lavoro di rock vecchio stile. Giusto, questo è puro old school, semplicemente suonato e prodotto nel terzo millennio. Supermega tecnica di registrazione con raffinatezze sonore: il sound in questo caso risulta particolarmente pieno e preciso. In questo disco chi fa la sua egregia figura è Gillan che, oltre alla consueta maestria, approfitta d’alcuni trucchetti tecnici (distorsioni e sovraincisioni) che però magicamente non appaiono troppo invasivi ed irritanti. Buono anche il lavoro di Paice e Glover, promosso quello di Don Airey, purtroppo sottotono quello di Steve Morse, quasi da mestierante. Non sarà mica stufo? A mio parere il caro Morse poteva spingersi un po’ di più. Passiamo ai brani più interessanti: la classica House Of Pain (piccoli urletti Gillian-style, yeah, organo in primo piano), poi Sun Goes Down che è la migliore dell’album, molto anni ’70 tra Black Sabbath e... naturalmente Deep Purple! Poi Haunted, il singolo promozionale suonato già in un vari concerti nei festival estivi. Ascoltate anche Silver Tongue, canzone ritmata con dei begli assoli e il caldo blues lungo sette minuti di Walk On. Seguono nella mia scaletta Never A Word un brano perfetto per Gillian che qui la fa da leone (un cantante inimitabile!), eppoi la funkyrock Doing It Tonight, un brano dai ritmi inconsueti per la leggendaria band. Ragazzi, questi sono cinque signori con la pancetta e i capelli tinti, però che attitudine rock!

Beach Boys, Neil Young, The Band, Beck e Mercury Rev. Frullate il tutto: eccovi i The Thrills. Sembra che oggi avere il “The” davanti al nome sia una garanzia di qualità. Vi faccio la mia teoria: siamo come nel ’77, quando il rock era invaso dal progressive e dall’heavy-metal, quindi nacque il punk per infrangere lo specchio stellare dei vari Yes & Zeppelin. No future era il motto. Ora i discografici pensano che sia arrivato il momento di spaccare il sound elegiaco e newprogressive dei vari Radiohead (questi guai a chi me li tocca!) e Coldplay, ma pure quello metallozzo di Korn e compagnia bella. Risultato? Eccoci servita l’invasione di tutti questi “The”. Evviva, il Rock’n’Roll non è morto, e ci salverà! Noi però, consumatori attenti al nostro portafoglio e alle nostre orecchie, le bufale le abbiamo scoperte già da un po’, ancor più durante quest’anno che è in atto la gittata di secondi dischi di tutti questi “The”. Questi giovani, imberbi irlandesi “The” Thrills, tanto osannati dai critici (presso il New Musical Express con fastidioso pompaggio) per il fresco sound tra classic rock e sensibilità britannica, sono senz’altro bravini e carini, ma niente di più. So Much For The City è un album che esplora vecchie sonorità con calcolata padronanza strumentale. Grazie anche alla spinta di Morrissey (dei The Smiths, anche loro dei “The” , sì, ma di un’altra epoca e di tutt’altro livello) che li ha voluti con lui alla Royal Albert Hall, i cinque irlandesi sono destinati a un no future radioso.


028

re.play

Ivano Fossati

Ween

T.Raumschmiere

Plump DJs

Lampo viaggiatore Columbia

Quebec Sanctuary

Radio Blackout Mute

Eargasm Finger Lickin’

by gabi

by iggi

by stoner

by stoner

Un Fossati più leggero, più fesco, più dinamico con questo nuovo Lampo Viaggiatore, un disco che conferma la sua eccelsa bravura in un ambito, se mi consentite il temine, più pop del consueto. Nessun intellettualismo ed alcuna sperimentazione strumentale in queste nove splendide canzoni inedite: La Bottega Della Filosofia apre le danze con un intrigante ritmo funk sostenuto da accenti r’n’b (“…vedo quello che non c’è / e sogno una macchina che riavvolge il tempo…”), segue poi Pane E Coraggio, un brano dedicato alle popolazioni dell’est immigrate in Italia seguendo la chimera di una vita migliore. L’atmosfera cambia registro con reggae e jazz per Lampo, poi di nuovo un cambio con la sublime maliconia minimalista di C’è Tempo (“…Dicono che c’è un tempo/ per seminare/e uno più lungo per aspettare/Io dico che c’era un tempo sognato/che bisognava sognare…”). Ecco poi un Fossati autoironico con Contemporaneo, romantico e un po’ retrò anni ’60 con Il Bacio Sulla Bocca, contemplativo con La Bellezza Stravagante, emozionale ed intenso con Ombre E Luce, lirico e gioioso con Cartolina, che è il brano di chiusura. Tra il lotto anche un brano scritto in origine per Celentano, Io Sono Un Uomo Libero, cantato da un Fossati simpaticamente sornione ed accattivante. Un grande album che potrebbe, anzi dovrebbe essere apprezzato dalle nuove generazioni, diretto e semplice, ma allo stesso tempo intimo e concentrato. E Fossati è un grandioso autore che sa quando e come rinnovarsi. Consigliato.

I Ween sono uno dei punti di riferimento del rock alternativo americano degli anni '90 grazie a testi satirici al limite dello scurrile, anzi spesso anche oltre, sostenuti da una scrittura musicale che riprende i generi in voga del momento. I "fratelli" Dean e Gene Ween (ovvero Mickey Melchiondo e Aaron Freeman) sono due ragazzi di Lambertville, una cittadina di provincia della Pennsylvania, che vanno annoverati fra più i grandi alienati e misantropi della storia del rock. I due amici si sono immaginati come dei “fratelli” di lotta e hanno cominciato la loro carriera improvvisando testi e musica su un piccolo registratore casalingo. Il piglio da giullari dalla lingua lunga e tagliente ed i concerti lunghi fino e oltre tre ore giustificano il fenomeno Ween che è molto apprezzato da un generazione intera negli Stati Uniti (come lo fu Zappa per gli anni ’70 ed i Residents lo furono per gli ‘80). Questo duo inarrestabile ci propone il nuovo album dal titolo Quebec , fresco fresco d’infornata. Il merito dei Ween è di trarre spunti dalla storia del rock e di filtrarlo attraverso la loro lente distorta. Ovviamente il tutto é tremendamente nerdy, e sinceramente Quebec non è un disco per tutti, a livello di testi l’attitudine è invadente, sessista, unpolitically correct, di certo non adatta a stomaci delicati. Un trucco per digerire i Ween c’è: basta non cercare di decifrare i testi (per noi di lingua italiana ciò è facile), e lasciar scorrere il sound che qui troviamo professionale e ludico. Un disco pour qui se moque de la vie….

Ragazzi, questo disco è destinato a diventare un’autentica chicca! La Mute Records si rinnova come importante vetrina per l’avanguardia musicale: dopo la pubblicazione nel 1999 di Avant Hard degli Add N To (X), un disco di riferimento dell’electro post-rock, ci propongono ora T.Raumschmiere con Radio Blackout, un disco di riferimento del tecno-punk. Marco Haas alias T.Raumschmiere fonda nel 1997 con Marcus Stotz l’etichetta indipendente Shitkatapult a Berlino, dopo varie collaborazioni e pubblicazioni di singoli nel 2002 pubblica due album, The Great Rock’n’roll Swindle e Anti. Ora esce Radio Blackout, un disco che sintetizza e consacra cinque anni di lavoro in un opera finalmente matura. Il motto di T.Raumschmiere è “stay anti”, cioè quell’anticonformismo alla base dei movimenti punk e tecno ai quali si riferisce anche musicalmente. La prima parte del disco è un eccitante dancefloor berlinese, The Game Is Not Over vede la partecipazione di Miss Kittin come punk vocalist, Rabaukendisko è un massacro tecno-rock-noise, segue il raffinato untza-untza molto clubbing di Wir kinder Vom Bahnhof Strom; con la voce femminile di MC Soom T ci troviamo al brano hip hop del disco; in stile goa QuerstromzerSpaner, seguita dalla title-track, un bellissimo pezzo electro ambient che ci riporta a terra. Chiude l’album il brano-firma MuSick Boy (“U make me sick, I make MuSick”). Nel Cd troviamo anche quattro video clip che completano e ci fanno apprezzare ancora di più questo capolavoro.

I dj da clubbing che mi stanno leggendo conosceranno forse già l’etichetta Finger Lickin e la sua punta di diamante Plump DJs, questo per due singoli di grande successo quali Electric Disco/Plumpy Chunks e You Will Remember My Name/The Push che ne hanno consacrato il nome. Questo duo inglese ha stile da vendere, le produzioni hanno un’impronta che deriva dal breakbeat/bigbeat ma miscelano sapientemente la storia della dance, house, drum’n’bass, funk, techno e 2-step. Eargasm è una raccolta di singoli, un must per dj a la page. Flint

Device 1 Universal by stoner In attesa di “Always ontnumbered, never outgunned”, il nuovo lavoro che i Prodigy hanno in lavorazione (da ben sei anni!), lo scatenato frontliner Keith Flint pubblica il suo primo album da solista e per la prima volta mette le mani anche sulla composizione musicale. Con la collaborazione di Jim Davies (ex Pitchshifter) e la produzione di Youth (bassista dei Killing Joke) pubblica un lavoro che lo rassomiglia, diretto, aggressivo, senza tregua e tagliente. Interessante soprattutto in prospettiva di una rappresentazione live e per i fan più bastardi.


029

dischi kult

Elbow

Fun Lovin’ Criminals

Cast of Thousands V2

Welcome to Poppy’s Muze/Phonag by naca

by mr. loop

Nel 2001 gli Elbow, con il loro album d’esordio Asleep in the back, si erano guadagnati quel dubbioso onore di essere etichettati come i nuovi Radiohead. In realtà Asleep in the back era ed è un album interessante, solido, e a tratti anche abbastanza originale. Nel nuovo Cast of thousands i ragazzi di Manchester confermano questa loro vena, sfornando un lavoro che supera degnamente l’ostacolo, spesso troppo arduo, del disco della conferma. Un album completo, musicalmente accattivante e che ci regala una band da seguire attentamente.

Uno stile inimitabile, lordo di groove tranquillanti e di uno sfizioso punk contaminato dal rap e da melodie pop, il tutto innaffiato da suoni blues, jazz e funk. Uno stile che ai Fun Lovin’ Criminals è valso gli elogi della critica e del pubblico nella seconda metà degli anni ’90. Il duo ci riconduce ora tra le trame del loro sound con il nuovo Welcome to Poppy’s, una nuova convincente opera per il delizioso groove che accende i loro brani. In concerto a Lucerna (presso il Schüür) il 31 ottobre.

Hot Action Cop

Glenn of Guinness

Hot Action Cop Warner

Back & Side Muve by stoner

by stoner

Ragazzi, questa roba scotta davvero! Immaginatevi un frullato di Red Hot Chili Peppers (attenzione, quelli di Mother’s Milk), Fishbone, Bad Brains, Faith No More, Beastie Boys e Limp Bizkit suonato da una nerdband di Nashville e prodotto con le contropalle…ho detto tutto. Questo gruppo è very fresh, energico, sbragoso, ironico, glam e con tanta idiozia nel cervello. Con continui cambi di stile e di dinamica questo disco non è mai noioso, molto ruffiano, ma fatto così bene da poter ambire ad un posto nel vostro scaffale.

Abbiamo già potuto apprezzare i Glenn of Guinness a Palco ai giovani due anni fa, il gruppo portabandiera dell’irish sound in Svizzera, ora esce con questo Back & Side, che a un mese dall’uscita è già un successo nazionale. La ricetta è un misto di ballads di folk irlandese con chanson française e qualche puntatina ska, troviamo anche una cover di un’irriconoscibile Holidays in the sun dei Sex Pistols… un gruppo che ha sposato al meglio tradizione e modernità e che speriamo rivedere presto su un palco ticinese.

The Smiths

The Queen is Dead Wea Gli Smiths sono stati uno dei gruppi più influenti degli anni Ottanta. Il loro codice musicale, fatto di canzoni intimiste, melodiche e raffinate, ha contagiato un’intera generazione. Senza gli Smiths, forse, band shoegazer come Oasis, Blur, Verve e Radiohead sarebbero state qualcosa di profondamente diverso. La storia degli Smiths comincia nella grigia e inquieta Manchester dei primi anni Ottanta. E’ qui che il chitarrista John Marr contattò il cantante Steven Patrick Morrissey, personaggio singolare, appassionato di Oscar Wilde e del decadentismo, ma anche dei poeti e degli chansonnier esistenzialisti francesi, visti attraverso un personale culto su James Dean. I due formano così il nucleo fondamentale degli Smiths. Qualche tempo dopo si aggiunsero alla band il bassista Andy Rourke e il batterista Mike Joyce. In una scena britannica caratterizzata dagli ultimi e stanchi rigurgiti del punk, gli Smiths cambiarono registro alla scena musicale inglese, rispolverando il pop, quello puro d’alta classe della scuola britannica di Beatles, Kinks e Bowie. Nella primavera ‘84, esce l’album d’esordio The Smiths, che scala subito le charts britanniche arrivando fino al 2° posto. Ma è nel 1986, con The Queen is dead che gli Smiths raggiungono la piena maturità. Proprio in questo disco si riesce ad individuare il segreto del successo degli Smiths: ovvero l’equilibrio perfetto tra i penetranti testi di Morrissey e gli allegri e mossi accordi di Marr. L’album è ricco di canzoni orecchiabili diventate dei successi internazionali. Tra le canzoni più significanti si possono distinguere la sarcastica The Queen Is Dead, le bellissime Cemetry Gates e Bigmouth Strikes Again, ma è con I Know It’s Over, secondo me uno dei più toccanti brani pop di sempre, che gli Smiths raggiungono l’apice della loro poesia musicale. Gli Smiths sono oggi il riferimento per una nuova generazione di ragazzi, che ne segue look, stile e ideologia, malgrado si siano sciolti nel 1988. Morrissey oggi prosegue la sua carriera solista che lo vede sempre al centro dell’attenzione dei media, ma molto distante dai traguardi raggiunti con gli Smiths. In attesa del suo prossimo album solista (che sarebbe pronto ma senza etichetta che lo pubblichi) rispolverate The Queen is dead per un momento nostalgico e magico…

penoso

sufficente

discreto

buono

ottimo

capolavoro


030

re.play di erik console

Swiss Flavours A parte sporadiche carriere nel firmamento pop internazionale (vedi Gotthard e Dj Bobo) e nell’underground europeo (vedi Young Gods ed i rimpianti Coroner), le band elvetiche fanno una gran fatica ad emergere in un contesto più ampio e al di fuori i confini nazionali. E’ un problema di visibilità esterna, ma non solo: manca pure la visibilità interna.

Qui in Ticino, per esempio, siamo al completo oscuro sulle band ginevrine e zurighesi, e allo stesso tempo le nostre sono pressoché sconosciute oltre Gottardo … Vi proponiamo quindi alcune band emergenti in Svizzera che vale la pena conoscere. La realtà musicale svizzera può riservare delle belle sorprese, ma solo per chi sa coglierle.

Pornchild

Gigi Moto

Daniel (basso), Christian Diil (batteria), Philippe von Arx (voce) e Julien Duseyau (chitarra) sono gli amici Pornchild di Basilea. Definiti tra le più promettenti band in ambito metal-crossover, i quattro basilesi sono riusciti a costriursi un successo di nicchia non indifferente, sfociato nella vicina Francia. Dopo le varie peripezie che la gavetta impone, i Pornchild nel 2002 hanno pubblicato il loro primo Cd Have You Ever…?, un ascolto doveroso per tecnica e coerenza, un esempio perfetto di svizzera precisione e furore caldo e passionale. Perfetti. www.pornchild.net

Fondata come trio, la band di Gigi Moto è partita nel 1995 con due mini Cd ed un tour di centinaia di date per tutta la Svizzera. Nel 1998 la band è aumentata a sei teste e viene prodotta per un Cd in studio. Il risultato è Superstar, un album che nel 2000 ha avuto un notevole successo in Svizzera interna e francese. Quest’anno è uscito Lazy Daisy (Phonag), l’album che vi consiglio di questa band. Qui si parla di pop, di un pop delicato ma allo stesso tempo vigoroso, rockeggiante ma anche lirico. Senz’altro buona parte del merito va alla vocalist Gigi, una cantante con i controfiocchi, ma anche la band non scherza. Gente che ha fatto una lunga gavetta, merita la vostra attenzione… www.gigimoto.ch

Zofka La canzone francese abbinata al trip-hop, all’electro-beat e al jazz, in un connubio magico ed intenso… questo il fascino sottile di Zofka, cioè il progetto musicale di Michael Ricar, un praghese trapiantato da anni a Zurigo. Con la sua agenzia Pink Pepper Music Production, Ricar nel suo studio di registrazione ha prodotto una miriade di colonne sonore per film cinematografici e televisi, per documentari e grosse multinazionali. Bad Girl (2000) il suo primo Cd, ha posto l’attenzione su questo progetto, seguito poi da Nice (2002), uno splendido album permeato da sonorità jazzy e mediterranee. Un nome da scoprire e costudire gelosamente…www.zofka.tv


031

report

re.play

Favez

Izul

La formazione Favez rappresenta il meglio della scena underground svizzera. La qualità della sua musica riduce considervolmente il divario tra il nostro paese e il resto del mondo. Band di spicco nella scena emo dell’Europa, Favez di Losanna (Losanna è un vivaio di band molto prolifico!) è la promessa più accreditata tra gli addetti ai lavori della scena musicale svizzera. Il loro ultimo Cd, From Lausanne-Switzerland, è stato prodotto da John Agnello, già produttore di Dylan, Patty Smith, Dinosaur Jr., e mille altri, per la mitica etichetta americana Doghouse. Giù il cappello, gente, questi sono i Fugazi svizzeri! Di sicuro sentiremo ancora parlare di loro. www.favez. com

Kruger

Innanzitutto Izul è una live-band esplosiva, simpaticissima e tremendamente potente. Power-trio per eccellenza e animali da palco, gli Izul giocano sulle loro esilaranti doti comunicative per avvicinare il pubblico alle loro ritmiche crossover e funky-rock vicine a certe atmosfere stile RHCP. Musica autentica, fatta per divertirsi, per muovere il sedere, per flirtare con le ragazze… Energia e testosterone a bizzeffe: gli Izul sono molto apprezzati in Svizzera, ma pure in Brasile, dove sono regolarmente invitati per delle tournée. Consigliatissimo il loro Cd Superfresh, in uscita questo mese. Lo trovate sul loro sito che è assolutamente da visitare. Troppo simpatici questi ragazzi! www.izul.net

Pancake

Formatasi nella primavera del 2001, il gruppo losannese Kruger nasce sulle ceneri d’altre formazioni, come Rude e Sweet Disease. Mica dei novellini i lazy bastards (come si autodefiniscono) di questa band… A dimostrazione di ciò ascoltate il loro ultimo album uscito a ottobre scorso, Built for Speed, un notevole e completo lavoro di speed-core oscillante tra noise, gothic, metal ed emo. Da inserire nella scena underground elvetica pure apprezzata in Francia e Germania, e formata da altre band come Knut, Nostromo, Brazen, Favez… una scena da scoprire. www.kruger.ch

Rock e funk anni ’70, con un gusto vintage ma pure attuale, i Pancake di Yverdon sono una funky-hammond band senza nessun compromesso: il loro suono è pesante e dona energia positiva. Hot, hot, hot “move your ass, shake your feet, and get dowse and nasty…”. Questi sono tutto un programma! Siamo nel 1971, da qualche parte a New York, Londra, Memphis e San Francisco… bassi ipnotici, chitarre metallare e fiati frenetici… Questi sette funk dandies sono dei pazzi furiosi: garantiscono un’atmosfera elettrica, densa, sudata, eccitata. Da ascoltare il loro album Drugstore (con un brano cantato da James Brown!). Tra le poche live band svizzere con le palle… anzi, con i pancake… www.pancake.ch


032

re.play di blindFREAK

Leggende metropolitane Lo sapevate che Paul McCartney è morto nel 1969 ed è stato sostituito da un sosia ? E che il numero di codice dell’album Thriller di Michael Jackson non è altro che il suo numero di telefono? Queste sono solo alcune delle numerose dicerie riguardanti il mondo della musica, inventate da fans, nemici e giornalisti. Le leggende metropolitane possono nascere per invidia o vendetta, per mal interpretazione di gesti o parole, per passaparola dove ognuno ha aggiunto del suo alla versione originale.

Proprio stando a questi strani procedimenti che per il giornale studentesco “Rat Magazine” Paul dei Beatles morì nel ’69 e fu sostituito da un sosia. I giovani scrittori erano certi di aver trovato degli “indizi” inconfutabili che provavano la sua morte: sulla copertina di Sgt. Pepper Paul è l’unico a non guardare l’obbiettivo, nel poster allegato a Magical Mistery Tour solo Paul ha tra le mani una rosa nera e, se il brano Revolution 9 viene ascoltato al contrario si può sentire una voce che dice “… ho seppellito Paul…”. La fantasia non ha veramente limiti. Talvolta accade però che la realtà superi la fantasia. Chi potrebbe mai pensare che una banda di bikers avesse giurato di uccidere i Rolling Stones? E invece…. Gli Hell’s Angels furono responsabili della morte di un fan degli Stones durante un concerto nel quale fungevano da sicurezza. Qualche anno dopo Jagger e soci fornirono un video che permise l’identificazione di alcuni degli assassini e contribuì alla loro incriminazione. Ovviamente i tentativi di vendetta non tardarono a manifestarsi e ciò accadde ripetutamente, ma per fortuna agli Stones andò sempre tutto bene. Ci sono molte altre curiose storie che per la loro stranezza sembrerebbero false ma risultano al contrario verissime: Jimi Hendrix tentò veramente, nel 1967, di strangolare la sua fidanzata con il filo del telefono, e Marvin Gaye fu ucciso sul se-

rio con un colpo di pistola da suo padre. Negli ultimi dieci anni morti misteriose come quella di Kurt Cobain e Jeff Buckley hanno fatto nascere numerose ipotesi, alcune credibili, altre meno, e ovviamente non sono mancate le leggende metropolitane riguardo anche a questi tristi avvenimenti. Altro noto “produttore” di leggende è Marylin Manson, che grazie alle sue oltraggiose gesta non si sa mai se abbia fatto veramente tutto ciò che gli viene attribuito. Leggende secondo cui abbia schiacciato una scatola contenente dei pulcini nel mezzo ad un concerto, altre secondo cui abbia gettato un gattino tra la folla invitando i fans a ritrovare la povera bestiola e a riportarla sul palco, altrimenti non avrebbe iniziato a suonare. Altro ed altro ancora…

logia Poltergeist. Leggende molto macabre, ma c’è di peggio, purtroppo. Vi è infatti una teoria secondo la quale la scena in cui Brandon Lee muore realmente durante le riprese del Corvo sia stata utilizzata comunque nella versione completa del film. Speriamo che quest’ultima leggenda metropolitana non sia altro che una stupida chiacchiera decisamente di cattivo gusto. Per chi volesse farsi un’idea di cosa può provocare un passaparola messo in giro per gioco, consiglio vivamente di guardare il film di Davis Guggenheim Gossip (2000, con James Marsden, Warner Home Video) che mostra come gli avvenimenti possano essere completamente stravolti da un semplice pettegolezzo. Chi la fa l’aspetti…

Nonsolomusica Ovviamente nemmeno il mondo del cinema è stato risparmiato da leggende di vario genere. La più bizzarra riguarda il film commedia Tre uomini e una culla, dove durante una scena si vede riflessa in una finestra l’ombra di un bambino fantasma. Ci sono molte leggende che riguardano controfigure morte in diversi film, vittime di strani incidenti, come durante le riprese del Dottor Zivago: si dice che ad una donna furono amputate le gambe dopo essere stata investita da un treno. Vi fu invece un gran numero di morti “misteriose” durante la lavorazione della tri-

La musica, il cinema, ma non solo… Su Internet sono innumerevoli i siti che parlano di leggende metropolitane, ed ogni aspetto della vita quotidiana è preso in considerazione. C’è né per tutti i gusti! Curiosi? Andate a vedere su: http://leggendemetropolitane.splinder.it www.ilfronte.net/leggende.asp www.stradanove.net


033

repor t

di iggi

David Bowie It’s Reality time! A metà agosto, davanti a seicento ospiti newyorkesi assiepati in un club fuori città, un emozionato David Bowie ha presentato alcune canzoni tratte da Reality, l’atteso nuovo album in uscita per il 15 settembre tramite la Sony Music. Per l’occasione il poliedrico artista indossava una t-shirt con la scritta “Metal World”… le sue intenzioni sono chiare: il nuovo album si prospetta più potente e duro del solito.

Reality Tutti in fibrillazione per l'Evento: l' 8 settembre David Bowie presentarà il nuovo album Reality in collegamento satellitare con i maggiori cinema del globo (vicino a noi presso il Multiplex Arcadia di Milano, www.multiplexarcadia.com). I fortunati che sono riusciti ad acquistare i biglietti per l'ingresso, assisteranno ad uno show senza eguali durante il quale Bowie interagirà col pubblico collegato via internet rispondendo a domande sul nuovo album. Una maniera di avvicinare i fan che sarà messa in atto per la prima volta al mondo. Inoltre Bowie ha pensato a tutti i suoi fan mettendo a disposizione sul suo sito ufficiale www.davidbowie.com dei gustosi “assaggi” tratti dal nuovo disco. Per quest’album Bowie si è avvalso della collaborazione dell’amico degli anni d’oro: il chitarrista Mick Ronson. Un valore aggiunto che evoca il tipico sound che ha reso famoso l’artista inglese negli anni ’80. Anche i membri del BowieNet hanno partecipato alla stesura dell’album, co-scrivendo una canzone ed aiutando a scegliere la grafica e la confezione dell'album, tramite chat ed interventi on line. I brani di Reality sono New Killer Star (il brano attualmente in rotazione in radio), Pablo Picasso (bellissima cover di Johnatan Richmond), Never Get Old, The Loniest Guy, Looking For Water, She’ll Drive The Big Car, Days, Fall Dog Bomb The Moon (un brano di cui v’innamorerete!), Try Some Buy Some (cover di George Harrison), Reality, e Bring Me The Disco King, un pezzo suonato con la partecipazione di

BowieNet David Bowie cura l’aspetto tecnologico della comunicazione e BowieNet è il primo provider di servizi Internet creato da un artista ed offre vari accessi alla rete, con news, sport, finanza… per i fan BowieNet fornisce materiale inedito, video, foto e recensioni di tutti i generi musicali e molto altro. Il tutto al prezzo di 65 dollari annui, nei quali sono inclusi un doppio live-cd in uscita (Liveandwell) riservato solo ai soci.

Keenan dei Tool e Frusciante dei RHCP che farà parte della colonna sonora di Underworld, un nuovo film su vampiri e zombies. Reality uscirà il 15 settembre nei negozi, e poi Bowie inizierà il tour mondiale che partirà il 7 ottobre prossimo da Copenaghen e che arriverà al Filaforum di Milano il 23 ottobre (per i biglietti vd. su www.ticketone.com) e il giorno dopo, il 24, a Zurigo all’Hallenstadium (www.goodnews.ch). Who is Bowie? Bowie è un personaggio affascinante perché versatile, sempre un passo avanti agli altri, dinamico e attento al mondo che lo circonda. Una figura carismatica e caleidoscopica, trasformista e provocatoria, unica non solo in senso strettamente musicale, ma anche per il modo di proporsi sul palco in maniera accuratamente teatrale, e per l'abilità di mescolare influenze musicali, visive e narrative molto diverse tra loro. Di certo è l’icona della classe e dell’eleganza nel rock, ammirato da ambo i sessi. La vita di Bowie è un’inesauribile storia di talento e fantasia, di passione per le arti e per la bellezza. Ha convogliato la sua energia anche nel cinema, interpretando personaggi misteriosi e controcorrente. Memorabile la sua interpretazione in Furyo-Merry Christmas Mr. Lawrence, ora in Dvd per la Eagle Pictures Home Video. Sposato da anni con la splendida Iman, ora Bowie è padre di Alexandria Zahra Jones, tre anni, che adora pazzamente.

Nicholas Pegg David Bowie - L'enciclopedia Arcanamusica Per chi volesse sapere tutto su Bowie, ma proprio tutto, è appena uscita una completa e sfiziosa biografia scritta da Nicholas Pegg, un noto giornalista inglese amico dell’artista, che ha analizzato e catalogato tutti i dischi, le canzoni, le interviste, i concerti, le apparizioni… Ogni piccolo Ziggy sul pianeta Terra dovrebbe avere questo libro!


034

re.play intervista di iggi

Datman

Cacciatore di suoni

La musica è una fonte inestenguibile di passioni, tra cui

musica, che registrano dal vivo solo per un puro piace-

una nascosta e sconosciuta ai più: il taping, cioè la regi-

re personale. Questi utlimi sono forse gli ascoltatori di

strazione (con apparecchiature nascoste e minimali)

musica più attenti, precisi e consapevoli. Incontro un

dei concerti dal vivo. I cosidetti tapers si dividono in

amico dalla lunga esperienza in questo campo

due categorie: quella di chi memorizza i concerti

(è sulla quarantina). E’ un americano residente

solo per un mero calcolo economico (da qui è nata

in Ticino e per comprensibili motivi non vuole

negli anni ‘70 la commercializazione dei famigerati

dire il suo nome, quindi si dà il soprannome

bootleg), e quella degli appassionati sfegatati di

Datman, è giusto affermare che la passione per la musica per te c’è sempre stata fin dall’infanzia? Non esattamente. Ho cominciato ad interessarmi alla musica al liceo, nel ‘76-‘77. Avevo un amico che possedeva dei bootleg dei Genesis e Yes, e d’altre band progressive. Ascoltandoli sentivo che la musica live aveva un certo feeling che non si trovava nella versione registrata in studio. La musica live ha un suono più caldo. Quando ho iniziato a vedere i miei primi concerti - il primo è stato a sedici anni con i Supertramp a Ginevra - sentivo poi la nostalgia di riascoltare e rivivere quei momenti. Al mio secondo concerto (nel ’78 con Peter Gabriel a Ginevra), ci sono andato preparato con un sistema di registrazione analogico, con le cassette. A quei tempi non c’era un gran controllo ai concerti. Quindi ti sei interessato subito alla parte tecnica delle registrazioni? No. Dopo quella registrazione mi sono invece concentrato sulla fotografia, e ciò per anni. Ho fatto un sacco di foto di concerti. La vera passione per il taping è arrivata nel 1993, ad un concerto di Steve Hackett ad Olgiate Comasco, quando ho incontrato un ragazzo che aveva un apparecchio Dat per registrare e degli occhiali con i microfonini applicati sulle stanghette. Il Dat è facile da nascondere, così il taper è più discreto. E’ proprio l’industria dei sistemi di registrazione che, promuovendo e commercializzando queste piccole apparecchiature, ha facilitato la nascita del taping pirata, aprendo la strada ai cosidetti bootleg, cioè le registrazioni pirata. Tu vendi le tue registrazioni? No, non ho mai venduto le mie incisioni. Quando vado ai concerti non sto lì semplicemente a riprendere il suono, io i concerti li vivo anche perché stando sempre immobile li assimilo completamente, forse anche meglio di chi non registra. C’è una ricerca dietro: trovare i livelli giusti per registrare e scegliere il posto acusticamente più interessante dove stare. Eppoi c’è la parte tecnica: è come per il fotografo che il suo strumento di lavoro lo ama, ci gioca, lo manipola. La musica (se fosse solo amore per la tecnologia allora registrerei il canto degli uccelli!) è il vettore ideale che mi permette di captare le onde, le vibrazioni, le sensazioni. Peter Gabriel è stato sempre all’avanguardia per le nuove tecnologie… E’ vero, fin dai tempi dei Genesis. Difatti i suoi live sono considerati dei veri e propri avvenimenti d’alta tecnologia sonora. Ovunque tu stia, nella sala dove suona lui, il suono arriva perfetto. Negli anni ’90, con l’avvento del Cd, della musica elettronica e della techno, la dimensione dei live è diminuita drasticamente, dando così gran spazio alla promozione del prodotto musicale su Cd. Oggi, a causa del download di musica gratuito da Internet e dal peer-to-peer (fatto che ha messo in gran crisi il music business attuale) la dimensione live si è rivalutata e sta diventando, per moltissime band famose, il prodotto più importante da presentare al pubblico, da curare con un orecchio particolare per il suono. Tu sei venuto a contatto con queste band: condividi con loro la tua passione? Ho conosciuto The Cure, i Duran Duran, gli XTC, Joe Jackson e tanti altri… a certi ho fatto ascoltare le mie incisioni e gli ho dato anche una copia. Alle band emergenti interessa proprio sentire come il pubblico vive il concerto e di che qualità è risultato,

di “Datman”.

perché le registrazioni asettiche effettuate dal mixer non rendono l’idea. Per farti un esempio: i Calexico sono una band molto disponibile ed Howe Gelb (che con John Convertino ha fondato quest’eccezionale band) ha apprezzato molto una registrazione che gli ho fatto al Tunnel di Milano, un paio d’anni fa. Ti è già successo che dei gruppi abbiano avuto delle reazioni negative perché non gli piaceva l’idea che tu li registrassi? Quando mi rendo conto che ci sono delle ostilità in questo senso lascio perdere, per rispetto. In genere sono i manager che fanno storie. A me non è mai successo niente di grave, ma ho già assistito a delle scene aggressive tra manager e tapers. Hai contatto anche con i tecnici del suono? S’interessano alla tua ricerca? Sì, facciamo il confronto tra le registrazioni mie e le loro eseguite dal mixer. Il Dat è uno strumento talmente perfetto che non ha lacune, e se queste ci sono, son dovute all’acustica o al trattamento del service tecnico durante il concerto. Le mie registrazioni evidenziano gli sbagli. Il pubblico disturba le tue registrazioni? Finché si tratta di colpetti di tosse, applausi e grida, va bene, fanno parte del momento, ma ultimamente la cosa più fastidiosa sono i cellulari che squillano, certa gente non ha proprio rispetto di chi sta ascoltando! Poi ci sono quelli che chiaccherano, come succede spesso in alcuni locali del Ticino… Nel resto della Svizzera si ha più rispetto di chi suona e di chi ascolta. In Ticino quali sono stati i concerti che più ti hanno emozionato? In particolare quelli di Carmen Consoli al Garage di Castione, malgrado il fastidioso brusio del pubblico in sottofondo! Lei è bravissima. Poi il concerto dei La Crus a Chiasso, un suono ed un’atmosfera fantastici. Manipolizzi e masterizzi le tue incisioni? Si, solo per migliorare e togliere il superfluo ed i rumori molesti. Ad ogni modo le registrazioni ufficiali sono troppo trattate e pulite, sinceramente preferisco le mie che sono più fedeli al momento. Quali artisti attirano di più i tapers? Tra tutti direi Bob Dylan, il più bootlegato del rock, poi Bruce Sptringsteeen, gli Yes, Gabriel, i Radiohead … Bjork è molto richiesta, come i Massive Attack e Tricky. In genere sono le band che fanno musica raffinata, atmosferica, emozionale… nel ambito heavy-rock e metal - dove la musica è più una questione fisica – non ci sono tapers… Vieni, ti faccio ascoltare qualcosa, ho proprio qui una registrazione del concerto degli Yes fatto a Montreux quest’anno… Ci spostiamo dove c’è lo stereo, e cominciamo ad ascoltare le incisioni di Datman. E’ vero, è come dice lui, sembra di rivivere quel momento: tra le note dilatate della musica progressive degli Yes, si sentono le vibrazioni del pubblico come ondate di calore, e si sente il fascino sospeso del momento. E’ impressionante. E’ magico. Una passione eccezionale quella di Datman, che in questi tempi “usa e getta” dimostra un amore raro, assoluto e fedele per la musica e per chi la produce.


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live

R.E.M.

Nada Surf

28mo Palèo Festival Nyon

Palèo Festival 2003: una spremuta, mi vien da dire, di momenti particolari. Quando bevi una spremuta assapori tutto il gusto forte e un po’ aspro dell’arancia, anche se il frutto non lo vedi. Riassaporando il concentrato di ricordi forse, se mi sforzo un po’, riesco ad estrarre le particolarità del Palèo Festival di Nyon. Quella del 2003 è stata un’edizione che dalla prima apertura dei cancelli si è presentata con le carte più che in regola. Nomi di portata mondiale per svariati generi musicali - dal reggae all’elettronica - biglietti esauriti da mesi, sole, organizzazione perfetta e pochi cambi di programma rispetto al cartellone pubblicato a maggio. Lanciatissimo e curioso al massimo mi sono tuffato nella folla. Ecco la prima fotografia: una coppia di vecchietti bizzarri a manina, in secondo piano due punk con chiodo. Ma non solo loro: più in là vedo un rudeboy con cappello e cravatta. Poi una fan di Alanis Morissette: indossa una t-shirt colorata in batik… Prendo un piatto di paella ad uno dei ristorantini improvvisati e mi siedo ad un tavolo: dopo cinque minuti sto scambiando quattro chiacchiere in francese con un elettricista di Losanna. A destra mi passa un ragazzo dell’organizzazione: spinge una

carrozzina con un paraplegico che gli dice che sono anni che vuole vedere gli Eskobar dal vivo. Qua e là c’è già chi canticchia alcuni brani dei Cardigans. Questa è l’alchimia del festival. Per parlarvi dei concerti avrei bisogno dello spazio di una pagina per ogni artista. Visto che a fare le critiche negative non sono bravo vi riporterò due o tre notizie - minimal - su quelle esibizioni che ho apprezzato. Lo dico subito: i big concert erano perfetti: luci, suono ed esecuzione ottima per star del calibro di R.E.M., Massive Attack, Asian Dub Fondation, Alanis Morissette, Travis, Skin. Chi è venuto per uno dei suoi beniamini non può che essere soddisfatto. A vincere però alla fine sono stati i concerti “laterali”. Quei concerti di band sì famose, ma di cui i media hanno parlato meno. E mi riferisco ai Nada Surf, che da New York hanno portato una simpatia e una voglia di suonare più che coinvolgente. Parlo di Badly Drawn Boy che, presentatosi sul palco solo con una chitarra e un pianoforte, è stato quasi commovente. Ricordo ancora Beth Gibbons e Rustin Man con le loro sonorità un po’ noise e un po’ ambient. E ancora la famiglia Morgan Heritage e il suo reggae super divertente. Potrei andare avanti per molto. Alla fine probabilmente molti dei 200.000 spettatori di quest’anno non sono venuti al Palèo per queste “piccole” band, è sicuro però che sono tornati a casa con i loro nomi impressi ben bene nella memoria e la pelle d’oca ancora alta. Anche a me non resta che aspettare l’anno prossimo per rivivere questi momenti. Ora devo solo digerire la paella… bulp.

Se vi siete persi questa edizione del Palèo perché non avete trovato i biglietti o perché le vacanze ve le siete bruciate quest’inverno in snowboard, allora potete immergervi nelle acque del sito ufficiale. Presso www.paleo.ch trovate estratti di concerti, interviste agli artisti, gossip e altro. di Ze Paranoico

Manu Chao

Radiohead

Rock Oz Arènes - Avenches

Auditorium Stravinsky - Montreux

Rock ‘oz Arèns ad Avenches è indubbiamente un festival azzeccato: quattro giorni di musica d’alto livello in un contesto magico ed entusiasmante. La vecchia Arena ha accolto (dal 13 al 16 agosto) musicisti del calibro di Placebo, Deep Purple, Beck, King Khan, Manu Chao, Keziah Jones ed altri ancora. La serata clou è stata sabato 16 quando in Svizzera giunge la carovana del Clandestino con i Radio Bemba Sound System. Sono le 13.00 esatte e lo sleeper bus fa il suo ingresso nel back stage. Manu, con tutta la sua compagnia scende e si avviano sul palco salutando amici e organizzatori. Il clima della giornata si preannuncia esaltante e tra conferenze, sound check, brindisi e bagni in piscina inizia a calare su di noi il sole e la musica fa il suo ingresso trionfale nell'Arena. Dapprima Keziah Jones e O Jarbanzo Negro scaldano i cuori con il loro rovente sound, poi Manu e soci mandano il pubblico in delirio, scatenando una danza tra gli 8’000 presenti e intrappolando dentro al vortice di suoni ska anche tutti gli organizzatori. La musica del Clandestino in un crescendo vertiginoso fa dimenticare il diluvio che sta scendendo sulle nostre teste, anzi la pioggia sembra la ciliegina sulla torta a conclusione della splendida giornata. Mentre il sound di Manu riempie i muri e le anime di Avenches, tra sorrisi e sguardi entusiasti, le urla del pubblico coprono i tuoni che riecheggiano in lontananza.Inzuppato ed infreddolito, il Clandestino chiude un concerto memorabile, e difatti anche tra i musicisti c'è un elevato grado di soddifazione al loro rientro nel back stage... In fretta e furia tutti al lavoro per caricare strumenti e quant'altro sui camion, pronti a ripartire per un’altra destinazione........ Faccio i complimenti all'organizzazione di Rock Oz' Arèns per la splendida collaborazione e la disponibilità nei riguardi di re.set, ma sopratutto i complimenti vanno ai musicisti e a tutti coloro che si sono impegnati alla riuscita dell' evento, decisamente… indimenticabile. di Carletto Faccioni

È il 5 luglio, e l’aria che si respira a Montreux è quella dell’evento. Sì, perché i Radiohead all’Auditorium Stravinsky di Montreux costituiscono sicuramente l’evento musicale dell’anno alle nostre latitudini. Il Jazz Festival di Montreux ha una fama mondiale e l’Auditorium Stravinsky è una di quelle tipiche sale in cui tutte le band del mondo vorrebbero suonare. Le attese sono chiaramente alle stelle, la gente in giro non fa altro che parlare del concerto, tanti cercano biglietti, mentre sono molto pochi quelli che li vendono. Sono le 21.30 e l’entusiasmo che si sente nell’aria è pompato all’inverosimile. Infatti, quando i cinque di Oxford salgono sul palco le premesse ci sono tutte: pubblico caldo, qualità del suono nella sala e una band in forma. Ed è questa la prima cosa di cui ci si rende conto quasi subito, quando durante il crescendo di There There Yorke si lascia andare ad un ballo sfrenato. Il suono alla Stravinsky è da Guiness dei primati per pulizia e nitidezza. Questo i Radiohead lo sanno e la sequenza di pezzi che seguono fa da best of degli ultimi tempi. Non ci sono palle, Thom Yorke e compagni sul palco sono grandiosi. I pezzi, che su disco sembrerebbero poco adatti al live, proprio dal vivo sprigionano una forza incredibile. Thom si scatena come un forsennato mentre gli altri sono in gran forma. La band si diverte e si vede. La gran maggioranza dei pezzi proposti proviene da Hail to the thief, ma anche dagli ultimi tre album. Per i fans dei Radiohead vecchio stampo non sono comunque mancate le chicche, come la sempre magnifica Paranoid Android e la sorprendente My Iron Lung. Un concerto grandioso per una band che sta segnando in maniera indelebile i nostri tempi. di Rupen Nacaroglu


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re.play

Tora! Tora! Festival 20 settembre 2003 Pala Mazda (Ex-Palavobis) Festa dell’Unità Il Tora! Tora! Festival, “il Loolapalooza italiano”, è ideato da Manuel Agnelli degli Afterhours in collaborazione con l’etichetta Mescal di Milano. Nell’arco delle precedenti edizioni questo festival è diventato il vero punto di riferimento per tutto il movimento che ruota attorno al rock alternativo italiano, dando pure spazio alle band emergenti le quali grazie a questo festival riescono ad arrivare in superficie; difatti, lo scopo della manifestazione è quella di associare realtà affermate ad artisti emergenti, spesso al debutto discografico, dando paritarie condizioni di palco e strumentazione. La terza edizione del Tora!Tora!Festival arriverà con la sua carovana il 20 settembre a Milano, presso il Pala Mazda. Partito ad inizio giugno, il Tora Tora ha portato per ogni dove della penisola ben cinquantuno band italiane, offrendo a tutti, artisti e pubblico, un momento d’incontro ideale e partecipe. Questo festival è unico nel suo genere: le tappe effettuate sono state lo scenario di continue sorprese che nascono spontanee dalla magia impregnata d’amicizia e collaborazione che regna attorno al festival. La giornata a Milano si prospetta ricchissima di sorprese. In quella che vuole essere una vera festa di chiusura parteciperanno tutti quei gruppi che nel corso di questi tre anni hanno contribuito a costruire l’ epopea del Tora! Tora!. Basti guardare la scaletta in programma: Elisa che canta con gli Afterhours, eppoi Cesare Basile, la Donà, gli Estra, i Linea77, i Lotus, i Marlène, Morgan, i Verdena… Il fior fiore della scena alternativa italiana. A conclusione di serata, in programma l’aftershow con Dj Boosta (Subsonica). Dall’inizio alla fine qui si parla d’alta qualità made in Italy. Non si può volere di più! I protagonisti saranno la creatività, la positività e soprattutto la musica in tutte le sue forme. Per informazioni e riservazione biglietti: www.mescal.it (cliccare sul logo del Tora! Tora!) Gli organizzatori del Tora! Tora! Festival mettono a disposizione cinque biglietti per i primi lettori che invieranno un e-mail a redazione@resetmagazine.ch con l’intestazione TORA TORA. Fatevi sotto!

Programma AFTERHOURS feat. ELISA CESARE BASILE CRISTINA DONA’ ESTRA LINEA77 LOTUS MAMBASSA MARCO PARENTE

MARLENE KUNTZ MODENA CITY RAMBLERS MORGAN ONE DIMENSIONAL MAN PERTUBAZIONE VERDENA YUPPIE FLU Aftershow DJ BOOSTA


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agenda

re . p l a y

Cripple Bastards Palapenz – Chiasso 4 ottobre

Cripple Bastards

Il 4 ottobre al Palapenz di Chiasso (ormai divenuta la capitale del punk in Ticino, dove molti giovani stanno dando un ottimo esempio di collaborazione in seno alla Regio Insubria) si terrà una serata punk-hardcore-oi! con alcuni dei migliori gruppi della scena italiana. Un’occasione alla quale sono invitati tutti gli amanti del genere. Organizzata dalla BZ Concerti (un collettivo di giovani intraprendenti del mendrisiotto) questa serata vedrà in programma come ospiti principali i Cripple Bastards, band italiana d’Asti, la migliore in ambito grind core del pianeta Terra. Prima dei Cripple Bastards si susseguiranno i live act di Skruigners di Varese, Woptime di Torino, Corey di Novara, Slaiver di Cuneo ed Eleganza Criminale di Lugano, giovane gruppo di Lugano di buone speranze. Una gran bella truppa! Accorrete ragazzi, tirate fuori i vostri quindici franchi, questa è una serata genuina, vera, cruda, mica quel punk commerciale e edulcurato all’assugrin! Da non mancare! Info: www.nextpunk.ch

Nextpunk.ch Già lo conoscete già questo frequentatissimo sito ticinese dedicato al verbo punk. Per la nuova stagione Nextpunk.ch si presenta in una nuova veste grafica, più accattivane e più veloce, decisamente migliore rispetto al passato (che già non era male…). Un sito in evoluzione, quindi: noi della redazione lo teniamo sempre sott’occhio, ci tiene informati per quello che riguarda il punk e i concerti underground in Ticino. Non solo questo sito è la dimostrazione (come si diceva sopra a riguardo del concerti punk a Chiasso) di come una passione in comune, la musica in questo caso, sia in grado di abbattere barriere e dogane di ogni tipo. Nextpunk.com ha il pregio di essere sempre aggiornato, di seguire con costanza le uscite discografiche, di coinvolgere anche dei matusa come noi, e di divertire. Tra l’altro, abbiamo il piacere di avere tra i nostri redattori per le recensioni dischi il pugnace Dexter (vedi recensione dei Rancid in questo numero), il padre e webmaster del sito in questione, che per svilupparlo si avvale della collaborazione degli amici Pablo, Manuel e Cedric. Ben fatto, ragazzi!… Ti piace il punk? Nextpunk.ch è la tua casa…

livespot Poche le manifestazioni musicali previste nella nostra regione per settembre e poche le segnalazioni pervenuteci in redazione. Sono in atto i lavori in corso per la nuova stagione musicale indoor. Quindi, dal mese prossimo su re.set tornerà l’agenda consueta. Per questo mese vi consigliamo di tenere d’occhio le agendine dei quotidiani locali… Intanto v’indichiamo le date programmate per i prossimi weekend dal Living Room di Lugano.

Venerdì 19 settembre Party d’apertura stagione 2003-2004 Sabato 20 settembre Dj set con SYLLYBOYBLUE (trip hop, bigbeat) Giovedì 25 settembre Live con JAZZY JAMS (jam session) Venerdì 26 settembre Dj set Mindequalizer con ROLLZ (breakbeat, acid & tribal groove) Sabato 27 settembre Dj set con HEADCANDY (rock alternativo) Venerdì 3 ottobre Dj set Poltiglia elettronica con ALEXIO (techouse, breakbeat, d’n’b) Sabato 4 ottobre Dj set Le nouveau funk Con TABLE (CH), VARVEZ (I) e JACKMASTERPEZ (I)



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localcorner

re.play

Per niente Confused di _Lpp Ci voleva proprio un gruppo come i Confused a tenere alta la testa del punk nel Bellinzonese. La band risale al febbraio 2000 e da Arbedo Beach propongono un genere definito skate-punk, stile California South-bay, vicino ai Pennywise, Bad Religion, 98 Mute, Deviates e Zero Down. Si autodefiniscono un gruppo punk rock, e si stanno perfezionando verso uno stile personale e graffiante… Miki e Nik suonano le chitarre, Ste si occupa del basso, accompagnati da Fede alla batteria e Pier alla voce. I testi sono in inglese, con temi che variano molto; si passa dall’amicizia a temi dove spesso la società ed il mondo vengono descritti in modo ironico. I Confused sono arrivati quest’anno in semifinale al concorso Chiara Giovani, grazie alla loro contagiosa ed allegra simpatia che caratterizza tutti i loro concerti. Hanno fatto da spalla a gruppi come Vomitors, Maja, Moravagine, Vad Vuc, Succo Marcio…Secondo loro i sogni sono importanti, se non indispensabili, difatti si definiscono dei grandi sognatori. Fantasticano di suonare di spalla a gruppi della Epitaph, od addirittura di far parte della Epitaph stessa… c’è tempo ancora per realizzare tutto ciò! Per ora collaborano con la Makako Production di Etan e Gianlu (un gruppo di cui parleremo prossimamente, N.d.R), con cui dividono la sala prove. Stanno allestendo pure un sito internet, ed in cantiere c’è un cd per dicembre… Per chi volesse seguire le loro gesta ed i loro concerti, mandare un e-mail a: miki_confused@hotmail.ch

SoulLine, fedeli alla linea I SoulLine sono uno dei gruppi emergenti della scena metal in Ticino. Musica, energia e tanta simpatia: una formula che si è dimostrata vincente in molte occasioni. Dino, il bassista, ci ha concesso una breve intervista per conoscerli più da vicino… SoulLine, linea dell’anima. Un bel nome. Perché l’avete scelto? Questo nome perché cerchiamo una via per la quale crescere e migliorare. Utilizziamo la musica al fine di intravedere una breccia in questo muro di nebbia che ci circonda, e tentiamo di seguire la linea che ci conduca al sapere che la nostra anima racchiude. Quando e dove è nata la band? La band è nata nell’estate del 2000 in una strana cantina del bellinzonese. Si è poi completata all’inizio di quest’anno con l’innesto di un chitarrista e un nuovo cantante. La nostra formazione è composta da: Lorenzo Barenco e Marco Alberti alla chitarra, io (Dino Gaggini) al basso, Jack Frei alla batteria e Klod, il vocalist. Come defineresti il vostro genere musicale? Definire un genere musicale da seguire è limitativo… comunque l’idea generale della band è quella di un buon vecchio heavy metal classico con chitarre gemelle… senza però tralasciare la melodia… Quali sono le vostre influenze musicali? Iron Maiden, King Diamond, Blaze, Grave Digger, Helloween. Che ne pensate della scena musicale ticinese? La scena musicale ticinese a nostro avviso è un po’ limitata per il nostro genere. Questo perché molte volte la gente segue generi musicali più commerciali e dice che i metallari sono un po’ “fuori di testa”. Quello che crediamo è che si trova anche buona musica in generi un po’ differenti dal solito Chihuahua…eheheh... E il pubblico? Come già detto il pubblico spesso è alienato dai generi commerciali. Ciò non toglie che il pubblico che abbiamo segue assiduamente il gruppo e ciò ci rende orgogliosi. Sarebbe bello se ci fosse più gente… Quali sono i vostri progetti futuri? Un nostro progetto futuro è registrare un nuovo album con canzoni un po’ più cattive a confronto dell’ultimo (Apocalips, 2002). Ciò comporta la ricerca di una casa discografica che ci possa produrre e farci conoscere. Un altro progetto è quello di espanderci a suonare in tutta la Svizzera (stiamo organizzando già le date ma non sono state ancora fissate) e perché no, anche all’estero… Chi è interessato a voi come fa a contattarvi? Su Internet c’è il nostro sito (www.soulline.ch) completo di foto e novità. Venite a trovarci!

Eugene’s drones di Mr. Loop

Ebbene sì, anche nella scena musicale della Svizzera italiana è finalmente emerso un “isolazionista dei drones”. Eugene Slats ci ha mandato il suo minicidì dal titolo Rhumor Thumor. Per contestualizzarlo va citata un’avanguardia culturale nata a metà degli anni settanta in coincidenza con la commercializzazione dei sintetizzatori elettronici, il cui maggiore esponente è Genesis P. Orrige. Più che di musica, si tratta di suoni minimali, ripetitivi, dilatati e modulati (drones) il cui scopo principale è l’esperienza del subconscio nella sua parte più oscura. Nascono così generi come industrial e dark ambient (per saperne di più: www.brainwashed.com/tg/genesis.html). Musica radicale, esistenzialista, mesmerica e contro corrente che nel tempo ha trovato anche espressioni più condivisibili contaminandosi con vari generi musicali. Il nostro Eugene però è un purista dell’industrial, utilizza senza troppi virtuosismi e divagazioni due livelli di sonori, i primi profondi, cupi ed ipnotici ai quali sono sovrapposti rumori bianchi filtrati e acidi, ottenendo così ambienti rarefatti, desertici, subindustriali. Un’esperienza isolazionista, “old school”, e una ricerca che ci auguriamo continui. www.eugeneslats.tk


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informer

re.play

•• Il rocker dal passato selvaggio Ozzy Osbourne vorrebbe scrivere la sua biografia - peccato che non si ricordi gli eventi della sua vita. Infatti il mitico ex Black Sabbath dal 1969 ha talmente abusato di alcol e droghe pesanti da aver perso il ricordo di decadi intere. "Riuscirei a scrivere solo che Ozzy è nato il 3 dicembre 1948, ed oggi beve drink energetici. Per ricostruire il tutto dovrei investigare tra quelli che mi hanno mi conoscono…" questo il commento di Oz. •• Jack dei White Stripes ha avuto un incidente d’auto il giorno del suo 28esimo compleanno (il 9 luglio), procurandosi una grave frattura composta all’indice della mano destra. Questa è la ragione della cancellazione di un lungo tour negli USA e due apparizioni in Gran Bretagna in agosto. Buona guarigione, Jack!

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Un

ventiquattrenne ha perso la vita dopo essere stato raggiunto da un proiettile all'uscita del concerto che 50 Cent ha tenuto a Toronto lo scorso luglio. Ciò a seguito di vari colpi di pistola all'impazzata da parte di due uomini esaltati. •• S’intitola Go To Sleep il secondo estratto da Hail to the thief dei Radiohead, e avrà come B-side (anche se è un cd!) una canzone inedita, I Am A Citizen Insane, ed una versione live di Fog. I Radiohead sono in partenza per il tour americano, per poi tornare ad esibirsi in patria nel Regno Unito verso fine anno..

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Richard Branson (fondatore della Virgin, ora proprietario della V2) è riuscito a soddisfare un desiderio da decenni

accarezzato: è finalmente riuscito a siglare un contratto per tre album con l’irrequieto mod/rocker singer/guitarist Paul Weller, il quale ha lasciato la Independiente Records per divergenze di vedute. In previsione, quindi, un nuovo album di Mr. Modfather per la primavera prossima. •• Sembra che il nu-metal faccia male al cantante dei Linkin Park, Chester Bennington. Attualmente la band è in tournée in America con i Metallica ed i Limp Bizkit. Il problema di salute di Bennigton è serio: un’ernia allo stomaco gli impedisce di digerire in maniera ottimale. Mentre Bennington s’esibisce il reflusso costante di cibo e succhi gastrici gli impediscono di sostenere al meglio le sue performance canore e, addirittura, non è raro che vomiti sul palco. Durante i concerti i cantanti nu-metal sono perlopiù contratti e tesi e ciò ha facilitato il progredire del disturbo del vocalist. A fine settembre Bennigton si sottoporrà ad un intervento chirurgico nella speranza di risolvere il problema. •• A 26 anni dalla sua morte, Elvis Presley riserva ancora delle sorprese per i suoi fan. Una canzone inedita, I'm A Roustabout, registrata quaranta anni fa e rispolverata recentemente, sarà messa in vendita nei negozi nell'ottobre prossimo all'interno di una nuova collezione di successi di Elvis intitolata Elvis 2nd to None

••

Amore finito tra Tim

Amstrong dei Rancid e sua moglie Brody, cantante dei Distillers, la quale ora sta con Josh Homme dei Queens Of The Stone Age…

•• Amore finito, pare, anche tra il riservato Chris Martin dei Coldplay e l’attrice Gwyneth Paltrow. L’assidua presenza di paparazzi ad ogni dove e momento ha logorato l’affetto che li legava. A settembre il cantante dovrà presenziare ad un processo a suo carico in Australia, a causa di un diverbio con un fotografo che cercava di fotografare la coppia in spiaggia. Martin ha reagito sfracellandogli il parabrezza dell’automobile… •• Colpo di scena nella sfera famigliare di Courtney Love, la vedova di Kobain. Era già notorio che sua nonna materna fosse Paula Fox, una famosa scrittrice americana. Ma il nonno? La Fox fino ad ora non si è mai sbottonata e non ha mai rivelato il segreto, ma ora un esame del DNA accerta che il nonno di Courtney è (udite, udite!) Marlon Brando…

Eros e Thanatos Gravissima la tragica posizione di Bertrand Cantat, il vocalist dei Noir Désir. Il 29 luglio, in seguito ad un acceso litigio Bertrand ha brutalmente percosso a suon di schiaffi sul viso la sua compagna Marie Trintignant (figlia di Jean Louis) causandole dei traumi fatali. La coppia era in Lituania dove l’attrice era impegnata con un film diretto da sua madre Nadine. La causa del litigio sarebbe la gelosia che entrambi provavano uno nei confronti dell’altro: in quei giorni entrambi erano entrati in contatto con gli ex compagni per questioni di figli e vacanze. La tragedia è avvenuta nella loro stanza dell’albergo, a Vilnius, dove alloggiava la troupe del film. Dopo che Marie è crollata a terra priva di sensi, in preda al panico Cantat ha cercato di suicidarsi ingerendo una gran quantità di pillole ed alcool. Svegliatosi dopo qualche ora d’incoscienza chimica il cantante francese ha chiamato il fratello dell’attrice, Vincent, il quale, dopo un lungo momento di confusione (anche lui!), ha provveduto ad allertare i primi soccorsi. Si è potuto appurare che all’arrivo dei soccorsi Marie era già in coma da circa sei ore, condizione purtroppo conclusosi con la morte, cinque giorni dopo, in un ospedale di Parigi. Cantat, ora detenuto in un penitenziario, sarà processato in Lituania per omicidio colposo ed omissione di soccorso. Dalle ultime fughe di notizie sulle analisi del sangue effettuate all’arresto del cantante è emerso che quella sera non ha fatto uso di droghe, ma solo d’alcool e sedativi. Tre settimane dopo il fatto Cantat ha ammesso di fronte ai procuratori d’aver schiaffeggiato con vigore la Trintignant in quanto esasperato, dice, da una crisi isterica della donna. L’artista rischia quindici anni di galera. I Noir Désir sono (erano: a questo punto è davvero difficile ipotizzare un prosieguo di carriera per questo gruppo) una rock band seguitissima in Francia (il brano Le Vent Nous Portera è stato un gran successo anche da noi) e Cantat è stimato dal pubblico francese quale carismatico sostenitore dei diritti umani, convinto no-global ed acerrimo antifascista. Un personaggio sanguigno ed emotivo, i cui testi delle canzoni e poesie hanno sempre rivelato un lato passionale, da vero poeta maudit… Una tragedia greca, eros e thanatos: uno shock per chi ammirava Cantat e i suoi ideali trasmessi con la musica (Dr. Jeckill & Mr. Hyde?), ma anche per chi (e in Francia sono tantissimi) adorava l’esile e sensibile Marie Trintignant.


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cinema

re.vision di ado bader

All’arrembaggio! Ammainate le vele! Caricate i cannoni! Mano alle spade! … Preparatevi ad un’ondata di film di genere piratesco e corsaro, resuscitati grazie allo strepitoso successo di Pirates of the Caribbean. Il genere piratesco, si sa, non ha mai goduto di alti indici di gradimento da parte del pubblico a parte, forse, nel periodo di grande “boom” degli anni ’50-’60. La storia cinematografica più recente ha insegnato che la produzione di questo tipo di pellicole, il più delle volte, si è rivelata essere un’operazione azzardata di cui le major hollywoodiane non vogliono più assumersi i rischi. Bastano esempi di recente memoria come il flop clamoroso di Corsari (Cutthroat Island) - attualmente il film detentore del record di insuccesso ai botteghini - che ha mandato in bancarotta la famosa compagnia Carolco Pictures, per intimorire anche il più coraggioso dei produttori. Ma questi nefasti moniti non devono aver spaventato l’intrepido Jerry Bruckheimer e la Disney che, in men che non si dica, hanno deciso di realizzare un nuovo film su questo genere. A spingerli in questa impresa è stato il successo dell’omonima attrazione di Disneyland che strizza un occhio al mondo dei pirati. Per mettere in scena questo progetto titanico è stato ingaggiato l’eclettico regista Gore Verbinski (già autore del recente The Ring) contornato da un cast di prim’ordine: Johnny Depp, il premio Oscar Geoffrey Rush ed Orlando Bloom. La vicenda, ambientata nel golfo dei Carabi del 17esimo secolo, narra di Jack Sparrow (Depp), un pirata vagabondo che solca i mari per salvare la figlia del governatore rapita dal temibile pirata Barbarossa. A complicare le cose è una misteriosa maledizione che affligge i pirati trasformandoli in cattivissimi scheletri assetati di vendetta durante le notti di plenilunio. Pirates of the Caribbean racchiude tutti gli elementi di successo dei molti film d’avventura alla Indiana Jones che si guardavano da ragazzi. Uscito nelle sale americane lo scorso mese di luglio, il film di Verbinski promette molto bene - in effetti, negli USA, la pellicola è ancora presente nella top-ten dei maggiori incassi al botteghino - e si appresta a sbarcare sui nostri schermi i primi giorni di settembre. Unico neo è il confuso titolo (che nella versione italiana è La maledizione della prima luna). Un grave errore di marketing, a parer mio. Dal momento che si è già deciso per un sequel sfruttando il marchio

Pirates of the Caribbean come sarà il titolo del secondo capitolo nella sua versione italiana? La maledizione della prima luna 2 non sembra certo il più azzeccato visto che lo scenario e la trama cambieranno radicalmente. Dalle credenziali piuttosto differenti si presenta invece Master of Commander (in uscita tra pochi mesi) del regista australiano Peter Weir. Il film, interpretato da Russel Crow, è tratto dal decimo romanzo della serie marinaresca ambientata ai tempi delle guerre napoleoniche - scritta da Patrick O'Brien - sulle vicende di Jack Aubrey, capitano della marina Reale Britannica. Ma anche il settore dell’animazione non se ne sta con le mani in mano: dopo la bella sorpresa de Il Pianeta del tesoro (sempre della Disney) tocca alla Dreamworks Pictures con il suo Sinbad: la leggenda dei sette mari ad iniettare nuova linfa ad un genere che non smetterà mai di esaltare la nostra sete d‘avventura.


042

re.vision

nextscreen

di apache

Don’t try! this! at home!

MTV crea tendenza. Con la musica adatta e con la grafica giusta per ogni tipologia di programma, MTV presenta l’immagine come valore assoluto tramite le mode e i trend dettati dai suoi protagonisti. Meglio sarebbe dire che MTV crea la musica, forgia lo stile ed impone l’immagine. Ha questa penetrante e subdola capacità. Gli uomini-ombra del marketing di questo colosso televisivo sanno dove andare a parare e conoscono molto bene il pubblico che vogliono accontentare, cioè tutti. Se da una parte c’è fame di fashion & style, dall’altra c’è sete di situazioni assurde, pesanti e pericolose. MTV non è solo per fighetti, è anche roba per stomaci forti, e quale programma più di Jackass è dimostrazione di una gran domanda di sensazioni shock da parte del pubblico? Di programmi assurdi se ne vedono in quantità (The Osborne Family per esempio), ma devo dire che Jackass li supera tutti di gran lunga. Nato nelle perverse menti di Spike Jonze (il regista de Il Ladro di Orchidee e Essere John Malkovich) e dello stuntman Johnny Knoxville, Jackass ha un successo planetario. Il protagonista di questa trasmissione è Knoxville stesso che, con la sua banda di pazzi scatenati, si esibisce in una varietà di numeri e gags a dir poco demenziali. Sfide e scommesse al limite della follia in situazioni a rischio, anche a costo di farsi male, veramente male. Si passa dalle cose più semplici come correre nudi nella strada, a quelle veramente degenerate: mangiare pesci rossi vivi e poi rigettarli ancora guizzanti, farsi azzannare le chiappe da dei cani, buttarsi a testa in giù da tetti e ponti, cospargersi d’escrementi, immergere la faccia in una bacinella piena di meduse … e mi fermo qui che sono ancora in zona soft-core. Ad aumentare gli indici d’ascolto hanno partecipato personalità come Tony Hawk, il genio spericolato dello skateboard americano, e l’attore Brad Pitt. Naturalmente a quest’ultimo si è evitato di rovinare il bel faccino… La televisione incita o no alla violenza? E’ un dilemma vecchio quanto la televisione. E Jackass incita al pericolo? Una questione balzata in primo piano negli Stati Uniti quando un ragazzo di tredici anni ha deciso di imitare il suo idolo Knoxville dandosi fuoco per gioco. Salvatosi in extremis, il giovane irresponsabile ha confessato d’essersi ispirato alla discussa trasmissione. Per pararsi il culo dalle polemiche ora Mtv trasmette una scritta all’inizio della serie sconsigliando fortemente i telespettatori di emulare quello che vedono nello show. E’ inoltre reso noto che i protagonisti di Jackass sono degli stuntmen professionisti. Mtv si rifiuta di limitare i toni di una trasmissione che ogni settimana è seguita da tre milioni di telespettatori (un target appetitoso per gli sponsor!), ed ha voluto salvaguardare la sua immagine chiedendo a Knoxville di registrare uno spot in cui si rivolge direttamente al pubblico: “Smettete di imitarmi” dice Johnny “ o vi farete male e il programma sarà annullato “. Funzionerà come deterrente ad azzardate e pericolose imitazioni? Intanto Knoxville sta raccogliendo i frutti della sua celebrità: in previsione per lui il ruolo di Nikki Sixx, il leader dei Mötley Crüe, in un film biografico sulla famosa metal-band. Anche il nano che si fa sempre lanciare come un pallone, Chris Pontius, sta facendo carriera: in Charlie’s Angels 2 è un mini-spacciatore di droga. Tra i protagonisti di Jackass c’è un certo Steve-O. E’ il più esagerato, il più folle, il più autolesionista di questa banda d’impavidi. Da una recente intervista Steve-O dice d’essersi calmato un po’, ad ogni modo le sue giornate le passa sempre sul filo del rasoio... Le sue gesta sono ora su Dvd, in compagnia, naturalmente, dei soliti sospetti. Su Don’t Try This At Home (Pias), Steve-O presenta le sue più spettacolari (e schifose) esibizioni. Non ho parole per descriverle, vi lascio il piacere di scoprirle da soli. Clown e acrobata di formazione, Steve-O ha apportato nel mondo degli scavezzacollo ciò che ha appreso nel mondo del circo e nell’ambiente dello skate. Attualmente ha iniziato le riprese di Alpha Male, una trasmissione concepita dal regista Jeff Tremaine (anche lui tra i progenitori di Jackass) che vede Steve-O e Pontius il nano alle prese con gli animali più feroci della Terra. Racconta Steve-O: “ Quando eravamo in Sudafrica ho chiesto all’esperto di coccodrilli che fare se questi m’attaccavano… Lui mi ha risposto di nuotare il più in fretta possibile. E io allora ho nuotato! ”. Yeah, dude!


cinema

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r e . v ision di squalo

Ombre e Nebbie Avrei potuto anche chiamarlo “FutoFotoGrammi Extended Version” ma così mi fregavo da solo l’”intro”e la citazione a Woody…Tranquilli, tranquilli… Non ho nessuna intenzione di disquisire a sproposito dell’omonima pellicola di un Woody Allen che stava uscendo dalla sua gran crisi mistico-depressiva (s’era intrippato tra Bergman e Freud: quasi insostenibile anche per un accanito fan come me…) che gli aveva fatto attraversare gli anni a cavallo tra gli a‘80 ed i ‘90. Questo pomposo titolo m’è scappato per colpa di Gabi (scusa cara, lo sai che a qualcuno devo pur dar la colpa…) che ha intitolato “Shadows” questo numero… Certo il cinema è fatto da impalpabili ombre danzanti sullo schermo (e non mi sembra il caso di tediarvi con un’Improbabile Pomposa Fatiscente & Fallace Storia del Cinema dalle ombre cinesi ai giorni nostri…) e le nebbie scaturiscono da quel che la stagione ci riserva. Stagione che, come da prassi per ogni critico che si rispetti, dovrebbe essere piena di mirabolanti, spettacolari, imperdibili pellicole che sapranno toccare a fondo il nostro delicato animo o mozzarci il fiato con le loro appassionanti, avvincenti avventure. Sappiatelo subito: non sarà così! Non sono e non mi sento un “critico rispettato” e soprattutto non mi sento “rispettoso”. Quel che ho da dire l’ho sempre detto fuori dai denti e senza pietà: la cosa che più mi sta a cuore è lo spettatore ed è sempre a lui (ovvero probabilmente a te che stai leggendo questi miei vaneggianti sproloqui) che mi rivolgo. Mai cerco d’estraniarmi dalla poltroncina cinematografica per salire su di un’improbabile cattedra da dove è facile perdere il senso della misura e della realtà. Se ritengo valida una pellicola credo realmente che lo sia, ma se un film cerca di spacciarsi per quel che non è tentando di spillare allo sprovveduto quei preziosoi quindici franchi allora lo urlo (bhè, quasi) con tutte le mie forze (…evvai di pathos...). Ecco perchè, di seguito non cercherò di vendervi per capolavori mediocri operette che ancora non ho potuto vedere, cercherò piuttosto di farvi una lista, sicuramente parziale, di quel che ci attende, di quel che è preannunciato nei prossimi mesi.

Mystic River

Kill Bill

Intolerable Cruelty

Il più atteso sembra decisamente essere la terza puntata di quel Terminator che per ben due volte sembrava aver cambiato alcune regole nella storia del cinema (almeno per quanto riguardava l’action e gli effetti speciali). Dubito fortemente che succederà ancora: orfano di papà Cameron (James dopo Titanic sembra veramente terrorizzato dal riprendere in mano la macchina da presa e far sul serio) e con uno Schwarzy che vuol darsi alla politica (o all’ippica? non ricordo bene…) le cose sembrano mettersi maluccio. Jonathan Mostow ci aveva regalato il buon U-571 ma adesso deve dimostrare se è solo un buon mestierante o un vero regista. Dal poco che ho visto (lo so che il trailer è veramente accattivante…) l’idea è quella di una TerminatorLandia degna della prossima giostra di un parco di divertimenti a tema e nulla più. Spero decisamente di sbagliarmi ma l’impressione sembra essere decisamente questa. E già che siamo in tema di parchi ecco che per una volta un’attrazione diventa film e non viceversa. È il caso de La maledizione della prima luna che arriva dritto dritto dalla giostra dei pirati in quel di Disneyland. Filibusta ed arrembaggi sembravano aver fatto il loro tempo sugli schermi (e Polansky se lo ricorda molto bene…) ma questa volta l’alchimia sembra avere funzionato, magari anche grazie ad un Johhny Depp piuttosto corsaro. Gli incassi hanno largamente superato i 200 milioni di dobloni (pardon, dollari). L’equazione soldi=qualità non sempre funziona ma il beneficio del dubbio vorrei lasciarlo ad uno dei sogni preferiti della mia infanzia (quelli della pubertà erano già più complicati…) ed in ogni caso anche Russell Crowe, diretto da Peter Weir, sembra essersi imbarcato in questo genere con Master and Commander-The Far Side of the World. Altro giro, altro regalo ci arriva grazie Mystic River di (e senza!) Clint Eastwood… dopo Space Cowboys l’ispettore Callaghan non può che essersi migliorato con questo che viene definito come un “giallo shakespeariano” profondo e feroce. Gran ritorno anche per Quentin Tarantino che promette di sfavillare nuovamente con Kill Bill una commedia sul sottile filo dell’affilata lama del thriller con un redivivo David Carradine da tempo scomparso dal piccolo e grande schermo. Tra i ritorni (logico che si parli prettamente di loro, mica si può saper troppo degli illustri sconosciuti…) ci saranno Bernardo Bertolucci con The Dreamer-I Sognatori, Ridley Scott con Matchstick Man (con Nicolas Cage e Sam Rockwell), l’ultimo di Joel Coe, Intolerable Cruelty, con lo sfavillante cast capitanato da George Clooney, Catherine Zeta-Jones, Billy Bob Thornton… Arriveranno anche (attesi o meno) Spy Kids 3D-Game Over (speriamo bene, non che sia un buon film ma che sia veramente finito il gioco!), Bad Boys II (di cui sentivo tantissimo la mancanza <?>), la seconda puntata di Lara Croft in Tomb Raider-The Cradle of Life (commento simile alla parentesi precedente) e, visto che al peggio non c’è mai fine, arriveranno Legally Blonde 2-Red, White & Blonde e (udite udite!) Freddy vs Jason ovvero il cross-over tra le due serie horror degli anni ottanta, Nightmare on The Elm Street e Venerdì 13 (e giuro che qui NON voglio far commenti…). State comunque tranquilli: se per Harry Potter si dovrà aspettare almeno l’anno prossimo (Harry Potter and the prisoner of Azkaban e Harry Potter and the goblet of fire sono rispettivamente in produzione), finalmente arriveranno le puntate finali di Matrix-Revolution e Il Signore degli Anelli-Il Ritorno del Re. E ci volete scommettere? Potrà mancare il natalizio filmone vanziniano a base di Boldi, De Sica, pernacchie & petecchie? Dormite pure sonni tranquilli: arriverà senz’altro... Buona annata a tutti…

Matrix-Revolution


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r e . v ision

cinema

di pablo

The elephant man Kult The Elephant Man Usa - 1980 Regia di David Lynch Con John Hurt, Anthony Hopkins, Anne Bancroft, John Gielgud (Paramount Pictures)

The Elephant man è l’opera seconda e l’assoluto capolavoro del visionario e intensissimo David Lynch. Il film narra la vicenda (reale) di John Merrick, l’uomo elefante, un giovane affetto da una rara forma di deformazione in viso, che lo rende dapprima animale da fiera e infine eroe della sua Londra. L’attenzione cade subito sul raffinatissimo bianco e nero che avvolge la fotografia ad opera di Freddie Frencis: il meraviglioso assottigliamento emotivo che costruisce il monocromatismo ci permette di proiettarci nella ”Victorian Age”, epoca tra l’altro tra le più puritane e ipocrite della storia. La fotografia assume un valore simbolico di rigore e perbenismo inserito nell’epoca in cui si svolgono i fatti. John Merrick è il fulcro di una parabola, quella di un simbolo orrendo e straordinariamente funzionale di tutto ciò che si discosta dai canoni di normalità accettati da quasi tutte le persone. Lynch ci dimostra che questi canoni non sono preesistenti, che non esistono concetti aprioristici di normalità e bellezza, ma che, nostro malgrado, un ideale senso estetico comune irrigidisce i pregiudizi.

Il regista nasconde sapientemente per i primi venti minuti il protagonista, che diventa un’ombra insidiante del perbenismo borghese londinese, per poi sbatterlo improvvisamente in faccia provocando un voluto senso di rigetto. Il nostro uomo elefante si carica sulle spalle i pregiudizi di un’avvilente società, in cui i poveri e i brutti sono anche abietti e cattivi, in cui il paternalismo solidale della ben educata borghesia non è altro che un ipocrita tentativo di mascherare un comune senso di ribrezzo. Nessun personaggio si salva in questo scenario, e lo spettatore non prova simpatia alcuna nei confronti di nessuno, anzi rimane impietrito ad osservare le componenti pregiudiziali cui purtroppo sente di aderire, sia volontariamente che involontariamente. Lo spettatore è avvolto in un senso di dissociazione che è causata dalla somiglianza con personaggi sgradevoli che purtroppo sintetizzano il pensiero comune, e vorrebbe fuggire dalla trasposizione cinematografica delle sue crudeltà. La violenza di queste emozioni, fortemente psicologiche, è ingrandita dal talento visionario di Lynch, che riesce a creare un discorso brillante: le sequenze oniriche che intorpidiscono la scena, di richiamo surrealista, il montaggio connotativo che allude, ma che spesso svela e stupisce con ardite associazioni d’idee. Stilisticamente colpisce il piglio documentaristico, pur ricoperto da squisite tessiture visive, che sposta il punto di vista dalla fruizione di un’orribile favola al terrore puro di qualcosa realmente accaduta. La dimostrazione che la realtà è spesso peggiore degli incubi stessi. Pochissime musiche extradiegetiche, movimenti di camera essenziali e giustificati da raccordi interni di natura empirica, e luci spogliate di ogni valore semantico e inserite all’interno della costruzione dei piani. Splendidamente interpretato da John Hurt e Anthony Hopkins, The Elephant man è una raggelante testimonianza della deformità interiore della nostra società, che si arrende alle superfici etichettabili del mostruoso senso estetico comune.



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re.ad recensioni stefano kirk

Adam Haslett Il principio del dolore Einaudi Stile Libero Adam Haslett è un giovane scrittore americano che ha avuto recentemente, con la sua esordiente raccolta di racconti Il principio del dolore, uno straordinario e meritato successo negli Stati Uniti. La forma racconto non è molto quotata tra il pubblico, anche se spesso la brevità delle storie obbliga l’autore in una più dettagliata attenzione alla forma di scrittura, che dove essere asciutta e sintetica, veloce e dinamica, senza perdere però in profondità e pathos. Adam Haslett è riuscito con il suo esordio a combinare tutti gli elementi necessari per coinvolgere il lettore nelle sue storie di dolore, perdita, mancanza e nostalgia … Haslett racconta le sue trame con uno spontaneo ed elegante linguaggio, dove spicca un’arguta capacità di descrivere la vita interiore dei personaggi e delle loro banalmente tragiche vicende fino a trasformarle in storie sorprendenti e toccanti. Alcuni racconti mi hanno molto colpito, come Premonizione, la vicenda di un ragazzo, Samuel, che ha dei sogni premonitori in cui vede la morte del suo professore Jevins (avvenuta poi per ragioni naturali) e successivamente quella del fratello a causa di un incidente in barca. Convinto e spaventato del pericolo, Samuel fa di tutto per proteggere il fratello, ma l’educazione bigotta e conservatrice della famiglia (anche il padre fa dei sogni premonitori ma non lo ammetterà mai in società) non vuole ascoltare, anzi respinge con forza il suo grido d’avvertimento. Il fratello esce lo stesso in barca e non succede nulla. Tutti tirano un sospiro di sollievo. E’ uno sbaglio fatale: il fratello muore proprio come il ragazzo ha sognato, però il giorno dopo ed in circostanze inaspettate. Il dolore inesorabile (protagonista principe in questi racconti di Haslett) s’impossessa della famiglia, lacerandola irrimediabilmente in lontane solitudini. Samuel aspetta i genitori di ritorno dall’ospedale dove giace il fratello morto. Li aspetta sui gradini del retro. Quando essi arrivano lo vedono seduto lì, in penombra. Non gli parlano. Lo fissano stravolti. Nello sguardo una muta accusa. Un’accusa che sarà eterna. Perché lui sapeva, però non ha taciuto. “Uno spirito contrito. Questo, diceva Jevins, vuole Dio.Un cuore contrito e umiliato. Era quello il Dio del paesaggio sconfinato dove Samuel sapeva che avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni? Il posto silenzioso, oltre ai muri della dimora affollata. Uno spirito contrito. Sarebbe bastato?”

Carlo Lucarelli Il lato sinistro del cuore Einaudi Stile Libero Carlo Lucarelli (nato a Parma nel 1960) è uno dei più famosi scrittori italiani contemporanei. Autore e conduttore dell’interessante serie televisiva Blu Notte (trasmissione in tarda serata su Rai3 che tratta di misteri e delitti insoluti), Lucarelli ha scritto una miriade di libri (molto raccomandati Almost blue e Falange armata, entrambi presso Einaudi), nonché saggi e trattati. Giallista di prim’ordine, ha appena pubblicato una raccolta di suoi racconti, Il lato sinistro del cuore. Trattasi di cinquantatre fulminanti storie che sembrano riprese dalla più cruda realtà della cronaca nera italiana, poi sviluppate con sapienza e maestria in trame decisamente verosimili ed attuali. Nelle storie de Il lato sinistro del cuore c’è lo zampino del diavolo, inteso come male irrazionale, che sopravvive grazie alla sottile e banale violenza dell’orrore quotidiano. Sarcastiche, ironiche, pungenti, ed in alcuni casi da brivido ma anche d’ordinaria follia, queste brevi storie, scritte con stringata ma coinvolgente efficacia, ripercorrono misteri, peccati e superstizioni di un’enigmatica Italia fin troppo reale. Imperdibile!

Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi Serial Killer Mondadori Roberto Succo, Jeffrey Dahmer, Fritz Haarmann, Ed Gein… Questi e tanti altri i nomi dei serial killer più famosi al mondo, i mostri del nostro tempo. Chi sono i serial killer? Cosa li spinge ad uccidere, a compiere gesti trucidi, raccapriccianti e gratuiti? Le risposte si trovano in Serial Killer, un saggio scritto a quattro mani da Carlo Lucarelli e Massimo Picozzo (quest’ultimo un rinomato psichiatra e criminologo che ha seguito come consulente per le autorità molti casi criminali, come quelli di Novi Ligure e Cogne). Questo volume presenta un’approfondita analisi della psicologia di questi personaggi dalle pulsioni feroci, e pone luce sui loro contesti sociali e sulle loro eventuali anomalie psicologiche. I serial killer sono particelle incontrollate in una società che si crede equilibrata e sicura: mossi dalle incognite della psiche umana, e, come nella maggioranza dei casi descritti nel volume, tutti con i propri distinguo che li rendono spaventosamente unici e, ammettiamolo, paradossalmente affascinanti. In Serial Killer troviamo anche la descrizione di tutti gli strumenti di cui oggi i detective, i criminologi ed i magistrati dispongono per le indagini. Un saggio minuziosamente terrifico sulla zona più oscura ed inquietante dell’animo umano.


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libri Zero Zer0039 Piccola biblioteca Oscar Mondadori

kult

Nelle principali città italiane chi vuole tenersi informato su concerti, eventi culturali, tendenze dell’animazione e degli stili di vita, ha uno strumento agile e completo: le riviste dal formato tascabile Zero. Per ogni città esiste un’edizione speciale, per Milano c’è lo Zer02, per Torino lo Zer011, per Bologna lo Zer051, e così via, secondo il prefisso regionale telefonico. Il volume Zer0039 raccoglie il meglio dell’ultima stagione 20022003: per ogni città è indicata una scelta di club, concerti, rassegne cinematografiche e teatrali, mostre ed eventi. Recensioni di dischi, film, spettacoli ed indirizzi con relativi riferimenti completano questo volume adatto a chi vuole essere aggiornato sui nuovi movimenti underground e culturali italiani.

Franz Kafka La Metamorfosi Oscar Mondadori Gianni Rossi e Fabio Bagatin La Miniguida Musica e video digitale Hops Molto utile la recente uscita della collana La Miniguida edita dalle edizioni Hops di Milano. Dedicata alla musica ed al video digitale, questa miniguida contiene tutte le informazioni pratiche ed i segreti per creare rapidamente audio e video digitali personalizzati, sia su Mac, Pc e Linux. Sono passati dieci anni da quando la parola Internet si è diffusa entrando nel linguaggio comune. Agli inizi le funzioni multimediali dei computer erano essenzialmente utilizzate per elaborare la musica. Ora è possibile, grazie all’esponenziale sviluppo dell’informatica e della rete, trasformare il proprio sistema in un potente studio digitale audio e video. E’ in quest’ambito che gli autori, gli esperti Gianni Rossi e Fabio Bagatin, hanno rivolto il loro interesse suddividendolo in tre parti. Il primo capitolo comprende molteplici domande, le cosidette frequently asked questions (FAQ), alle quali gli autori rispondono indicativamente segnalando la pagina nel libro dove la risposta è analizzata più in profondità. Come una sorta di navigatore il primo capitolo introduce al secondo dove si tratta l’acquisizione delle fonti, la creazione di contenuti multimediali e la loro distribuzione su supporto fisico o sulla rete. Questo capitolo, oltre a prendere atto di tutte le soluzioni ed i mezzi informatici che permettono di trasmettere e riprodurre suoni ed immagini, tiene presente delle questioni legali relative alle leggi italiane ed internazionali che tutelano i diritti d’autore. L’ultima parte del libro raccoglie una serie di consigli per affrontare argomenti specifici, come la scelta di una videocamera digitale o delle casse audio, risolvendo quindi tutti i dubbi di chi s’addentra per la prima volta nel mondo dell’audio e del video digitale. Sono inoltre illustrate le possibilità dei gadget da poco alla ribalta, come i videotelefonini. Un’utile guida in miniformato fitta d’informazioni, semplice e chiara, che si fa leggere e capire con facilità anche dai più profani in materia.

Un mattino, al risveglio di una notte inquieta, Gregorio Samsa si ritrova trasformato in un enorme insetto. Non sta sognando: la sua camera gli appare la stessa e la corazza da insetto gli impedisce i movimenti. Gregorio tenta di riaddormentarsi, sperando che al suo risveglio tutto torni normale. Invano: ormai questa sarà la condizione che lo condannerà per il resto dei suoi giorni. E’ destinato a vivere come un essere sgraziato, con sentimenti umani ma col corpo di un enorme scarafaggio, rinchiuso nella stanza-tana, schifato ed evitato da tutti, anche dai famigliari. Il povero Gregorio non tornerà più umano ed è destinato ad una misera fine. Ecco in breve la trama del racconto La Metamorfosi, il più noto di Franz Kafka, uno scrittore fondamentale della letteratura europea del secolo scorso. Non si può tacere della grandezza di Kafka, difatti grandi pensatori e molti artisti lo annoverano tra le loro influenze più importanti. Per fare un esempio, in una delle ultime interviste rivolte a Robert Smith dei Cure (su Rock & Folk francese di luglio), il cantante stesso afferma che le storie di Kafka hanno influenzato massicciamente sulla stesura di molte canzoni della band. Ciò che si trova in Kafka è una trasposizione astratta, o meglio da incubo, della realtà, in una visione talmente onirica da sembrare infine possibile e reale. Non a caso l’aggettivo “kafkiano” è entrato nel linguaggio comune per descrivere una condizione umana assurda, incredibile e da delirio. Nato a Praga nel 1883 da genitori d’origine ebraica e laureatosi in giurisprudenza, Kafka lavorò fino alla pensione in un istituto d’assicurazioni nazionale, ma la sua attività preferita era scrivere, malgrado fosse osteggiato dal padre autoritario ed ottuso. Personaggio dai sentimenti forti ma dalla sensibilità molto spiccata, Kafka ha pubblicato nella sua vita una serie d’opere che hanno trovato fama e successo solo dopo la sua morte avvenuta nel 1924 per malattia. Restio a pubblicare i suoi scritti, in vita egli diede alle stampe solo una minima parte delle sue opere. L’editore e amico Max Brod ebbe il merito di diffondere gli scritti dell’autore durante gli anni Trenta, ed il successo crebbe fino alla consacrazione da parte dei numi tutelari dell’esistenzialismo come Sartre e Camus. Tra i romanzi più significativi di Kafka cito Il Castello, America e Il Processo, mentre La Metamorfosi si trova in genere in raccolte di racconti, come quest’edizione Mondadori che comprende anche La Condanna, Un medico di campagna, Nella colonia penale e Un Digiunatore. Un autore basilare ed attuale più che mai, assolutamente da leggere.


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inter view

re.ad di dario leo

Le storie fioriscono attorno a noi Enrico Brizzi, classe 1974, conosce il successo a vent’anni con la pubblicazione di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, uno dei romanzi generazionali più amati dal pubblico giovanile. Quanti lettori si sono identificati con Alex, il protagonista sfigato e imbranato quanto basta per renderlo simpatico? Nel 1996 esce Bastogne che sta al romanzo precedente come Arancia meccanica sta a I ragazzi della Via Pal. Seguono poi altri tre romanzi, un racconto illustrato e un libro per ragazzi, sino al nuovo Razorama che Brizzi ha presentato a Mendrisio dove lo abbiamo incontrato per un’intervista. All’inizio della tua carriera sei stato accomunato ai cosiddetti scrittori cannibali. Cosa è rimasto di quel fenomeno e cosa ne pensi? Le stesse cose che pensavo allora. La generazione cannibale è stata essenzialmente un’idea giornalistica, inventata a tavolino, in posti molto vicini a determinate case editrici. Einaudi con la collana Stile Libero... Lo dici tu (risata). Penso sia molto triste mettersi di proposito a scrivere un libro che entri in un genere, anche se le case editrici sono le prime a spingere affinché tu abbia un filone definito. La battaglia di chi scrive ha senso se ogni volta ti confronti con una scommessa diversa. E’ come essere in bicicletta ai piedi di una montagna. Una sfida, non una gara. Tre ragazzi immaginari ha chiuso un ciclo ricondotto all’inquieto mondo giovanile. Cosa è iniziato dopo? Se l’approccio alla scrittura è provare a raccontare in modo onesto eventi noti e se hai iniziato a scrivere da giovane, è inevitabile che in pochi anni il panorama intorno a te cambia. Ci si sposta in luoghi esistenzialmente molto diversi. Ora non mi potrei confrontare con le rivendicazioni del vecchio Alex. Mi sento più vicino a uno che prossimamente potrebbe diventare padre che non a un ragazzo che ha qualcosa da rinfacciare ai genitori o alla scuola. A diciassette anni la tua vita si svolge in pochi luoghi, le grandi rivelazioni ti si dischiudono più avanti. Mi sentirei disonesto e innaturale a scrivere come si sente un nonno. Devo provare a mettere sulla pagina quanto mi accade intorno o che sento raccontare in luoghi più o meno precisi, come è il caso dell’ultimo libro. La scrittura non è tanto una questione di trame o di invenzioni perché è tale l’abbondanza di cose che ci accadono intorno che basta guardarle. Come insegna Carver, si possono scrivere libri e libri di racconti che si svolgono tra casa e supermercato. L’angoscia della pagina bianca è una leggenda. Musica e scrittura sono spesso legate nei tuoi romanzi. C’è una componente musicale intrinseca nella parola. I nomi, il loro significato, il loro suono si possono percepire come qualcosa di separabile. Cambiando una parola, una frase cambia significato e musicalità. Quando scrivo penso al sound non all’ascoltatore. Il testo è il protagonista, lo scrittore è al suo servizio. Come diceva Tondelli, è fondamentale leggere ad alta voce per rendersi conto se un testo è riuscito. Per quanto mi riguarda il grosso del lavoro non è scrivere una storia ma revisionarla e la revisione è un lavoro lungo e progressivo.

Aldo Nove ha parlato di psicogeografia dei tuoi romanzi. La fisicità del paesaggio è una costante nella tua scrittura. Sì, è importante perché non è solo paesaggio. Le descrizioni dei luoghi in cui si svolge l’azione… è evidente che sono fondamentali. Mi lascia perplesso il termine psicogeografia. Quello che faccio è semplicemente cercare di dare conto del fatto che in una storia non ci sono soltanto delle persone ma un ambiente che le circonda. Questo non è scontato. Non è scontato nei romanzi degli ultimi venti, trent’anni. Le avanguardie non hanno fatto molto bene alla scrittura. Ci sono stati momenti di rottura come il Gruppo 63, ma quanti romanzi buoni hanno prodotto? Più testi teorici che non romanzi. D’altronde quella stagione è stata in parte rinnegata. Questo è il ruolo del critico avanguardista di professione. Se non rinneghi quello che hai detto dieci anni prima sei alla mercé dei giovani cannibali che arriveranno. Non voglio però attaccare delle esperienze che hanno comunque prodotto dei movimenti importanti. Quello che credo è che le innovazioni si percepiscono solo più tardi. Paco è il più forte di tutti è il tuo unico libro per ragazzi. Cosa ha significato scrivere per un pubblico più giovane? Mentre usciva Bastogne io facevo il capo dei lupetti. Sapevo come confrontarmi con i bambini. E’ naturale non raccontare ad un bambino delle storie che palesemente lo turberanno. Più che un lavoro diverso sulla scrittura, ho usato un’intonazione diversa…

Enrico Brizzi Razorama Mondadori


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comics

re.ad di gian luigi trucco

Matite da sogno La prematura scomparsa di Guido Crepax, il grande autore della mitica Valentina (ma non solo), può essere l’occasione per qualche considerazione su questa forma di comunicazione, anzi, di fenomeno culturale e sociale…

Perché il successo enorme del fumetto e della sua elevazione da forma originariamente pseudo-infantile a forma adulta, colta, spesso addirittura d’avanguardia? La risposta più immediata che viene alla mente potrebbe essere questa: perché la realtà non basta, perché il tratto di matita o di penna permette di liberare creatività e fantasia, e forse perché è meglio della semplice riproduzione del reale, leggi in primis fotografia. Il disegno permette d’esplorare altre dimensioni più ampie e profonde, consce ed inconsce, perché la matita è guidata dalla mano e la mano dal cervello, mentre l’obiettivo è per sua natura freddo ed asettico. La rappresentazione fotografica, anche se si presta a molte elaborazioni creative e trattamenti tecnici, rimane tutto sommato monovalente ed omogenea nell’interpretazione. Nelle tavole di un fumetto, invece, ciascun osservatore può mettere una quantità ben maggiore d’interpretazione personale. Il secondo aspetto é la relazione con il segno grafico, con la parola scritta, la narrazione, sia nella forma del discorso diretto (la nuvoletta), che di quello indiretto. Il disegno si coniuga meglio col testo rispetto alla fotografia, creando una sinergia grafica ed una complementarietà potentissima. Chi, come il sottoscritto, ha qualche anno sulle spalle, ricorda i fotoromanzi, passione popolare ormai in declino, serie di fotogrammi con testo inserito, il cui effetto d’insieme non era neppure lontanamente comparabile con quello dei fumetti. Naturalmente, come in tutte le cose, è la qualità a fare la differenza. Crepax, in tale senso, si colloca ai vertici, con un’estrema eleganza del tratto e la cura certosina non solo nella composizione di ogni disegno, ma della tavola e dell’intera pagina da pubblicare, fatta d’immagini d’insieme affiancate da elementi di dettaglio. Basti pensare, fra le altre, alle interpretazioni dei classici quali Emmanuelle, Histoire d’O, Frankestein e Dracula. Per un altro grande del disegno glamour e del fumet-

to erotico italiano e mondiale, Milo Manara, si può ricordare l’accuratezza delle locations, la sensualità dei personaggi, la creatività delle situazioni disegnate e narrate. Anche nel fumetto, ed in quello erotico in particolare, non manca materiale di basso livello, addirittura spazzatura, intriso di volgarità e cattivo gusto, ma quando, come nel caso di Crepax e Manara, l’illustrazione mantiene un elevato livello artistico e narrativo, il risultato è avvincente ed i personaggi creati lasciano tracce ampie e profonde. Il successo dei fumetti risiede probabilmente proprio in questo: come ha scritto il semiologo Roland Barthes, essi sono la metafora della vita. La realtà non basta e, oggi più che mai, sognare, giocare con la fantasia e l’immaginazione è necessario a tutte le età ed in tutte le condizioni. Vale per i fumetti ciò che vale per la science-fiction e per la fantasy: in un mondo pur dominato da tanta tecnologia, dalla biotech, bionica, ingegneria medica, informatica, astronautica, il tutto ormai familiare a tutti da fatti di cronaca drammatici e spettacolari, e da vicende ed avventure che la CNN porta in ogni casa, cresce tuttavia il desiderio delle dimensioni ancora più avanzate, per anticipare immagini ed idee che sono evoluzione di una realtà presente che pure talvolta c’infastidisce, perché sembra camminare troppo in fretta. Questo siamo noi umani: come le vite di esseri e mondi diversi ci affascinano perché non siamo abbastanza contenti delle dimensioni del reale e dell’attuale, così le tavole di carta disegnata sono lo strumento, per tanti uomini, con cui sognare Valentina, la più sexy fra le eroine di carta, e per tante donne magari ispirarsi ad essa. Bastano penne e matite, creatività, fantasia, intelligenza e buon gusto. Ma non è compito da poco, quando quei segni sulla carta raggiungono gli effetti di un magico filtro che tocca i nostri sensi e la nostra mente.


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travel di erik console

Praga La città d’oro Praga è la capitale della Repubblica Ceca ed è situata nel cuore dell’Europa. Importante centro storico, politico, economico, accademico e scientifico, Praga potrebbe essere considerata il vero crocevia del nostro continente. E’ anche un vitale ed affascinante polo culturale: una città stimolante, rivolta al futuro. Nominata dall’Unione Europea tra le nove “Metropoli Europee della Cultura 2000”, Praga, il cui nome deriva dal ceco práh che significa soglia, contiene un estremo numero di teatri, musei, gallerie, nonché d’edifici storici risalenti a tutti gli stili archittetonici storici: dal medioevo al barocco, dal gotico al liberty. Il centro storico di Praga è iscritto dal 1992 nell’Elenco dei beni culturali e naturali appartenenti all’eredità mondiale dell’Unesco. Angoli e situazioni decisamente suggestivi fanno capolino ad ogni svolta di strada, e l’atmosfera magica di questa città si fa assaporare ad ogni momento: di giorno, di notte, d’estate, d’inverno. Sin dal medioevo Praga gode la fama di una delle cittá piu belle nel mondo e tanti sono i suoi nomignoli: la "città d'oro" o "dalle cento torri", la "corona del mondo" o il "sogno di pietra", o ancora “la madre delle città"… Praga è composta da due zone: quella che si trova sulla riva alla destra della Moldava (composta dalla Stare Mesto, la città vecchia, e dalla Nove Mesto, la città nuova con la celebre Piazza Venceslao), e quella che si trova alla sinistra del fiume, con il quartiere Malá Strana e il castello imperiale. Ad unire la Città Vecchia con Malá Strana è l‘incantevole Ponte Carlo. Praga è un mosaico di culture: quella slava, l'ebraica e la tedesca, cosa che ne ha fatto una delle città più tolleranti d'Europa, e le sue vie sono un intreccio sapiente di stili capaci di offrire al visitatore scenari unici di una storia intensa. La magia della città si può ammirare tra i vicoli di Mala Strana (la piccola città), i campielli dell'isolotto di Kampa, le suntuose costruzioni dell'epoca di Rodolfo II, le tipiche vinarne (osterie) praghesi, per arrivare al suggestivo Quartiere Ebraico. Gli itinerari a Praga sono molteplici e tutti interessanti. Tra musei e gallerie c’è l’imbarazzo della scelta, eccovi quindi le tappe più curiose o da non perdere. l’itinerario storico-culturale potrebbe partire dal simbolo di Praga, i Prazsky Hrad (il Castello imperiale) dove la visita rappresenta da sola un viaggio attraverso gli ultimi otto secoli di storia, mentre il Muzeum Hlavního Mesta Prahy (Museo della Praga capitale) presenta la Praga storica fino al 1620. Per ancora un po’ di storia, curiosa è la Lékarna Dittrich U Zlatého lva (la Farmacia Dittrich del Leone d'oro) dov’è ospitata la mostra ispirata alle farmacie cittadine più antiche. Un altro itinerario allettante è seguire le orme dei grandi compositori di musica classica che hanno vissuto a Praga. Recarsi presso il Bertramka, una fattoria costruita nella seconda metà del XVII sec., dove soggiornava, durante le sue visite a Praga, Wolfang Amadeus Mozart. Qui il grande compositore compose l'opera lirica Don Giovanni. Oppure presso il Muzeum Bedricha Smetany, un’esposizione permanente sulla vita e l'opera di Bedrich Smetana (1824-1884), compositore e direttore d'orchestra ceco famoso in tutto il mondo. Infine, da non mancare il Muzeum Antonín Dvorak, che include la documentazione sull'opera e sulla vita di Dvorak, un altro ammiratissimo e leggendario compositore di musica praghese. L’Umeleckoprumyslové Muzeum (il Museo delle Arti Applicate) è assolutamente da non perdere per conoscere i prodotti del noto artigianato ceco. Qui si trovano molti manufatti delle arti ceche e centroeuropee dal Cinquecento all'Ottocento, in una vasta scelta di preziosi vetri, cristalli, raffinate ceramiche, porcellane, e poi mobili, articoli in metallo, tessuti, miniature, libri, grafica e fotografia… Affascinante ed inquietante il Muzeum Komunismu (il Museo del Comunismo nel Palazzo Savarin) dove una mostra permanente ricorda i sogni, le realtà e gli incubi del passato regime politico nella Repubblica Ceca. Caratteristico il Muzeum Loutek (il Museo di Marionette), il centro più completo di marionette boeme tradizionali e moderne, e pure di marionette da tutto il mondo. Franz Kafka: uno scrittore e la sua città Kafka è uno degli scrittori che più rappresenta il ‘900 ceco, nascendo a Praga come cittadino dell'impero asburgico, e morendoci come cittadino dello stato cecoslovacco. Si dice che per capire meglio Kafka bisogna visitare Praga, e che per capire meglio Praga bisognerebbe leggere Kafka… Percorrere i luoghi dove ha vissuto lo scrittore potrebbe essere un’itinerario memorabile per i suoi estimatori. Innanzitutto da vedere è la Casa Alla Torre, in Piazza F. Kafka, dove l’autore è cresciuto.


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Oggi la piazza è dedicata a lui e sull'angolo della casa si trova un suo busto. Nell’abitazione si trova anche una mostra sulla vita dello scrittore. Un altro luogo interessante è la Casa Sixt, in stile romanico ma con la facciata barocca, dove la famiglia Kafka ci abitò un anno. In questa casa hanno abitato anche Francesco Petrarca e Johannes Faust. L’attuale Hotel Intercontinental è situato nella Casa alla Nave, dove Kafka adolescente si trasferì con la famiglia (l’autoritario padre era negoziante d’abiti e cambiava spesso l’abitazione, seguendo le zone dove apriva i negozi). Egli aveva la stanza all’ultimo piano (dove ora c’è il ristorante dell’albergo) e qui cominciò a scrivere i suoi primi romanzi. Da quella stanza lo scrittore aveva la vista sul famoso Castello di Praga. Uno scrittore e la sua città: in questo caso una simbiosi ineguagliabile. Ombre e misteri Lione, Torino e Praga, il triangolo della magia: secondo questa notoria formula il capoluogo ceco sarebbe uno dei tre vertici dello spazio dove l'attività paranormale è particolarmente praticata. A Praga tutto è mistero. Qui è possibile un pellegrinaggio nella storia della magia, dove le gesta degli alchimisti si nascondono nelle pietre delle vie e dei palazzi della città. Ogni anfratto è un pretesto per scoprire i misteri più avvincenti: i Templari, il Golem, i simboli astrologici, la magia nera, l’esoterismo… le arti occulte hanno in questa città una tradizione antichissima, radicata e marcatamente palapabile. Praga da bere Lo sapevate che i praghesi sono i più grandi bevitori di birra del mondo? E lo sapevate che la famosa birra Budweiser viene preparata da secoli a Ceske Budejovice, una cittadina vicino a Praga? La birra (in ceco pivo) è la bevanda nazionale, tanto che nei locali pubblici l’acqua costa di più. Per un decreto statale dal 1'200 ogni paese e città ceca ha la sua fabbrica di birra, una legge che si è tramandata fino ai giorni nostri. A Praga le più grandi decisioni si prendono di fronte ad un boccale in una birreria, quindi anche il turista non può sottrarsi all'obbligo di visitare un luogo così tipico della cultura ceca… La giornata di quest’itinerario può cominciare dal Pivovarské Muzeum U Fleku (Il Museo di produzione della birra U Fleku, www.ufleku.cz), dove sono minuziosamente esposti i procedimenti della produzione della birra e del malto delle tante piccole fabbriche praghesi. Dopo questa visita di carattere storico, si passa il resto della giornata alla degustazione. E come resistere? C’è la birra allo champagne, al caffè, alla ciliegia, ad alta fermentazione di frumento (la Weissbier), eppoi le innumerevoli scure… Questo non è un invito al vizio del bere, bensì una proposta d’itinerario d’ordine gastro-culturale molto piacevole e completo. Una giornata intera a passeggiare in cerca delle birrerie più leggendarie porta a quartieri e vicoli praghesi d’importanza storica d’alto spessore. Inoltre la cucina che accompagna le birre è in genere tradizionale, semplice e di qualità. Le birrerie, che tra l’altro sono quasi come dei musei tra stemmi e dipinti, hanno tutte dei nomi seducenti e misteriosi: U kocoura (Al Gatto), U cerneho vola (Al Bue Nero), U kata (Al Boia), U vystrelen‡ho oka (All'Occhio accecato), U zelene zaby (Alla Rana verde), U zlatého tygra (Alla Tigre d'oro) … Praha nightlife Praga è una città a dimensione d’uomo che offre una tentacolare selezione d’intrattenimento. Tra le varie opzioni ci si può davvero perdere, per di più i prezzi sono veramente modici. Gli eventi più popolari con ampie esibizioni comprendono i famosissimi concerti di musica classica, l’Opera e il noto teatro della Lanterna Magica. Per i giovani l’attrazione principale è la musica, in particolare quell’elettronica. Fin dagli anni ’80, Praga è sempre stata un passo avanti in questo campo, aggiudicandosi il titolo di capitale europea dell’elektro. Sono tanti, quindi, i club dove i Dj, tra cui molti di fama internazionale e d’ogni genere, bombardano il pubblico con le loro selezioni e tracce avanguardistiche. Consigliato il trasgressivo Radost F/X, un locale molto frequentato dai praghesi con musica da discoteca, techno e house, e il Karlovy Lazne che su più piani offre musica per tutti i gusti. Anche la musica dal vivo è fiorente a Praga, ed i nuovi fermenti emergenti cechi si trovano presso il Banana Café (frequentato da "alternativi" di tutte le età), il Bunkr (uno dei locali storici a metà strada tra la casa occupata e la factory), il Rock Café (offre musica rock di band locali), il Lucerna Music Bar (molti i generi musicali proposti) e il Malostranska Beseda (per la musica funky, jazz e pop). Mentre fuori Praga, a Josefov, si trova il Roxy, locale cult delle notti praghesi, discoteca dove si ascolta la musica di tendenza e concerti di gruppi d'ogni genere, dalle band ceche più scatenate ai grandi del rock. Praga è anche rinomata per i suoi atmosferici locali di musica jazz. I più conosciuti sono il Reduta, l’Agharta e il Jazz Club Zelezna.

Una città multiforme, antica ma modernissima, leggendaria ma ancora fresca e aperta al futuro: difficile dire se ad attrarre di più sia la sua aura di mistero e magia, le sue bellezze artistiche o la sua movimentata vita underground e culturale… Praga è semplicemente esclusiva, e davvero merita una vostra visita. www.praga.it www.visitprague.cz www.praguecheapflats.com


segnalazioni

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re.ar t

mostre Dal 12 settembre Artville Bistrot - Lugano Pittura e poesia contemporanea Opere di Giorgio Bottani Fino al 14 settembre Castello Sasso Corbaro - Bellinzona Il cuoio tra arte e mestiere Dalla maschera alle decorazioni corporali Dal 20 settembre al 24 ottobre Galleria AAA - Ascona Opere di Malù Cortesi Fino al 21 settembre Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Castello di Masnago - Varese Melting Pop Combinazioni tra l’arte visiva e gli altri linguaggi creativi Artisti vari

Fino al 24 settembre La Fabbrica - Losone Realtà Rivelata fotografie ed installazione di Matteo Fieni installazione interattiva di Andreas Gysin e Sidi Valenti Fino al 24 settembre Museo civico di belle arti Villa Ciani - Lugano Sassu realista 1932-1944 Opere di Aligi Sassu Fino al 25 settembre La Fabbrica - Losone Presenzeassenze Installazione di Oppy De Bernardo dal 26 settembre al 25 ottobre La Fabbrica - Losone The Gunfighters Foto, disegni e wall painting di Gino Lucente

Silvano Tessaro

Fino al 19 ottobre Castello Visconteo - Locarno Simboli di Henna Tessuti e ceramiche berberi

teatro Il gatto che danza

Programma:

Inizia da settembre il Festival Internazionale di Danza Il gatto che danza, presso il Teatro al Gatto di Ascona, in via Muraccio. Interessanti le proposte nel corso di questo prezioso festival che vedrà la partecipazione di compagnie estere e svizzere. India, Africa, Italia, Germania, Francia, la danza contemporanea, le danze tribali: tante sono le espressioni della danza che saranno proposte, in una carrellata ben assortita ed eterogenea, piena di colori ed emozioni… Sempre inserito nel festival, lo spettacolo open-air Urbanotropus della compagnia svizzera Da Motus si svolgerà sul Lungolago, in Piazza Torre, sabato 20 settembre, a partire dalle 18.00 (con replica il giorno dopo, alle 14.30) Ecco un festival da seguire con il cuore in mano.

5 settembre DUO MIRABELLE (Germania) Ein Gretchen/ Margherita + TRAVIROVESCE (Italia) Slap ‘n’ Pop

Dal 5 al 27 settembre Teatro del Gatto - Ascona Il gatto che danza Festival Internazionale di Danza Spettacoli dalle 20.30, apertura casse 20.00

6 settembre UJIWAL BHOLE (India) Shiva Nataraja 12 e 13 settembre Compagnia OBVIAM EST (Svizzera) Binari 19 settembre LARA MARTELLI (Italia-Germania) For sale + DANIEL CONDAMINES (Francia) Aus der Haut- Fuori dalla pelle 20 settembre Ascona-Lungolago /ore 18.00 Open air performance DA MOTUS (Svizzera) Urbanotropus (con replica il 21 settembre alle 14.30)

Informazioni e prenotazioni: Teatro del Gatto - Ascona Tel e Fax : 091/ 792 21 21 e-mail: teatrogatto@ascona.ch www.teatrogatto.ch

26 settembre TANZ ENSEMBLE CATHY SHARP (USA-Svizzera) Happy Land Far Away 27 settembre Teatro Danza Compagnie NOMADES (Africa) Rabumdamazoc


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re.art

SHADOWS concorso fotografico


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gallery La partecipazione al nostro concorso di fotografie Shadows ha avuto un ottimo riscontro. La copertina di questo numero di re.set l’abbiamo concessa ad Adamo Citraro, un giovane di Locarno. Il nostro criterio di scelta si è basato sull’originalità e sulla tecnica, requisiti che Adamo ha saputo tradurre con un’idea semplice, ma molto efficace: le sue immagini sono state realizzate con uno specchio e il corso d’acqua di un fiume. Pubblichiamo in queste pagine una scelta di belle immagini pervenute in redazione. Ringraziamo tutti i partecipanti per aver contribuito con fantasia e sensibilità. A presto un nuovo concorso… La redazione

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1. Adamo Citraro - Inafferrabile come notte unta 2. Raffaele Parasci - Underground 3. Catti Pooja - Persone e realtà sfuggenti 4. Alfio Tommasini - Que es la veritat? 5. Lorenzo Schuhmacher - Juan Formel a Lodrino 6. Ferrari - Senza titolo 7. Niccolò Castelli - Ombre al Festival 8. Nicola Berta - Bosco


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THE SAATCHI GALLERY

L’arte del terzo millennio

Marc Quinn

Personaggio dal potere assoluto nel mondo dell’arte, Charles Saatchi ha inaugurato il suo nuovo spazio espositivo a County Hall, Londra. Accanito e perspicace collezionista d’arte moderna, Saatchi acquista ciò che più gli piace, dimostrando un gusto piuttosto stravagante. Le mostre da lui organizzate negli ultimi anni sono sempre state accompagnate da grandi polemiche unite ad una diffusa stima. Il suo atteggiamento nei confronti dell’arte è stato spesso accusato come eccentrico e bizzarro, ma in definitiva Charles Saatchi è tra i più importanti anticipatori delle correnti artistiche nell’arte moderna.

Damien Hirst


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gallery Tracey Emin

Presso la Saatchi Gallery si vuole privilegiare l’esposizione delle opere di artisti anticonformisti che spesso hanno difficoltà ad essere presentati nelle gallerie più tradizionali. Questa galleria ospita una permanente di oltre quattromila opere provenienti dalla collezione dello stesso Saatchi, e darà costante spazio agli esponenti di spicco del movimento contemporaneo Young British Artists, con opere d’artisti come Gavin Turk, Duane Hanson e Richard Wilson. Tra i lavori più importanti in esposizione figurano anche My Bed, il famoso letto disfatto di Tracey Emin (nel quale l’artista si è accampata per quattro giorni e notti meditando sul suicidio…), ed i vari animali trattati ed immersi in formaldeide di Damien Hirst, presentati attualmente in una completa retrospettiva sull’artista. Molte le opere shock, come il controverso ritratto della Madonna ricoperto d’escrementi firmato da Chris Ofili (The Holy Virgin Mary), come le iperrealistiche sculture di Ron Mueck, e come Self, ovvero la testa di sangue congelato ad opera di Marc Quinn.


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re.art

Charles Saatchi è nato nel 1943 da un ricco mercante tessile ebreo di Baghdad fuggito con la famiglia a Londra per motivi religiosi. Con il fratello Maurice (il quale oggi è membro del Parlamento inglese), Charles Saatchi negli anni ’70 ha fondato la rinomatissima casa pubblicitaria Saatchi&Saatchi. Assieme hanno curato tantissime campagne pubblicitarie di successo, commerciali e non, tra le quali la campagna d’elezione di Margaret Thatcher come primo ministro inglese. Malgrado ciò Saatchi non ha mai mancato, con le sue esposizioni d’arte contemporanea, di criticare indirettamente la politica del governo Thatcher. Personaggio volitivo ma riservato, da ottimo esperto in promozione e pubblicità, egli sa che un alone di mistero attrae inesorabilmente il pubblico come un magnete. Difatti non concede mai interviste, non si fa mai fotografare, non frequenta il jet-set, e non ha nemmeno presenziato alla sontuosa inaugurazione della sua galleria avvenuta in aprile, durante la quale sono intervenute molte star del jet-set, del cinema e del rock. Come ciliegina sulla torta, durante l’inaugurazione l’artista americano Spencer Tunick, specializzato in foto di nudo scattate in luoghi pubblici, ha allestito una delle sue famose performance con centosessanta persone in versione adamitica immortalate tutte assieme all’entrata della galleria.

Damien Hirst

Damien Hirst

Ron Mueck


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Ron Mueck

La nuova Saatchi Gallery è inserita in un imponente palazzo di stile edoardiano, dove, fino al 1986, erano ospitati gli uffici del Comune di Londra. Lo stesso edificio ospita due alberghi, alcuni ristoranti e il London Aquarium. Il successo di questo nuovo centro espositivo è già assicurato dalla sua collocazione strategica, tra la Tate Modern e la Haywarth Gallery, e dal gran consenso di pubblico ottenuto dalla prima galleria di Saatchi (una ex-fabbrica di vernici situata in Boundary road dove ha esposto le sue collezioni fino al 2001). Come executive del marketing pubblicitario con l’anima da mecenate rinascimentale, Charles Saatchi spinge l’Arte del terzo millennio a mostrarsi dal suo lato più nascosto, più oscuro, legittimandolo nelle emozioni del pubblico e nelle reazioni della critica. E’ sostenitore di nuovi ed inediti linguaggi espressivi che a volte sconfinano in zone tabù, ma che sono sempre sorretti dalla finalità più nobile dell’Arte: quella di scuotere e svegliare la coscienza della gente.

Paula Rego



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