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VOLKSWAGEN ID. BUZZ REMAKE DI UN SUCCESSO

A cura di LUCA MEDICI luca@my-home.biz

In origine era il Transporter, chiamato anche VW T1, ma per tutti era il “Bulli”, forse il veicolo commerciale più iconico mai prodotto. Entrato in produzione nel lontano 1949, più precisamente il 12 novembre, entrò in commercio nel marzo del 1950 e ne vennero prodotti quasi 1.800.000 esemplari, fino al 1967, ultimo anno di produzione. Sotto c’era la meccanica del maggiolino, ai tempi l’unico veicolo prodotto dalla casa tedesca, ovvero il 4 cilindri boxer da 1.131 cm3 e 25 CV. Spartano, ma capiente, economico, ma simpatico e, facile da gestire. Oggi il nuovo e tanto atteso ID. Buzz non condivide più nulla con il “Bulli” se non il simpatico “muso” con il grosso logo VW al centro. Il nuovo “Bulli” non passa inosservato, imponente, rassicurante e ricco di dettagli vintage che ricordano il capostipite. Un tuffo nel passato, ma in salsa moderna, infatti troviamo luci a Led con matrice attiva, cerchi in lega con ruote da 20 pollici, vernice bicolore, strumentazione digitale, sistema Android Auto e Apple CarPlay, clima automatico bizona e tantissimi altri utili accessori. Poi tanto, ma tanto tanto tanto spazio, utile per far viaggiare comodamente passeggeri e bagagli. Troviamo molti utili vani portaoggetti, prese USB, portabicchieri, braccioli e guide di scorrimento (fino a 15 cm) per il divano posteriore (frazionato 60/40). La capienza massima di carico, con oltre 1.000 litri, si ottiene con il divano posteriore in posizione avanzata e garantisce un carico extra large per tutta la famiglia, niente male! Se il frontale mi ha conquistato, non è da meno la vista laterale, fedele al design originale, ma anche il posteriore mi piace, ci sono tutti gli elementi necessari per piacere ad un vasto pubblico. Adesso dico la mia, giusto per fare il precisino, i fanali posteriori seguono la moda della barra Led continua e cioè che unisce i due gruppi ottici, avrei preferito dei fari rotondi (oppure rettangolari), che ricordassero il “Bulli” degli anni ‘50. L’impostazione automobilistica garantisce viaggi comodi e rilassanti, gli interni sono stati studiare per creare un ambiente luminoso e molto sfruttabile, le finiture sono in generale buone, ma non ottime come siamo abituati a vedere su altre auto del gruppo tedesco, le plastiche sono di buona qualità, ma rigide e non sempre appaganti. Se si vuole mettere nel garage un ID. Buzz bisogna sganciare una cifra vicina ai 66mila euro che, mettendo mano alla lista optional si arriva a sfiorare i 74mila euro, non pochi, ecco perché avrei preferito finiture più in linea con la solita qualità tedesca. Lungo 4,71 metri, alto 1,94 cm e largo 2,08 metri, il nuovo ID. Buzz pesa circa 2.500 kg, si muove nel traffico nel silenzio più totale e accelera da 0-100 km/h in circa 10 secondi. Grazie al motore elettrico sincrono e ad una batteria ioni di litio da 400 volt, le percorrenze si attestano sui 420 km in città e circa 250 km in autostrada. Non sono percorrenze eccezionali, ma va considerata la massa superiore rispetto ad un veicolo di simili dimensioni, soprattutto per la sezione frontale. I tempi di ricarica variano molto in funzione al tipo presa utilizzata. Si passa da circa 39 ore utilizzando una classica presa domestica (2,3 kW) fino a scendere a circa 30 minuti utilizzando una presa a 350 kW a corrente continua con costi variabili, per una ricarica completa, di circa 45/59 euro. Il nuovo ID. Buzz si pone a metà strada fra un veicolo commerciale e una monovolume, non rinnega il suo passato, ma si discosta in modo netto dal veicolo spartano da cui deriva, adesso c’è tutto il necessario per viaggi rilassanti e sicuri. È un mezzo bello da vedere, pratico e rilassante da guidare, ricco di utili accessori e senza dubbio iconico, non passa di certo inosservato. Si fa notare, come è giusto che sia!

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