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LA LEGGENDA DI CASTEL DELL’OVO

Nonostante le trasformazioni subite nel corso del tempo abbiano nascosto il suo aspetto originario, Castel dell’Ovo è il più antico castello di Napoli. Con la sua maestosa struttura sorge sull’isolotto di tufo di Megaride ed è uno dei simboli della città partenopea, ma non tutti conoscono l’antica leggenda legata all’origine del suo curioso nome. Ne è protagonista il poeta Virgilio che visse a Napoli per un lungo periodo e il cui sepolcro, come vuole la tradizione popolare, si trova all’interno del Parco Vergiliano di Piedigrotta. A Napoli, anche grazie a questa leggenda, la figura di Virgilio è nota e tramandata soprattutto come immagine di mago e taumaturgo, oltre che di poeta (forse per aver aderito al neopitagorismo, corrente filosofica e magica molto diffusa in tutta la Magna Grecia, o per la passione per la religione e la divinazione). Egli era quasi riconosciuto come un nume tutelare, protettore della città con la sua aura magica e per questo, prima dell’arrivo del culto di San Gennaro, era spesso invocato come una sorta di “santo pagano”. Il mito racconta che nel mare di Napoli vi fossero delle sirene, leggendarie creature metà donna (nella parte superiore del corpo) e metà uccello. Tra loro anche la sirena Partenope, una delle tre sorelle che avevano tentato con il loro canto melodioso di incantare e far naufragare Ulisse che, scaltro com’era, si era fatto legare all’albero maestro della sua nave, così da poter resistere al loro canto. Lo sconforto attanagliò le tre sirene che si lasciarono, per così dire, andare alla deriva. La leggenda narra che Partenope fosse rimasta impigliata tra gli scogli di Megaride e che lì, prima di prima di perdere la vita, avesse deposto un uovo. Questo fu raccolto da Virgilio che, ritenendolo magico e incantato, lo nascose nei sotterranei di Castel Marino, ponendolo in una caraffa in vetro colma d’acqua, protetta da una gabbia in ferro, appesa a una trave in quercia. Da lì il nuovo nome del castello. Secondo la leggenda, se l’uovo fosse stato ritrovato o se si fosse rotto, il castello sarebbe sprofondato in mare e la città di Napoli sarebbe stata colpita da una serie di sventure. Purtroppo nel ‘300 un incidente distrusse l’uovo. Fortunatamente la Regina di Napoli, Giovanna I d’Angiò, dicendo una bugia (a fin di bene) giurò d’aver prontamente sostituito l’uovo rotto con un altro altrettanto miracoloso e riuscì a tranquillizzare il popolo terrorizzato. Il Castello e la città erano quindi salvi. Fino ad oggi nessuno ha ancora rinvenuto l’uovo e quindi, a tutt’ora, la leggenda tiene legati il destino dell’uovo a quello del Castello e dell’intera città di Napoli.

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Anno 13 - N. 1 Gennaio-Febbraio 2023

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