Infrastrutture territoriali: una mappatura dei contesti ad alta permeabilità e a basse emissioni

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INFRASTRUTTURE TERRITORIALI: UNA MAPPATURA DEI CONTESTI AD ALTA PERMEABILITÀ E A BASSE EMISSIONI Consuelo Nava

>UdR Reggio Calabria

00_La traiettoria La sostenibilità “in attesa” in termini di emergenze/strategie ambientali pone due istanze urgenti a cui fornire una risposta con le tracciate declinazioni della cultura del progetto ancora producibile. La letteratura prescrittiva sulle “regole per il contenimento del consumo di suolo”, da una parte e quella sui “piani di adattamento climatico” dall’altra, pongono e trasferiscono il problema della definizione di nuovi contesti fisici e sociali su cui controllare gli impatti, ma anche la disponibilità di nuove strumentazioni e dispositivi che possono assumere la funzione di “calibro” per le differenti azioni progettuali di trasformazione dell’ambiente costruito. Il passaggio di scala, dimensionale e relazionale, che operativamente si attua, con riferimento al consumo di suolo ed ai cambiamenti climatici, riposiziona la questione dell’approccio locale per una visione globale, dell’efficacia delle strategie sostenibili applicate al territorio, all’architettura, ai paesaggi ed alle tecnologie abilitanti per tutti i producibili scenari. Vi è anche una nuova dimensione “soft” del concepire le reti infrastruttu-

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rali come flussi fisici, di materie e di informazioni, che ne muta di fatto il ruolo stesso (fisico – hard), demandando loro un nuovo compito nell’attraversamento dei territori, nella loro definizione geografica ma anche topografica, nella loro capacità di comunicare, trasmettere, coordinare e trasferire altre possibilità ai contesti che attraversano e che modificano. Il tema della permeabilità e delle basse emissioni, nel ribaltamento del cannocchiale per altre visioni, fanno svolgere alle “infrastrutture territoriali” questa nuova condizione proiettiva e di necessità e che nei processi disegnativi delle nuove mappature, spesso declina la misura della loro storica dimensione “in lunghezza”, a favore di un nuovo valore che ne definisce “uno spessore” mutevole, capace di essere la resilienza del respiro stesso dei suoli e del clima a livello locale-geografico e globale-spaziale. 01_La tesi In tale contributo per “ri-vedere (risignificare) le infrastrutture territoriali per una mappatura dei contesti ad alta permeabilità ed a basse emissioni”, si propone una possibile capacità “delle infrastrutture come referenti analogiche della sostenibilità”, nei processi di definizione della cultura del progetto che governa le trasformazioni del territorio, dalle scelte, alle strategie e ai dispositivi. L’interpretazione analogica deriva le sue premesse e condizioni, dal concetto paesaggistico ma anche ambientale del “infrastructures as territory”, che se per alcuni scenari può assumere un significato sintetico a livello geografico e per altri a livello topografico, di fatto traduce la volontà del progetto sostenibile, di cogliere tutte le possibilità dell’esistente, aggredendo valori di qualità totale del progetto e dei contesti di riferimento, sia che si tratti di persistenza delle geografie rurali che di geografie urbane1, o della loro assenza. L’efficacia analogica di questa condizione si misura nella stessa teoria del progetto sostenibile in scenari mutevoli e/o in dismissione, caricando le infrastrutture di tre implicazioni fondamentali nel processo di trasformazione a cui si riferiscono e che sono fortemente interrelate. La loro capacità, come già fatto emergere, di essere “lunghezza” ma anche “spessore” e quindi “infra”, ma anche “intra”2, nella definizione delle ragioni della forma del territorio3; della garanzia che un processo proiettivo come quello sostenibile e interscalare, si assuma il compito di procedure di “total

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design”4 per arrivare alla definizione della qualità totale prodotta su paesaggi, architetture, attraverso l’uso consapevole di tecnologie che ne possono abilitare i funzionamenti, il ciclo di vita e le loro condizioni relazionali ed energetiche tra tutti i sistemi bio-fisici e socio-economici; l’affidare alle infrastrutture la capacità di valorizzare quel “lavoro morto”5, che le stesse esprimono nel momento in cui attivano processi di riciclo dell’energia e delle materie, sulle loro stesse reti o sulle strutture territoriali e le loro parti. Questa la tesi che si conduce, procedendo in termini teorici con paradigmi di riferimento come “antefatti” culturali ed in termini sperimentali, con l’applicazione in processi progettuali applicati a contesti sensibili di territori metropolitani [tema della ricerca Recycle Italy UdR Reggio Calabria]. Si affida a tali scenari localizzabili, su cui proiettare nuove mappature e visioni, dispositivi abilitanti, la capacità di generare qualità ambientale e sociale, attraverso il contenimento dell’uso dei suoli e le azioni di adattamento ai cambiamenti climatici a livello locale per un contributo globale. (…) 02_La sperimentazione sull’area metropolitana di Reggio Calabria: i contesti sensibili e le tecnologie abilitanti. I contesti sostenibili che si producono da scenari di applicazione del progetto all’area metropolitana di Reggio Calabria, tentano la tesi espressa, fornendo alle infrastrutture un potere di riciclo sull’esistente dei paesaggi, del costruito e delle reti stesse. Le tecnologie adattive divengono “abilitanti” i processi di riabilitazione urbana e rigenerazione di paesaggi e contesti suburbani. I flussi di materiali ed energia e la permeabilità, le tattiche per attuare la strategia più globale resiliente sui cambiamenti climatici e sul consumo di suolo, in un unico approccio integrato. (C. Nava, 2016). Di seguito alcune categorie di lettura individuate con la sperimentazione progettuale attuata [Riorganizzazione ed interpretazioni progetti _fonti Atelier di Tesi di laurea 2011-2016] e con riferimento ai territori geografici di applicazione: - Le infrastrutture che riciclano i paesaggi produttivi ed i materiali [G. Tauro, Palmi] Nella sperimentazione dei progetti di G. Tauro e Palmi emerge il rapporto

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rali come flussi fisici, di materie e di informazioni, che ne muta di fatto il ruolo stesso (fisico – hard), demandando loro un nuovo compito nell’attraversamento dei territori, nella loro definizione geografica ma anche topografica, nella loro capacità di comunicare, trasmettere, coordinare e trasferire altre possibilità ai contesti che attraversano e che modificano. Il tema della permeabilità e delle basse emissioni, nel ribaltamento del cannocchiale per altre visioni, fanno svolgere alle “infrastrutture territoriali” questa nuova condizione proiettiva e di necessità e che nei processi disegnativi delle nuove mappature, spesso declina la misura della loro storica dimensione “in lunghezza”, a favore di un nuovo valore che ne definisce “uno spessore” mutevole, capace di essere la resilienza del respiro stesso dei suoli e del clima a livello locale-geografico e globale-spaziale. 01_La tesi In tale contributo per “ri-vedere (risignificare) le infrastrutture territoriali per una mappatura dei contesti ad alta permeabilità ed a basse emissioni”, si propone una possibile capacità “delle infrastrutture come referenti analogiche della sostenibilità”, nei processi di definizione della cultura del progetto che governa le trasformazioni del territorio, dalle scelte, alle strategie e ai dispositivi. L’interpretazione analogica deriva le sue premesse e condizioni, dal concetto paesaggistico ma anche ambientale del “infrastructures as territory”, che se per alcuni scenari può assumere un significato sintetico a livello geografico e per altri a livello topografico, di fatto traduce la volontà del progetto sostenibile, di cogliere tutte le possibilità dell’esistente, aggredendo valori di qualità totale del progetto e dei contesti di riferimento, sia che si tratti di persistenza delle geografie rurali che di geografie urbane1, o della loro assenza. L’efficacia analogica di questa condizione si misura nella stessa teoria del progetto sostenibile in scenari mutevoli e/o in dismissione, caricando le infrastrutture di tre implicazioni fondamentali nel processo di trasformazione a cui si riferiscono e che sono fortemente interrelate. La loro capacità, come già fatto emergere, di essere “lunghezza” ma anche “spessore” e quindi “infra”, ma anche “intra”2, nella definizione delle ragioni della forma del territorio3; della garanzia che un processo proiettivo come quello sostenibile e interscalare, si assuma il compito di procedure di “total

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design”4 per arrivare alla definizione della qualità totale prodotta su paesaggi, architetture, attraverso l’uso consapevole di tecnologie che ne possono abilitare i funzionamenti, il ciclo di vita e le loro condizioni relazionali ed energetiche tra tutti i sistemi bio-fisici e socio-economici; l’affidare alle infrastrutture la capacità di valorizzare quel “lavoro morto”5, che le stesse esprimono nel momento in cui attivano processi di riciclo dell’energia e delle materie, sulle loro stesse reti o sulle strutture territoriali e le loro parti. Questa la tesi che si conduce, procedendo in termini teorici con paradigmi di riferimento come “antefatti” culturali ed in termini sperimentali, con l’applicazione in processi progettuali applicati a contesti sensibili di territori metropolitani [tema della ricerca Recycle Italy UdR Reggio Calabria]. Si affida a tali scenari localizzabili, su cui proiettare nuove mappature e visioni, dispositivi abilitanti, la capacità di generare qualità ambientale e sociale, attraverso il contenimento dell’uso dei suoli e le azioni di adattamento ai cambiamenti climatici a livello locale per un contributo globale. (…) 02_La sperimentazione sull’area metropolitana di Reggio Calabria: i contesti sensibili e le tecnologie abilitanti. I contesti sostenibili che si producono da scenari di applicazione del progetto all’area metropolitana di Reggio Calabria, tentano la tesi espressa, fornendo alle infrastrutture un potere di riciclo sull’esistente dei paesaggi, del costruito e delle reti stesse. Le tecnologie adattive divengono “abilitanti” i processi di riabilitazione urbana e rigenerazione di paesaggi e contesti suburbani. I flussi di materiali ed energia e la permeabilità, le tattiche per attuare la strategia più globale resiliente sui cambiamenti climatici e sul consumo di suolo, in un unico approccio integrato. (C. Nava, 2016). Di seguito alcune categorie di lettura individuate con la sperimentazione progettuale attuata [Riorganizzazione ed interpretazioni progetti _fonti Atelier di Tesi di laurea 2011-2016] e con riferimento ai territori geografici di applicazione: - Le infrastrutture che riciclano i paesaggi produttivi ed i materiali [G. Tauro, Palmi] Nella sperimentazione dei progetti di G. Tauro e Palmi emerge il rapporto

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che esiste tra filiera produttiva e ciclo di vita dei materiali e come il riciclo ne misura in entrambi le esperienze la resilienza dei paesaggi e delle comunità, nel riabitare i luoghi secondo un nuovo uso, nell’approccio di autosostenibilità affidato al nuovo programma funzionale per mantenere contesti naturali e nuovi spazi a servizio. Le infrastrutture divengono le nervature di una nuova configurazione che deve gestire produzioni, scambi, comunicazione, mobilità e capacità del territorio di resistere ai mutamenti climatici, di insediamento, di configurazione degli assetti. Il riciclo dei materiali e la compatibilità degli stessi ai nuovi contesti controlla gli impatti reversibili degli scenari progettati. Il riciclo del terreno, recupera una permeabilità del suolo, senza la quale alcuna produzione di paesaggio e di risorse sarebbe possibile. - Le infrastrutture che riciclano i paesaggi naturali e ricettivi [Porticello di Cannitello] I canali di acqua naturali che attraversano da monte a costa trasversalmente i luoghi della sperimentazione del territorio di Cannitello, insediamento sul litorale che ha i suoi terminali di percorsi e corridoi naturali sulla marina, sono le infrastrutture più profonde e spesse di ogni altra via artificiale. La sezione trasversale del loro alveo è la più mutevole ed adattiva verso le rive e gi insediamenti, le sponde ed i campi coltivati. La permeabilità dei suoli e quella dell’acqua dove scorre, così come del terreno di sedime torrentizio divengono traiettorie di paesaggio e segnali nei dislivelli ove è possibile ritrovare nuovi insediamenti umani e possibilità ricettive. L’idea di sostare lungo il corso di tali “fiumare”, rafforza scenari di cura e manutenzione del paesaggio attraverso l’uso compatibile e il ripristino dei paesaggi naturali. Sulla costa arrivano le foci ed i percorsi fluviali, otre che la vegetazione ripariale di una qualità importante e identitaria anche per la rigenerazione ambientale degli affacci a mare. - Le infrastrutture che riciclano il costruito residenziale-ricettivo dismesso [Gallico] La quantità di costruito degradato, interrotto, storico o mai finito, delle costruzioni lungo la fiumara Gallico ed il suo territorio, non può che innescare un’idea di riqualificazione diffusa, attraverso il riciclo puntuale di ogni singolo edificio e la rigenerazione e riattivazione dei contesti di riferimento.

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L’infrastrutturazione e la sua trama longitudinale e trasversale consentono una nuova capacità di ammagliamento e inurbazione leggera dei terreni verso monte ed un alleggerimento della costa. Nuovi isolati verdi serviti da un nuovo modello di abitare potrebbe essere la strategia di riattivazione dei luoghi, la migliore condizione di ritrovata permeabilità lontani dai contesti più densi e anche una migliore distribuzione di mobilità su un reticolo di mobilità più sostenibile, percorsi ciclopedonali, di mezzi pubblici ibridi e di connessione con gli assi viari di livello superiore. Una capacità di servire attraverso paesaggi di compensazione e suburbani nuovi insediamenti cosi rigenerati. - Le infrastrutture che riciclano il costruito produttivo dismesso [Catona; Marina di S. Lorenzo] Nelle aree produttive dismesse, il riciclo delle infrastrutture di servizio a tali insediamenti, attraverso la rigenerazione delle aree stesse verso un nuovo significato urbano e ambientale, diviene il segnale di cambiamento e riconversione dell’uso, di eliminazione dei limiti fisici con cui i siti produttivi creano aree escluse ed esclusive anche in contesti urbani densi. Le sperimentazioni sui siti dismessi di Catona e Marina di S. Lorenzo, tentano nel nuovo network di mobilità di tipo differente, una nuova condizione insediativa fondata su modelli sostenibili dei suoli, su uno scambio tra risorse materiali ed immateriali, identitario per la nuova figurabilità dei contesti più ampi, in cui la perimetrazione dei siti stessi viene assorbita da una ritrovata permeabilità fisica o naturale. In qualche caso un declassamento delle infrastrutture ed un nuovo progetto delle loro sezioni utili a tale mobilità, in altri casi un nuovo progetto di rete, con punti di distribuzione e snodo per la gestione dei flussi. Il riciclo dei manufatti e del suolo, divengono un unico progetto di innesto su tale infrastrutturazione, con la capacità di aprirsi per passaggi, spazi di sosta o di servizio, modificando le vie stesse in piazze, corridoi e isole collettive dei nuovi spazi ricettivi e produttivi urbani, a scopo peraltro di aumentare permeabilità e riciclo dei suoli stessi. - Le infrastrutture che riciclano l’infrastrutturazione portuale [Villa S.Giovanni; Reggio Calabria città] Nella città degli scarti urbani e dei rifiuti materiali, l’impatto delle infrastrutture non più funzionanti o degradate, diviene un moltiplicatore di sce-

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che esiste tra filiera produttiva e ciclo di vita dei materiali e come il riciclo ne misura in entrambi le esperienze la resilienza dei paesaggi e delle comunità, nel riabitare i luoghi secondo un nuovo uso, nell’approccio di autosostenibilità affidato al nuovo programma funzionale per mantenere contesti naturali e nuovi spazi a servizio. Le infrastrutture divengono le nervature di una nuova configurazione che deve gestire produzioni, scambi, comunicazione, mobilità e capacità del territorio di resistere ai mutamenti climatici, di insediamento, di configurazione degli assetti. Il riciclo dei materiali e la compatibilità degli stessi ai nuovi contesti controlla gli impatti reversibili degli scenari progettati. Il riciclo del terreno, recupera una permeabilità del suolo, senza la quale alcuna produzione di paesaggio e di risorse sarebbe possibile. - Le infrastrutture che riciclano i paesaggi naturali e ricettivi [Porticello di Cannitello] I canali di acqua naturali che attraversano da monte a costa trasversalmente i luoghi della sperimentazione del territorio di Cannitello, insediamento sul litorale che ha i suoi terminali di percorsi e corridoi naturali sulla marina, sono le infrastrutture più profonde e spesse di ogni altra via artificiale. La sezione trasversale del loro alveo è la più mutevole ed adattiva verso le rive e gi insediamenti, le sponde ed i campi coltivati. La permeabilità dei suoli e quella dell’acqua dove scorre, così come del terreno di sedime torrentizio divengono traiettorie di paesaggio e segnali nei dislivelli ove è possibile ritrovare nuovi insediamenti umani e possibilità ricettive. L’idea di sostare lungo il corso di tali “fiumare”, rafforza scenari di cura e manutenzione del paesaggio attraverso l’uso compatibile e il ripristino dei paesaggi naturali. Sulla costa arrivano le foci ed i percorsi fluviali, otre che la vegetazione ripariale di una qualità importante e identitaria anche per la rigenerazione ambientale degli affacci a mare. - Le infrastrutture che riciclano il costruito residenziale-ricettivo dismesso [Gallico] La quantità di costruito degradato, interrotto, storico o mai finito, delle costruzioni lungo la fiumara Gallico ed il suo territorio, non può che innescare un’idea di riqualificazione diffusa, attraverso il riciclo puntuale di ogni singolo edificio e la rigenerazione e riattivazione dei contesti di riferimento.

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L’infrastrutturazione e la sua trama longitudinale e trasversale consentono una nuova capacità di ammagliamento e inurbazione leggera dei terreni verso monte ed un alleggerimento della costa. Nuovi isolati verdi serviti da un nuovo modello di abitare potrebbe essere la strategia di riattivazione dei luoghi, la migliore condizione di ritrovata permeabilità lontani dai contesti più densi e anche una migliore distribuzione di mobilità su un reticolo di mobilità più sostenibile, percorsi ciclopedonali, di mezzi pubblici ibridi e di connessione con gli assi viari di livello superiore. Una capacità di servire attraverso paesaggi di compensazione e suburbani nuovi insediamenti cosi rigenerati. - Le infrastrutture che riciclano il costruito produttivo dismesso [Catona; Marina di S. Lorenzo] Nelle aree produttive dismesse, il riciclo delle infrastrutture di servizio a tali insediamenti, attraverso la rigenerazione delle aree stesse verso un nuovo significato urbano e ambientale, diviene il segnale di cambiamento e riconversione dell’uso, di eliminazione dei limiti fisici con cui i siti produttivi creano aree escluse ed esclusive anche in contesti urbani densi. Le sperimentazioni sui siti dismessi di Catona e Marina di S. Lorenzo, tentano nel nuovo network di mobilità di tipo differente, una nuova condizione insediativa fondata su modelli sostenibili dei suoli, su uno scambio tra risorse materiali ed immateriali, identitario per la nuova figurabilità dei contesti più ampi, in cui la perimetrazione dei siti stessi viene assorbita da una ritrovata permeabilità fisica o naturale. In qualche caso un declassamento delle infrastrutture ed un nuovo progetto delle loro sezioni utili a tale mobilità, in altri casi un nuovo progetto di rete, con punti di distribuzione e snodo per la gestione dei flussi. Il riciclo dei manufatti e del suolo, divengono un unico progetto di innesto su tale infrastrutturazione, con la capacità di aprirsi per passaggi, spazi di sosta o di servizio, modificando le vie stesse in piazze, corridoi e isole collettive dei nuovi spazi ricettivi e produttivi urbani, a scopo peraltro di aumentare permeabilità e riciclo dei suoli stessi. - Le infrastrutture che riciclano l’infrastrutturazione portuale [Villa S.Giovanni; Reggio Calabria città] Nella città degli scarti urbani e dei rifiuti materiali, l’impatto delle infrastrutture non più funzionanti o degradate, diviene un moltiplicatore di sce-

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nari deboli a livello ambientale ed urbano, di vuoti ed aree in dissesto, di attese incidenti sul tempo del recupero dei contesti e della loro riqualificazione con effetti importanti. Il riciclo e le sue strategie, applicate alle infrastrutture stesse, all’uso temporaneo di alcune parti e all’innesco di riattivazione di luoghi e paesaggi, divengono il progetto capace di accorciare i tempi della rigenerazione più ampia e diffusa, restituendo alle comunità un’idea di cambiamento e scenari possibili che altrimenti non si produrrebbe. Nel caso delle aree portuali di Villa S. Giovanni e Reggio Calabria, il dato del rapporto tra contesto interessato dalla trasformazione e sua capacità di rigenerazione nel tempo è un dato strettamente condizionato da questa capacità resiliente di muovere azioni di rigenerazione con obiettivi progressivi. Interventi puntuali connessi dalla rete di mobilità e dai paesaggi ricomponibili per unità ripristinate, diviene la tattica più efficace in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Un’idea di uso trasferito su tempi e risorse capaci di compensare il variare dei flussi, una capacità di comunicare questi stessi con la mobilità urbana di connessione ai contesti direttamente fruibili, la necessità che gli spazi stessi che attraversano le infrastrutture e la logistica di servizio, divengano luoghi di uso ibrido e collettivo anche per qualità delle attrezzature e dei paesaggi coinvolti. Una permeabilità da gestirsi con azioni di compensazione e di de-bitumazione delle aree sature e di riconversione di parti di infrastrutture, riciclandone percorsi, materiali e flussi. - Le infrastrutture che riciclano l’infrastrutturazione ferroviaria [Reggio Calabria città] È possibile attuare un programma di permeabilità dei suoli, di rigenerazione delle aree interessate e di riciclo di materiali e flussi, modificando le modalità di uso di un’infrastrutturazione ferroviaria. Attraverso un progetto che possa agire sullo stesso programma di mobilità, nei tempi e nelle modalità di comunicazione, connessione, nella tecnologia di gestione dei flussi e dei siti che serve. Nel caso della proposta per una mobilità leggera nel tratto urbano della città metropolitana di Reggio Calabria, questa ipotesi assume una maggiore valenza per la qualità dei paesaggi di costa che attraversa, ma anche per gli spazi urbani di arrivo e partenza che serve. Un’occasione per avere un paesaggio diffuso controllato nella sua ricettività e nei suoi servizi, con un approccio sostenibile ed anche compensativo della linea infrastruttu-

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rale, del suo sviluppo oltre l’urbano denso. Le proposte di riqualificazione di stazioni, aree di sosta pubbliche e connessioni con altri servizi di mobilità, rappresentano la chiave di lettura di una rigenerazione più ambiziosa dell’intero territorio attraversato. Con le sperimentazioni puntuali e la progettazione di parchi e aree pubblicoprivate, si operano azioni di riciclo di edifici, di terreni, di spazi dismessi, di usi non più compatibili con il progetto di riattivazione di strutture urbane più complesse e ibride nella loro fruibilità. I requisiti di accessibilità alle aree divengono un’occasione importante, per de-impermeabilizzare e progettare nuovi livelli di qualità urbana e paesaggistica, nuovi servizi integrati. 03_Il processo progettuale: l’autoinformazione per l’Atlante Il processo progettuale definibile e che osserva la metodologia espressa per il “sustainable total design”, [Nava C., 2012-2016] procede secondo un metodo autoinformativo, assumendo, producendo e provando con assetti variabili domini di dati, design, simulazioni e mappature in forte relazione con gli scenari che comunicano le visioni. I dispositivi prestazionali che definiscono le tecnologie abilitanti, vengono assunti ed assorbiti a tutte le scale del processo ideativo e contemporaneamente misurano e verificano gli impatti sul sistema fisico-sociale con riferimento al suolo ed al clima. Nell’organizzazione della produzione di tale processo le informazioni grafiche e tecniche sono rintracciabili nelle fasi operative ma anche operazionali, individuabili in: • • • •

CONTEXT MAPPING DESIGN SCENARIOS IMAGES

Per la costruzione dell’Atlante di riferimento le stesse divengono i contenitori dell’apparato iconografico-informativo.

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nari deboli a livello ambientale ed urbano, di vuoti ed aree in dissesto, di attese incidenti sul tempo del recupero dei contesti e della loro riqualificazione con effetti importanti. Il riciclo e le sue strategie, applicate alle infrastrutture stesse, all’uso temporaneo di alcune parti e all’innesco di riattivazione di luoghi e paesaggi, divengono il progetto capace di accorciare i tempi della rigenerazione più ampia e diffusa, restituendo alle comunità un’idea di cambiamento e scenari possibili che altrimenti non si produrrebbe. Nel caso delle aree portuali di Villa S. Giovanni e Reggio Calabria, il dato del rapporto tra contesto interessato dalla trasformazione e sua capacità di rigenerazione nel tempo è un dato strettamente condizionato da questa capacità resiliente di muovere azioni di rigenerazione con obiettivi progressivi. Interventi puntuali connessi dalla rete di mobilità e dai paesaggi ricomponibili per unità ripristinate, diviene la tattica più efficace in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Un’idea di uso trasferito su tempi e risorse capaci di compensare il variare dei flussi, una capacità di comunicare questi stessi con la mobilità urbana di connessione ai contesti direttamente fruibili, la necessità che gli spazi stessi che attraversano le infrastrutture e la logistica di servizio, divengano luoghi di uso ibrido e collettivo anche per qualità delle attrezzature e dei paesaggi coinvolti. Una permeabilità da gestirsi con azioni di compensazione e di de-bitumazione delle aree sature e di riconversione di parti di infrastrutture, riciclandone percorsi, materiali e flussi. - Le infrastrutture che riciclano l’infrastrutturazione ferroviaria [Reggio Calabria città] È possibile attuare un programma di permeabilità dei suoli, di rigenerazione delle aree interessate e di riciclo di materiali e flussi, modificando le modalità di uso di un’infrastrutturazione ferroviaria. Attraverso un progetto che possa agire sullo stesso programma di mobilità, nei tempi e nelle modalità di comunicazione, connessione, nella tecnologia di gestione dei flussi e dei siti che serve. Nel caso della proposta per una mobilità leggera nel tratto urbano della città metropolitana di Reggio Calabria, questa ipotesi assume una maggiore valenza per la qualità dei paesaggi di costa che attraversa, ma anche per gli spazi urbani di arrivo e partenza che serve. Un’occasione per avere un paesaggio diffuso controllato nella sua ricettività e nei suoi servizi, con un approccio sostenibile ed anche compensativo della linea infrastruttu-

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rale, del suo sviluppo oltre l’urbano denso. Le proposte di riqualificazione di stazioni, aree di sosta pubbliche e connessioni con altri servizi di mobilità, rappresentano la chiave di lettura di una rigenerazione più ambiziosa dell’intero territorio attraversato. Con le sperimentazioni puntuali e la progettazione di parchi e aree pubblicoprivate, si operano azioni di riciclo di edifici, di terreni, di spazi dismessi, di usi non più compatibili con il progetto di riattivazione di strutture urbane più complesse e ibride nella loro fruibilità. I requisiti di accessibilità alle aree divengono un’occasione importante, per de-impermeabilizzare e progettare nuovi livelli di qualità urbana e paesaggistica, nuovi servizi integrati. 03_Il processo progettuale: l’autoinformazione per l’Atlante Il processo progettuale definibile e che osserva la metodologia espressa per il “sustainable total design”, [Nava C., 2012-2016] procede secondo un metodo autoinformativo, assumendo, producendo e provando con assetti variabili domini di dati, design, simulazioni e mappature in forte relazione con gli scenari che comunicano le visioni. I dispositivi prestazionali che definiscono le tecnologie abilitanti, vengono assunti ed assorbiti a tutte le scale del processo ideativo e contemporaneamente misurano e verificano gli impatti sul sistema fisico-sociale con riferimento al suolo ed al clima. Nell’organizzazione della produzione di tale processo le informazioni grafiche e tecniche sono rintracciabili nelle fasi operative ma anche operazionali, individuabili in: • • • •

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Per la costruzione dell’Atlante di riferimento le stesse divengono i contenitori dell’apparato iconografico-informativo.

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Notes 1. Sul concetto di territorio è “ (…) un’estensione di terra abitata da una comunità umana, che nel tempo l’ha adattata ai suoi bisogni vitali e di autorappresentazione, facendola diventare diversa da tutte le altre e il più delle volte unica. Si può aggiungere che fa parte del territorio quanto è urbano e anche rurale, ma non solo questo perché ne fa parte quanto non né rurale né urbano ed è foreste o boschi o spiagge sul mare, sponde di fiumi e di laghi, confini col cielo. In altre parole ne fa parte anche tutto lo spazio vuoto se si considera pieno tutto quello che ha utilizzazione economica. E si potrebbe quindi dire: anche tutti gli spazi vuoti interstiziali tra edifici, i nuclei urbani, le città, i campi coltivati, le distese vegetali e minerali (…) “ [G.De Carlo, Lettura e progetto del territorio, Maggioli ed., Rimini , 1996 pag.8] 2. Sul nuovo intendere le infrastrutture in un decalogo multi-urbano “Coordinare ed interconnettere, fisicamente e dal punto di vista del programma – mediante nuovi dispositivi di collaborazione multipla - “infra-strutture esistenti e nuove Intra-strutture relazionali, prospettando una efficace interazioni tra l’ambiente, gli spazi, i flussi e le attività (…)” [Manuel Gausa, Decalogo Multi-urbano, in Multi Barcelona, Hiper Catalunya, ListLab, 2009, p.84. trad esp_ita C.Nava] 3. “Sulla società di individui metropolitani “ (…) E’ peraltro, l’ottenimento di una “visione condivisa” un passaggio cruciale delle nuove strumentazioni che l’urbanistica va introducendo per colmare il distacco tra l’idea moderna di governo del territorio – la sua versione impositiva e totalizzante – e la realtà dei modi della trasformazione. Un distacco che può essere superato, non tornando indietro – il piano ed il progetto per prescrizioni e regolamenti -, ma cercando di superarne i limiti di un processo dialogico in cui viene data voce ai propri contesti, in quanto complessa rete di relazioni fisiche e immateriali: stratificazioni diverse di immaginari; memorie, attese. Regole e prescrizioni sono indispensabili nella dimensione di “progetti locali o di settore”, con propri gradi di libertà, in un quadro individuato in una visione strategica in cui si possano riconoscere le ragioni della forma del territorio (...)” [Pepe Barbieri, Tessuto Insieme in Context, PPC +24, nov.2010, List Lab.p.59] 4. Sul progetto totale “ (…) Non vi è più la reale necessità di distinguere tra approccio sostenibile al progetto e modalità convenzionale di pensare alla città, agli edifici, all’innovazione dei prodotti di servizio all’abitare. Si tratta di una coscienza storica che proietta sulla crisi economica e sull’equilibrio del sistema ecologico territorio-città-luoghi l’unica via possibile per limitare il consumo delle risorse esauribili, per rinnovare quelle del sistema bio-fisico locale e sovralocale, pensando in maniera univoca alla capacità degli stessi sistemi di produrre qualità totale per l’abitare e per l’ambiente ed il paesaggio. Alla domanda di “Total Quality” risponde il “Total Design” (g), che supera l’accezione di una progettazione integrata, per settori di applicazione, competenze ed ambiti di contesti e propone una consapevolezza trasversale per controllare la progettazione a tutte le scale, dalle sue intenzioni programmatorie (definizione di un masterplan) alla sue declinazioni figurative e tecniche (progetto e dettaglio). Il progetto sostenibile è sempre un “disegno totale” capace di ritrovare momenti di compatibilità con altre dimensioni delle strutture dell’ambiente, quelle più riferite al paesaggio ed ai dispositivi per l’efficienza dei sistemi, ai suoi impianti, fino alla verifica ed alla misura della fattibilità economica e di valutazione delle strategie perseguibili, in regimi di

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sostenibilità di medio - lungo periodo.” [C.Nava, Scenari Sostenibili per Contesti Mutevoli in Nava C., Gioffré v., Con_testi sostenibili, pp.12-13; ListLab ed., 2012, pag.12-13] (g) Total Design (Ove Arup in Chipperfield D., pag.130) Using advanced techniques involves preplanning. One must know what has to be done before doing it, so that one can organise th work properly. The key to a building operation ought to be what one might call the total design-wich foresees and plans every stage in the operation. This total design must nowadays be the work of many people, each contributing his particular knowledge, an this team should be controlled by a strong leader ora an executive team with power to decide priorities and reconcile conflicting claims”. 5. Sul riciclo delle reti infrastrutturali, “(…) La ricerca su energia e riciclo intende mostrare non tanto ciò che le diverse componenti territoriali producono, anche in termini energetici, nelle condizioni attuali, ma ciò che potrebbero produrre se l’insieme del “lavoro morto” in esse materializzato fosse preso in considerazione adeguata. Molti indizi indicano i luoghi dell’abbandono, che hanno concluso il loro ciclo di vita, potrebbero stabilire relazioni nuove con “il lavoro vivo”: consentendo di adeguare l’abitabilità urbana e territoriale, riducendo i rischi, aumentando l’efficienza, modernizzando le infrastrutture. Il lavoro morto fissato ad esempio nelle reti infrastrutturali, anche obsolete, agirebbe allo stesso tempo come capitale e strumento nella ridefinizione di una nuova struttura territoriale (…) [Viganò Paola, Cicli di vita, energia e riciclo in Marini S., Santangelo V. ( a cura di ), Viaggio in Italia, Collana Recycle Italy 03, Aracne ed, Roma, 2013, pag.23-24] Referenze Bibliografiche Barbieri Pepe, Tessuto Insieme, in “Context”, PPC +24, nov. 2010 De Carlo Giancarlo, Lettura e progetto del territorio, Maggioli ed., Rimini, 1996 Gausa Manuel, Decalogo Multi-urbano, in “Multi Barcelona, Hiper Catalunya”, ListLab, 2009 Nava Consuelo, Mangano Giuseppe, Communting Design processes for resilient co-territories. Sustainability and Innovation in Calabria (South Italy), in “Territories - Rural-urban Strategies”, a cura di Jörg Schröder, Maurizio Carta, Maddalena Ferretti, Barbara Lino; Jovis ed., Berlino, 2016 Nava Consuelo, The sustainable strategy of the “laboratory-city” in Nava C. “The Laboratory City. Sustainable recycle and key enabling technologies, Quaderni Recycle Italy n.25, Aracne ed., Roma, 2016 Nava Consuelo, Scenari Sostenibili per Contesti Mutevoli in Nava C., Gioffré V., “Con_testi sostenibili”, ListLab ed., 2012 Viganò Paola, Cicli di vita, energia e riciclo in Marini S., Santangelo V. (a cura di), “Viaggio in Italia”, Collana Recycle Italy 03, Aracne ed, Roma, 2013

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Notes 1. Sul concetto di territorio è “ (…) un’estensione di terra abitata da una comunità umana, che nel tempo l’ha adattata ai suoi bisogni vitali e di autorappresentazione, facendola diventare diversa da tutte le altre e il più delle volte unica. Si può aggiungere che fa parte del territorio quanto è urbano e anche rurale, ma non solo questo perché ne fa parte quanto non né rurale né urbano ed è foreste o boschi o spiagge sul mare, sponde di fiumi e di laghi, confini col cielo. In altre parole ne fa parte anche tutto lo spazio vuoto se si considera pieno tutto quello che ha utilizzazione economica. E si potrebbe quindi dire: anche tutti gli spazi vuoti interstiziali tra edifici, i nuclei urbani, le città, i campi coltivati, le distese vegetali e minerali (…) “ [G.De Carlo, Lettura e progetto del territorio, Maggioli ed., Rimini , 1996 pag.8] 2. Sul nuovo intendere le infrastrutture in un decalogo multi-urbano “Coordinare ed interconnettere, fisicamente e dal punto di vista del programma – mediante nuovi dispositivi di collaborazione multipla - “infra-strutture esistenti e nuove Intra-strutture relazionali, prospettando una efficace interazioni tra l’ambiente, gli spazi, i flussi e le attività (…)” [Manuel Gausa, Decalogo Multi-urbano, in Multi Barcelona, Hiper Catalunya, ListLab, 2009, p.84. trad esp_ita C.Nava] 3. “Sulla società di individui metropolitani “ (…) E’ peraltro, l’ottenimento di una “visione condivisa” un passaggio cruciale delle nuove strumentazioni che l’urbanistica va introducendo per colmare il distacco tra l’idea moderna di governo del territorio – la sua versione impositiva e totalizzante – e la realtà dei modi della trasformazione. Un distacco che può essere superato, non tornando indietro – il piano ed il progetto per prescrizioni e regolamenti -, ma cercando di superarne i limiti di un processo dialogico in cui viene data voce ai propri contesti, in quanto complessa rete di relazioni fisiche e immateriali: stratificazioni diverse di immaginari; memorie, attese. Regole e prescrizioni sono indispensabili nella dimensione di “progetti locali o di settore”, con propri gradi di libertà, in un quadro individuato in una visione strategica in cui si possano riconoscere le ragioni della forma del territorio (...)” [Pepe Barbieri, Tessuto Insieme in Context, PPC +24, nov.2010, List Lab.p.59] 4. Sul progetto totale “ (…) Non vi è più la reale necessità di distinguere tra approccio sostenibile al progetto e modalità convenzionale di pensare alla città, agli edifici, all’innovazione dei prodotti di servizio all’abitare. Si tratta di una coscienza storica che proietta sulla crisi economica e sull’equilibrio del sistema ecologico territorio-città-luoghi l’unica via possibile per limitare il consumo delle risorse esauribili, per rinnovare quelle del sistema bio-fisico locale e sovralocale, pensando in maniera univoca alla capacità degli stessi sistemi di produrre qualità totale per l’abitare e per l’ambiente ed il paesaggio. Alla domanda di “Total Quality” risponde il “Total Design” (g), che supera l’accezione di una progettazione integrata, per settori di applicazione, competenze ed ambiti di contesti e propone una consapevolezza trasversale per controllare la progettazione a tutte le scale, dalle sue intenzioni programmatorie (definizione di un masterplan) alla sue declinazioni figurative e tecniche (progetto e dettaglio). Il progetto sostenibile è sempre un “disegno totale” capace di ritrovare momenti di compatibilità con altre dimensioni delle strutture dell’ambiente, quelle più riferite al paesaggio ed ai dispositivi per l’efficienza dei sistemi, ai suoi impianti, fino alla verifica ed alla misura della fattibilità economica e di valutazione delle strategie perseguibili, in regimi di

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sostenibilità di medio - lungo periodo.” [C.Nava, Scenari Sostenibili per Contesti Mutevoli in Nava C., Gioffré v., Con_testi sostenibili, pp.12-13; ListLab ed., 2012, pag.12-13] (g) Total Design (Ove Arup in Chipperfield D., pag.130) Using advanced techniques involves preplanning. One must know what has to be done before doing it, so that one can organise th work properly. The key to a building operation ought to be what one might call the total design-wich foresees and plans every stage in the operation. This total design must nowadays be the work of many people, each contributing his particular knowledge, an this team should be controlled by a strong leader ora an executive team with power to decide priorities and reconcile conflicting claims”. 5. Sul riciclo delle reti infrastrutturali, “(…) La ricerca su energia e riciclo intende mostrare non tanto ciò che le diverse componenti territoriali producono, anche in termini energetici, nelle condizioni attuali, ma ciò che potrebbero produrre se l’insieme del “lavoro morto” in esse materializzato fosse preso in considerazione adeguata. Molti indizi indicano i luoghi dell’abbandono, che hanno concluso il loro ciclo di vita, potrebbero stabilire relazioni nuove con “il lavoro vivo”: consentendo di adeguare l’abitabilità urbana e territoriale, riducendo i rischi, aumentando l’efficienza, modernizzando le infrastrutture. Il lavoro morto fissato ad esempio nelle reti infrastrutturali, anche obsolete, agirebbe allo stesso tempo come capitale e strumento nella ridefinizione di una nuova struttura territoriale (…) [Viganò Paola, Cicli di vita, energia e riciclo in Marini S., Santangelo V. ( a cura di ), Viaggio in Italia, Collana Recycle Italy 03, Aracne ed, Roma, 2013, pag.23-24] Referenze Bibliografiche Barbieri Pepe, Tessuto Insieme, in “Context”, PPC +24, nov. 2010 De Carlo Giancarlo, Lettura e progetto del territorio, Maggioli ed., Rimini, 1996 Gausa Manuel, Decalogo Multi-urbano, in “Multi Barcelona, Hiper Catalunya”, ListLab, 2009 Nava Consuelo, Mangano Giuseppe, Communting Design processes for resilient co-territories. Sustainability and Innovation in Calabria (South Italy), in “Territories - Rural-urban Strategies”, a cura di Jörg Schröder, Maurizio Carta, Maddalena Ferretti, Barbara Lino; Jovis ed., Berlino, 2016 Nava Consuelo, The sustainable strategy of the “laboratory-city” in Nava C. “The Laboratory City. Sustainable recycle and key enabling technologies, Quaderni Recycle Italy n.25, Aracne ed., Roma, 2016 Nava Consuelo, Scenari Sostenibili per Contesti Mutevoli in Nava C., Gioffré V., “Con_testi sostenibili”, ListLab ed., 2012 Viganò Paola, Cicli di vita, energia e riciclo in Marini S., Santangelo V. (a cura di), “Viaggio in Italia”, Collana Recycle Italy 03, Aracne ed, Roma, 2013

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APPENDICE ICONOGRAFICA ED INFORMATIVA PER L’ATLANTE

Le infrastrutture che riciclano i paesaggi produttivi ed i materiali [G. Tauro, Palmi] G. Tauro (RC) 38°25'30"00 N Popolazione 19.802 Densità per Kmq: 507,9 Superficie: 38,99 Kmq

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Apparato iconografico CONTEXT 01_ Layers a scala territoriale 02_Sezioni/topografie a scala territoriale 03_Trasformazioni del contesto_metaprogetto MAPPING DESIGN 04_ Masterplan e diagramma percorso Agroproduttivo 05_ Zoom masterplan sulla costa – nuova residenzialità e servizi SCENARIOS V1_Nuovi paesaggi del riciclo/ Architetture dei containers V2/V3_ Visions IMAGES I1/I2 _ Fotografie area d’intervento_manufatti artificiali, naturali, infrastrutture I3_Urban Lab Credits: Tindaro Latino [progetto per tesi di laurea 2013_ “Rigenerazione agrourbana a G.Tauro: nuove tipologie insediative e tecnologiche sostenibili con l’uso dei containers”]

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APPENDICE ICONOGRAFICA ED INFORMATIVA PER L’ATLANTE

Le infrastrutture che riciclano i paesaggi produttivi ed i materiali [G. Tauro, Palmi] G. Tauro (RC) 38°25'30"00 N Popolazione 19.802 Densità per Kmq: 507,9 Superficie: 38,99 Kmq

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Apparato iconografico CONTEXT 01_ Layers a scala territoriale 02_Sezioni/topografie a scala territoriale 03_Trasformazioni del contesto_metaprogetto MAPPING DESIGN 04_ Masterplan e diagramma percorso Agroproduttivo 05_ Zoom masterplan sulla costa – nuova residenzialità e servizi SCENARIOS V1_Nuovi paesaggi del riciclo/ Architetture dei containers V2/V3_ Visions IMAGES I1/I2 _ Fotografie area d’intervento_manufatti artificiali, naturali, infrastrutture I3_Urban Lab Credits: Tindaro Latino [progetto per tesi di laurea 2013_ “Rigenerazione agrourbana a G.Tauro: nuove tipologie insediative e tecnologiche sostenibili con l’uso dei containers”]

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Palmi (RC) 38°21’58”68 N

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Popolazione 19.024 Densità per Kmq: 597,5 Superficie: 31,84 Kmq

Apparato iconografico

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CONTEXT 01_ Emergenze sistemi territoriali / densità/ uso del suolo MAPPING DESIGN 02_ Masterplan sintetico delle azioni compatibili 03_ Flexibility_analisi dinamica degli approcci progettuali 04_ Masterplan 05_Infografica su scelte progettuali 06_Riferimento su porto G.Tauro 07_ mapping funzionale/ nuovi scenari SCENARIOS V1_ Recycle program V2_Recycle landscape and materials IMAGES I1_ Tipologia permeabilità suoli I2_ Nuovi paesaggi di costa I3_ Abitare la costa

Credits: Federica Laura Ciccone [progetto per tesi di laurea 2015_ “Ricerca, metodo e progetto di territorio per lo sviluppo sostenibile dell’area costiera di Palmi, autoinformazione e scenari sostenibili rilevati attraverso il barcod method process”]

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Palmi (RC) 38°21’58”68 N

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Popolazione 19.024 Densità per Kmq: 597,5 Superficie: 31,84 Kmq

Apparato iconografico

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CONTEXT 01_ Emergenze sistemi territoriali / densità/ uso del suolo MAPPING DESIGN 02_ Masterplan sintetico delle azioni compatibili 03_ Flexibility_analisi dinamica degli approcci progettuali 04_ Masterplan 05_Infografica su scelte progettuali 06_Riferimento su porto G.Tauro 07_ mapping funzionale/ nuovi scenari SCENARIOS V1_ Recycle program V2_Recycle landscape and materials IMAGES I1_ Tipologia permeabilità suoli I2_ Nuovi paesaggi di costa I3_ Abitare la costa

Credits: Federica Laura Ciccone [progetto per tesi di laurea 2015_ “Ricerca, metodo e progetto di territorio per lo sviluppo sostenibile dell’area costiera di Palmi, autoinformazione e scenari sostenibili rilevati attraverso il barcod method process”]

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Le infrastrutture che riciclano i paesaggi naturali e ricettivi [Porticello di Cannitello] Porticello di Cannitello/ Villa San Giovanni (RC) 38°13’42”96 N Popolazione 13.813 Densità per Kmq: 1.130,4 Superficie: 12,22 Kmq

Apparato iconografico CONTEXT 01_ Contesto territoriale di costa 02_ Dettaglio Aree sensibili 03_ Dettaglio Permeabilità 04_Dettaglio sistemi naturali 05_Topografie trasversali sui corridoi MAPPING DESIGN 06_ mapping corridoi trasversali naturali e ricettivi 07_ dettaglio mapping SCENARIOS V1_transetto V2/V3_ nuovi scenari

Credits: Fortunato Tripodi [progetto per tesi di laurea 2013_ “Ecositi pubblici e collettivi per la riqualificazione dei corridoi trasversali al litorale Porticello”]

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Le infrastrutture che riciclano i paesaggi naturali e ricettivi [Porticello di Cannitello] Porticello di Cannitello/ Villa San Giovanni (RC) 38°13’42”96 N Popolazione 13.813 Densità per Kmq: 1.130,4 Superficie: 12,22 Kmq

Apparato iconografico CONTEXT 01_ Contesto territoriale di costa 02_ Dettaglio Aree sensibili 03_ Dettaglio Permeabilità 04_Dettaglio sistemi naturali 05_Topografie trasversali sui corridoi MAPPING DESIGN 06_ mapping corridoi trasversali naturali e ricettivi 07_ dettaglio mapping SCENARIOS V1_transetto V2/V3_ nuovi scenari

Credits: Fortunato Tripodi [progetto per tesi di laurea 2013_ “Ecositi pubblici e collettivi per la riqualificazione dei corridoi trasversali al litorale Porticello”]

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Le infrastrutture che riciclano il costruito residenziale-ricettivo dismesso [Gallico] Gallico (Reggio Calabria Nord) 38°6'41"40 N Popolazione 183.974 Densità per Kmq: 779,5 Superficie: 236,02 Kmq 02

Apparato iconografico CONTEXT 01_ inquadramento territoriale da Catona a Reggio Cal.città 02_territorio di Gallico Aspromonte-Tirreno 03_ infrastrutture artificiali e naturali MAPPING DESIGN 04_ infrastrutture naturali e artificiali di contesto 05_ mapping pelrmeabilità, network ruderi SCENARIOS V1_recycle dei ruderi /permeabilità edificio V2_recycle dei ruderi /permeabilità edificio IMAGES I1_ patrimonio recycle I2_patrimonio recycle

Credits: Cristina Crisalli [progetto per tesi di laurea 2015_ “Costruire sul costruito. Azioni di riciclo e riqualificazione energetica a Gallico”]

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Le infrastrutture che riciclano il costruito residenziale-ricettivo dismesso [Gallico] Gallico (Reggio Calabria Nord) 38°6'41"40 N Popolazione 183.974 Densità per Kmq: 779,5 Superficie: 236,02 Kmq 02

Apparato iconografico CONTEXT 01_ inquadramento territoriale da Catona a Reggio Cal.città 02_territorio di Gallico Aspromonte-Tirreno 03_ infrastrutture artificiali e naturali MAPPING DESIGN 04_ infrastrutture naturali e artificiali di contesto 05_ mapping pelrmeabilità, network ruderi SCENARIOS V1_recycle dei ruderi /permeabilità edificio V2_recycle dei ruderi /permeabilità edificio IMAGES I1_ patrimonio recycle I2_patrimonio recycle

Credits: Cristina Crisalli [progetto per tesi di laurea 2015_ “Costruire sul costruito. Azioni di riciclo e riqualificazione energetica a Gallico”]

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Le infrastrutture che riciclano il costruito produttivo dismesso [Catona; Marina di S.Lorenzo] Catona (Reggio Calabria Nord) 38°6'41"40 N Popolazione 183.974 Densità per Kmq: 779,5 Superficie: 236,02 Kmq

Apparato iconografico CONTEXT 01_ Junkspace Porto Villa S.Giovanni_ Porto Reggio Calabria 02_Junkspace Catona 03_Contesto territoriale Catona e layers tematici MAPPING DESIGN 04_ mapping smart aree produttive 05_ infografica reclaim and recycle 06_ infografica smart and reclaim 07_ mapping permeabilità e nuove infrastrutture 08_ studi layers sistemi sul nuovo mapping SCENARIOS V1_ urban Type, nuovi suoli produttivi IMAGES I1_ reporto storico

Credits: Maddalena Crucitti, Giulia Dattilo, Giuseppe Tripodi [progetto per tesi di laurea 2015_ “Strategie sostenibili di gestione del suolo. Tattiche, progetto e valutazione sul caso studio dell’ex italcitrus di Catona”]

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Le infrastrutture che riciclano il costruito produttivo dismesso [Catona; Marina di S.Lorenzo] Catona (Reggio Calabria Nord) 38°6'41"40 N Popolazione 183.974 Densità per Kmq: 779,5 Superficie: 236,02 Kmq

Apparato iconografico CONTEXT 01_ Junkspace Porto Villa S.Giovanni_ Porto Reggio Calabria 02_Junkspace Catona 03_Contesto territoriale Catona e layers tematici MAPPING DESIGN 04_ mapping smart aree produttive 05_ infografica reclaim and recycle 06_ infografica smart and reclaim 07_ mapping permeabilità e nuove infrastrutture 08_ studi layers sistemi sul nuovo mapping SCENARIOS V1_ urban Type, nuovi suoli produttivi IMAGES I1_ reporto storico

Credits: Maddalena Crucitti, Giulia Dattilo, Giuseppe Tripodi [progetto per tesi di laurea 2015_ “Strategie sostenibili di gestione del suolo. Tattiche, progetto e valutazione sul caso studio dell’ex italcitrus di Catona”]

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Marina S.Lorenzo 38°0'43"20 N Popolazione 2.669 Densità per Kmq: 41,6 Superficie: 64,17 Kmq

Apparato iconografico CONTEXT 01_ comuni area grecanica (minoranza linguistica) 02_sistemi infrastrutturali naturali area grecanica 03_ sistemi d dettaglio Territorio S.Lorenzo _ Chorio/marina 04_ territorio ex fabbrica delle pipe _ marina di S.Lorenzo 05_ area di insediamento produttiva _patrimonio costruito ed artificiale

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MAPPING DESIGN 06_ mappature di sviluppo produttivo e ricettivo /infografica utenza e nuove comunità SCENARIOS V1_nuovi parchi produttivi e permeabili IMAGES I1_ paesaggi costruiti dei comuni area grecanica

Credits: Marianna Martelli, Silvia Ambrosino [progetto per tesi di laurea 2013/2016_ “Riqualificazione sostenibile ed energetica nell’area industriale dell’ex fabbrica delle pipe a S.Lorenzo”]

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Marina S.Lorenzo 38°0'43"20 N Popolazione 2.669 Densità per Kmq: 41,6 Superficie: 64,17 Kmq

Apparato iconografico CONTEXT 01_ comuni area grecanica (minoranza linguistica) 02_sistemi infrastrutturali naturali area grecanica 03_ sistemi d dettaglio Territorio S.Lorenzo _ Chorio/marina 04_ territorio ex fabbrica delle pipe _ marina di S.Lorenzo 05_ area di insediamento produttiva _patrimonio costruito ed artificiale

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MAPPING DESIGN 06_ mappature di sviluppo produttivo e ricettivo /infografica utenza e nuove comunità SCENARIOS V1_nuovi parchi produttivi e permeabili IMAGES I1_ paesaggi costruiti dei comuni area grecanica

Credits: Marianna Martelli, Silvia Ambrosino [progetto per tesi di laurea 2013/2016_ “Riqualificazione sostenibile ed energetica nell’area industriale dell’ex fabbrica delle pipe a S.Lorenzo”]

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Le infrastrutture che riciclano l’infrastrutturazione portuale [Villa S.Giovanni; Reggio Calabria città] Villa S.Giovanni 38°13'42"96 N Popolazione 13.813 Densità per Kmq: 1.130,4 Superficie: 12,22 Kmq

Apparato iconografico 02

CONTEXT 01_ territorio di villa s.giovanni 02_ sistemi ambientali ed artificiali 03_ permeabilità artificiale 04_ morfologia e transito nello stretto 05_ sistema infrastrutturale MAPPING DESIGN 06_ masterplan ed ecoinfrastrutture per nuovi servizi SCENARIOS V1_visioni sostenibili di reti V2_visioni sostenibili di reti IMAGES I1_ foto dei luoghi

Credits: Antonino Mangano, Sebastiano Bucca; Nicolas Fazio [progetto per tesi di laurea 2013_ Il progetto strategico delle reti per Villa San Giovanni]

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Le infrastrutture che riciclano l’infrastrutturazione portuale [Villa S.Giovanni; Reggio Calabria città] Villa S.Giovanni 38°13'42"96 N Popolazione 13.813 Densità per Kmq: 1.130,4 Superficie: 12,22 Kmq

Apparato iconografico 02

CONTEXT 01_ territorio di villa s.giovanni 02_ sistemi ambientali ed artificiali 03_ permeabilità artificiale 04_ morfologia e transito nello stretto 05_ sistema infrastrutturale MAPPING DESIGN 06_ masterplan ed ecoinfrastrutture per nuovi servizi SCENARIOS V1_visioni sostenibili di reti V2_visioni sostenibili di reti IMAGES I1_ foto dei luoghi

Credits: Antonino Mangano, Sebastiano Bucca; Nicolas Fazio [progetto per tesi di laurea 2013_ Il progetto strategico delle reti per Villa San Giovanni]

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Reggio Calabria Città 38°6'41"40 N Popolazione 183.974 Densità per Kmq: 779,5 Superficie: 236,02 Kmq

Apparato iconografico CONTEXT 01_ territorio pentimele-centro 02_ sistemi di permeabilità 03_ discontinuità fisica_tagli 04_ corridoi trasversali sul porto

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MAPPING DESIGN 05_ strategie 06_ masterplan ed ecoinfrastrutture per nuovi servizi SCENARIOS V1_valori progettuali _pentimele V2_/v4 _ visions pentimele V5_valori progettuali s.caterina V6/v8_visions s.caterina

Credits: Francesca Pascale, Francesco Priolo [progetto per tesi di laurea 2012_ Scenari sostenibili metropolitani. Progetti a servizio del sistema di mobilità urbana di Reggi o Calabria]

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Reggio Calabria Città 38°6'41"40 N Popolazione 183.974 Densità per Kmq: 779,5 Superficie: 236,02 Kmq

Apparato iconografico CONTEXT 01_ territorio pentimele-centro 02_ sistemi di permeabilità 03_ discontinuità fisica_tagli 04_ corridoi trasversali sul porto

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MAPPING DESIGN 05_ strategie 06_ masterplan ed ecoinfrastrutture per nuovi servizi SCENARIOS V1_valori progettuali _pentimele V2_/v4 _ visions pentimele V5_valori progettuali s.caterina V6/v8_visions s.caterina

Credits: Francesca Pascale, Francesco Priolo [progetto per tesi di laurea 2012_ Scenari sostenibili metropolitani. Progetti a servizio del sistema di mobilità urbana di Reggi o Calabria]

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Le infrastrutture che riciclano l’infrastrutturazione ferroviaria [Reggio Calabria città] Reggio Calabria città 38°6'41"40 N Popolazione 183.974 Densità per Kmq: 779,5 Superficie: 236,02 Kmq Apparato iconografico CONTEXT 01_ territorio 02_evoluzione e tracciato ferroviario a RC 03_ permeabilità, parametri e prestazioni MAPPING DESIGN 04_ masterplan mobilità sostenibile 05_ ecopassenger 06_ tre progetti di permeabilità 07_dettaglio stazione sud 08_dettaglio aereoporto 09_dettaglio ferrovia calamizzi_centro SCENARIOS V1_vision stazione sud V2_vision aereoporto V3_vision calamizzi IMAGES I1_ stazione sud I2_aereoporto I3_calamizzi Credits: Irene Amendolia, Domenica Sanfedele, Emanuela Sottile [progetto per tesi di laurea 2013_ “Strategie per la mobilità sostenibile leggera e di superficie a Reggio Calabria”]

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Le infrastrutture che riciclano l’infrastrutturazione ferroviaria [Reggio Calabria città] Reggio Calabria città 38°6'41"40 N Popolazione 183.974 Densità per Kmq: 779,5 Superficie: 236,02 Kmq Apparato iconografico CONTEXT 01_ territorio 02_evoluzione e tracciato ferroviario a RC 03_ permeabilità, parametri e prestazioni MAPPING DESIGN 04_ masterplan mobilità sostenibile 05_ ecopassenger 06_ tre progetti di permeabilità 07_dettaglio stazione sud 08_dettaglio aereoporto 09_dettaglio ferrovia calamizzi_centro SCENARIOS V1_vision stazione sud V2_vision aereoporto V3_vision calamizzi IMAGES I1_ stazione sud I2_aereoporto I3_calamizzi Credits: Irene Amendolia, Domenica Sanfedele, Emanuela Sottile [progetto per tesi di laurea 2013_ “Strategie per la mobilità sostenibile leggera e di superficie a Reggio Calabria”]

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