Memorabilia. Nel paese delle ultime cose

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teressa, è impegnato a vagare per il mondo in cerca di nuovi osservatori e di cose da riciclare. Il fruitore, totalmente estraneo alla rappresentazione, osserva il suo operato riducendosi ad un occhio. Questa lettura del disegno permette di vedere il mito, di posizionarlo nell’archivio e di darne una funzione. Il mito deve essere messo in reazione con gli altri oggetti in una relazione di continuo aggiornamento per avere degli effetti sulla realtà. Questi oggetti saranno ordinati a formare sempre nuove storie. L’archivio risulterà così dinamico, e non una serie di scaffali impolverati. Schegge di storia arriveranno da ogni tempo. La visione simultanea sarà finalmente possibile. Il mito infatti è una teoria che permette di superare la cecità, da cui Giorgio Agamben ci mette in guardia,17 osservando le cose da lontano in modo da non essere assorbiti dal vortice del mondo. La storia viene simulata, citata, riciclata; il presente viene osservato; il futuro disegnato seguendo le regole dell’immaginazione. Con questa teoria volgiamo lo sguardo verso l’inconscio della realtà,18 guardiamo a quelle prospettive nascoste del mondo che sono state dimenticate. Il mito è come un gigante che vince il peso della realtà al posto nostro. Vivendo sulle sue spalle non possiamo vederlo ma ne percepiamo l’immenso potere.

Note 1. Per questo tema si fa riferimento alla mostra Prima Materia, curata da Caroline Burgeois e Michael Govan, allestita a Venezia nel 2014-2015 alla Fondazione Pinault, Punta della dogana. «I testi alchemici medievali contengono centinaia di descrizioni e definizioni diverse della prima materia: sostanza primeva che distingue e insieme costituisce terra, aria, fuoco e acqua; sostrato informe di ogni materia, comprendente anima e corpo, sole e luna; amore e luce, immaginazione e coscienza; ma anche urina, sangue, sporcizia. È stata ricercata nel terriccio oscuro dei boschi e all’interno del corpo umano. È il caos primigenio che esiste prima del tempo e di qualunque possibilità di futuro. Occidente e Oriente insieme, è il Tao di Lao Tzu e forse, per la scienza, la materia oscura di cui è composta gran parte dell’u-

niverso. Le definizioni di questo medium che racchiude in sé tutti gli elementi variano per prospettiva culturale o identità personale. Talvolta rappresentata circolarmente come un serpente che si morde la coda, la prima materia è essenza pura, tutto e nulla, ovunque e in nessun luogo, e può assumere molteplici forme». C. Burgeois, M. Govan, Prima Materia, Electa-Mondadori, Milano 2014. 2. Si fa riferimento all’incipit del libro dove l’autore parla del concetto di luogo citando Platone. «Dov’è il capricervo, dov’è la sfinge? In nessun luogo, certo, ma forse perché sono essi stessi dei topoi. Noi dobbiamo ancora abituarci a pensare al luogo non come qualcosa di spaziale, ma come qualcosa di più originario dello spazio, forse secondo il suggerimento di Platone, come una pura differenza, cui compete tuttavia il potere di

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