Indagine sulle terre estreme

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TERRE ESTREME L’arte come strumento d’indagine del territorio

L’esplorazione di un territorio non è un’operazione solo di superficie, ma implica un’indagine attenta, in profondità, nelle viscere della terra e di chi la abita. Il capo di Leuca, ultima estremità a sud-est d’Italia, è un organismo complesso in cui paesaggio naturale e umano si compenetrano, si contaminano. Non esiste uno studio scientifico che ne stabilisca la connessione, non ancora, ma vi è sicuramente una relazione stretta tra la dislocazione geografica e la composizione geologica di questa terra e di come questi elementi forgino il carattere di chi la popola. Le terre estreme sono dei punti privilegiati da cui osservare il resto del mondo: racchiudono una magia e un potere evocativo straordinari. Con questo spirito, nel 2013, Ramdom ha lanciato “Indagine sulle Terre Estreme”, un progetto di rilettura critica e contemporanea del territorio. Abbiamo invitato artisti, curatori, ricercatori da ogni parte del mondo a contribuire a questo processo aperto e ognuno, in base alla propria pratica e al proprio interesse, si è concentrato su aspetti diversi di questa complessa e remota terra. Siamo partiti dall’estremo lembo di terra, laddove, ai piedi del faro di Santa Maria di Leuca, si erge un edificio, un tempo colonia estiva. Qui, in uno dei punti più emblematici della regione, Luca Coclite, con una nube di fumo, ha oscurato quello che un tempo era un luogo di vacanza, ma che oggi si presenta sventrato e abbandonano, un monumento al fallimento. Le vacanze che originariamente si consumavano tra le sue mura e che in futuro si sarebbero dovute spendere in quello che sarebbe dovuto essere un hotel di lusso, oggi sono solo immaginarie. Quando si intraprende un viaggio o si vuole cerca di capire un territorio, una delle prime azioni che si compie è quella di consultare una mappa. La mappa ci aiuta a orientarci nello spazio, a capire dove ci troviamo e dove vogliamo andare. Alessandro Carboni, artista interdisciplinare i cui progetti esplorano le relazioni tra corpo, mappa e spazio urbano, ha indagato il Capo di Leuca su diverse scale


geografiche e concentrandosi tanto sul paesaggio naturale, raccogliendo appunti multimediali dalla costa all’entroterra, quanto su quello umano, attraverso interviste a persone del posto. L’insieme delle due ricerche ha portato l’artista a creare una nuova mappa del Capo di Leuca, a rileggerlo e reinterpretarlo sulla base di una nuova scala: quella personale. Carboni fa del suo corpo un dispositivo mediale, al pari di una telecamera, di un registratore audio o di un moderno smartphone. Le terre estreme sono terre di confine, terre di approdo, non di passaggio. La terra che si tuffa nel mare, in questa porta del mediterraneo, ci ricorda che i confini, prima ancora che politici, sono naturali. Ed è quanto mette in evidenza Andreco, con Parata per il Paesaggio: una performance collettiva che ha visto abitanti del capo di Leuca sfilare tra le due punte estreme di Santa Maria di Leuca (Punta Ristola e Punta Meliso). La fluidità dei confini appare anche molto evidente nel lavoro di De Mattia e Coclite, Deriva, con cui i due artisti toccano tematiche delicate come quelle legate ai flussi: degli uomini, degli oggetti, della natura. Ultimo artista in ordine di tempo a cui abbiamo chiesto di indagare questa terra estrema è stato Carlos Casas. L’artista spagnolo si è addentrato nelle viscere del Capo di Leuca, esplorandone cavità, grotte, pietre e la luce, che nel Finis Terrae dall’orizzonte nasce e muore, a ritmo contrario rispetto a quello di accensione e spegnimento del faro di Santa Maria di Leuca. Se Andreco, Carboni, Casas, Coclite e De Mattia sono gli artisti che hanno, sin qui, lavorato con più costanza e intensità sulle Terre Estreme, l’indagine ha visto tanti altri protagonisti (tra i tanti: Brett Swenson, Matthew Wilson, Giorgio Garippa, Oliver Palmer, Heba Amin, Francesca Girelli) e si sta estendendo sempre di più grazie ai contributi di curatori, ricercatori e altri artisti provenienti da ogni parte del mondo. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio osservatorio sulle Terre Estreme, che, partendo dal Capo di Leuca, sappia guardare e analizzare altri luoghi estremi e periferici, in un processo costante. Tutti i lavori sono visionabili in un unico luogo fisico: Lastation, ultima stazione ferroviaria a sud-est d’Italia, oggi cabina di regia di questa indagine. Nata nel 2011 nell’estremo tacco d’Italia, Ramdom è un’associazione che si occupa di formazione e produzione artistica, promozione della mobilità attraverso masterclass, workshop, mostre, residenze Nel 2014 Ramdom ha lanciato il programma “Indagine sulle Terre estreme” e dal 2015 gestisce Lastation, primo piano dell’ultima stazione ferroviaria a sud-est d’Italia.


CARLOS CASAS FARO (2015/2016)

FARO S.M. LEUCA long. 39.79751 lat. 18.36967

Carlos Casas (Barcellona, ES,1974) è rimasto affascinato dalla storia millenaria delle rocce del Capo di Leuca, del quale ha anche seguito e studiato la luce, che nel Finis Terrae dall’orizzonte nasce e muore a ritmo contrario rispetto a quella di accensione e spegnimento del faro di Santa Maria di Leuca.

CARLOS CASAS CAVERNE (2015/2016)

VUCCA DE LU PUZZU long. 39.83773 lat. 18.38514

La luce, in questo caso naturale, è uno degli elementi che rende magiche tante delle grotte che si creano tra gli anfratti della costa est del Salento. In particolare la Vucca de lu puzzu (Bocca del pozzo). Casas ha compreso e restituito visivamente il legame intimo che lega caverne, pietre e luci ai posti più remoti dell’anima umana.

CARLOS CASAS CAVA (2015/2016)

GIULIANO long. 39.57937 lat. 18.33139

L’artista ha subìto non solo il fascino della storia millenaria delle rocce, ma anche di chi, con il proprio lavoro, le ha modellate, gli spaccapietre. L’indagine di Cava, luogo evocativo di immagini e sonorità, nasce da qui. Da questo luogo, sito nelle viscere della terra, sono state estratte le pietre che oggi caratterizzano gli edifici del Capo.


ALESSANDRO CARBONI REMAPPING EXTREME LAND ACCORDING TO MY PERSONAL GEOGRAPHY (COSTA, 2014)

SENTIERO CIPOLLIANE long. 39.8581 lat. 18.3887

Alessandro Carboni (Cagliari, ITA, 1976) si è mosso lungo la costa che va da Novaglie al Ciolo: esplora i suoni percepiti sott’acqua, nelle cave e sulle scogliere. L’artista propone una pratica cartografica sperimentale utilizzando il corpo come strumento principale per la mappatura e la raccolta di suoni del territorio.

ALESSANDRO CARBONI REMAPPING EXTREME LAND ACCORDING TO MY PERSONAL GEOGRAPHY (ENTROTERRA, 2014)

GAGLIANO DEL CAPO long. 39.845979 lat. 18.362116

Dalla costa all’entroterra. Muovendosi verso il centro di Gagliano del Capo, Carboni fa letteralmente viaggiare i suoni raccolti lungo la costa, quasi a riappacificare la comunità con un paesaggio marino, talvolta vissuto con timore. L’obiettivo è di marcare la relazione tra corpo e paesaggio.

ANDRECO PARATA PER IL PAESAGGIO (2014)

LUNGOMARE LEUCA long. 39.78978 lat. 18.3458

La parata è uno specchio del paesaggio di Leuca e dell’ambiente naturale e riflette sul significato dei confini naturali, politici, e sullo spazio pubblico di Leuca: si muove attraverso zone critiche, da Punta Ristola a Punta Meliso, oltre la colonia Scarciglia. Andreco (Roma, ITA, 1978) crea una fusione fra tradizioni locali e simbolismo immaginativo collegato al paesaggio.


LUCA COCLITE IMAGINARY HOLIDAYS (2014/2015)

COLONIA SCARCIGLIA long. 39.79547 lat. 18.36632

Imaginary holidays è il risultato di una performance realizzata sulle rovine della colonia Scarciglia tradotta dall’artista come emblema del cambiamento del contesto sociale, non solo territoriale. Le architetture sopravvissute, sormontate da un cantiere in perenne abbandono, sono divenute un vero e proprio monumento al fallimento.

COCLITE / DE MATTIA DERIVA (2013/2014)

LIT. CIOLO-LEUCA long. 39.7946 lat. 18.36667

Il mare racchiude una miriade di significati capaci di scatenare sentimenti contrapposti: separazione e straniamento, quiete e agitazione. Il mare in tempesta è il riflesso dei conflitti umani. L’attraversamento del mare è un viaggio doloroso che Luca Coclite e Giuseppe De Mattia (Bari, ITA, 1980) elevano a impresa epica raccogliendo indumenti e immortalandone la forza smisurata.

OLIVER PALMER / GIORGIO GARIPPA UNTITLED (2015)

ALESSANO long. 39.88971 lat. 18.33139

Giorgio Garippa (Oristano, ITA, 1968) e Oliver Palmer (Harold Wood, UK, 1982) si concentrano su tematiche relative al viaggio e all’immigrazione, alle storie dimenticate dei rifugiati che intraprendono tentativi pericolosi di raggiungere le coste straniere, e nello specifico quelle del Salento.


BRETT SWENSON LA/VORA (2015)

PUNTA MELISO long. 39.79719 lat. 18.36656

Brett Swenson (Chicago, USA, 1987) opera entro il quadro sperimentale che si bilancia tra l’azione e la re-azione, l’intenzione e l’occasione; il suo lavoro si manifesta come una moderna metamorfosi. A punta Meliso, i resti fossili di antichi coralli, le pareti erose e pericolanti della seconda guerra mondiale e i detriti accumulati dall’afflusso di migranti, si fondono in un unico quadro.

MATTHEW C. WILSON LA GROTTA DEL DIAVOLO (2015)

GROTTA DEL DIAVOLO long. 39.78978 lat. 18.34588

Matthew Wilson (North Carolina, USA, 1982) si concentra su La Grotta del Diavolo che si trova su Punta Ristola, ed è raggiungibile sia via mare, sia via terra da due aperture, una frontale e l’altra posteriore. I resti di manufatti composti da ossa, conchiglie, armi e utensili che si trovano al suo interno suggeriscono che fu abitata fin dal Neolitico. Wilson rievoca questo passato.

ANDREW FRIEND ATTRAVERSARE DUE MARI (2015)

PUNTA MELISO long. 39.79007 lat. 18.36896

Il lavoro di Andrew Friend (Londra, UK, 1985) rispecchia l’interesse per le situazioni incerte: l’artista investiga la zona grigia nel confine immaginario, irregolare, che separa il mar Ionio dall’Adriatico, che ufficialmente si dividono nel canale di Otranto, ma le cui correnti si incrociano nel capo di Leuca. In questo modo l’artista ci guida a valutare i confini di realtà ufficiali e percepite.


Un progetto di

lastation.it / ramdom.net

in collaborazione con

Comune di Gagliano del Capo

con il supporto di


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