Radiocorriere Tv n 37 Anno 94

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UNA GRANDE FESTA ITALIANA

STEFANO DE MARTINO

SOMMARIO

STEFANO DE MARTINO

Il popolare conduttore parla del game che all’ora di cena tiene compagnia a milioni di italiani su Rai 1

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50 DOMENICA IN

Con Mara Venier da domenica 21 settembre alle 14 su Rai 1 per festeggiare il cinquantesimo anniversario di uno dei programmi più amati della televisione italiana

6

Dal 21 settembre alle 17.20 su Rai 1 Francesca Fialdini torna con “Da noi… a Ruota Libera” 8 LE STORIE DELLA VITA

PINO È

L’appuntamento live che celebra uno dei musicisti italiani più amati. Conducono Carlo Conti e Fiorella Mannoia, il 20 settembre in prima serata su Rai 1

Le interviste del RadiocorriereTv alle protagoniste della nuova serie “Balene” di Rai 1

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CARLA SIGNORIS E VERONICA PIVETTI BOSS IN INCOGNITO

NICOLA SAVINO

Insieme a Rocío Muñoz Morales conduce il nuovo divertente gioco di Rai 2. In onda da martedì 16 settembre in prima serata

20

Dal 15 settembre in prima serata su Rai 2 con la conduzione di Elettra Lamborghini

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BALENE

Una storia di amicizia e solidarietà al femminile, con sfumature thriller. Da domenica 21 settembre in prima serata su Rai 1

NUNZIA DE GIROLAMO

Pronta a tornare su Rai 1 con “Ciao Maschio” nel pomeriggio del sabato dal 20 settembre, la conduttrice si racconta al RadiocorriereTv

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RADIOCORRIERETV

SETTIMANALE DELLA RAI

RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997

Numero 37 - anno 94 15 settembre 2025

DIRETTORE RESPONSABILE

FABRIZIO CASINELLI

Redazione - Rai

Viale Giuseppe Mazzini 14 00195 ROMA Tel. 0633178213

www.radiocorrieretv.rai.it www.ufficiostampa.rai.it

Collaborano Laura Costantini

Cinzia Geromino

Tiziana Iannarelli Vanessa Penelope Somalvico

Tutte le domeniche dal 21 settembre su Rai 1 alle 12.20. Conducono Peppone Calabrese e Fabio Gallo con Margherita Granbassi

ADRIANA PANNITTERI

Torna il racconto delle vite straordinarie. La nuova stagione di “Tg2 Storie” dal 20 settembre in seconda serata su Rai 2

NELLA MENTE DI NARCISO

Il regolamento del concorso delle nuove proposte 31

Da lunedì 15 settembre, ogni mattina dalle 6.50 su Rai 2, il nuovo appuntamento di Rai Kids con Arianna Craviotto 32

In esclusiva su RaiPlay dieci nuove puntate con Roberta Bruzzone. Una docuserie di Rai Contenuti Digitali e Transmediali

La Rai si racconta in digitale

Il ritorno di Tiziano Ferro. Esce “Cuore rotto”

L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai

L’AUTODIFESA DI CAINO

Luca Zingaretti in una lettura teatrale di Andrea Camilleri. Lunedì 15 settembre in prima serata su Rai 3

Nelle sale dal 19 settembre l’opera di Gianfranco Rosi coprodotta da Rai Cinema e distribuita da 01 Distribution

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Quel che si cela dietro una storia letteraria

56

Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay

RAI LIBRI

“Nessuna Grazia”. Nelle librerie e negli store digitali il romanzo di Cosimo Damiano Damato 40

DONNE IN PRIMA LINEA

Susanna Devetag, Presidente della Sezione ANPS di Monfalcone, racconta la sua esperienza con la Polizia di Stato

CINEMA IN TV “La porta aperta”. I nuovi episodi della serie con Oreste Castagna, in onda a partire da mercoledì 17 settembre dal lunedì al venerdì alle 16 su Rai Yoyo

Una selezione dei film in programma sulle reti Rai

STEFANO DE MARTINO

VENGO DOPO IL TG

Al RadiocorriereTv parla del game show che all’ora di cena tiene compagnia a milioni di italiani su Rai 1: «“Affari tuoi” è un format che vive sulle persone comuni, sulle loro storie, sulle loro emozioni. Il mio compito è quello di stare lì, accanto a loro.» Il conduttore partenopeo ricorda anche il re della tv recentemente scomparso, Pippo Baudo: «È stato –e resta – l’architetto della televisione italiana. La sua eleganza, la sua capacità di essere dentro al tempo anticipandolo, è un punto di riferimento per chi fa questo mestiere»

Una bellissima riconferma per il pubblico, suo alleato fedelissimo. Come si sente?

Sono grato per l’affetto del pubblico che non è mai scontato. Lo sono ogni volta che le persone decidono di accogliermi nelle loro case, scelgono di fidarsi, ed è una responsabilità che sento. E io cerco ogni giorno di restituire quella fiducia con il massimo impegno e rispetto. Macchina rodata, cosa si aspetta da se stesso?

Quando una macchina è rodata, è proprio il momento in cui puoi rischiare di andare in automatico. Io voglio restare attento, curioso. La sfida è evolvere, essere riconoscibile nel proprio modo di intrattenere, ma non prevedibile.

Insieme ai concorrenti del programma dà vita ogni sera alla grande festa di “Affari tuoi”, un anno fa immaginava tutto questo?

Sinceramente, no. Sapevo che sarebbe stata una bella sfida, ma non immaginavo l’energia che si sarebbe creata. “Affari tuoi” è un format che vive sulle persone comuni, sulle loro storie, sulle loro emozioni. Il mio compito è quello di stare lì, accanto a loro. La “festa” nasce proprio da lì.

Il maestro della tv per eccellenza, colui che l’ha “creata”, ci ha lasciato. Cosa ha rappresentato (e rappresenta) per Stefano De Martino professionista della tv e dello spettacolo la figura di Pippo Baudo?

Pippo Baudo è stato – e resta – l’architetto della televisione italiana. La sua eleganza, la sua capacità di essere dentro al tempo anticipandolo, è un punto di riferimento per chi fa questo mestiere. E poi, non avendo avuto la fortuna di conoscerlo di persona, lo rende ancora di più un mito. Accogliere ogni sera il pubblico “dal Teatro delle Vittorie”, casa di Pippo Baudo, è un grande onore.

A proposito di maestri, cosa le piacerebbe “rubare” dai grandi?

La capacità di non perdere mai la curiosità, che è uno degli ingredienti che secondo me rende grandi. I veri maestri, quelli che ho avuto la fortuna di incontrare o anche solo osservare, sono quelli che affrontano ogni nuova esperienza come se fosse la prima. Non danno nulla per scontato. E poi la leggerezza, che non è superficialità, ma consapevolezza profonda. È un’arte, e io ci sto lavorando.

Qual è il suo “pacco vincente” nella vita?

Il mio pacco vincente è stato mio figlio Santiago. E poi la mia storia personale che mi ha insegnato che nulla è dovuto, che ogni traguardo ha un impegno e una fatica dietro, e che nella vita come nel gioco spesso il pacco più prezioso è quello che non luccica da subito.

50 DOMENICA IN

Con Mara Venier da domenica 21 settembre alle ore 14 su Rai 1 per festeggiare il cinquantesimo anniversario di uno dei programmi più popolari e amati della televisione italiana

Tutto iniziò il 3 ottobre del 1976, quando Corrado, in diretta, augurò per la prima volta la buona domenica al pubblico del Programma Nazionale, oggi Rai 1. Al suo fianco, Dora Moroni e il mago Alexander. L’informazione sportiva era curata da Paolo Valenti nella rubrica “90° minuto”. Nel corso delle 50 edizioni, si sono susseguiti alla guida del programma alcuni dei volti più amati della nostra televisione, da Pippo Baudo, per 13 volte al timone, a Mino Damato ed Elisabetta Gardini, da Raffaella Carrà a Lino Banfi, e ancora Marisa Laurito, Edwige Fenech, Gigi Sabani, Toto Cutugno e Alba Parietti. È il 24 ottobre del 1993 quando ad accendere la domenica televisiva arriva Mara Venier. Prima come co-conduttrice, insieme a Luca Giurato, Monica Vitti, Don Antonio Mazzi e Giampiero Galeazzi, poi come padrona di casa assoluta per un totale di diciassette straordinarie edizioni. A condurre la trasmissione, nel corso degli anni, anche Fabrizio Frizzi, Giancarlo Magalli, Amadeus, Carlo Conti, Paolo Bonolis, Lorena Bianchetti, Lorella Cuccarini, Paola Perego, Cristina Parodi. In onda per 49 edizioni dagli studi Rai di Roma (dai centri di produzione di Via Teulada, Dear, Teatro delle Vittorie), nel 1992 “Domenica In” venne trasmessa eccezionalmente dallo studio Tv2 del centro di produzione Rai di Napoli. Tanti i registi impegnati stagione dopo stagione dietro le telecamere, tra questi, per quattro indimenticabili edizioni, Gianni Boncompagni. La cinquantesima “Domenica In”, in onda dal 21 settembre alle 14 su Rai 1, oltre alle classiche interviste one-to-one di Mara Venier, sarà arricchita da uno spazio dedicato all’attualità nel quale si affronterà “la notizia” della settimana (un fatto di cronaca, di attualità, di costume, di gossip o di spettacolo), da un nuovo gioco telefonico che avrà come tema i 50 anni del programma che coinvolgerà il pubblico da casa, e da uno spazio dedicato ai sentimenti.

Le storie della vita

Dal 21 settembre, torna su Rai 1, alle 17.20, “Da noi… a ruota libera”, il programma di Francesca Fialdini, realizzato dalla Direzione Intrattenimento Day Time in collaborazione con Endemol Shine Italy

Giunto alla sua settima edizione, il programma offrirà una serie di novità e sarà sempre più ricco di contenuti pur restando fedele alla sua essenza: raccontare storie di vita che sappiano far riflettere, con uno sguardo sempre attento all’attualità come filo conduttore. In uno studio rinnovato, con una nuova scenografia valorizzata - a cominciare dalla Ruota, simbolo del programma - da nuovi ledwall, che permetteranno un racconto più visivo e ricco di immagini e filmati, Francesca Fialdini si muoverà tra i suoi ospiti, arricchendo ulteriormente la sua cifra stilistica e aggiungendo nuove sfumature al suo modo di raccontare. Al centro del programma, accanto alle interviste ai protagonisti più attuali del mondo dello spettacolo, i racconti di storie vere, forti ed esemplari di persone comuni che hanno saputo dare una svolta alla loro vita, rimettendosi in gioco e riuscendo a far girare la ruota, che diventa, quindi, metafora di rinascita, cambiamento e coraggio. In questa nuova stagione, inoltre, Francesca Fialdini, che il pubblico è abituato a conoscere come giornalista e narratrice di storie e fatti di attualità, mostrerà un lato inedito e più personale di sé, grazie alla sua partecipazione a “Ballando con le stelle”. E proprio al programma del sabato sera di Rai 1, sarà dedicato uno spazio di “Da noi… a ruota libera”, per commentare, a caldo, quanto successo nella diretta di poche ore prima.

EVENTO PRIMA SERATA

Pino è

Il viaggio del musicante, l’appuntamento live che celebra uno dei musicisti italiani più amati. Conducono Carlo Conti e Fiorella Mannoia, il 20 settembre in prima serata su Rai 1

Il 20 settembre andrà in onda in prima serata su Rai 1 “Pino è – Il viaggio del musicante”, evento condotto da Carlo Conti e Fiorella Mannoia. Sul palco grandi nomi del mondo della musica e dell’entertainment per ricordare Pino Daniele a 70 anni dalla sua nascita e a 10 anni dalla sua scomparsa. Un’imperdibile festa con tanti ospiti, artisti, musicisti, amici e colleghi per celebrare uno dei più grandi musicisti della storia della musica italiana. Tra racconti, aneddoti, omaggi e ovviamente tanta musica, verranno ripercorse la sua vita e la sua carriera,

ricca di canzoni che hanno segnato intere generazioni. “Pino è – Il viaggio del Musicante” sarà anche un evento di valore sociale e solidale, una preziosa opportunità per unire cultura e solidarietà, onorando e rinnovando l’impegno sociale di Pino Daniele. Grazie alla Fondazione Pino Daniele Ets continueranno ad essere istituite borse di studio e iniziative per valorizzare i giovani talenti che dedicano la loro vita allo studio della musica come forma di alta espressione e comunicazione sociale, nonché attività didattiche a contrasto della povertà educativa e della dispersione scolastica, promuovendo il linguaggio della musica nelle realtà più fragili. La campagna solidale, invece, finanzierà il Progetto PREME di OPEN Associazione Oncologia Pediatrica e Neuroblastoma odv, che punta a garantire cure personalizzate e innovative ai bambini oncologici.

In edicola

NON È MAI TROPPO per essere

TROPPO TARDI essere felici

Veronica Pivetti e Carla Signoris sono le protagoniste di questo dramedy brillante e originale in cui due amiche scelgono di fare dei loro sessant’anni un nuovo inizio, scoprendo che la loro amicizia è il segreto per affrontare le future sfide personali. Da domenica 21 settembre in prima serata Rai 1

Milla (Carla Signoris) ed Evelina (Veronica Pivetti) conducono vite antitetiche, nonostante siano state migliori amiche a lungo. Tanto è borghese, conformista e apparentemente perfetta quella di Milla, quanto è fricchettona, creativa e scombinata quella di Evelina. La morte di un’amica comune improvvisamente le riavvicina. Terzo membro di un trio indissolubile ai tempi dell’università, Adriana (Manuela Mandracchia) ha dedicato la vita a salvare le balene e all’inizio della serie muore proprio in mare in un “banale” incidente. E se Adriana fosse stata uccisa? Questo è il punto di partenza di un’indagine non ufficiale che Milla ed Evelina conducono nel corso della serie. Mentre le due passano al setaccio la vita dell’amica, sono costrette a guardare con occhio critico le proprie e affrontare i grandi sconvolgimenti che si prospettano all’orizzonte. Milla scopre che suo marito Walter (Paolo Sassanelli) la tradisce e così, prima lo lascia e lo caccia di casa, poi, appena si riprende dal lutto, si presenta nell’azienda di famiglia per reclamare il ruolo di Presidente, che fino a quel momento è stato suo solo sulla carta. Evelina invece incontra, o meglio si scontra, con Riccardo Villa (Giorgio Tirabassi), il nuovo Presidente dell’Accademia di Belle Arti nella quale lei insegna. Riccardo incarna, in apparenza, la tipologia d’uomo più distante dal mondo di Evelina ma, com’è noto, gli opposti finiscono per attrarsi sempre. Mentre

le due amiche si riavvicinano, la stessa cosa succede ai loro figli, Flaminia (Laura Adriani) ed Emanuele (Filippo Scicchitano). Lui, separato e con una figlia piccola, quando la rivede capisce subito di non aver dimenticato la sua cotta adolescenziale. Lei però, nel frattempo, è diventata una donna incapace di avere relazioni stabili e si mette in testa che con Emanuele devono restare solo amici. I due si aiutano a vicenda nelle rispettive vite, ma quando Flaminia capisce di provare effettivamente qualcosa per Emanuele, forse è troppo tardi, perché lo ha praticamente spinto tra le braccia della sua amica Susanna. Grazie alla loro forza d’animo e all’amicizia ritrovata, Evelina e Milla supereranno i momenti più difficili, troveranno un nuovo equilibrio e arriveranno anche a scoprire la verità sulla morte di Adriana, ricavandone un grande insegnamento: che la vita è bella, sempre, a vent’anni, come a sessanta e… non bisogna sprecarla!

IL REGISTA ALESSANDRO

CASALE COMMENTA

«”Balene” è una fiction dramedy, che innesta eventi sentimentali o drammatici su un impianto principale di commedia arricchito da una linea gialla leggera ma accattivante. Il racconto è ambientato in un territorio ricco di storia e bellezza, le Marche, che esalta il quadro estetico della serie. Ho cercato di sfruttare il più possibile lo splendore della costa e della ricchezza artistica del territorio marchigiano per portare lo spettatore nella calda e colorata arena dove la storia delle nostre due protagoniste si dipana. Lo spartito a cui mi sono attenuto per raccontare le vicende della serie si ispira alla commedia di situazione inglese e alla commedia sentimentale statunitense, dove finzione e realismo si fondono per coinvolgere gli spettatori in un’estasi di emozioni e divertimento. E ho avuto la fortuna di

dirigere due attrici straordinarie, che hanno aggiunto non solo il loro talento ma anche il loro cuore ad una storia che hanno da subito sentito molto “propria”.»

L’INIZIO DELLA STORIA

Due amiche di vecchia data, Evelina, insegnante d’arte, e Milla, casalinga borghese, si rincontrano al funerale della loro amica Adriana, morta in un incidente subacqueo. Nonostante il loro rapporto sia incrinato da anni di tensioni irrisolte, accettano di aiutare il vedovo Fosco nella vendita della casa che lui e Adriana possedevano al Conero. A ritrovarsi dopo tanto tempo sono anche i figli delle due amiche, Flaminia ed Emanuele: se da un lato la figlia di Milla, impegnata nel ruolo di direttrice commerciale nel pastificio di famiglia, lotta con il giudizio altrui a causa della sua vita sentimentale instabile, il figlio di Evelina è invece impegnato a crescere da solo sua figlia Zina mentre la mamma della bambina è fuori per lavoro. Gli equilibri si rom-

pono quando Milla scopre il tradimento del marito con Lucia, l’impiegata della banca che segue i conti del pastificio, e soprattutto quando emerge il sospetto che la morte di Adriana non sia stata un semplice incidente.

L’ipotesi di omicidio prende corpo con la scomparsa del computer di Adriana, spingendo Evelina e Milla a intraprendere una loro personale indagine. Nel frattempo, Evelina si scontra con Riccardo, il nuovo presidente dell’Accademia, deciso a rivoluzionare l’istituzione a modo suo. Intanto Milla, stanca di vivere nell’ombra del marito infedele, rivendica il ruolo di presidente del pastificio. Una decisione che non fa che deteriorare il già fragile rapporto con la figlia Flaminia. Dal canto suo anche Evelina va contro il volere di suo figlio, iscrivendo Zina a danza di nascosto. La festa in Accademia si trasforma in una sfida tra Evelina e Riccardo che però si conclude in un ballo che lascia trapelare un’evidente attrazione. Lui tuttavia è fidanzato, per di più con una trentenne! Nel frattempo, la ricerca del computer di Adriana porta a una rivelazione sconvolgente: Adriana e Fosco si erano lasciati. E se fosse stato proprio lui ad ucciderla?

CARLA SIGNORIS

PREZIOSE e bellissime

Sono le protagoniste della nuova serie “Balene”, storia di amicizia e solidarietà al femminile, con sfumature thriller che appassioneranno il pubblico di Rai 1. Girata interamente nelle Marche, tra Ancona e il Conero, sarà in tv dal 21 settembre in prima serata

DAL LIBRO ALLA SERIE

Un romanzo alla base di questo nuovo racconto per la tv...

SIGNORIS: Un racconto liberamente tratto dal testo di Barbara Cappi e Grazia Giardiello. Il romanzo si concentra soprattutto su un personaggio, mentre nella serie abbiamo scelto di dare spazio a più storie, arricchendo la narrazione con trame originali. I primi commenti di chi ha visto l’anteprima sono molto positivi, e questo mi rende davvero felice.

PIVETTI: Il romanzo da cui la serie prende spunto è stato ampiamente rielaborato, perché – come accade spesso – la narrativa, nell’adattamento televisivo, si trasforma in qualcos’altro: un modo per dare alla scrittura una seconda, diversa vita.

LETTERATURA E TELEVISIONE

Sempre più spesso la letteratura diventa materia per il racconto televisivo...

SIGNORIS: Mi piace molto questa “ingerenza” letteraria in tv, dà valore aggiunto, veste il racconto di un abito prezioso, lo rende più curato. Anche in “Balene” c’è questa attenzione e il risultato è un prodotto di qualità, dove nulla è lasciato al caso. Poi, certo, saranno gli spettatori a giudicare.

Il libro, come la serie, è un inno al “non è mai troppo tardi”.

PIVETTI: Per Evelina questa frase è un manifesto, al quale aggiungerei “tutta la vita davanti”. Lo penso anch’io. Lo scorso febbraio ho compiuto sessant’anni e ho scoperto quanto quest’età possa regalare sorprese meravigliose. Paradossalmente i sessanta sono stati più divertenti dei cinquanta, forse perché il decennio precedente è stato complicato. Ora, invece, vivo una fase leggera, piena di speranza e curiosità verso il futuro. In fondo i numeri contano poco (ride), ciò che vale davvero è come si vive. Io oggi vivo con più leggerezza.

SUL SET, TRA MARCHE E COMPLICITÀ

Che esperienza è stata sul set?

SIGNORIS: Bellissima. Ho lavorato con attori bravissimi, in tutti i ruoli, anche i più piccoli. Un cast eterogeneo, ben amalgamato, con una regia accurata, luci e ambientazioni di grande qualità. Le Marche si sono rivelate una location straordinaria, molto ben supportata da una Film Commission sempre attiva.

DUE DONNE AGLI ANTIPODI

Milla ed Evelina. Proviamo a entrare dentro le loro storie. PIVETTI: Il mio personaggio, Evelina, si può definire con una parola: irregolare. Ex pittrice, oggi insegnante d’arte, ha cresciuto da sola il figlio, senza mai rinunciare alla propria libertà e ai suoi desideri professionali. Lui ha scelto una strada opposta, è diventato ingegnere, alla ricerca di basi solide, forse perché con lei non è stato sempre facile e nella serie assisteremo a chiarimenti e scontri importanti tra i due. Evelina resta una donna originale, a tratti destabilizzante, ma legatissima alla nipote, con cui condivide complicità e gioco. Milla è, invece, più rego-

lare, radicata in una famiglia convenzionale: il cambiamento arriverà quando le sue certezze inizieranno a sgretolarsi.

SIGNORIS: Sono due personaggi agli antipodi, come me e Veronica. Milla è una borghese perbene che ha dedicato la vita alla famiglia, accantonando aspirazioni personali. Una mamma tigre che, nel passato, ha spinto la figlia a fare di tutto per primeggiare. Poi si ritrova a gestire il tradimento del marito e a rimettere tutto in gioco, questa volta con l’amica accanto. Evelina invece è estrosa, fantasiosa, con un figlio e una nipotina che adora, ma segnata da un abbandono che l’ha resa refrattaria alle relazioni. Ci sono davvero tanti livelli di racconto, tante età che attraversiamo, e molti colori che spero appassionino il pubblico. È una storia divertente, emozionante e commovente, dove i personaggi compiono un percorso di cambiamento: è questo, per me, ciò che rende una fiction viva e interessante.

NON È MAI TROPPO TARDI

Per che cosa dite a voi stesse “non è mai troppo tardi”?

SIGNORIS: Lo dico ogni giorno, forse perché mi sento ancora una trentenne (ride). Credo che i sessant’anni siano i nuovi quaranta, la vita si è allungata e dovremmo imparare a essere grati, anche nelle difficoltà. Basta guardare a quello che accade nel mondo per apprezzare di più ciò che abbiamo.

PIVETTI: Per tutto. “Non è mai troppo tardi” è la mia risposta universale. Solo alla morte non c’è rimedio. Per tutto il resto ci sono possibilità, iniziativa, creatività, desiderio e passione. È il messaggio di “Balene”: raccontare donne mature che rivendicano la voglia di amare, desiderare, vivere. Oggi i sessant’anni sono i quaranta di un tempo, e Milla ed Evelina vogliono trasmettere al pubblico che c’è sempre tempo per l’amore e per le emozioni. Anzi, a quest’età arrivano arricchite da consapevolezza e maturità, e per questo sono ancora più interessanti.

UNA NUOVA COPPIA AL FEMMINILE IN TV

È nata una nuova coppia di donne in tv: Pivetti e Signoris.

SIGNORIS: È stato un incontro meraviglioso, ci siamo trovate subito e ora ci vogliamo bene. Lavorare insieme è stato divertente, siamo complementari, contenitore e contenuto. Io sono il contenitore, la calmo, la tengo a bada. Veronica è un vulcano, mentre io ho la pressione di una lucertola morta (ride).

PIVETTI: Conoscevo Carla solo professionalmente, ma non ci eravamo mai incontrate. È successo in Rai, alla prima riunione del progetto, da subito c’è stata intesa, probabilmente grazie a tratti caratteriali comuni. Oggi ci sentiamo spesso, ci scambiamo libri, foto, piccoli pensieri. Posso dire di aver trovato un’amica, cosa rara per me, che sono sempre stata piuttosto solitaria. Con Carla è scattata una sintonia speciale.

LA CHIAVE DI LETTURA

Qual è la chiave giusta per interpretare al meglio questo racconto?

SIGNORIS: La serie offre molte sfumature e ogni spettatore vivrà la propria esperienza. Io, quando guardo un film o una serie, mi lascio guidare dalla storia come un bambino. Solo dopo rifletto e approfondisco.

I REGALI DELLA VITA

Quali regali vi fate per essere felici?

PIVETTI: Devo tenere a bada la mia inquietudine, che considero una ricchezza finché non sfocia nell’ansia. Amo le mie parti più oscure, ma il dono più grande che mi faccio è mantenere un forte senso della realtà. Lucidità e consapevolezza portano serenità. Con il tempo ho capito di essere sempre stata libera, e oggi lo sono ancora di più. La libertà di esprimersi è un bene prezioso, soprattutto per le donne: va custodita e protetta con lucidità e coscienza. Perché noi donne siamo preziose e bellissime.

SIGNORIS: Cerco di dare il giusto peso alle cose. Non mi ancora al passato: le cose brutte preferisco dimenticarle e andare avanti. È il mio modo di regalarmi serenità. 

FREEZE Chi sta fermo vince!

Dal 16 settembre, ogni martedì in prima serata arriva il nuovo divertente show di Rai 2 condotto da Nicola Savino e Rocío Muñoz Morales. Ospiti fissi Mara Maionchi e Ubaldo Pantani.

Adattamento italiano dell’omonimo format giapponese creato dagli ideatori di “LOL - Chi ride è fuori”. Anche qui, il meccanismo è tanto semplice quanto imprevedibile: otto celebrità chiuse in una stanza si sfidano a restare immobili qualunque cosa accada. Quando Nicola Savino annuncerà dallo studio il momento “Freeze”, i concorrenti – divisi in due squadre – dovranno tentare di rimanere impassibili di fronte alle più svariate provocazioni: niente sorrisi, niente reazioni, nessun movimento. Una vera e propria sfida di resistenza che terrà incollato il pubblico alla tv, ma soprattutto i concorrenti alle loro sedie. Sembra facile, ma non lo è, perché nella stanza isolata in cui si ritroveranno i protagonisti di ogni manche di gioco, può entrare o capitare davvero di tutto. A metterli alla prova, una serie di situazioni e provocazioni pensate per testare il loro sangue freddo. I concorrenti non sapranno mai cosa li aspetta, e dovranno affrontare ogni round con autocontrollo e nervi d’acciaio. A giudicare la loro imperturbabilità, il “Grande Freezer”, ossia gli “arbitri” Mara Maionchi, Ubaldo Pantani (con le sue imperdibili imitazioni) e una terza guest diversa ogni puntata. Al termine di ogni manche, gli arbitri assegneranno un punteggio valutando ogni minimo movimento compiuto dai concorrenti. La classifica verrà aggiornata insieme a Rocío Muñoz Morales, ma solo una squadra accederà al round finale che decreterà il vincitore assoluto di “Freeze”. Nell’ultima sfida, infatti, saranno i concorrenti della squadra in vantaggio a darsi battaglia tra di loro per contendersi la vittoria e il trofeo più “glaciale” della tv. Tra una prova e l’altra, non mancheranno momenti di leggerezza, gioco e improvvisazione in puro stile “Freeze”.

NICOLA SAVINO

Vince chi “non fa”

Voce amata della radio, conduttore e autore alla tv, è pronto a mettersi in gioco, tra leggerezza e un pizzico di sadismo in stile giapponese, con la sua compagna Rocío Muñoz Morales con “Freeze”, in onda su Rai 2 da martedì 16 settembre in prima serata

Bentornato in Rai. Come si sente?

Sono davvero felice. È la stessa felicità che ho provato sia alla presentazione dei Palinsesti a Napoli, sia entrando nello studio dell’Auditorium. È stata un’emozione che credo ricorderò per sempre. Sono stato accolto da tutti con grande calore, soprattutto a Napoli: c’erano quaranta gradi, ne avrei fatto volentieri a meno (ride). L’accoglienza ricevuta in studio mi ha commosso. Un entusiasmo dovuto forse anche alla presenza di Rocio e al momento particolare che sta vivendo, non capivo dove finisse l’applauso per me, per il piacere di rivedermi, e dove iniziasse quello per manifestare solidarietà ed empatia verso la mia compagna di viaggio.

A proposito di Rocio, quanto “iene” sarete insieme? (ride)… direi parecchio, perché il programma ha una dose di cattiveria — bonaria, per carità, perché si gioca — ma c’è. In “Freeze” è impersonata dal Grande Freezer.

Ci spieghi meglio…

Il Grande Freezer non è altro che la giuria, o meglio una squadra di arbitri guidata da Mara Maionchi. Il programma si sviluppa sostanzialmente in due luoghi: lo studio,

dove ci sono le tifoserie dei vari ospiti vip, che noi chiameremo “congelati”, e la stanza dei giochi, dove i concorrenti devono rimanere immobili. Qui capiteranno loro cose non sempre piacevoli.

Mara Maionchi, Ubaldo Pantani e…?

… di volta in volta ci sarà anche la voce della Nazionale di calcio, Alberto Rimedio. Per me è stato un onore, un sogno. Sentirlo raccontare i nostri giochi — tutto sommato futili e divertenti — è stato esilarante. C’è un gioco in particolare, quello della puzzola, che annunciato con la sua voce solenne assumeva un livello di serietà incredibile (ride). E lì ho citato una frase famosa di Manlio Scopigno (l’allenatore “filosofo” del Cagliari scudettato): “Tutto mi sarei aspettato dalla vita, tranne che vedere Comunardo Niccolai in mondovisione”. Parafrasandolo, in onda ho detto: “Tutto mi sarei aspettato dalla vita, tranne sentire Alberto Rimedio commentare il gioco della puzzola”.

Possiamo dire che nella vita c’è sempre “un momento puzzola”?

Assolutamente (ride). “Freeze” è un gioco per tutta la famiglia, e penso soprattutto ai bambini, ne andranno matti. Si basa su piccole paure, sugli “spaventini”, sulle puzze “adorate”, o su prove di silenzio e immobilità. È tutto molto primordiale, come molti format giapponesi da cui anche io nostro trae ispirazione.

Tra leggerezza e simpatico sadismo… È un gioco sulla capacità dell’essere umano di trattenersi: resistere a spaventi, movimenti, odori, paure e, a volte, persino agli animali. C’è anche un cagnolone che punta a una pallina calata vicino ai concorrenti. Per prenderla, inevitabilmente, finisce per saltare addosso a chi è im-

mobile. Io porto ancora i segni sulle braccia, non dai denti, ma dalle sue zampe!

Se i concorrenti resteranno “freezati”, voi conduttori cosa farete?

È il primo programma dove i concorrenti non devono fare niente: non li mandiamo su un’isola deserta, non li chiudiamo in una casa, non hanno compiti. E quel “non fare” che riesce meglio a noi che lavoriamo in tv (ride). Io e Rocio saremo la compagnia del pubblico, divertendoci a commentare quello che succede insieme ai vip non coinvolti nei giochi.

Cosa significa costruire oggi uno show per la prima serata?

Significa capire cosa possa interessare davvero al pubblico, cercando di fare un programma per tutti, trasversale. Io amo la cultura pop, mi piace pensare che possano guardarmi sia un bambino di otto anni, sia una signora di ottanta. Entrare nelle case con leggerezza è come sedersi sul divano accanto a loro.

Cosa ha capito di se stesso dal suo mestiere?

Ogni anno mi sento una persona nuova, con una consapevolezza diversa. Sarebbe bello essere come Benjamin Button, ma purtroppo il corpo non ringiovanisce (ride). Però dentro ci si migliora. Prima della registrazione di “Freeze” ho passato notti insonni, come mi succede sempre davanti a un progetto nuovo. Eppure, al momento della verità, non ho provato quell’ansia accecante, mi sono goduto l’attimo. Questo perché oggi mi fido un po’ di più di me stesso.

Cosa si aspetta dal lavoro, a questo punto della sua carriera e della vita?

E cosa ne posso sapere io (ride)? “Yesterday is history, tomorrow is a mystery, but today is a gift; that’s why it is called the present”. Mi godo tutto, anche questa intervista.

Cosa significa per lei giocare?

Giocare è il modo migliore per vivere il presente. Se penso a un momento felice della mia vita, ricordo quando stavo a casa di amici a giocare con i mattoncini. Un bambino non ha l’angoscia del domani, vive l’attimo. Quando riesco anch’io a ritrovarmi in quella condizione, i problemi spariscono.

Con “Freeze” rimarremo tutti immobili: su cosa resta “imperturbabile”?

Purtroppo mi “freezo” negativamente quando apro i quotidiani, che da almeno tre anni, se non di più, riportano quasi solo brutte notizie. Un tempo arrivavano anche buone notizie dal Medio Oriente o dall’ex Unione Sovietica. Oggi invece è un momentaccio, e non riesco a rimanere indifferente.

Il piacere di essere una voce amata dal pubblico. Qual è la sua più grande soddisfazione?

È vero che ormai faccio anche televisione, ma il fatto che il programma radiofonico che conduco con Linus abbia ascolti paragonabili — se non superiori — a un programma tv, non

l’avrei mai immaginato. Con orgoglio e un po’ di commozione penso a mia madre. Più di trentacinque anni fa, quando decisi di smettere di studiare, lei mi disse con il suo accento calabrese: “A me va bene, ma ricordati che di Renzo Arbore ce n’è uno solo”. Aveva ragione: Arbore è unico. Però io e Linus, nel nostro piccolo, ci siamo tolti molte soddisfazioni.

Che rapporto ha con la tv?

Sono uno spettatore onnivoro, anche se ho ancora una debolezza per la televisione generalista. Non sono uno schizzinoso, guardo il day time, i programmi di cucina, quelli di storia. Adoro “È sempre Mezzogiorno” di Antonella Clerici, perché ha un’impronta molto radiofonica, spontanea… (nel frattempo Nicola Savino riceve una telefonata). Era Rocio: ha esordito con “Mi manchiiiiii” (intonando Fausto Leali). Ecco, questi siamo noi prima di “Freeze” (sorride). Dicevo, guardo di tutto: i game show, programmi di storia, a quelli politici preferisco la satira di Zoro a “Propaganda Live”. Anche questo, come il format di Antonella, ha lo stesso spirito improvvisato della radio. Per me la comunicazione è proprio questo: pensavi di fare una cosa, ma succede altro, e tu ci vai dietro.

Un giovane conduttore le chiede un consiglio: cosa gli direbbe?

Prima di tutto di guardare tantissima televisione. E poi non mettersi mai davanti a ciò che si presenta. Nessuno vuole presentare, tutti vogliono essere presentati. Il percorso di Stefano De Martino è, invece, sorprendente. È il primo giovane che prova a fare questo mestiere e si mette in gioco con grazia e intelligenza, non mette sé stesso al centro, ma quello che porta in scena. Questo è l’insegnamento che ho ricevuto dai miei autori, e che a mia volta cerco di trasmettere.

Pippo Baudo ci ha lasciato da poco. C’è qualcosa che avrebbe voluto chiedergli?

Ai maestri ci sarebbe da chiedere tutto. La sua era una tv “sartoriale”: il format di Pippo Baudo era Pippo Baudo. Dirigeva tutto, dal primo faretto all’ultima ballerina di fila. Un modo di lavorare straordinario, ma per me — che divido le mie energie tra radio e tv — impossibile da replicare. A lui e ad Arbore chiederei solo questo: “Come avete fatto?”.

Elettra Lamborghini tra i Boss in incognito

Dal 15 settembre in prima serata l’amato programma di Rai 2: ad andare in incognito non saranno solo i boss, ma anche la conduttrice e altri talent

Tornano le storie e le emozioni di “Boss in incognito”, con una grande novità alla conduzione: Elettra Lamborghini. Da lunedì 15 settembre, in prima serata su Rai 2, sarà lei a raccontare le storie dei boss che hanno deciso di affrontare la sfida di lavorare per una settimana insieme ai loro dipendenti sotto mentite spoglie. Il docu-reality, realizzato in collaborazione con Endemol Shine Italy, torna, quindi, con un primo ciclo di quattro puntate, per proseguire, poi, con altri quattro appuntamenti nel 2026. Nel corso delle puntate, ciascuna dedicata a realtà aziendali italiane d’eccellenza, i boss non saranno gli unici ad andare in incognito e a camuffarsi, assumendo una nuova identità. Ad aiutarli nella loro missione, in alcune occasioni, ci sarà o la stessa Elettra Lamborghini, anche lei sotto copertura per non farsi riconoscere, o, altra novità di questa edizione, dei talent pronti a scendere in campo e a lavorare al fianco dei dipendenti, con nuove identità e travestimenti ad hoc. Come sempre, l’esperienza di “Boss in incognito” metterà in contatto due mondi solitamente separati e distinti: quello dei boss e quello dei dipendenti, permettendo, sia agli uni che agli altri, di incontrarsi, comprendersi e conoscersi meglio, tra sorprese ed emozioni. Ai dipendenti, impegnati a lavorare o con il loro boss, o con Elettra Lamborghini o con il talent protagonista della puntata (tutti sempre camuffati, pronti a impersonare un lavoratore), verrà detto che in azienda si sta girando “Job Deal”, un nuovo programma che aiuta alcune persone che hanno perso il lavoro a trovarne uno nuovo. Solo una volta terminata la settimana di riprese, i lavoratori scopriranno l’identità di chi li ha affiancati durante le loro mansioni. 

Innamorata della gente (e della vita)

Pronta a tornare su Rai 1 con “Ciao Maschio” nel pomeriggio del sabato dal 19 settembre, la conduttrice si racconta al RadiocorriereTv: «Se sei vero alle persone arriva, e diventi uno di famiglia. Sia dalla politica che dalla televisione ho imparato come l’umiltà sia una dote fondamentale per lavorare dietro e davanti alle telecamere»

“Ciao Maschio” torna portando con sé una novità importante, da notte fonda si passa al pomeriggio del sabato, pronta a questa nuova sfida?

Sempre prontissima. Quando si tratta di sfide sono in prima fila per confrontarmi con me stessa. Ci sono modifiche che stiamo apportando al programma per renderlo più confacente alla fascia del daytime, è un lavoro anche entusiasmante, che ci dà l’opportunità di apportare dei cambiamenti. Tutto questo è adrenalinico…

Nuova energia…

…e nuova luce… se da un lato sono dispiaciuta di abbandonare il sabato sera, è vero pure che sfido un nuovo pubblico, quello del pomeriggio.

Raccontarsi di notte, quasi sottovoce, e farlo invece alla luce del sole. Cosa può cambiare per i suoi ospiti?

Avranno un pubblico completamente diverso, ma per loro non cambierà nulla: non farò sconti su fragilità, emozioni, vita vera, sempre con tanta voglia di entrare nell’animo di chi ci verrà a trovare. Con le luci accese cercheremo di fare un po’ più rumore e affronteremo ogni argomento. Certo è che le carte, nel pomeriggio, saranno un po’ più leggere (sorride). Sarà sempre un programma di genere: avremo tre maschi con differenze molto forti tra loro, di settore, età, personalità. Ma arrivano la luce, la musica, il pubblico in studio.

Che caratteristiche deve avere un ospite per essere giusto per “Ciao Maschio”?

Deve essere coraggioso, vero, sfidante.

Tra i tanti ospiti che hanno popolato la trasmissione ce n’è stato uno che l’ha stupita per davvero?

Rispondo con il titolo di una canzone… “Gli uomini non cambiano” (sorride).

E uno che invece l’ha delusa?

Senza fare nomi posso dirle che ebbi molta difficoltà a intervistare un ospite perché respingente. In un altro paio di occasio-

ni gli ospiti non mi lasciarono nulla. Per il resto “Ciao Maschio” è sempre stato un viaggio meraviglioso nell’animo maschile.

Prima c’era la politica, poi è arrivata la tv. Cosa le hanno insegnato questi anni davanti alle telecamere?

Che la televisione è uno specchio dell’anima. Tanto è vero che ci sono persone che si siedono a tavola con te, che si accomodano nel salotto con te quando appaiono in video, e altre persone che non passano. È una questione di empatia, di energia vitale, di verità. Se sei vero alla gente arriva, e diventi uno di famiglia. Sia dalla politica che dalla televisione ho imparato come l’umiltà sia una dote fondamentale per lavorare dietro e davanti alle telecamere. Ho imparato anche che è meglio essere una formica piuttosto che una cicala. Le carriere fulminanti rischiano di essere semplicemente delle stelle cadenti. Già, più stelle cadenti che stelle comete (sorride).

Come è cambiato, da quando era in politica a oggi, il suo modo di vedere e ascoltare la gente?

Ho continuato ad ascoltarla. Penso davvero di essere una conduttrice con il master in politica, se mi devo riconoscere una dote, che nella vita diventa anche un difetto per la mia sensibilità, è l’ascolto. Sono obiettivamente e sinceramente interessata all’altro.

Il prossimo 10 ottobre festeggerà un compleanno importante… chi è Nunzia oggi?

Un dramma raggiungere i cinquant’anni (sorride)… Nunzia è una madre, una donna risolta e soddisfatta e al tempo stesso ancora una ragazzina con tanta voglia di vivere e di fare.

Che rapporto ha con il tempo che passa?

Non mi piace la vecchiaia, così come non mi piace la fine della vita. Ma questo è il viaggio che ci è concesso e vale la pena viverlo al meglio. Negli anni che verranno mi vorrò anche divertire molto, essendo stata una sempre molto perfettina nella vita che ho condotto.

Un grande amore per la vita… Sempre. Ed è qualcosa che non si insegna, una luce che hai dentro.

Come festeggerà?

Una grande festa con la famiglia, gli amici, con le persone a cui voglio bene. Ora dovrò trovare il tempo per organizzarla (sorride).

Cosa regalerà a Nunzia?

Un viaggio con le mie due sorelle, che possa restare nei nostri ricordi, nei nostri cuori. Siamo molto legate, lo vedo come completamento di un percorso.

NUOVA EDIZIONE

In viaggio con Linea Verde

Tutte le domeniche dal 21 settembre su Rai 1 alle 12.20. Conducono Peppone Calabrese e Fabio Gallo con Margherita Granbassi

Lo storico programma della domenica mattina si rimette in viaggio. “Linea Verde” torna a scoprire l’Italia attraverso il racconto dei suoi valori più profondi: la cultura del lavoro, la convivialità, la cura della bellezza. Peppone Calabrese e Fabio Gallo – nuovo volto di questa edizione – daranno un’attenzione particolare al senso di comunità che si respira ancora nelle province italiane. È dalle comunità che emerge la ricchezza umana di un territorio, in particolare dalle sue tradizioni, dai suoi dialetti, dai riti che custodisce come un tesoro immateriale inestimabile. In particolare, quando una comunità è in festa riesce a far emergere la sua vera anima. Del

resto, intorno alle feste popolari si condensano storie, mestieri, credenze che si tramandano di generazione in generazione e tengono in vita lo spirito più profondo dei luoghi. Andando a conoscere le vicende di agricoltori, allevatori, pastori, artigiani che hanno deciso di restare nella propria terra ma anche di tornarci dopo aver compiuto altre esperienze lontani da casa, i due conduttori mostreranno come sono sempre le persone a restituire l’anima di un luogo, che sia quella di un borgo e di un paese, o quella di un campo coltivato, di un pascolo e di un bosco. Anche quest’anno ad accompagnare Peppone e Fabio ci sarà Margherita Granbassi, la quale racconterà il territorio attraverso i sentieri più impervi, le scalate più faticose, per far scoprire ai telespettatori bellezze naturalistiche e paesaggistiche da togliere il fiato.

LA SFIDA HA INIZIO

Torna il format che, negli anni, ha “laureato” numerosi artisti oggi in testa alle classifiche. Dall’11 novembre in seconda serata su Rai 2, finale il 14 dicembre su Rai 1. Online il regolamento per partecipare

All’edizione 2025 potranno partecipare giovani artisti che – alla data del 1° gennaio 2026 – avranno già 16 anni e che, sempre alla stessa data, non ne avranno compiuti 29. Nella prima fase, il Direttore Artistico e la Commissione Musicale da lui presieduta saranno impegnati nell’ascolto di tutti i brani presentati e in regola con i requisiti di partecipazione, per giungere ad una lista di almeno 30 artisti; poi le audizioni dal vivo nella storica sede di Via Asiago a Roma per raggiungere un totale di 24 giovani talenti. Dall’11 novembre, come lo scorso anno, iniziano le sfide vere e proprie: quattro le puntate su Rai 2 in seconda serata (11, poi 18, 25 novembre e 2 dicembre) in cui 6 artisti a serata proporranno dal vivo i propri brani. Solo 3 di loro però supereranno il turno, giudicati anche in questo caso dalla Commissione musicale. Al termine di questa prima fase, 12 di loro accederanno alla semifinale del 9 dicembre, durante la quale si ridurranno

a 6. A questo punto, sarà tutto pronto per l’esame finale del 14 dicembre - in prima serata su Rai 1, in diretta dal Casinò di Sanremo: saranno, dunque, 6 le potenziali “Nuove Proposte” alla conquista del diritto ad esibirsi a febbraio durante Sanremo 76, ma solo 2 di loro riusciranno ad approdare sul prestigioso palcoscenico del Teatro Ariston. In questa serata, la valutazione degli artisti in gara sarà ancora affidata ad una Commissione musicale. La sezione “Nuove Proposte” sarà completata da due artisti, scelti sempre dalla Commissione Musicale e dal Direttore Artistico Carlo Conti tra i partecipanti alla manifestazione Area Sanremo. Complessivamente, a febbraio al Festival, la sezione “Nuove Proposte” sarà composta da 4 artisti. “Sono molto affezionato a questo format - dichiara il direttore artistico Carlo Conti – perché, negli anni, ha costituito un trampolino importante per la carriera di tantissimi artisti del nostro panorama musicale. Oltretutto, l’atmosfera che si respira tra i giovani, i loro sogni, la loro energia, sono anche un forte ricostituente per tutta la musica italiana. Saranno come sempre tre mesi intensi per me e tutta la squadra”. Il Regolamento integrale della manifestazione è disponibile sul portale www.sanremo. rai.it da oggi 8 settembre. Il termine per l’invio delle domande di partecipazione scadrà il 15 di ottobre. 

On Ari

Da lunedì15 settembre, ogni mattina dalle 6.50 alle 7.45, su Rai 2 arriva il nuovo appuntamento di Rai Kids con Arianna Craviotto pensato per svegliare i più piccoli (e non solo) con energia, allegria e fantasia

Protagonista assoluta di “On Ari” è la creator digitale Arianna Craviotto, solare, entusiasta e orgogliosamente geek, che diventa Ari per accompagnare il pubblico in un’ora di intrattenimento unica, alternandosi ai personaggi più amati dell’animazione per bambini: i Puffi, Peanuts e le Winx. Ambientata in un coloratissimo studio creativo – una vera e propria “stanza dei sogni”, piena di fumetti, gadget, videogiochi e una postazione da doppiaggio – Ari porta in tv tutta l’energia, la spontaneità e l’umorismo che l’hanno resa una dei volti più amati dai bambini italiani. Al suo fianco c’è BIP: un’intelligenza artificiale buffa e un po’ pasticciona, con la curiosità di un ragazzino e la battuta sempre pronta. Insieme,

tra quiz, sfide, sketch, giochi e interviste imprevedibili, affrontano in ogni puntata un tema diverso, mescolando comicità, emozione e tanta immaginazione. On Ari è un mix travolgente di storie, esperimenti, curiosità e risate, un viaggio quotidiano alla scoperta di sé e del mondo, da vivere con occhi spalancati. Da lunedì15 settembre, ogni mattina dalle 6.50 alle 7.45, su Rai 2. “Con On Ari inizia una nuova era per Rai Kids.- sottolinea il Direttore di Rai Kids, Roberto Genovesi - Oltre alla presenza sui canali Rai YoYo e Rai Gulp e all’intensa collaborazione con RaiPlay, i contenuti per bambini e ragazzi, attentamente realizzati e selezionati da Rai Kids, ritornano sulla TV generalista con uno spazio dedicato su Rai 2. Nel contesto attuale dei media, che riscopre la TV lineare come un mezzo sicuro e di guida in grado di orientare i bambini verso contenuti stimolanti che pongono attenzione ai valori e alla qualità narrativa, la Rai si affianca ai principali broadcaster pubblici europei nella scelta di programmare contenuti in animazione e per ragazzi sui canali generalisti del gruppo.” 

Autodifesa DI CAINO

Luca Zingaretti in una lettura teatrale di Andrea Camilleri. Lunedì 15 settembre in prima serata su Rai 3

Una prima televisiva assoluta per l’opera scritta da Andrea Camilleri nell’anno della sua scomparsa. Luca Zingaretti, nel centenario della nascita, dà voce all’ultimo lavoro che lo scrittore avrebbe voluto portare in scena. Un testo potente, profondo che risponde alle continue domande sul bene e il male. “Il 1° giugno del 2018 - racconta Luca Zingaretti - Andrea Camilleri in prima mondiale recitò al teatro greco di Siracusa “Conversazioni su Tiresia”, un testo da lui scritto e che era considerato da tutti il suo testamento artistico. Fu una serata magnifica! Andrea, solo in scena, seduto su una poltrona, ammaliò e ipnotizzò il pubblico con la magia della sua voce rauca e la forza delle sue parole. Alla fine della serata Andrea interruppe gli applausi, che sembravano non avere mai fine, e nel silenzio che ne segui pronunciò le seguenti parole: “Scusate, vorrei dirvi ancora una cosa. Mi piacerebbe che ci rincontrassimo. Tutti quanti, qui. In una serata come questa. Tra cento anni! Me lo auguro, ve lo auguro, veramente. Ciao”. Queste parole furono per me un pugno nello stomaco, per vari motivi. Innanzitutto, perché risuonarono come le parole di un uomo, un intellettuale, che sente la fine avvicinarsi e vuole congedarsi dalla vita lanciando un segnale forte, preciso. In un teatro, che era stato il suo primo amore, e da uomo di teatro che ne conosce bene meccanismi e possibilità, un luogo dove

tutto è possibile e dove lo spazio e il tempo non esistono per come li conosciamo, ma sono, al contrario elastici e plasmabili, il suo invito a rivedersi arrivò autentico, reale. Mi ricordo che pensai: “Ok, a tra cento anni allora, qui!”. Poi per l’allegria con cui le pronunciò che faceva sembrare queste parole come un invito a non buttare via nulla della vita, perché la sua bellezza è pari solo alla sua caducità. Dopo il monologo che aveva incantato i più di quindicimila spettatori che avevano affollato le gradinate del teatro, si congedava dal suo pubblico spiazzandolo ancora una volta, come faceva sempre con la sua arte, e lasciandolo inerme davanti alla fascinazione di quell’appuntamento impossibile. Nell’anno circa che lo separò dalla morte avvenuta a Roma il 17 luglio del 2019, Andrea scrisse un altro monologo che è quello che oggi presentiamo al pubblico. Lui non c’è più e questa è una mancanza dolorosa e inconsolabile. Ma sono felice di essere, ancora una volta, strumento del suo talento. Considero questa messa in scena di “Caino”, e spero che vorrete considerarlo anche voi con me, una affettuosa anticipazione dell’appuntamento che ci aveva dato”. “Autodifesa di Caino” è scritto da Andrea Camilleri, la regia e interpretazione è di Luca Zingaretti, le musiche sono composte da Manù Bandettini ed eseguite dal vivo da David Giacomini e Manù Bandettini. Una produzione Zocotoco in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana in collaborazione con Rai Cultura, Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato, nel Centenario Camilleri promosso dal Fondo Andrea Camilleri con il Comitato Nazionale Camilleri 100. 

TG2 Storie, torna il racconto delle vite straordinarie

La nuova stagione dal 20 settembre in seconda serata su Rai 2: più attualità, storie di umanità e uno studio rinnovato. La conduttrice e curatrice conferma l’impronta e lo slogan “Le storie hanno tanti colori”, introducendo novità nello studio e nei contenuti. Nella prima puntata spazio al Medio Oriente e al ricordo di “Roma città aperta”

TG2

Storie torna con una nuova stagione. Quali saranno le principali novità che i telespettatori troveranno quest’anno?

Cercherò di concentrarmi ancora di più sull’attualità, perché è inevitabile. L’attualità è cronaca, ma è anche sguardo sul mondo, e io vorrei cercare di aprire ancora di più questo sguardo. Ho preso il timone del TG2 Storie un anno e mezzo fa e ho cercato di attuare alcuni cambiamenti, inserendo uno spazio ospite dedicato a cultura e spettacolo direttamente in studio. Quest’anno manterremo l’impronta da rotocalco, con storie piccole e grandi, come recita lo slogan della trasmissione: “Le storie hanno tanti colori”. Racconteremo storie di umanità, con uno sguardo ancora più attento sull’attualità. Nella prima puntata, per esempio, ci occuperemo del Medio Oriente. Racconteremo inoltre l’anniversario di “Roma città aperta”, cercando la famiglia di Teresa Gullace, che nel film è Anna Magnani, mentre in studio avremo come ospite uno dei nipoti del regista Alessandro Rossellini.

Lei ha dichiarato che tutti abbiamo delle vite straordinarie e che i colori della nostra vita sono sorprendenti. Cosa significa tradurre questo concetto in televisione?

Significa entrare con una telecamera dentro la vita delle persone senza essere invadenti. Oggi dire “entrare con una telecamera in casa” può sembrare inquietante, ma in realtà si tratta di raccontare e far vedere quello che le persone fanno nella loro quotidianità. Abbiamo raccontato, per esempio, tante storie di disabilità che invece hanno una chiave straordinaria di impegno e progettualità. La vita delle persone comuni è straordinaria, perché contiene capacità di racconto ed espressione che emergono anche solo osservandole

Come vengono individuate le storie da raccontare?

Le “frugo”, come dico sempre, un po’ ovunque: giornali, social, incontri personali, relazioni con colleghi. Giro molto per convegni, presentazioni di libri, e spesso incontro persone interessanti che hanno storie da raccontare. È un lavoro di ricerca, di setaccio. Capita anche che siano i telespettatori stessi a scriverci e a sottoporre la loro storia: in alcuni casi le abbiamo raccontate.

Il suo programma si distingue per la scelta di non inseguire il gossip, ma di esplorare l’anima delle persone. Quanto è difficile mantenere questa linea editoriale in un contesto mediatico che privilegia il sensazionalismo? È difficile. Io ho solo un ospite dello spettacolo in studio, il resto sono storie girate: questo richiede un impegno enorme. Sarebbe più facile invitare personaggi che garantiscono polemiche e ascolti. Io però sono consapevole di essere un piccolo veliero tra corazzate: vado in onda spesso in contemporanea con programmi come Ballando con le stelle. Non posso competere con quei numeri, quindi scelgo di mantenere la mia linea:

niente gossip, niente scandali. Non mi appartiene come temperamento e voglio differenziarmi.

Dopo vent’anni di TG1 ha scelto TG2 Storie. Quali motivazioni l’hanno spinta a questo cambiamento?

Al TG1 ho fatto di tutto: precaria nei programmi, assunta in cronaca, inviata, conduttrice per oltre vent’anni nella fascia mattutina, desk, vicecaporedattrice degli speciali. Cercavo però uno stimolo diverso, qualcosa di più piccolo ma appassionato, che potessi modellare sul mio temperamento. Non è stato facile lasciare: è stato come togliersi una pelle. I primi mesi sono stati duri, mi sentivo privata di un’identità. Poi mi sono lanciata anima e corpo in questa avventura e ora sono molto contenta. Ringrazio per questo il direttore Antonio Preziosi per avermi, in un certo senso, restituito una casa.

Lo studio sarà rinnovato. Quanto conta l’elemento visivo e scenografico in un programma fatto soprattutto di parole e testimonianze?

Quando ho preso in mano la trasmissione, un anno e mezzo fa, ho ereditato lo studio così com’era. L’anno scorso abbiamo fatto qualche cambiamento, quest’anno ne faremo altri piccoli ma significativi, anche sulla sigla, che secondo me ha un peso importante. Voglio dare più spazio ai social: ho lavorato molto su Instagram e Facebook, e credo sia fondamentale continuare ad ampliare questo settore che tra l’altro ha anche consentito di abbassare l’età media di chi ci segue.

Tra le storie raccontate, ce n’è una che rappresenta in pieno l’idea di “vita straordinaria”?

Ce ne sono molte. Una particolarmente toccante è quella di Carmelo Calì, che adottò i tre figli della cugina uccisa dal marito, pur avendo già tre figli suoi e un rapporto solo superficiale con lei. L’abbiamo raccontata attraverso la testimonianza di uno dei figli adottati, per dare un messaggio di speranza in un contesto drammatico come quello dei femminicidi. Abbiamo però raccontato anche storie più leggere, come quella dell’esploratore Yanez Borella che ha attraversato diversi continenti in bicicletta attrezzata con pannelli fotovoltaici, o quella di Max Calderan, che raggiunse a piedi zone inesplorate dell’Arabia Saudita. Insomma, alterniamo storie drammatiche e leggere: i colori della vita sono vari e vogliamo raccontarli tutti.

Guardando al futuro, oltre alle vite straordinarie, pensa a nuove sfide editoriali?

Per me le nuove sfide devono esserci sempre. Non sono giovanissima, quindi ho anche un limite temporale, ma se l’azienda mi offrirà nuove opportunità sarò pronta. 

SECONDA STAGIONE

Le maschere rivelano

E NON NASCONDONO

In esclusiva su RaiPlay dieci nuove puntate di “Nella mente di Narciso” con Roberta Bruzzone. Una docuserie di Rai Contenuti

Digitali e Transmediali

Dopo il grande successo riportato con la prima stagione, sono arrivati su RaiPlay i nuovi episodi di “Nella mente di Narciso”, la docuserie di Rai Contenuti Digitali e Transmediali, condotta da Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense. Nella seconda stagione la conduttrice accompagna ancora una volta gli spettatori in un viaggio nel narcisismo patologico, approfondendo i profili dei protagonisti di alcuni tra i casi italiani più rilevanti e discussi degli ultimi anni: “Filippo Turetta - l’omicidio di Giulia Cecchettin”, “Veronica Panarello – l’omicidio di Lorys Stival”, “Andrea Pizzocolo – l’omicidio di Lavinia Ailoaiei”, “Antonio De Marco – l’omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta”, “Mario Perrotta – il caso Arianna Flagiello”. La docuserie, dieci puntate da 30 minuti, vuole fornire al pubblico una sorta di manuale d’istruzioni per riconoscere e allontanare possibili narcisisti e individuare quei comportamenti tossici ai quali prestare particolare attenzione. «Con “Nella mente di Narciso” vogliamo portare lo spettatore in un viaggio disturbante ma necessario: dentro le crepe della coscienza di chi ama solo sé stesso e distrugge chiunque osi metterlo in discussione – dice Roberta Bruzzone –. La cronaca nera è piena di storie che sembrano incomprensibili finché non si imparano a leggere le dinamiche del narcisismo patologico e perverso. Quelle che per molti sono solo “relazioni sbagliate” sono in realtà vere e proprie trappole psicologiche, in cui si

consuma – spesso lentamente e silenziosamente – l’annientamento dell’altro. In questa serie accenderemo una luce sugli abissi dell’animo umano, per capire, riconoscere e soprattutto prevenire». «Nella mente di Narciso ha riscontrato un fortissimo gradimento da parte del nostro pubblico, catturato dai consigli della criminologa Roberta Bruzzone che accompagna lo spettatore a individuare il profilo del narcisista manipolatore e a difendersi da chi minaccia la propria incolumità psicologica e fisica – sostiene Marcello Ciannamea, direttore Rai Contenuti Digitali e Transmediali –. In questa seconda edizione, attraverso nuovi fatti di cronaca, la Profiler si concentra sulle migliori strategie investigative per descrivere le più comuni tipologie di manipolatori maligni, decodificando comportamenti ambigui e pericolosi per la vita stessa, comportamenti che anche e soprattutto il nostro giovane pubblico deve saper riconoscere.»

Si inizia con le puntate dedicate a Giulia Cecchettin e a Lorys Stival: la prima uccisa nel 2023 a Fossò, nella città metropolitana di Venezia, con settantacinque coltellate inferte dall’ex fidanzato Filippo Turetta che non accettava la fine della loro relazione. L’omicidio della giovane, prossima alla laurea in ingegneria biomedica, ha avuto una grande risonanza mediatica. Il ragazzo è stato condannato all’ergastolo. L’altro caso trattato, avvenuto a Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, racconta la tragica morte di Lorys Stival, di appena 8 anni, strangolato con delle fascette di plastica dalla mamma Veronica Panarello. La donna è stata condannata a trent’anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere. Si prosegue il 18 settembre con altre sei puntate dedicate a “Andrea Pizzocolo – l’omicidio di Lavinia Ailoaiei”, ad “Antonio De Marco – l’omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta” per poi terminare con uno speciale sul caso di “Mario Perrotta – il caso Arianna Flagiello”.

AL CINEMA

SOTTO LE NUVOLE

Nelle sale dal 19 settembre “Sotto le nuvole” di Gianfranco Rosi coprodotto da Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution

Tra il Golfo e il Vesuvio, la terra talvolta trema, le fumarole dei Campi Flegrei segnano l’aria. Sulle tracce della Storia, delle memorie del sottosuolo, in bianco e nero, una Napoli meno conosciuta si popola di vite. Sotto le nuvole c’è un territorio attraversato da abitanti, devoti, turisti, archeologi che scavano il passato, da coloro che, nei musei, cercano di dare ancora vita e senso a statue, frammenti, rovine. La circumvesuviana attraversa il paesaggio, cavalli da trotto si allenano sulla battigia. Un maestro di strada dedica il suo tempo al doposcuola per bambini e adolescenti, i vigili del fuoco vincono le piccole e grandi paure degli abitanti, le forze dell’ordine inseguono i tombaroli. Una nave siriana, nel porto di Torre Annunziata scarica il grano ucraino. La terra intorno al Golfo è un’immensa macchina del tempo. Il 19 settembre arriva nelle sale “Sotto le nuvole” di Gianfranco Rosi, vincitore al Festival di Venezia del Premio Speciale della Giuria. “Ho girato e vissuto per tre anni all’orizzonte del Vesuvio - racconta Gianfranco Rosi - cercando le tracce della Storia, lo scavo del tempo,

ciò che resta della vita di ogni giorno. Raccolgo le storie nelle voci di chi parla, osservo le nuvole, i fumi dei Campi Flegrei. Quando filmo accolgo la sorpresa di un incontro, di un luogo, la vita di una situazione. La sfida del racconto è assecondare l’inquadratura, mentre le storie prendono vita. Il tempo del film è la fiducia di quell’incontro. Ho girato in bianco e nero, ho guardato in bianco e nero. Mentre filmavo, tra il mare il cielo e il Vesuvio, scoprivo un nuovo archivio del vero e del possibile”. “Sotto le nuvole” è una produzione 21Uno Film, Stemal Entertainment con Rai Cinema in associazione con Les Films d’Ici – Arte France Cinéma realizzata con il contributo del Mic - Dg Cinema e Audiovisivo, prodotta da Donatella Palermo per Stemal Entertainment e Gianfranco Rosi per 21Uno Film. La fotografia e il suono sono di Gianfranco Rosi, il soggetto è di Gianfranco Rosi con la collaborazione di Carmelo Marabello e Marie-Pierre Müller, il montaggio è di Fabrizio Federico con la consulenza di Joe Bini. Le musiche sono state composte dal premio Oscar© Daniel Blumberg. 

Annalisa feat. Marco M..

Tiziano Ferro

Olly, Juli

Alfa feat. Manu Chao

Eros Ramazzotti

Rocco Hunt, Noemi

Serena Brancale, Aless..

Irama feat. Elodie Blanco Fabri Fibra feat. Joan..

Piazza San Marco

Cuore Rotto

Questa domenica

A me mi piace

Il Mio Giorno Preferit..

OH MA

Serenata

Ex Maledetta rabbia

Milano Baby

Nessuna grazia

Gramsci e Pertini, una storia di prigionia e resistenza. Il romanzo storico di Cosimo Damiano Damato, edito da Rai Libri, è disponibile anche negli store digitali

Rai Libri presenta “Nessuna grazia. Gramsci e Pertini, una storia di prigionia e resistenza” di Cosimo Damiano Damato, disponibile nelle librerie e negli store digitali. È il 1930. Nel carcere pugliese di Turi destinato a prigionieri politici del regime fascista, nell’ora d’aria si incontrano l’operaio anarchico pazzo Luponio, l’avvocato socialista Sandro Pertini, futuro combattente nella Resistenza e più amato Presidente della Repubblica italiana, e l’onorevole comunista Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista Italiano e filosofo perseguitato da Mussolini per “impedirgli di pensare”, che morirà a soli quarantasei anni dopo il lungo martirio subito in carcere. Altre voci intellettuali antifasciste si incrociano nella storia come quella di Carlo Levi, quando non aveva ancora scritto Cristo si è fermato a Eboli, e Camilla Ravera, allora impegnata nella lotta clandestina del PCI (in seguito prima senatrice a vita nominata proprio da Pertini), unite alle voci a volte confuse e dimesse, a volte critiche e destabilizzanti, degli altri detenuti politici di Turi. Damato racconta la cancrena del carcere, la violenza del regime fascista ma anche una storia di dignità e coraggio, lotta per la libertà e profonda amicizia di due grandi uomini italiani del Novecento. Fraternità, amore, antifascismo e resistenza poetica e civile per raccontare una gioventù che ha combattuto per noi, sacrificando i suoi anni

migliori. Un romanzo storico che vuole anche celebrare gli ottant’anni della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. “Nessuna grazia” è pubblicato nella collana Cristalli Sognanti di Rai Libri dedicata alle parole che aspirano a diventare visioni. Un contenitore di storie pensate per diventare film o serie tv perché costruite con il ritmo del racconto per immagini, attraverso la creatività dei grandi autori italiani.

Cosimo Damiano Damato è nato a Margherita di Savoia nel 1973. Poeta, drammaturgo, sceneggiatore, regista e storyteller a teatro. Fra i suoi film Una donna sul palcoscenico con Alda Merini e Mariangela Melato (Mostra del Cinema di Venezia), La luna nel deserto, scritto assieme a Raffaele Nigro, con Michele Placido, Violante Placido e Renzo Arbore (Giffoni Film Festival), Prima che il Gallo canti con Don Andrea Gallo, Vasco Rossi, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni e Dario Fo (Taormina Film Festival), Tu non c’eri, scritto con Erri De Luca, con Piero Pelù, Bianca Guaccero, Brenno Placido (Festa del Cinema di Roma). Fra i suoi libri L’Ora X, scritto con Erri De Luca e i disegni di Paolo Castaldi. A teatro ha lavorato, tra gli altri, con Arnoldo Foà, Luis Bacalov, Lucio Dalla. La Cineteca Nazionale gli ha dedicato la retrospettiva “Visioni, fantasie, sogni, rivoluzioni, poesie e follie”.

Nelle librerie e negli store digitali

SECRET TEAM 355

In Colombia, il criminale Elijah Clarke cerca di ottenere un programma di decrittazione globale. Il dispositivo però, finisce nelle mani dell’agente Luis Rojas. La CIA affida la missione di recupero ad una squadra segreta, tutta al femminile, la 355, per proteggere la sicurezza mondiale. Spy-story tutta al femminile per la regia di Simon Kinber. Interpreti: Jessica Chastain, Penélope Cruz, Fan Bingbing, Diane Kruger, Lupita Nyong’o.

UN PROFESSORE

Dante Balestra è un professore di filosofia fuori dagli schemi. Nella sua classe, oltre al figlio Simone, c’è anche Manuel, “pecora nera” e figlio di Anita, con cui ha una relazione. Una serie tra filosofia e sentimenti. Regia di Alessandro Casale, Alessandro D’Alatri. Interpreti: Alessandro Gassmann, Claudia Pandolfi, Nicolas Maupas, Damiano Gavino, Domenico Cuomo, Christiane Filangieri, Thomas Trabacchi, Federica Cifola, Paolo Conticini, Pia Engleberth, Francesca Cavallin.

Basta un Play!

KABUL

15 agosto 2021, Kabul cade nelle mani dei talebani. Zahara e Baqir tentano la fuga, i figli Fazal e Amina prendono strade diverse per salvarsi. Giovanni, diplomatico italiano, e Vera, agente dello spionaggio tedesco, si trovano coinvolti in una corsa disperata tra evacuazioni e missioni rischiose, con la minaccia dell’ISIS sempre più vicina. La serie completa in anteprima esclusiva sulla piattaforma Rai. Regia: Kasia Adamik, Olga Chajdas.

MUMFIE

La serie ha vinto il Pulcinella Awards come Best Preschool Tv Series 2022. Se si naviga attraverso il mare e si gira a sinistra prima di raggiungere la cima del mondo, si arriva su un’isola magica chiamata Flutterstone. È proprio qui che l’elefantino Mumfie vive le sue avventure insieme ai suoi inseparabili amici di ogni specie, come Pinkey, una vivacissima maialina alata, e Jelly Bean la medusa. Per loro nessuna sfida è troppo grande e nessun flop, fallimento o fiasco è irreparabile.

Tiziano Ferro canta ferite ed emozioni

“Cuore rotto” è il singolo che segna l’inizio di un nuovo capitolo nella carriera del cantautore

Il conto alla rovescia è finito: “Cuore rotto” è il brano che riporta Tiziano Ferro al centro della scena musicale. Disponibile in radio e digitale anche con il videoclip diretto da Cosimo Alemà, la canzone apre un nuovo percorso creativo per l’artista di Latina. Scritto dallo stesso Ferro e prodotto da Marz, Zef e Marco Sonzini, il singolo segna anche il debutto della collaborazione con Sugar Music e Big Picture Management, guidata da Paola Zukar. Un cambio di squadra che, come ha raccontato dallo stesso artista, ha dato nuova linfa al suo modo di vivere la musica: “lavorare con un nuovo team mi ha permesso di guardare con occhi diversi a quello che faccio, ritrovando entusiasmo e freschezza”. Il videoclip, realizzato da Borotalco Tv, racconta la distruzione come passaggio necessario per rinascere: un

uomo attraversa una casa che racchiude i suoi dolori, li affronta e solo dopo averli superati trova la forza di sedersi al pianoforte e sorridere. È una metafora potente del percorso che Ferro descrive attraverso il brano: guardare in faccia la sofferenza per trasformarla in nuova energia. L’ispirazione di “Cuore rotto” è arrivata in modo del tutto inatteso, durante una breve pausa lontano da Los Angeles. In una stanza d’albergo, nel silenzio, Ferro ha dato forma a melodia e parole senza riuscire a fermarsi: “sono quelle canzoni che non decidi di scrivere, arrivano da sole e tu puoi solo accoglierle”. Da quel momento, il pezzo è diventato la radiografia di un frammento di vita, autentico e immediato, che oggi prende forma definitiva. Per l’artista, questo ritorno rappresenta anche un messaggio rivolto al futuro. Dopo due anni di silenzio, dedicati a capire la direzione da prendere, Ferro promette un periodo intenso, fatto di musica, nuove esperienze e condivisione con chi lo segue da sempre. La pubblicazione di”Cuore rotto” diventa così il primo tassello di un anno che si preannuncia speciale e ricco di emozioni.

PIETRO DELL’OGLIO: SERVE FANTASIA PER INTERPRETARE LA REALTÀ

«Ho iniziato ad approcciarmi alla lettura con i fumetti, soprattutto manga, e da bambino ho sempre desiderato realizzarne uno, ma a parte un’immaginazione senza freni, non ho mai sviluppato alcuna predisposizione al disegno, né ho mai avuto la pazienza di imparare. È stato quando l’ho capito che ho spostato il mio obiettivo dai fumetti ai romanzi.»

Perché la fantasia di Pietro Dell’Oglio, pugliese di Trani trapiantato a Pisa, aveva bisogno di tracimare, avvalendosi anche della sua formazione tecnica che lo ha portato a occuparsi di modelli linguistici, similarità semantica e intelligenza artificiale. Ami le ambientazioni fantastiche sia da lettore che da autore: ti sei mai chiesto perché?

«Ci sono due motivazioni da mettere sul piatto. La prima è puro cuore: mi piace viaggiare – nel mondo reale – e visitare luoghi nuovi, possibilmente diversi da quello che potrei osservare dalla finestra di casa mia. Ascoltare voci diverse, e non soltanto per quello che dicono, ma anche – e soprattutto – per il modo in cui lo fanno. Dialetti, lingue, cadenze. Tutto è riflesso del luogo in cui una persona nasce, cresce, si sviluppa. La cultura di cui è imbevuta, il sistema politico che regge la sua società, il modo in cui vive la quotidianità. Queste sensazioni quasi esatte le ritrovo in un mondo fantastico ben scritto. È una delle cose che cerco, quando mi approccio a una saga abnorme di dieci libri, per esempio. La seconda ragione è più di testa. Credo che un’ambientazione fantastica sia la cornice migliore e più efficace per raccontare la nostra realtà. Diventa possibile fare riferimento a eventi, luoghi, persone reali senza citarle direttamente, creare sottotesti molto più potenti di come lo si farebbe con un’ambientazione “reale”. Se l’ambientazione fantastica è

solo uno scenario, è solo cosmetica, allora secondo me stiamo parlando di un libro poco interessante.»

Il tuo ultimo libro – “Cronaca di una geometrista di Armonica” – promette un’ambientazione e delle tematiche molto originali: da quale spunto nasce?

«”Cronaca di una geometrista di Armonica” è uno dei romanzi più particolari che abbia scritto, e mi ha messo molto alla prova. La sua ambientazione è la città di Armonica, un po’ un incrocio tra le architetture dell’antica Grecia e il Rinascimento italiano ma in un contesto sociale in cui l’organo politico – e religioso – principale, chiamato Divina Simmetria, impone la simmetria sia estetica che interiore (un cittadino di Armonica non può parlare più del necessario o esprimere emozioni eccessivamente forti). E in tutto ciò la magia, che qui è chiamata geometristica, non può che basarsi sul tracciamento di figure geometriche, o composizioni delle stesse. La protagonista – Navan – è una geometrista filosofa, ovvero una studiosa di nuove possibili figure e/o combinazioni delle stesse che siano consentite dalla Divina Simmetria, che impone limiti ovvi, e che possano essere usate a beneficio della società. In seguito ad alcuni eventi, Navan comincerà a farsi delle domande, a chiedersi se è vero che la natura degli esseri umani è intrinsecamente simmetrica. Se il caos è davvero qualcosa da tenere imprigionato. “Cronaca di una geometrista di Armonica” è senza dubbio la storia più esplicitamente politica che abbia mai pubblicato. Questo libro è nato proprio perché volevo mettere nero su bianco la mia visione, le mie paure e le mie speranze su tutto quello che sta succedendo nel nostro mondo in questi ultimi anni. Possiamo dire che in questo caso il genere fantasy è stato uno strumento per mettere in piedi una storia che è un po’ il mio manifesto su cosa significa, secondo me, vivere in una società multiculturale e non totalitaria.»

Ti piace divulgare le opere di autrici e autori fantasy: quali sono le tue valutazioni sulla salute di questo genere?

«Il fantasy è in un periodo estremamente florido in generale. Mi piace tenermi aggiornato e leggere le ultime novità (le poche selezionate che riesco a leggere), per quanto il mio tempo libero me lo permetta. La mia impressione è che continuano a uscire opere di estrema qualità – sia italiane che estere – e che il numero di libri fantasy pubblicati è molto aumentato. Significa che c’è un interesse crescente sia nel leggere che nello scrivere fantasy. È vero che la quantità di libri pubblicati è problematica in più di un fronte (e di questo se ne potrebbe parlare per ore), ma di fatto evidenzia anche interesse, e dove c’è interesse c’è crescita. L’estremo diffondersi di sottogene-

ri come il romantasy o il dark fantasy, tra l’altro, è un altro grande sintomo di buona salute, perché significa che lettrici e lettori che di solito non si approccerebbero al genere, lo stanno facendo. È per me una cosa bellissima quando un genere considerato di nicchia diventa così democratico. Restringendoci al solo panorama italiano, la situazione è leggermente diversa. Se è vero che anche qui, nel nostro piccolo spazio editoriale, vedo tanta volontà di crescita, dobbiamo combattere – ancora – contro pregiudizi insiti che hanno inquinato storicamente la nostra editoria. Mi aspetto comunque un miglioramento sul lungo periodo.»

UNA MISSIONE CHE DURA TUTTA LA VITA

Susanna Devetag, Presidente della Sezione ANPS di Monfalcone, racconta la sua esperienza con la Polizia di Stato. In realtà non esiste mai un addio con la Divisa e la dottoressa è un esempio dell’Esserci Sempre. Un impegno lungo una vita con la Polizia di Stato che ha portato avanti con tenacia, convinzione e dedizione sia in servizio che in quiescenza

La città di Padova ha ospitato il 9° Raduno nazionale dell’ANPS (Associazione Nazionale Polizia di Stato), evento che si svolge ogni due anni (l’ottava edizione si era tenuta a Pontedera). L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Nazionale della Polizia di Stato in collaborazione con la Questura ed il patrocinio della regione Veneto e del Comune di Padova, e rappresenta un importante momento di aggregazione per gli appartenenti alla Polizia di Stato, in servizio e in congedo, e per le loro famiglie, nonché un’occasione di incontro con la cittadinanza per condividere valori, tradizione e missione dell’Istituzione Polizia di Stato. Altra finalità di fondamentale importanza è quella di far comprendere alle comunità del territorio ed ai cittadini che, gli associati ANPS proseguono nella loro missione di servizio a favore del prossimo, tramite diversificate iniziative, come le attività di volontariato ed educazione scolastica su temi riguardanti la legalità, continuando a garantire quello spirito di vicinanza che costituisce l’essenza del motto della Polizia di Stato “esserci sempre”. Il primo appuntamento ha riguardato la mostra delle divise storiche della Polizia di Stato presso Palazzo Angeli, in Prato della Valle. Poi, il motoraduno dei soci ANPS con la partecipazione di 500 motociclisti, che hanno fatto un’escursione per gli incantevoli territori dei Colli Euganei, scortati dai centauri della Polizia Stradale di Padova. Interessante il convegno dal titolo “Violenza di genere. Comprendere, agire, prevenire”: relatori Gino Cecchettin, Presidente della Fondazione “Giulia Cecchettin”, la dott.ssa Maria Luisa Pellizzari, Prefetto già Vice Capo Vicario della Polizia di Stato, il Procuratore Capo della Repubblica di Padova dott. Angelantonio Racanelli e il Primo Dirigente della Polizia di Stato dott. Giuseppe Maria Iorio, dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Padova, convegno moderato dalla giornalista Micaela Faggiani. Al Teatro Verdi il concerto della Banda Musicale della Polizia di Stato, con il tenore Francesco Grollo e la soprano Federica Balucani ha emozionato tutti. Presenti il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ed il Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Vittorio Pisani. Domenica 14 settembre l’evento clou del Raduno nazionale con la sfilata degli associati in Prato della Valle, presentata dalla giornalista

Ilaria Dalle Palle, che ha visto la partecipazione delle Sezioni ANPS provenienti da tutta Italia, dei Reparti della Polizia di Stato e della Protezione Civile, del Gruppo Bandiera e della Banda della Polizia di Stato e dei Vice Ispettori del 19° Corso Nettuno e di una rappresentanza delle Fiamme Oro - Settore di atletica e Sezione paralimpica. La sfilata sarà accompagnata da brani musicali eseguiti dalla Banda della Polizia di Stato. Presenti in tribuna il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ed il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Vittorio Pisani.

Essere in prima linea vuol dire operare con la passione e soprattutto la promessa di presenza costante e di assistenza continua che la Polizia di Stato fa ai cittadini, per corrispondere concretamente alle loro aspettative, sicurezza percepita. “Il mio lavoro rispecchia il claim della Polizia: #ESSERCISEMPRE con la quotidiana opera di soccorso, difesa e vicinanza al cittadino, con le nostre campagne di sensibilizzazione e di prevenzione con il nostro immedesimarci nella condizione sociale, culturale e psicologica – in un’unica parola: umana – del cittadino intercettando le sue paure e rassicurandolo con la nostra presenza protettiva e professionale.

Esserci Sempre non è solo il claim della Polizia ma anche una modalità di vita. Per lei cosa vuol dire?

Poliziotti non lo si è solo durante le ore passate in ufficio, lo si è sempre, lo si è anche senza la divisa, lo si è dovunque. Il nostro non è un lavoro per cui si spegne il PC, si torna a casa e “ci si pensa domani”. Quel domani, per alcuni potrebbe essere troppo tardi e per molti altri invece avremmo perso l’unica occasione che ci hanno concesso per essere aiutati. Il nostro lavoro è un’autentica missione di vita che richiede tanta passione e tanto sacrificio. Esserci sempre vuol dire mettersi al servizio delle persone che hanno richiesto il nostro aiuto, vuol dire saper ascoltare, vuol dire saper essere empatici, vuol dire mettere a frutto le nostre qualità, vuol dire saper aiutare, vuol dire assicurare le persone che sbagliano alla giustizia, vuol dire saper essere giusti, vuol dire non giudicare, vuol dire essere equilibrati, vuol dire lasciare che le persone si fidino e affidino a noi, vuol dire esserci anche (e soprattutto) quando è la nostra giornata più nera e buia.

Perché ha scelto di entrare nella Polizia di Stato?

Ho scelto di entrare in Polizia al termine dei miei studi universitari in giurisprudenza. Sin da piccola ho sempre sentito di voler essere parte attiva nella collettività, di poter aiutare i più deboli e vulnerabili. Credo fermamente che la Polizia di Stato sia una missione. Chi sceglie di farne parte sa che non si tratta di un lavoro come un altro. Ci sono sacrifici, rinunce personali e familiari che pur tuttavia sfumano di fronte alle tante gratificazioni professionali ed

umane. Tante attestazioni di stima ed affetto, spesso anche da parte di sconosciuti ai quali sei riuscita a dare supporto in un momento o in una situazione difficile.

Un suggerimento ai giovani che vogliono entrare in Polizia. Entrare a far parte della Polizia di Stato è una scelta che dà occasione di realizzazione di motivazioni personali, come il senso di appartenenza e la condivisione di valori e offre una grande opportunità di crescita professionale attraverso percorsi di carriera che valorizzano dedizione, preparazione e impegno. E poi aggiungerei una particolarità che forse può attirare la riflessione dei giovani . La Polizia di Stato esercita in via esclusiva le funzioni di autorità tecnica di pubblica sicurezza; questo significa misurarsi tutti i giorni con il contemperamento di interessi costituzionali primari durante le pubbliche manifestazioni e la direzione dell’ordine pubblico che ci è affidata.

Fino a un anno fa era nella Polizia di Stato dove prestava servizio?

Sono entrata a far parte della grande famiglia della Polizia di Stato nel settembre 1986, tra le prime donne ad accedere al ruolo di agente. Il mio percorso professionale si è interamente sviluppato all’interno della Specialità della Polizia Stradale, che ho avuto l’onore di servire con dedizione in ogni fase della mia carriera. Tra gli incarichi più significativi ricoperti, vi è quello di Comandante del Distaccamento della Polizia Stradale di Monfalcone, esperienza che ha rappresentato un momento di grande responsabilità e crescita professionale. Ho concluso il mio servizio attivo con il ruolo di Funzionario Addetto presso il Compartimento della Polizia Stradale per il Friuli Venezia Giulia, con sede a Trieste. Guardando indietro, porto con me un profondo senso di gratitudine per il cammino compiuto, per le persone incontrate e per le sfide affrontate. È stato un viaggio professionale e umano intenso, che ha contribuito a definire non solo la mia carriera, ma anche la persona che sono oggi. Servire lo Stato, al fianco di colleghi straordinari, è stato un privilegio che conserverò sempre con orgoglio e rispetto.

Attualmente iè il Presidente della Sezione ANPS di Monfalcone… in che cosa consiste il suo impegno?

Ricopro l’incarico di Presidente della Sezione ANPS di Monfalcone, ruolo che ho assunto nel 2019, quando ero ancora in servizio attivo. Questo dimostra come l’adesione all’Associazione Nazionale della Polizia di Stato non sia riservata esclusivamente al personale in quiescenza, come spesso si è portati a credere, ma sia aperta anche a chi è ancora in servizio, con l’obiettivo comune di continuare a rappresentare e promuovere i valori della Polizia di Stato anche al di fuori dell’ambito operativo. All’interno della nostra Sezione, ci impegniamo a portare avanti con convinzione i principi

di legalità, rispetto e senso civico propri dell’Istituzione che rappresentiamo, senza dimenticare l’importanza dell’amicizia, della solidarietà e della collaborazione, anche con le realtà istituzionali e associative presenti sul territorio.

Quanto dell’esperienza maturata nella Polizia di Stato porta nel suo attuale impegno?

Come ho già avuto modo di sottolineare, anche all’interno dell’Associazione continuo a portare avanti quei valori in cui ho sempre creduto e che hanno da sempre ispirato il mio percorso professionale. Valori come l’impegno, la dedizione e l’altruismo non hanno rappresentato soltanto principi guida nel mio lavoro quotidiano nella Polizia di Stato, ma sono stati, e continuano ad essere, parte integrante della mia vita, sia sul piano personale che oggi, con orgoglio, in ambito associativo. Credo fortemente che questi valori, se vissuti con coerenza e convinzione, possano ancora oggi essere un esempio concreto e positivo per le nuove generazioni e per tutta la comunità.

A Padova si è tenuto il raduno nazionale dell’ANPS come ha vissuto questa giornata? Cosa rappresenta per voi questo momento? Un suggerimento ai giovani che vogliono entrare in Polizia.

Anche la giornata di ieri è stata, senza dubbio, un momento di grande emozione. È stato il mio terzo raduno, e ancora una volta si è rivelato un’occasione preziosa per ritrovare tanti “colleghi” che non vedevo da tempo, rinsaldare legami di amicizia e condividere ricordi ed esperienze comuni. In questi incontri si percepisce con forza quanto i valori che ci hanno unito per anni, e se anche per molti di noi, la divisa non è più indossata, continuino ad essere vivi e presenti. Quei valori rappresentano le fondamenta su cui abbiamo costruito il nostro cammino professionale e personale, e sono ciò che ancora oggi ci tiene uniti come una vera famiglia. Come ho già ricordato, sono entrata a far parte della Polizia di Stato ormai nel lontano 1986, anche se, a volte, sembra ieri. Fin dai primi giorni ho trovato non solo un ambiente professionale, ma una vera e propria seconda famiglia. Con i colleghi del primo corso – pur vivendo oggi in diverse regioni d’Italia – siamo rimasti in contatto nel tempo, e in più di un’occasione siamo anche riusciti a ritrovarci di persona. Questo perché la Polizia, quando la vivi con passione e convinzione, ti entra davvero nel cuore. A chi oggi si appresta a intraprendere questo straordinario “viaggio”, auguro di viverlo con entusiasmo, senso del dovere e rispetto per il ruolo che si è chiamati a ricoprire. È un cammino che lascia un segno profondo, fatto di esperienze, valori e legami che durano per tutta la vita.

Rocco

Serena

Miley

L’Italia all’Opera

Un viaggio nel mondo del melodramma. Il programma condotto da Mario Sechi, in onda sabato 19 settembre alle 22.15 in prima visione su Rai 5, racconta un’invenzione tutta italiana un tesoro riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo, oltre che un’importante macchina produttiva, riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dall’UNESCO nel 2023

A“Che Magnifica Impresa” è di scena la storia affascinante dell’Opera italiana, un patrimonio unico che ha saputo fondere arte, musica e identità nazionale. Tutto comincia con la nascita del melodramma nelle corti rinascimentali e nei teatri veneziani, per poi proseguire nei fasti del bel canto del Seicento e Settecento, fino all’esplosione romantica dell’Ottocento, legata ai grandi nomi di Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi e Puccini. Un’avventura che non si ferma alla tradizione, ma si proietta nel futuro, grazie alle reinterpretazioni contemporanee e ai giovani talenti che oggi tengono viva questa straordinaria forma d’arte. Ad accompagnare Mario Sechi sono il giornalista Enrico Stinchelli, il sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala Fortunato Ortombina, il soprano Eleonora Buratto in collegamento da Valencia e il Maestro Michele Mariotti dal Teatro dell’Opera di Roma.

La settimana di Rai 5

Film

Nostalgia

Un intreccio di storie d’amore che si connettono tra loro, tra legami tra passato e presente. Lo racconta il film di Mark Pellington in onda lunedì 15 settembre alle 21.15

Concerto per Agrigento

Capitale Italiana della

Cultura 2025

Dal Parco Archeologico della Valle dei

Templi di Agrigento, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta dal M° Riccardo Muti. Giovedì 18 settembre alle ore 21.15

Opera

La forza del destino

Dal Teatro Comunale di Firenze l’opera di Verdi con la regia di Nicolas Joël e la direzione musicale di Zubin Mehta. In onda martedì 16 settembre alle 8

Balletto

Giselle

Balletto su soggetto di Théophile Gautier e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges. Musica Adolphe-Charles Adam, direttore Kevin Rhodes, coreografia Carla Fracci. In onda venerdì 18 settembre alle 8

Paradisi da salvare

Le isole Galapagos

A mille chilometri dalle coste dell’Ecuador rappresentano gli ultimi lembi di terraferma prima dell’immenso Oceano Pacifico. In onda mercoledì 17 settembre alle 22.15

Signorie

La Firenze dei Medici

Genesi ed essenza del Rinascimento Italiano. In onda sabato 19 settembre alle 21.15

Documentario

Gabriella

È Gabriella Ferri la protagonista del doc coprodotto da Red Film con Rai Documentari e Cinecittà, in onda domenica 21 settembre alle 21.25

ITALO CALVINO il labirinto del mondo

Intellettuale impegnato e lucido, Italo Calvino è stato uno dei narratori più significativi del Novecento. A 40 anni dalla sua scomparsa, Rai Cultura lo ricorda venerdì 19 settembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. A raccontarlo, Paolo Mieli e la professoressa Barbara Berruti

Scrittore multiforme, ha sviluppato negli anni una narrativa innovativa che ha saputo combinare fantasia, riflessione filosofica e rigore strutturale. Una produzione, la sua, sempre curiosa del mondo, che ha fuso insieme sperimentazione e leggerezza e che, dall’esordio nel dopoguerra con opere legate al neorealismo, si è trasformata nei lunghi decenni della sua attività. Per Calvino la letteratura è uno strumento per penetrare decodificare e interpretare la realtà, rendendo universali temi complessi come il rapporto tra realtà e immaginazione, scienza e poesia, ordine e caos. Grande anticipatore di riflessioni contemporanee sul linguaggio sull’identità e sulla percezione della realtà.

La settimana di Rai Storia

Viaggio in Sicilia

Catania tra acqua e fuoco

Il viaggio della scrittrice Simonetta

Agnello Hornby e del suo amico illustratore Massimo Fenati prosegue verso Catania. Lunedì 15 settembre alle 21.10

5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità

Odissea dietro il mito.

Giganti e amanti

La paleontologia, la botanica e l’attenzione di Omero al mondo femminile sono le chiavi per risalire all’origine dei grandi misteri dell’Odissea e per scoprire le realtà nascoste nelle vicende narrate. Giovedì 18 settembre alle 21.10

Passato e Presente

La società delle Nazioni

La Società delle nazioni, alla sua nascita nel 1919, incarna le speranze di pace del nuovo mondo uscito dalla Prima Guerra Mondiale. In onda domenica 21 settembre alle 20.30

Passato e Presente

La psicoanalisi in Italia durante il fascismo

I primi tentativi di divulgazione della psicoanalisi in Italia si scontrano però con la diffidenza della comunità scientifica. Martedì 16 settembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia

La guerra del Vietnam

Il peso dei ricordi

Con straordinarie immagini d’archivio e toccanti testimonianze ai sopravvissuti, lo speciale va in onda venerdì 19 settembre alle 21.10

L’Italia della Repubblica

L’Italia nella guerra fredda

Il 18 aprile 1948 l’Italia va al voto. È una festa della democrazia che vede un’affluenza del 92%, e il trionfo della Dc di Alcide De Gasperi, che supera il 48% dei consensi. Mercoledì 17 settembre alle 21.10

Cinema Italia “Telefoni bianchi”

Regia di Dino Risi, con Vittorio Gassman, Agostina Belli, Ugo Tognazzi, Cochi Ponzoni, Lino Toffolo. Sabato 20 settembre alle 21.10

La porta aperta

I nuovi episodi della serie con Oreste Castagna, in onda a partire da mercoledì 17 settembre dal lunedì al venerdì alle 16 su Rai Yoyo

Oreste e Chiara vivono in una tenda magica, un luogo sospeso dove ogni giorno si celebra l’accoglienza e la condivisione. A merenda, la porta si apre per ospitare creature venute dal mondo delle favole: il Lupo Cattivo, Cenerentola, Hansel e Gretel... Alcuni arrivano arrabbiati, altri confusi, ma tutti trovano posto alla tavola di

Oreste, che li accoglie con calma, pane e parole. In quel rifugio intimo, la narrazione diventa rito. Dal soffitto scende un visore che mostra una donna, figura guida e narratrice, raccontare storie capaci di risvegliare la coscienza dell’ospite, restituendogli un nuovo sguardo sul proprio vissuto. Attraverso dialoghi surreali, piccoli gesti e momenti di silenzio, ogni incontro diventa un’occasione per trasformare la rabbia in ascolto, il dolore in consapevolezza. “La porta aperta” è una serie poetica ed educativa, dove il fantastico incontra il quotidiano, e l’immaginazione diventa lo strumento per insegnare valori profondi con dolcezza e umorismo.

Nelle librerie e negli store digitali

CLASSIFICHE AIRPLAY per Radiocorriere TV

CINEMA IN TV

Jumanji, The Next Level – Martedì 16 settembre ore 21,20 – Anno 2019 - Regia Jake Kasdan

Un incredibile viaggio tra i pericoli della natura, pirotecnico sequel del film cult per ragazzi “Jumanji” del 1995. Stavolta non è il famigerato gioco di società a riversarsi nella nostra realtà, ma un quartetto di liceali a finire risucchiati all’interno dello stesso gioco, che in questo caso ha le fattezze di un videogame vintage. I quattro ragazzi si tramuteranno nei loro coraggiosi avatar e avranno solo poche ore (e un numero limitato di “vite”) per salvare il regno di Jumanji dai piani del malvagio Russell Van Pelt, così da poter tornare alla loro vita. Diretto dal figlio d’arte Jake Kasdan, “Jumanji – The next level” è il tentativo di rilanciare per le nuove generazioni un brand di culto e trasformarlo in una saga.

Nella Francia occupata dai nazisti, viaggia un treno che trasporta un tesoro in opere d’arte trafugato ai musei di Parigi. Il comandante tedesco è un raffinato esteta. Ma il macchinista è uno dei capi della Resistenza. Prima ostacola in ogni modo il viaggio, poi dirotta il treno fuori dal percorso prefissato. Finisce in un massacro: il comandante germanico fa una strage dei civili, ma il macchinista uccide lui a colpi di mitra.

Il treno – Mercoledì 17 settembre ore 21,10 Anno 1964 – Regia John Frankenheimer

Lionheart, Scommessa vincente –Venerdì 19 settembre ore 21,20 –Anno 1990 –Regia Sheldon Lettich

Un grande classico del cinema action moderno che ha consacrato Jean-Claude Van Damme come star assoluta del cinema d’azione americano: è “Lionheart. Scommessa vincente” di Sheldon Lettich. Il legionario Lyon Gaultier è intenzionato a disertare la sua missione per raggiungere il fratello a Los Angeles, rimasto vittima di un attentato da parte di una gang di narcotrafficanti. Ma per trovare i soldi necessari alla fuga, Lyon inizia a partecipare a dei tornei di arti marziali diventando presto un campione. Nel frattempo, il comandante di Lyon, Adjutant, sguinzaglia un gruppo di sicari per trovarlo e riportalo da lui, vivo o morto.

Isabel è una fotografa di moda di New York che pensa esclusivamente alla carriera e che deve occuparsi dei figli del suo nuovo compagno Luke: Anna di dodici anni e Ben di sette. Sia Isabel che i due bambini amano con tutto il cuore Luke, ma tra di loro i rapporti non sono idilliaci. Isabel deve fare i conti anche con Jackie, la madre naturale, considerata dai due bambini insuperabile in tutto. La donna nutre ovviamente del risentimento nei confronti di Isabel che le ha “rubato” i figli. Ma un giorno Jackie si scopre malata di cancro. Le due, dopo reciproche accuse e liti furibonde, riescono comunque a trovare un equilibrio e a diventare finalmente amiche, per il bene dell’uomo che hanno amato e che amano e soprattutto per il bene dei bambini.

amiche – Sabato 20 settembre ore 21,10 – Anno 1998 – Regia Chris Columbus

Nemiche

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