

Marco Liorni
Marco Liorni
MARCO LIORNI
Il conduttore torna, per il terzo anno consecutivo, alla guida de “L’Eredità”. Da lunedì 20 ottobre, tutti i giorni alle 18.40
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PRIX ITALIA –
Dal 20 al 24 ottobre a Napoli la 77esima edizione del Concorso internazionale per broadcaster della Rai
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REPORT
Da domenica 26 ottobre in prima serata su Rai 3 la nuova edizione del programma d’inchiesta condotto da Sigfrido Ranucci
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Fiorello torna su Radio 2 con “La Pennicanza” dal lunedì al venerdì, dalle 13.45 alle 14.30
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SIGFRIDO RANUCCI
La solidarietà della Rai, dei suoi vertici, dei dipendenti e collaboratori, al giornalista e conduttore di “Report” vittima dell’attentato dinamitardo del 16 ottobre
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RADIOCORRIERETV
SETTIMANALE DELLA RAI
RADIOTELEVISIONE ITALIANA
Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997
Numero 42 - anno 94 20 ottobre 2025
DIRETTORE RESPONSABILE
FABRIZIO CASINELLI
Redazione - Rai
Viale Giuseppe Mazzini 14 00195 ROMA Tel. 0633178213
PAOLO PETRECCA
Il direttore di Rai Sport racconta le Olimpiadi invernali in Tv. Dal 6 al 22 febbraio 16
Carmine Recano è Don Giuseppe nella serie di Rai 1 diretta da Luca Miniero 20 NOI DEL RIONE SANITA’
www.radiocorrieretv.rai.it www.ufficiostampa.rai.it
Collaborano Laura Costantini
Cinzia Geromino
Tiziana Iannarelli Vanessa Penelope Somalvico
Con Eleonora Daniele da lunedì 20 ottobre per nove settimane in seconda serata su Rai 1
Maurizio Ferrini racconta l’amata signora romagnola concorrente di “Ballando con le Stelle” il sabato sera su Rai 1
Le serie Rai al mercato internazionale dell’audiovisivo di
La vita è adesso: 40 concerti per celebrare il capolavoro di Claudio Baglioni
Quel che si cela dietro una storia letteraria
GENITORI, CHE FARE?
Riparte il programma dedicato alle famiglie, con un focus speciale sui genitori. Con Gianni Ippoliti tutte le domeniche dal 19 ottobre alle 17 su Rai 2
Manila Nazzaro e Julian Borghesan raccontano il programma in onda su Rai Radio 2 dal lunedì al venerdì alle 14.30
Il Commissario Serena Siciliani della Questura di Vicenza racconta la sua esperienza con la divisa della Polizia di Stato
L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai 44
Tutti i giorni alle 15 su Rai
Yoyo la divertente serie inglese realizzato con la tecnica dello stop-motion
48 SHAUN VITA DA PECORA 7
Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay 50 LE CLASSIFICHE DI RADIO MONITOR
CINEMA IN TV
Una selezione dei film in programma sulle reti Rai 52
Il conduttore torna, per il terzo anno consecutivo, alla guida de “L’Eredità”, con all’attivo ben 360 puntate. L’intervista del RadiocorriereTv: «Ogni giorno per noi è come una prima puntata –afferma – ci mettiamo sempre gusto, entusiasmo, curiosità». L’appuntamento è su Rai 1 da lunedì 20 ottobre, tutti i giorni alle 18.40
Due edizioni alle spalle, una in partenza, cosa ha imparato da “L’Eredità”?
Ho imparato tanto! “L’Eredità” è quiz puro, anche se in questi anni si è evoluto. Dentro c’è anche qualcosa che ho imparato nei cinque splendidi anni a “Reazione a catena”.
Come ha caricato le batterie nel corso dell’estate?
Libri, mostre, film e serie ma soprattutto tanta natura. Ma abbiamo lavorato tanto sulle novità della nuova edizione.
Una lunga carriera alle spalle, tante trasmissioni condotte, qual è il segreto per condurre al meglio l’Eredità?
Non credo ci sia un segreto... ogni giorno per noi è come una prima puntata, ci mettiamo sempre gusto, entusiasmo, curiosità.
Quali nuovi giochi ci porta la nuova edizione?
Un meccanismo più meritocratico nel “Triello” e il nuovo gioco che si intitola “1, 2, 3 ...quella!”: tre indizi che fanno riferimento a parole molto diffuse. Tutti ce le abbiamo sulla punta della lingua ma a volte non ti vengono!
“L’Eredità” è sinonimo di famiglia, cosa le ha dato, nel rapporto con il pubblico, questo programma?
Bravo! Ha trovato un bel sinonimo. Mi ha dato il privilegio di stare con il pubblico in quell’ora in cui la giornata comincia a essere alle spalle, magari l’ora in cui si prepara la cena o si cena o si fa un aperitivo… Quindi un orario di mezzo, di relax. Si crea una specie di complicità.
Hai un consiglio per affrontare al meglio la ghigliottina?
Sì, ma non è un consiglio semplice: bisogna essere concentrati e allo stesso tempo bisogna lasciarsi andare. Sembra un ossimoro, ma ti devi un po’ astrarre per tenere la testa libera di viaggiare tra gli indizi e le associazioni e arrivare così alla mitica parola della ghigliottina.
Cosa deve avere un concorrente per entrare nel cuore del pubblico e anche nel suo?
Essere felice mentre sta con noi. Ci aiuta nel creare il clima che vogliamo vivere e aiuta anche lui, perché se sei felice giochi più leggero e forse magari indovini anche di più.
A dicembre sarà di nuovo in Calabria con “L’anno che verrà”, cosa rappresenta per lei la diretta di fine e inizio anno?
Lo scorso anno mi ha dato una grande emozione perché è un momento altamente rituale della televisione, l’ho vissuto decine di volte dall’altra parte, quindi stare lì…viaggi con la consapevolezza di quanto quella sera stai dentro tantissime case in un momento carico di emozioni e di speranze
Il game show più longevo della televisione italiana festeggia i suoi 24 anni, continuando a registrare ottimi ascolti. La scorsa edizione ha ottenuto una media di 4,2 milioni di telespettatori con il 26,04% di share. La puntata più seguita è stata quella del 13 febbraio 2025 con 5 milioni di telespettatori e il 29,3% di share, mentre i picchi hanno toccato 5,8 milioni e il 31,5%. Tra le novità di questa edizione c’è il gioco “1, 2, 3…”: il concorrente, partendo da tre indizi, dovrà indovinare l’oggetto o l’argomento misterioso, per continuare la sua avventura fino a conquistare l’accesso all’imperdibile Ghigliottina. Qui il Campione di puntata avrà l’occasione di aggiudicarsi il montepremi accumulato durante la gara. Confermata la presenza delle due Professoresse: la trevigiana Greta Zuccarello e la veneziana Linda Pani. La regia è di Luigi Rizza.
I numeri de “L’Eredita’“
In questi anni sono stati circa 26.000 i concorrenti che hanno preso parte al game show, e 450.000 le domande formulate. Tra i tanti partecipanti al game show, è Guido Gagliardi il concorrente che ha vinto di più (con 316.250,00€ e 5 ghigliottine indovinate), mentre Massimo Cannoletta è il concorrente che ha partecipato a più puntate consecutive (51 puntate con 8 ghigliottine indovinate e 280.000€ di montepremi). Le ghigliottine conquistate sono 830 e hanno permesso di distribuire premi per 43,5 milioni di euro. Nella passata edizione sono state vinte 28 ghigliottine su 208 puntate per un totale di € 1.500.000. Con un totale di 5.472 puntate andate in onda “L’Eredità” resta uno dei programmi più amati dal pubblico italiano.
Dal 20 al 24 ottobre la 77esima edizione del Concorso internazionale per broadcaster della Rai
Ha compiuto 77 anni e ha il blasone di chi ha ospitato in casa propria il meglio della produzione culturale mondiale, artisti e intellettuali illustri, come Samuel Beckett, Umberto Eco e Italo Calvino, registi come Ingmar Bergman, Federico Fellini e Peter Brook, e compositori come Luciano Berio e Krzysztof Penderecki. Hanno anche partecipato all’evento nomi come Eduardo De Filippo, Bertolt Brecht e Eugène Ionesco. Per rispettare la grande tradizione che l’accompagna, in questa edizione, tra i finalisti, due prodotti candidati agli Emmy International: Hell Jumpers (BBC, nella categoria TV documentari) e Ryuichi Sakamoto: Last Days (NHK, in quella TV performing arts).
Il Prix Italia, il concorso internazionale per broadcaster della Rai, a Napoli dal 20 al 24 ottobre 2025, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e
con il Comitato Nazionale Neapolis 2500 Napoli Musa, continua anche oggi nella sua missione di intercettare il meglio della produzione televisiva, radiofonica e digitale con cuore, vista e spirito sorprendentemente giovanili: sempre vicino ai temi della stretta attualità, alle tendenze culturali del momento, alle tematiche che attraversano e coinvolgono la società civile. E sarà così anche quest’anno a partire dal titolo “Get Real”, un’esortazione a vivere l’esperienza, a raccontare la realtà dei fatti senza filtri, nel mare insidioso di una quotidianità sempre più segnata da informazioni contraddittorie o non verificate. Nel key visual, come una polena benaugurante, la sirena Partenope ispira le onde del Golfo che si trasformano in frequenze in grado di creare connessioni tra culture e popoli, in un desiderio di conoscenza e comprensione reciproca. 238 i programmi iscritti al concorso, presentati da 89 broadcaster in rappresentanza di 60 Paesi provenienti da tutto il mondo. Un’edizione più internazionale che mai con l’istituzione della prima edizione del Global South Award, premio destinato al miglior documentario video che sappia coniugare innovazione, originalità e universalità del messaggio, riuscendo, attraverso la creatività, a supe-
rare la scarsità di mezzi e a valorizzare storie e talenti provenienti da contesti meno rappresentati. I video dei programmi finalisti in concorso saranno resi disponibili in lingua originale, sottotitolati in inglese, sulla piattaforma digitale Rai Play per due settimane a partire dal 20 ottobre. Oltre al Concorso internazionale, un programma come sempre variegato: grandi anteprime, eventi Rai aperti al pubblico e incontri con i protagonisti. Al centro sempre la visione della realtà e Napoli, con le sue ali spiegate verso il futuro.
Cinque giorni di eventi, anteprime, incontri, performance e produzioni live animeranno la città partenopea, mettendo al centro la cultura, l’innovazione e il racconto del reale, in chiave nazionale e internazionale. A partire dalla Mostra Collettiva “Noi siamo Partenope” nel Cortile d’Onore di Palazzo Reale, curata da Marina Polla De Luca in collaborazione con la Scuola Italiana di Comix, un’esperienza immersiva che omaggia Napoli attraverso gli occhi e la voce di straordinarie donne partenopee, sirene e muse “pioniere della comunicazione” che meglio l’hanno raccontata nel mondo. Ad aprire le giornate, Unomattina, in diretta ogni giorno su Rai 1 dal Cortile d’Onore, con la
conduzione di Massimiliano Ossini e Daniela Ferolla. A seguire, spazio a Paparazzi, il fortunato show in lingua inglese di Rai Italia, con Filippo Solibello e Marco Ardemagni. Il racconto televisivo sarà arricchito da Andrea Bettini (RaiNews24) in una puntata speciale di Futuro24 dedicata all’innovazione a Napoli, gli speciali a cura della TgR su Rai 3 nazionale, le dirette su RaiPlay non geo bloccate. Per la Radio, il podcast live La Grande Famiglia e la satira irriverente di Un Giorno da Pecora con Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. A tessere il racconto della settimana, uno speciale su Rai 1 firmato Monica Setta e Simona Autieri. Il titolo del festival – “Get Real” – è una vera e propria wake-up call e il tema della disinformazione sarà al centro di una alleanza inedita tra aziende, università, broadcaster e creator. A parlarne, tra gli altri, il giornalista Francesco Giorgino, Direttore dell’Ufficio Studi della Rai, e il divulgatore Andrea Moccia, fondatore di Geopop, nell’incontro interattivo e multimediale dal titolo “Get Real – Uniti contro la disinformazione”, in programma il 20 ottobre al Teatro di Corte. Per l’occasione saranno presentate le anteprime della nuova serie della campagna Rai “Pillole contro la disinformazione”, per riflettere su fake news e disordine informativo. Tra gli appuntamenti formativi spicca la masterclass “Resta indipendente. Riflessioni e strumenti per comunicare il sociale in modo creativo”, a cura di Pierluigi Colantoni in collaborazione con la Direzione RAI Comunicazione, workshop sul tema delle campagne di comunicazione sociale. Numerose le anteprime, grazie alla collaborazione con Rai Cinema, Rai Fiction, Rai Documentari, Rai Cultura, la Direzione
Contenuti Digitali e Transmediali, molte delle quali dedicate a Napoli e alla sua straordinaria vitalità culturale. Il 20 ottobre, al Teatro di San Carlo, l’apertura ufficiale con “Il Commissario Ricciardi”, in un evento speciale moderato da Giorgia Cardinaletti, in occasione dei 20 anni dalla pubblicazione del primo romanzo della serie di Maurizio de Giovanni. L’evento sarà inoltre fruibile anche per i non udenti attraverso la traduzione in LIS, grazie al contributo di Rai Pubblica Utilità. Durante la serata sarà distribuito un omaggio da collezione di Sergio Bonelli Editore, con appuntamento ai fan per l’immancabile firmacopie. Massimiliano Gallo presenterà il film “La Salita”, che aprirà “Napoliwood”, una due giorni dedicata al cinema che si concluderà con l’anteprima del documentario su Elvira Notari, pioniera del cinema muto partenopeo. Per i più giovani, spazio a Il Collegio, con la partecipazione dei “prof” del noto docu-reality, e a “Playing Memories”, una performance dedicata alla musica par-
tenopea messa in scena da giovani talenti europei. La musica d’autore sarà protagonista con “Via dei Matti n°0” di Stefano Bollani e Valentina Cenni, e con l’emozionante performance live dell’Orchestra Sanitansamble nella Cerimonia di Premiazione, che chiuderà il Prix la sera di venerdì 24. Mercoledì 22 nel Cortile D’Onore, Angelo Mellone (Direttore Intrattenimento Day Time Rai) presenta L’Italia è il set TV più bello del mondo, un evento con i conduttori storici dei programmi di territorio, per raccontare il ruolo di questi programmi nella promozione e nella valorizzazione della bellezza, della cultura, della storia e dell’identità della nostra Italia. Con un omaggio speciale a Napoli. Il 22 ottobre il Teatro di Corte di Palazzo Reale ospiterà la presentazione di Rai Libri “Amo le triglie di scoglio. Andrea Camilleri si racconta”, in occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri. Un incontro con l’autore Bruno Luverà in dialogo con il giornalista e scrittore Gaetano Savatteri. Il 23,
stessa location, si terrà l’incontro “Tra le strette vie della città. Ungaretti dà le parole allo schermo”: gli studenti delle scuole avranno l’occasione di dialogare con i produttori della docufiction “Giuseppe Ungaretti. Vita di un uomo”, un progetto che unisce linguaggio poetico e audiovisivo. Numerosi i talent e i cast presenti, con eventi speciali anche sui set iconici, come nel tributo a Un Posto al Sole. Nel programma anche i principali appuntamenti dell’International Week dedicati al dialogo mediterraneo e all’Informazione, una tavola rotonda sul XX° anniversario della Convenzione UNESCO 2005, gli incontri delle delegazioni partner, un workshop dedicato alle coproduzioni, i face to face con i finalisti e le giurie del Concorso, la Cerimonia di Premiazione e la prestigiosa BBC Lecture dal titolo “Truth in a Post-Truth World”, con la presenza di Jeremy Bowen, celebre corrispondente di guerra e International Editor di BBC News. Numerose le iniziative promosse dalla Direzione RIAE – Re-
lazioni Internazionali e Affari Europei – in collaborazione con importanti partner internazionali, a partire da EBU (European Broadcasting Union), nell’ambito dell’International Week, lanciata quest’anno all’interno del Prix Italia. Aperta il 16 ottobre dall’EBU Mediterranean Leadership Summit, focalizzato sulla diplomazia culturale multimediale per promuovere una narrativa di pace, nella cornice dei Med Dialogues di Ispi, proseguirà nella settimana del Prix con gli incontri dell’EBU International Broadcasting Assembly, in cui si discuterà di come migliorare la programmazione all’estero delle televisioni pubbliche europee con canali internazionali e dell’EBU News Assembly che porterà direttori news e media, editorial manager, docenti e direttori di scuole di giornalismo, inviati di guerra, esperti di giornalismo investigativo e giovani giornalisti a confrontarsi sui temi più scottanti dell’attualità. Tutti i dettagli degli appuntamenti in programma su www.prixitalia.rai.it
La solidarietà della Rai, dei suoi vertici, dei dipendenti e collaboratori, al giornalista e conduttore di “Report” vittima dell’attentato dinamitardo del 16 ottobre a Pomezia
Amministratore Delegato Rai Giampaolo Rossi e l’intera azienda si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio. Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo. La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano. Ogni tentativo intimidatorio contro chi lavora per un’informazione libera e indipendente è un attacco allo stesso Servizio Pubblico.
Il presidente facente funzioni Antonio Marano e l’intero Cda Rai esprimono massima e convinta solidarietà a Sigfrido Ranucci per il violento e vile attentato di cui è stato vittima e respingono con forza e determinazione ogni tentativo di intimidire chi svolge il proprio lavoro al servizio del pubblico. Non saranno certo le intimidazioni - che condanniamo in qualunque forma si presentino - a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo. Una realtà troppo spesso “avvelenata” dall’incapacità di costruire dialoghi costruttivi, che ci impegneremo ancora di più a promuovere, contro ogni violenza, contro ogni sterile contrapposizione.
Il racconto della complessità dei nostri tempi nelle inchieste di “Report”. «Mi attrae la possibilità di raccontare un contesto veramente complicato, forse il più complicato dal dopoguerra. Sempre con gli occhi aperti e con il massimo rigore» dice al RadiocorriereTv. Da domenica 26 ottobre in prima serata
Pochi giorni ancora e tornano le inchieste di “Report”, da dove si riparte?
Ripartiamo con il solito sguardo di “Report”, partiamo però con una nuova sigla, che alla soglia dei trent’anni abbiamo rinnovato cercando di parlare anche con i più giovani. Ci occuperemo di dove sono finiti i fondi per la cultura, del concetto di merito e di come è stato interpretato in questi anni. Il merito viene riconosciuto in maniera discrezionale e non oggettiva, si rischia in qualche modo di cadere nell’eccesso di potere. Torneremo a parlare di alimentazione, di come viene lavorata e trattata la carne che finisce sulle nostre tavole. Parleremo di sanità, in maniera sempre puntuale e approfondita, vedremo a che punto si è dopo gli investimenti del PNRR, e poi grande sguardo e profondità sui temi internazionali. Torneremo sugli interessi che ci sono sulla ricostruzione in Palestina, andando a vedere anche quali potessero esserci dietro ai bombardamenti e alla distruzione di Gaza. Ci occuperemo di come si sta comportando l’Europa sul conflitto Ucraina-Russia, della corsa agli armamenti. Vedremo anche come viene finanziato il progetto politico che fa capo a Trump, la destra americana, come viene finanziato in Europa. Daremo spazio a inchieste propositive, come quella sulle potenzialità della nostra industria spaziale, che se avesse un vero supporto anche a livello internazionale, in Europa non sarebbe seconda a nessuno. Parleremo anche del Garante della privacy, vedremo di chi è garante.
Cosa ti attrae e cosa ti spaventa dei nostri tempi?
Mi attrae la possibilità di raccontare un contesto veramente complicato, forse il più complicato dal secondo dopoguerra a oggi, quello di un giornalista è un punto di vista privilegiato. Ciò che mi spaventa di più è il senso di smarrimento che vive la gente per bene. Ho l’impressione che ci si sia anestetizzati all’orrore della guerra, incapaci di reagire emotivamente. Un senso di smarrimento alimentato dal fatto che non si hanno uomini di pace, che possono lavorare per la pace. Purtroppo, penso che sia destinata al fallimento, proprio per questo motivo, la pace a Gaza. Devi poterci lavorare attorno alla pace, non è un accordo tra affaristi.
Come si pone un programma di approfondimento come “Report” di fronte al tentativo, sempre più diffuso nell’era social, di semplificare il racconto della realtà?
Andando sempre a cercare la profondità, questo è il problema sostanziale. Il 70 per cento delle persone ormai si informa sul web, sui social, che però non sono lo strumento più adatto, perché la notizia che viene privilegiata non è quella vera, ma quella che raccoglie più click, che ha la capacità di raccogliere maggiore consenso, più visibilità. Faccio sempre un esempio paradigmatico: il 20 marzo 2020, in piena pandemia, apparve sui nostri profili social un video tratto dal Tg Leonardo di cinque anni prima, che parlava di un esperimento fatto in laboratorio in Cina, a Wuhan, su un coronavirus, e che sul web veniva
messo in relazione alla pandemia. Quel video fu diffuso alle 11 del mattino, nel giro di poche ore fece 470 mila visualizzazioni, rimbalzò sui siti ortodossi russi, su quelli americani di estrema destra, e fu rilanciato in Italia dai siti sovranisti. In poco tempo aveva raggiunto 680 milioni di visualizzazioni, si aveva la percezione che il virus fosse scappato da un laboratorio. Non era così.
“Report” ha indagato sulla diffusione di quella notizia… Siamo andati a vedere chi per primo l’avesse lanciata, ed era una signora di Riccione di 74 anni, che non potendo uscire di casa causa divieto, stava rassettando la propria abitazione. Mettendo mano ai cassetti trova un appunto che lei stessa aveva scritto cinque anni prima. Legge di questo Tg Leonardo, fa l’associazione con ciò che il mondo sta vivendo, e deduce che ciò che quel servizio racconta sia all’origine del virus della pandemia. Lo manda alle sue amiche che lo girano a loro volta ad altri amici e in poche ore fa il giro del mondo. Questo vuol dire che la signora era una depistatrice? Certamente no. Che i social media siano depistatori? No, fanno semplicemente il loro mestiere, quello di cercare di incamerare più follower possibili, di farci passare più tempo sulle loro pagine. Il fatto è che noi ci formiamo su questo tipo di strumenti, che riteniamo più credibili di un certo tipo di giornalismo.
Una carriera importante alle spalle, cosa ti insegna ancora questo mestiere?
Intanto che devi stare sempre con gli occhi aperti, che devi avere il massimo rigore perché uno scivolone può essere fatale per la tua credibilità, per quella del programma, dei compagni di lavoro e della Rai. E poi, soprattutto, che puntare sulla qualità, sulle idee, è ancora una scelta vincente.
A un giovane consiglieresti di fare il giornalista oggi?
Assolutamente sì. Abbiamo bisogno di giovani preparati, indipendenti.
Che consiglio gli daresti?
Di non confondere mai lo strumento tecnologico con i contenuti, di mantenere un giudizio critico e viva la propria memoria. Immaginiamo che la memoria digitale sia qualcosa di eterno, ma non è così. Se i motori di ricerca, le piattaforme di condivisione, gli strumenti del web dovessero staccare la spina, noi perderemmo un patrimonio immenso.
Sarebbe il caos…
Esempio ne è quanto accaduto a un avvocato di Latina qualche settimana fa. Aveva preparato una memoria difensiva per un proprio cliente citando alcune sentenze cercate attraverso l’intelligenza artificiale. Il giudice si accorge che quelle sentenze non c’erano mai state e rimprovera l’avvocato che a sua volta chiede all’IA per quale motivo gli avesse dato delle risposte sbagliate. L’intelligenza artificiale risponde di essere programmata per non deludere. Ecco, questo è un grande rischio.
A vent’anni dall’ultima edizione, quando Torino ospitò i Giochi invernali 2006, la fiamma olimpica si appresta a tornare in Italia. Appuntamento dal 6 al 22 febbraio, in televisione, in radio e su RaiPlay. Il RadiocorriereTv incontra il direttore di Rai Sport: «Vi faremo divertire ed emozionare, sperando di gioire per tanti successi italiani»
Dal 6 al 22 febbraio sulla Rai le Olimpiadi invernali, che spettacolo vedremo?
Uno spettacolo unico, dal quale ci aspettiamo grandi risultati dei nostri atleti. Sarà un racconto che prenderà il via con le Olimpiadi invernali e che proseguirà, a marzo, con i Giochi paralimpici invernali. Scenderà in campo la squadra di Rai Sport, cento persone al lavoro tra giornalisti, assistenti e tecnici, impegnata dalla mattina fino alla notte nella cronaca degli eventi e con trasmissioni di analisi e commento in onda sette giorni su sette. Si partirà su Rai 2 con “Mattina Olimpica” condotta da Tommaso Mecarozzi, fino al primo pomeriggio, tra le 18.30 e le 19.30 avremo un ampio Tg Sport, ci saranno le “Notti Olimpiche” con Sabrina Gandolfi, “Casa Italia” con Marco Lollobrigida, mio vicedirettore e volto storico di Rai Sport. Insieme ai giornalisti, capitanati da Auro Bulbarelli, avremo molti talent che ci aiuteranno a regalare agli italiani settimane piene di emozioni.
Il racconto delle gare e di tutto ciò che ruota intorno… Tra Milano, Cortina e Livigno racconteremo lo sci alpino come lo sci di fondo, il pattinaggio e lo slittino, il carling e lo snowboard. Saremo in diretta su Rai 2, la rete olimpica, e Rai Sport con le gare di tutte le 16 discipline. Insieme a quello sportivo ci sarà il racconto degli atleti e delle loro storie, del nostro territorio, delle Alpi tra le
montagne più belle del mondo, delle nostre città. Dal 17 novembre al 2 febbraio, ci avvicineremo alle Olimpiadi con “Road to Milano-Cortina”, in onda il lunedì alle 19 su Rai 2 al termine del Tg Sport. Dal 6 dicembre cominceremo invece a seguire la fiamma olimpica nel suo viaggio in Italia con una pagina dedicata trasmessa in coda al Tg Sport . Le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali saranno disponibili anche su RaiPlay.
Da giornalista e da tifoso, c’è un ricordo delle Olimpiadi invernali che ti sta particolarmente a cuore?
Pensando ai campioni più recenti ti dico Sofia Goggia, oro nel 2018 e argento 2022 nella discesa libera, penso alle imprese di tanti altri atleti e atlete italiani. La mia memoria da tifoso va lontano nel tempo, allo sci di Gustav Thöni, di Piero Gros, di Alberto Tomba, ai tanti sciatori che hanno fatto la storia dello sci, alle valanghe azzurre.
In quali discipline l’Italia potrà darci maggiori soddisfazioni?
Il mio cuore va allo sci, ma mi aspetto molto dallo snowboard e dal freestyle, con atleti molto forti: sono certo che saremo conquistati dalla spettacolarità di queste discipline. Credo che anche l’hockey su ghiaccio saprà darci delle belle soddisfazioni.
Una promessa ai telespettatori della Rai… Vi faremo divertire ed emozionare, sperando di gioire per tanti successi italiani. La Rai è Servizio Pubblico e un grande evento come le Olimpiadi deve essere visibile in chiaro, da tutti: lo sport è aggregazione, è sogno, insegna a gioire quando si vince e a rialzarsi quando si perde. Lo sport è anche racconto di vita vissuta e dei territori, dell’impiantistica italiana. Su questo fronte fiore all’occhiello è la nuova cabinovia di Livigno, completamente trasparente, dalla quale andremo anche in diretta.
Fiorello torna su Radio 2 e promette l’“aria fresca” che ci sveglierà tutti. Con
Spontaneità e ironia per una “pennica” speciale, subito dopo il pranzo. Dal lunedì al venerdì, dalle 13.45 alle 14.30 non prendete impegni, c’è “La Pennicanza”
«Tu non sai che cosa ho fatto in questa azienda: ho fatto Sanremo, ho cantato con Liza Minnelli e con Tony Bennett, ho danzato con Carla Fracci e Roberto Bolle, e ho ballato il Ballo del qua qua con John Travolta». Dopo tutte queste avventure straordinarie, è arrivato il momento della Pennicanza.
Fiorello, insieme alla sua inseparabile spalla Fabrizio Biggio, torna con lo show radiofonico fatto di sketch, improvvisazione e comicità fulminante. Un vero e proprio work in progress continuo, in cui lo showman dimostra, ancora una volta, di muoversi con naturalezza, mantenendo sempre uno sguardo vigile sull’attualità — fonte inesauribile di battute, imitazioni e spunti comici — tra una telefonata a un amico e ospiti d’eccezione. L’incursione di domenica scorsa da Bruno Vespa, a “Cinque Minuti”, ha solo anticipato il clima goliardico che da sempre contraddistingue Fiorello. E ora, in meno di un’ora al giorno, dal lunedì al venerdì, dalle 13.45 alle 14.30, su Rai Radio 2, lo showman promette di farci sorridere ancora una volta. Per chi non riuscisse a seguirlo in diretta, niente paura: alle 7 del mattino, sempre su Radio 2, arriva “La Sveglianza”, il best of del mini show comico. «In questo vecchiume che c’è in giro», ha ricordato Fiorello sui social, «noi saremo una ventata d’aria fresca». E noi rispondiamo: siamo pronti a farci spettinare!
La storia di Don Antonio Loffredo, parroco illuminato e visionario, grazie al quale ha avuto inizio il “Miracolo del Rione Sanità”, vive nel racconto della nuova serie diretta da Luca Miniero che ha scelto Massimo Recano per vestire i panni di Don Giuseppe Santoro.
Dal 22 settembre in prima serata Rai 1
La serie racconta la straordinaria trasformazione del Rione Sanità di Napoli: da quartiere malfamato e dimenticato, dove per decenni la criminalità ha soffocato ogni tentativo di riscatto sociale, a nuovo polo culturale e turistico, oggi simbolo di rinascita e speranza. Al centro di questo cambiamento c’è Don Antonio Loffredo, il parroco visionario che ha compiuto quello che molti chiamano il “Miracolo del Rione Sanità”. Nel 2006, con la fondazione di una cooperativa sociale, Don Antonio ha dato vita a un progetto di rigenerazione partito da un piccolo gruppo di sei giovani del quartiere. Insieme, hanno restituito vita a spazi abbandonati, creando opportunità di lavoro legate all’arte, allo sport e alla cultura — alternative concrete alla criminalità e al degrado. A questa figura si ispira il protagonista della serie, Don Giuseppe
Santoro (interpretato da Carmine Recano): un prete intraprendente e carismatico, guidato da una fede concreta, che crede nella salvezza attraverso l’azione. Don Giuseppe comprende che per cambiare davvero la Sanità bisogna prima cambiare lo sguardo dei suoi ragazzi — quelli senza futuro, nati e cresciuti tra le strade del quartiere — avvicinandoli al potere trasformativo della bellezza e dell’arte. Come in una moderna favola metropolitana, ispirata all’omonimo libro autobiografico di padre Antonio Loffredo, Noi del Rione Sanità intreccia il percorso di Don Giuseppe e della sua comunità con quello di una Napoli luminosa e contraddittoria, dove la miseria e la meraviglia convivono. È un racconto di rinascita collettiva, fatto di piccoli gesti di coraggio, solidarietà e amore per la propria terra.
«Indossare l’abito talare è stata un’esperienza particolare, quasi come entrare in un’altra dimensione. Ho subito avvertito il peso e la responsabilità di quel gesto: un’esperienza umana intensa, tra le più difficili ma anche tra le più emozionanti della mia carriera. Sono molto legato a questa storia, perché ho vissuto in prima persona il momento in cui don Antonio arrivò al quartiere Sanità e fondò la cooperativa. Ricordo bene i corsi — uno in particolare era tenuto da un mio caro amico — e spesso andavo a trovare i ragazzi, ad assistere agli spettacoli. Ho conosciuto da vicino quel lavoro e quella realtà: ragazzi segnati, spesso rassegnati, schiacciati dalla mancanza di opportunità. Eppure, in loro c’era una straordinaria luce, una creatività e una sensibilità rare. Don Antonio ha saputo coglierle, ha creduto in loro e ha trasformato un luogo dimenticato in una fucina di possibilità. Ha portato il teatro dentro la chiesa, creando spazi di incontro e di rinascita, offrendo ai ragazzi uno sguardo nuovo per ritrovare — e amare — la vita.»
Carmine Recano
«Il quartiere Sanità è un luogo che, da napoletano, conoscevo fin da giovane come difficile, quasi invivibile — ma non pericoloso. Tornarci da regista, ritrovare un territorio completamente trasformato, è già stata parte del racconto che volevo portare sullo schermo. Ho avuto la fortuna di conoscere don Antonio Loffredo e di apprezzarne l’energia contagiosa, capace di spiegare meglio di qualsiasi parola le ragioni di questa rinascita. La serie mi ha permesso di raccontare la sua straordinaria vicenda, attraverso un racconto corale ed emotivo, sullo sfondo di una Napoli viva e stratificata. Il Rione Sanità non è solo un susseguirsi di luoghi, ma un organismo pulsante, coprotagonista silenzioso che respira insieme ai personaggi. La macchina da presa si avvicina con rispetto, evitando ogni romanticizzazione del degrado o della sofferenza, cercando invece la bellezza nei dettagli quotidiani, nei gesti minimi, nei silenzi. L’unicità del cast che popola questa serie si è rivelata un supporto chiave nel dipingere questa incredibile vicenda di riscatto e speranza. Carmine Recano incarna la figura di guida morale, mai idealizzata e anzi profondamente umana, ed è affiancato da altri grandi nomi come Giovanni Ludeno, Bianca Nappi, Vincenzo Nemolato e Tony Laudadio. Insieme a loro anche Ludovica Nasti e un gruppo di giovani attori napoletani – molti dei quali esordienti – portano in scena una generazione in bilico tra rischio e possibilità, restituendo interpretazioni asciutte, sincere e lontane da ogni retorica.»
Luca Miniero, regista
Don Giuseppe Santoro (Carmine Recano)
Prete idealista e carismatico, guida un progetto di rigenerazione sociale nel cuore del Rione Sanità. La sua missione è concreta prima che spirituale: offrire a chi è in difficoltà un’occasione reale di riscatto, aiutandolo a costruire un futuro dignitoso e autonomo per sé e per la propria famiglia.
Massimo (Rocco Guarino)
Figlio di un collaboratore di giustizia, sogna di fare l’attore ma è irresistibilmente attratto dalle scorciatoie del crimine. Inizialmente diffidente verso Don Giuseppe, cade poi nella rete del boss Mariano Sommella, che sfrutta le sue fragilità e il bisogno di sentirsi parte di una “famiglia”.
Enzo (Federico Cautiero)
Amico leale di Massimo, è segnato dalla morte del fratello e schiacciato da un dolore che lo spinge verso la vendetta. Attraverso il teatro e la cooperativa guidata da Don Giuseppe ritrova un senso, una speranza, e anche l’amore. Diventa così il simbolo della resilienza e della rinascita del rione.
Mimmo (Giampiero De Concilio)
Ragazzo solare e instancabile, aiuta i genitori nel piccolo emporio di famiglia. Quando la camorra mette a rischio la sua vita e quella dei suoi cari, sarà costretto a mettere alla prova il proprio coraggio e la propria integrità, anche a costo di scontrarsi con l’amico Massimo. Alla fine, riuscirà a coronare il suo sogno d’amore con Caterina.
Caterina (Caterina Ferioli)
Cresciuta nei “quartieri alti”, figlia di un magistrato e di un’aspirante artista, inizialmente vive con disagio il trasferimento nel Rione Sanità. Ma il teatro diventa per lei un rifugio e una forma di libertà. Il conflitto con il padre la spingerà a lottare per affermare se stessa e per vivere apertamente il suo amore per Mimmo.
Anna (Ludovica Nasti) e Alex (Federico Milanesi)
Figli di un panettiere e di una madre detenuta, crescono grazie alle attività promosse da Don Giuseppe. Anna, inizialmente frivola e soggiogata da Massimo, trova la forza di cambiare, dedicandosi al fratello Alex e aiutandolo a superare la dislessia e la paura di studiare.
Manuela (Nicole Grimaudo) e Matilde (Andrea Solimena)
Manuela, ex promessa sposa di Don Giuseppe, vive un matrimonio segnato dalla violenza e dall’alcol. Rancorosa verso il parroco che l’ha abbandonata sull’altare, troverà in lui un alleato inatteso quando la figlia Matilde verrà rapita dal padre. Il percorso per ritrovarla sarà anche un cammino di perdono.
Mariano Santella (Giovanni Ludeno)
Camorrista carismatico e manipolatore, tira i fili nell’ombra e seduce gli adolescenti del quartiere — tra cui Massimo — per tenerli legati al potere criminale, sabotando ogni tentativo di riscatto civile e sociale.
Carmine (Ivan Castiglione)
Padre di Massimo, detenuto a Poggioreale, ha scelto di collaborare con la giustizia dopo una vita nella criminalità. Orgoglioso del suo cambiamento, tenta con fatica di riconquistare la fiducia del figlio.
Suor Celeste (Bianca Nappi)
Pragmatica, ironica e dal cuore grande, è la spalla silenziosa di Don Giuseppe. Con intelligenza e spirito materno, lo aiuta ad affrontare le difficoltà, aggirare la burocrazia e tenere insieme la comunità.
Lello (Tony Laudadio) e Asprinio (Vincenzo Nemolato)
Lello, sacrestano bonario e goloso, è spesso ripreso da Asprinio, un “chierichetto” di oltre trent’anni che rappresenta il legame più autentico tra Don Giuseppe e la gente del quartiere.
Sante (Vincenzo Antonucci) e Stella (Chiara Celotto)
Giovane operaio onesto ma intrappolato nella precarietà, Sante muore tragicamente sull’altare, lasciando un vuoto profondo nel gruppo. La sua compagna Stella, incinta, trova nella memoria del suo amore la forza di andare avanti e di dare al loro bambino un futuro diverso.
Il vescovo Cassino (Maurizio Aiello) e don Bastiano (Fabio Troiano)
Rappresentano l’autorità della Curia: Cassino, più bonario e ambiguo, tende a chiudere un occhio sui metodi non convenzionali di Don Giuseppe; Don Bastiano, invece, è il suo acerrimo rivale, custode inflessibile delle regole e del potere ecclesiastico.
Don Giuseppe Santoro, prete combattivo e innovatore, è costretto a lasciare l’incarico al carcere di Poggioreale dopo che alcuni detenuti sono evasi nel corso di una trasferta organizzata da lui per avviare un progetto di reinserimento sociale. Il parroco viene destinato dalla Curia al rione Sanità dove trova un contesto molto difficile in cui la malavita e la dispersione scolastica impediscono qualsiasi prospettiva di riscatto per i giovani del quartiere. Nonostante l’ostilità iniziale, Don Giuseppe comincia a muovere i primi passi nel nuovo ambiente e a sfidare gli imperativi della Curia e le azioni criminali di Mariano, il boss del quartiere, celebrando il funerale pubblico di un ragazzo ucciso dalla malavita sul sagrato della chiesa del Monacone.
È Natale e Don Giuseppe tenta di cementare i legami della comunità attraverso l’allestimento di una scuola di teatro per i ragazzi nella chiesa dell’Immacolata. Stretto dalle difficoltà economiche alla vigilia del proprio matrimonio, Sante mente alla compagna Stella e le promette una festa da sogno, pur non potendo permettersela. Don Giuseppe ritrova la sua ex fidanzata da ragazzo, Manuela, oggi madre della piccola Matilde, ancora ferita da quell’abbandono vent’anni prima. Intanto, tra i ragazzi le tensioni e le aspirazioni si intrecciano: Caterina resta stretta tra le aspettative del padre magistrato e il desiderio di libertà; Mimmo e Enzo, più cinici, osservano con distacco ma iniziano a lasciarsi coinvolgere; Anna e Alex oscillano tra curiosità e scetticismo; Massimo, invece, viene adescato dalle attenzioni del camorrista Mariano, che lo spinge a fargli da spia per controllare il nuovo parroco. Il rione viene però funestato da un terribile delitto: Sante viene ucciso da un colpo di pistola davanti a tutti, compresa la sua futura sposa.
Con Eleonora Daniele da lunedì 20 ottobre per nove settimane in seconda serata su Rai 1
Lunedì 20 ottobre, in seconda serata su Rai 1, Eleonora Daniele torna con nove appuntamenti di “Storie di sera”. Una finestra sulla cronaca con uno sguardo puntuale ai fatti del nostro Paese, alla costante ricerca della verità. Un faro sempre acceso sui temi sociali attraverso le testimonianze dei protagonisti e il racconto in diretta degli inviati sul campo. E poi la forza, il coraggio e la dignità di chi, attraverso commoventi ricordi e fragili emozioni, ci racconterà le proprie “Storie …di sera”.
Torna in tv con il sorriso e la leggerezza che l’hanno sempre contraddistinto, ma con una nuova sfida: “Ballando con le Stelle”. Dietro il volto della Signora Coriandoli, Maurizio Ferrini porta in pista non solo un personaggio iconico, ma una visione personale della vita, dell’arte, e del cambiamento. Ecco cosa ci ha raccontato
Cosa l’ha spinta a tornare in televisione con un progetto così diverso e impegnativo come “Ballando con le Stelle”?
Il divertimento. Io da giovane ballavo molto, ero appassionato. Ora sono decisamente fuori forma, ma proprio questo rende la sfida ancora più interessante. È molto difficile, lo ammetto, ma altrettanto divertente. E quando mi diverto, do tutto.
La Signora Emma Coriandoli è un personaggio amatissimo e iconico: come si è preparato per portarla in pista?
Mi sono preparato… facendo finta di esserlo! (ride) No, davvero, è molto più difficile di quanto sembri. Anche se i maestri cercano di semplificare, ci sono ritmi veloci, tempi stretti, movimenti precisi. Faccio del mio meglio. E la Coriandoli fa il resto!
Come concilia la comicità surreale della Signora Coriandoli con la disciplina e la tecnica della danza sportiva?
Nella vita ho ottenuto ogni risultato grazie alla disciplina. Un attore senza disciplina non impara niente. Io credo nello studio, nel rigore. Anche la comicità più folle si costruisce con ordine, concentrazione e tanto lavoro. Sempre.
Come ha gestito gli allenamenti e l’impegno fisico?
All’inizio mi sedevo ogni tre minuti! Adesso no. Grazie a Simone Di Pasquale, che è un insegnante straordinario, ho avuto tanti miglioramenti in poco tempo. Mi impegno, seguo le direttive, non mi ribello. Almeno, ci provo! Dovrei fare di più, ma sono felice così.
Nel corso degli anni ha spesso reinventato la sua immagine… Il cambiamento è il mio alleato. Per me il nemico è il lavoro fisso. Ho cambiato casa ogni due anni, da sempre. Sono come una Rolling Stone — “una pietra che rotola non raccoglie muschio” — e questo mi tiene vivo. Conosco cinque lingue, viaggio, studio, sono sempre curioso. È questo il mio motore.
Il pubblico la conosce anche per la sua sincerità e sensibilità, oltre che per il talento comico: quanto è importante per lei mostrare anche questo lato di sé in televisione?
La tv è trasparente, non puoi fingere. E quando accetti il gioco, come in “Ballando”, devi sapere che riceverai critiche, voti bassi, giudizi. Ma siamo professionisti. Non possiamo rispondere con rabbia o offese. Alcune reazioni che vedo nei miei colleghi, sinceramente, mi imbarazzano. Io preferisco rimanere sereno.
Quali emozioni ha provato la prima volta che si è ritrovato a ballare con Simone Di Pasquale? C’è stato un momento che l’ha colpita particolarmente?
Simone è bravissimo, severo il giusto, e mi insegna con pazienza. All’inizio ero un disastro, mi sedevo spesso, ma ora non mollo più. Ho visto dei miglioramenti e questo mi rende felice. Il merito è anche suo.
Il personaggio di Emma Coriandoli rappresenta la donna italiana di una certa epoca e realtà sociale: secondo lei, qual è il messaggio più attuale che questa figura può ancora trasmettere oggi?
Ballare. Le donne devono tornare a ballare. E devono trascinare anche gli uomini, che spesso restano indietro. Gli uomini sono il lato pigro, conservatore. Ballare fa bene alla testa e al cuore. È una disciplina che apre la mente.
Guardando al futuro, cosa le piacerebbe affrontare dopo questa esperienza?
Intanto personalmente vorrei andare in barca a vela, anche se ha molte controindicazioni! (ride) Ma più di tutto, vorrei continuare a ballare anche dopo “Ballando”. Non cinque volte a settimana, certo, ma andare a scuola di ballo sì. Lo consiglio a tutti. I ballerini sono persone piene di vitalità e semplicità. Gente vera. E poi, senza disciplina, non si ottiene nulla.
Nel suo libro “La signora Coriandoli, una donna in fucsia”, il colore diventa quasi un personaggio. Cosa rappresenta per lei il fucsia, e cosa racconta davvero di lei?
Il fucsia è ironico. È il colore di un giallo, dove in realtà la Coriandoli è sia l’investigatrice che la colpevole. È un gioco, senza pretese. Un piccolo divertimento, una strizzata d’occhio. Un libro che racconta un mondo tutto suo e un po’ mio.
Riparte il programma dedicato alle famiglie, con un focus speciale sui genitori. Con Gianni Ippoliti tutte le domeniche dal 19 ottobre alle 17 su Rai 2
Il talk show si propone di affrontare le sfide contemporanee legate al disagio giovanile. Con la conduzione informale di Gianni Ippoliti, il programma ospita genitori, figli ed esperti del settore per discutere apertamente e costruttivamente temi di grande rilevanza sociale. Tra i temi trattati le dipendenze da droghe, alcol e tecnologia, fornendo al pubblico strumenti scientifici e approcci obiettivi per comprendere e gestire queste problematiche complesse. L’obiettivo è creare un confronto sereno, ma rigoroso, tra generazioni, offrendo sostegno alle famiglie nell’affrontare i dilemmi della genitorialità moderna. Grazie alla partecipazione attiva degli esperti, il programma si impegna a fornire non solo informazioni chiare e aggiornate, ma anche soluzioni pratiche e consigli utili per affrontare efficacemente le sfide quotidiane. La regia del programma è affidata Francesca Taddeini.
Successo per la nuovissima serie “Before Us - Prima di noi” al mercato internazionale dell’audiovisivo
La nuova serie “Before Us – Prima di noi” diretta da Daniele Luchetti e Valia Santella, coprodotta e distribuita nel mondo da Rai Com e che sarà presentata il 23 ottobre alla Festa del Cinema di Roma, è stato uno dei titoli italiani più apprezzati al mercato internazionale dell’audiovisivo Mipcom di Cannes. Tra i paesi che l’hanno già acquistata ci sono gli Stati Uniti, Canada, Francia, Finlandia e diversi altri mercati europei. Nella ricca line-up di Rai Com, tra le serie in catalogo di prossima messa in onda, c’erano “The cases of lawyer Guerrieri – I casi dell’Avv. Guerrieri” con protagonista Alessandro Gassmann, “The Principal – La Preside” con Luisa Ranieri, “Outsiders – Estranei” con Elena Radonicich e Ricky Memphis. Confermate le vendite delle stagioni successive ai broadcaster internazionali anche di prodotti di successo come “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore” con Vanessa Scalera (stagioni 1-5), ad oggi trasmesso in sessanta paesi del mondo; “Il Commissario Ricciardi” con Lino Guanciale (stagioni 1-3), già in onda in settanta paesi. E ancora: “Stucky”, “Libera”, “Gerri”, “Le Indagini di Lolita Lobosco”, “Vincenzo Malinconico”, “Mina Set-
tembre”, “L’Amica Geniale” e il daily “Il Paradiso delle Signore”. Ricche di nuovi titoli sono state anche le line-up documentari, tra cui spiccavano “Behind Camilleri”, “Pininfarina – The Legend”, “Nino Benvenuti an italian legend” e performing arts con opere, balletti e concerti, come “Nabucco” (Arena di Verona, 2025), “Lady Macbeth from Mcensk district”, (Teatro alla Scala di Milano, 2025), “Tosca” (Teatro dell’Opera di Roma 2025), “Concerto di Capodanno” (Teatro La Fenice Venezia 2026). Nel vasto catalogo Rai Com c’erano anche classici del grande cinema con le library Rai, Titanus, Alexandra e IIF. “Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti al Mipcom quest’anno – dichiara l’Amministratore Delegato di Rai Com Sergio Santo – le vendite dei nostri prodotti Rai hanno registrato una crescita significativa rispetto alle edizioni precedenti. Questo successo conferma l’apprezzamento globale per i contenuti italiani e la strategia di distribuzione internazionale che Rai Com sta portando avanti con vigore. Lavoriamo per valorizzare il patrimonio Rai e per rispondere in modo competitivo alle richieste dei broadcaster e delle piattaforme internazionali. Al Mipcom abbiamo intensificato gli incontri con buyer e operatori del settore, e stiamo consolidando accordi a medio e lungo termine. Guardiamo con fiducia al futuro: il mercato internazionale rappresenta una delle principali leve di crescita per la nostra Azienda”.
Un’intervista doppia che svela il programma “Radio2 Music Room” dove la musica incontra le storie quotidiane, la leggerezza e il divertimento. I conduttori raccontano com’è lavorare insieme, tra DJ set improvvisati, aneddoti da Sanremo e momenti esilaranti in diretta. Uno sguardo vivace e autentico su ciò che accade ogni giorno tra le 14.30 e le 16.00, dove gli ascoltatori sono sempre protagonisti
Chi tra voi due è il DJ mancato e chi l’enciclopedia musicale?
MANILA: L’enciclopedia musicale è Julian. Il DJ mancato, però stile Lady Gaga, stile Madonna, sono io! Quando lavoriamo insieme sulla radio digitale, sono quella che smanetta con il DJ Pro: tolgo i brani, li rimetto, li cambio. Lui mi guarda e dice: “Vabbè, fai quello che ti pare!”. Quindi sì, lui è sicuramente l’enciclopedia musicale. Io, invece, sono la DJ. Un po’ matta, un po’ casuale, ecco!
JULIAN: Sicuramente lei è la DJ mancata. Anche se, lo ammetto, me la cavo bene alla console. Comunque sì, Manila si sente proprio una DJ mancata. E io, a quanto pare, sono l’enciclopedia musicale. Anche se detta così suona un po’ troppo! Diciamo che ho una grande passione per la musica, cerco di conoscerla bene e di trasmettere questo amore anche a chi ci ascolta.
Cosa non può mancare nel vostro programma?
JULIAN: La musica è sicuramente l’ingrediente principale. Anche se il nostro non è più un programma solo musicale, la musica resta la cornice protagonista. Ci permette di raccontare la quotidianità di tutti: attraverso i brani parliamo di fatti, curiosità, notizie, aneddoti… il tutto sempre con leggerezza e con quella sana allegria che ormai ci contraddistingue.
MANILA: Sicuramente non ci sono mai copioni. Anche se abbiamo una bellissima squadra di lavoro, io e Julian andiamo molto a braccio. A volte tiriamo fuori delle cose che neanche l’autore conosce! Ma sempre divertenti. C’è tanta quotidianità, quella di tutti noi, anche se la musica resta la vera protagonista. Poi ci sono le nostre playlist preferite, che rappresentano molto anche noi. Siamo un po’ boomer, diciamolo, perché ci piace condividere i ricordi legati a certe canzoni. La nostra playlist è giovane, ma include hit che hanno fatto la storia della musica mondiale. Abbiamo anche una sezione dedicata alle “meteore musicali”: canzoni che hanno reso famoso un artista ma sono state l’unico grande successo della sua carriera. E poi, ovviamente, c’è la nostra solita leggerezza.
Qual è stato il momento più assurdo o divertente successo durante una diretta?
MANILA: Impossibile sceglierne uno solo! Lavoriamo insieme da oltre tre anni. Di momenti divertenti e assurdi ce ne sono stati tantissimi, ma quelli più strani capitano spesso a Sanre-
mo. Ad esempio, ci fermano per fare una foto con me e Julian scherza: “Scusate, ma con me no? Sono un famosissimo rapper internazionale!” E la gente ci casca! Succedono queste cose e noi ridiamo tantissimo. Ma davvero, tantissimo.
JULIAN: Sanremo è un’esperienza unica dove può accadere di tutto, e il problema diventa muoversi con Manila! Lei non passa inosservata: si crea subito la coda per selfie e foto. A un certo punto sembra di essere in giro con Carlo Conti. Io scherzo sempre dicendo che lei e Carlo se la battono! In generale, tutte le trasferte — come anche al Salone del Turismo a Rimini — sono sempre un po’ un’avventura.
Se poteste intervistare un artista del passato, chi scegliereste e perché?
MANILA: Direi Lucio Dalla. L’ho conosciuto, l’ho incrociato tantissime volte, ma non ho mai avuto l’occasione di intervistarlo. Quando sono diventata Miss Italia, lui era lì a cantare “Attenti al lupo”, a un metro da me. E da lì la musica è diventata parte della mia vita. Ma mi è rimasto il rammarico di non aver mai scambiato due chiacchiere con lui. Avrei avuto tantissima curiosità su come sono nati certi brani, sulle sue storie d’amore, su Lucio artista e uomo.
JULIAN: Lucio Dalla l’ho avuto ospite qualche mese prima che ci lasciasse. Finita la diretta, mi disse: “Fratello, ti aspetto a Bologna che ce ne andiamo in trattoria insieme.” È l’ultima cosa che ricordo di lui, un momento bellissimo che mi porto dentro. Poi, se parliamo di grandi del passato, direi anche Elvis Presley, perché non è solo un cantante ma un fenomeno culturale che ha cambiato per sempre la musica popolare. Intervistarlo avrebbe significato andare alla fonte del mito.
Chi è più social tra voi due?
MANILA: Io. Ma senza neanche pensarci! Anche all’interno delle puntate sono quella che porta sempre i trend più strani, che spopolano sui social. L’ultimo è stato quello sulla moda dei baffi nelle donne. Julian ride ancora, ma effettivamente le cose più assurde le scovo tutte io. Ho due figli adolescenti che mi aggiornano. Quindi sì, sono involontariamente molto social. JULIAN: È lei, senza alcun dubbio. Manila è anche oltre il social perché senza volerlo, cresce, coinvolge, appassiona. È quasi un caso da studiare, lo dico davvero. Le basta pensare a qualcosa e aumentano follower e like! E poi ha un seguito fidelizzato, che è la cosa più bella. Io ci provo, ma lei è più forte!
Perché ascoltare “Radio2 Music Room”?
MANILA: Perché garantiamo leggerezza e qualità. Perché c’è bella musica, ci sono storie vere. La musica è la protagonista, ma diventa anche un pretesto per ritagliarsi una risata, un po’ di empatia. E di questi tempi, serve.
JULIAN: Perché no? Siamo un mix giusto: leggerezza, qualità, buona musica e un bel rapporto umano. E poi, ogni tanto, si ride pure!
ohn May lavora per il Comune e il suo compito è trovare i parenti delle persone morte in solitudine. È un uomo metodico, gentile, ma completamente solo. Quando il suo ufficio viene chiuso e lui perde il lavoro, decide di concludere un’ultima indagine: quella su un uomo sconosciuto morto nel suo stesso quartiere. Nel tentativo di ricostruire la vita del defunto, John finisce per scoprire qualcosa di sé stesso e il senso profondo della connessione umana.
Gregorio “Gerri” Esposito è un ispettore di origini rom che lavora in Puglia, segnato da un passato difficile. Un caso misterioso lo porta a indagare tra borghi silenziosi e verità nascoste. Ogni passo lo costringe a fare i conti con le sue radici e con i pregiudizi che lo circondano. Nel cercare la verità, Gerri scopre la propria umanità e la forza del perdono. Tra paesaggi assolati e anime in bilico, il viaggio diventa una rinascita interiore. “Gerri” è una serie che parla di identità, riscatto e appartenenza. Un cammino lento dentro se stessi, alla ricerca della verità e della pace.
Il professor Jasper Tempest è un geniale criminologo di Cambridge con un forte disturbo ossessivo-compulsivo.
La polizia si rivolge a lui per risolvere casi complessi grazie alla sua mente brillante e ai suoi metodi poco convenzionali. Dietro la sua freddezza si nasconde però un uomo fragile, intrappolato tra ansie e solitudine. La madre, elegante e invadente, tenta di controllare ogni aspetto della sua vita. Ogni indagine diventa così anche un viaggio dentro sé stesso, tra rigore e vulnerabilità. “Professor T” è una serie ironica e intelligente, dove la logica e l’emozione camminano fianco a fianco.
Bluey è una cucciola vivace che trasforma ogni giorno in un’avventura giocosa insieme alla sorellina Bingo, mamma e papà; con la sua immaginazione esplora il mondo, sperimenta ruoli adulti e affronta paure quotidiane; ogni episodio racconta con leggerezza relazioni familiari, piccoli conflitti e momenti di scoperta; la serie mescola spensieratezza, riflessione e ironia; rende la routine umana, affettuosa e sorprendente; adatta a tutte le età, sa parlare sia al bambino che all’adulto; su RaiPlay è disponibile in lingua originale e doppiata in italiano.
Da giugno a settembre 2026, un viaggio unico tra musica, arte e bellezza: quaranta tappe nei luoghi più suggestivi d’Italia per l’anniversario di uno degli album tra i più amati della musica italiana. Annunciati i raddoppi dei concerti di Siracusa e Taormina dopo la straordinaria richiesta di biglietti
Il GrandTour “La vita è adesso” segna il grande ritorno di Claudio Baglioni ai concerti dal vivo con un progetto che celebra il quarantennale di uno degli album simbolo della musica italiana. Un viaggio musicale e umano che attraverserà l’intero Paese, da nord a sud, con 40 concerti in altrettanti luoghi di straordinaria bellezza e valore storico, culturale e paesaggistico. Dal 29 giugno al 12 settembre 2026, piazze, teatri antichi, siti archeologici, castelli e spazi naturali diventeranno palcoscenici di un evento pensato per raccontare l’Italia attraverso la potenza evocativa della musica e la magia dei luoghi. Il progetto si
ispira al concetto del “Grand Tour” settecentesco, trasformandolo in un percorso contemporaneo che unisce arte, emozione e conoscenza. A testimoniare l’eccezionale risposta del pubblico, si registrano già i raddoppi delle date di Siracusa e Taormina: al Teatro Greco di Siracusa si aggiunge alla data del 23 luglio un nuovo appuntamento il 24 luglio, mentre al Teatro Antico di Taormina, alla serata del 31 luglio, si affianca la nuova data del 1° agosto. Un successo che conferma l’attesa straordinaria per un tour che unisce generazioni e territori sotto il segno della musica e della bellezza italiana. Sul palco, Baglioni sarà accompagnato da venti musicisti e coristi, con i quali eseguirà per la prima volta integralmente “La vita è adesso, il sogno è sempre”, insieme ai brani che hanno segnato sessant’anni di carriera. Ogni tappa sarà un dialogo tra musica e territorio, un intreccio di memorie, suoni e immagini che celebra la cultura e l’identità del nostro Paese. Il GrandTour “La vita è adesso” non è solo una tournée, ma una dichiarazione d’amore per l’Italia e per la musica: un viaggio nella bellezza e nella memoria collettiva, dove ogni nota diventa un passo dentro la storia e le emozioni senza tempo del nostro Paese.
’odore della carta in una piccola libreria, la luce obliqua sui volumi de Il Giallo dei Ragazzi, le mitiche antologie curate da Isaac Asimov, le distese di fumetti nella mia camera… e quella voce interiore che diceva: “Questo mondo puoi crearlo anche tu”. Scrivere, per me, è nato come un modo per far vivere i miei mondi e sentirli pulsare. Negli anni ho scoperto che le parole possono essere materia viva: possono plasmarsi in immagini, diventare fumetto, voce, ritmo. È allora che ho capito che non avrei più smesso.»
Giuliano Olivotto, torinese naturalizzato marchigiano, si definisce uno scrittore di narrativa speculativa, e spiega: «un territorio dove fantascienza, weird, psicologia e ironia si intrecciano per raccontare ciò che accade dentro e fuori di noi.» Il 2025 è stato un anno speciale per lui: la sua opera La sfera degli dèi ha vinto il Premio Urania Short di Mondadori, entrando così tra le pagine della più nota e longeva collana editoriale italiana di fantascienza, Urania, «che per me rappresenta la fantascienza con la F maiuscola.»
Che tipo di lettore sei?
«Curioso e infedele. Leggo tutto ciò che stimola la mente o l’immaginazione: dai saggi psicologici ai manuali di self-help e crescita personale, dai racconti di Bradbury e Dick ai manga, ai fumetti, ai testi dedicati alla scrittura. Leggere per me è un modo per restare in allenamento, come per un musicista lo è l’orecchio. Ogni libro è un cambio di prospettiva, un viaggio dentro qualcun altro. Cerco frasi che restino addosso, immagini che accendano sinapsi nuove. E quando le trovo, so che dovrò restituirle scrivendo.»
Che tipo di scrittore sei?
«Uno che sperimenta, ma con metodo. Il mio percorso parte dal self-publishing, dove ho potuto vivere la libertà assoluta dell’autore-artigiano: testi che fluiscono in strisce a fumetti senza soluzione di continuità, mini-graphic novel in bianco e nero, esperimenti visivi e narrativi nati dall’urgenza di esplorare nuovi linguaggi. È lì che ho imparato a non temere i confini, a sporcarmi le mani con impaginazioni, copertine, formati, traduzioni. Il self-publishing per me non è stato un ripiego, ma un laboratorio creativo. Ho l’orgoglio di aver presentato tutti i miei progetti al Salone
Internazionale del Libro di Torino con ottimi riscontri. Ma la mia scrittura è fatta di incontri: il compianto Roberto Leoni, sceneggiatore, regista e inarrivabile storyteller, che mi ha insegnato a credere nel potere del racconto breve e nell’importanza del ritmo visivo; Claudio Secci e il suo Collettivo Scrittori Uniti, che mi ha fatto conoscere da vicino il mondo delle fiere; Stefania Maggiulli Alfieri, che mi ha spinto a osare; e infine Franco Forte. Con i suoi corsi di scrittura mi ha sollecitato a uscire dalla mia comfort zone. Oggi scrivo come se stessi dirigendo un film nella mente del lettore: voglio che senta gli odori, i suoni, la temperatura delle scene. Ogni racconto è un piccolo esperimento di empatia e percezione.»
Cosa vuol dire per te “arrivare” ai lettori e alle lettrici?
«Premesso che in massima parte sono lettrici, significa creare un collegamento emotivo. Non voglio che mi leggano e basta: voglio che mi sentano. Quando un lettore mi scrive che una mia storia gli è rimasta addosso, capisco che ho toccato qualcosa di vero.»
Parlaci del tuo libro e spiegaci perché dovremmo leggerlo. The Gummy Bears Experience nasce da un’idea semplice e folle: riavvicinare i lettori ai racconti brevi, un percorso iniziato con The Jelly Beans Experiment. Ogni racconto è un piccolo frammento di colore, una storia autoconclusiva che unisce tanti generi diversi (incluso, ovviamente, la fantascienza) mescolando ironia e introspezione. Ma il progetto è anche multimediale: ogni testo è illustrato e audioraccontato da me, in modo da creare un’esperienza sensoriale completa, dove voce e immagine amplificano la parola scritta. Dovreste leggere The Gummy Bears Experience se vi piace essere sorpresi. Se amate le storie che fanno anche pensare. Se credete che la fantascienza non parli solo di futuri possibili, ma di ciò che siamo, qui e ora. Ogni orsetto colorato di questa raccolta custodisce una piccola verità sul modo in cui amiamo, ricordiamo, sbagliamo e ricominciamo. E forse, alla fine, scoprirete che non stavate leggendo storie su orsetti gommosi… ma su voi stessi.»
Laura Costantini
Il Commissario Serena Siciliani della Questura di Vicenza racconta la sua esperienza con la divisa della Polizia di Stato. Da oltre 60 anni le donne sono presenti in Prima Linea per garantire la sicurezza di tutti. La comunicazione è la chiave primaria per fare rete e unire le forza contro ogni forma di reato ed ingiustizia
Le donne in Polizia sono circa 16 mila e i ruoli apicali sono ricoperti per il 35 per cento da donne. Ci sono questure rette da donne... reparti mobili diretti da donne e istituti di istruzione dove i direttori sono donne. Le donne in divisa sono ormai una realtà che ha ampliato il panorama delle capacità disponibili e le possibilità di interagire in quei contesti dove la sensibilità femminile riesce ad essere una soluzione ed un tramite per risolvere situazioni complesse. La Polizia di Stato è stata la prima forza ad aprirsi alle donne con l’istituzione della Polizia femminile le peculiarità di ciascuno, a prescindere dall’essere uomo o donna e nel corso degli anni si è riusciti a sfatare falsi miti come l’inconciliabilità tra carriera in divisa e privata. Vestire una divisa comporta delle rinunce, ma spesso sono problemi che si hanno anche in altri lavori. Il coro è unanime: “Se c’è la volontà, si può conciliare tutto”. L’intervista al Commissario Serena Siciliani della Questura di Vicenza.
Perché ha deciso di entrare in Polizia?
La decisione di entrare in Polizia è profondamente condizionata dal mio amore per il diritto penale. Non si tratta di una scelta maturata in giovanissima età bensì del frutto di un lungo percorso di acquisto di consapevolezza di me stessa e del mio carattere. Il forte senso di giustizia, l’empatia e il desiderio di aiutare gli altri mi hanno portato, inevitabilmente e, per certi versi, inconsapevolmente, in questa direzione.
Che concorso ha fatto per diventare funzionario di Polizia e che tipo di formazione ha avuto?
Ho partecipato al concorso per l’assunzione di 140 commissari della Polizia di Stato, bandito nel 2023. Dopo averlo vinto, da giugno 2024 a giugno 2025, ho frequentato il 113° corso commissari della Polizia di Stato, ove ho conseguito il master di II livello in Organizzazione e Politiche di Pubblica Sicurezza, organizzato dalla Luiss Guido Carli, per poi essere assegnata alla Questura di Vicenza. La mia
formazione si è sviluppata attraverso il Liceo classico Michelangiolo di Firenze, sezione sperimentale matematica. Successivamente ho anche conseguito la laurea magistrale in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Firenze, con la tesi, in diritto penale, dal titolo “Ai confini della punibilità: la formula del tentativo punibile”. Durante l’università, ho svolto attività di accoglienza dei partecipanti agli eventi, controllo liste e gestione dei flussi come hostess nonché attività di supporto al personale per garantire l’ordine e la sicurezza allo Stadio Artemio Franchi, presso la Tribuna Autorità. Dopo aver conseguito la laurea ho svolto il tirocinio giudiziario ex. Art. 73 D.L. 69/2013 presso la Corte d’Appello, seconda sezione penale, di Firenze e, nel frattempo e negli anni a seguire, ho lavorato, come collaboratrice di ricerca, presso uno studio penale civilistico e uno penalistico.
Qual è il suo ruolo attuale?
Attualmente sono Vice Capo di Gabinetto e Portavoce del Questore presso la Questura di Vicenza.
Cosa vuol dire per Lei essere in Prima Linea?
Essere in prima linea per me significa essere dove accadono le cose, vuol dire gestire le emergenze, assumersi il peso delle decisioni e, allo stesso tempo, sentire l’orgoglio e la responsabilità che questo comporta. Significa affrontare situazioni imprevedibili, con la consapevolezza che ogni intervento è un atto di fiducia nei confronti dell’istituzione che si rappresenta. Sul piano personale richiede una forza fisica, mentale ed emotiva costante, perché si affrontano contesti che inevitabilmente mettono alla prova. Ma è proprio in quelle prove che si riscopre, ogni giorno, il senso profondo del proprio ruolo.
Un consiglio per un giovane che vuole intraprendere la sua carriera…
Il consiglio che mi sento di dare è, anzitutto di affrontare il concorso con determinazione, metodo e consapevolezza. Non è soltanto una prova di conoscenze ma soprattutto di equilibrio, tenacia e capacità di gestione dello stress. È importante, poi, durante il percorso rimanere sempre se stessi nonostante le difficoltà che certi ambienti o certe scelte professionali possono comportare. La coerenza, la passione e la capacità di restare fedeli ai propri valori sono ciò che permette di affrontare ogni ostacolo e di vivere questa passione con autenticità mantenendo, al contempo umiltà, semplicità e vicinanza al prossimo.
La regina della televisione raccontata da Aldo Grasso in occasione dell’anniversario della nascita. In onda lunedì 20 ottobre alle 18.35 su Rai 5
Signora del telefono, soubrette, intervistatrice, ballerina, presentatrice, regina della televisione. In occasione dell’anniversario della nascita, Raffaella Carrà è protagonista di “Storie della Tv” con Aldo Grasso, in onda lunedì 20 ottobre alle 18.35 su Rai 5, con le testimonianze di Barbara Boncompagni, Caterina Rita, Stefano Vezzoli,
Giancarlo Magalli, Luca Sabatelli e Stefano Rianda. Raffaella è la regina di una “smooth revolution” che coinvolge tutta la società. Dei suoi ideali non fa mai una questione politica, ma dà alle persone il coraggio di manifestarsi. Spalline e zeppe, matite nere, labbra carnose, paillettes, lustrini e colori. È fautrice di una sensualità gentile che dà impulso alla rivoluzione dei costumi. Le sigle dei suoi programmi – da “Ma che musica” a “Fatalità”, passando per “Tanti auguri” e “Ballo ballo” – accompagnano la colonna sonora collettiva dell’Italia attraverso il boom economico, gli anni di piombo, lo yuppismo, la recessione e la crisi.
FILM
Manhattan
Ore 23.25
Il film capolavoro diretto e interpretato da Woody Allen è proposto lunedì 20 ottobre alle 23.25
Legends
Lynyrd Skynyrd
In onda martedì 21 ottobre alle 24.50 su Rai 5, il programma racconta l’emblema del Southern Rock
Corale
Voci e sguardi su Luciano Berio
A cento anni dalla sua nascita lo speciale in onda giovedì 23 ottobre alle 21.20
Bob Marley. La leggenda del reggae
Il racconto dei momenti chiave della vita di Bob Marley, attraverso filmati d’archivio, performance, e testimonianze di artisti internazionali. È il doc in onda venerdì 24 ottobre alle 23.00 in prima visione
Noos - Viaggi nella natura
Serengeti - Leadership
Le storie romanzate di alcuni degli animali più iconici della savana prendono vita sotto i nostri occhi in una narrazione in prima persona. Mercoledì 22 ottobre alle 21.20
The Great Songwriters: Ian McCullogh EP 1
Come nasce un grande classico della musica? Nascono prima le parole, la melodia o l’intenzione? In onda sabato 25 ottobre alle 23.55
Di là dal fiume e tra gli alberi
Trapani, nave dipinta su mare di smalto
Protesa sul Mediterraneo, Trapani scintilla come la prua di una nave immobile, un paradosso ancorato alla pietra. Domenica 26 ottobre alle 14.00
Il 24 ottobre 1945, nasceva l’Organizzazione delle Nazioni Unite, sulle macerie materiali e morali della Seconda guerra mondiale. Con Paolo Mieli venerdì 24 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia
Adifferenza della precedente Società delle Nazioni, l’Onu riesce a mettere radici; vede quasi quadruplicare il numero dei Suoi membri, ed è tuttora attiva. A 80 anni dalla fondazione, Paolo Mieli e la professo-
ressa Silvia Salvatici ne parlano a Passato e presente in onda venerdì 24 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Ripercorrere l’entusiasmante avventura della sua nascita – tra Dumbarton Oaks, Yalta e San Francisco – significa rivivere la genesi di uno dei progetti politici più ambiziosi del Novecento ed evidenziare i suoi limiti e punti di forza: non un governo mondiale, ma un innovativo strumento per la pace e lo sviluppo. Un meccanismo la cui efficacia dipende però sempre dalla volontà dei suoi stessi membri di usarla.
Genti e paesi
Da lunedì 20 ottobre alle 18.00 su Rai Storia, Rai Cultura ripropone il programma firmato e condotto da Carlo Alberto Pinelli e Folco Quilici, in onda per la prima volta il 1° ottobre 1975
“a.C.d.C.”
Alla Corte di Enrico VIII
In parte principe rinascimentale, in parte tiranno medievale, Enrico VIII è uno dei sovrani inglesi più noti e raccontati. Con Alessandro Barbero, giovedì 23 ottobre alle 21.10
Un’epoca nuova
Pace. Uniti e divisi
Parigi 1946, la firma dei trattati di pace che seguono la Seconda Guerra Mondiale. Martedì 21 ottobre alle 21.10
Gulag
Dal 1946 al 1957
La fine della Seconda Guerra Mondiale non segna per l’Unione Sovietica la fine dei gulag, i campi di lavoro forzato. Venerdì 24 ottobre alle 21.10
L’Italia della Repubblica Il boom e gli italiani
Racconto degli anni 1958-1963 e della grande crescita. In onda mercoledì 22 ottobre alle 21.10
Passato e Presente
Benazir Bhutto, una donna alla guida del Pakistan
Con Paolo Mieli e la professoressa
Elisa Giunchi, sabato 25 ottobre alle 20.30
Binario cinema
Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo
Casanova veneziano
Di Luigi Comencini. In onda domenica 26 ottobre alle 21.10
Tutti i giorni alle 15 su Rai Yoyo la divertente serie inglese realizzato con la tecnica dello stop-motion
Shaun vita da pecora è una serie animata inglese realizzata in stop-motion e prodotta dalla Aardman Animations. La pecora Shaun, personaggio secondario del cortometraggio “A Close Shave”, ha saputo conquistarsi una crescente popolarità grazie alla sua irresistibile simpatia e a un merchandising dedicato. L’apprezzamento di pubblico e critica e la vittoria di un premio Emmy hanno convinto la produzione a proseguire con ulteriori stagioni. Gli episodi non hanno dei dialoghi veri e propri: infatti gli animali
si esprimono a versi mentre gli umani, guardati dal punto di vista degli animali, emettono solo grugniti e borbottii incomprensibili. Shaun è una pecora fuori dal comune che non solo non segue il gregge ma anzi lo trascina ogni giorno in nuove imprese. La serie è ambientata in una fattoria della campagna inglese dove le giornate potrebbero trascorrere tranquille se non fosse per Shaun che le movimenta con progetti improbabili in cui coinvolge le amiche del gregge ma anche Bitzer, un cane da pastore che seppure chiamato a mantenere l’ordine si ritrova spesso a tenerle il gioco lasciando il loro fattore nella più totale inconsapevolezza a causa di una fortissima miopia. Per fortuna la curiosità e l’intraprendenza di Shaun oltre a causare guai sanno portare anche soluzioni geniali…
Giorgia
Annalisa feat. Marco M..
Achille Lauro
Tommaso Paradiso
Pinguini Tattici Nucleari
Olly, Juli
Tiziano Ferro
Irama feat. Elodie Emma, Juli
Golpe
Piazza San Marco
Senza Una Stupida Storia
Lasciamene un po’
Amaro
Questa domenica
Cuore Rotto
Ex
Brutta storia
Dai Che Fai
Basato sulla vera storia di Aron Ralston, alpinista e amante degli sport estremi, il film racconta i cinque giorni di prigionia che l’uomo visse dopo essere rimasto intrappolato in una gola dello Utah, con un masso che gli bloccava il braccio. Isolato, senza cibo né acqua, Aron affronta una disperata lotta contro il tempo e contro sé stesso, spinto solo dalla forza di volontà e dall’istinto di sopravvivenza. Danny Boyle trasforma un fatto reale in un racconto di tensione e intensità visiva straordinarie, alternando realismo, visioni e momenti di pura introspezione. Tratto dal libro autobiografico “Between a Rock and a Hard Place”, “127 ore” è una profonda riflessione sulla fragilità e sul coraggio umano, arricchita dalla potente interpretazione di James Franco, nominato all’Oscar per questo ruolo.
Evelyn Wang, una donna di origini cinesi che gestisce una lavanderia a New York, è intrappolata in una vita ordinaria e piena di responsabilità. Tutto cambia quando una versione alternativa di suo marito Waymond le appare improvvisamente, rivelandole che solo lei può salvare il multiverso dal collasso. Per riuscirci, Evelyn deve imparare a connettersi con le infinite versioni di sé stessa che vivono in universi paralleli, ognuna con abilità e personalità diverse. Inizia così un viaggio straordinario e surreale attraverso realtà multiple, dove azione, ironia e filosofia si fondono in modo esplosivo. Vincitore di 7 Premi Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior Attrice a Michelle Yeoh, “Everything Everywhere All at Once” è una commedia di fantascienza visionaria che celebra l’assurdità e la bellezza dell’esistenza.
Everything Everywhere All at Once –
Laura è una giovane donna che, dopo il matrimonio, scopre che il marito Martin non è l’uomo affettuoso che credeva, ma un individuo violento e ossessivo. Decisa a liberarsi da lui, organizza un finto incidente in barca e inscena la propria morte, riuscendo a rifarsi una vita in un’altra città sotto una nuova identità. Ma il passato non resta sepolto a lungo: quando Martin capisce di essere stato ingannato, inizia per Laura una nuova, terribile fuga. Thriller intenso e carico di tensione, “A letto con il nemico” segna per Julia Roberts un cambio di registro dopo “Pretty Woman”, affrontando con forza il tema della violenza domestica e della rinascita personale.
Davide è il figlio di un famoso barone della medicina, ma a differenza del padre non brilla per risultati accademici: si laurea a fatica e affronta la vita con leggerezza e un pizzico di ingenuità. Alla morte del padre, torna a casa per riunirsi ai fratelli e alla madre, che sorprende tutti annunciando le nozze con un fidanzato di gioventù. Tra malintesi, rivalità familiari e situazioni al limite dell’assurdo, si scatena una serie di equivoci irresistibili. Con la sua comicità immediata e gentile, Alessandro Siani firma una commedia che mescola affetto, ironia e riconciliazione, raccontando con brio le fragilità e i legami che rendono unica ogni famiglia.