Ho imparato a COMPRENDERE
Tre promesse da L. Sepulveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Einaudi
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PIÙ FACILE
Kengah, la gabbiana, aprì le ali per spiccare il volo, ma l’onda densa fu più rapida e la sommerse. Quando tornò a galla capì che la maledizione dei mari la stava immobilizzando. Con tutti i muscoli tormentati dai crampi per lo sforzo di muoversi, guardò il cielo e vide che i suoi compagni se n’erano andati. Era la legge. La macchia nera. La peste nera. Kengah maledisse gli umani. Spesso, dall’alto, aveva visto grandi petroliere approfittare delle giornate di nebbia per andare al largo a lavare le loro cisterne. Rovesciavano in mare migliaia di litri di una sostanza densa e pestilenziale che veniva trascinata via dalle onde. Con stupore si accorse che il petrolio non le aveva incollato le ali al corpo e così, dopo molti tentativi, riuscì a spiccare il volo. Guadagnò quota e con molta fatica volò verso l’entroterra finché riconobbe il porto di Amburgo, poi le ali si rifiutarono di continuare. Il gatto nero grande e grosso si godeva il caldo sole d’estate; fece appena in tempo a scansarsi per schivare la gabbiana che cadde sul balcone. Zorba si avvicinò e miagolò: – Sei ridotta malissimo. Cos’è quella roba puzzolente che hai addosso? – Sono stata raggiunta da un’onda nera. Morirò... – stridette la gabbiana – Con le forze che mi restano voglio deporre un uovo. Amico gatto, ti chiedo di farmi tre promesse. Mi accontenterai? Zorba pensò che la povera gabbiana stava delirando e che con un uccello in uno stato così pietoso si poteva solo essere generosi. – Ti prometto tutto quello che vuoi – miagolò impietosito. – Promettimi che non ti mangerai l’uovo. Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo. E promettimi che gli insegnerai a volare – stridette guardando fisso negli occhi il gatto. Allora Zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana era completamente pazza. – Prometto. Ma ora riposa – miagolò Zorba. Kengah guardò il cielo e, mentre esalava l’ultimo respiro, un ovetto rotolò accanto al suo corpo impregnato di petrolio.