Manifesto La salute nelle città: bene comune

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UNE OM C ENE B NELLE CITTÀ: LA SALUTE MANIFESTO

“Ci impegniamo ad aumentare l'efficienza delle risorse, anche attraverso il Dialogo sull'efficienza delle risorse del G20 e riconoscere l'importanza delle città come facilitatori di sostenibilità sviluppo e la necessità di migliorare la sostenibilità, la salute, la resilienza e il benessere nei contesti urbani come sottolineato dalla Nuova Agenda Urbana di Habitat III. Con il coinvolgimento di imprese, cittadini, il mondo accademico e le organizzazioni della società civile, intensificheremo i nostri sforzi per raggiungere obiettivi sostenibili”

G20 ROME LEADERS’ DECLARATION 2022

“ Nel 2016 la comunità internazionale ha adottato la New Urban Agenda per sfruttare il potenziale di una urbanizzazione sostenibile, per poter raggiungere gli obiettivi globali di avere società pacifiche e prospere in un pianeta sano. Nonostante i progressi compiuti da allora, la pandemia di COVID-19 e altre crisi hanno posto enormi sfide. Le aree urbane sono state particolarmente colpite dalla pandemia – sottolineando l’importanza di intensificare gli sforzi per costruire un mondo più sostenibile e un futuro urbano equo.

Le Città possono guidare le innovazioni per colmare le lacune esistenti sulle disuguaglianze e attuare azioni per il clima e garantire un ambiente verde e inclusivo e una ripresa dopo la pandemia”

António Guterres, Secretary-General of the United Nation World Cities Report 2022

“L’URBAN HEALTH ROME DECLARATION considera la salute non come bene individuale ma quale bene comune, che chiama tutti i cittadini all’etica e all’osservanza delle regole di convivenza civile, e a comportamenti virtuosi basati sul rispetto reciproco”

Roma Urban Health Declaration 2017

“Il Comitato delle Regioni dell’Unione Europea invita gli enti locali ad avvalersi delle azioni innovative urbane (Urban Innovative Actions - UIA), per fornire alle zone urbane le risorse necessarie a sperimentare soluzioni nuove e non ancora esplorate alle sfide urbane, e per riflettere su azioni innovative che potrebbero rispondere anche ad alcune delle sfide delle aree urbane nel campo della salute”

Comitato delle Regioni dell’Unione Europea – 121 Sessione Plenaria Parere La salute nelle città: bene comune 2017

“Salvaguardare il futuro del pianeta e il diritto delle generazioni future del mondo intero a vivere esistenze prospere e appaganti è la grande sfida per lo sviluppo del 21° secolo.

Comprendere i legami fra sostenibilità ambientale ed equità è essenziale se vogliamo espandere le libertà umane per le generazioni attuali e future”

Human Development Report 2011

SALUTE NELLE CITTÀ: BENE COMUNE

UN MANIFESTO PER L’IMPEGNO SULLA SALUTE

NELLE CITTÀ COME BENE COMUNE

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 1948 definiva la salute come “ uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e di infermità” e invitava i governi ad adoperarsi responsabilmente, attraverso un programma di educazione alla salute, al fine di promuovere uno stile di vita sano e di garantire ai cittadini un alto livello di benessere.

Questo nuovo concetto di salute, dunque, non si riferisce meramente alla sopravvivenza fisica o all’assenza di malattia ma si amplia, comprendendo gli aspetti psicologici, le condizioni naturali, ambientali, climatiche e abitative, la vita lavorativa, economica, sociale e culturale. Nel considerare ciò, non è più possibile trascurare il ruolo delle città come promotrici di salute.

A tal proposito l’OMS ha coniato il termine “healthy city”, che non descrive una città che ha raggiunto un particolare livello di salute pubblica, piuttosto una città che è conscia dell’importanza della salute come bene collettivo e che, quindi, mette in atto delle politiche chiare per tutelarla e migliorarla.

La salute non risulta essere più solo un “bene individuale” ma un “bene comune” che chiama tutti i cittadini all’etica e all’osservanza delle regole di convivenza civile, a comportamenti virtuosi basati sul rispetto reciproco. Il bene comune è dunque un obiettivo da perseguire da parte dei cittadini,dei sindaci e degli amministratori locali, che devono proporsi come garanti di una sanità equa, facendo sì che la salute della collettività sia considerata un investimento e una risorsa, non solo un costo.

L’organizzazione della città e, più in generale, dei contesti sociali e ambientali, è in grado di condizionare e modificare i bisogni emergenti, gli stili di vita e le aspettative dell’individuo, fattori che dovrebbero, dunque, essere considerati nella definizione ed orientamento delle politiche pubbliche.

Si stima che nei prossimi decenni la popolazione urbana rappresenterà il 70% della popolazione globale. In Italia il 37% della popolazione risiede nelle 14 Città Metropolitane e il tema della salute non può che diventare una priorità da parte dei Sindaci.

L’urbanizzazione e la configurazione attuale delle città offrono per la salute pubblica e individuale tanti rischi quante opportunità. Se le città sono pianificate, ben organizzate e amministrate coscientemente, le opportunità possono superare i rischi.

Già la 1° Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute, riunita a Ottawa il 21 novembre 1986, invitava i vari livelli di governo (sovranazionale, nazionale, territoriale) ad intervenire a supporto di strategie e programmi di promozione della salute nei diversi paesi, nella consapevolezza che la promozione della salute richiede un’azione coordinata da parte di tutti i soggetti coinvolti, e non solo dei sistemi sanitari.

Attualmente i problemi più critici possono essere compresi e risolti solo se si effettua un’analisi dei determinanti sociali, economici, psicosociali e ambientali e dei fattori di rischio che hanno un impatto sulla salute. Il rapporto tra salute, qualità della vita e ambiente è ormai un tema di centrale interesse per le scienze sociali, ambientali e mediche. L’aumento a livello globale dell’incidenza di malattie non trasmissibili quali il diabete è infatti da attribuire ai maggiori livelli di urbanizzazione, all’invecchiamento della popolazione, agli stili di vita più sedentari e alle diete non salutari.

L’Agenda 2030 racchiude 17 obiettivi globali in un grande piano d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, per un totale di 169 target che danno particolare attenzione alla voce dei più poveri e dei più vulnerabili.

Oggi, bisogna chiedersi: nei prossimi decenni che aspetto avrà il Pianeta Terra? Sarà in grado di sostenere un incremento di oltre due miliardi di abitanti? Le nostre città come si evolveranno?

Saranno i governi in grado di essere resilienti e gestire le emergenze sanitarie, rischio in aumento nel mondo sempre più globalizzata e di rispondere alla crescente domanda di salute? Partendo dal presupposto che i margini di azione esistono e che il futuro non è già stato stabilito, occorre un approccio integrato per affrontare i problemi di salute pubblica.

La città può offrire grandi opportunità di integrazione tra servizi sanitari, servizi sociali, servizi culturali, sportivi e ricreativi e tra diversi livelli di governance dei servizi a tutela della salute dei cittadini: nazionali, regionali, locali.

L’esponenziale sviluppo urbano, cui il mondo ha assistito, ha modificato profondamente lo stile di vita della popolazione ed è seguito da una rapida trasformazione del contesto ambientale e sociale nel quale viviamo.

L’urbanizzazione crea opportunità ma anche nuovi problemi: riduce l’equità, genera tensioni sociali e introduce minacce per la salute delle persone.

Città la cui espansione sia ben pianificata, organizzata e amministrata coscientemente, secondo il principio del bene comune,possono dare vita ad una sinergia tra istituzioni, cittadini e professionisti in grado di migliorare le condizioni di vita e la salute della popolazione.

Le dimensioni dei problemi derivanti dalla crescente urbanizzazione non sono solo produttive ma anche economiche, sociali, educative, culturali, e soprattutto nel campo della salute, della qualità e dell’aspettativa di vita. Ci sono ingiustificabili disuguaglianze nelle possibilità, nelle capacità e nelle opportunità tra varie zone abitative della stessa città.

Ingiustificabili sono anche le disuguaglianze nell’accesso al cibo, alle cure, all’informazione, ai servizi socio-sanitari e alla pratica sportiva.

Anche l’ecosistema globale è minacciato: mari e foreste, il cuore vivo della nostra terra, vengono sfruttati a una velocità tale per cui stiamo irrimediabilmente perdendo gran parte della biodiversità, sia per quanto riguarda gli animali che le piante, con un impatto non trascurabile sul nostro habitat e sulle città.

Molti dei determinanti della salute si verificano al di fuori del settore della salute umana e sono multifattoriali: coinvolgono, ad esempio, la salute degli animali, i cambiamenti climatici, l’impatto antropogenico, l’inquinamento, l’uso del suolo e delle acque, la perdita di biodiversità, le disuguaglianze sociali, i conflitti, la sempre crescente urbanizzazione ecc. Ciò richiede la collaborazione di tutti i settori interessati per costruire una risposta integrata ed efficace attraverso strategie di prevenzione e attività concrete per ridurre l’impatto dei rischi attuali ed emergenti per la salute individuale e collettiva.

ONE HEALTH è un approccio intersettoriale, che guarda alle molteplici connessioni tra salute umana, animale e ambientale al fine di valutare e gestire la complessità dei rischi per la salute.

La pandemia dovuta a COVID-19 ha messo a fuoco la questione in modo più nitido, ed evidenziato come sia una priorità agire subito assieme e concretamente,per la promozione del concetto olistico di salute umana, animale e ambientale in quanto deter-

minanti del nostro stato fisico e del nostro benessere, e che richiedono lo sviluppo di un contesto urbano quale habitat salutogenico e non patogeno.

L’obiettivo di consentire lo sviluppo delle nostre città, con una popolazione in costante crescita e fortemente urbanizzata, senza danneggiare irreversibilmente la salute individuale e di comunità , è quindi una delle maggiori sfide per il nostro futuro.

Il MANIFESTO LA SALUTE NELLE CITTÀ COME BENE COMUNE delinea i punti chiave che possono guidare le città a studiare ed approfondire i determinanti della salute nei propri contesti urbani, e a fare leva su di essi per implementare strategie per migliorare gli stili di vita e lo stato di salute del cittadino e delle comunità.

Ogni punto del Manifesto contiene le azioni prioritarie per il raggiungimento degli obiettivi che rendano le città volano di salute e benessere, in maniera sostenibile, equa ed inclusiva.

Firmare ed adottare il MANIFESTO serve a sensibilizzare ed educare ogni cittadino a considerare la propria città come un bene comune dove costruire il benessere attuale e delle generazioni future.

Il MANIFESTO è rivolto a quattro identità diverse: ai cittadini che devono fare la differenza con le loro azioni quotidiane, alle associazioni che raccolgono le esigenze e le necessità della società, agli esperti ed accademici che si occupano di ricerca per rendere l’ambiente dove viviamo più sostenibile e ai sindaci e alle istituzioni che devono indirizzare i cittadini e le singole persone verso scelte salutari.

I sindaci, gli amministratori, le associazioni, gli esperti e i cittadini si impegnano a essere responsabili, per lasciare alle generazioni future città sane e sostenibili. Per farlo ognuno deve avere cura del contesto urbano dove si vive; deve rendere le proprie città eque ed inclusive, considerando la salute un bene comune sul quale investire; deve promuovere l’educazione civica, alimentare e ambientale per costruire città sostenibili.

Le persone e gli enti, firmando il MANIFESTO, si impegnano anche a sostenere e spingere governo, istituzioni, regioni, città, università, associazioni, imprese e organizzazioni nazionali ad impegnarsi a loro volta per approvare e sviluppare soluzioni nel futuro a sostegno del miglioramento della qualità di vita delle città e degli ambienti urbane, abbattendo ogni forma di diseguaglianza, riducendo lo spreco di cibo, promuovendo stili di vita salutari, incoraggiando l’attività motoria, rispettando l’ambiente naturale.

SALUTE NELLE CITTÀ: BENE COMUNE

IMPEGNO DEI FIRMATARI DEL MANIFESTO LA SALUTE NELLE CITTÀ COME BENE COMUNE

Noi donne e uomini, amministratori, esperti, cittadini di questo pianeta, sottoscriviamo questo documento, denominato MANIFESTO LA SALUTE NELLE CITTÀ COME BENE COMUNE, per assumerci impegni precisi in relazione al diritto ad avere le città e gli ambienti urbani dove viviamo inclusivi e sostenibili, abbattendo ogni forma di diseguaglianza sociale e garantendo salute e benessere della comunità dive viviamo.

Consideriamo infatti una violazione della dignità umana il mancato accesso alla sanità., un cibo sano, sufficiente e nutriente, ad avere acqua ed energia pulita, alla mancanza di verde e a un ambiente malsano.

Riteniamo che solo l’azione collettiva in quanto cittadine e cittadini, assieme ai sindaci, alla società civile, al mondo della ricerca, alla scuola, all’università, al mondo dello sport alle imprese e alle istituzioni locali, nazionali e internazionali potrà consentire di vincere le grandi sfide connesse alla salute nelle città.

Poiché crediamo che avere città sostenibili ed eque, dove la salute e il benessere sia un bene comune e primario, sia possibile e sia un fatto di dignità umana, noi ci impegniamo ad adottare i principi e le pratiche esposte in questo MANIFESTO LA SALUTE NELLE CITTÀ COME BENE COMUNE, coerenti con la strategie che gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno elaborato. Sottoscrivendo questo MANIFESTO noi dichiariamo di portare la nostra adesione concreta e fattiva agli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite entro il 2030 e specificatamente all’obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

Il futuro che vogliamo include città e ambienti urbani che offrano opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base, all’energia, all’alloggio, ai trasporti, alla sanità, alla pratica sportiva e alla salute e molto altro.

Un futuro sostenibile e giusto nelle città nelle quali viviamo è anche una nostra responsabilità.

I DIECI PUNTI CHE GUIDANO L’AZIONE

OGNI CITTADINO HA DIRITTO AD UNA VITA SANA ED INTEGRATA NEL PROPRIO CONTESTO URBANO. BISOGNA RENDERE LA SALUTE DEI CITTADINI IL FULCRO DI TUTTE LE POLITICHE URBANE

Migliorare la qualità dell’ambiente urbano è uno dei principali obiettivi delle Istituzioni Internazionali (come Nazioni Unite, World Health Organization e Unione Europea), che stabiliscono misure di cooperazione e linee direttive, rivolte agli Stati membri e alle autorità locali, per rendere le città luoghi di vita, lavoro e investimento più attraenti, più verdi, più inclusivi e più sani. In Italia alcuni standard normativi per la protezione della salute umana non sono ancora rispettati in un largo numero di aree urbane.

1.1 Il miglioramento del contesto urbano deve essere l’obiettivo prioritario delle amministrazioni locali ed i cittadini devono essere coinvolti attivamente nelle scelte politiche;

1.2 Le amministrazioni devono impegnarsi nella promozione della salute e del benessere psicologico dei cittadini studiando e monitorando i determinanti della salute specifici del proprio contesto urbano, facendo leva sui punti di forza delle città e riducendo drasticamente i rischi per la salute;

1.3 Promuovere momenti di scambio tra gli enti deputati per un monitoraggio comune dei determinanti della salute specifici del proprio contesto urbano;

1.4 Prevedere modalità di partenariato pubblico – privato per la realizzazione delle politiche volte alla promozione della salute urbana;

1.5 Prevedere modalità di accesso ai servizi sanitari indipendentemente da genere, condizioni socioeconomiche e nazionalità;

1.6 Garantire equità all’accesso non solo ai punti di cura, ma ai servizi ecosistemici e quindi alle aree verdi come luoghi che li forniscono;

1.7 Promuovere politiche urbane che possano garantire l’equo accesso alla salute a livello urbano, studiarne l’impatto e monitorarne i risultati;

1.8 Contrastare il degrado delle periferie urbane, delle aree abbandonate e la privazione sociale, culturale edeconomica;

1.9 Superare la compartimentazione delle politiche pubbliche introducendo la salute come tema trasversale di tutti i piani e i programmi adottati dalle amministrazioni.

ASSICURARE UN ALTO LIVELLO DI ALFABETIZZAZIONE E DI ACCESSIBILITÀ

ALL’INFORMAZIONE SANITARIA PER TUTTI I CITTADINI E INSERIRE

L’EDUCAZIONE SANITARIA IN TUTTI I PROGRAMMI SCOLASTICI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI RISCHI PER LA SALUTE NEL CONTESTO URBANO

L’alfabetizzazione sanitaria (Health Literacy) è “la capacità di ottenere, elaborare e capire informazioni sanitarie di base e accedere a servizi necessari per eettuare scelte consapevoli”. Non tutti i cittadini però hanno lo stesso livello di alfabetizzazione sanitaria e ciò crea disuguaglianze. Per questo l’educazione sanitaria è uno strumento fondamentale nella promozione alla salute ed è fattore cruciale per il miglioramento dello stato di salute della popolazione. Numerosi studi evidenziano come un’educazione alla salute svolta nelle scuole risulti capace di ridurre la prevalenza di comportamenti rischiosi per la salute dei giovani. La scuola, più di qualsiasi altra istituzione, può aiutare a vivere in modo sano, contribuendo a far acquisire le conoscenze e le abilità necessarie ad evitare comportamenti rischiosi (alimentazione non salutare, attività fisica inadeguata, ecc.).

2.1 Promuovere percorsi formativi a livello regionale o locale indirizzati agli operatori sanitari e alle associazioni dei pazienti per permettere loro di valutare il grado di comprensione del cittadino ed esprimersi di conseguenza con linguaggio compatibile ed efficace;

2.2 Incentivare la formazione degli amministratori e dei tecnici delle amministrazioni locali per promuovere l’integrazione della salute come tema trasversale in tutte le politiche e le azioni del comune;

2.3 Permettere ai cittadini, ai pazienti e alle loro associazioni di comunicare agevolmente e tempestivamente con il sistema sanitario, potendo trovare, comprendere e valutare le informazioni di volta in volta più appropriate per soddisfare i propri bisogni assistenziali, anche attraverso lo sfruttamento delle potenzialità offerte dalle tecnologie digitali, tramite piattaforme digitali istituzionali;

2.4 Favorire l’empowerment delle associazioni, nell’organizzazione delle città, per fare in modo che sviluppino il loro potenziale in grado di promuovere un lavoro di animazione territoriale per essere diventino di riferimento per le comunità e garantire una informazione diffusa e capillare;

2.5 Promuovere e consolidare la collaborazione tra il mondo sanitario, quello dell’istruzione e delle comunità locali. In particolare realizzare una rete di operatori della salute di ASL e AO, scuole e Case della Comunità per definire precise linee di indirizzo per una corretta informazione sanitaria;

2.6 Promuovere lo sviluppo di un nuovo modello di medicina scolastica, servizio essenziale ormai quasi scomparso dalle scuole italiane, quale strumento di informazione e prevenzione;

2.7 Formare competenze professionali per lo sviluppo dell’approccio ONE HEALTH e diffondere la consapevolezza sul tema tra i giovani e la popolazione;

2.8 Contrastare le fake news sulla salute attraverso campagne di informazione nelle farmacie e via social.

INCORAGGIARE STILI DI VITA SANI NEI LUOGHI DI LAVORO, NELLE COMUNITÀ E NEI CONTESTI FAMILIARI

La promozione della salute nei luoghi di lavoro rappresenta oggi una strategia di frontiera che tiene conto degli effetti sinergici, sulla salute umana, dei rischi legati agli stili di vita e dei rischi professionali. Essa è fortemente raccomandata rispetto a diverse problematiche della sfera individuale e collettiva, quali fumo, attività motoria, corretta alimentazione.

3.1 Promuovere buone pratiche per la promozione della salute nei luoghi di lavoro e rafforzare il sistema di incentivi rivolto alle imprese socialmente responsabili che investono in sicurezza e prevenzione;

3.2 Pensare a forme di lavoro agili come lo “smart work” quale possibile strategia di miglioramento della salute e della sostenibilità nelle città, rompendo la dicotomia tra casa e lavoro, riducendo i tempi morti del trasporto al luogo di lavoro e favorendo la conciliazione tra vita di lavoro e vita di relazione;

3.3 Introdurre strumenti atti al controllo del rispetto delle norme sulla sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro in coerenza alle caratteristiche di tali contesti;

3.4 Incentivare attività tese al miglioramento della qualità di vita nelle comunità sociali e amministrative di riferimento (es. municipi, distretti, quartieri…) attraverso la promozione di stili di vita sani;

3.5 Incoraggiare i contesti familiari a migliorare il proprio stile di vita attraverso la sana alimentazione e la lotta alla sedentarietà.

PROMUOVERE UNA CULTURA ALIMENTARE E LA LOTTA ALLA POVERTÀ ALIMENTARE

Una sana alimentazione, assieme all’attività fisica, ha un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’obesità. Secondo l’OMS l’obesità rappresenta uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza delle malattie cardiovascolari, del diabete di tipo 2, di alcuni tumori, dell’artrosi, dell’osteoporosi ed strettamente correlata a diseguaglianze economiche, culturali e di accesso alle informazioni legate all’ambiente e al contesto urbano nel quale si vive.

4.1 Delineare linee guida precise che tengano conto dei diversi contesti e dei diversi target della popolazione (es. menu scolastici anche in considerazione delle diversità culturali e religiose);

4.2 Organizzare eventi divulgativi e progetti di educazione alimentare sul territorio con particolare riferimento alla prevenzione dell’obesità e al sovrappeso a livello infanto-giovanile;

4.3 Favorire la presenza e la diffusione nel territorio cittadino di iniziative commerciali a catena;

4.4 corta, incentivando la disponibilità e la reperibilità di cibi salutari e freschi e prevenendo il fenomeno della desertificazione alimentare dei quartieri urbani.

4.5 Promuovere iniziative contro lo spreco alimentare.

AMPLIARE E MIGLIORARE L’ACCESSO ALLE PRATICHE SPORTIVE

E MOTORIE PER TUTTI I CITTADINI, FAVORENDO LO SVILUPPO

PSICOFISICO DEI GIOVANI E L’INVECCHIAMENTO ATTIVO

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’ OCSE indicano nella sedentarietà una delle maggiori cause delle malattie croniche non trasmissibili.

Affrontare il peso dell’insufficiente attività fisica potrebbe prevenire migliaia di morti premature nell’UE e risparmiare miliardi nella spesa sanitaria.

Inoltre, l’UE e più in generale i paesi avanzati si trovano ad affrontare un rapido cambiamento della struttura demografica, e devono affrontare le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione sulle finanze pubbliche e sulle politiche di protezione sociale. Il prolungamento della vita attiva in vecchiaia deve contribuire ad affrontare tali sfide.

5.1 Garantire a tutti i cittadini il libero ed equo accesso alle infrastrutture sportive e agli spazi verdi, con particolare attenzione alle persone in difficoltà socio-economica e in condizione di fragilità psicofisica e disabilità, secondo il principio dello “Sport di Cittadinanza”;

5.2 Eliminare le disuguaglianze territoriali soprattutto nelle periferie e nei quartieri con grande disagio socio-economico;

5.3 Favorire l’invecchiamento attivo attraverso la pratica sportiva e motoria;

5.4 Incentivare l’attività sportiva e motoria per i bambini e per i giovani anche tramite il coinvolgimento attivo delle famiglie, dei nonni e delle comunità abitative (condomini, centri di aggregazione sociale, parrocchie, società sportive…), delle scuole, dei pediatri, dei medici di medicina generale e, inoltre, delle campionesse e dei campioni sportivi, quali testimonial, con l’obiettivo di generare un virtuoso spirito emulativo, dal punto di vista non solo agonistico e dei valori che lo sport promuove.

SVILUPPARE POLITICHE LOCALI DI TRASPORTO URBANO ORIENTATE ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E ALLA CREAZIONE DI UNA VITA SALUTARE

Gli scarsi investimenti nei trasporti pubblici urbani e nelle infrastrutture che consentano modalità attive di trasporto (consentire di muoversi in sicurezza in bicicletta o a piedi) costituiscono una delle principali barriere nel promuovere efficacemente uno stile di vita sano e attivo. Il trasporto attivo è correlato alla riduzione delle malattie respiratorie e cardiovascolari e l’incremento dell’attività fisica riduce il rischio di obesità, diabete, cancro e infarto.

6.1 Incoraggiare l’utilizzo delle modalità attive di trasporto tramite l’apposita creazione di strade, piste ciclabili sicure e ben collegate, nonché un efficiente sistema di trasporto pubblico locale;

6.2 Prevedere attività di sensibilizzazione dei cittadini verso scelte più efficienti (da un punto di vista economico, ambientale e di impatto sulla propria salute) di mobilità urbana.

CREARE INIZIATIVE LOCALI PER PROMUOVERE L’ADESIONE DEI CITTADINI AI PROGRAMMI DI PREVENZIONE PRIMARIA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE MALATTIE CRONICHE, TRASMISSIBILI E NON TRASMISSIBILI

Le malattie croniche non trasmissibili, soprattutto quelle cardiovascolari, il cancro, il diabete e i disturbi respiratori cronici, continuano a rappresentare il principale rischio per la salute e lo sviluppo umano. Il PIANO D’AZIONE dell’OMS evidenzia come sia indispensabile, per lo sviluppo sociale ed economico di tutte le Nazioni, investire nella prevenzione di queste malattie, e come si tratti di una responsabilità di tutti i governi.

7.1 Collaborare con l’autorità sanitaria locale nello sviluppo di percorsi sociosanitari e di programmi di informazione sulla prevenzione;

7.2 Studiare i contesti urbani più idonei ad avvicinare il cittadino nello svolgimento delle sue attività quotidiane (luoghi di cura, luoghi di lavoro, luoghi ricreativi, strutture sportive, Case della Comunità, luoghi virtuali come siti internet di riferimento delle amministrazioni stesse) in cui veicolare - attraverso materiale cartaceo o virtuale – messaggi chiave per la prevenzione;

7.3 Attivare campagne di informazione e marketing sociale sulla prevenzione attraverso l’utilizzo delle piattaforme digitali;

7.4 Promuove la medicina di prossimità con il coinvolgimento dei medicini di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, delle case di comunità e dei farmacisti per garantire accesso all’informazione, alla prevenzione e alla cura.

INTERVENIRE PER PREVENIRE E CONTENERE L’IMPATTO DELLE MALATTIE TRASMISSIBILI INFETTIVE E DIFFUSIVE, PROMUOVENDO E INCENTIVANDO I PIANI DI VACCINAZIONE, LE PROFILASSI E LA CAPACITÀ DI REAZIONE DELLE ISTITUZIONI COINVOLTE, CON LA COLLABORAZIONE DEI CITTADINI. L’emergenza COVID-19 ha evidenziato le enormi difficoltà del mondo globalizzato nel prevenire le emergenze derivanti dall’epidemia, rispondere rapidamente alla minaccia e mitigarne gli effetti. La ROME DECLARATION del Global Health Summit dei Paesi del G20 ha sottolineato la necessità di impegni sinergici a tutti i livelli. Evidenze epidemiologiche mostrano che le epidemie sono eventi ciclici: intensificare gli sforzi nel momento della minaccia e dimenticarsene una volta passato il pericolo non è una strada che si possa continuare a percorrere. È necessario che le amministrazioni comunali intervengano a:

8.1 Sviluppare, in collaborazione con le autorità sanitarie locali e le Regioni, programmi di sorveglianza sulla prevenzione della diffusione delle malattie trasmissibili infettive e diffusive causate da virus, batteri, funghi o altri agenti patogeni;

8.2 Creare e implementare a livello locale e cittadino, in collaborazione con le autorità sanitarie locali, le Regioni e il Governo, programmi di sorveglianza sulle questioni relative alla biosicurezza che vanno intesi come un controllo dei fattori inquinanti e dannosi rilasciati nell’ambiente in modo volontario ed involontario (biosafety), fino alla prevenzione del rilascio volontario e malevolo nell’ambiente cittadino di agenti inquinanti, agenti pericolosi per la salute, agenti radioattivi e agenti patogeni;

8.3 Creare forti collaborazioni continue tra Istituzioni governative, regionali, cittadine, università, autorità sanitarie, istituti di ricerca pubblici e privati, professionisti della salute, imprese per studiare in maniera sinergica fenomeni quali la resistenza antibiotica, il contatto con la fauna selvatica in ambito urbano, i cambiamenti climatici e le pressioni sulla biodiversità, per individuare e controllare all’origine ogni possibile insorgenza e diffusione di nuovi agenti infettivi;

8.4 Ricoprire un ruolo attivo nella definizione preventiva di Piani di contenimento delle malattie trasmissibili infettive e diffusive, redatti da Stato e Regioni, con la collaborazione delle tecnostrutture del Servizio Sanitario Nazionale.

CONSIDERARE LA SALUTE DELLE FASCE PIÙ DEBOLI E A RISCHIO QUALE

PRIORITÀ PER L’INCLUSIONE SOCIALE NEL CONTESTO URBANO

Il diritto all’istruzione e alla salute sono diritti fondamentali dell’individuo, costituzionalmente garantiti e devono essere assicurati indipendentemente dalle condizioni personali, sociali ed economiche o di qualunque altra natura. Il persistere di condizioni peggiori dello stato di salute in aree svantaggiate delle città o l’emarginazione sociale delle fasce di popolazione più debole o disagiata, se da un lato è la manifestazione dell’effetto della povertà e del disagio sociale, dall’altro mina la coesione sociale dell’intera popolazione.

9.1 Adottare politiche tese a migliorare le condizioni sociali, economiche ed ambientali dei quartieri disagiati, sia con interventi “mean–tested”, che con interventi volti a migliorare il contesto urbano di riferimento;

9.2 Promuovere misure economiche e sociali mirate a migliorare l’inclusione sociale di tutte le categorie di popolazione considerate svantaggiate per condizioni economico-sociali, o per condizioni di salute come malattia e disabilità, promuovendo la loro partecipazione anche nelle attività sportive e ricreative;

9.3 Ogni città deve allinearsi agli standard più elevati di accessibilità e fruibilità dei servizi urbani per persone disabili, adeguando le infrastrutture sanitarie, la viabilità, l’accesso ai servizi pubblici, agli impianti sportivi e agli spazi ricreativi di qualsiasi tipo;

9.4 Promuovere politiche di prevenzione e inserimento socio – sanitario per le popolazioni di migranti anche ricorrendo a figure di mediatori culturali per arrivare ad un’integrazione a pieno titolo delle popolazioni migranti nella vita cittadina come priorità impellente per favorire la Salute nelle Città.

STUDIARE E MONITORARE A LIVELLO URBANO I DETERMINANTI DELLA SALUTE DEI CITTADINI, ATTRAVERSO UNA FORTE ALLEANZA TRA COMUNI, UNIVERSITÀ, AZIENDE SANITARIE, CENTRI DI RICERCA, INDUSTRIA

E PROFESSIONISTI

I determinanti della salute sono elementi di rischio, che interagiscono nell’impostare, mantenere e alterare le condizioni di salute dei cittadini nel corso della loro vita. Tali determinanti possono riguardare l’ambiente, gli stili di vita, le condizioni socio-economiche, la genetica o la possibilità di accedere ai servizi.

10.1 Creare cabine di regia per lo studio e il monitoraggio dell’impatto dei determinanti della salute nel contesto urbano, prevedendo il coinvolgimento congiunto delle Amministrazioni Comunali, delle Autorità Sanitarie, delle Università e dei Centri di Ricerca;

10.2 Creare a livello delle amministrazioni comunali e delle ASL, capacità professionali e amministrative, di gestione della sanità pubblica, riconducibili alla figura dell’Health City Manager, quale professionista con competenze definite, che operi in sinergia con il sindaco e gli amministratori locali per coordinare e implementare le azioni riguardanti la salute pubblica, elaborando soluzioni innovative e inclusive in risposta alle istanze espresse dai cittadini;

10.3 Promuovere partnership multistakeholder per dare vita a politiche urbane che, sulla base degli studi sull’impatto dei determinanti della salute nelle città, possano dare vita a interventi “intelligenti” volti a ridurre i rischi per la salute e a promuovere un ambiente urbano sano e inclusivo;

10.4 Creare una conferenza permanente delle Aziende Ospedaliere delle Aree Metropolitane delegandole significative competenze e poteri decisionali in tema di pianificazione (piani obiettivo) e di erogazione di servizi sanitari ospedalieri.

Alla stesura e revisione del MANIFESTO SULLA SALUTE NELLE CITTÀ COME BENE COMUNE hanno contribuito 208 esperti e 36 tra Istituzioni, enti, università, società scientifiche, associazioni pubbliche e private.

Il Manifesto è stata la base ed ha ispirato, il parere del Comitto delle Regioni dell’Unione Europea, NATVI/016 approvato nella 123° sessione plenaria dell’11 e 12 maggio 2017 “La salute nelle città: bene comun”, la risoluzione Roma Urban Health Declaration presentata e firmata in occasione del G7 il 11 Dicembre 2017, l’Urban Diabetes Declaration, adottata da 46 città a livello mondiale e documenti governativi, ministeriali e di riferimento per le amministrazioni comunali.

Il Manifesto è stato edito nel luglio del 2016, con una prima revisione febbraio 2021 e una seconda revisione marzo 2023

Roma, li 14 Marzo 2023, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica

Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città

Mario Occhiuto Roberto Pella Daniela Sbrollini

C14+ Health City Institute
Enzo Bianco
Andrea Lenzi

HEALTH CITY INSTITUTE

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