Atlas Marche

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ATLAS CITIES CHANGING DIABETES REGIONE MARCHE

Il Diabete di tipo 2 sull’intera Regione

Health, Wellbeing Environment & Spor t for Cities

INDICE

Prefazioni Atlas

Francesco Acquaroli, Presidente Regione Marche

Andrea Lenzi, Presidente Health City Institute

Introduzione

Gian Marco Revel, Presidente del Comitato Esecutivo Regione Marche Cities Changing Diabetes, Professore Ordinario all’Università Politecnica delle Marche

Il progetto Cities Changing Diabetes

Partnership pubblico – privata e nuovi modelli di network sulla salute della città (Board nazionale Cities Changing Diabetes e Health City Institute)

Regione Marche Cities Changing Diabetes

Massimiliano Petrelli, Presidente Comitato Scientifico Marche Cities Changing Diabetes

Urban Diabetes Declaration

Adesione della Regione all’Urban Diabetes Declaration

Massimiliano Petrelli, Presidente Comitato Scientifico Marche Cities Changing Diabetes

Dati Socio Demografici

Antea Maria Pia Mangano, Farmacista Assistenza farmaceutica

Sintesi analisi statistica

Elisabetta Baldassarri, Ufficio statistica Regione Marche

Stili di Vita: Movimento e sport

Gabriele Brandoni, Direttore Diabetologia Ospedale di Macerata

Conclusioni

Società Scientifiche, Associazioni Pazienti

Profili

Partners e Comitati

Prefazioni ATLAS

FRANCESCO ACQUAROLI

Per la nostra amministrazione regionale, la salute è posta al centro delle politiche e deve essere oggetto di azioni concrete. Nelle Marche soffrono di diabete circa 80 mila persone, il 4,4% della popolazione, con oltre 300 pazienti pediatrici.

Le Marche sono l’unica Regione ad entrare nel progetto Cities Changing Diabetes, accanto a grandi città e città metropolitane, una strategia che vuole sviluppare azioni concrete partendo dallo studio dei dati, per identificare le dinamiche sociali e culturali che influiscono sulla vulnerabilità del diabete.

L’obiettivo è quello di favorire gli stili di vita sani nei

FILIPPO SALTAMARTINI

luoghi di lavoro, nelle grandi comunità e nelle famiglie, promuovendo una adeguata cultura alimentare, migliorando l’accesso allo sport e alle pratiche di esercizio fisico per tutte le età, e l’attenzione all’accesso alle cure per la popolazione, che registra un’età media tra le più alte d’Italia.

Occorre quindi raggiungere gli obiettivi definiti nell’agenda globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030 e i target del new deal europeo declinati nella transizione ecologica: fornire una diagnosi appropriata all’80% delle persone affette da diabete, con un buon controllo di glicemia e pressione arteriosa. Il 100% delle per-

sone con diabete 1 dovrà beneficiare della tecnologia per l’automonitoraggio della glicemia ed avere accesso alle terapie con farmaci innovativi.

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Presidente Regione Marche Vice presidente Regione Marche con delega alla Salute

ANDREA LENZI

Presidente dell’Health City Institute e Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze per la Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Oggi piu del 50% della popolazione mondiale vive nelle città. Se consideriamo che il 65% delle persone con diabete vive in aree urbane, è chiaro che la città è un punto determinante per contrastare a crescita del diabete. Questo fenomeno è stato definito: Urban Diabetes.

Le città sono chiamate nel contrastare il crescente aumento del numero di persone con diabete, attraverso politiche sui determinanti di salute, in collaborazione con Università, Autorità sanitarie locali ed enti di ricerca.

Vivere in un’area urbana e ancora di più in una megalopoli, si accompagna a cambiamenti sostanziali

degli stili di vita rispetto al passato; cambiano le abitudini, cambia il modo di vivere, i lavori sono sempre più sedentari, l’attività fisica diminuisce. E le città inevitabilmente diventano sempre più obesiogene.

Tutti i fattori sociali, clinico e culturali che rappresentano un potente volano per obesità e diabete.

Cities Changing Diabetes nasce nel 2014 in Danimarca ed è un programma di partnership promosso dall’University College of London (UK) e dallo Steno Diabetes Center (Danimarca) con il sostegno di Novo Nordisk, in collaborazione con partner nazionali che comprendono istituzioni, città

metropolitane, comunita diabetologiche/sanitarie, amministrazioni locali mondo accademico e terzo settore.

Un modo differente per andare a definire un action plan preciso per andare ad offrire alle Amministrazioni Comunali, sviluppando sinergie e superando l’ottica dei silos.

L’obiettivo del programma è quello di creare un movimento unitario in grado di stimolare, a livello internazionale e nazionale, i decisori politici a considerare il tema dell’urban diabetes prioritario. Mettendo in luce il fenomeno con dati ed evidenze, provenienti dalle città di tutto il mondo, il programma Cities Changing Diabetes sottolinea la necessità di agire in considerazione del crescente numero di persone con diabete e del conseguente onere economico e sociale che tutto ciò comporta.

Al programma Cities Changing Diabetes ad oggi hanno aderito 41 città per un totale di più di 200 milioni di cittadini.

Il progetto in Italia e nella regione Marche è coordinato da Heatlh City Institute e dall’Università Politecnica delle Marche in collaborazione con il Ministero della Salute, l’ANCI, la Regione, l’Istituto Superiore di Sanità, l’ISTAT, la fondazione CENSIS,

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CORESEARCH, l’IBDO foundation, Medipragma, le società scientifiche del diabete, le associazioni pazienti e di cittadinanza.

L’Health City Institute in collaborazione con Ministero della Salute e ANCI, ha inoltre promosso la realizzazione del Ministero della Salute nelle Città, documento che delinea le azioni da intraprendere per studiare i determinanti della salute e migliorare la qualità di vita dei cittadini.

Il Manifesto è stato la base per la redazione della proposta di iniziativa presentata dalla Delegazione Italiana del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea alla commissione NAT e al Parlamento Europeo e base di riferimento per la “Roma Urban Declaration “presentata durante il G7 sulla salute nel Dicembre del 2017.

Il progetto Cities Changing Diabetes prevede tre momenti. Il primo step è la mappatura dei fattori sociali e culturali. In ogni città viene promossa una ricerca qualitativa e quantitativa dalla quale emerge il livello di vulnerabilità.

Il secondo momento è quello della condivisone dei dati sia a livello nazionale, con tutti gli attori coinvolti, ma anche a livello internazionale, fra le varie città aderente al programma, con l’obiettivo di identificare le similitudini ed i punti di contatto. L’ultimo step del programma è la parte dedicata

all’azione con lo sviluppo di uno specifico action plan e condivisone delle best practices. Con questo ATLAS si è realizzato una prima mappatura dei dati quantitativi demografici, clinico-epidemiologici e sulla percezione della salute nella regione Marche, dati che forniscono spunti di analisi, osservazione e confronto per futuri studi.

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INTRODUZIONE

GIAN MARCO REVEL

Presidente del Comitato Esecutivo Regione Marche Cities Changing Diabetes, Professore Ordinario all’Università Politecnica delle Marche

Il nome “Marche” deriva dal germanico “mark” che sta a significare “confine”. La regione si chiama così perché segnava uno dei confini del Sacro Romano Impero. Il territorio della nostra Regione è in prevalenza collinare, ma presenta nelle aree interne importanti zone montuose e discende ad oriente fino al mare, con una linea costiera in genere bassa e sabbiosa (a parte il Monte Conero).

I centri abitati sono per lo più collocati sulle zone collinari, con un rilevante paesaggio agrario caratterizzato da numerosi piccoli appezzamenti.Le Marche hanno la peculiarità di presentare questa conformazione in tutto il suo territorio, da nord a sud, in tutte le cinque Province che la compongono, con 5 AST (Aziende Sanitarie Regionali) che fanno capo ad un'unica Agenzia Regionale Sanita-

ria (ARS), con una rete Diabetologica integrata come un grande Network.

La particolare configurazione geografica, abitativa ed organizzativa del territorio marchigiano ci ha suggerito di investigare determinate correlazioni tra i parametri caratterizzanti le Marche e l’incidenza del diabete, senza fermarci ad un’analisi per Province o AST. Grazie alla mole di dati, concessaci dalla Regione, siamo stati in grado di individuare evidenze interessanti ridurre questa patologia. L’incidenza del Diabete come malattia cronica non trasmissibile, legata anche alla Obesità, sta diventando una piaga sempre più grave, impattante sul sistema sanitario Nazionale ed in particolare su quello Regionale. Il Progetto Cities Changing Diabetes ha un respiro internazionale, vi

fanno parte solo città Metropolitane a livello Globale. Siamo fieri che Marche siano l’unica Regione ad essere inserita in questo ambizioso progetto. Dopo anni in cui, anche come Università Politecnica delle Marche, abbiamo supportato progetti tecnologici ed assistenziali a scala urbana, in questo caso l’approccio è stato quello di considerare la nostra Regione come una città Metropolitana, le province i suoi quartieri e di conseguenza il Governo centrale come il Municipio. Una città costituita da un elevato numero di insediamenti medio-piccoli situati in zone con caratteristiche diverse, ma con un’unica rete diabetologica integrata (elemento unico in Italia). Grazie ancheal supporto delle società scientifiche (SID e AMD) e di tutto il Comitato, abbiamo creato questo laboratorio che rappresenta il primo passo per individuare i principali determinanti del diabete a livello regionale, in modo da poter in futuro lanciare concrete azioni di policy mirate alla riduzione dell’incidenza di questa patologia.

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Il progetto Cities Changing Diabetes Cities Changing Diabetes il network globale per un progetto regionale Partnership pubblico-privata e nuovi modelli di network sulla salute della Regione

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Oggi sappiamo che lo sviluppo urbanistico ha profondamente cambiato molti fattori di government su temi globali e in particolare sul tema dell’ambiente e della salute. Le città e il loro modello di sviluppo sono oggi in prima linea nella lotta contro le criticità connesse alla crescente urbanizzazione, tra cui la salute pubblica occupa un posto di primaria importanza. Nel settembre del 2015, 193 Stati membri delle Nazioni Unite si sono riuniti a New York con l’obiettivo di adottare una nuova serie di 17 obiettivi di Sustainable Development Goals (SDGs). I nuovi SDGs coprono una vasta gamma di questioni di critiche come porre fine alla povertà, il raggiungimento universale dell’istruzione e la lotta ai cambiamenti climatici, ma è importante come per la prima volta sia stato inserito un preciso obiettivo (SDG 11) de dicato a rendere le città inclusiva, sicura, sostenibile e capace di affrontare il cambiamento. Obiettivi chiave per raggiungere questo obiettivo come lo sviluppo abitativo, la qualità dell’aria, la buona alimentazione e il trasporto vengono individuati chiaramente e diventano importanti determinanti della salute delle persone nelle città. Ma è importante considerare come migliorare la salute rimane una priorità globale nella programmazione che va dal 2016 al 2030 con un partico

lare punto (SDG 3) focalizzato sulla realizzazione della promozione del benessere psico-fisico per tutti e per tutte le fasce le età. La prevalenza e alta densità delle popolazioni nelle metropoli, la complessità dei fattori di rischio che influenzano la salute, l’impatto delle disuguaglianze sulla salute, l’impatto sociale ed economico sono temi da affrontare e discutere, per agire concretamente sui determinanti della salute e non con interventi a spot che spesso non risolvono nulla e non permettono di comprendere a pieno la sfida alla quale siamo chiamati. Le città oggi non sono solo motori economici per i Paesi, ma sono centri di innovazione chiamati a gestire e rispondere alle drammatiche transizioni demografiche ed epidemiologiche in atto. Nel 2014, una coalizione di sindaci e leader delle maggiori città a livello mondiale si sono riuniti e impegnati per affrontare il cambiamento climatico del Pianeta riducendo le emissioni di gas serra. Una sfida che parte proprio dalle città e vede coinvolti i Sindaci e tutta la comunità.

Questa iniziativa è stata lanciata e promossa dalle Nazioni Unite (ONU), attraverso un network formato dal Cities Climate Leadership Group (C40), da United Cities and Local Governments Network (UCLG) e dall’International

Council for Local Environmental Initiatives (ICLEI).

Ad oggi, attraverso questo accordo, 206 città per una popolazione complessiva di 270 milioni di abitanti, si sono impegnate ad intraprendere un per corso specifico con un approccio trasparente e delle strategie precise, per ridurre nelle loro realtà urbane il livello emissioni e polveri sottili, riducendo così la vulnerabilità dei loro territori ai cambiamenti climatici.

Nell’ ottobre del 2015, sindaci di 115 città per un totale di 400 milioni di persone, in occasione del l’EXPO 2015 hanno firmato il Milan Urban Food Policy Pact.

Questo impegno comporta una serie di azioni locali per affrontare alcune emergenze globali che vanno dalla fame, alla malnutrizione e allo spreco di cibo. Le città sottoscrivendo il documento si sono impegnate a sviluppare sistemi alimentari sostenibili e cibi sani a prezzi accessibili per tutte le persone, in un quadro basato sui diritti umani.

La rete C40 è una rete globale di grandi città con sede a Londra, che operano per sviluppare e implementare politiche e programmi volti alla riduzione dell’emissione di gas serra e dei danni e dei rischi ambientali causati dai cambiamenti climatici.

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Nasce da un processo iniziato nel 2005 dall’allora sindaco di Londra Ken Livingstone, che convocò i rappresentanti di 18 metropoli per proporre un accordo di cooperazione per la riduzione delle emissioni attraverso azioni decisive ed immediate, in modo da coordinare il loro intervento nell’affrontare una delle maggiori sfide economiche, sociali ed ambientali degli ultimi anni. Da allora, l’urgenza di rispondere al cambiamento climatico nei centri urbani continua ad aumentare, e con essa l’esigenza di interventi significativi e tempestivi.

Già nel 2006 avevano aderito alla rete 40 città (da ciò nacque il nome dell’organizzazione), che ad oggi conta 96 membri, tra le quali Milano, Roma e Venezia. Le città hanno un ruolo fondamentale nel cambiamento climatico, come maggiori produttrici di emissioni di gas serra (quelle che fanno parte della rete C40 sono responsabili del 25% sul totale globale) e come maggiore fonte di soluzioni innovative alla questione climatica.

Questi esempi sottolineano il ruolo che i Sindaci e le città si sono date per affrontare lo sviluppo del Pianeta e dei popoli attraverso un approccio proattivo. Ma oggi i Sindaci debbono affrontare con altrettanto impegno il tema dei determinati della salute nelle città.

Già nei Sustainable Development Goals vengono indicati degli obiettivi sanitari collegati al consegui - mento dello sviluppo urbano quali ad esempio SDG 3.3 e 3.4, obiettivi che hanno uno specifico

focus sull’epidemia di HIV e la riduzione della mortalità da malattie non trasmissibili (NCDs).

Mentre la prevalenza di HIV è noto che da sempre è concentrata maggiormente nelle persone che risiedono nelle città, lo stile di vita urbano è considerato un fattore di guida per l’aumento del carico dei NCDs.

L’invecchiamento della popolazione di sé per stessa porta un aumento del carico delle cronicità e i dati socio-demografici ci indicano come l’aumento dell’urbanizzazione e delle malattie croniche non trasmissibili siano fattori intercorrelati. Allora i Sindaci oltre alle emergenze sanitarie, come il COVID-19, dovranno guardare alla sempre maggiore urbanizzazione in termini nuovi, comprendendo che il carico di disabilità che le malattie croniche si portano con sé, come naturale fardello, inciderà sullo sviluppo e sulla sostenibilità delle loro città.

Si sta venendo a creare un nuovo modello di welfare urbano, che va compreso, analizzato e studiato in tutti i possibili dettagli. Un welfare che se pur riferito a un quadro di riferimento Nazionale, deve essere valutato oggi nei contesti locali. Bisogna chiedersi se e in cosa differiscono i sistemi di welfare tra le grandi città e le piccole città. Bisogna chiedersi se oggi si stia passando da un sistema di welfare state a un sistema di welfare local. Bisogna chiedersi se le città saranno disponibili ad attivare strategie che portino progressi verso gli

obiettivi urbanistici, l’ambiente e i problemi socioeconomici, perché solo allora probabilmente potranno essere più propensi a sostenere il miglioramento della qualità di vita e della salute dei propri cittadini, attraverso un progressivo miglioramento di stili di vita più salutari.

Un approccio integrativo al SDGs sarà utile per il raggiungimento degli obiettivi per la salute nelle città perché molte delle sfide richiedono la collaborazione multisettoriale.

È chiaro che un aumento dell’aspettativa e della buona qualità di vita correlata ad una riduzione dei decessi prevenibili a causa di malattie non trasmissibili, porterà come conseguenza alla creazione di strutture di coordinamento tra diversi settori della governance urbana che interagiscono con la salute. Un approccio questo sviluppato con il progetto Cities Changing Diabetes che mira a studiare l’impatto del diabete nei grandi nuclei urbano, studiandone le vulnerabilità individuali e di comunità. Il prestigioso progetto “Cities Changing Diabetes” è un programma di studio internazionale promosso dall’University College of London e dallo Steno Diabetes Centre di Copenaghen, totalmente finanziato da iniziativa privata, attraverso un contributo non condizionato di Novo Nordisk, quindi senza nessun onere per l’Amministrazione, che si propone come obiettivo quello di valutare l’impatto dell’urbanizzazione sulle malattie croniche non trasmissibili (NCDs), collaborando attivamente con i

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Sindaci delle Città coinvolte e con importanti network internazionali come C14+ e EAT. Un programma particolarmente importante, soprattutto in questa fase di emergenza dovuta a COVID-19, che vede le persone affette diabete particolarmente fragili e vulnerabili rispetto al virus. In Italia il Progetto testimonia, da diversi anni, l’impegno delle istituzioni governative, dapprima espresso nel 2017 durante il semestre di Presidenza italiana del G7, in cui il Presidente ANCI Antonio Decaro firmò la Roma Urban Health Declaration assieme al Ministro della Salute. ANCI ha da sempre svolto un ruolo importante nel campo dell’Urban Health sostenendo il progetto in tutte le sue fasi, ospitando lo stesso anche nell’alveo dell’Assemblea Nazionale. Oggi in Italia si è formata una grande alleanza che vede impegnati nel sostenere e nello sviluppare il progetto ANCI, il Network C14+ e Health City Institute. Nel diabete in particolare, la Regione Marche vanta una importante storia di assistenza e cura e oggi si pone al centro di una rete assistenziale importante per dimensioni e soluzioni che mirano a un progressivo miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete.

(Board Nazionale CCD)

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Perché un porgetto di dimensione cittadina sviluppato su una regione

Cities Changing Diabetes

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La Regione Marche possiede due peculiarità: da un punto di vista sanitario è stata una unica Azienda per circa 20 anni ed era suddivisa in 5 Aree vaste che coincidono con le 5 province (PU-AV1; ANAV2; MC-AV3; FM-AV4; AP-AV5). Seconda peculiarità, ancora più importante in un progetto che comprenda il topic “Diabete”, è data dal fatto che tutti i Centri Diabetologici delle Marche siano in rete, con un unico database clinico-epidemiologico. Il fatto di possedere una unica cartella clinica, specificatamente disegnata sulla visita diabetologica, e che questa sia unificata in una unica rete, garantisce al cittadino marchigiano una equità della cura e la possibilità di muoversi tra due centri diabetologici senza dover portare con sé i suoi dati sanitari in forma cartacea. Inoltre, permette alla Regione di avere tutti i dati inerenti al diabete raccolti in maniera omogenea e standardizzata, costituendo così un importante e cospicuo database per indagini retrospettive e proiezioni future.

Questa rete, modello in Italia che altre regioni (Umbria e Sardegna) stanno iniziando a seguire, è stata riconosciuta anche come “Best Practice” dalla Comunità Europea all’interno del “Market Place delle migliori pratiche sanitarie comunitarie” che si svolge annualmente a Bruxelles.

In un primo tempo avevamo pensato di considerare le 5 Aree Vaste come 5 quartieri di una grande città e di andare a vedere se ci fossero delle differenze in ambito diabetologico, come riscontrato ad esempio a Roma sempre con il progetto CCD. Ma la nostra regione ha una conformazione particolare, a “pettine” e ciascuna area vasta comprende una parte montuosa (appennino) con una parte collinare che crea come dei denti di pettine (visto che è perpendicolare all’appennino e ciascun “dente” è delineato da una valle tracciata dai fiumi principali: Metauro, Esino, Chienti, Aso e Tronto) che dirada verso il litorale costiero. Ciascuna Area Vasta comprende le tre conformazioni oro-geografiche e comprende grandi città e piccoli borghi che, quindi, non hanno dato differenze in termini di impatto e cura del diabete. Abbiamo però visto dai dati delle similitudini di comportamento del diabete in relazione alla conformazione orografica e spostando la nostra ricerca su questo parametro sono emersi dati davvero significativi che illustreremo nei capitoli seguenti di questo Atlas.

Questi dati sono particolarmente importanti perché da Gennaio 2023 la struttura sanitaria della nostra regione ha subito un cambiamento: è scomparsa l’ASUR e le 5 Aree Vaste sono state trasformate in

Aziende Sanitarie Territoriali (AST), dotate di autonomia gestionale. Queta rivoluzione, fortemente voluta dall’attuale Governo regionale, permetterà una vicinanza maggiore del sistema sanitario al cittadino nella sua città e nella sua provincia, evitando migrazioni e spostamenti tra province, o peggio tra altre regioni. In questa ottica i 5 nuovi direttori generali avranno una mappa precisa delle zone dove, in accordo con i sindaci e le altre figure urbanistiche, dovranno intervenire per migliorare la prevenzione e cura del diabete. In questo nuovo scenario, l’Agenzia Regionale Sanitaria (ARS) dovrà avere un ruolo di supervisione e coordinamento nell’ottica di garantire sempre l’uniformità della cura e di migliorare la già eccellente rete diabetologica.

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Urban Diabetes Declaration

Massimilano Petrelli

del Comitato Scientifico Marche

Cities Changing Diabetes

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Presidente

Dopo la geniale intuizione del Direttivo Nazionale del CITIES CHANGING DIABETES di considerare la regione Marche come una città metropolitana, viste le sue due peculiarità di popolazione di circa 1.500.000 abitanti e soprattutto il fatto di possedere un unico database regionale diabetologico da cui attingere importanti dati raccolti da circa 20 anni, era necessario formalizzare questa adesione. A differenza delle città, dove l’atto era comunale e firmato dal sindaco/a, qui l’atto doveva essere firmato dal Presidente della Regione. Ho avuto l’onore di preparare il documento istruttorio e la delibera di giunta regionale per formalizzare tale adesione e firma. Il documento è stato discusso durante la seduta della Giunta Regionale Marche in data 21 luglio 2021 e approvato come DGR 885/21. L’ingresso della Regione Marche al programma di studio internazionale Cities Changing Diabetes con la firma dell’Urban Diabetes Declaration da parte del Governatore Francesco Acquaroli sancisce l’impegno della nostra amministrazione regionale per accelerare la prevenzione del diabete di tipo 2 e delle sue complicanze, in linea con gli obiettivi del progetto globale e nel rispetto dei cinque principi guida:

1) investire nella promozione della salute e del benessere a lungo termine.

Le città esprimono un grande potenziale nel diventare ambienti promotori di salute. Tale obiettivo richiede un cambio di visione che consideri la prevenzione del diabete, e delle sue complicanze, come un investimento a lungo termine piuttosto che un costo a breve terminemine.

2) agire sui determinanti sociali e culturali e lottare per l’equità nella salute

I determinanti sociali e culturali sono cause alla radice della definizione delle opportunità di stili di vita sani per i cittadini. Combattere per una saluta equa è essenziale per garantire opportunità di salute per tutti

3) integrare la salute in tutte le politiche

La salute è legata alle agende delle altre politiche pubbliche, incluse quelle sociali, occupazionali, abitative e ambientali. Al fine di migliorare la salute e il benessere dei cittadini, la salute deve essere integrata nei processi decisionali in maniera trasversale rispetto a tutti gli ambiti e deve essere guidata da obiettivi comuni a tutte le politiche.

4) coinvolgere attivamente le comunità per garantire soluzioni sanitarie sostenibili

Il livello di salute è determinato in massima parte al di fuori il settore della cura sanitaria, in particolare all’interno delle comunità dove le persone conducono la propria vita quotidiana. Le azioni per la salute dovrebbero spingersi oltre il livello individuale per includere lo scenario di comunità dove norme sociali possano dare forma a comportamenti virtuosi.

5) creare soluzioni in partnership tra i settori.

La salute è una responsabilità condivisa. Creare soluzioni sostenibili richiede che tutti i componenti della società siano consapevoli dell’impatto sulla salute delle loro azioni. Accordare le competenze e condividere le risorse e le reti sono prerequisiti per dare vita a soluzioni innovative, efficaci e sostenibili Genova si va ad aggiungere a più di 40 metropoli nel mondo e ad altre città italiane come Roma, Milano, Bari, Bologna, Torino e Napoli, ponendo così l’Italia in prima linea nella lotta al diabete urbano come Paese leader nella rete Cities Changing Diabetes.

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La Regione, le città e il contesto urbano hanno un impatto determinante sul modo in cui, i propri abitanti, vivono, si spostano, lavorano, mangiano. Tutti questi fattori agiscono in una qualche misura sull’aumento della patologia diabetica.

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE

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Oggetto: Adesione della Regione Marche al progetto internazionale “Urban Diabetes Declaration”

LA GIUNTA REGIONALE

VISTO il documento istruttorio riportato in calce alla presente deliberazione predisposto dalla P.F. Territorio ed Integrazione Ospedale Territorio dal quale si rileva la necessità di adottare il presente atto;

RITENUTO, per motivi riportati nel predetto documento istruttorio e che vengono condivisi, di deliberare in merito;

VISTO il parere favorevole di cui all’articolo 16 bis della legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 sotto il profilo della legittimità e della regolarità tecnica del Dirigente della P.F. Territorio ed Integrazione Ospedale Territorio [e l’attestazione dello stesso che dalla deliberazione non deriva né può derivare alcun impegno di spesa a carico della Regione];

VISTA la proposta del Dirigente dell’AGENZIA REGIONALE SANITARIA;

VISTO l’articolo 28 dello Statuto della Regione;

Con la votazione, resa in forma palese, riportata nell’allegato “Verbale di seduta”

DELIBERA

- di autorizzare la partecipazione dell’Agenzia Regionale Sanitaria - PF Territorio ed Integrazione Ospedale Territorio al progetto internazionale “Urban Diabetes Declaration”, presentato nell’ambito del Programma “Cities Changing Diabetes” di cui all’ Allegato A alla presente deliberazione, che ne costituisce parte integrante e sostanziale

IL SEGRETARIO DELLA GIUNTAIL PRESIDENTE DELLA GIUNTA (Francesco Maria Nocelli)(Francesco Acquaroli)

Documento informatico firmato digitalmenteDocumento informatico firmato digitalmente

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Regione Marche Cities Changing Diabetes

Diabetes is rising at an alarming rate around the world. Given the devastating human and economic cost of diabetes and its complications, individuals, communities, healthcare systems and societies are being put under unsustainable pressure.

More than half of the world’s population lives in cities. Cities are engines of economic growth and innovation. Yet some of the drivers of their prosperity also lead to widening health inequalities. Urban environments significantly impact how people live, travel, play, work and eat — factors that, in combination, affect the rise in diabetes. This puts cities on the front line of the diabetes challenge.

City leaders’ closeness to the lives of their citizens and their ability to drive change puts city leaders in a prime position to tackle the challenge and bend the curve on diabetes.

DECLARATION THE URBAN DIABETES

Region Marche recognises the need to accelerate city action to prevent diabetes and its complications. There is great potential to improve health and well-being, combat health inequalities, reduce long-term costs, and ensure productivity and growth in our cities.

As advocate Region in Cities Changing Diabetes, the cities of Region Marche are committed to fiveprinciples to guide the actions we deliver to respond to the diabetes challenge.

We will:

INVEST IN THE PROMOTION OF HEALTH AND WELL-BEING

Cities have great potential to be health-promoting environments. This will require a shift towards viewing the prevention of diabetes and its complications as a long-term investment rather than a short-term cost. Therefore, we must prioritise health-promoting policies and actions to improve health and well-being for all.

ADDRESS SOCIAL AND CULTURAL DETERMINANTS AND STRIVE FOR HEALTH EQUITY

Social and cultural determinants are root causes that shape citizens’ opportunities for healthy living. Striving for health equity is essential in order to provide healthy opportunities for all. Therefore, we must address social and cultural determinants in order to make the healthy choice the easier choice.

INTEGRATE HEALTH INTO ALL POLICIES

Health is linked to other policy agendas, including social, employment, housing and environmental policies. To improve the health and well-being of citizens, health must be integrated into decision-making processes across departments and be driven by shared policy goals. Therefore, we must coordinate action across departments to integrate health into all policies.

ENGAGE COMMUNITIES TO ENSURE SUSTAINABLE HEALTH SOLUTIONS

Health is largely created outside the healthcare sector, namely in community settings where people live their everyday lives. Health actions should move beyond the individual level to include the community settings where social norms that shape behaviour are created. Therefore, we must actively engage communities in order to strengthen social cohesion and drive sustainable health-promoting actions.

CREATE SOLUTIONS IN PARTNERSHIP ACROSS SECTORS

Health is a shared responsibility. Creating sustainable solutions demands that all members of society acknowledge the health impact of their actions. Combining competences and pooling resources and networks are prerequisites to creating innovative, effective and sustainable solutions. Therefore, we must work together to share the responsibility for creating solutions, as no single entity can solve the challenge alone.

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THE DIABETES CHALLENGE
REGION MARCHE Francasco Acquaroli President Region Marche

Dati Socio-Demografici

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Antea Maria Pia Mangano Farmacista Assistenza farmaceutica

1.501.406 abitanti (51,3% femmine) e corrisponde al 2,5% di quella italiana; continua a decrescere, infatti al 1 gennaio 2020 risultano 11.266 unità in meno e 63.929 in meno rispetto al 1 gennaio 2011. L’età media è di 47,1 anni (in Italia è di 46). Complessivamente la densità è di 160 abitanti per kmq: la provincia con la densità maggiore è quella di Ancona (237 abitanti per kmq) seguita da quella di Fermo (197 abitanti per kmq). Nella provincia sede del capoluogo di regione, Ancona, risiede il 31% della popolazione, segue la provincia di Pesaro Urbino che ospita il 24% dei residenti, quella di Macerata il 20% e infine Ascoli Piceno (14%) e Fermo (11%).

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Andamento demografico della popolazione residente nella Regione Marche dal 2001 al 2020

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Il grafico a lato, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente nella Regione Marche per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2019.

La popolazione è riportata per classi quinquennali di età sull'asse Y, mentre sull'asse X sono riportati due grafici a barre a specchio con i maschi (a sinistra) e le femmine (a destra). I diversi colori evidenziano la distribuzione della popolazione per stato civile: celibi e nubili, coniugati, vedovi e divorziati.

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Indicatori demografici

Principali indici demografici calcolati sulla popolazione residente nella Regione Marche.

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Glossario

Indice di vecchiaia

Rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Ad esempio, nel 2021 l'indice di vecchiaia per la città metropolitana di Genova dice che ci sono 263,1 anziani ogni 100 giovani.

Indice di dipendenza strutturale

Rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (014 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad esempio, teoricamente, nella città metropolitana di Genova nel 2021 ci sono 66,2 individui a carico, ogni 100 che lavorano.

Indice di ricambio della popolazione attiva

Rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (60-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-19 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è minore di 100. Ad esempio, nella città metropolitana di Genova nel 2021 l'indice di ricambio è 168,4 e significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana.

Indice di struttura della popolazione attiva

Rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa. È il rapporto percentuale tra la parte di popolazione in età lavorativa più

anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni).

Carico di figli per donna feconda

È il rapporto percentuale tra il numero dei bambini fino a 4 anni ed il numero di donne in età feconda (15-49 anni). Stima il carico dei figli in età prescolare per le mamme lavoratrici.

Indice di natalità

Rappresenta il numero medio di nascite in un anno ogni mille abitanti.

Indice di mortalità

Rappresenta il numero medio di decessi in un anno ogni mille abitanti.

Età media

È la media delle età di una popolazione, calcolata come il rapporto tra la somma delle età di tutti gli individui e il numero della popolazione residente. Da non confondere con l'aspettativa di vita di una popolazione.

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CITTADINI STRANIERI GRAFICATO NELLA REGIONE MARCHE

Gli stranieri residenti Marche al 1° gennaio 2019 sono 130.903 e rappresentano il 8,6% della popolazione residente.

La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 19,2% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall’Albania (11,6%) e dal Marocco (7,9%)

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Malattie croniche non trasmissibili nella Regione

Patologie croniche, distribuzione % Regione Marche e media Pool Italia, PASSI e PDA anni 2016-2019

Fonte PASSI, Epicentro e Regione Marche

*Nelle sorveglianze PASSI e PDA le patoloiie indagate sono le seguenti: cardiopatie (infarto del miocardio, ischemia cardiaca o malattia delle coronarie o altre malattie del cuore), ictus o ischemia cerebrale, tumori (comprese leucemie e linfomi), malattie. respiratorie cronice (bronchite cronica, enfisema, insufficenza respiratoria, asma bronchiale),diabete, malattie croniche del fegato e/o cirrosi, insufficenza renale.

Prevalenza delle Malattie Croniche: confronto Marche e media Pool Italia PASSI e PASSI d’Argento anni 2016-2019

Malattie Cardio/cerebro vascolari

Cardiopatie (almeno una)

Diabete Tumori

Malattie respiratorie

Insufficenza rennale Ictus*

Malattie del fegato

In Italia per la Sorveglianza PASSI tra il 2016 e il 2019 il 18,2% delle persone fra 18 e 69 anni intervistate ha riferito che, nel corso della vita, un medico ha diagnosticato loro almeno una tra le patologie croniche indagate. La condizione di cronicità è più frequente al crescere dell’età (interessa il 30% delle persone fra 50 e 69 anni), tra le persone con status socioeconomico più svantaggiato, per difficoltà economiche (26%) o bassa istruzione (38% tra chi ha nessun titolo o la licenza elementare). La condizione di co-morbidità, ovvero la compresenza di due o più patologie croniche (fra quelle indagate) riguarda, in media, il 4% dei 18-69enni: è più frequente all’aumentare dell’età (viene riferita dal 8,8% delle persone fra 50 e 69 anni), e tra le persone con status socioeconomico più svantaggiato, per difficoltà economiche (8,9% di chi ne ha molte vs il 3% di chi non ne ha) o bassa istruzione (14,3% tra chi ha istruzione elementare vs il 2,4% dei laureati). Le patologie croniche più frequentemente riferite, fra i 18 e i 69 anni, sono le malattie respiratorie croniche (6,8%), le malattie cardiovascolari (5,2%), il diabete (4,7%) e i tumori (3,9%); al contrario, le malattie croniche del fegato, l’insufficienza renale e l’ictus sono le meno frequenti (intorno all’1%). Nella regione Marche il 17,1% delle persone fra 18 e 69 anni intervistate nel periodo 2016-2019 ha riferito che nel corso della vita è stata diagnosticata loro almeno una patologia

Fonte PASSI, Epicentro e Regione Marche

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Sorveglianza PASSI Sorveglianza PDA Marche Italia Marche Italia Persone senza patolgie croniche* 82,9 81,8 39,6 39,1 Persone con almeno 1 patolgia cronica* 17,1 18,2 60,4 60,9 Persone con 2 o più patolgie croniche* 3,5 4,4 23,7 25,7
(co-mortalità)
PASSI Italia PDA Italia PDA Marche PASSI Marche 0510152025303540

Malattie croniche non trasmissibili nella Regione

cronica. La presenza di almeno una patologia è più frequente negli uomini (18,5% vs il 15,7% delle donne), nella classe di età 50-69 anni (28,7% vs il 5,9% della classe di 18-34 anni), nelle persone più svantaggiate economicamente, con difficoltà economiche (24,5% oltre molte difficoltà vs il 14,8% di chi non ne ha), in chi ha un livello di istruzione basso (38,5% livello elementare vs il 10,8% dei laureati). La condizione di co-morbidità (presenza di almeno 2 patologie croniche)

è più frequente nelle donne (3,6% vs il 3,4% degli uomini), nelle persone fra 50 e 69 anni (6,8% vs lo 0,7% della classe di età 18-34), in chi ha difficoltà economiche (8,9% molte vs il 2,8% di chi non ne ha), in chi ha un livello di istruzione basso (11,2% livello elementare vs l’1,4% dei laureati). Le più frequenti sono le malattie respiratorie croniche (circa 5,2%), le malattie cardiovascolari (5,6%), il diabete (4,2%) e i tumori (3,9%); al contrario, le malattie croniche del fegato, l’insufficienza renale e l’ictus sono le meno frequenti (intorno all’1%).

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Il Diabete in Italia

Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati più recenti indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che:

• 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi

• 32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici)

Ben il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una gestione multidisciplinare complessa per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti. La recente pandemia ha fatto emergere su tutto ciò in maniera drammatica e ha stimolato in molte regioni una revisione organizzativa della rete assistenziale. Nel diabete di tipo 2 si può agire anche sui fattori modificabili promuovendo corretti stili di vita, una adeguata attività fisica ed una equilibrata alimentazione. Un impiego razionale e non razionato dell’innovazione può cambiare la vita di questi pazienti ed il decorso clinico della malattia, riducendo o addirittura evitando, le temibili complicanze sopra descritte.

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Il Diabete in Italia

Differenze regionali nella prevalenza del diabete nella popolazione e tra gli anziani. Anni 2000 e 2019, tassi standardizzati per 100 persone

Calabria Sicilia

Campania

Puglia

Molise

Basilicata

Abruzzo

Umbria

Sardegna

ITALIA

Liguria

Lazio

Marche

Toscana

Veneto

Lombardia

Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste

Piemonte

Emilia.Romagna

Friuli Venezia Giulia

Trento

Trentino-Alto Adige

Bolzano/Bolzen

Calabria

Sicilia

Campania

Puglia

Molise

Basilicata

Abruzzo

Umbria

Sardegna

ITALIA

Liguria

Lazio

Marche

Toscana

Veneto

Lombardia

Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste

Piemonte

Emilia.Romagna

Friuli Venezia Giulia

Trento

Trentino-Alto Adige

Bolzano/Bolzen

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(a) Le regioni e le province autome sono rappresentate in ordine decrescente dal valore del tasso standardizzato nel 2016 nella popolazion totale (gratuatoria decrescente).

Il Diabete in Italia

Le differenze geografiche e di genere nel territorio. Anno 2019, tassi grezzi per 100 persone e per 100 persone di + 65 anni

Calabria

Molise

Sicilia

Puglia

Abruzzo

Umbria

Basilicata

Liguria

Campania

Sardegna

ITALIA

Marche

Toscana

Lazio

Piemonte

Emilia.Romagna

Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste

Friuli

Venezia Giulia

Lombardia

Veneto

Trento

Bolzano/Bolzen

Emilia

Calabria

Sicilia

Campania

Molise

Puglia

Abruzzo

Umbria

ITALIA

Lazio

Basilicata

Marche

Liguria

Sardegna

Emilia.Romagna

Toscana

Piemonte

Lombardia

Veneto

Valle d’Aosta/Vall

Friuli Ven

Bolza

Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste

Friuli

Venezia Giulia

Trento

Bolzano/Bolzen

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Dati demografici sul diabete di tipo

2

(introduzione Dott.ssa Elisabetta Baldassarri Regione Marche)

Sintesi analisi statistica

A cura di Elisabetta Baldassarri

INTRODUZIONE

L’obiettivo dell’analisi è quello di esplorare e verificare l’esistenza di una relazione nel caso specifico lineare, tra “Prevalenza del diabete” nei comuni della Regione Marche e alcuni fattori (predittori) di natura demografica, sociale, economica e morfologica territoriale.

8. Incidenza % pop residente con almeno un diploma di secondo grado sul totale della popolazione residente di 19 anni e più

9. Altezza S.L.M.

10. Distanza in km da ospedale e/o distretto più vicino

11. Zona altimetrica

12. Grado di urbanizzazione

13. Valore aggiunto per addetto (migliaia di euro) con riporto Istat

1. ANALISI DESCRITTIVA PROPEDEUTICA ALL’APPLICAZIONE DEL MODELLO DI REGRESSIONE

L’analisi dei dati ha riguardato i 255 comuni marchigiani, l’anno di riferimento è il 2019 e tutte le variabili sono state rilevate a livello comunale.

Di seguito l’elenco delle variabili utilizzate:

1. Prevalenza Diabete: Variabile dipendente da analizzare

2. Retribuzione per dipendente (migliaia di euro) con riporto Istat

3. Reddito imponibile per contribuente (Euro)

4. Indice Vecchiaia (Popolazione >= 65 anni su Popolazione 0-14)

5. indice Dipendenza Anziani (Popolazione >= 65 anni su Popolazione attiva)

6. Indice Dipendenza Strutturale (Popolazione non attiva su Popolazione attiva)

7. Reddito pro capite per comune dei soli contribuenti

14. Tasso di disoccupazione

15. % popolazione con diploma di istruzione secondaria di II grado o di qualifica professionale compresi IFTS nella popolazione 25-64 anni.

16. % popolazione con titolo terziario (laurea/dottorato) nella popolazione 2564 anni.

17. Popolazione di età maggiore di 65 anni

Propedeutico all’applicazione del modello di regressione è il calcolo di statistiche descrittive per tutte le variabili considerate nella base di dati comunali, come evidenziato nel prospetto seguente:

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Statistiche descrittive

Regione Marche Cities Changing Diabetes 38 N Minimo Massimo Media Deviazione std. Prevalenza Diabete 213 ,00 9,86 5,9806 1,23909 Distanza in km da ospedale e/o distretto 213 ,00 43,66 15,2970 8,64870 più vicino Zona altimetrica 213 1 4 3,08 1,043 Grado diurbanizzazione 213 1 3 2,70 ,478 Valore aggiunto per addetto (migliaia di euro) 213 14,39 89,76 36,8079 10,88952 con riporto Istat Retribuzione per dipendente (migliaia 213 5,05 40,62 22,1071 4,55471 di euro) con riporto Istat Reddito imponibile per 213 13987,97 23435,11 17854,4853 1793,86513 contribuente (Euro) Indice Vecchiaia 213 68,40 565,00 230,8607 80,91642 indice Dipendenza Anziani 213 23,9 87,2 42,946 9,1494 Indice Dipendenza Strutturale 213 47,4 108,9 62,551 8,3461 Incidenza % della popolazione residente con almeno un diploma 213 37,22 64,33 51,2194 5,68021 di secondo grado sul totale della popolazione residente di 19 anni e più Altezza S.L.M 213 3,0 1070,0 334,545 187,8536 Tasso di disoccupazione 213 5,14 19,18 9,4998 2,35352 % popolazione con diploma di istruzione secondaria di II grado 213 33,15 56,64 44,6764 4,08129 o di qualifica professionale compresi IFTS nella popolazione 25-64 anni. % popolazione con titolo terziario (laurea/dottorato) 213 8,65 34,03 17,8904 3,83088 nella popolazione 25- 64 anni. Popolazione >= 65 anni 213 40,0 26032,0 1709,263 3316,6765 Reddito imponibile (Numero contribuenti 213 107 71148 4875,51 9350,127) Reddito imponibile (Ammontare in euro) 213 1732196 1637094293 96191339,03 202599221,651

1.1 Studio dei valori anomali (outliers):

Il primo passo ha riguardato lo studio, per tutte le variabili considerate, di eventuali valori anomali presenti nella base dati utilizzata, escludendo nella fase di successiva di applicazione del modello di regressione, i comuni con valori “lontani” dalla media della variabile/i considerate e che possono inficiare i risultati del modello.

A ogni unità osservata (comune) è stato assegnato un indice di anomalia che fornisce una misura della deviazione dai valori medi per tutte le variabili inserite (questa misura è il rapporto tra l'indice di deviazione del gruppo e la sua media sul cluster a cui appartiene il caso). Maggiore è il valore di questo indice, maggiore è la deviazione del caso rispetto alla media, i casi con un valore dell'indice maggiore di 2 possono essere considerati valori anomali e pertanto possono essere esclusi dall’analisi statistica di regressione successiva.

Il rilevamento delle anomalie è un metodo esplorativo progettato per evidenziare rapidamente i casi o record insoliti che dovrebbero essere candidati per ulteriori analisi più approfondite e comunque schermarli dai dati ai fini della creazione di modelli.

I comuni esclusi dal modello per la presenza di outliers sono i seguenti:

Caso 69 Genga

Caso 84 Ostra Vetere

Caso 88 San Marcello

Caso 103 Camerino

Caso 106 Castel Sant’Angelo sul Nera

Caso 122 Monte Cavallo

I grafici a scatola (box plot) successivi forniscono un riepilogo visivo rapido della variabilità dei valori nel dataset. Mostrano la mediana, i quartili superiore e inferiore, i valori minimo e massimo ed eventuali outliers nel dataset. Gli outliers possono rilevare occorrenze insolite nei dati.

I grafici a scatola forniscono un riepilogo visivo rapido della variabilità dei valori nel dataset dei comuni. Mostrano la mediana, i quartili superiore e inferiore, i valori minimo e massimo e, come anticipato, eventuali outliers nel dataset. Gli elementi che caratterizzano i box-plot dal punto di vista grafico sono: una linea orizzontale interna alla scatola, che individua il valore dell'indice di posizione (media o mediana); un rettangolo (box) la cui altezza misura la variabilità della distribuzione del carattere intorno alla media della variabile “Prevalenza del Diabete”.

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Regione Marche Cities Changing Diabetes 40
SINTESI ANALISI STATISTICA

Sulla mappa sono evidenziati i comuni marchigiani in graduazione secondo la Prevalenza del Diabete, evidenziando i comuni con Distanza crescente dal Presidio/Distretto sanitario più vicino. I comuni con colorazione verde più intenso sono quelli con più alta incidenza del diabete, i comuni con quadreattatura in nero risultano quelli più distanti dai Presidi/Distretti sanitari

2.SINTESI MODELLI DI REGRESSIONE UTILIZZATI

L'analisi di regressione è una tecnica usata per analizzare una serie di dati che consistono in una variabile dipendente e una o più variabili indipendenti.

Lo scopo è stimare un'eventuale relazione funzionale esistente tra la variabile dipendente (Prevalenza del diabete) e le variabili indipendenti (illustrate nel paragrafo precedente). La variabile dipendente nell'equazione di regressione è una funzione delle variabili indipendenti più un termine d'errore. I parametri sono stimati in modo da descrivere al meglio i dati.

Il data modeling può essere usato senza alcuna conoscenza dei processi sottostanti che hanno generato i dati; in questo caso il modello è un modello empirico. Nella modellizzazione, inoltre, non è richiesta la conoscenza della distribuzione di probabilità degli errori. L'analisi della regressione richiede ipotesi riguardanti la distribuzione di probabilità degli errori. Test statistici vengono effettuati sulla base di tali ipotesi. Nell'analisi della regressione il termine "modello" comprende sia la funzione usata per model-

. Regione Marche Cities Changing Diabetes 41

SINTESI ANALISI STATISTICA

lare i dati che le assunzioni concernenti la distribuzione di probabilità. L'analisi della regressione può essere usata per effettuare previsioni (per prevedere ad esempio i dati futuri di una serie temporale), inferenza statistica, per testare ipotesi o per modellare delle relazioni di dipendenza. Questi usi della regressione dipendono fortemente dal fatto che le assunzioni di partenza siano verificate. Nel caso specifico legato all’analisi della prevalenza del diabete si è proceduto attraverso l'applicazione di modelli di regressione lineare per studiare la relazione tra la prevalenza del diabete e fattori di natura demografica, fattori legati alla conformazione morfologica territoriale e variabili di natura socioeconomica. Lo scopo è stimare un'eventuale relazione funzionale esistente tra la variabile dipendente (Prevalenza del diabete) e le variabili indipendenti considerate di volta in volta nel modello, al fine di verificare dal punto di vista statistico la relazione tra la prevalenza del diabete e una serie di fattori specificati.

Ai fini dell’applicazione dell’analisi di regressione lineare per spiegare la Prevalenza del diabete in relazione a variabili individuate come “predittive” sono state eseguite le seguenti simulazioni:

Regressione lineare inclusi outliers

a) Modello regressione con tutte le variabili

b) Modelli di regressione con tutte le variabili escluse le variabili indipendenti correlate tra di loro

Regressione lineare senza outliers (escludendo anche i comuni con valore della distanza mancante dai Presidi sanitari)

a) Modello regressione con tutte le variabili

b) Modelli di regressione con tutte le variabili escluse alcune variabili indipendenti correlate tra di loro

3. RISULTATI ANALISI DI REGRESSIONE

A seguito delle simulazioni si descrivono i modelli che forniscono i migliori risultati ai fini dell’esplorazione della relazione tra la “Prevalenza del diabete” e le variabili predittive elencate e descritte al paragrafo 1.

Modello 1 senza outliers e comuni con distanza missing dai presidi sanitari

Le variabili statisticamente significative, ovvero quelle che spiegano la variabile “Prevalenza del diabete” sono:

• Distanza in km da ospedale e/o distretto più vicino

• Indice di dipendenza anziani: incidenza degli anziani (mag. di 65 anni)

• Indice di dipendenza strutturale: rapporto tra la popolazione non attiva e quella attiva

• Altezza sul livello del mare

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Indice Dipendenza Anziani, Incidenza % pop residente con almeno un diploma di secondo grado sul totale della popolazione residente di 19 anni e più, Reddito imponibile (Ammontare in euro), Reddito imponibile ( Numero contribuenti)

c. Variabile dipendente: Prevalenza Diabete

a. Predittori: (costante),

b. Elenco predittori: Popolazione di età maggiore di 65 anni, Indice Dipendenza Strutturale, % popolazione con diploma di istruzione secondaria di II grado o di qualifica professionale compresi IFTS nella popolazione 25-64 anni., Valore aggiunto per addetto (migliaia di euro) con riporto Istat, Tasso di disoccupazione, Distanza in km da ospedale e/o distretto più vicino, Altezza S.L.M., % popolazione con titolo terziario (laurea/dottorato) nella popolazione 25-64 anni, Grado di urbanizzazione, Retribuzione per dipendente (migliaia di euro) con riporto Istat, Reddito imponibile per contribuente (Euro),

I grafici seguenti evidenziano le relazioni lineari parziali tra la variabile dipendente “Prevalenza del Diabete” e le variabili predittori “statisticamente” significative nel modello lineare precedentemente descritto:

1) Distanza in km da Presidio/Distretti sanitario più vicino

2) Indice Dipendenza anziani

3) Indice di dipendenza strutturale

4) Altezza sul livello del mare

Riepilogo del modellob Modello R R-quadrato R-quadrato Errore adattato standard della stima 1 ,593a ,351 ,302 1,03535
Modello Somma gl Media F Sign. dei quadrati quadratica 1 Regressione 114,316 15 7,621 7,109 ,000b Residuo 211,175 197 1,072 Totale 325,491 212
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ANALISI STATISTICA
SINTESI

L’applicazione del modello di regressione come definito all’inizio del paragrafo, evidenzia una relazione funzionale statisticamente significativa, seppur in presenza di un residuo, tra le variabili legate alla morfologia del territorio (all’aumentare dell’Altezza sul livello del mare dei comuni, cresce la prevalenza del Diabete), le variabili legate alla struttura per età della Popolazione (maggiore è l’incidenza della popolazione anziana over 65 sulla popolazione attiva o di età compresa tra 0 e 14 anni cresce l’incidenza del Diabete), la variabile che misura la distanza in km dal presidio/distretto sanitario più vicino (qui la pendenza della retta di regressione conferma che ad un incremento della distanza da una struttura sanitaria, cresce, seppur non in maniera elevata, l’incidenza del diabete).

. Regione Marche Cities Changing Diabetes 45

STILI DI VITA: MOVIMENTO E SPORT

Gabriele Brandoni Responsabile Diabetologia Ospedale di Macerata

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Seguire uno stile di vita corretto è il modo migliore per preservare la nostra salute, infatti sono numerose le evidenze scientifiche che dimostrano come un corretto stile di vita ed un’attività fisica regolare siano degli ottimi alleati per il nostro benessere psicofisico. Molte patologie croniche come le patologie metaboliche, cardiovascolari, respiratorie, potrebbero essere evitate o migliorate grazie ad un’alimentazione corretta ed un’attività fisica regolare come una camminata a passo veloce di 30-40 minuti al giorno. I benefici si ripercuotono anche nei soggetti che soffrono di ansia, stress o depressione. Seguire sane abitudini di vita e fare attività fisica in modo regolare riduce il rischio di sviluppare patologie croniche o di ridurre la progressione della malattia quando questa è presente. Sempre più evidenze descrivono il problema obesità come la pandemia del terzo millennio. La diffusione dell’obesità è tale che si è coniato il termine “Globesity”. Dallo studio PASSI è emerso che circa il 30% della popolazione adulta italiana è in sovrappeso, il 10% è obesa di cui lo 0.85% gravemente obesa con un Body Mass Index (BMI) superiore a 35 kg/m2. L’incremento ponderale inizia già in età in pre-scolare. Sono molteplici i fattori che entrano in gioco nel determinismo dell’obesità. Basti pensare alla progressiva riduzione dell’attività fisica che si è registrata nel corso degli anni; i ragazzi che un tempo correvano all’aperto oggi sono seduti davanti alla televisione o ai tablet. Si è persa l’abitudine di andare a scuola in bicicletta o a piedi ed i ragazzi vengono accompagnati ovunque in macchina. Anche l’alimentazione nel corso degli anni ha subito importanti modifiche, passando dall’uso di cibi preparati in casa al

consumo, sempre più frequente, di cibo confezionato ad elevato apporto calorico e ricco in grassi e zuccheri semplici che, da un lato sono altamente palatabili creando una sorta di dipendenza e dall’altro sono totalmente sbilanciati dal punto di vista nutrizionale. Secondo la World Health Organization (WHO), nel 2018, 381 milioni di bambini al di sotto dei 20 anni era sovrappeso o obeso. Per quanto riguarda la situazione dell’obesità infantile nel nostro paese, l’Italia si colloca al 61° posto per le femmine e al 46° per i maschi, ma, tra i paesi ad alto reddito, raggiunge, rispettivamente, il 6° e l’8° posto, evidenziando un quadro che merita sicuramente attenzione. Durante l’ultimo Consiglio Europeo, è stata ribadita l’importanza di promuovere stili di vita salutari, insieme all’implementazione di linee guida nazionali sull’alimentazione e sull’attività fisica. Nessun paese, fino a oggi, ha invertito il trend di crescita dell’obesità, anche se si stanno registrando segnali di cambiamento positivo con appiattimento della prevalenza dell’obesità nell’infanzia.

In Italia sono già attivi da diversi anni sistemi di sorveglianza nazionale che permettono di avere una stima puntuale dell’obesità infantile nonché di valutare indirettamente gli interventi di prevenzione adottati per contrastare questo fenomeno. La scuola è un luogo privilegiato per la promozione della salute nella popolazione giovanile, svolgendo un ruolo educativo molto importante in grado di favorire lo sviluppo di competenze in una fase cruciale della vita. È nella scuola che i ragazzi trascorrono buona parte della loro giornata e, attraverso il canale scolastico, si possono raggiungere molteplici soggetti (docenti, genitori,

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associazioni giovanili) che ruotano intorno alla scuola, coinvolgendoli nelle iniziative di prevenzione di comportamenti non salutari e dannosi. Se è vero che non è mai troppo presto per affrontare il tema dell’educazione alimentare in quanto è già nella prima infanzia che le abitudini alimentari pongono le loro radici, è altrettanto vero che l’età pre-adolescenziale e adolescenziale rappresenta una fase cruciale per lo sviluppo dell’individuo e costituisce quindi un momento chiave nel quale poter intervenire efficacemente con adeguate politiche di promozione della salute. I ragazzi cominciano ad avere maggior consapevolezza di sé e a confrontarsi con gli altri, è quindi fondamentale dare loro gli strumenti per adottare lo stile di vita più corretto sia in termini di alimentazione che di attività fisica così da prevenire e combattere il problema obesità guadagnando in salute. Avere adolescenti sani significa avere adulti potenzialmente sani, riducendo anche i costi sanitari legati alle complicanze cronico-metaboliche legate all’obesità stessa. Appare evidente, quindi, l’importanza di una accurata e capillare prevenzione, sia primaria, da effettuare su tutta la popolazione, sia sui soggetti a rischio che oggi possiamo ben identificare e riconoscere. (Gabriele Brandoni, Responsabile Diabetologia Ospedale di Macerata)

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Conclusioni Società Scientifiche, Associazioni Pazienti

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Il diabete è una malattia cronica complessa che richiede continui e molteplici interventi sia sui livelli glicemici, che sulle complicanze acute e croniche di cui è causa.

Ha ampia diffusione in tutto il mondo ed è destinato ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione e la sempre maggiore presenza di condizioni di rischio che lo favoriscono, non ultimo il rapporto tra salute e ambiente. Per questo l’Organizzazione delle Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno Ritenuto considerare il diabete una delle tre emergenze sanitarie insieme alla malaria e alla tubercolosi.

Il diabete tipo 2 colpisce circa il 90% dei diabetici ed è legato all’eccesso ponderale, fortemente collegato alla scorretta alimentazione, alla scarsa attività fisica e, verosimilmente anche all’ organizzazione della società.

La rilevanza della malattia diabetica è legata soprattutto alle numerose complicanze micro e macrovascolari che ne derivano. La retinopatia rappresenta la maggiore causa di cecità fra gli adulti e la nefropatia diabetica è la principale causa di insufficienza renale cronica e dialisi. Le persone con diabete sono a più alto rischio di complicanze cerebro e cardiovascolari e, in generale, hanno ridotta aspettativa di vita.

La qualità organizzativa e l’efficienza dell’assistenza diabetologica sono correlate con una migliore prognosi della malattia, con una migliore prognosi delle complicanze ed una minore mortalità collegata al diabete.

Va però tenuto conto che stime autorevoli prevedono che il numero delle per-

sone con diabete nel 2045 aumenterà fino a raggiungere 700 milioni di casi nel mondo e in ogni famiglia italiana potrebbe esserci una persona con diabete. Questo può provocare un peso clinico, sociale ed economico che il Sistema Sanitario non può permettersi e che impone scelte precise in termini clinici, sociali, economici e politici con la creazione di circuiti viziosi tra società scientifiche, Università, Istituzioni regionali, cittadine, sanitarie, associazioni di pazienti allo scopo di realizzare piani di intervento condivisi in grado di dare risposta in termini di cura alle persone con diabete e garantendo la sostenibilità economica del sistema e l’accesso omogeneo su tutto il territorio nazionale alle cure e ai trattamenti innovativi. In particolare, può rivelarsi prezioso il contributo della SID (Società A questo fine può rivelarsi prezioso il contributo della SID (Società Italiana di Diabetologia), da sempre impegnata nella ricerca diabetologica a livello internazionale e italiano.

Il programma Cities Changing Diabetes nasce con l’obiettivo di valutare e studiare gli effetti dell’urbanizzazione sulle malattie croniche non trasmissibili come il Diabete implementando azioni concrete per arrestarne la curva di crescita. Bisogna considerare i dati oggi disponibili un quadro chiaro delle modalità con cui questa patologia impatti nel nostro Paese e nella Regione Marche recentemente inserita nel progetto internazionale Cities Changing Diabetes nella sua interezza.

Regione Marche Cities Changing Diabetes 51 SID

L’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19, ha evidenziato alcune fragilità e vulne¬rabilità del sistema sanitario, mostrandoci quanto l’ambiente in cui viviamo e quanto le nostre abitudini influenzino la salute pubblica. Dopo questa esperienza che ci ha profondamente cambiati, assume ancora maggior valore il programma Cities Changing Diabetes, che si avvia a coinvolgere 40 metropoli di tutto il mondo e proponendosi di evidenziare il rapporto tra urbanizzazione e diabete tipo 2, con lo scopo di promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire la malattia. Le città, ed in questo caso la Regione Marche, sono chiamate a diventare centri di innovazione nella gestione e nella risposta ai fenomeni epidemiologici in atto. È quindi fondamentale un approccio multidisciplinare in cui i saperi, a partire da quelle medico/scientifico, possano supportare le scelte di salute pubblica da parte di decisori politici così come dei cittadini stessi. AMD sta lavorando da tempo per una diabetologia moderna e innovativa. In particolare, si sta interessando ad un corretto inserimento dei dati nella cartella clinica SDC. SDC è una cartella clinica condivisa da tutte le Diabetologie delle Marche e ha l’obiettivo di seguire il paziente sin dal suo primo accesso in Ambulatorio, memorizzando nel tempo gli esami ematochimici di laboratorio, la valutazione delle complicanze in atto e pregresse, guidandolo in un percorso educativo/nutrizionale. Inoltre, sempre da SDC, lo specialista interessato ai dati clinici o ai report amministrativi, utili per la valutazione relative al lavoro svolto dal centro, in qualsiasi momento può estrarre le informazioni tramite un’apposita funzione di statistiche. Conoscere i dati dei nostri pazienti ci aiuta a miglio-

rare le prestazioni assistenziali e la prevenzione delle complicanze. Da questo punto di vista, la Regione Marche è all’avanguardia: tutti i centri diabetologici sono in rete e tutti partecipano all’estrazione dei dati per gli Annali AMD (pubblicazioni periodiche con dati inviati da oltre 280 Centri di Diabetologia italiani ed oltre 500.000 persone con diabete prese in esame) e con ottimi risultati. Anzi, alcuni di essi fanno anche parte del Full Data Circle (un circolo aperto che vuole essere e rappresentare motivo di crescita, stimolando tutti i Centri a migliorare la propria capacità e qualità di raccolta dati). Lo scopo è e rimane sempre quello: utilizzare i dati per proseguire sulla strada dell’aggiornamento, inserirli e utilizzarli in modo corretto per omogeneizzare e migliorare l’assistenza: sul territorio e nel tempo..

(Natalia Busciantella Ricci, Presidente AMD Marche)

Regione Marche Cities Changing Diabetes 52 AMD

Capo Dipartimento della DIABETOLOGIA REGIONE MARCHE

La Regione Marche è la prima delle regioni italiane ad inserirsi nel progetto del Cities Changing Diabetes in quanto rappresenta un modello peculiare di organizzazione dell’assistenza diabetologica con una forte attenzione del mondo sociale, politico e sanitario alle problematiche della prevenzione/cura del diabete e una rilevante presenza di associazioni di volontariato e della società civile attivamente coinvolte in questo settore.

Le Marche sono state la prima Regione in Italia a recepire le indicazioni nazionali della Legge 115 del 16 marzo 1987 promulgando la L.R. 9 dicembre 1987, n. 38. “Organizzazione e disciplina dei Centri di diabetologia e malattie del ricambio'". Questi centri distribuiti in tutto il territorio regionale svolgevano funzioni di ospedale diurno, attività ambulatoriale, consulenza interna ed esterna, assistenza domiciliare. Venivano stabiliti i requisiti minimi di personale necessari per ogni struttura e venivano specificati i compiti e le finalità dei centri di diabetologia. Veniva quindi istituita formalmente e operativamente una rete di strutture specialistiche diffuse capillarmente sul territorio, con il modello di quella che può essere definita come una “rete debole", in cui tutto nasce dall'esigenza di collaborazione tra professionisti di aziende diverse. Quello che modificò sostanzialmente questo modello fu una attività avviata spontaneamente da 5 strutture diabetologiche marchigiane (INRCA di Ancona, Pesaro, Urbino, Fermo, S. Benedetto del Tronto) che negli anni 2002-2005 sono stati promotori e autori della Ricerca Finalizzata “Applicazione e valutazione di un nuovo modello di assistenza per i pazienti diabetici nella Regione Marche”

finanziata dal Ministero della Salute. Per partecipare a tale progetto tutti i centri si dotarono dello stesso software per la gestione ambulatoriale del paziente diabetico, uniformando le classificazioni e le prestazioni, e unirono i loro data base in un unico data base regionale tramite una VPN (rete privata di trasmissione dati regionale) e un server dedicato e situato all’interno del Servizio Informatico della Regione Marche. Tramite un sistema di password e previo consenso informato dei pazienti, questo permetteva e ancora permette in tempo reale di visualizzare i dati dei pazienti in tutti i centri collegati, migliorando lo scambio di informazioni e l’uniformità e standardizzazione dei comportamenti professionali. L’esempio dei 5 Centri promotori fu trainante per tutti gli altri che spontaneamente e progressivamente si aggregarono nella rete informatica diabetologica regionale, che attualmente collega tutti i 13 Centri diabetologici marchigiani, il Centro per la Cura del Diabete Pediatrico e il Centro per la Cura del Piede Diabetico. Questo ha permesso la costituzione spontanea di un secondo modello di rete, un vero e proprio network clinico, in quanto il concorso si estrinseca su pratiche e modelli organizzativi consolidati. Fu coniato il termine di “dipartimento diabetologico virtuale”, in quanto la connessione informatica in tempo reale tra i centri permetteva una integrazione funzionale molto stretta tra le varie unità operative anche site a distanze notevoli.

La legge regionale del 1987 veniva successivamente modificata dalla LR 23/02/2005 n. 1 “Nuove disposizioni in materia di prevenzione e cura del diabete mellito” e più recentemente dalla LR 24 marzo 2015, n. 9 “Disposizioni in

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materia di prevenzione, diagnosi precoce e cura del diabete mellito” attualmente in vigore.

La LR 2015, n 9 all’art 1 afferma che “La Regione garantisce un sistema reticolare multicentrico allo scopo di mettere in rete le strutture specialistiche di diabetologia e di valorizzare sia la rete specialistica sia gli attori dell’assistenza primaria”. L’articolo 2 specifica meglio il concetto asserendo che “l’organizzazione dei servizi sanitari per la prevenzione, diagnosi precoce e cura della malattia diabetica si attua attraverso un sistema reticolare multicentrico, che prevede una partecipazione congiunta, nell’assistenza e nel governo clinico, del medico di medicina generale, del pediatra di libera scelta e dell’esperto in diabetologia, attraverso la condivisione e l’attivazione di percorsi diagnostico-terapeutici ed assistenziali (PDTA) individualizzati e centrati sui bisogni della persona con diabete. Il sistema presuppone un patto di cura con il paziente ed un efficace coordinamento tra assistenza primaria territoriale e specialistica, che valorizzi le rispettive competenze e funzioni, garantendo la continuità del percorso di cura”. La rete si estrinseca anche tramite l’istituzione del Dipartimento funzionale regionale di diabetologia “con il compito di assicurare l’esercizio unitario delle funzioni di prevenzione, diagnosi e cura, il coordinamento delle attività dei Centri di assistenza specialistica per adulti dell’ASUR, finalizzata all’integrazione e all’ottimizzazione delle procedure” (art. 3). Viene quindi introdotto nella assistenza diabetologica della Regione Marche il terzo modello

di rete clinica, la “rete forte", cioè quella che prende in carico la persona nella sua interezza e che sviluppa dei veri e propri percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali che servono da "guida" ai professionisti sanitari e al contempo integra l'ospedale con i servizi del territorio.

Successive determine della ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale) hanno formalizzato dal 2018 l’istituzione del Dipartimento funzionale di Diabetologia con la sua articolazione in Unità operative site nei diversi territori regionali, il Comitato di Dipartimento e il Direttore di Dipartimento, con la specificazione dei compiti e delle funzioni.

Nella LR 2015 n.9 vengono specificati non solo i compiti dei centri specialistici e del Dipartimento funzionale di Diabetologia, ma anche quelli dell’assistenza primaria territoriale, a cui spettano anche attività relative alla prevenzione e alla diagnosi precoce delle alterazioni del metabolismo glucidico. Appare quindi centrale, anche per quanto riguarda le finalità del progetto Cities Changing Diabetes, il ruolo dell’integrazione tra centri specialistici e medicina territoriale.

E’ da segnalare che immediatamente dopo l’istituzione della rete informatica diabetologica regionale erano partiti in numerosi centri delle Marche dei progetti per la gestione integrata del paziente diabetico. In particolare, già nel 2005-2006 7 centri specialistici regionali (i 5 originari della rete informatica con

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i centri di Fano e Senigallia) erano stati promotori del progetto della Associazione Medici Diabetologi- Regione Marche per la gestione condivisa del paziente diabetico tra MMG e diabetologo tramite web. In questo progetto circa 60 medici di medicina generale volontari furono formati all’utilizzo dello stesso programma informatico presente nei Centri di Diabetologia in una versione basata su web, con trasmissione biunivoca dei dati in tempo reale tramite adeguati sistemi di password e previo consenso informato dei pazienti. Furono identificati i requisiti dei pazienti da seguire tramite gestione integrata e fu definito il protocollo e la tempistica dei controlli da eseguire. Alla fine dei due anni di gestione integrata si registrò un miglioramento dei parametri metabolici dei pazienti in gestione integrata, ma i medici di medicina generale giudicarono che il programma richiedesse tempi troppo lunghi per il suo utilizzo nella pratica clinica quotidiana, poiché necessitava una doppia introduzione di dati rispetto ai loro software di gestione ambulatoriale dei pazienti. In conclusione, da allora si ricercò un metodo che permettesse ai due software ambulatoriali (diabetologico e di medicina generale) di interagire tra di loro senza la doppia introduzione di dati. Il problema informatico è centrale in questo senso perché – come dimostrato precedentemente dall’esperienza del “dipartimento diabetologico virtuale”- l’informatica rappresenta uno strumento straordinariamente potente per comunicare in tempo reale tra setting diversi e per standardizzare i proto-

colli/procedure.

Nel 2018 l’attività del Dipartimento di Diabetologia ha portato alla formulazione del percorso di gestione integrata del paziente diabetico approvato con Det. DG ASUR 623/2018. È stato quindi individuato nel 2018 come mezzo di comunicazione informatica in tempo reale tra la cartella clinica diabetologica regionale ed i software gestionali della medicina territoriale il fascicolo sanitario elettronico. Sono attualmente in corso gli studi per l’implementazione di questa comunicazione bidirezionale tramite l’FSE.

Nel corso dell'anno 2019 i medici diabetologi hanno effettuato la formazione ai medici di medicina generale delle Aree Vaste per l'implementazione del percorso e , dopo i due anni della pandemia di COVID 19, stanno attualmente effettuando in tutta la Regione nuovi corsi ECM per i medici di medicina generale per effettuare una attività di monitoraggio del percorso di gestione integrata, condivisa tra medici di medicina generale e medici diabetologi, anche alla luce dei nuovi percorsi prescrittivi dei farmaci antidiabetici (nota 100 AIFA) e dei presidi per l’autocontrollo glicemici.

Infatti anche per quanto riguarda la prescrizione e distribuzione dei presidi per l’autocontrollo la Regione Marche da due anni ha adottato un procedimento innovativo, che prevede la redazione di un piano terapeutico esclusivamente informatizzato da parte dei centri diabetologici e la sua trasmissione per via

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telematica in tempo reale al sistema gestionale della farmacie convenzionate, dove la persona può recarsi tutti i mesi senza ricetta, presentando semplicemente la tessera sanitaria e ricevendo direttamente quanto previsto dal suo piano.

Per quanto riguarda gli interventi sugli stili di vita fondamentali nel progetto Cities Changing Diabetes, importanti sono stati gli interventi della Regione Marche nel 2019 sulla individuazione dei criteri per organizzare per le persone con diabete una attività fisica aerobica regolare strutturata con la supervisione di laureati in scienze motorie e del personale dei centri di Diabetologia, le linee guida per i Campi scuola terapeutici per minori e la estensione dei Campi Scuola terapeutici anche agli adulti.

Alla conclusione di questo intervento sulla storia e sul presente della assistenza diabetologica nelle Marche, desidero sottolineare la prospettiva di una prossima futura evoluzione del Dipartimento Diabetologico da funzionale a strutturale, che permetterebbe una maggiore autonomia gestionale e maggiore incisività delle sue attività, e l’impegno della Regione nel completamento del team multiprofessionale dei Centri di Diabetologia, con le figure centrali nel campo della prevenzione del podologo e del dietista. In questi futuri prossimi cambiamenti svolgerà un ruolo fondamentale anche la ATDM, la Federazione delle Associazioni di Tutela dei Diabetici delle Marche, con cui il Dipartimento di Diabetologia

collabora in modo intenso e costruttivo, ringraziando l’ATDM per la sua attività di sensibilizzazione e di proposta sempre al nostro fianco.

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(Rosa Anna Rabini, Capo Dipartimento Rete Diabetologica Marchigiana)

FAND Marche

La Fand-AID dalla sua fondazione si rapporta ai decisori politici, affinché i bisogni delle persone con diabete siano riconosciuti anche dal legislatore, sulla scia della fondamentale L115/87 ottenuta dal suo fondatore Lombardi. Nel tempo la realtà socio-economica del Paese è mutata, l’inurbamento massiccio e il cambiamento delle vecchie abitudini alimentari hanno causato un deterioramento dello stile di vita tale da aumentare il numero delle persone colpite dalla cronicità del diabete, al Sud più che al Nord, determinando anche lo squilibrio sanitario oltre quello economico. La Regione Marche ha aderito al progetto mondiale di Cities Changing Diabetes, promosso da Novo Nordisk, come pilota di un progetto nazionale che s’avvale dell’impegno delle associazioni locali che costituiscono la Fand, che per vocazione di volontariato ogni giorno sono sul campo. Non a caso ha dato una forma strutturata, definita con le Società Scientifiche, alla figura del “diabetico guida” quale persona esperta capace d’aiutare chi necessita d’assistenza nella gestione del proprio diabete. Nelle Case di Comunità previste dal PNRR questa figura sarà essenziale, per sostenere con la sussidiarietà il lavoro del team specialistico necessario ad una cronicità così complessa e polipatologica come il diabete. E sarà presente laddove non ci sarà una Casa di Comunità, come nelle realtà o montane o agricole o comunque minori: qui è il Territorio che deve essere attento e vicino alle persone, affinché trovino una risposta adeguata senza allontanarsi dalla propria realtà sociale. Fand già a dicembre 2019 presentò al ministro della Salute il manifesto” Più Territorio meno

Ospedale”, quando non ancora in emergenza COVID-19- volle sottolineare la necessità di una corretta gestione quotidiana del diabete in tutti i suoi aspetti, in funzione della prevenzione delle complicanze che sole richiedono l’ospedalizzazione, costosa economicamente e socialmente. Tutta la realtà del territorio deve farsi carico della salute della comunità.

La stragrande maggioranza degli oltre 4milioni di diabetici italiani sono di Tipo 2, generalmente adulti, anche se negli ultimi anni lo diventano molti giovani in sovrappeso od obesi- triste primato europeo! -, mentre sono circa 300mila i Tipo 1 , soprattutto giovani, insulinodipendenti, che non devono la cronicità ad un errato stile di vita , ma in gran parte ad un deficit autoimmunitario. La condizione di questi giovani e anche giovanissimi- in aumento col COVID secondo dati recenti- è particolarmente gravosa e richiede una particolare attenzione sia sanitaria- per evitare nella lunga durata le complicanze- sia psicosociale data le varie fasi di crescita attraversate e il coinvolgimento del contesto familiare e sociale.

Per questo la Fand-AID in accordo con le associazioni nazionali per la tutela di tutte le persone con diabete ha stilato un documento da presentare al ministro della Salute, in cui si espone la comune riflessione e la conseguente formalizzazione delle condizioni indispensabili per dare una risposta assistenziale efficace coi provvedimenti indicati nel DM77/2022 detto PNRR. Ancora una volta si fa appello ai decisori politici, come fece Lombardi, per esprimere aspetti im-

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prescindibili dell’assistenza sanitaria territoriale all’interno del SSN: il coinvolgimento delle Associazioni nello sviluppo dell’organizzazione dei Servizi d’Assistenza previsti dal decreto; il rispetto degli standard di cura stilati dalle Società Scientifiche; l’equità delle migliori e avanzate cure su tutto il territorio nazionale; promozione del caregiver in particolare per i minori e gli adulti non autosufficienti; l’aumento della cultura diabetologica per intercettare precocemente il diabete sia giovanile sia adulto. In questa direzione si sottolinea l’importanza del “diabetico guida”, la centralità della persona e dei familiari nel percorso di cura che deve poter accedere ai nuovi farmaci, alle nuove tecnologie, alla Telemedicina, all’assistenza psicologica per una reale compliance della cronicità, la promozione strutturata di corretti stili di vita- alimentazione e attività fisica-, l’educazione terapeutica che arricchisca il paziente rendendolo protagonista reale del prendersi cura di sé.

Tutti questi bisogni assistenziali presuppongono il potenziamento della rete assistenziale multicentrica prevista peraltro dal Piano Nazionale Diabete, per una cronicità che rischia varie comorbilità quanto nessun’altra cronicità.

Il ruolo delle associazioni riconosciuto dalla Costituzione e dalla L115/87 trova nel DM 77/2022 l’occasione per partecipare attivamente, negli Ospedali e nelle Case di Comunità e anche nella Commissione ministeriale delle Cronicità.

Fand-AID proseguirà le conclusioni del suddetto documento con un progetto sulla strutturazione delle Reti Cliniche, a cui la Regione Marche si chiederà di esserne capofila.

(Emilio Augusto Benini, Presidente Nazionale FAND)

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La Regione Marche ha aderito al progetto Cities Changing Diabetes, è un programma di partnership promosso dall’University College of London (UK) e dallo Steno Diabetes Center (Danimarca) con il sostegno di Novo Nordisk. Esso si avvale dell’impegno delle associazioni locali che costituiscono la Fand, che per vocazione di volontariato secondo la L 115/87 ogni giorno sono sul campo della difesa dei diritti e dell’indicazione dei doveri per le persone con diabete. Come presedente del coordinamento regionale delle associazioni diabetici conoscono la realtà sanitaria, la sua complessità e le difficoltà che purtroppo ricadono sui pazienti che sono più di 90.000 di Tipo 2 e almeno 2000 di Tipo 1. Le associazioni da anni si impegnano per essere accanto ai cittadini nella gestione quotidiana di questa importante cronicità asintomatica a lungo e perciò pericolosa per i danni che via via procura se non compensata. Le possibili gravi ripercussioni sulla quantità della vita comportano anche un notevole aumento della spesa sanitaria per la persona con diabete: per questo il nostro compito è quello di diffondere la conoscenza e la consapevolezza della malattia, per adottare tutti quei comportamenti virtuosi che ne impediscono l’insorgere o ne limitano gli effetti negativi.

La pandemia, che ormai da tre anni ci attanaglia, non a caso all’inizio ha mietuto tante vittime fra i diabetici in quanto fragili. Noi volontari abbiamo intensificato la nostra attività utilizzando di necessità per il lockdown la comunicazione online, organizzando webinar su molteplici argomenti relativi agli aspetti del diabete, per prendersi cura di sé come ogni giorno deve fare il paziente. Abbiamo continuato a dare consigli, a far informazione e formazione, supportati dai no-

stri medici ed esperti marchigiani. Appena è stato possibile abbiamo ripreso i gruppi di cammino e il campo estivo in Carpegna, il nostro Appenino, dove esiste un sentiero attrezzato e adottato dalle nostre associazioni. È ripresa l’attività dei volontari per la prevenzione con conferenze e screening glicemici.

Tuttavia, questo nostro impegno si trova a fere i conti con la situazione della Sanità regionale che è carente di personale medico e paramedico: mancano medici, infermieri, dietisti, nutrizionisti, podologi, psicologi.

Pertanto, è urgente la necessità di ristrutturare la Diabetologia Marchigiana e di fare un Tavolo Tecnico a cui vogliamo partecipare, in modo che i bisogni di tutte le persone con diabete delle nostre cinque Provincie siano rappresentanti con efficacia ed equità. La Regione ha dato la sua disponibilità e riteniamo che, se cooptasse i professionisti in pensione con il loro patrimonio esperienziale da non perdere per supportare il lavoro delle associazioni di volontariato, si migliorerebbe la cultura diffusa della prevenzione. Consapevoli che il sovrappeso e l’obesità, cause determinanti per la comparsa del diabete di Tipo 2, sono sempre più diffusi e colpiscono, secondo i dati più recenti, addirittura 40% dei bambini, crediamo che l’istituzione scolastica di ogni ordine debba essere il luogo privilegiato dove fare prevenzione. La stessa Università che nella nostra Regione è presente con corsi di laurea determinanti per insegnare la corretta alimentazione e il movimento può essere il motore della prevenzione attraverso la formazione di specialisti. Dobbiamo vincere la sfida di Changing Diabetes, la battaglia della riduzione del diabete, per noi e per i nostri giovani che sono il nostro futuro. (Paolo Muratori, Presidente ATDM Marche)

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ATDM Marche

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Profili Partners e Comitati

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PARTNERS E COMITATI

Cities Changing Diabetes Global Partners

University College of London

Steno Diabetes Center, Copenhagen

Novo Nordisk

C40 EAT

Cities Changing Diabetes National Partners

ANCI

Health City Institute

C14+

Istat

Coresearch

Fondazione Censis

ICom Bhave

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Partners

Regione Marche

Università Politecnica delle Marche

Coordinamento delle attività statistiche regionali

Settore Controllo di Gestione e Sistemi Statistici

Regione Marche

Anci Marche

Agenzia Sanitaria Regionale (ASR)

Aziende Sanitarie Territoriale (AST)

AMD Regionale

SID Regionale

FAND Marche

ATDM Marche

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Comitato promotore

Chairs

Francesco Acquaroli, Presidente Regione Marche

Enzo Bianco, Presidente C14+

Gian Luca Gregori, Rettore Università Politecnica delle Marche

Andrea Lenzi, Presidente Health City Institute e Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie, le Scienze della

Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Mario Occhiuto, Presidente dell’Intergruppo

Parlamentare Qualità di Vita nella Città

Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo parlamentare qualità di vita nelle città

Gian Marco Revel, Prof. Ordinario,

Dipartimento di ingegneria Industriale e Scienze Matematiche, Università Politecnica

delle Marche

Filippo Saltamartini Vice Presidente e Assessore alla Sanità

Daniela Sbrollini, Presidente dell’Intergruppo

Parlamentare Qualità di Vita nella Città

Comitato esecutivo

Chair

Gian Marco Revel, Prof. Ordinario, Dipartimento di ingegneria Industriale e Scienze Matematiche, Università Politecnica delle Marche Membri

Alessandro Mantineo, Head of Patient Access Novo Nordisk

Giancarlo Balercia, Direttore SOD Clinica

Endocrinologia Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche

Natalia Busciantella, Presidente AMD Regione Marche

Gabriella Garrapa, Presidente SID Regione Marche

Rosa Anna Rabini, Direttore Diabetologia

Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto

Eleonora Mazzoni, Direttore Generale HCI

Federico Serra, Segretario Generale di HCI e C14+

Chiara Spinato, esperta in politiche di salute pubblica nel comitato esecutivo

Comitato scientifico

Chairs

Giancarlo Balercia, Direttore SOD Clinica

Endocrinologia Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche

Francesco Dotta, presidente Comitato scientifico HCI

Membri

Antea Maria Pia Mangano, Farmacista P.F.

Assistenza Farmaceutica, Centro Regionale Farmacovigilanza – ARS Marche

Massimiliano Petrelli, Medico SOD Clinica

Endocrinologia Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche

Comitato data Analysis

Chairs

Stefania Ambrosini, Dipartimento di Programmazione Integrata, UE e Risorse

Finanziarie, Umane e Strumentali Antonio Nicolucci, Direttore Coresearch e Direttore Data Analysis board HCI

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