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settimanale free press

Anno II - Numero 23 23 marzo 2012

L’ emigrazione intellettuale (e non solo) Direttore Responsabile: Giuseppe Tagliente Reg. al Tribunale di Vasto n. 102 del 22/06/2002 Redazione: Corso Italia n. 1 Vasto Tel. & Fax 0873.362742 Pubblicità : Editoriale Quiquotidiano Corso Italia,1 Vasto - Stampa: Edizioni Il Castello - Martano Editrice (BA) www.quiquotidiano.it - mail: redazione@quiquotidiano.it


11 novembre 2011 copertina

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GI-TRE GITRE INFORMA

Le categorie degli odori del vino, dei profumi, degli aromi

“RUOTA DELL’ANALISI SENSORIALE” (DAVIS UNIVERSITY - CALIFORNIA)

LE MIGLIORI ETICHETTE PER UNA CANTINA DA VERI INTENDITORI A ME PIACE!...

Corso Mazzini, 627/9 - VASTO (Ch) - Tel./Fax 0873.391378 - 0873.391343


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sommario

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16 marzo 2012

L’emigrazione culturale in Abruzzo. Regione, se ci sei batti un colpo di Giuseppe Tagliente “L’ emigrazione intellettuale (e non solo)” pag.4

“Cardiologia e non solo. Dalla Asl si aspettano comportamenti concludenti’’ pag. 6

“Squilibrata la riforma Monti/Fornero” pag. 9

Un dato sul quale rifletto da più giorni è quello della nuova emigrazione abruzzese, soprattutto di quella intellettuale, che prende sempre di più corpo in termini numerici per via di una situazione occupazionale che scoraggia a rimanere. Il fenomeno, che stride ed appare in contraddizione con quello degli arrivi di migliaia di immigrati dall’est e dall’Africa, coinvolge diverse migliaia di giovani abruzzesi e dovrebbe porre in termini ultimativi il problema di un depauperamento del territorio che già influisce sulla situazione economica e sociale della nostra regione. Quando nel 1965, se non vado errato, venne creata l’Università “D’Annunzio” e quindi gli altri Atenei dell’Aquila e di Teramo ad opera di un consorzio di enti locali e di istituzioni bancarie, la politica mostrò di avere a cuore il proposito di fermare il triste esodo umano che aveva caratterizzato la storia regionale sin dai primi anni dell’unità e soprattutto quello di preparare culturalmente e tecnicamente i giovani al modello di sviluppo che stava creando e che sarebbe durato per cinquant’anni. Oggi invece sembra aver perso ogni consapevolezza della necessità di un raccordo serio e proficuo con la cultura, con l’Università, con il mondo dell’editoria e dell’informazione e più in generale con gli intellettuali, che rappresentano un enorme giacimento non sfruttato di possibilità di crescita, direi il più importante di cui l’Abruzzo dispone attualmente. La Regione, in particolare, non va, come dovrebbe, in questa direzione, colpevolmente ignara delle ricchezze intellettuali di cui dispone sul suo territorio, della loro vitalità ed effervescenza, mostrando di non riuscire a comprendere il ruolo importante, anzi determinante, che la cultura nel suo insieme potrebbe esercitare in un momento così difficile, come quello che stiamo vivendo. Non si spiegherebbe altrimenti perché non si salda strutturalmente alcun tipo di rapporto di collaborazione con le Università, perché non si avvale dei suoi uomini, dei suoi laboratori, dei suoi progetti; perché un progetto di rinascita dell’Aquila non possa essere affidato ad esse; perché più in generale non si affidino ad esse la redazione degli studi più importanti di programmazione e di pianificazione in materia di urbanistica, di trasporti, di rifiuti, di economia, di energia, di organizzazione sociale e sanitaria; perché non si sia creato negli anni un percorso virtuoso con le altre istituzioni culturali e scientifiche. Il sussiego, o peggio l’indifferenza, che la politica regionale mostra nei confronti di queste ultime è, a mio giudizio, un atteggiamento che va rimosso al più presto per il bene della Regione, dell’Abruzzo, delle giovani generazioni che qui hanno il sacrosanto diritto di vivere senza migrare. Lo dissi a Chiodi nel momento in cui venne scelto come presidente e voglio ripeterglielo ancora.

“Lo scrigno chiuso. Prospettive abruzzesi” pag. 10

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“Giornate Fai di Primavera al Parco Archeologico delle Terme Romane ” di pag. 14

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L’ emigrazione intellettuale (e non solo) Un interessante reportage sul Corriere della Sera di domenica 18 marzo, illustra, sinteticamente, la nuova “diaspora italiana” e tratteggia “le altre Italie lontano dall’Italia”. Si parte dal rilevamento degli iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, 2011) che ammonta ad oltre 4 milioni duecentomila a fronte di una immigrazione di quasi 5 milioni, con una differenza sostanziale, oltre che meramente numerica: alla classica, stereotipata immagine dell’emigrante del sud con la valigia di cartone si sostituisce un altro tipo di immagine, e quindi di emigrazione, che vede come protagonisti, il diplomato ed il laureato.Il fenomeno è in crescita e vede un flusso costante di almeno 30.000 emigranti l’anno, che rappresenta tuttavia una cifra indicativa perché, pur essendo obbligatoria, soltanto la metà si iscrive normalmente all’AIRE. Cosa dunque spinge i giovani (ma il fenomeno va coinvolgendo anche molti anziani over 65) a lasciare l’Italia?

Nel caso dei giovani diplomati e laureati le aspettative consistono nella constatazione che gli stipendi sono normalmente più alti; che il datore di lavoro chiede

molto ma concede molto; che si hanno prospettive di carriera in Italia sono spesso ostacolate da fattori che nulla hanno a che vedere con il lavoro; che il “merito” ha il suo giusto peso; che vi è una aspettativa di miglioramento del proprio status lavorativo e di vita. E qui da noi? A Vasto, in Abruzzo? Una nostra pic-

cola inchiesta conferma la presenza del fenomeno anche qui con moltissimi giovani che hanno già preso il volo verso gli Usa, l’Australia, il Canada, l’Inghilterra, la Germania. Una nuova emigrazione sta caratterizzando le dinamiche sociali del nostro territorio nel momento in cui peraltro paradossalmente (e su questo punto occorrerebbero analisi più approfondite) esso diventa il punto d’arrivo di immigrati provenienti dall’est o dall’Africa.Cosa manca all’Italia, all’Abruzzo, a questo comprensorio per evitare questa emorragia di intelligenze, che depaupera il territorio, che provoca danni enormi, che vanifica anche la spesa che lo Stato e le famiglie ha sopportato per la preparazione di questi giovani? Il discorso è certamente lungo e complesso ed abbiamo voluto affrontarlo non per dare risposte ma per stimolare a darle, per indurre alla riflessione, per ripensare convincimenti, culture, atteggiamenti, politiche che hanno originato questo preoccupante fenomeno . Elio Bitritto


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Anche i giovani vastesi vanno all’estero

‘Uaste e bbelle e tèrra d’eure, notte e jurne pènz’ à ttàje’… Francesco Paolo Votinelli docet per quello che è, a conti fatti, l’”inno dei vastesi” nel mondo. Ne sono tanti, sparsi per i quattro angoli della terra. Una ‘migrazione’ che, specie in passato, ha conosciuto livelli esponenziali e rilevanti e che, ultimamente, sembra poter riprendere quota anche e soprattutto per quanto riguarda la gioventù. Fenomeno che in parte rientra in quello, identificato come ‘fuga dei talenti’, che concretizza migliori e più efficaci opportunità di inserimento nel mercato del lavoro per tanti neo laureati e professionisti, ma che, in sostanza, riguarda anche tanti ragazzi che, per svariate ragioni, non arrivano ai ‘piani alti’ dello studio e che, fuori Vasto, in altre località d’Italia e all’estero, vanno ad esercitare attività e impieghi comuni. Dall’operaio al cameriere, dal lavapiatti all’operatore di call center. Figure lavorative che, a livello generale, non sarebbe nemmeno troppo difficile trovare da queste parti. Ma allora? Perché questa ‘fuga’? Le dinamiche di una società in continuo cambiamento incidono, senza ombra di dubbio; la voglia di viaggiare, di conoscere nuove realtà ed esperienze altrettanto. La precarietà del vivere quotidiano sembra spingere in tanti a provare qualcosa di diverso e in altro posto. Ma, crediamo, c’è anche una questione di fondo che non può in alcuna ragione essere sottovalutata ed è legata agli stimoli, alle prospettive che, evidentemente, tra Vasto e dintorni cominciano sempre più ad essere ‘latitanti’. Meglio fare un lavoro - dignitoso e tranquillo per certi versi - qui o, magari, farlo a Perth, a Londra, a Berlino o anche a Saint- Michel-sur-Orge (località alle porte Parigi), a Bologna o a Roma? E a molti, a parte l’amore per la propria terra e per i propri cari, quando non ci sono altre ragioni pressanti che spingono per una ‘resistenza’, il dubbio nemmeno viene. Ecco, allora, le numerose ‘incursioni’ dei vastesi in ogni dove. Recentemente, grazie anche ad alcune interessanti interviste realizzate da Nicola D’Adamo sul suo blog ‘NoiVastesi’,

sono venute meglio alla luce le significative esperienze ed i rispettivi percorsi affrontati nei periodi recenti da alcuni ragazzi del posto come Vincenzo D’Adamo, da qualche tempo in Spagna ( c’è anche un omonimo che ha scelto l’Australia), Michele Scopa in Inghilterra,

Luca Perrozzi a Ginevra, tanti altri che ne sono ancora partiti o in partenza per gli Usa, per Perth, per il Canada. Per una lista che, realmente, è corposa. Dati ufficiali e statistiche certe mancano, ma è chiaro che questa ‘migrazio-

ne’ è intensa e destinata anche ad incrementarsi. Si diceva della questione di stimoli. Michele Scopa, ad esempio, a precisa domanda su cosa offrisse la permanenza all’estero (Londra nella fattispecie) rispetto a Vasto conclude, dopo aver messo in evidenza le note differenze tra le due città, che il nostro non è un “posto ideale” per i giovani e, inevitabilmente, non possono che essere in tanti a mostrarsi d’accordo con la sua opinione… E anche da queste parole si può cogliere la conferma di quella che è una situazione in divenire che è sotto gli occhi di molti, ovvero la ‘parabola discendente’ di una località, Vasto, che sembra sempre più proiettata a perdere quelle qualità di località accogliente, ospitale, ben vivibile e stimolante che per lungo tempo l’hanno connotata. Non è certo l’unico posto che vive questo disagio, ci mancherebbe, ma in questo caso il ‘mal comune mezzo gaudio’ non può di sicuro essere una considerazione in qualche maniera ‘incoraggiante’. Invertire la tendenza si può? Tutto è possibile, verrebbe da dire. Ma servono risorse, non solo economiche, ma prima di tutto ‘mentali’, culturali, servono cuore, amore, idee, progettazione e programmazione. In sintesi, insomma, ‘investimento nel futuro’ che, tuttavia, nel panorama attuale fatto di sterili e puerili contrapposizioni e incapacità di offrire risposte adeguate ai problemi del vivere quotidiano, non si riesce proprio a tratteggiare e scorgere…


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Vasto

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“Cardiologia e non solo. Dalla Asl si aspettano comportamenti concludenti” La situazione di Cardiochirurgia di Vasto deve aver proprio impressionato Giuseppe Tagliente, se ha deciso (finalmente) di rompere il silenzio che si era imposto per disciplina di partito e per carità di patria nei confronti della sua maggioranza al governo della Regione Abruzzo. “ Non posso consentirmi di tacere ancora o di parlare soltanto nelle segrete stanze a fronte di promesse non mantenute”, deve in sostanza essersi detto l’ex sindaco di Vasto, il quale ha preso carta e penna ed ha inviato una “pesante” interrogazione al presidente Chiodi, diventato nelle ultime settimane il destinatario di altre sollecitazioni e pubbliche denunce. “Pesante” nei contenuti, ancorchè corretta nella forma, sin dall’incipit. “La situazione in cui versa la Sanità, dopo l’accorpamento nell’unica Asl, si sta caratterizzando per ritardi, disfunzioni, rispetto alle attese ed all’agenda stabilita, e soprattutto per disattenzione nei confronti delle strutture ospedaliere non insistenti sul capoluogo. Senza voler fare del catastrofismo – ha scritto Tagliente - ma con assoluto realismo rilevo che, a fronte di impegni non mantenuti (assunti con i consiglieri regionali, con i sindacati e con le popolazioni), le strutture ospedaliere di Vasto e di Lanciano presentano deficit forse maggiori rispetto a prima ed anche la medicina sul territorio, che avrebbe dovuto trarre vantaggio dalla chiusura degli ospedali cosiddetti minori, non mostra i miglioramenti attesi”. “ Non posso esimermi - ha continuato Tagliente - dal ritenere offensiva l’indifferenza che si mostra nei riguardi di ripetute sollecitazioni rivolte al mantenimento almeno di un discreto livello di assistenza. È il caso, ad esempio, del servizio di cardiologia dell’ospedale di Vasto arrivato allo stremo e forse prossimo alla

chiusura per carenza di personale medico”. E giù a descrivere lo stato comatoso in cui versa il reparto, che opera con appena 6 unità, a fronte dei 14 impiegati a Lanciano, dopo il recente pensionamento dei dottori Luigi Mucci e Mauro Cionci, e con la prospettiva del prossimo pensionamento del primario, dott. Giulio De Simone. Il documento ha avuto l’effetto desiderato. A neanche ventiquatt’ore dalla sua ufficializzazione , il direttore sanitario della Asl, dott. Amedeo Budassi, ha risposto alle osservazioni dell’esponente politico vastese con una nota alle agenzie di stampa, nella quale ha dichiarato che il reparto di Cardiologia di Vasto “non corre alcun rischio di chiusura e che la Asl ha avviato le procedure per sostituire i medici andati in pensione”, ivi inclusa quella per la copertura del posto di primario. Ovviamente – ha tenuto a precisare il dirigente sanitario – “nel rispetto degli incomprimibili tempi burocratici”. La precisazione ha tuttavia rinfocolato, piuttosto che rassicurato, il rappresentante vastese in Con-

siglio regionale, il quale ha assunto una nuova presa di posizione. “ Mi permetta di dire, caro Budassi, - ha ribattuto Tagliente - che alla tempestività con la quale ha indirettamente risposto ( la risposta alla mia interrogazione spetta al presidente della Giunta regionale e commissario alla


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Sanità, Gianni Chiodi, e non a Lei che pur se n’è fatto lodevolmente carico) non s’accompagna l’indicazione di una soluzione idonea a far fronte all’emergenza in cui versa il Reparto di Cardiologia- Utic del Presidio Ospedaliero di Vasto, anzi del comprensorio vastese, come sarebbe più giusto definirlo per rendere compiutamente l’idea di un nosocomio che serve un circondario di oltre centomila persone e che allarga la sfera del servizio sanitario anche alle zone adiacenti del Molise. La prospettiva indicata dell’assunzione di personale medico da impiegare nel reparto comporterà infatti tempi tanto lunghi da rendere inevitabile la paralisi del servizio per le ragioni prospettate nella mia interrogazione al presidente Chiodi. Situazioni d’emergenza esigono provvedimenti d’emergenza e non di routine dall’esito incerto, almeno per quanto riguarda i tempi di attuazione. Ritengo – ha concluso - che distaccare presso la cardiologia di Vasto almeno due medici specialisti dagli altri ospedali della Asl potrebbe essere, per quanto forse banale, la soluzione per alleggerire il carico di lavoro ( e lo stress) agli operatori del servizio e fugare le apprensioni che nutrono i cittadini. Ovviamente nell’attesa che si svolgano le procedure concorsuali annunciate”. Anche in questa seconda nota Tagliente non rinuncia a sollevare questioni sul grado di efficienza del servizio sanitario. “A margine infine di questa mia nota – ha affermato- vorrei rivolgere a Lei ed al vertice della Asl la raccomandazione di dedicare maggiore considerazione ai presidi del Vastese e del Frentano. Pur nella consapevolezza delle difficoltà del momento, derivanti dalla situazione politica ed economica e dalla complessità dei problemi organizzativi scaturiti dall’accorpamento nell’unica Asl, mi sento in dovere di sollecitare più attenzione nei riguardi delle strutture sanitarie periferiche ed anche della medicina del territorio, che non mi sembra abbia avuto i miglioramenti promessi al momento della chiusura degli ospedali di Gissi e di Casoli. Per quanto possa sembrare ovvia e scontata la considerazione circa il giusto equilibrio da perseguire tra le strutture ospedaliere e tra queste ultime e la medicina del territorio, voglio richiamare su di essa la necessaria attenzione, nella speranza di comportamenti concludenti nel breve periodo”. Ce n’è a sufficienza per considerare non conclusa la polemica e soprattutto l’iniziativa politica di Tagliente in difesa dell’ospedale e del comprensorio.

società

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23 marzo 2012

Le multe di Equitalia sono nulle? La notizia fa il giro del web Le multe di Equitalia sarebbero illegali. È quanto viene spiegato in un articolo apparso sul sito dell’Espresso che sta facendo rapidamente il giro dei social network. Gli interessi del 10 per cento applicati sulle contravvenzioni, infatti, renderebbero nulle le cartelle in cui viene chiesto di pagare le vecchie contravvenzioni. Lo stabilirebbe una sentenza della Cassazione andata perduta e ignorata. Nell’articolo , scritto da Peter D ’Angelo del 27 febbraio 2012, si legge che : << C’è una sentenza, datata febbraio 2007, che potrebbe annullare le sanzioni di migliaia di cartelle di Equitalia. Una sentenza della Corte di Cassazione per anni introvabile anche nei database giuridici più forniti e di cui nessuno ha sentito parlare>>.Fino a quando un avvocato di Bari, Vito Franco, decide di andare in fondo alla vicenda, e si mette a dare la caccia alla sentenza fantasma. Cerca negli archivi telematici per i professionisti, fra siti, blog giuridici, forum di discussione fra fiscalisti, senza trovare nulla. A questo punto si reca a Roma e si mette a spulciare negli archivi della Suprema Corte. E alla fine : << ecco che spunta la sentenza annulla-sanzioni. E’ stata depositata in Cassazione il 16 luglio 2007. Porta il numero di protocollo 3701. E parla chiaro: gli interessi del 10 per cento semestrale applicati da Equitalia sono illegittimi. Una pretesa del fisco, insomma, che i giudici contestano, spiegando che

confetteria

non è diritto dello Stato incassare quella specie di tassa sulle multe. Eppure, anche di fronte a una decisione del genere, dal 2007 a oggi Equitalia ha continuato ad applicare il rincaro: “Non è cambiato nulla. Le maggiorazioni continuano a essere presenti in tutte le cartelle relative alle sanzioni amministrative”, spiega l’avvocato Franco. Proprio come risulta da centinaia di cartelle esattoriali. Gli esempi possono essere molti. Una, ad esempio, chiede la riscossione di 13.561 euro per un cumulo di multe non pagate. Ecco che nel conto di Equitalia ben 3.292 euro di maggiorazioni, secondo la sentenza della Cassazione, sarebbero “illegittime”. Un caso molto diffuso, visto che gli automobilisti in debito con il fisco sono una percentuale piuttosto alta dei “clienti” di Equitalia: “A occhio e croce potrebbero rappresentare il 30 per cento delle cartelle emesse”, spiega il legale, che fa da consulente anche a un’associazione di tutela dei consumatori, l’Assdac di Bari, che negli ultimi anni ha presentato oltre 3.500 ricorsi. A fare due conti le sanzioni “irregolari” creano maggiorazioni di milioni di euro, soldi che non sarebbero dovuti, secondo la Cassazione. Che sul “no” alla sovrattassa del 10 per cento parla chiaro: in caso di ritardo nel pagamento della sanzione, va applicata l’iscrizione a ruolo della sola metà del massimo edittale e non anche degli aumenti semestrali del 10 per cento. Aumenti, pertanto, correttamente ritenuti non applicabili >>. Concetta Gizzarelli


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San Salvo

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Evaristo Sparvieri e Raffaele Artese, binomio d’altri tempi… SAN SALVO – Evaristo Sparvieri e Raffaele Artese, due uomini della scuola e due eclettici sansalvesi, che nella vita sono stati amici e che sono morti quasi insieme. Entrambi in vita si sono occupati del vissuto popolare del borgo contadino, che si

vece, è stato realizzato dal figlio Fernando e dallo stesso messo on line la scorsa settimana. Tanto il vocabolario quanto il sito contengono parole, detti, storie, proverbi, nomignoli ed immagini della vecchia e piccola San Salvo, allorquando aveva

Elezioni amminitrative 2012

Il Movimento 5 Stelle presenta il suo candidato sindaco Marco Sabatini trasformava in città. Per fortuna, i famigliari più cari hanno deciso di non far disperdere i loro “lasciti” culturali, cercando di trasformarli in fiorenti eredità, che dovranno continuare ad essere fruite dalle generazioni che verranno. Forse per il caso o forse per l’assonanza che legava i due personaggi, i primi due eventi postumi si sono avuti quasi in contemporanea. Infatti, sabato scorso all’auditorium Paolo VI è stato presentato il vocabolario del dialetto sansalvese di Raffaele Artese e il giorno dopo è stato presentato con un’intervista dialettale (a noi rilasciata dal figlio Fernando) il sito web www.sansalvoantica.it, interamente dedicato ad Evaristo Sparvieri. Il vocabolario di Artese è stato pubblicato postumo, per volere della vedova, signora Anna, da Qui edizioni di Peppino Tagliente. Ed è stato presentato dallo stesso editore, dal prof. Luigi Murolo, da Silvana Marcucci, nel corso di una conferenza organizzata dal Lions Club, presieduto da Venanzio Bolognese. La conferenza è stata moderata da Michele Molino ed allietata dagli Amici delle tradizioni sansalvesi. Il sito su Sparvieri, in-

produzione propria

poco meno di duemila abitanti e la generazione di Sparvieri ed Artese era giovane e dedita alla ricostruzione post bellica. Si tratta di quella stessa generazione che avrebbe fatto grande il Paese e il paese. Tanto è vero che don Raffaele diventerà direttore didattico a Brescia e poi a Vasto (dove è stato anche direttore della scuola civica musicale proprio durante le Amministrazioni Tagliente), mentre don Evaristo diventerà maestro elementare e sindaco negli anni settanta, in una San Salvo, che già contava sette -ottomila abitanti e si incamminava ad essere la città di ventimila residenti, che conosciamo oggi. Entrambi gli eventi sono visibili on line su www.abruzzodamare.tv. Speriamo che diventino oggetto di studio, non solo dei cultori della materia, quanto di quei ragazzi delle elementari e delle medie, a cui i due maestri hanno dedicato la vita lavorativa. E speriamo altresì che i due lavori diventino soprattutto patrimonio culturale ed antropologico dei sansalvesi . Orazio di Stefano

E’ ufficiale. Il candidato sindaco del Movimento 5 stelle di San Salvo è Marco Sabatini. Lo hanno eletto democraticamente mercoledì 21 marzo alle 22 ,00 circa in un’assemblea pubblica gli attivisti del movimento stesso. Le fasi salienti dell’assemblea (aperta alla stampa ed ai cittadini si è svolta alla Pizzeria “La porta de la Terra”) sarà a breve on line, come è nello stile di Beppe Grillo e del suo movimento, che “per dovere di trasparenza” pubblicano tutto: decisoni, discussioni, atti, mozioni e programmi. Sabatini è un giovane che esercita la libera professione di ingegnere. Nato trentatrè anni fa, da una famiglia di imprenditori edili (il papà Nicola è fondatore del Consorzio Icea, di cui il fratello è consigliere d’amministrazione), ha 457 amici su facebook, gli piace il Movimento No tav. Ed è attualmente il quinto (ed ultimo ?) candidato sindaco scelto, dopo Tiziana Magnacca (centrodestra), Arnaldo Mariotti (Pd e liste civiche), Fabio Travaglini (Udc e Fli) e Domenico Di Stefano (Nuovo centrosinistra). E se la scelta di Sabatini è la notizia politica del mercoledì (primo giorno di primavera), la notizia del giorno successivo riguarda invece l’on. Mariotti, che, nella mattinata di giovedì scorso, presso il nuovo Comitato elettorale di Via delle Rose ha presentato le liste civiche che appoggeranno la sua candidatura: Democratici per San Salvo e Città Unita. A presentarle, oltre allo stesso onorevole, il segretario del partito Democratico Agostino Monteferrante, Alfonso Di Toro e Luca Di Sciascio. Panta Rei, tutto scorre ormai verso la data della presentazione delle liste fissata alla prima settimana di aprile.

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lavoro

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Squilibrata la riforma Monti/Fornero Commento a caldo dopo la presentazione della nuova normativa in materia di lavoro Il basso tasso di occupazione di cui soffre l’economia italiana dipende principalmente dall’incapacità delle classi dirigenti di convogliare nel nostro paese un flusso adeguato di investimenti industriali da paesi terzi. Spesso nei talk show politici ci si interroga, più o meno ipocritamente, sulle ragioni della scarsa propensione delle multinazionali ad investire in Italia e soprattutto nel Sud. Le cause che hanno tenuto le aziende estere lontane sono molteplici (alto costo dell’energia elettrica, bassa produttività, burocrazia inefficiente e ingorda, controllo del territorio inesistente, etc): tra esse ha però giocato un ruolo importante l’organizzazione del lavoro bloccata che esisteva in Italia, ed in pochi altri paesi del Mediterraneo (Grecia e Portogallo, per la precisione). Negli stessi tempi, l’organizzazione del lavoro di chi già operava in Italia o di chi era costretto per nascita ad operare in Italia, è diventata un sistema sempre più duale, diviso da una parte tra aziende sopra a 15 dipendenti ed aziende sotto questa soglia e dall’altra tra contratti a tempo determinato e contratti atipici. Il nascere, il crescere ed il proliferare di questo dualismo era la diretta conseguenza del fatto che l’organizzazione del lavoro è sempre stata bloccata dal problema del reintegro sul posto di lavoro, decretabile dalla magistratura a fronte di violazioni, vere o presunte, dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. La precedente frase “violazioni, vere o presunte” non è casuale, perché il problema dell’articolo 18 non nasce dal fatto in sè (licenziamento senza giusta causa), ma dalle applicazioni che negli anni la magistratura del lavoro ha fatto di un principio giusto,

in linea teorica. L’aneddotica relativa ad assurde sentenze di reintegro della magistratura è sterminata ed ha creato negli anni la convinzione, giusta o falsa che fosse, che in Italia fosse impossibile procedere a licenziamenti, anche in presenza delle migliori ragioni. Con la riforma del lavoro in cor-

so di elaborazione il governo Monti sta cercando di depotenziare i vincoli del posto a vita, creando una serie di vincoli sui contratti atipici, allo scopo di correggere il dualismo che si era creato nel passato, nella speranza di dare nuove possibilità di occupazione o comunque di rendere meno precarie le esistenti. A nostro giudizio, questo intervento, ancorché doveroso, risulterà inutile per la creazione di nuova occupazione in Italia, perché tutto il mondo occidentale (l’unico che potrebbe avere interesse ad investire da noi ) è in fase di contrazione dei posti di lavoro. Veniamo ora al punto del rendere meno precarie le esistenti occupazioni atipiche. Il compito di ri-

formare in senso liberistico il mercato del lavoro dipendente e “protetto” era difficile in partenza per le difficoltà politiche del Partito Democratico, che doveva gestire l’opposizione ideologica della Cgil ( che subiva a sua volta il ricatto della Fiom ). Non si può negare che tale compito è stato reso ancora più difficile dalle recenti esternazioni del Presidente della Repubblica, che in alcuni ambienti di sinistra sono state lette come un obbligo del governo ad ottenere un consenso generale, (e giova ricordare che Napolitano non era intervenuto in modo similare sulla liberalizzazione delle professioni autonome, supportata dal Pdl senza se e senza ma, nonostante i mal di pancia del suo elettorato). Francamente l’impressione è quella di una riforma squilibrata. I molti vincoli che si vanno a creare sui contratti atipici, non sono sufficientemente compensati dalle timide aperture sul licenziamento individuale. Inoltre temo che il rinvio alla magistratura dei cosiddetti licenziamenti discriminatori renderà nullo l’effetto deterrente della riforma sui licenziamenti individuali. Più di cinquanta anni fa Arpino si poneva il problema della liceità del delitto d’onore nell’omonimo libro: purtroppo, anche dopo questa riforma, un imprenditore si dovrebbe interrogare, non sul delitto d’onore, ma sulla reale possibilità di licenziare l’impiegato che gli ha messo le corna con la moglie, perché è quasi sicuro che il giudice del lavoro troverà il licenziamento discriminatorio. Se qualcuno pensa che questo aiuterà a rendere più flessibile il mercato del lavoro o è un ingenuo o è in malafede. (A.S.)


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cultura

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Lo scrigno chiuso. Prospettive abruzzesi di Franco Cardini, professore dell’Università di Firenze Amo l’Abruzzo. E’ cosa frequente, ma non poi così comune in un fiorentino: i concittadini di Dante, si sa, hanno la tendenza di guardar dall’alto in basso - con “gran dispitto”, direbbe l’ Altissimo Poeta – tutti gli altri abitanti della penisola, anzi del mondo intero. Non è che io faccia proprio eccezione. Solo che non si sfugge al gioco delle “affinità elettive”: e io mi c’imbattei circa un mezzo secolo fa allorché, ragazzino, inseguivo per le colline di Settignano le memorie dannunziane collegate alla villa “La Capponcina”, spingendomi poi a ricercarle nella Versilia dell’Alcyone ed esercitandomi a inseguirle nella Prato de Il secondo amante di Lucrezia Buti e nella transumanza dal Pratomagno alla Maremma, tanto simile a quella dalla Maiella al litorale fra Pescara e Termoli. D’Annunzio fu un tramite, un primo amore. Scoprii più tardi altre ricchezze, girovagando per archivi e biblioteche abruzzesi sulle tracce di Bernardino da Siena e di Giovanni da Capestrano. Rimasi affascinato dagli argenti di Guardiagrele, dagli affreschi di Loreto Aprutino, dai panorami mozzafiato dell’Aquilano e della zona di Scanno; scoprii la bellezza e le straordinarie ricchezze d’un folklore ancora vivo, che fa delle feste e delle tradi-

ceramiche artistiche liste nozze

zioni abruzzesi un’autentica riserva antropologica che forse non ha rivali in tutta Europa (chi ha visto la Settimana Santa a Sulmona o la festa dei serpari a Cocullo sa a che cosa sto alludendo); mi colpì la vivezza della piccola editoria abruzzese,una delle

più generose e coraggiose d’Italia; ed, ebbene sì, debbo una buona parte dei miei chili di troppo al torrone delle sorelle Nursia, ai confetti di Sulmona, agli arrosticini e soprattutto a quel miracolo ch’è l’Aurum. Parliamone, dell’Aurum – che deve il nome alla ge-

nialità dannunziana -: e vi giuro che non ho ricevuto un euro di compenso pubblicitario. I francesi hanno costruito una fortuna sul loro Triple Sec, sul loro Cointreau e sul loro Grand Marnier: ebbene, affermo solennemente, e mi ci gioco la mia credibilità d’incallito gourmet, che tutti quei sapienti elisir di preziosi agrumi messi insieme non valgono una stilla d’Aurum: che dovrebbe trionfare sugli scintillanti banconi dei più rinomati barmans del mondo, da Beacon Hill alla baia di Hong Kong. Se non succede, ciò è dovuto soltanto alla nostra infingarda inettitudine. Certo, noi continuiamo a farci del male: ad esempio, non mi riesce proprio di capire per qualche forma di autolesionismo dalle bottiglie del più prestigioso liquore del mondo sia scomparsa la sua storica, mirabile etichetta – quegli aranci jugendstyl coronati di foglie smeraldine -, sostituita da un’elegante ma in fondo anonima scritta dorata. A Parigi, esiste un delizioso piccolo museo dedicato a un pittore-decoratore, Gustave Moreau, noto in tutto il mondo: ma Francesco Paolo Michetti è da meno? Sono tornato di recente in Abruzzo, tra il 4 e il 7 marzo scorsi, per un lungo giro di presentazione del mio saggio Il Turco a Vienna (Laterza) tra università, librferie e scuole abruzzesi. Ho rivisitato la bella Pescara, quella straordinaria Parma d’Abruzzo ch’è la lirica e melomane Ortona, la dolce e misteriosa Lanciano col suo miracolo eucaristico che i razionalisti di tutto il mondo temono come la peste perché rappresenta una sfida perenne lanciata contro al loro miope superbia. Ho fatto di nuovo visita a Vasto, una città che amo per le sue memorie dei grandi marchesi d’Avalos e perché là, grazie a Giuseppe Tagliente, negli anni scorsi gettammo la sfida della Confraternita del Toson d’Oro che per qualche anno costituì una delle più belle iniziative culturali d’Italia. Non ho invece avuto modo, né

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forse avrei avuto comunque il coraggio, di rivisitare il “mio” vero grande amore, L’Aquila, dove non ho mai osato metter piede dopo il cataclisma. E dev’esser chiaro che, come italiano, mi vergogno del fatto che il nostro paese abbia potuto tollerare che un tesoro così splendido non sia stato subito restaurato, costasse quel che costasse: e che ogni giorno che passa non fa che aumentare il disonore che ci pesa addosso. A tutti. Ma questo è, appunto, uno dei nostri mali nazionali: che in Abruzzo diventa un male regionale acuto. La nostra penisola è un paradiso baciato dalla natura e dalla storia: questo ci procura, tra l’altro, un prezioso e in apparenza (e finora) inesauribile gettito economico, che permette una straordinaria circolazione della ricchezza e una gran quantità di posti di lavoro. Qualcuno ha detto che il turismo è il nostro petrolio. Eppure, noi diamo l’impressione di non curare questo bene, di non volerlo né farlo

cultura

crescere né preservarlo dall’esaurimento, di non incanalarlo con cura in modo da consentirgli d’irrorare tutto il paese. Fatevi un viaggetto in auto attraverso la Francia, amici politici, amministratori e imprenditori abruzzesi. Vedrete la dovizia di avvisi promozionali d’ogni genere su tutte le vie di comunicazione, dalle autostrade ai sentieri di campagna. Non c’è chiesa abbaziale o cattedrale, non c’è monastero, non c’è castello, non c’è rudere che non sia segnalato addirittura a decine di chilometri di distanza. All’entrata di ogni centro urbano, grande città o modesto villaggio, invitanti e policromi avvisi celebrano son chateau, ses belles églises, ses jardins, ses vins, ses fromages . L’Abruzzo non è certo da meno, quanto a ricchezze: ma quelle notizie, spesso, bisogna andar a cercarsele. Gli istituti alberghieri sono un tipo di scuola che in Abruzzo andrebbe sostenuta con tutte le forze,

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che dovrebb’essere oggetto d’investimenti seri, che dovrebbe costituire una fonte continua di posti di lavoro di qualità. L’Abruzzo è come uno scrigno chiuso, che attrae ed affascina ma che tiene ermeticamente celate le sue ricchezze. Non vorrei girare il coltello nella piaga: ma, se prendete spesso il treno, fate attenzione alo sforzo turistico che sta mettendo in atto la vostra vicina settentrionale, la Regione Marche. Fiere e sagre, certo, ne avete e ne fate tante: ma occorre elaborarne culturalmente meglio nei contenuti, occorre farle conoscere. Avete un patrimonio naturale, artistico, artigianale, enogastronomico da capogiro. Possibile che con queste premesse l’Abruzzo non sia un leader europeo dell’industria turistica? No, non è possibile. Sarà uno dei prossimi necessari impegni concreti da programmare e da attuare gradualmente, concretamente.

Se n’è andato Tonino Guerra, artista della vita semplice Tonino Guerra è morto a 92 anni nel suo paese natale. Un noto suo aforisma dice: “In autunno, il rumore di una foglia che cade è assordante perché con lei precipita un anno”. Invece lui se n’è andato con l’entrata lieve e tepida di questa primavera; sicchè potremmo dire, alla sua maniera, che lo sbocciare di un germoglio è nascosto e silenzioso ma assai promettente di colori, odori e sapori. Non trovo immagine migliore da dedicare a chi ha usato parole, in prosa e in versi, segni e colori, per dare agli altri ‘visioni’ e sensazioni. Nato a Santarcangelo di Romagna, nella seconda metà del Novecento ha pubblicato romanzi e raccolte poetiche, ma soprattutto è stato sceneggiatore, prolifico e immaginifico, dei più importanti cineasti dell’epoca: Fellini (Amarcord), Antonioni (Blow Up), Lattuada, Comencini, sino a Bellocchio, ai fratelli Taviani, al russo Tarkovskij. Sceneggiatore lo fu anche per la tv e per il teatro, per il quale ottenne un “Premio Pirandello”. Il David di Donatello “alla carriera” gli venne attribuito nel 2010. Il volto di Tonino Guerra

diventa molto noto negli anni Duemila con uno spot tv, creando un tormentone con la frase “L’ottimismo è il profumo della vita”, cui lui credeva sinceramente, ma che lo ha per così dire assai edulcorato e commercializzato in immagine. Ricorderemo comunque Tonino Guerra artista della vita comune, così come ha voluto essere, dedicandosi nel suo ultimo lustro di vita alla pittura, alla scultura e all’ideazione artistica, libera e incondizionata. Per uscire dall’immagine commerciale sopradetta, voglio riportare un suo scritto, intitolato “I Bu (I Buoi)”: “Andé a di acsè mi bu ch’i vaga véa, /che quèl chi à fat ... - Ditelo ai miei buoi che l’è finita, che il loro lavoro non ci serve più che oggi si fa prima col trattore. E poi commoviamoci pure a pensare alla fatica che hanno fatto per mille anni mentre eccoli lì che se ne vanno a testa bassa dietro la corda lunga del macello”. Dove “l’ottimismo” è il coraggio di andare avanti, apprezzando la vita per quel che è, per quel che vale: comunque tanto. G.F. Pollutri

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sport

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Polisportiva San Gabriele fucina di giovani talenti nel tennistavolo La soddisfazione di fratel Michele Ciaffi si vede subito nei suoi occhi: presidente e allenatore della Polisportiva San Gabriele di tennistavolo. La sua ‘creatura’, sta diventando una fucina di giovani talenti che si sono messi in evidenza anche in occasione della quarta edizione del torneo regionale di tennistavolo ‘Città di L’Aquila’, con risultati che arrivano a conferma e testimonianza di un lavoro intenso e proficuo. Sul podio la piccola Gaia Smargiassi che ha vinto la finalissima della categoria Giovanissime contro Lucrezia Assogna del Tennistavolo Silvi. I vastesi hanno conquistato anche tre brillanti secondi posti con Valerio Bevere, Roberto Di Giacomo e Carlo Tartaglia, giunti molto vicini alla vittoria nelle rispettive categorie. “Davvero una bella esperienza - ha dichiarato fratel Michele Ciaffi - quella in terra aquilana che ci ripaga dei tanti sacrifici che affrontiamo anche con i genitori dei ragazzi” (MDP)

BCC VASTO Basket: avvicendamento sulla panchina, ad Alfredo Minora subentra Sandro Di Salvatore La sconfitta di Campli ha portato al cambio della guida tecnica nella Bcc Vasto Basket: il coach Alfredo Minora ha lasciato l’incarico della conduzione della prima squadra a Sandro Di Salvatore. “Il Consiglio Direttivo si è riunito - si legge in una nota della società - incontrandosi con l’allenatore Alfredo Minora per fare il punto sulla situazione tecnica della prima squadra. Ritenendo, di comune accordo, che ci si trova in un momento di particolare difficoltà dettato

prevalentemente da fattori ambientali, Alfredo Minora, per attaccamento ai colori sociali e in linea con il progetto societario, ha rimesso nelle mani del presidente Spadaccini la sua disponibilità a lasciare la guida tecnica della prima squadra. Il Consiglio Direttivo ringrazia, ancora una volta, Alfredo Minora per la maturità e la sensibilità proponendogli di continuare a lavorare nella Vasto Basket fino al termine della stagione e anche per il futuro, nello sviluppo e

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nel progetto delle squadre giovanili alle quali l’Associazione ha sempre riposto le sue particolari attenzioni”. La squadra, che partecipa al campionato regionale di Serie C, occupando il secondo posto in classifica, è stata affidata, a Sandro Di Salvatore. “A lui - continua la nota - va il caloroso ‘in bocca al lupo’ di tutti gli sportivi vastesi e il più cordiale benvenuto all’interno del settore tecnico della Vasto Basket”. Michele Del Piano

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Scetticamente

Effetto Pigmalione: quando la profezia si autoavvera La vita quotidiana è costruita su affermazioni, credenze, aspettative, definizioni della realtà che per il semplice fatto di essere state pronunciate o pensate assumono effetti reali e spesso hanno la tendenza ad autorealizzarsi nel caso che le circostanze lo permettono. Stiamo parlando delle profezie che si autoavverano, una particolarità che costringe gli individui ad assumere comportamenti irrazionali che portano all’avverarsi di un’affermazione precedentemente postulata. Se crediamo che per il fatto che siamo nati sotto un particolare segno zodiacale avremo un particolare destino, potremmo mettere in atto comportamenti che porteranno all’avverarsi di quanto ci si aspetta. Come esempio possiamo riportare quanto accaduto alla Last National Bank nel 1932. La banca godeva di una grande solidità, ma si era sparsa la voce, infondata, del suo imminente fallimento. I risparmiatori, preoccupati dalla notizia, ritirarono in massa tutti i risparmi innescando una reazione a catena che coinvolse i vari investitori con il risultato che la banca fallì. E’ un esempio realmente accaduto che mette in evidenza il meccanismo di quello che viene definito genericamente effetto Pigmalione. La profezia che si autoavvera si compone di tre elementi: 1) una convinzione o credenza; 2) un’aspettativa legata a questa convinzione; 3) un comportamento che discende da questa convinzione e che finisce per confermarla. Esempi pratici nella vita quotidiana ve ne sono molti e abbracciano tutti i campi. Non parliamo necessariamente di profezia con il significato a cui di solito viene associato il termine, nulla di magico o di divinatorio, ma di fenomeni che possono mettere in discussione la percezione della realtà rendendo possibile ogni fenomeno legato alla divinazione e all’astrologia. La semplice convinzione dell’avverarsi di un fenomeno potrebbe portare al suo concretizzarsi fornendo l’erronea convinzione che in alcuni casi le previsioni astrologiche possano avere una validità. Luca Menichelli

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‘Giornate Fai di Primavera’ al Parco Archeologico delle Terme Romane Sabato 24 e domenica 25 marzo si rinnova l’appuntamento con il Fondo per l’Ambiente Italiano Nel prossimo fine settimana torna anche a Vasto l’ appuntamento con le Giornate di Primavera’,

evento principale del Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano, che quest’anno tocca il ragguardevole traguardo delle 20 edizioni. “E’ un’edizione speciale e di festa - sottolinea in

una nota l’avvocato Maria Grazia Mancini, responsabile del Fai di Vasto - per la quale molte delegazioni aprono al pubblico beni che hanno già aperto in edizioni passate. Per la delegazione di Vasto è una festa doppia poiché apriamo al pubblico il Parco Archeologico delle Terme Romane con il mosaico del Nettuno che fu il bene aperto per la prima edizione delle Giornate Fai di Primavera della nostra allora neonata ‘Delegazione Fai Abruzzo e Molise’. Un bene - prosegue Mancini - che nel giugno 2011 è stato dato dalla Soprintrendenza in gestione alla nostra delegazione che ne garantisce la visita guidata per tutto il periodo estivo grazie agli ‘apprendisti Ciceroni’ delle scuole vastesi. ‘Apprendisti Ciceroni accompagneranno i visitatori anche per queste giornate di primavera 2012, offrendo spettacoli e letture ad alta voce di testi storici”. Appuntamento a sabato 24 e domenica 25 marzo alle Terme di via Adriatica a Vasto “per festeggiare con il Fai - conclude l’avvocato Mancini - l’impegno alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio storico e artistico!”

In memoria di Nicola Bassi Un mese fa se n’è andato il caro Nicola Bassi. Con Nicola Bassi, figlio di Antonio (cullì che tináive la putéche di lucialèttreche) scompare a Vasto il ceppo di Nuculëine Bassi, classe 1886, lu marenàre di Sànda Maréjje. Che tristezza non nominare più un cognome, un soprannome (chëlle di puascefrásche). Nicola, tra una quindicina di giorni avrebbe compiuto cinquant’anni. Chi sa se in Paradiso lo festeggeranno come merita? Ciao Nicola.

aperto anche a apranzo

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Il “Cervellone” conquista Vasto! “Il Cervellone” è il gioco a quiz multimediale per eccellenza, è un prodotto innovativo che non ha niente a che vedere con i prodotti concorrenti... ed è proprio per questo motivo che è stato accolto con grande successo ovunque ed è presente in tutt’Italia! In Abruzzo sta riscuotendo un grande successo nei locali, pub, ristoranti, centri commerciali; a Vasto già in diverse pizzerie ha trovato positivi consensi di pubblico. Attraverso l’utilizzo di moderne pulsantiere elettroniche senza fili, i partecipanti al gioco interagiscono direttamente con l’avanzatissimo sistema elettronico, diventando i protagonisti principali della serata.La serata è gestita da due persone dello staff: una che gestisce la parte tecnica e un presentatore che anima e coinvolge tutti i partecipanti alla sfida.

Nozze d’oro

Circondati dall’amore delle figlie Giovina ed Annaspina e delle nipoti Jasmine e Asja, domenica 18 marzo, nella chiesa di Santa Maria della Grazie a San Giovanni Rotondo, i coniugi Michele Raspa e Teresa Marchesani hanno festeggiato i 50 anni di matrimonio. Giungano ai coniugi che hanno rinovellato la promessa di matrimonio, gli auguri più affettuosi per questo importante traguardo.

E’ compito del presentatore infatti leggere le domande a risposta multipla che vengono visualizzate sugli schermi giganti o sui televisori dei locali. I giocatori, grazie alle pulsantiere wireless in loro possesso, possono così rispondere alle domande e un sofisticato sistema di gestione dei punteggi, assegna o toglie dei punti proprio in base all’esattezza delle risposte. Le domande proposte trattano vari argomenti di cultura generale, dalla storia alla geografia, dallo sport al cinema,presenti anche domande musicali e quelle con videofilmati. “Il Cervellone” è il solo sistema ad avere la caratteristica del Partnership con sponsor che offrono ricchi premi ai locali (PC portatili, Orologi e Gioielli, Viaggi nelle più belle città europee ) Leano Di Giacomo

Forum Distrettuale del Rotary Sabato 24 marzo presso l’Hotel Palace di Vasto Marina. Si svolgerà il Forum Distrettuale del Rotary sulle Nuove Generazioni. Il Forum sarà incentrato sul programma Generazionefutura.net, dedicato a progetti finalizzati a promuovere l’orientamento e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

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A Roberto Bontempo il ‘Mecenate d’Abruzzo’ Tra i destinatari dell’edizione 2012 del ‘Mecenate d’Abruzzo’, come riconoscimento al suo impegno per la promozione dell’arte e della cultura, c’è l’avvocato Roberto Buontempo. Assieme a Bontempo saranno insigniti il rettore dell’Università D’Annunzio di ChietiPescara, Franco Cuccurullo, e - alla memoria - il luminare della medicina, scomparso di recente, Franco Di Silverio. Prestigiosa la commissione giudicatrice del Premio composta dall’avv. Lino Nisii, presidente della Banca Tercas, dal prof. Umberto Russo, dell’Università D’Annunzio e dalla prof.ssa Lucilla Sergiacomo, vice presidente della Fondazione Edoardo Tiboni che organizza questo appuntamento.

“VASTO RIDENS”

evento di spicco in arrivo nella nostra città!

Direttamente da Zelig, sabato 24 marzo alle 21,15 sul palco del PalaBCC di Vasto, con l’organizzazione della Muzak eventi, arrivano GIUSEPPE GIACOBAZZI, ROCCO IL GIGOLO’, I MANCIO E STIGMA, PAOLO LABATI, ANDREA VASUMI e direttamente da Colorado Cafè GABRI GABRA. Un evento unico nel suo genere, che riunisce alcuni dei comici più amati del piccolo schermo in un solo grande spettacolo. Prevendita biglietti presso i punti vendita abituali e al botteghino del PalaBCC sabato a partire dalle ore 19. Ingresso gradinate € 15 Ridotto fino a 18 anni € 11. Posti numerati secondo disponibilità. Per informazioni Muzak tel 0873.365378 - 346.7513610 www.muzakeventi.it


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